La Camera,
premesso che:
i prossimi 20-21-22 luglio 2001 si terrà a Genova il Vertice dei Capi di Stato e di Governo del G8, appuntamento internazionale di grande rilevanza per il nostro paese che ha la presidenza di turno;
l'appuntamento del G8 di Genova è il punto di arrivo di un percorso negoziale che ha affrontato numerose questioni di importanza globale, tra cui la cancellazione del debito estero dei paesi in via di sviluppo, la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e delle agenzie di credito all'esportazione, la lotta alla povertà ed alle malattie endemiche, il rilancio della liberalizzazione del commercio e degli investimenti, ambiente globale e mutamenti climatici;
nel corso del negoziato preparatorio la Presidenza italiana ha messo a punto un documento di discussione «Beyond Debt Relief», nel quale si propone tra l'altro la creazione di un fondo fiduciario per la lotta all'Aids nei paesi poveri, con risorse pubbliche e private, ed il rilancio del negoziato per la liberalizzazione del commercio e degli investimenti;
la Presidenza del Consiglio dei ministri, per agevolare la consultazione con le organizzazioni non governative nazionali ed internazionali, ha istituito la «Genoa Non Governmental Initiative», iniziativa coordinata da quattro centri di ricerca nazionali e con la partecipazione di autorevoli esperti non governativi, e che ha prodotto una serie di proposte e raccomandazioni su temi quali ambiente e sviluppo sostenibile, lotta alla povertà, commercio internazionale e debito;
parallelamente al vertice ufficiale si terranno a Genova eventi e manifestazioni organizzate dai movimenti e dalle organizzazioni non governative nazionali ed internazionali, appartenenti al «Genoa Social Forum»;
si è diffuso un consistente allarmismo in relazione ad eventuali azioni dimostrative violente ed incontrollate o altri rischi per l'ordine pubblico;
dopo il G8 di Genova si svolgeranno altri importanti appuntamenti internazionali dedicati alla lotta alla povertà, all'ambiente globale ed al commercio internazionale, quali l'incontro annuale della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale del prossimo settembre, il summit dell'Organizzazione Mondiale del Commercio in Qatar, il summit mondiale dell'alimentazione di Roma, e le Conferenze Rio+10 e Finanza per lo Sviluppo nel 2002, e che gli impegni presi dalla comunità internazionale a Genova dovranno aver rilevanza anche per questi appuntamenti internazionali;
considerato che:
un nuovo approccio allo sviluppo dovrà mettere al centro dell'azione congiunta della comunità internazionale il riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone e dell'ambiente e promuovere la democrazia, la partecipazione e la giustizia sociale;
il nostro paese già da tempo si è assunto l'impegno per la cancellazione del debito estero, rilevando con preoccupazione che le attuali misure internazionali volte a ridurre o cancellare il debito estero dei paesi più poveri non si sono dimostrate efficaci, come hanno anche ammesso la Banca mondiale ed il Fondo monetario internazionale in un loro recente documento di analisi della «HIPC» (Highly Indebted Poorer Countries Initiative);
la comunità internazionale ha più volte ribadito il proprio impegno a dimezzare la povertà mondiale entro il 2015, sottolineando la particolare responsabilità dei governi dei paesi del G8 di rafforzare gli strumenti a disposizione delle agenzie specializzate ONU incaricate di conseguire tale obiettivo, ed ha riconosciuto la necessità di aumentare le risorse finanziarie dedicate alla lotta alla povertà, rilevando con preoccupazione il mancato conseguimento dell'obiettivo di destinare lo 0,7 per cento del PIL dei paesi ricchi alla cooperazione allo sviluppo;
sono state elaborate da organizzazioni non governative ed esperti internazionali proposte innovative per la creazione di fondi globali per la lotta alla povertà e per la prevenzione delle speculazioni finanziarie, quali sistemi di tassazione sulle transazioni in valuta, e per la creazione di fondi contrattuali per la promozione dei beni pubblici globali e la concessione di aiuti a dono (grants) per le emergenze naturali, e post-belliche, e per i servizi sociali di base;
si ravvisa l'urgenza di creare un sistema di governo dell'economia e della finanza globale che sia democratico, trasparente e responsabile e che preveda la piena partecipazione e consultazione con i governi dei paesi in via di sviluppo, delle agenzie ONU, delle parti sociali e delle organizzazioni non governative e della società civile affinché i flussi finanziari e commerciali internazionali siano regolati secondo l'obiettivo della lotta alla povertà ed all'esclusione sociale, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile e la promozione delle norme fondamentali del lavoro ed affinché venga riaffermato il ruolo delle Nazioni Unite come istituzione guida nelle questioni di sviluppo sociale ed ambiente su scala mondiale;
è urgente introdurre meccanismi di valutazione e miglioramento della qualità delle operazioni della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, e di strumenti volti a garantire che il loro operato sia trasparente e coerente e promuova il conseguimento degli impegni presi dalla comunità internazionale nei campi dello sviluppo sociale, tutela dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente;
