CAMERA DEI DEPUTATI - XIV LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia


Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia

SOMMARIO

Mercoledì 26 novembre 2003


UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

COMMISSIONE PLENARIA:

Comunicazioni del presidente ... 406

Seguito della discussione in materia di programmazione delle attività istruttorie ... 408


Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia - Resoconto di mercoledì 26 novembre 2003


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 26 novembre 2003.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.35 alle 14.05.

COMMISSIONE PLENARIA

Mercoledì 26 novembre 2003. - Presidenza del presidente Enzo TRANTINO.

La seduta comincia alle 14.05.

Comunicazioni del presidente.

Enzo TRANTINO, presidente, comunica che la Commissione ha acquisito il seguente atto riservato:
una lettera dell'avvocato Manfredo Rossi, difensore di fiducia del dottor Renato D'Andria, acquisita agli atti in data 25 novembre 2003.

La Commissione prende atto.

Enzo TRANTINO, presidente, comunica che la Commissione ha altresì acquisito i seguenti atti liberi:
copia (integrale e leggibile) del verbale del consiglio di amministrazione di STET del 6 giugno 1997, inviata da Telecom Italia in data 20 novembre 2003;
una lettera del Presidente della Corte dei conti Francesco Staderini, acquisita agli atti in data 24 novembre 2003, recante in allegato copia della lettera con la quale il Procuratore regionale per il Lazio, dott. Luigi Mario Ribaudo, riferisce sullo stato dell'istruttoria relativa all'acquisto di Telekom-Serbia da parte di Telecom Italia; il dott. Ribaudo osserva, in particolare, che «sia sulla questione principale, riguardante la vicenda dell'acquisto delle azioni Telekom-Serbia da parte di Telecom Italia, sia per gli ulteriori aspetti di carattere fiscale, adombrati solo di recente (10 luglio 2003) dall'On. Trantino, non si può, allo stato attuale della giurisprudenza, ritenere possibile una azione di responsabilità da parte della Procura della Corte dei conti, non essendo, tuttora, riconosciuta alla Corte stessa la giurisdizione su fatti relativi all'esercizio di attività imprenditoriale


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delle società per azioni»; il dott. Ribaudo fa comunque presente che l'istruttoria «rimane aperta in attesa di ulteriori sviluppi»;
una lettera dell'avvocato Titta Castagnino, difensore dell'avvocato Fabrizio Paoletti, acquisita agli atti in data 25 novembre 2003;
una nota della procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, acquisita agli atti in data 26 novembre 2003, con la quale - in relazione al procedimento penale originato da querela sporta da Pio Maria Deiana per il delitto di diffamazione «in relazione ad articolo di stampa nel quale si riferiscono le dichiarazioni rese dal generale Mario Mori alla Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia, a proposito del querelante» - si richiede «copia delle dichiarazioni rese alla Commissione dal generale Mori, nella parte in cui fanno riferimento al Deiana»;
una nota della procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, acquisita agli atti in data 26 novembre 2003, con la quale - in relazione al procedimento penale originato da querela sporta da Fantozzi Augusto per il delitto di diffamazione nei confronti di Gambardella Raffaele, con riferimento alle dichiarazioni da quest'ultimo rese alla Commissione - si richiede «copia delle dichiarazioni rese alla Commissione dal Gambardella, nella parte in cui fanno riferimento a condotte o attività del Fantozzi, già ministro per il commercio con l'estero».

La Commissione prende atto.

Enzo TRANTINO, presidente, con riferimento alla nota della procura della Repubblica presso il tribunale di Roma con la quale si richiede alla Commissione copia delle dichiarazioni rese alla Commissione dal generale Mario Mori, avverte che invierà al procuratore aggiunto dott. Carlo Figliolia una lettera in cui farà presente che la Commissione non ha mai proceduto ad una audizione del generale Mario Mori, ascoltato, invece, di recente dal Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato.

La Commissione concorda.

Enzo TRANTINO, presidente, con riferimento alla copia del verbale del consiglio di amministrazione di STET del 6 giugno 1997, acquisito agli atti come atto libero, comunica che, per ragioni di omogeneità del regime di classificazione degli atti, è conseguentemente declassificato ad atto libero l'identico verbale già inviato alla Commissione dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Torino, acquisito in data 2 ottobre 2002 e classificato segreto su espressa richiesta di quella procura; di tale declassificazione darà comunicazione con lettera al procuratore della repubblica presso il tribunale di Torino.

