Martedì 26 ottobre 2004.
Seguito dell'audizione di rappresentanti di Telecom Italia Spa sulle esternalizzazioni dei servizi.
L'audizione informale è stata svolta dalle 14.25 alle 15.
Martedì 26 ottobre 2004. - Presidenza del presidente Domenico BENEDETTI VALENTINI.
La seduta comincia alle 14.45.
Nuove norme in materia di separazione dei coniugi e affidamento condiviso dei figli.
Testo unificato C. 66 e abb.
(Parere alla II Commissione).
(Seguito esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, il 20 ottobre 2004.
Antonino LO PRESTI (AN), intervenendo sull'ordine dei lavori, segnala che la Commissione Lavoro si dovrebbe interessare, analogamente a quanto fatto per il caso della Telecom, anche dell'annunciata creazione di Capitalia Informatica Spa, una nuova società che dovrebbe gestire i servizi informatici del Banco di Sicilia, della Banca di Roma e della Bipop Carire.
Si tratta di un altro caso in cui le rappresentanze sindacali lamentano una distorta applicazione delle regole per le cessioni di ramo d'azienda, sia con riferimento alla mancata consultazione dei sindacati sia in relazione alle necessità di garanzie per i 1.700 lavoratori interessati.
Domenico BENEDETTI VALENTINI, presidente, avverte che ogni decisione in proposito verrà presa dall'Ufficio di
presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, come è avvenuto per la Telecom.
Lalla TRUPIA (DS-U) ritiene che il testo unificato in materia di separazione dei coniugi e affidamento condiviso dei figli risponda a finalità lodevoli, ma rischi di rivelarsi contraddittorio, con impropri interventi legislativi. In particolare, segnala il rischio di un aggravamento delle difficoltà che potrebbero presentarsi per i figli di genitori separati. Laddove sarebbe necessaria una scelta legislativa leggera, rispettosa della delicatezza delle questioni in campo, si è invece optato per una legge che in sostanza obbliga i genitori in via di separazione ad andare d'accordo, innescando una serie interminabile di conflitti e allontanando la loro composizione.
Ad esempio, l'assegno di mantenimento viene sostituito dalla necessità di accordarsi sulle singole spese per il minore. Appare evidente che si pongono le condizioni così di un conflitto permanente, specie se si pensa che oggi in molti casi non viene pagato neanche l'assegno fissato dal giudice.
Anche la necessità di stabilire un piano educativo del bambino rientra nella stessa logica. Si tratta di uno strumento interessante, che però nel momento in cui viene imposto dalla legge rischia di divenire solamente un adempimento burocratico. D'altra parte, nessuna famiglia stabilisce preventivamente in maniera scritta i piani educativi dei figli.
Esprime poi perplessità sui centri di mediazioni familiari, di cui non è dato capire la natura, se pubblica o privata, le capacità professionali degli operatori addetti e l'impatto economico per i genitori coinvolti, nonostante si tratti di centri a cui bisogna ricorrere obbligatoriamente.
Da ultimo, la norma che prevede l'applicabilità della legge in esame anche a tutti i rapporti definiti in base alle leggi previgenti e che quindi riapre anche tutti gli accordi già conclusi, pare particolarmente negativa, avendo una potenzialità in termini di contenzioso di cui il legislatore non pare tenere conto. Ribadisce, in conclusione, il suo parere negativo sull'intero provvedimento.
Carmen MOTTA (DS-U), a sua volta, ritiene che non possa essere valutata positivamente una proposta che nell'inseguire finalità condivisibili ricorre a strumenti inidonei. La legge, ove venisse approvata, sarebbe destinata ad essere inapplicata. Quando si interviene sul piano relazionale, occorre partire dalla adesione volontaria delle persone. In caso contrario si causa un contenzioso praticamente infinito e su ogni questione. Anche per quanto riguarda il ricorso alla mediazione, il testo prevede una sorta di terapia familiare, che ha senso solo se richiesta dalle persone coinvolte. Occorre quindi rispettare il principio di soggettività, senza avventurarsi in normative che, a causa del loro impianto obbligatorio, rischiano di essere addirittura illegittime sul piano costituzionale. Occorre almeno lasciare ai genitori interessati la possibilità di ricorrere al giudice, invece che spedire faticosi tentativi di mediazione.
La stessa abolizione dell'assegno di mantenimento va a colpire il coniuge più debole mentre la procedura relativa al cambio di residenza assume caratteristiche grottesche, con una farraginosità eccessiva.
Ricorda poi che già esiste una società italiana di mediazione, che ha approvato un proprio codice deontologico. Non esiste però un albo dei mediatori per cui non è dato comprendere quali siano i centri di mediazione accreditati di cui parla il testo. Oltretutto questi centri non sono regolati sul piano dei requisiti e della qualificazione professionale di chi vi opera, mentre il mediatore dovrebbe avere una sua specifica formazione. In proposito ricorda che in Emilia Romagna esistono dei centri di mediazione familiare, che assistono su base volontaria sia coppie in corso di separazione che coppie già separate. La mediazione non ha specifico carattere legale, psicologico o terapeutico, ma interviene in ognuno di
questi settori per cercare di offrire un approccio equilibrato in una situazione particolarmente difficile.
Domenico BENEDETTI VALENTINI, presidente relatore, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Corpo di polizia penitenziaria.
C. 2867 e C. 971.
(Parere alla II Commissione).
(Rinvio del seguito dell'esame).
Domenico BENEDETTI VALENTINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.30.
Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:
Costruzioni in terra cruda.
Testo unificato C. 2347 e C. 4019.