è necessaria un'azione più incisiva dell'OCSE e dei governi del G8 riguardo all'introduzione di linee guida ambientali per le agenzie di credito all'esportazione in linea con l'impegno già preso nel corso del summit di Trieste dei Ministri dell'ambiente, al fine di garantire maggior trasparenza e l'inclusione di norme sociali e del lavoro;
considerato inoltre:
che i G8 dovranno ulteriormente impegnarsi per l'attuazione concreta di iniziative di riduzione delle emissioni climalteranti nelle politiche nazionali, per il trasferimento di tecnologie pulite e energia rinnovabile e su piccola scala verso i paesi in via di sviluppo, come previsto dal Protocollo di Kyoto sui mutamenti climatici, il cui ritardo nella ratifica e le riserve espresse da alcuni paesi del G8, possono avere gravi conseguenze non solo sull'ambiente, ma anche sulla diffusione di malattie endemiche nei paesi più poveri e sulla qualità dello sviluppo in quei paesi;
che deve essere garantito, in occasione del vertice, il diritto di tutti i cittadini a manifestare pacificamente ed in maniera non-violenta, così da creare a Genova una occasione di dialogo e confronto tra le varie istanze e proposte per una globalizzazione dei diritti, nonché un effettivo ed efficace coinvolgimento e partecipazione della società civile nella preparazione delle conferenze internazionali;
a sostenere ed ottenere il consenso degli altri governi del G8 allo scopo di:
concludere un nuovo accordo sul debito, che possa giungere alla cancellazione integrale dei crediti della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale nei confronti dei paesi poveri maggiormente indebitati, all'estensione del negoziato per la cancellazione del debito ai paesi a medio reddito, ed alla promozione di un processo indipendente, equo e trasparente di arbitrato internazionale per affrontare e prevenire, con il coinvolgimento attivo del settore privato e della società civile, l'emergenza del debito estero, introducendo nuovi criteri di sostenibilità e di accesso ai programmi di riduzione, basati su indici di sviluppo umano piuttosto che macroeconomici;
impegnarsi nell'elaborazione di sistemi di tassazione e regole per controllare le transazioni finanziarie di carattere speculativo, e per prevenirne gli effetti negativi sulle economie dei paesi più poveri, e di una proposta di fondi contrattuali per la promozione di beni pubblici globali, da presentare nel corso del processo negoziale verso la Conferenza «Finance for Development» del 2002;
riconfermare gli impegni presi nel protocollo di Kyoto, e per quanto riguarda l'Italia, l'adesione alla posizione dell'Unione Europea al riguardo;
garantire, almeno entro i prossimi 10 anni, l'approvvigionamento ad un miliardo di abitanti dei paesi poveri di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili e su piccola scala;
confermare l'impegno preso dai Ministri dell'ambiente del G8 nel loro vertice di Trieste per l'introduzione di linee-guida ambientali di alto livello per le agenzie di credito all'esportazione, ed impegnarsi, entro il prossimo vertice del G8, a valutarne l'efficacia ed il livello di applicazione, e ad introdurre criteri sociali ispirati dalle norme fondamentali del lavoro;
garantire, per quanto concerne il negoziato sul commercio internazionale, che l'apertura dei mercati alle merci provenienti dai paesi in via di sviluppo (il cosiddetto programma «Everything but Arms») non comporti effetti negativi sulle economie locali e di sussistenza, e sulle piccole imprese locali, sull'ambiente e sui diritti sociali e dei lavoratori; escludere dal negoziato in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio materie quali la brevettabilità della vita o gli investimenti, rafforzando le eccezioni sanitarie per permettere l'accesso ai farmaci essenziali a basso costo; riconoscere la prevalenza delle convenzioni internazionali sull'ambiente, i diritti umani e dei lavoratori e sullo sviluppo sociale e la lotta alla povertà e del principio di precauzione, ed attuare una riforma del sistema di governo dell'OMC e delle procedure di risoluzione delle controversie verso maggiore equità, democraticità e trasparenza, assicurando il coinvolgimento e la consultazione dei parlamenti, delle ONG, dei sindacati e della società civile;
a garantire il diritto di manifestazione pacifica e non violenta ai cittadini ed alle organizzazioni non governative ed associazioni nazionali ed internazionali che convergeranno a Genova nei giorni del vertice, e fornire con urgenza spazi e assistenza logistica per l'accoglienza e l'organizzazione degli eventi paralleli al vertice ufficiale assumendo iniziative volte a promuovere un confronto tra i rappresentanti del G8 e quelli dei movimenti e delle organizzazioni non governative che partecipano al «Genoa Social Forum»;
a presentare le proprie linee d'azione e programmatiche in Parlamento in tempo utile per consentire una discussione efficace ed adeguata in vista del G8 e deglialtri importanti appuntamenti internazionali summenzionati.