La Commissione concorda.

Enzo TRANTINO, presidente, comunica che alla lettera dell'avvocato Manfredo Rossi, difensore del dottor Renato D'Andria, ha risposto con una lettera in cui ha evidenziato che il riferimento al nome del dottor D'Andria apparso su un quotidiano di grande diffusione non è ascrivibile a nessuna iniziativa della Commissione diversa da un accertamento istruttorio non riferito a circostanze specifiche, ma ad eventuali relazioni con persone dalla stessa interrogate e destinato esclusivamente alle sue indagini.

La Commissione prende atto.

Enzo TRANTINO, presidente, comunica, inoltre, che alla lettera dell'avvocato Titta Castagnino, difensore dell'avvocato Fabrizio Paoletti - a giudizio del quale non risponde al vero che Marini sia stato chiamato in causa da Paoletti come autore dell'anonimo, avendo il Paoletti attribuito a Marini la paternità di altro documento, apparentemente bancario e poi risultato falso - ha risposto sottolineando che l'affermazione del Paoletti in ordine al documento


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anonimo si riferisce proprio al titolo che accompagnava l'anonimo, atteso che la Commissione non disponeva di altri documenti.

La Commissione prende atto.

Enzo TRANTINO, presidente, ricorda che, dopo la seduta odierna, la Commissione sarà nuovamente convocata domani, giovedì 27 novembre 2003, alle ore 14, per il seguito dell'esame testimoniale del signor Giovanni Garau.
Avverte, inoltre, che la programmazione dei lavori per le prossime settimane sarà definita dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sulla base degli orientamenti che la Commissione adotterà in esito all'odierna discussione in materia di programmazione delle attività istruttorie.
Si riserva, pertanto, di convocare per mercoledì 3 dicembre 2003, alle ore 14, una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, per la definizione del programma e del calendario dei lavori della Commissione per i mesi di gennaio e febbraio 2004.

La Commissione prende atto.

Seguito della discussione in materia di programmazione delle attività istruttorie.

Enzo TRANTINO, presidente, propone che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

(Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito).

Enzo TRANTINO, presidente, ricorda che nella seduta odierna si proseguirà la discussione iniziata in quella del 6 novembre 2003.
Prima di passare alle richieste istruttorie, desidera svolgere una premessa sulla quale chiede l'attenzione della Commissione. Da parte di alcuni componenti la Commissione sono stati evocati i nomi di particolari soggetti che avrebbero avuto collegamenti con il signor Igor Marini e addirittura sono stati richiesti anche taluni confronti. Tutto ciò è stato però richiesto quando la Commissione non aveva ancora intrapreso quella che si può definire la svolta del 6 novembre. In proposito, intende rendere una comunicazione che, per quanto lo riguarda, nonché per il ruolo che riveste, ha il carattere della definitività: considera concluso il capitolo Marini per le tante ragioni esposte nella seduta del 6 novembre scorso. Ad un collega che in quella sede legittimamente ricordava il dovere di riferire risponde che ciò rientra - e non può non rientrare - nella relazione finale della Commissione. Alla dovizia di argomenti della richiamata seduta aggiunge un dato oggettivo: se Marini fosse stato preceduto da confidenze e soffiate, la Commissione avrebbe inserito le geografie probatorie da lui espresse il 7 maggio scorso nei precedenti mesi di marzo ed aprile, quando si sono votate le rogatorie. Tale riscontro serve a spiegare perché la variabile Marini non ha mai avuto sponda in Commissione, tanto che le sue audizioni, esclusa l'ultima inerte ai fini probatori, sono state volute da tutta la Commissione. È coerente perciò ribadire che il racconto accusatorio di Marini, utile per altri versanti alla procura di Torino, resta per questa Commissione inconducente per l'istruttoria dei lavori disciplinati dalla legge istitutiva.
Aggiunge, altresì, come notizia di cui la Commissione può responsabilmente tener conto, che essa ha interesse - e lo farà nella prossima seduta del 3 dicembre - di calendarizzare l'audizione dei signori Tommasi e Gerarduzzi, dopo la quale si articoleranno le iniziative di natura tecnico-giuridica come richiamato nella sede dell'ufficio di presidenza dal senatore Zancan, cioè ponendo domande e chiedendo di volta in volta al teste se intenda rispondere, oppure evitando di porre domande se l'audito manifesta l'intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ricorda, inoltre, che davanti alla Commissione si dispiega un periodo di lavoro


