Commissioni Riunite XI e XII - Resoconto di sabato 15 dicembre 2001


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SEDE REFERENTE

Sabato 15 dicembre 2001. - Presidenza del presidente della XII Commissione Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Antonio Guidi.

La seduta comincia alle 8.40.

Decreto-Legge n. 402/2001: Personale sanitario.
C. 2104 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

Le Commissioni iniziano l'esame.

Domenico DI VIRGILIO (FI), relatore per la XII Commissione, illustra il contenuto del decreto-legge n. 402 del 12 novembre 2001, già approvato dal Senato, sottolineando i motivi di necessità ed urgenza che hanno spinto il Governo ad adottarlo: la grave e talora drammatica carenza di personale infermieristico con rischio per la qualità e la quantità dell'assistenza; le istanze pressanti provenienti dalle amministrazioni ospedaliere per colmare i cronici vuoti negli organici; il ricorso frequente a personale proveniente da Paesi extracomunitari, in possesso di titoli talora neppure equipollenti a quelli richiesti. Osserva quindi come il provvedimento in esame tragga origine da due forti motivazioni. Una prima motivazione è rappresentata, come già osservato, dalla carenza di personale soprattutto infermieristico e, in alcune regioni, anche tecnico. Al riguardo, grave è la carenza che si registra al nord e al centro dell'Italia. Tuttavia, nelle regioni settentrionali si riscontra un numero di infermieri professionali superiore a quello che si rileva nelle regioni del centro e del sud. Si passa infatti dai 38 infermieri per 10.000 abitanti della Sicilia ai 40 della Campania, per arrivare ai 72 infermieri professionali del Friuli-Venezia Giulia. Nonostante ciò, la carenza di personale infermieristico al Nord è drammatica. Molto probabilmente ciò dipende - e non si potrebbe spiegare diversamente - dalle alte specializzazioni richieste, per cui si rende necessaria una presenza in termini di assistenza superiore ai livelli ordinari. Pertanto, ci si trova di fronte alla carenza di migliaia di infermieri professionali: 8.000 in Lombardia, 5.000 in Veneto, 4.300 in Piemonte e Valle d'Aosta, 1.500 in Sicilia, 1.600 in Calabria, 1.800 in Toscana ed Emilia Romagna. Si tratta quindi di una carenza in termini reali, che ha spinto il Governo ad emanare il decreto-legge n. 402. L'altra motivazione forte è data dalla consapevolezza che la