(1-00001)
«Boato, Cima, Cento, Bulgarelli, Lion, Zanella, Pecorario Scanio, Rocchi».
(6 giugno 2001)
La Camera,
premesso che:
nei giorni 20, 21 e 22 luglio 2001, si terrà a Genova il vertice dei Capi di Stato e di Governo del G8, appuntamento di grande rilevanza per l'Italia in quanto Presidente di turno, dove verranno affrontate alcune significative questioni quali la cancellazione del debito estero dei paesi in via di sviluppo, la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e delle agenzie di credito all'esportazione, la lotta alla povertà e alle malattie endemiche, il rilancio della liberalizzazione del commercio e degli investimenti, ambiente globale e mutamenti climatici;
nel corso del negoziato preparatorio la Presidenza italiana ha messo a punto un documento in discussione, il «Beyond Debt Relief», nel quale si propone tra l'altro la creazione di un fondo fiduciario per la lotta all'Aids nei paesi poveri;
parallelamente al vertice ufficiale si terranno a Genova eventi e manifestazioni organizzate dai movimenti e dalle organizzazioni non governative nazionali e internazionali, appartenenti al Genoa Social Forum e di organizzazioni sindacali;
dopo il G8 di Genova si svolgeranno altri importanti appuntamenti internazionali quali l'incontro annuale della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale del prossimo settembre, il summit dell'Organizzazione mondiale del commercio in Qatar, il summit mondiale dell'alimentazione di Roma e le conferenze Rio+10 e Finanza per lo sviluppo nel 2002;
il nostro paese già da tempo si è assunto l'impegno per la cancellazione del debito estero, rilevando con preoccupazione che le attuali misure internazionali volte a ridurre o cancellare il debito estero dei paesi più poveri non si sono dimostrate efficaci, come hanno anche ammesso la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale in un loro recente documento di analisi della Highly Indebted Poorer Countries Initiative;
sono state elaborate da organizzazioni non governative e esperti internazionali proposte innovative per la creazione di fondi globali per la lotta alla povertà e per la prevenzione delle speculazioni finanziarie;
si è diffuso un consistente e ingiustificato allarmismo in relazione a eventuali azioni dimostrative e incontrollate o altri rischi per l'ordine pubblico;
a tal proposito deve essere garantito, in occasione del vertice, il diritto di tutti i cittadini a manifestare pacificamente, così da creare a Genova un'occasione di dialogo e confronto tra le varie istanze e proposte per una globalizzazione dei diritti, nonché un effettivo coinvolgimento e una partecipazione critica della società civile nella preparazione delle conferenze internazionali;
a sostenere e ottenere: un nuovo accordo sul debito affinché si giunga alla cancellazione integrale dei crediti della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale nei confronti dei paesi maggiormente indebitati; l'elaborazione di nuovi sistemi di tassazione e regole per controllare le transazioni finanziarie di carattere speculativo; la riconferma degli impegni presi nel protocollo di Kyoto e l'approvvigionamento a un miliardo di abitanti dei paesi poveri di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili e su piccola scala; la conferma dell'impegno assunto dai Ministri dell'ambiente del G8 durante il vertice di Trieste per l'introduzione di linee-guida ambientali di alto livello per le agenzie di credito all'esportazione;
a garantire il diritto di manifestazione pacifica ai cittadini e alle organizzazioni non governative e associazioni nazionali e internazionali che convergeranno a Genova nei giorni del vertice e, nel contempo, a fornire spazi e assistenza logistica per l'accoglienza e l'organizzazione degli eventi paralleli al vertice ufficiale assumendo iniziative volte a promuovere un confronto tra i rappresentanti del G8 e quelli dei movimenti e delle organizzazioni non governative che partecipano al Genoa Social Forum.
