Introduzione dell'articolo 593-bis del codice penale, concernente il reato di tortura.
C. 1483 Ruzzante, C. 1518 Piscitello e C. 1948 Biondi.
La III Commissione,
esaminato per quanto di competenza il testo unificato delle proposte di legge AC 1483, AC 1518 e AC 1948, recante «Introduzione dell'articolo 613-bis del codice penale, concernente il reato di tortura»;
condivisa l'opportunità di introdurre nell'ordinamento penalistico una norma incriminatrice speciale per perseguire e reprimere con maggior efficacia condotte riconducibili alla nozione di tortura;
ritenuto che tale introduzione consentirebbe anche una più agevole applicazione degli impegni assunti internazionalmente dall'Italia con la firma della Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani e degradanti, firmata a New York il 10 dicembre 1984 e ratificata dall'Italia con la legge 3 novembre 1988, n. 498;
rammentato che la materia delle immunità diplomatiche è disciplinata dalla Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961, ratificata dall'Italia con la legge 9 settembre 1967, n. 804;
osservato pertanto che anche nella materia delle immunità diplomatiche l'Italia ha assunto precisi obblighi internazionali;
ritenuto che di fronte a reati che offendono la natura umana in quanto di più intimo essa possieda - quale quello che si intende introdurre con il testo unificato in esame - la nozione di cittadinanza abbia scarso significato quale discrimine per l'erogazione di prestazioni risarcitorie;
osservato che i principi della Costituzione italiana in materia di uguaglianza, tutela e salvaguardia dei diritti della persona rafforzano e confermano la precedente considerazione,
esprime
con le seguenti condizioni:
con riferimento al comma 3 dell'articolo 1, è necessario accertare gli effetti concreti delle interferenze tra la disciplina pattizia e la generalizzata esclusione dalle immunità ivi prevista;
all'articolo 2, al comma 1, siano soppresse le parole «e comunque in danno di cittadini italiani».
Interrogazione n. 5-01338 Landi di Chiavenna: Ammissione della Turchia all'Unione europea.
Il Governo italiano è da tempo impegnato a sostegno del cammino della Turchia verso l'Unione Europea ed intende mantenere con determinazione tale impegno.
In occasione dei Vertice di Copenaghen, l'Unione Europea discuterà dei rapporti con la Turchia in vista del passaggio ad una successiva fase della candidatura di tale Paese. Tale risultato è stato conseguito grazie anche all'impegno del Presidente del Consiglio, manifestatosi con particolare vigore in occasione del Vertice di Siviglia dello scorso mese di giugno.
La fissazione, quanto prima, di una data di avvio dei negoziati con la Turchia costituisce pertanto una nostra sentita aspirazione. Nel perseguire tale obiettivo occorre naturalmente tenere conto anche dello stato di avanzamento del processo delle riforme in Turchia: l'apertura dei negoziati, infatti, è condizionata al rispetto di determinati criteri in vista dei quali il processo delle riforme è stato appunto avviato.
Il Governo è fiducioso che la Turchia saprà portare avanti tale processo e consolidare i significativi risultati fin qui raggiunti, soprattutto sotto il profilo dell'attuazione delle riforme adottate.
Oggi e domani il Presidente del Consiglio è impegnato a Bruxelles per il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea, che dovrà adottare importanti decisioni sul processo di allargamento. Fra tali decisioni vi è quella, da noi fortemente voluta, di lanciare un chiaro messaggio alla Turchia ad incoraggiamento delle forze politiche di ispirazione europeista, impegnate in un difficile confronto elettorale.
Interrogazione n. 5-01339 Calzolaio ed altri: Diritti della popolazione Innu in Canada.
Il Canada è tradizionalmente uno dei Paesi più attivi in ambito Nazioni Unite sulle tematiche relative alla protezione dei diritti dei popoli indigeni ed è in particolare fra i Governi che sostengono il Foro mondiale dei Popoli Indigeni: la tutela di queste popolazioni è stata indicata come una questione centrale dal Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite - in un rapporto sullo stato di attuazione da parte del Canada degli obblighi derivanti dall'adesione al Patto Internazionale sui diritti civili e politici - e, nell'agosto di quest'anno, dal Comitato sulla eliminazione delle discriminazioni razziali delle Nazioni Unite.
