CAMERA DEI DEPUTATI - XIV LEGISLATURA
Resoconto della Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia


Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia

SOMMARIO

Giovedì 6 novembre 2003


COMMISSIONE PLENARIA:

Comunicazioni del presidente ... 158

Discussione in materia di programmazione delle attività istruttorie ... 158


Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom-Serbia - Resoconto di giovedì 6 novembre 2003


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COMMISSIONE PLENARIA

Giovedì 6 novembre 2003. - Presidenza del presidente Enzo TRANTINO.

La seduta comincia alle 14.15.

Comunicazioni del presidente.

Enzo TRANTINO, presidente, comunica che nella riunione di ieri, 5 novembre 2003, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto che - in attesa di una più complessiva opera di declassificazione di atti segreti acquisiti dalla Commissione, nel rispetto degli obblighi di legge - taluni documenti classificati segreti su richiesta di soggetti diversi dall'autorità giudiziaria siano fin da subito declassificati ad atti riservati, al fine di consentire agli aventi diritto di poterne richiedere copia. Si è così convenuto che i verbali dei consigli di amministrazione trasmessi da Telecom Italia e dalla Commissione classificati segreti su richiesta della stessa Telecom Italia siano declassificati ad atti riservati.
Comunica, pertanto, che i documenti 135/1 e 59/1, rispettivamente concernenti il verbale del consiglio di amministrazione di Telecom Italia del 19 dicembre 1997 e i verbali dei consigli di amministrazione di STET del 30 gennaio e del 26 febbraio 1997 e di Telecom Italia del 31 ottobre 1997, sono, a decorrere dalla data odierna, classificati come atti riservati.
Della declassificazione ad atti riservati dei predetti documenti dara contestuale comunicazione con lettera al Presidente di Telecom Italia.

La Commissione concorda.

Discussione in materia di programmazione delle attività istruttorie.

Enzo TRANTINO, presidente, propone che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

(Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito).

Enzo TRANTINO, presidente, ricorda che, nel corso dei lavori della Commissione, taluni commissari, anche a nome


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dei rispettivi gruppi, hanno formulato diverse richieste istruttorie di audizioni, sulle quali invita la Commissione a discutere al fine di individuare i filoni di indagine e le relative attività istruttorie cui dedicarsi nei prossimi mesi.

Il senatore Giampiero CANTONI (FI) ritiene estremamente importante definire quale sarà la futura strategia della Commissione nei confronti di Igor Marini, in particolare se sia necessaria una nuova audizione dello stesso. Senza tale determinazione, non sarà possibile imprimere una svolta ai lavori della Commissione.

Enzo TRANTINO, presidente, rileva che la richiesta del senatore Cantoni gli offre l'opportunità di sottoporre alla Commissione un percorso che potrebbe risultare utile per il lavoro che la stessa è chiamata a compiere. In primo luogo, ribadisce adesso e per sempre il fatto che questa non è la Commissione d'inchiesta sull'attendibilità di Igor Marini, il quale è apparso sulla scena provocando gravissimi effetti che hanno coinvolto personaggi di spicco delle istituzioni. Ha il dovere di precisare che la Commissione ritiene (può rendere quest'affermazione perché, oltre a ricalcare il proprio personale pensiero, è condivisa da vari componenti la Commissione) che non sussistano le condizioni per procedere ad ulteriori audizioni di Igor Marini in quanto le dichiarazioni da questi rese in merito al presunto pagamento di tangenti ad alcuni personaggi politici in relazione all'affare Telekom-Serbia sono da tempo sottoposte al vaglio della procura della Repubblica di Torino, delle cui conclusioni la Commissione prenderà atto. Peraltro, dopo i tre interrogatori ai quali il Marini è stato sottoposto da parte della Commissione, quest'ultima non ha svolto sulle sue dichiarazioni altre indagini, se non le due audizioni del maresciallo Quaresima.