(1-00005)
«Boato, Cento, Pecoraro Scanio, Bandoli, Buffo, Bulgarelli, Calzolaio, Realacci, Pistone, Cima, Ciani, Lion, Lucidi, Rocchi, Zanella, Ruzzante».
(13 giugno 2001)
La Camera,
considerato che:
dal 20 al 22 luglio prossimo avrà luogo a Genova il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei paesi membri del G8, con Presidenza italiana, evento internazionale della massima importanza e tappa di un complesso processo negoziale che da anni va sviluppandosi, sia all'interno delle istituzioni internazionali che tra i governi, suscitando vasta eco in seno all'opinione pubblica mondiale;
in occasione del vertice si annunciano manifestazioni e dibattiti organizzati da movimenti e Ong italiani ed esteri, la maggioranza dei quali si è riunita nel Genoa Social Forum;
occorre garantire spazi aperti e modalità sicure per le manifestazioni non violente, momenti di ascolto delle ragioni della protesta e una direzione politica responsabile delle forze dell'ordine, assicurando al tempo stesso ai cittadini il minor disagio possibile e la piena agibilità della loro città;
il testo del decreto-legge 3 maggio 2001, n. 160, recante ulteriori finanziamenti per la presidenza italiana del G8 nell'anno 2001 e per il «Vertice di Genova», in corso di conversione da parte del Parlamento, prevede, grazie all'approvazione di un apposito emendamento, lo stanziamento di risorse agli enti locali per l'accoglienza dei manifestanti;
nelle fasi preliminari del negoziato, la Presidenza italiana ha predisposto una bozza di agenda che pone al centro dei lavori i temi fondamentali dello sviluppo, dell'ambiente, della cooperazione internazionale e delle relazioni tra Nord e Sud del mondo ed elaborato un documento che avanza specifiche proposte in materia di politica sanitaria, di commercio internazionale e di investimenti;
la Presidenza del Consiglio dei ministri ha inteso promuovere un processo di consultazione con le organizzazioni non governative mediante l'istituzione della Genoa Non Governmental Iniziative, che ha originato concrete proposte su temi quali la lotta alla povertà, la finanza ed il commercio internazionali e lo sviluppo sostenibile;
l'iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) ha per ora permesso di coinvolgere 23 paesi, con una cancellazione del debito pari a circa 53 miliardi di dollari, conseguendo un risultato importante ma non sufficiente, mentre l'Italia ha già deciso di andare oltre, cancellando il 100 per cento dei debiti per i paesi più poveri;
questo rilevante contributo italiano deve essere adeguatamente valorizzato nel corso del dibattito che avrà luogo in seno al G8 e nelle conclusioni cui il vertice perverrà;
la destabilizzazione degli equilibri internazionali, la radicalizzazione delle diseguaglianze, la disgregazione culturale e sociale sono patologie che rischiano di aggravarsi ulteriormente, se la politica dei paesi più industrializzati non saprà immaginare nuove strategie per concorrere alla realizzazione degli obiettivi di pace, libertà e giustizia sociale, storicamente al centro della tradizione democratica;
in seguito alle crisi finanziarie del Sud-est asiatico, dell'America latina e della Russia, è sempre più necessario regolamentare i mercati finanziari controllando fenomeni negativi legati alla crescente maggiore internazionalizzazione dei mercati finanziari, come le transazioni finanziarie speculative di breve o brevissimo termine;
nei tre decenni scorsi abbiamo assistito ad un progressivo allontanamento dell'economia finanziaria da quella reale, un «divorzio» che ha trasformato profondamente la struttura dell'economia mondiale: oggi più del 95 per cento delle transazioni finanziarie avvengono nell'arco di una giornata, ogni giorno 1,8 trilioni di dollari vengono scambiati sui mercati valutari, dati che ci possono far affermare che la finanza governa l'economia mobilitando risorse di 72 volte superiori al commercio mondiale di merci e servizi;
l'eliminazione dei controlli finanziari ha ridimensionato il ruolo dei Governi nazionali nella programmazione economica, ha consentito che ingenti flussi di capitale si potessero spostare in tempo reale in qualunque paese del nostro pianeta alla ricerca degli investimenti più redditizi, senza regole e caratterizzati da alta volatilità, con pesantissime conseguenze quali la crisi dell'apparato produttivo e dell'insieme dell'economia, la disoccupazione, la perdita del potere d'acquisto, la recessione, l'esclusione sociale e crisi socio-politiche destabilizzanti;