Le autorità canadesi sono impegnate a dare piena attuazione alle raccomandazioni espresse dalla «Royal Commission on Aboriginal People», organo indipendente istituito dal Governo canadese per individuare misure specifiche volte al miglioramento delle condizioni di vita ed alla tutela dei diritti delle popolazioni indigene, sulla base di quanto specificamente richiesto dai menzionati organismi ONU, che hanno richiesto al Canada di presentare rapporti di aggiornamento in materia entro rispettivamente l'aprile 2004 ed il novembre 2005.
Fra le popolazioni indigene del Canada quella degli Innu costituisce una comunità di circa 1500 membri concentrati nella regione del Labrador, di circa 300.000 chilometri quadrati. Sin dal 1998 il Governo canadese ha approvato un piano di azione finalizzato al miglioramento delle capacità di autogoverno delle comunità indiane anche in materia di gestione e controllo delle risorse naturali. L'istituto canadese per il Monitoraggio Ambientale, che è l'organismo preposto alla salvaguardia dell'ambiente a livello nazionale, si avvale della collaborazione e del coinvolgimento di rappresentanti della comunità Innu.
In relazione al problema dei sorvoli a bassissima quota sul territorio di Nitassinan effettuati a partire dal 2000 anche da aerei dell'aviazione militare italiana dalla base di Goose Bay, nel giugno del 1999 il Presidente della Repubblica Ciampi ricevette una lettera da parte del Capo della nazione Innu, in cui veniva espressa preoccupazione per la sicurezza degli abitanti dell'area e per la salvaguardia dell'ambiente. La questione fu già oggetto nel 2000 di consultazione con le Autorità canadesi nel quadro dell'Accordo bilaterale Italia-Canada con il quale venivano regolamentate le esercitazioni di volo a bassa quota dell'Aeronautica Militare Italiana dalla base militare di Goose Bay. La materia è stata disciplinata da uno scambio di lettere di intenti con la controparte canadese, nonché dalla successiva adesione dell'Italia ad un Memorandum multilaterale in ambito NATO, della stessa natura, tra Canada, Regno Unito, Olanda e Germania.
L'Aeronautica Militare Italiana sì è sempre attenuta nell'esercizio delle attività di volo al rispetto della legislazione canadese ed ai limiti di utilizzo dello spazio aereo fissati dalle competenti autorità locali.
Va ricordato che la citata problematica è stata comunque trattata con l'essenziale
coinvolgimento dei rappresentanti degli indiani Innu al fine di individuare rotte ed orari delle esercitazioni con il minore impatto ambientale possibile.
Il mantenimento di un dialogo con i nativi, definito «di mutua soddisfazione», ha condotto fra l'altro alla conclusione di alcuni contratti, del valore complessivo di un milione di dollari canadesi, per servizi connessi alla realizzazione delle esercitazioni alleate a Goose Bay.
Il Governo italiano si è impegnato a rispettare pienamente la legislazione canadese ed i relativi limiti di utilizzo dello spazio aereo da essa previsti per tali esercitazioni. Va comunque tenuto presente che le aree utilizzate a fini militari non sono abitate stabilmente e che i movimenti delle popolazioni che attraversano regolarmente la zona vengono tenuti in considerazione nella predisposizione dei piani di volo.
Interrogazione n. 5-01340 Mattarella: Dichiarazioni sul Trattato di Nizza.
Il Governo italiano ha pienamente sostenuto l'esigenza della ratifica del Trattato di Nizza quale importante tappa del processo di integrazione europea e come necessario adeguamento degli assetti istituzionali dell'Unione Europea in vista dell'ampliamento. In tale ottica, esso ha sottoposto il Trattato di Nizza alla ratifica del Parlamento che ne ha deliberato l'approvazione a larghissima maggioranza.
Il Governo italiano si è associato alle felicitazioni espresse dal Consiglio dell'Unione in merito al risultato del secondo referendum irlandese (come si può leggere nel Comunicato Stampa dell'ultimo Consiglio Affari Generali).
Il Governo italiano rimane fortemente Impegnato nel dibattito sui futuro dell'Europa attualmente in corso nell'ambito della «Convenzione» alla quale partecipano rappresentanti dei Governi degli Stati membri, delle istituzioni dell'unione dei Parlamenti nazionali.