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qualità della prestazione sanitaria si misura, oltre che in termini di comfort alberghiero, di efficiente organizzazione delle strutture sanitarie e di nuove tecnologie, soprattutto in termini di qualità delle prestazioni, di efficacia e di efficienza del personale che opera all'interno delle strutture. Atteso che il fattore umano è l'elemento portante della qualificazione dell'assistenza e del servizio sanitario alla persona, bene ha fatto il Governo ad emanare il decreto-legge in esame.
Rileva quindi che il decreto-legge n. 402 introduce nuovi istituti, per cui il lavoro dell'infermiere professionale viene «corretto» ed ampliato in modo da adeguarlo all'importanza delle altre figure che operano nel comparto, in parte per far fronte alla carenza esistente ed in parte per rafforzare ulteriormente la qualità del lavoro dell'infermiere professionale. A tal fine si prevede che gli infermieri in pensione possano essere riammessi in servizio e viene concessa all'infermiere professionale ed anche ai tecnici di radiologia la possibilità di svolgere attività libero-professionali, laddove ciò era fino a ieri riservato solo alla dirigenza. Sottolinea dunque come con il provvedimento in esame si valorizzi il lavoro dell'infermiere professionale. Per giunta, all'infermiere professionale che ha conseguito la propria qualifica prima dell'entrata in vigore della nuova normativa relativa al diploma universitario viene concessa la possibilità di iscriversi a corsi di qualificazione di secondo livello, a master e, quindi, a corsi di specializzazione anche dopo il conseguimento del diploma di primo livello. Con il meccanismo legislativo previsto viene pertanto avviato un programma formativo ed informativo da cui indubbiamente trarrà vantaggio il cittadino che si affida alle cure del Servizio sanitario nazionale.
Rileva che il provvedimento ha consentito inoltre di introdurre alcuni elementi relativi alla figura dell'infermiere generico, non ancora pienamente consapevole delle proprie mansioni. È stata prevista anche la possibilità di un passaggio alla tabella C attraverso un corso di qualificazione. A seguito di ciò l'infermiere generico avrà la consapevolezza dei compiti che potrà o non potrà svolgere e di quale comportamento è tenuto ad adottare. Il decreto-legge, inoltre, introduce la nuova figura dell'operatore professionale dell'area sanitaria e dell'operatore sanitario dell'area socio-sanitaria.
In sostanza, il decreto-legge in esame permette di qualificare chi già opera all'interno della struttura e consente altresì di sganciare l'infermiere professionale da mansioni non proprie che oggi è comunque costretto a svolgere in mancanza di figure assistenziali specifiche nell'ambito dell'attività sanitaria infermieristica.
Rileva quindi come il provvedimento, pur non essendo certamente esaustivo, sia congruo e tenti di rispondere in parte all'emergenza legata alla carenza di personale infermieristico. Atteso che tale emergenza non potrà totalmente essere risolta con il provvedimento in esame, ritiene che esso rappresenti tuttavia l'avvio di un percorso che consentirà successivamente alla categoria degli infermieri - e non solo ad essa - di essere efficacemente utilizzata all'interno delle strutture sanitarie pubbliche e private. Il provvedimento dà inizio ad un percorso attraverso il quale si avrà la possibilità di verificare fino in fondo quanto sia grave l'emergenza relativa al personale infermieristico ed ai tecnici di radiologia, con la conseguente esigenza di avviare nuovi corsi di formazione, come del resto è già stato fatto. Grazie al nuovo diploma di laurea breve si avrà la possibilità di immettere nel sistema sanitario personale infermieristico con caratteristiche di alta professionalità e responsabilità, capace quindi di garantire alle strutture sanitarie pubbliche e private un miglior funzionamento. Nell'osservare quanto sia difficile oggi reperire questo tipo di personale, ricorda come non a caso lo scorso anno sia stato raggiunto un accordo a livello europeo per consentire l'introduzione di personale infermieristico extracomunitario in considerazione delle difficoltà di reperimento di soggetti provvisti di una laurea specialistica.
Nell'illustrare quindi il contenuto dei singoli articoli, sottolinea come l'articolo 1,


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prevedendo per gli infermieri e i tecnici sanitari di radiologia medica, fino al 31 dicembre 2003, le ipotesi di riammissione in servizio, di contratti di lavoro a tempo determinato e di remunerazione di prestazioni orarie aggiuntive svolte in regime libero-professionale, sia volto a fornire una misura tampone per far fronte appunto all'emergenza indicata. Rileva quindi come il comma 7 dell'articolo 1 attribuisca allo Stato l'individuazione delle figure professionali da formare attraverso appositi corsi regionali: gli operatori dell'area sanitaria e gli operatori dell'area socio-sanitaria ad alta integrazione sanitaria, di cui il comma 8 dell'articolo 1 provvede a specificare i compiti. I commi 9 e 10 dell'articolo 1 dettano norme in materia di formazione universitaria degli infermieri e dei relativi titoli di studio.
Ricorda quindi come il comma 11-bis dell'articolo 1, introdotto dal Senato, che consente ai biologi iscritti all'ordine professionale di eseguire il prelievo capillare e venoso propedeutico alle analisi chimico-cliniche, abbia suscitato alcune perplessità. Illustra quindi il contenuto degli articoli 1-bis, 1-ter e 1-quater, introdotti dal Senato. L'articolo 1-bis amplia l'ambito dei titoli utili all'attribuzione delle funzioni di medico competente in materia di sicurezza e salute dei lavoratori durante il lavoro di cui al decreto legislativo n. 626 del 1994; l'articolo 1-ter, istituisce nell'ambito dei profili professionali infermieristici la figura di caposala e quella di ostetrica capo, conferendo a tali figure professionali funzione di direzione, di coordinamento e di gestione dell'assistenza infermieristica, ostetrica ed alberghiera e delle risorse umane e materiali; l'articolo 1-quater dispone che le norme del decreto-legge in esame siano applicabili alle province autonome di Trento e Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti.
Conclude sottolineando ancora una volta l'urgenza del provvedimento, peraltro molto atteso nel Paese.