in questo contesto si deve rilevare come molte grandi aziende, utilizzando i cosiddetti «paradisi fiscali», sfuggano agli impegni di solidarietà sociale non contribuendo adeguatamente al proprio dovere fiscale;
il volume delle transazioni finanziarie ha eroso la capacità delle Banche centrali di intervenire in caso di crisi, in quanto le loro riserve monetarie sono risultate troppo modeste rispetto all'entità dei flussi finanziari;
esiste dunque l'urgente necessità di nuove regole a livello internazionale, da definire anche nell'ambito di una riforma del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, e a livello nazionale per controllare e regolamentare i mercati finanziari;
l'introduzione di una imposta sulle transazioni finanziarie potrebbe fornire risorse per affrontare su scala internazionale problemi che diventano sempre più globali quali la stabilità finanziaria, la difesa dell'ambiente, la povertà, la cooperazione allo sviluppo, la sicurezza;
a partire dalla riunione WTO di Seattle si è andato rafforzando un variegato movimento di protesta contro la globalizzazione imposta dall'alto, che sta esercitando una positiva funzione di pungolo affinché le relazioni economiche internazionali si sviluppino, dando priorità ai diritti dei cittadini di tutto il mondo in campo sociale, ambientale e civile;
non spetta ai Capi di Stato e di Governo dei paesi partecipanti al summit di Genova prendere decisioni in nome dell'intera comunità internazionale, né rappresentare quei governi democratici di Africa, Asia, America Latina che non saranno seduti al tavolo, i centottanta altri paesi che subiscono gli effetti delle politiche neoliberiste, pur non essendo minimamente in discussione la piena legittimità dei Governi del G8, democraticamente eletti, a riunirsi ai fini di una più stretta collaborazione e di un miglior coordinamento delle rispettive politiche;
la riunione può costituire una preziosa occasione per i partecipanti di contribuire a orientare i processi in atto verso una globalizzazione sociale e solidale, finalizzata:
alla cancellazione del debito, collegata a programmi di sviluppo umano sostenibile e di protezione ambientale, nonché all'abolizione dei dazi doganali per i paesi più poveri;
alla riduzione della povertà ed alla lotta per debellare le malattie endemiche;
alla ratifica del Protocollo di Kyoto, prima del vertice di Johannesburg su ambiente e sviluppo (Rio+10), premesse di un coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo in accordi e meccanismi per la riduzione delle emissioni di gas serra;
alla valorizzazione dei diritti sociali e ambientali in ogni accordo sul commercio internazionale;
a promuovere opportunità di lavoro dignitoso che assicurino libertà di associazione sindacale, sicurezza e dignità umana;
a combattere il lavoro forzato, lo sfruttamento di quello minorile e le discriminazioni sul lavoro;
al Governo democratico delle risorse idriche;
al commercio equo e solidale;
al controllo delle biotecnologie;
all'introduzione del «principio di precauzione»;
i processi di globalizzazione esigono l'elaborazione di regole atte a valorizzarne il portato positivo in termini di espansione economica ed a limitarne gli effetti indesiderati;
ne consegue la necessità di porre mano con spirito innovativo alla riforma delle istituzioni internazionali quali:
l'ONU per renderne più efficace l'azione, anche attribuendo maggiori poteri al Comitato economico e sociale (ECOSOC);
il FMI, la Banca Mondiale, il WTO, secondo criteri di rappresentatività democratica, stabilendo regole di trasparenza per le loro decisioni, anche alla luce degli orientamenti espressi dal Parlamento europeo in tema di riforma dell'organizzazione mondiale del commercio -:
a concentrare l'agenda sui modi in cui i paesi del G8 possano proporsi di combattere la disuguaglianza crescente fra paesi avanzati e paesi poveri, contrastando l'esclusione di larga fascia dell'umanità dal diritto alla nutrizione, alla salute, alla formazione;
a sostenere l'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici entro il vertice ONU di Johannesburg del 2002;
ad adoperarsi per coagulare il necessario consenso dei partner G8 sulla cancellazione del debito dei paesi più poveri, e sull'apertura commerciale ai paesi meno sviluppati, con l'eliminazione di tutte le barriere tariffarie e non tariffarie, secondo il principio Evetything but arms, onde facilitare il lancio di un nuovo round negoziale del WTO;
