Interrogazione n. 5-04787 Grotto: Situazione dell'azienda ACC, operante nel settore della componentistica per elettrodomestici.
In relazione all'interrogazione in esame, si rappresenta quanto segue.
Il 27 settembre scorso si è svolto presso il Ministero delle Attività Produttive un incontro per esaminare le problematiche conseguenti all'annuncio del Gruppo ACC di voler procedere alla chiusura dello stabilimento di Rovigo e alla riduzione di organico in quello di Belluno.
All'incontro hanno partecipato oltre ai rappresentanti del Ministero, i parlamentari locali, i rappresentanti della Regione Veneto, delle Provincie di Belluno e Rovigo e del Comune di Rovigo, i rappresentanti dell'Unione Industriale di Rovigo, i rappresentanti dell'azienda nonché le segreterie nazionali e territoriali FIM-FIOM-UILM e le RSU aziendali.
Il rappresentante del citato Gruppo ha illustrato le linee guida del nuovo Piano Industriale predisposto dall'azienda per riorganizzare l'attività produttiva al fine di garantire il superamento della pesante contrazione del mercato di riferimento.
Lo stesso, ha ribadito la necessità di dover agire con due tipologie di intervento:
1) interventi per la razionalizzazione dell'assetto tecnico-produttivo, in cui si prevede la chiusura del sito di Rovigo;
2) interventi per la razionalizzazione dell'organico, in cui emergono esuberi complessivi per 522 addetti di cui: 313 a Rovigo, 204 a Belluno e 5 a Pordenone.
Tutto ciò è ritenuto necessario per il raggiungimento dell'obiettivo di recuperare l'equilibrio economico della gestione che, anche per il 2005, comporterà pesanti perdite.
Il Piano Industriale presentato alle parti prevede, inoltre, la realizzazione di investimenti per l'innovazione e la razionalizzazione delle piattaforme prodotto: per lo sviluppo della capacità produttiva nei mercati emergenti. Il 30 per cento degli investimenti riguarderà i siti italiani.
I rappresentanti delle Istituzioni locali e le OO.SS. hanno confermato il forte disappunto rispetto alla strategia industriale dichiarata dalla società.
È stata, comunque, ribadita la necessità di mantenere aperto il tavolo di confronto nazionale presso il MAP al fine di individuare un percorso di interventi capaci di dare risposte alternative e positive alla vertenza in corso.
I rappresentanti del Ministero, nel confermare la necessità di proseguire in sede ministeriale le verifiche tecniche per individuare un percorso di impegni tra tutte le parti intervenute al tavolo, hanno sollecitato l'azienda ad essere disponile a lavorare su ipotesi di ristrutturazione alternative a quelle illustrate durante l'incontro. L'impegno del Ministero sarà quello di sostenere iniziative capaci di favorire il raggiungimento di obiettivi condivisi tra le parti, in modo da garantire la stabilità e il rilancio industriale del territorio in sintonia con le logiche economico-finanziarie e di mercato previste nel Piano Industriale del Gruppo.
A tal fine, presso l'Ufficio Iniziative per le Imprese in Crisi del Ministero, si avvieranno incontri bilaterali di verifica in cui le parti si confronteranno sulle iniziative da intraprendere per poi riconvocare il tavolo, in sede ministeriale.
In attesa della definizione di tutti gli impegni, è stato richiesto alle parti di sospendere ogni iniziativa unilaterale che potrebbe compromettere la risoluzione positiva della vertenza.
Interrogazione n. 5-04788 Vernetti: Completamento di opere infrastrutturali ai sensi della legge n. 219 del 1981.
In relazione all'interrogazione in esame, si fa presente che la viabilità indicata come «raccordo Bella-Muro-Balvano-area industriale», che presenta dissesti in corrispondenza di due campate del viadotto Vallone della Difesa, è stata trasferita in via definitiva all'ANAS dal Commissario ad Acta, con decreto n. 43 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1o aprile 2004.
La competenza della riapertura dell'asse viario rimane, pertanto, nelle esclusive competenze ANAS, che risulta tuttavia essersi da tempo impegnata nella delicata acquisizione degli elementi geognostici necessari e nella ricerca della migliore soluzione progettuale.
Relativamente all'ultima questione sollevata dagli interroganti, concernente il completamento della viabilità Nerico-Baragiano (rientrante tra le quattro concessioni revocate dal MAP nell'ambito della convenzione base con l'ATI ICLA, affidate alle competenze commissariali), si ribadisce quanto rappresentato nella risposta fornita il 5 maggio 2005 all'interrogazione a risposta immediata degli stessi Onorevoli interroganti di analogo contenuto.