Marcello TAGLIALATELA (AN), relatore per la XI Commissione, illustra il contenuto del provvedimento, ricordando in particolare che esso reca misure temporanee straordinarie volte a reperire, ove non sia possibile attraverso i concorsi, infermieri professionali e tecnici sanitari di radiologia medica. Il decreto-legge detta poi disposizioni di carattere generale in materia di formazione professionale degli operatori delle aree sanitaria e socio-sanitaria, nonché norme in materia di istruzione universitaria.
Precisa poi che il ricorso allo strumento del decreto-legge è motivato nella premessa al provvedimento con la straordinaria necessità ed urgenza di adottare misure finalizzate ad assicurare una maggiore funzionalità ed efficienza nella gestione del personale del servizio sanitario nazionale.
Le misure disciplinate dal provvedimento sono: la riammissione in servizio di infermieri e tecnici sanitari di radiologia medica che abbiano risolto il rapporto di impiego volontariamente da non oltre cinque anni, nel rispetto della procedura di cui all'articolo 24 del contratto collettivo nazionale di lavoro integrativo del CCNL del personale del comparto della sanità; il ricorso a prestazioni orarie aggiuntive, attivabile per garantire innanzitutto gli standard di assistenza nei reparti di degenza, nonché l'attività delle sale operatorie; la stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato, per la durata massima di un anno, rinnovabili - in deroga all'articolo 31 del contratto collettivo nazionale di lavoro integrativo - entro il limite temporale del 31 dicembre 2003.

Domenico BENEDETTI VALENTINI, presidente della XI Commissione, rileva due aspetti del provvedimento che suscitano particolari perplessità. In merito alle prestazioni orarie aggiuntive rese in regime libero-professionale e assimilate al lavoro subordinato, ai soli fini fiscali e contributivi, ivi compresi i premi e i contributi versati all'INAIL, afferma di essere personalmente favorevole all'introduzione di forme flessibili di assunzione e di prestazioni di lavoro particolarmente qualificato di fronte ad esigenze altrettanto qualificate, ma, pur condividendo lo spirito del


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provvedimento, ritiene necessario procedere con prudenza a nuove forme di definizione sperimentale di tali figure professionali per le numerose implicazioni che ne potrebbero derivare.
Il secondo rilievo, definito piuttosto uno scrupolo, riguarda la possibilità che i biologi, iscritti all'ordine professionale, eseguano il prelievo capillare e venoso propedeutico alle analisi chimico-cliniche ed ogni atto strumentale per la loro effettuazione: ritiene evidente che in questo modo si incida sul principio, ormai consolidato, del rigoroso rispetto delle competenze.

Giacomo BAIAMONTE (FI) ritiene importante che si cominci finalmente a parlare del problema degli infermieri nel nostro Paese. Atteso che nel settore si registrano carenze ormai da vari anni, occorre a suo avviso affrontare anche la questione della qualificazione professionale di questa categoria che, sotto alcuni aspetti, per molto tempo non è stata adeguatamente tenuta in considerazione. Al riguardo, giudica positiva la possibilità prevista dal decreto-legge in esame per gli infermieri ed i tecnici di radiologia di svolgere la propria attività in regime libero-professionale. Rileva quindi come l'emergenza infermieristica sia strettamente connessa anche all'aumento delle varie specializzazioni. A fronte della generica categoria degli infermieri, è necessario a suo avviso creare figure sempre più specializzate.

Gianni MANCUSO (AN) ritiene innanzitutto doveroso ringraziare il Governo per aver emanato il decreto-legge in esame, che consente, seppure in via transitoria, di risolvere il problema dell'emergenza infermieristica. Osserva quindi che la carenza di personale infermieristico, che si registra ormai da vari anni nel nostro Paese, è strettamente connessa all'istituzione della relativa laurea breve. Una volta bloccato il turn over, le carenze sono diventate infatti sempre più drammatiche anche a causa dell'elevato numero di abbandoni che si registrano nei nuovi corsi universitari. Quanto alla possibilità di riammettere in servizio lavoratori in pensione, rileva come spesso tale personale già lavori nel settore privato. Ritiene invece molto interessante la possibilità della remunerazione di prestazioni orarie aggiuntive rese in regime libero-professionale per coloro che sono in servizio, dal momento che ciò consentirebbe di gratificare adeguatamente tale personale.
Per quanto riguarda la facoltà per i biologi di eseguire il prelievo capillare e venoso, ritiene che ciò risponda anche ad una richiesta che la categoria in questione avanza da anni. Giudica infine positiva l'istituzione delle nuove figure professionali di caposala e ostetrica capo.