a proporre la costituzione di un nuovo fondo fiduciario per la salute e la lotta alle malattie flagellanti nei paesi poveri, da cui sono colpite ogni anno più di 15 milioni di persone; tale Trust Fund dovrà essere fondato su un nuovo parternariato fra Governi e settore privato e gestito congiuntamente da varie agenzie delle Nazioni Unite e dalla Banca mondiale;
ad incrementare in maniera significativa le risorse destinate dal nostro Paese alla cooperazione allo sviluppo per raggiungere, sia pure gradualmente, l'obiettivo di riservare alla cooperazione lo 0,7 per cento del Pnl;
a sostenere nelle sedi internazionali, a partire dalle istituzioni europee, l'introduzione di sistemi di tassazione delle transazioni finanziarie internazionali, destinando il gettito derivante alla cooperazione allo sviluppo, ed a promuovere l'elaborazione di regole per prevenire e controllare gli effetti negativi della liberalizzazione dei mercati finanziari sulle economie dei Paesi più poveri;
a condurre a termine il dialogo con i Paesi non G8, consentendo così un confronto fra i membri del G8 ed alcuni dei paesi più colpiti dalla povertà, più esposti a malattie distruttive e più vulnerabili agli squilibri indotti dal processo di globalizzazione;
a rafforzare il dialogo con gli organismi del mondo non governativo, garantendo una reale possibilità di manifestazione pacifica delle idee nel contesto dell'evento G8, ed occasioni di incontro fra esponenti del Governo e Ong, a lato dell'evento di Genova;
a trasmettere a tutti gli altri Governi i contenuti espressi nel rapporto finale della GNG (Genoa non governmental iniziative) in tema di strategie di riduzione della povertà, di governance internazionale, di finanza per lo sviluppo e cancellazione del debito, di ambiente e sviluppo sostenibile;
a valutare iniziative di coinvolgimento di istituzioni rappresentative (come i Parlamenti) dei Paesi del G8 e di altri Paesi democratici.
(1-00008)
«Burlando, Acquarone, Boato, Cima, Maura Cossutta, Intini, Calzolaio, Roberto Barbieri, Ranieri, Vigni, Giovanni Bianchi».
(27 giugno 2001)
La Camera,
a sostenere la necessità della ratifica e dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto prima della Conferenza di Johannesburg, confermando in tutte le sedi l'impegno preso dall'Unione Europea;
La Camera,
La Camera,
a prendere un'iniziativa volta all'introduzione, su scala europea ed internazionale, di un'imposta sulle transazioni finanziarie ed in particolare su quelle a breve o brevissima scadenza, coinvolgendo la stessa Unione europea a partire del Consiglio europeo;
considerato che:
nel 1992 si svolse a Rio la Conferenza dell'ONU su Ambiente e Sviluppo che consentì fra l'altro l'accordo su tre convenzioni globali (cambiamenti climatici, biodiversità, desertificazione);
nel 1992 fu sottoscritta a Rio la Convenzione sui Cambiamenti Climatici e, da allora, si sono svolte sia ricerche unitarie di scienziati di tutto il mondo che hanno ufficialmente riconosciuto la necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, sia conferenze dei paesi che hanno ratificato la convenzione con un continuo positivo negoziato (coinvolgendo i quasi 180 paesi firmatari);
nel 1997 è stato firmato a Kyoto un protocollo attuativo (con precisi obiettivi di riduzione e scadenze) della Convenzione sui Cambiamenti Climatici, non ancora ratificato da un numero sufficiente di paesi per l'entrata in vigore;
dal 1992 ad oggi l'Unione Europea ha maturato una posizione unitaria sui cambiamenti climatici che è stata confermata da tutti i governi dei paesi europei e dalla firma unica alla Convenzione;
dal 1992 ad oggi l'Italia ha mantenuto una posizione di pieno sostegno alla convenzione e all'attuazione della Convenzione sui cambiamenti climatici che è stata più volte confermata dal voto unanime del Parlamento, impegnativo per l'azione dei vari governi;
nel 2002 a Johannesburg si svolgerà la Conferenza dell'ONU su Ambiente e Sviluppo denominata appunto «Rio + 10»;
a sostenere l'attuazione in Italia degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, confermando gli impegni presi dal Parlamento e dai Governi;
a promuovere la cooperazione italiana ed europea allo sviluppo sostenibile dei paesi più poveri e meno industrializzati, anche attraverso i meccanismi «flessibili» previsti dal Protocollo di Kyoto.
