Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente il deputato Vittorio SGARBI con riferimento ad un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Reggio Calabria (il procedimento n. 234/01 RGNR - n. 838/02 RGGIP).
Il procedimento penale è iniziato a carico del deputato Sgarbi in seguito ad una querela del dottor Agostino Cordova.
I fatti consistono in dichiarazioni rese nel corso della trasmissione televisiva «Sgarbi quotidiani» del 15 ottobre 1998. L'onorevole Sgarbi avrebbe offeso la reputazione del dottor Cordova, all'epoca procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, poiché - per come risulta dal capo di imputazione - affermava, nel commentare un articolo di stampa pubblicato sul quotidiano «l'Unità» dal titolo «Si indaghi sul braccio destro di Cordova» (il sostituto Arcibaldo Miller), che il dottor Cordova «si preoccupa di querelare me, però deve essere un po' distratto sul suo braccio destro... cioè che non si può fare i magistrati con certi metodi e viene querelato. [...] Sgarbi queste cose le diceva mille anni fa, querelato per averle dette, querelato da Cordova che voleva portare via i mobili di mia madre, e che continua a querelarmi perché lo dice. Lo dico all'infinito caro Cordova, pensa a casa tua, pensa a Napoli e non perdere tempo a querelare me. [...] Sentite bene cittadini, sentite bene e sentite la vergogna dei magistrati che fanno processi per le querele a me che vanno avanti per anni con urgenza formidabile mentre questo accade a Napoli. È una vergogna. [...] Ma come Cordova si preoccupa di me e non del suo PM? Si preoccupa di me e non di mettere ordine nella sua procura? Questo fanno i magistrati?».
La Giunta ha esaminato il caso nella seduta del 16 luglio 2003.
Le affermazioni del deputato Sgarbi sono parse inserirsi nel contesto della perdurante polemica politica nel nostro paese inerente al modo di procedere della magistratura e in particolare nella forte critica politica manifestata dal deputato Sgarbi nei confronti dell'operato di taluni magistrati, critica che in molte precedenti occasioni l'Assemblea ha ritenuto insindacabili ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (si vedano per esempio - tra i più recenti - i doc. IV-quater nn. 155, 157, 161, 162, 168 e 170 della XIII legislatura e nn. 4 e 73 della XIV).
Del resto, la garanzia di cui all'articolo 68, primo comma, della Costituzione copre anche attività di critica e di denuncia del parlamentare relativamente a questioni all'ordine del giorno dell'attività parlamentare. Tale sicuramente era la questione della funzionalità degli uffici giudiziari della procura di Napoli.
A sostegno di tale profilo, il deputato Sgarbi ha allegato alla sua richiesta copia di alcune interrogazioni parlamentari presentate nella XIII legislatura (la n. 4-18596 a prima firma Nappi, la n. 3-02931 a prima firma Albanese e la n. 4-20574 ancora a prima firma Nappi) che concernevano il ruolo dell'allora sostituto, dottor Arcibaldo Miller, addetto all'ufficio diretto dal dottor Cordova. Ora, è ben vero che l'impianto delle dichiarazioni del deputato Sgarbi era diretto essenzialmente a polemizzare con il procuratore Cordova e non con il dottor Miller, sicché potrebbe non essere di diretta comprensione il nesso tra le affermazioni televisive di Sgarbi e gli atti di sindacato ispettivo menzionati. È altrettanto vero però che il senso della critica dell'onorevole Sgarbi sta nel parallelo tracciato tra una condotta assai rigorosa del Cordova stesso nel chiedere giustizia per i torti da lui subiti a fronte di un comportamento improntato a un rigore attenuato con riguardo alle pretese carenze di un suo autorevole collaboratore.
Per tali motivi, la Giunta ha deliberato all'unanimità nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
Carolina LUSSANA, relatore
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