Grazia LABATE (DS-U), fermo restando che il decreto-legge in esame ha il merito di affrontare il problema della carenza di infermieri nel nostro Paese, formula alcuni rilievi critici sul provvedimento. Innanzi tutto, quelle previste sono misure tampone, che offrono solo una soluzione temporanea, senza risolvere il problema in termini strutturali. Attesi i nuovi profili assunti dalla figura professionale degli infermieri, ritiene indispensabile, per far fronte all'ormai cronica carenza di personale infermieristico, puntare su un sistema efficiente di formazione e di informazione. Al riguardo, è a suo avviso necessario in primo luogo prevedere sedi decentrate sul territorio per lo svolgimento dei corsi universitari, atteso anche l'elevato numero di persone che abbandonano i corsi in questione. È altresì indispensabile creare incentivi per stimolare i giovani a intraprendere tale professione; da questo punto di vista, giudica assolutamente carente il provvedimento in esame.
Esprime poi perplessità in ordine alla previsione di istituire nuovamente per gli infermieri corsi di formazione regionali, che a suo avviso non offrono le necessarie garanzie in termini di effettiva e qualificata formazione; tale previsione, inoltre, appare quasi un arretramento rispetto al percorso formativo delineato dalla disciplina vigente con riferimento alla figura


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professionale degli infermieri, che prevede appunto il conseguimento di diplomi universitari, di lauree brevi e addirittura di master.
Condivide i dubbi e le preoccupazioni espresse dal presidente della XI Commissione in ordine alla riammissione in servizio di personale già in pensione e alla remunerazione di prestazioni orarie aggiuntive rese in regime libero-professionale. Al riguardo ritiene necessario un maggiore approfondimento anche al fine di valutare eventuali proposte emendative.
Formula quindi rilievi critici in ordine all'istituzione delle figure professionali di caposala e ostetrica capo. Pur comprendendo la ratio di una simile previsione, non ritiene corretto intervenire con legge sull'argomento, atteso che l'individuazione dei profili professionali è materia oggetto di delegificazione. Quanto alla disposizione che consente ai biologi iscritti all'ordine professionale di eseguire il prelievo capillare e venoso propedeutico alle analisi chimico-cliniche, evidenzia le proprie perplessità in relazione ai profili di responsabilità con riferimento alla tutela della salute umana. Esprime infine perplessità anche in ordine alla norma che amplia l'ambito dei titoli utili all'attribuzione delle funzioni di medico competente in materia di sicurezza e salute dei lavoratori durante il lavoro, di cui al decreto legislativo n.626 del 1994, che a suo avviso non è in linea con quanto previsto in materia dalla normativa comunitaria.

Piergiorgio MASSIDDA (FI), pur considerando degni di attenzione tutti i rilievi critici formulati negli interventi precedenti, ritiene che non vada persa di vista la ratio del decreto-legge in esame: si tratta, con un provvedimento tampone, di porre rimedio a quella che da tutti viene considerata una vera e propria emergenza, cioè la carenza di personale infermieristico nel nostro Paese. Ipotizzare di correggere il provvedimento con emendamenti equivale a suo avviso a far decadere il decreto-legge, dal momento che esso scade l'11 gennaio 2002. Nel sottolineare la necessità di prevedere adeguati incentivi per spingere i giovani a intraprendere questa professione, auspica che il Governo quanto prima affronti organicamente il problema della carenza di personale infermieristico.

Augusto BATTAGLIA (DS-U) osserva che a suo avviso vi sono i tempi tecnici per apportare eventualmente alcune modifiche al provvedimento in esame.

Giuseppe PALUMBO, presidente della XII Commissione, stante l'imminente svolgimento di votazioni in Assemblea ed atteso che altri deputati hanno chiesto di intervenire, rinvia il seguito dell'esame al termine della seduta dell'Assemblea.