La previsione di affidamento dei lavori, indicata entro la fine del corrente anno, potrebbe tuttavia slittare ulteriormente.
L'esigenza di acquisire tutti gli elementi geognostici necessari e gli esiti delle valutazioni affidate a professionisti esterni, con specifiche specializzazioni, nonché i tempi tecnici necessari per l'acquisizione di tutti i numerosi pareri e nulla-osta da parte dei soggetti pubblici aventi causa, preliminari all'indizione della definitiva Conferenza dei Servizi, non lascia infatti, molti spazi per la conferma della suddetta previsione.
D'altronde le esigenze connesse con la correttezza progettuale nell'ottica della massima sicurezza sia in fase costruttiva che gestionale, appaiono primarie.
Interrogazione n. 5-04789 Quartiani: Iniziative a sostegno della società CESI, operante nel settore della ricerca e dei servizi in campo elettro-energetico.
Con riferimento all'interrogazione in questione, si rappresenta quanto segue.
La ricerca di sistema nel settore elettrico rientra tra le attività di interesse generale finanziate con le tariffe elettriche, alla pari di altre attività che rientrano in politiche pubbliche quali il sostegno alle fonti rinnovabili o la sistemazione dei rifiuti nucleari.
Con la liberalizzazione del settore elettrico avvenuta nel 1999, anche la modalità di finanziamento della ricerca di sistema ha subito delle innovazioni, in coerenza con il nuovo contesto di mercato. In via transitoria, fino all'avvio del nuovo sistema di selezione dei progetti di ricerca tramite confronto competitivo, le norme in materia individuavano come destinataria diretta dei finanziamenti del Fondo per la ricerca di sistema la Società CESI, struttura specializzata per tale attività, inizialmente controllata per oltre il 65 per cento dall'Enel SpA. Il ricorso alle strutture specializzate di ricerca della Società ex concessionaria, del resto, è stata una scelta abbastanza comune in tutti i Paesi che, come l'Italia, dovevano gradualmente riorganizzare il settore.
Oggi, l'assegnazione di tali finanziamenti diretti al CESI è oggetto di rilievo da parte della Commissione europea, che ha aperto un'indagine specifica per la valutazione della compatibilità con la disciplina comunitaria sugli Aiuti di Stato dell'agire dello Stato italiano.
Come ricordato dall'Onorevole interrogante, il nuovo sistema di gestione del Fondo per la ricerca si basa sulla predisposizione da parte di un apposito organismo scientifico - il CERSE (Comitato Esperti Ricerca Sistema Elettrico) - di un Piano triennale e di un Piano operativo, all'interno dei quali si definiscono i progetti di ricerca che vengono assegnati tramite procedure competitive ovvero, entro certi limiti e condizioni particolari, anche tramite assegnazione diretta.
In questi giorni, si è conclusa la valutazione tecnica del primo Piano triennale per la ricerca di settore, presentato dal CERSE nel mese di luglio 2005, su cui sono stati acquisiti anche i pareri dei Ministeri e delle altre istituzioni interessate; il Ministero potrà, quindi, rapidamente approvare il Piano e dare avvio al nuovo sistema per l'assegnazione dei finanziamenti del Fondo.
Particolare attenzione è stata posta nella valutazione di questo primo Piano, sia per la valenza innovativa del Piano stesso sotto l'aspetto procedurale sia per i contenuti proposti e per la sinergia che le nuove linee di attività dovrebbero assicurare con le attività fin qui svolte, al fine di valorizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze acquisite, ivi compresa, quindi, l'attività del CESI.
In questi anni, il CESI ha conosciuto notevoli cambiamenti nell'assetto azionario, con la progressiva riduzione della quota del gruppo Enel a vantaggio di altre Società, nell'intento di dare alla struttura una posizione di indipendenza dagli operatori del settore.
Tuttavia, anche i dubbi avanzati dalla Commissione europea circa la natura ed il
ruolo del CESI, richiedono, ad avviso del Ministero, ulteriori più incisivi cambiamenti organizzativi, nell'obiettivo di garantire, anche sul piano formale, la neutralità delle attività a carattere pubblicistico svolte a beneficio di tutte le imprese che operano nella produzione e nel mercato dei servizi energetici e la reale possibilità di accesso di tutti i soggetti interessati.
L'adozione di una differente soluzione sul piano organizzativo è stata auspicata e sollecitata da tempo ai vertici della Società e agli stessi azionisti. Risulta che siano state avviate delle riflessioni interne ma non sono pervenute notizie di decisioni assunte dal Consiglio di amministrazione della società.
Un'evoluzione organizzativa nel senso auspicato da adottare al più presto potrebbe consentire di superare in buona parte le obiezioni avanzate dalla Commissione europea.