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estremamente contenuto, in quanto all'inizio di luglio del prossimo anno si dovrà presentare al Parlamento la relazione (o le relazioni) conclusiva. Tenuto conto delle interruzioni dovute alle scadenze elettorali o alle festività, nonché della necessità di ascoltare i cosiddetti soggetti istituzionali (gli onorevoli Prodi, Fassino, Dini e Micheli), impegno che presumibilmente dovrà essere collocato al massimo nel mese di febbraio, in quanto subito dopo comincerà la campagna elettorale per le elezioni europee e crede che nessuno voglia che vi siano strumentalizzazioni di alcun genere, avverte, prima di dar conto delle richieste istruttorie, che quelle che si legano al filone Marini non hanno ovviamente più senso.

Il deputato Carlo TAORMINA (FI), in merito a quella che il presidente ha definito la svolta del 6 novembre scorso, desidera esprimere ancora una volta il proprio netto dissenso rispetto alla decisione di considerare chiuso il capitolo Marini, laddove egli ne aveva richiesto una nuova audizione, sulla base del fatto che nel frattempo era stata acquisita la documentazione proveniente dalla Svizzera. Chiede, pertanto, di sapere se la sua richiesta sia stata respinta in una qualche sede o se tale svolta faccia capo soltanto al presidente della Commissione. In quest'ultimo caso, chiede che la sua richiesta sia sottoposta a votazione da parte della Commissione.

Enzo TRANTINO, presidente, dopo aver precisato che non vi è stata alcuna votazione al riguardo, ricorda all'onorevole Taormina che, quando egli avanzò tale proposta nella passata seduta, egli chiese se qualcuno la appoggiasse e nessuno si dichiarò in tal senso.

Il senatore Giampaolo ZANCAN (Verdi-U) ritiene che il termine inconducente non possa acquietare chi ha visto dimostrata nel tempo l'inattendibilità delle dichiarazioni di Marini.

Il senatore Guido CALVI (DS-U) ritiene che la richiesta, peraltro legittima, dell'onorevole Taormina debba avere una risposta negativa. Dalle dichiarazioni in primo luogo del presidente e poi di altri colleghi circa la posizione del Marini ha creduto di cogliere l'intenzione di costruire un percorso efficacemente sintetizzato dal presidente, nel senso che si è preso atto della natura calunniosa delle dichiarazioni del Marini. Su questo punto sta procedendo la magistratura di Torino e quindi la Commissione deve attendere che essa si pronunci. Ritiene che si tratti di un passaggio importante, perché consente di ricondurre l'operato della Commissione alle finalità stabilite dalla legge istitutiva. In caso contrario, cioè se i colleghi dovessero ritenere che la Commissione deve rimanere ferma sulla questione Marini, cosa peraltro del tutto legittima, personalmente ne prenderebbe atto, pur essendo consapevole che ciò comporterebbe una interruzione del principale filone d'indagine della Commissione.

Il senatore Giampiero CANTONI (FI), dopo aver ricordato di aver sollevato il problema del filone Igor Marini, dichiara di non essere assolutamente d'accordo con il presidente quando afferma che la questione Marini è chiusa: se è chiusa per il presidente, a nome del gruppo di Forza Italia dichiara che personalmente non la ritiene tale.

Enzo TRANTINO, presidente, richiama ancora una volta il resoconto stenografico della seduta del 6 novembre scorso, nella quale ha raccolto le sollecitazioni venute dal senatore Cantoni.

Il senatore Giampiero CANTONI (FI) precisa che in tale seduta si era esplicitamente escluso di convocare Marini per un nuovo interrogatorio, ma ciò è del tutto diverso dal ritenere chiuso il capitolo Marini.

Il deputato Italo BOCCHINO (AN) ricorda che fin dall'inizio la questione Marini ha presentato aspetti estremamente delicati e che personalmente ha sostenuto


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che non lo si dovesse considerare come il principale oggetto dell'inchiesta svolta dalla Commissione. Ricorda, altresì, che la decisione di ascoltare Marini è stata assunta con voto unanime. Si chiede, quindi, quale sia la scelta più opportuna da fare oggi e certamente non crede che lo sia quella volta a continuare ad usare il Marini come una «clava» politica. Il presidente con la sua sensibilità ha semplicemente rappresentato l'opportunità in questa fase di lasciare alla magistratura di Torino la valutazione del Marini.