La seduta, sospesa alle 9.25, è ripresa alle 13.55.

Alfonso GIANNI (RC) rileva che il provvedimento in esame suscita diverse preoccupazioni soprattutto sotto il profilo lavoristico; in particolare, in merito alle disposizioni contenute nel comma 1, dell'articolo 1, lettera b), osserva che la soluzione adottata prevede la stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato, anche al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 17 del contratto collettivo nazionale di lavoro del 1o settembre 1995, per la durata massima di un anno. Fa quindi notare che si è di fronte ad una contrattazione sindacale estremamente recente, che già contempla ben cinque fattispecie che allargano le previsioni della legislazione di riferimento in materia dei contratti di lavoro. Malgrado le fattispecie siano ampie e nonostante l'articolo 17 del contratto collettivo nazionale di lavoro faccia riferimento alla possibilità di proroga dello stesso contratto di lavoro a termine almeno per una volta, ritiene che si sia di fronte ad un allargamento ulteriore della precarizzazione del rapporto di lavoro in un campo già sofferente da questo punto di vista.
Reputa pertanto che la scelta compiuta confligga con le esigenze di professionalità, di specializzazione e di «intensità di partecipazione morale» rispetto al tipo di lavoro che deve essere svolto.


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Dopo essersi soffermato sui tratti caratteristici della professione infermieristica, rileva che il Governo avrebbe dovuto assumere tutt'altro atteggiamento al fine di risolvere il problema del personale sanitario, affrontando anche le questioni relative alla spesa sanitaria, rispetto alle priorità della politica economica e sociale dello stesso esecutivo.
In conclusione, esprime forti contrarietà al provvedimento nel suo complesso, soprattutto sotto il profilo lavoristico, ribadendo le preoccupazioni già manifestate in precedenza dal presidente della Commissione lavoro, Benedetti Valentini.

Donato Renato MOSELLA (MARGH-U), fermo restando che quello della carenza di personale infermieristico è un problema diffuso che affligge il paese già da molto tempo e che è quindi necessario porvi rimedio, ritiene che nel decreto-legge in esame si compiano scelte di basso profilo; a suo avviso, la fretta di intervenire non ha forse consentito di valutare attentamente la portata delle norme varate. Preannuncia quindi la presentazione da parte del suo gruppo di emendamenti. Occorre sicuramente individuare strade per risolvere il problema della carenza di personale infermieristico, introducendo i necessari correttivi al percorso formativo delineato dall'attuale disciplina, ma a suo avviso il provvedimento in esame non si muove nella giusta ottica: abbassare il profilo dei percorsi formativi significa probabilmente creare problemi per il futuro.
Quanto alla scelta compiuta con riferimento ai biologi, ritiene che si sia affrontato in modo sbagliato un problema che è comunque reale. Rileva infine che le regioni hanno manifestato perplessità in ordine agli aspetti finanziari, per le ripercussioni che le disposizioni contenute nel provvedimento in esame avranno sui loro bilanci.

Roberto GUERZONI (DS-U) segnala innanzitutto due questioni che, ad una prima lettura del testo del provvedimento in esame, suscitano interrogativi dal punto di vista lavoristico. La prima osservazione riguarda la diversità di trattamento che verrebbe a determinarsi tra i contratti a tempo determinato per coloro che abbiano risolto il rapporto di lavoro e le prestazioni libero professionali per coloro sono ancora dipendenti. La configurazione di questi due regimi diversi suscita perplessità soprattutto rispetto alla caratteristica propria che dovrebbe avere un lavoro ritenuto efficace e stabile.
La seconda osservazione riguarda l'articolo 1-ter, introdotto dal Senato, relativo all'istituzione dei profili professionali di caposala e di ostetrica capo: in proposito, paventa il rischio che si torni a legiferare sulla materia dopo che per più di dieci anni in tema di lavoro pubblico si era giunti ad una contrattazione di gran parte delle questioni relative all'organizzazione del lavoro pubblico, in modo tale da dare flessibilità alla figura e ai profili professionali propri di questo settore. Ritiene quindi che questo aspetto particolare della materia potrebbe essere affidato alla contrattazione.