Il senatore Giampaolo ZANCAN (Verdi-U) rileva che le dichiarazioni testé rese dal presidente non lo possono acquietare, così come non possono acquietare neppure la Commissione in quanto ci si è trovati di fronte ad un fatto eccezionale, ad una calunnia diffusa nella sede della Commissione parlamentare in forza - desidera che ciò non suoni offesa per la Commissione stessa - di una elezione voluta dal signor Marini il quale, nella prima audizione del 7 maggio scorso, su precisa domanda del presidente, dichiarò che aveva cercato di raccontare quegli stessi fatti al pubblico ministero romano, ma che questi aveva asserito non riguardassero il suo fascicolo. Ribadisce che si è trattato di un fatto eccezionale nella storia repubblicana: si è scelta questa sede per diffondere una calunnia nei confronti dei massimi esponenti dell'opposizione. Com'è noto, nell'anno precedente Marini ebbe una pluralità di incontri con forze dell'ordine ed esponenti della magistratura, e quindi ebbe molte occasioni per dar corso alle sue calunnie, ma purtroppo scelse il terreno della Commissione per farlo. Ciò significa che la Commissione nella sua interezza non può non porsi il problema che di fronte a quelle calunnie, rese per la prima volta il 7 maggio e reiterate in altre due occasioni, non può lavarsene le mani ribadendo sul punto la competenza dell'autorità giudiziaria, in quanto lo stesso presidente ebbe ad affermare che, nel caso in cui il Marini si fosse rivelato un calunniatore, la Commissione avrebbe potuto ritenersi parte offesa. Poiché ad essere stati colpiti da quelle calunnie sono tre illustri esponenti dell'opposizione, tutti parlamentari in carica o ex parlamentari, ciò significa che da un organo del Parlamento si è mossa un'accusa nei confronti di parlamentari. Se a questo si aggiunge che all'attività calunniosa del Marini si sono accompagnate attività di favoreggiamento, di collusione, di supporto e di aiuto, chiunque comprende che ci si trova di fronte ad una serie di circostanze che non giovano alla Commissione e che vanno respinte.
Pur apprezzando l'affermazione del presidente e del senatore Cantoni secondo cui la Commissione non ha in questo momento elementi per proseguire nell'istruttoria relativa al signor Marini,


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nonché il fatto che la Commissione si dichiari sin d'ora disponibile ad accettare la valutazione della magistratura ordinaria sul punto, ritiene comunque che non si possa restare indifferenti perché purtroppo la Commissione è stata scelta ed a ciò deve reagire. Bisogna, quindi, completare l'audizione del signor Volpe, svolgere quelle poche indagini che si rendano necessarie ed infine trarre una parola conclusiva, che auspicabilmente dovrebbe precedere quella che dirà la magistratura ordinaria.

Il deputato Enrico NAN (FI) esprime apprezzamento per i contenuti dell'intervento del presidente, che ha delineato in maniera precisa sotto il profilo giuridico e politico la posizione della Commissione nei confronti del signor Marini e ritiene che sia questa la strada da seguire in quanto quella delineata dal senatore Zancan stravolgerebbe i compiti per i quali questa Commissione è stata istituita su preciso mandato da parte del Parlamento. Se calunnia vi è stata, dovrà accertarlo la magistratura di Torino e del suo giudizio la Commissione prenderà atto. Infine, desidera ricordare che, quando fu ascoltato il 7 maggio scorso, a carico di Igor Marini non vi era alcun procedimento penale.

Il deputato Marco MINNITI (DS-U) non può non apprezzare il fatto che anche da parte di commissari della maggioranza si sia giunti al convincimento che Igor Marini è persona di difficile credibilità: meglio tardi che mai! Naturalmente non sfugge a nessuno, ed è giusto ricordarlo in questa sede, che Igor Marini è stato per lungo tempo agli onori della cronaca e che a seguito di sue dichiarazioni qualcuno in questa sede è arrivato ad invocare l'emissione di mandati di cattura. È stato posto un problema che, a suo avviso, non può essere risolto nel modo indicato dal presidente: non è possibile separare il giudizio su Igor Marini e sulle dichiarazioni da questi rese dal giudizio sulla Commissione e ciò per il semplice fatto che quelle dichiarazioni sono state pronunciate in questa sede. Non è convincente che quanto da questi affermato venga semplicemente lasciato alla valutazione della magistratura ordinaria; a questo punto, è l'opposizione in quanto parte lesa da quelle dichiarazioni a pretendere che la Commissione esprima un giudizio su ciò che accaduto e che possibilmente lo faccia prima della chiusura del procedimento pendente davanti alla procura della Repubblica di Torino. Infatti, se lo facesse dopo, la Commissione sarebbe colpita nella sua credibilità. Dopo aver dichiarato che ritiene non accettabile la proposta del presidente, auspica, quindi, che si concluda l'audizione del signor Volpe andando fino in fondo, cosa che bisogna fare anche per ciò che riguarda il ruolo avuto nella vicenda dall'onorevole Vito.