Il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U), intervenendo sull'ordine dei lavori, dichiara di non avere ben compreso quale sia la proposta avanza dall'onorevole Taormina e chiede che su ciò si faccia chiarezza in modo da poter intervenire con cognizione di causa.

Dopo che Enzo TRANTINO, presidente, ha pregato l'onorevole Taormina di precisare nuovamente la propria proposta, il deputato Carlo TAORMINA (FI) ribadisce che nessuno allo stato attuale può dare giudizi di attendibilità su Marini e che la nuova audizione da lui richiesta è conseguente all'acquisizione della documentazione proveniente dalla Svizzera. Peraltro, la Commissione è assolutamente autonoma rispetto alla magistratura e quindi al termine dei propri lavori potrà dire una parola in merito. Rinnova, quindi, la richiesta di audizione di Igor Marini.

Il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U), preso atto delle dichiarazioni dell'onorevole Taormina, osserva che, se qualcuno in questa Commissione intende «riesumare» il Marini, l'opposizione certamente non ne farà un problema. Senza dubbio la proposta poc'anzi avanzata dal presidente di lasciare al giudizio della magistratura la valutazione di questo oscuro personaggio appare preferibile, ma pur preannunciando che esprimerà voto contrario sulla proposta dell'onorevole Taormina, si augura che essa venga approvata, perché ciò farebbe emergere numerosi elementi già noti ed altri che potranno emergere. Ciò ovviamente comporterà che da qui al termine dei lavori della Commissione, si continuerà con questo «teatrino».

Il senatore Accursio MONTALBANO (DS-U) dichiara di concordare con il collega Calvi sul fatto che le parole pronunciate dal presidente suonano come un segnale di ragionevolezza politica alla luce di ciò che la vicenda Marini è stata per questa Commissione e per lo scenario politico italiano. Nessuno può affermare che Marini sia stato un incidente di percorso o che non abbia avuto rilevanza sui mass media, come dimostra la raccolta di dichiarazioni in proposito rese da colleghi della maggioranza. Quanto alla posizione del presidente, che considera di certo interessante, è però a suo avviso insufficiente in quanto dalla documentazione in possesso della Commissione emerge con tutta chiarezza che, di fronte all'episodio Marini, la Commissione non può tacere né astenersi dal formulare un giudizio, in quanto essa dispone di tutta la documentazione necessaria ad affermare la non veridicità delle dichiarazioni con cui Marini ha chiamato in causa importanti esponenti dell'opposizione. Se poi il percorso indicato dal presidente non dovesse essere condiviso, l'opposizione si considererebbe «invitata a nozze». Infatti, non può non rilevare una contraddizione all'interno della maggioranza: o ha ragione il presidente o hanno ragione coloro che si sono dichiarati in disaccordo con lui, ma in questo caso vi sarebbe la necessità di verificare chi ha ispirato l'azione di Marini e la Commissione dispone dei poteri della magistratura per farlo.

Il senatore Luigi BOBBIO (AN), nel riconoscere l'utilità politica della discussione in corso, crede che non sarà necessario arrivare ad un voto, in quanto è sufficiente valutare nella loro reale portata le affermazioni rese dal presidente, il quale ha certamente inteso riferirsi ad una indicazione relativa all'oggi e non ad una sorta di archiviazione anticipata del teste Marini, la cui posizione in questa fase è assolutamente neutra.


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Nei suoi lavori la Commissione si è mossa essenzialmente su due strade: una, di rilevanza politico-amministrativa, riguardante l'affare Telekom-Serbia, la sua congruità e la sua conduzione; l'altra consistente in un'attività di accertamento e di verifica delle dichiarazioni rese dal Marini. Nessuno di questi due filoni può, a suo giudizio, essere archiviato prima che la Commissione concluda i propri lavori e nessuno dei due può pregiudicare l'altro. Quanto alla polemica in corso, è molto chiaro che, mentre la Commissione dovrebbe occuparsi del versante politico-amministrativo, l'opposizione sceglie invece il versante Marini, nel tentativo di infirmare il lavoro fin qui svolto.