(1-00003)
«Calzolaio, Realacci, Bandoli, Cento, Monaco, Parisi, Giachetti, Mosella, Bimbi, Mantini, Albonetti, Maccanico, Enzo Bianco, Colasio, Fantoni, Stradiotto, Vernetti, Minniti, Folena, Bolognesi, Trupia, Labate, De Brasi, Nigra, Chianale, Mariani, Manzini, Dameri, Bielli, Caldarola, Quartiani, Grillini, Grignaffini, Motta, Zanotti, Cennamo, Pisa, Marone, Carboni, Moroni, Buglio, Panattoni, Fluvi, Franci, Amici, Battaglia, Sasso, Grandi, Bellini, Borrelli, Mariotti, Crisci, Nicola Rossi, Ottone, Maran, Martella, Cazzaro, Gambini, Olivieri, Kessler, Rognoni, Lumia, Turco, D'Alema, Violante, Finocchiaro, Coluccini, Mussi, Pennacchi, Buffo, Siniscalchi, Sereni, Duca, Bonito, Cordoni, Pollastrini, Rugghia, Melandri, Chiaromonte, Soda, Leoni, Ciani, Burlando, Vigni, Susini, Ruzzante, Raffaldini, Guerzoni, Lulli, Nannicini, Abbondanzieri, Capitelli, Pappaterra, Zanella, Boato, Cima, Pecoraro Scanio, Lion, Bulgarelli, Rocchi, Rizzo, Maura Cossutta, Ceremigna, Grotto, Buemi».
(13 giugno 2001)
premesso che:
la questione ambientale deve essere il punto di riferimento dal quale partire per lo sviluppo economico e sociale e non può e non deve essere subalterna alla produzione industriale e agli interessi delle lobbies economiche nazionali e internazionali;
siamo di fronte ad un rischio estremo, quello derivante dall'effetto serra e dal surriscaldamento della terra a causa delle emissioni di CO2, che è tale da determinare sconvolgimenti climatici ed eventi catastrofici nonché la modificazione degli assetti morfologici;
la lotta all'effetto serra richiede una drastica modificazione delle condizioni ambientali e sociali dello sviluppo;
l'Italia deve attuare gli impegni assunti a Kyoto ma essendo questi assolutamente insufficienti deve andare oltre;
i valori di emissione di gas serra del nostro Paese hanno visto un aumento nell'anno 2000 del 5,6 per cento mentre il livello delle emissioni italiane della sola CO2 sono aumentate sempre nell'anno 2000 dell'11 per cento;
sarebbe gravissimo che il governo italiano non recepisce gli impegni assunti a Kyoto;
tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni non hanno affrontato in maniera decisa e concreta la questione come evidenziano i dati, in aumento, relativi alla emissione di gas serra e di CO2;
occorre sviluppare una economia che ripristini i grandi cicli ambientali che recuperi il rapporto con il territorio in antitesi rispetto all'entropia accelerata provocata dalla globalizzazione;
a sostenere una economia che ripristini i grandi cicli ambientali e riduca in maniera costante il degrado e la dissipazione;
ad attivarsi in tutte le sedi internazionali per il recepimento e l'effettiva attuazione degli impegni assunti a Kyoto ovvero ad assumerli anche unilateralmente, definendo non solo un piano concreto articolato per settori e con tempi certi di realizzazione, ma anche con l'ulteriore impegno di riduzione stabile e continuata delle emissioni serra per almeno l'1 per cento annuo, definendo contestualmente le misure economiche, occupazionali e produttive che supportino il citato piano;
nel settore dell'energia a raddoppiare l'utilizzo di fonti alternative e rinnovabili, con l'esclusione dell'uso del nucleare e degli inceneritori di rifiuti, a varare un programma con tempi certi realizzazione, di risparmio energetico che preveda la riduzione del consumo di almeno l'un per cento annuo suddiviso per settori e ad applicare la carbon tax alle distorsioni produttive;
a riformulare nel settore dei trasporti un nuovo piano che sia riferito agli obiettivi di riduzione delle emissioni necessarie alla attuazione degli impegni di Kyoto;
ad affrontare il dissesto territoriale intervenendo sulle cause uscendo decisamente dall'approccio emergenziale ed in particolare: a) attuare la legge 183 di difesa del suolo con l'occupazione di 300.000 giovani e tecnici in opere di ripristino, manutenzione, rinaturalizzazione, riforestazione, sulla base dei piani di bacino previsti dalla legge; b) porre freno alla cementificazione selvaggia stabilendo che ci debba essere un saldo zero tra urbanizzazione e rinaturalizzazione con politiche edilizie e infrastrutturali che si fondino sul recupero abitativo, sul riequilibrio, la qualità ambientale e sociale;
a sviluppare un sistema di riciclaggio ampliando al massimo: le quote di riduzione della produzione di rifiuti; la raccolta differenziata, in direzione di una economia «a rifiuto zero» che eviti il ricorso a discariche e inceneritori.