Tiziana VALPIANA (RC) dichiara preliminarmente che il suo intervento verterà solo sugli aspetti sanitari del provvedimento, avendo il deputato Gianni già affrontato gli aspetti attinenti la materia del lavoro. Ferma restando l'urgenza di intervenire, stante l'assoluta carenza di personale infermieristico che caratterizza il Paese, ritiene indispensabile avviare una riflessione approfondita sulle cause che sono all'origine dell'attuale emergenza, per cercare di individuare delle soluzioni più organiche. A suo avviso, data la delicatezza delle funzioni svolte, è necessario prima di tutto rivalutare adeguatamente la professione infermieristica incidendo, non solo per quanto concerne gli aspetti economici, sulla motivazione che spinge a compiere una tale scelta. Al riguardo, giudica carente il provvedimento in esame, che si muove invece in una logica sbagliata.
Nel dichiarare che il suo gruppo si riserva di presentare emendamenti, sottolinea in particolare la contrarietà alla disposizione contenuta nella lettera b) del


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comma 1 dell'articolo 1, concernente la possibilità di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato anche in deroga a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale; a tale riguardo il suo gruppo presenterà un emendamento soppressivo. A suo avviso sarebbe preferibile, per colmare le attuali carenze, regolarizzare la posizione dei tanti lavoratori stranieri - spesso muniti di titoli di studio di cui potrebbe essere riconosciuta la validità - che al momento svolgono spesso la loro attività in modo del tutto illegale nell'ambito dell'assistenza domiciliare agli anziani. Al riguardo, ritiene necessari chiarimenti in ordine al comma 10-quater dell'articolo 1, in quanto la sua formulazione risulta eccessivamente generica. Quanto all'articolo 1-ter, di cui condivide la ratio, manifesta alcune perplessità circa la scelta di inserire tale previsione nel decreto-legge in esame, anche in considerazione del fatto che la materia dei profili professionali è stata oggetto di delegificazione.

Aldo PERROTTA (FI), nel dichiararsi favorevole al provvedimento in esame, richiama l'attenzione delle Commissioni sul parere espresso dal Comitato per la legislazione, in merito al comma 10-quater dell'articolo 1, laddove si prevede che le aziende sanitarie possano assumere personale sanitario diplomato o laureato proveniente dagli altri paesi della Comunità europea. Atteso che il Comitato per la legislazione ritiene necessario chiarire il significato del termine «provenienza» che, se inteso in senso più ampio rispetto al requisito del possesso della cittadinanza potrebbe dar luogo ad ambiguità, rileva che i decreti del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997 n. 483, e 27 marzo 2001, n. 220, che regolamentano la disciplina concorsuale relativa al personale dirigenziale e non dirigenziale del servizio sanitario nazionale, prevedono espressamente che l'ammissione ai concorsi è consentita a chi è in possesso della cittadinanza di uno dei paesi dell'Unione europea.
Esprime pertanto perplessità sull'impostazione data perché per accedere ai concorsi in Italia è necessario il possesso della cittadinanza di uno dei paesi dell'Unione europea; la deroga per le categorie in questione andrebbe in contrasto con la legislazione vigente.

Giacomo BAIAMONTE (FI), ad integrazione di quanto già detto, sottolinea come la scelta di consentire ai biologi iscritti all'ordine professionale l'esecuzione del prelievo capillare e venoso propedeutico alle analisi chimico-cliniche sia dettata dall'assoluta carenza che si registra attualmente a tale proposito, dato che le disposizioni vigenti in materia di ruolo unico non consentono ai medici che già lavorano in altri settori di prestare la loro opera anche come medici prelevatori.

Giulio CONTI (AN), a nome del gruppo di Alleanza nazionale, concorda innanzi tutto sulla necessità del provvedimento in esame, volto a «tamponare» carenze legislative accumulatesi negli anni precedenti.
Ripercorso brevemente il profilo professionale degli infermieri generici e ricordato che la figura dell'inserviente è stata ormai abolita, si sofferma in particolare sull'importanza del ruolo svolto in passato dalle cosiddette scuole per infermieri professionali. Rileva poi che l'istituzione dei corsi di laurea breve per gli infermieri comporta necessariamente un diverso trattamento economico. A suo avviso, è quindi necessario prevedere una legge organica, e non un provvedimento-tampone, in materia di personale paramedico. Concorda pertanto, come già osservato, sull'urgenza del provvedimento, che dovrebbe dispiegare i suoi effetti per tutto il 2003, ma nel frattempo ritiene appunto indispensabile che il ministro predisponga un disegno di legge organico sul personale paramedico.
Richiamata l'attenzione delle Commissioni sul problema dei corsi di formazione regionali, che dovrebbero trovare una più precisa specificazione, nonché sul tipo di ordinamento al quale dovranno sottostare gli infermieri che svolgono attività libero-professionali