Il deputato Marco MINNITI (DS-U) rileva di non aver chiara quale sia la posizione espressa oggi dalla maggioranza, dai cui esponenti ha ascoltato cose molto diverse e i colleghi della maggioranza comprenderanno di certo come sia importante per l'opposizione un riferimento se possibile unitario delle intenzioni della maggioranza stessa. Il presidente con le sue considerazioni ha proposto di chiudere una fase del lavoro della Commissione. L'idea invece di convocare nuovamente Marini non solo non preoccupa l'opposizione, ma essa la considera come un gesto politico conseguente alla confusione in cui la maggioranza versa: è infatti evidente che, nel momento in cui si convoca nuovamente Marini, bisogna ricominciare ad indagare su tutto ciò che ruota intorno a lui e l'opposizione lo farà partendo dai membri di questa Commissione, per poi arrivare ad altri personaggi che sono venuti in evidenza. Il senatore Calvi ha già espresso la preoccupazione che, così facendo, si riduca la Commissione su un binario morto. A questo punto, la maggioranza ascolti chi vuole ed ognuno sarà libero di proseguire nelle sue attività di indagine. Deve tuttavia essere chiaro che non vi può essere chi nella maggioranza afferma che il racconto di Marini è inconducente e chi lo considera un teste vitale. È necessario un punto di chiarezza da parte della maggioranza ed auspica che ciò avvenga quanto prima.

Il deputato Enrico NAN (FI) ricorda che la seduta odierna doveva essere dedicata all'esame delle istanze istruttorie e preannuncia che presenterà per iscritto le proprie in modo da agevolare il lavoro della Commissione.
Quanto alla richiesta dell'onorevole Taormina, certamente è cosa ben diversa sostenere che al momento attuale non si ritiene opportuno sentire nuovamente Marini o affermare che il caso è chiuso. Peraltro, crede che tale questione avrà delle conseguenze sull'andamento dei lavori della Commissione e per questo ritiene opportuno una pausa di riflessione, rinviando alla seduta del 3 dicembre prossimo le determinazioni conclusive sul punto.

Il senatore Michele LAURIA (Margh-DL-U) ritiene che, dopo una discussione così lunga, si debba pervenire ad un voto.

Il senatore Giuseppe CONSOLO (AN) ritiene che vi sia stato un fraintendimento delle parole del presidente e ricorda ancora una volta le finalità, dettate dalla legge istitutiva, sulla base delle quali questa Commissione è stata istituita. Quanto al tema di cui si è oggi discusso, l'onorevole Taormina ha posto un problema politico su cui non è opportuno votare immediatamente.

Il senatore Roberto CALDEROLI (LNP), richiamando il resoconto stenografico della seduta del 12 novembre scorso, rileva che, di fronte alla richiesta di nuova audizione del Marini avanzata dall'onorevole Taormina, il presidente chiese se qualcuno vi aderisse e nessuno si dichiarò in tal senso. Ricorda, altresì, che non si può iscrivere nuovamente all'ordine del giorno un argomento su cui l'organo parlamentare si è già pronunciato.

Enzo TRANTINO, presidente, desidera in primo luogo richiamare l'osservazione dell'onorevole Minniti secondo cui l'accoglimento


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della richiesta dell'onorevole Taormina porterebbe ad una svolta nei lavori della Commissione. È evidente che la Commissione non deve pronunciarsi in merito all'eventuale calunnia di cui il Marini è stato richiesto di rispondere perché, così facendo, svolgerebbe un'attività che non le compete. Ricorda, altresì, che non vi è stata alcuna limitazione nell'attività tesa ad acquisire le dichiarazioni del Marini, il quale è stato ascoltato per ben tre volte, come era dovere della Commissione fare. La proposta che ha avanzato all'inizio di questa seduta non intendeva di certo anticipare i tempi delle determinazioni che la Commissione dovrà assumere, ma aveva solo l'intento di eliminare una parte dell'attività della Commissione che ha incombenze molto pressanti.
Alla luce di queste considerazioni, chiede all'onorevole Taormina se intenda insistere nella sua richiesta e, in caso affermativo, ritiene che la Commissione debba valutare la precisazione di natura regolamentare del senatore Calderoli, tenuto anche conto che certamente al voto non si potrà arrivare nella seduta odierna.

Il deputato Carlo TAORMINA (FI) ritiene opportuno che si proceda preliminarmente all'analisi completa delle istanze istruttorie e, solo una volta esaurita questa fase, si torni sulla sua richiesta.

Enzo TRANTINO, presidente, rinvia alla seduta di mercoledì 3 dicembre il seguito della discussione in materia di programmazione delle attività istruttorie ed a quella di giovedì 4 dicembre la discussione relativa all'eventuale votazione della proposta Taormina. Stante l'imminenza dei lavori parlamentari, dichiara conclusa la seduta.

La seduta termina alle 16.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta sarà pubblicato in un fascicolo a parte.