Il senatore Giampiero CANTONI (FI) osserva che prima bisogna indagare sul ruolo avuto dall'onorevole Kessler.

Enzo TRANTINO, presidente, prega i colleghi di limitarsi al versante Marini in quanto su tutto il resto si discuterà nella seduta già fissata per il prossimo 26 novembre.

Il deputato Giuseppe FANFANI (Margh-DL-U) dichiara di condividere le valutazioni dei colleghi Zancan e Minniti sul fatto che questa Commissione sia stata scelta in maniera organica e sistematica per introdurre elementi di distorsione rispetto alle finalità per le quali era stata istituita, finalità alle quali si intenderebbe riportare l'indagine, cosa sulla quale non ha ovviamente alcuna obiezione da muovere. Tuttavia, non si può dimenticare che, all'interno dei lavori di quest'organo, con telefonate e lettere anonime è stata aperta una parentesi che la stessa Commissione deve ora chiudere. Si tratta quindi di concludere gli accertamenti su questo fatto incidentale che è intervenuto nell'attività della Commissione e che non si riferisce all'oggetto principale dell'inchiesta ma può avere influenza su di esso. Se ha ben compreso, oggi non si vuole chiudere quella parentesi e si intende passare ad altro, ma sarebbe terribile se si riferisse al


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Parlamento senza accertare qual è stato il grado di inquinamento che soggetti terzi hanno prodotto nell'attività della Commissione. Il presidente ha ragione quando afferma che, se quei fatti si rivelassero falsi, la Commissione sarebbe parte offesa, ma proprio per questo si deve avvertire il dovere di andare fino in fondo.
In secondo luogo, la Commissione agisce con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria applicando in quanto compatibili le norme del codice di procedura penale. Tra queste vi è l'articolo 331 che obbliga i pubblici ufficiali a riferire all'autorità giudiziaria qualunque notizia di reato abbiano appreso durante l'esercizio delle loro funzioni. Ciò significa che, se ci si è ormai convinti che le dichiarazioni di Marini, di Volpe e di altri hanno dei lati oscuri, si ha il dovere di informarne l'autorità giudiziaria, altrimenti si incorre nel reato di omissione di atti di ufficio, eventualità che personalmente non intende prendere neppure in considerazione. In conclusione, ritiene che si possa chiudere questa parentesi con una relazione intermedia al Parlamento.

Il senatore Giuseppe CONSOLO (AN) osserva che, data la linearità delle dichiarazioni rese dal presidente, non pensava che sarebbe stato necessario intervenire, mentre si vede costretto a farlo avendo ascoltato delle madornali eresie sotto il profilo meramente giuridico. In primo luogo, ricorda a tutti il contenuto dell'articolo 1 della legge istitutiva e le finalità in esso dettate relativamente ai compiti che la Commissione è chiamata a svolgere. La vicenda aperta dalle dichiarazioni del signor Marini non ha connessione con quelle finalità originarie. Se Marini sia un calunniatore o l'oracolo di Delfo dovrà accertarlo la magistratura; peraltro, tutte le audizioni svolte da questa Commissione, ad eccezione delle tre di Igor Marini e delle due del dottor Volpe, hanno riguardato esclusivamente i contenuti sopra richiamati. Quanto all'osservazione dell'onorevole Fanfani sull'obbligatorietà di informare l'autorità giudiziaria di eventuali notizie di reato, non comprende di cosa si stia parlando, in quanto i verbali delle audizioni di Marini sono stati tempestivamente inviati all'autorità giudiziaria. Ricorda anche che, nel momento in cui il Marini fece il nome dei tre esponenti dell'opposizione, furono i commissari della maggioranza a chiedere che non si procedesse oltre in ossequio ad un garantismo che non può essere a senso unico. Se poi è successo quello che è successo, lo si deve al fatto che il collega Kessler, di certo nella massima buona fede, innescò un meccanismo che condusse in cella di sicurezza in Svizzera sia lo stesso Kessler sia l'onorevole Nan. Tuttavia, non può non ricordare che tutte queste determinazioni sono state assunte all'unanimità. In conclusione, ritiene che nessuno abbia dato una patente di credibilità alle dichiarazioni rese dal Marini anche davanti all'autorità giudiziaria, che lo giudicherà sul punto. Non vorrebbe, tuttavia, che proseguire su questo terreno significasse sfuggire ai compiti per i quali la Commissione è stata istituita.