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all'interno di un reparto nel quale sia già esistente un'organizzazione gerarchica, ribadisce la necessità che si affronti in modo organico il problema del riordino delle professioni sanitarie.

Giuseppe PALUMBO, presidente della XII Commissione, con riferimento a quanto osservato dal deputato Conti, sottolinea come le vecchie scuole per infermieri siano state sostituite dai nuovi corsi di laurea. Condivide peraltro l'esigenza evidenziata dal deputato Conti di procedere al varo di una disciplina organica di tutte le figure paramediche.

Carla CASTELLANI (AN), dichiarando di condividere le osservazioni manifestate dal deputato Conti, riconosce la sussistenza del requisito della necessità, anche se il decreto-legge non affronta il tema del riordino delle professioni sanitarie: in particolare, con riferimento agli istituti di riabilitazione, non vi è alcun esplicito richiamo alla figura del fisioterapista. Ritiene che in un quadro organico di riordino delle professioni sanitarie occorra tener conto di tutte le problematiche legate all'emergenza, in particolare delle sale operatorie.
Esprime pertanto consenso sul provvedimento in esame, non nascondendo alcune perplessità che possono tuttavia essere neutralizzate dalla previsione di un disegno di legge organico in materia di personale sanitario.

Il sottosegretario Antonio GUIDI, fermo restando che il decreto-legge in esame, pur non offrendo soluzioni totalmente soddisfacenti, consente di far fronte a quella che è ormai diventata una vera e propria emergenza nel nostro Paese, sottolinea la necessità di una riqualificazione della professione infermieristica e di un ripensamento del ruolo dell'infermiere, anche in considerazione della delicatezza delle funzioni svolte da questa figura professionale. Ritiene che il provvedimento in esame si muova in quest'ottica, pur convenendo sul fatto che, per quanto riguarda gli aspetti contrattuali, è forse possibile apportare qualche miglioramento.
Nell'osservare come quella infermieristica sia un'emergenza che affonda le sue radici nel passato, stante l'ormai cronica carenza di infermieri che caratterizza tutto il territorio italiano, invita i deputati dell'opposizione ad affrontare il problema in un'ottica costruttiva e propositiva, non scevra da una certa autocritica per quello che non è stato fatto in passato, nei cinque anni di governo del centrosinistra. Atteso che l'allungamento della vita media complica inevitabilmente i compiti del Servizio sanitario nazionale e che la figura dell'infermiere assume inevitabilmente ruoli sempre più complessi anche a seguito della sempre crescente specializzazione della medicina, ritiene che la proposta del Governo, pur non essendo totalmente soddisfacente, consenta di far fronte all'urgenza della situazione. Invita quindi i deputati dell'opposizione a confrontarsi sul testo in modo sereno e con spirito costruttivo per cercare di introdurre i possibili correttivi, tenuto conto, come già detto, di quanto non è stato fatto nel passato.

Tiziana VALPIANA (RC), intervenendo per una precisazione, dichiara di riconoscere grande validità ai commi 10-bis e 10-ter dell'articolo 1, ricordando che nella passata legislatura il suo gruppo ha più volte e con diversi strumenti affrontato il problema degli infermieri generici, al quale purtroppo non si è riusciti a dare una soluzione. Quanto al fatto che i Governi di centrosinistra non avrebbero affrontato adeguatamente il problema dell'emergenza infermieristica, ricorda che la posizione critica di Rifondazione comunista, su questo come su altri punti, portò nella scorsa legislatura il suo partito a dissociarsi dal Governo.

Giuseppe PALUMBO, presidente della XII Commissione, rinvia il seguito dell'esame al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea di lunedì 17 dicembre 2001, ricordando che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per lo stesso giorno alle ore 12.

La seduta termina alle 14.50.