(1-00004)
«Giordano, Vendola, Russo Spena, Mascia, Mantovani, Deiana, Titti De Simone, Valpiana, Pisapia, Alfonso Gianni».
(13 giugno 2001)
premesso che:
in seguito alle crisi finanziarie del Sud-est asiatico, dell'America latina e della Russia, è diventato sempre più necessario regolamentare i mercati finanziari controllando fenomeni negativi dovuti alla sempre maggiore internazionalizzazione dei mercati finanziari, come le transazioni finanziarie a breve o brevissimo termine, ma anche attuando modalità alternative per affrontare su scala globale problemi quali la povertà e il degrado ambientale;
nei tre decenni scorsi abbiamo assistito a un progressivo allontanamento dell'economia finanziaria da quella reale, un «divorzio» che ha trasformato profondamente la struttura dell'economia mondiale: oggi più del 95 per cento delle transazioni finanziarie avvengono nell'arco di una giornata, ogni giorno 1,8 trilioni di dollari vengono scambiati sui mercati valutari. In altri termini la finanza governa l'economia mobilitando risorse di 72 volte superiori al commercio mondiale di merci e servizi;
nella maggior parte dei paesi occidentali negli anni ottanta, ogni controllo sui capitali è stato progressivamente ridotto, come ogni controllo e limitazione alle attività delle banche commerciali e di investimento. Quest'ondata di liberalizzazione ha fatto si che nel decennio successivo molti paesi in via di sviluppo abbandonassero a loro volta i controlli sui movimenti di capitali;
l'eliminazione dei controlli finanziari ha lentamente ridimensionato il ruolo dei governi nazionali nella programmazione economica, ha consentito che ingenti flussi di capitale si spostassero in tempo reale attorno al nostro pianeta alla ricerca degli investimenti più redditizi senza regole né controlli, per poi a brevissima scadenza uscire da quegli stessi paesi, creando pesantissime conseguenze quali crisi dell'apparato produttivo e dell'insieme dell'economia, disoccupazione, perdita del potere d'acquisto, recessione, esclusione sociale, crisi socio-politiche destabilizzanti;
il volume delle transazioni finanziarie ha eroso la capacità delle Banche centrali di intervenire in caso di crisi, in quanto le loro riserve monetarie sono risultate troppo modeste rispetto all'entità dei flussi finanziari;
esiste dunque l'urgente necessità di nuove regole a livello internazionale, da definire anche nell'ambito di una riforma del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, e a livello nazionale per controllare e regolamentare i mercati finanziari;
nel 1972, James Tobin, premio Nobel per l'economia nel 1981, ha proposto l'istituzione di un'imposta sulle transazioni valutarie i cui obiettivi erano quelli di promuovere l'efficacia delle politiche macroeconomiche e di ridurre i flussi finanziari a carattere puramente speculativo;
questa imposta (la cosiddetta Tobin-tax) rappresenterebbe uno strumento deterrente per gli investitori con orizzonti temporali molto brevi, in quanto opportunamente modulata sulla durata della transazione fino ad annullarsi per transazioni con un arco temporale superiore, per esempio, ad un anno, e favorirebbe una maggiore stabilità nei mercati finanziari e nei cambi;
più in generale, si può osservare come l'internazionalizzazione della produzione e della ricchezza stia erodendo in maniera drammatica le basi imponibili della fiscalità nazionale, generando una diminuzione del gettito tributario, anche perché i fattori dell'economia più mobili sono sempre più in grado di aggirare la tassazione, mentre di conseguenza aumenta il carico fiscale sulle basi imponibili meno mobili (lavoro ed altri fattori produttivi) per recuperare le perdite di gettito;
l'introduzione di una imposta sulle transazioni finanziarie potrebbe, oltre che diminuire il carico fiscale sui fattori produttivi nazionali (ed europei), fornire risorse per affrontare su scala internazionale problemi che diventano sempre più globali quali la difesa dell'ambiente, la povertà, la cooperazione allo sviluppo, la sicurezza;
a far sì che questa imposta sia accompagnata da misure di trasparenza e dissuasione contro la criminalità finanziaria, e di contrasto dell'utilizzo a fini elusivi degli Stati o territori con regimi fiscali privilegiati, i cosiddetti «paradisi fiscali», a partire da quelli situati in Europa.
(1-00009)
«Crucianelli, Lolli, Battaglia, Benvenuto, Bielli, Bolognesi, Gasperoni, Giacco, Innocenti, Lucà, Lucidi, Lumia, Panattoni, Ruzzante, Sciacca, Siniscalchi».
(27 giugno 2001)