Il senatore Pierluigi PETRINI (Margh-DL-U) ha già avuto modo di osservare come la Commissione sia macchiata da un peccato originale, essendo stata istituita in modo improprio e per finalità improprie. Questo dato ha creato una situazione difficilissima nella quale è arduo districarsi dovendosi compiere accertamenti di responsabilità penali, che com'è noto sono personali, per i quali la Commissione non è attrezzata né legittimata, non disponendo, a differenza dell'autorità giudiziaria, del potere di restrizione della libertà degli individui.
In realtà, ciò che l'opposizione oggi chiede è l'accertamento non di una responsabilità penale di Igor Marini, ma della natura e delle finalità di una calunnia per gli effetti che essa ha prodotto in questa sede. Certamente bisogna seguire le finalità indicate nell'articolo 1 della legge istitutiva, ma ciò comporta anche di valutare se qualcuno abbia introdotto elementi distorsivi ed a quale fine. Alla maggioranza chiede quindi un atto di responsabilità perché si accerti la verità,


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ben consapevole del fatto che dei risvolti penali della propria condotta Igor Marini risponderà alla magistratura, ma non ritenendo di poco conto per questa Commissione che un certo mondo ambiguo ed inquinante abbia cercato di distorcere la verità dei fatti su cui si indaga.

Enzo TRANTINO, presidente, anche a nome della Commissione, chiede al senatore Petrini di precisare una volta per tutte i nomi e i cognomi di questi appartenenti a mondi ambigui ed inquinanti e di indicare quale personaggio abbia inquinato la verità in questa sede.

Il senatore Pierluigi PETRINI (Marg-DL-U) dichiara di non conoscere la verità, ma di essere inquieto per il fatto che una persona abbia raccontato in questa sede delle storie del tutto infondate, ma che purtroppo hanno dominato per buona parte i lavori della Commissione e campeggiato sulle prime pagine dei giornali. Verrebbe da chiedersi se ci si trovi di fronte ad un folle: personalmente non sa rispondere, come crede che nessuno possa farlo. Si può ritenere questa vicenda del tutto ininfluente rispetto ai lavori della Commissione? Conclude sottolineando di non ritenere che Marini possa uscire in silenzio da questa Commissione e rispondere unicamente delle proprie responsabilità penali.

Il senatore Maurizio EUFEMI (UDC) ritiene accettabile la proposta del presidente così come integrata dal senatore Cantoni. Evidentemente una Commissione parlamentare d'inchiesta non può invadere il campo proprio della magistratura e ciò è in linea con quanto a più riprese dichiarato dal senatore Calvi, che ha sempre raccomandato di distinguere l'attività parlamentare da quella giudiziaria. Ricorda, altresì, che l'audizione del signor Volpe è stata sollecitata dall'opposizione e pensa che anche questa vicenda sarà oggetto della relazione conclusiva o della relazione di minoranza che verrà presentata. Sarà quella la sede in cui, sulla base di quanto disposto dall'articolo 19 del regolamento interno, saranno fornite le risposte alle domande sollevate dal senatore Petrini.
In relazione alle considerazioni svolte dall'onorevole Fanfani, invita il presidente a tranquillizzare la Commissione in merito al disposto dell'articolo 68 della Costituzione. Con queste considerazioni, dichiara di approvare la proposta del presidente.

Il senatore Giampaolo ZANCAN (Verdi-U) auspica che non si chiuda oggi la discussione sul caso Marini.

Enzo TRANTINO, presidente, ricorda che delle ulteriori attività istruttorie si discuterà il prossimo 26 novembre, ma avverte che non si riaprirà la discussione sul punto che oggi è stato trattato.
In tema di garantismo ed in riferimento a quanto affermato dal senatore Zancan, il quale ha ventilato che le dichiarazioni di Marini fossero una «polpetta avvelenata» confezionata dalla maggioranza contro l'opposizione, ricorda che tale audizione fu decisa all'unanimità e che all'epoca Marini era un soggetto incensurato chiamato in causa dall'avvocato Paoletti. La Commissione aveva il dovere di ascoltarlo e lo ha fatto ma certo non ha strumentalizzato quell'audizione avvenuta - lo ricorda - in piena campagna elettorale per le amministrative.
Ribadisce che, se si dovesse accertare che Marini ha detto il falso, la Commissione sarebbe parte offesa. Si è parlato di collusione, favoreggiamento, soccorso, ma da parte di chi? Ricorda al senatore Zancan che i nomi da lui fatti sono stati conosciuti dalla Commissione solo poco tempo addietro. Prega quindi il senatore Zancan di considerare le sue parole come ultimative: nessuno ha inquinato la Commissione perché essa non ha consentito a nessuno di inquinarla e non per non essersi accorta che ciò stava avvenendo.
All'onorevole Minniti, che ha parlato del fatto che la credibilità della Commissione sarebbe colpita, ricorda nuovamente che ci si è attenuti al dovere di collaborazione istituzionale e, non appena richiesti, i verbali delle audizioni sono stati inviati alla procura della Repubblica di Torino.


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All'onorevole Fanfani, fa osservare che per avere i riscontri adeguati sarebbe stato necessario porre in essere attività rogatoriali, cosa che non si è potuta fare essendo già state avviate rogatorie dalla procura di Torino. Quanto alle considerazioni svolte dal senatore Petrini, si è interrogato in passato e ancora si interroga per quale motivo un libero cittadino dovrebbe rendere dichiarazioni estremamente gravi e poi essere incarcerato e rischiare un certo numero di anni di prigione. Non si può chiedere genericamente di fare chiarezza, ma bisogna contribuire ad individuare gli strumenti da mettere in campo per scoprire se il Marini sia stato eterodiretto, e si dichiara disponibile in tal senso se tali strumenti gli verranno indicati. Peraltro, mai i lavori della Commissione sono stati improntati ad ambiguità. Quanto alle richiesta del senatore Eufemi di un chiarimento tranquillizzante sull'applicazione dell'articolo 68 della Costituzione, rileva che questa è stata, è e sarà sempre una Commissione che dal punto di vista etico può affermare di aver compiuto il proprio dovere.
Passando al tema delle richieste istruttorie, avverte poi che la richiesta dell'onorevole Nan di acquisire dalla procura di Torino copia degli atti relativi alla rogatoria a Montecarlo effettuata da quella procura risulta già accolta in quanto gli atti in questione sono già stati trasmessi alla Commissione dalla procura di Torino (si tratta di un verbale, classificato segreto, dell'interrogatorio di un funzionario della Banca Paribas).
Per lo stesso motivo sopra indicato è espunta dalle richieste istruttorie pendenti la richiesta del senatore Cantoni di una rogatoria della Commissione nel Principato di Monaco per accertamenti e acquisizioni documentali da effettuare presso la Banca Paribas di Montecarlo.
Analogamente risulta espunta dalle richieste istruttorie pendenti la richiesta dell'onorevole Taormina di acquisire copia delle fatturazioni di Ericsson per i lavori da questa effettuati in Serbia dopo l'acquisizione di Telekom-Serbia, in quanto Ericsson Telecomunicazioni S.p.A. ha già inviato alla Commissione documentazione concernente i subappalti affidati da Ericsson per la realizzazione di lavori in Serbia, copia del contratto stipulato con Telekom-Serbia il 5 marzo 1998 per la fornitura e l'installazione del sistema di telefonia mobile nella Repubblica di Serbia e fatture di forniture ad Ericsson di materiali e servizi (dell'acquisizione agli atti di tale documentazione è stata data comunicazione nella seduta del 29 ottobre 2003).
Rinvia quindi il seguito della discussione sulle attività istruttorie alla seduta di mercoledì 26 novembre e dichiara conclusa la seduta.

La seduta termina alle 15.55.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.