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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Meloni n. 2-02924 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
GIOVANNI MELONI. Signor Presidente, signor sottosegretario, non rinuncerò ad illustrare la mia interpellanza (che peraltro si illustra da sola) per una semplice ragione: vorrei tentare di fare una cosa che, me ne rendo conto, è quasi impossibile, ma mi affido alla sensibilità - che ben conosco - del rappresentante del Governo; vorrei tentare di evitare, se possibile, una risposta puramente burocratica, come accade in casi del genere.
quell'interpellanza è stata sottovalutata; se allora si fosse in qualche modo discusso dei problemi che sottoponevo all'attenzione del Governo e se si fosse presa conseguentemente qualche misura, forse avremmo potuto impedire alcuni esiti dannosi!
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia ha facoltà di rispondere.
ROCCO MAGGI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, le comunicazioni che mi appresto a fornire si basano sulle notizie che sono state fornite sia dal presidente del tribunale sia dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania.
discussione, non ha consentito di articolare l'iter istruttorio per l'acquisizione degli elementi conoscitivi in tutte le direzioni che sono state suggerite dall'onorevole interpellante. Per non limitarsi ad un adempimento burocratico, tuttavia, non si mancherà di integrare eventuali omissioni o lacune anche in altre sedi, al fine di approfondire ulteriormente ogni aspetto della problematica così delicata che è stata evocata nell'atto di sindacato ispettivo in questione, tenendo conto anche delle risultanze dell'ispezione ordinaria (effettuata per legge, anche in assenza di segnalazioni specifiche di irregolarità, ogni triennio) attualmente in corso presso il tribunale in questione.
pronunciato su istanza di quest'ultimo il 13 dicembre 1992. Lo stato passivo fu chiuso e dichiarato esecutivo il 2 giugno 1993 e i crediti annessi, comprese le insinuazioni tardive, sono risultati pari a lire 4.301.682.867. Inoltre, da un lato, è stato rilevato che il corso delle procedure fallimentari si attesta su binari di ordinarietà e, dall'altro, non hanno trovato conferma le asserite irregolarità o illiceità ipotizzate dall'onorevole interpellante. Al riguardo, il procuratore della Repubblica ha comunicato che, in merito alle procedure fallimentari, non constano attività investigative di monitoraggio disposte dall'ufficio. Lo stesso ha aggiunto che, per quanto riguarda specifiche denunce di privati nell'ambito di procedure esecutive immobiliari, risultano iscritti negli ultimi due anni alcuni procedimenti, uno dei quali conclusosi di recente con un patteggiamento, relativi ad ipotesi di turbative d'asta - gli articoli 353 e 354 del codice penale - che si sarebbero verificate in occasione di pubblici incanti presso l'ufficio esecuzioni immobiliari del tribunale stesso.
PRESIDENTE. L'onorevole Meloni ha facoltà di replicare.
L'onorevole Meloni ha facoltà di illustrarla.
Premetto che, in merito alle vicende della criminalità organizzata (in particolare per gli episodi di usura), avevo presentato una interpellanza nel maggio 1998, a cui non è stata mai data risposta:
Tali esiti riguardano innanzitutto le persone; si tratta di piccoli e piccolissimi imprenditori che lamentano (e tentano di dimostrare in tutti i modi) di aver subito torti e danni gravissimi in relazione ad irregolarità che si sarebbero verificate nel corso o immediatamente prima di procedure fallimentari. Vi è il caso ormai famoso (riportato dalle cronache) di un imprenditore di Olbia che si chiama Pietrino Sanna, il quale ha lamentato di essere stato vittima dell'usura, proprio nel momento in cui si avvicinavano difficoltà per la sua azienda.
Signor sottosegretario Maggi, sottopongo il caso alla sua sensibilità di giurista. Il signor Sanna ha denunciato di aver portato egli stesso i libri contabili in tribunale perché si arrivasse alla dichiarazione di fallimento e si ottenessero le azioni revocatorie dei beni che erano stati in qualche modo sottratti con atti iugulatori; ebbene, si è tentato di compiere quelle azioni a distanza di quattro o cinque anni! Il signor Sanna, inoltre, denuncia la sparizione di una imponente massa di documenti. Egli, di conseguenza, ha fatto uno sciopero della fame ed ha creato intorno a sé un movimento di opinione (sul quale tornerò).
Tuttavia, non è il solo caso. Signor sottosegretario, ho qui con me (glielo consegnerò successivamente) un esposto denuncia di un altro imprenditore di quella zona della Sardegna (la Gallura) che si chiama Francesco Muntoni, il quale in ben quattordici pagine lamenta fatti gravissimi accaduti in occasione di procedure fallimentari condotte con dubbia regolarità.
Dicono la verità questi signori? Non lo so; non siamo qua per questo e non è questa la sede: non dobbiamo fare un processo a nessuno. Vorrei dire, però, che il danno più grave che si è prodotto (oltre a quello che riguarda le persone) è che si è diffusa in una intera comunità (ad esempio, nella città di Olbia, che conta 50 mila abitanti) una larghissima sfiducia nei confronti di tale genere di procedure e, in definitiva, nella giustizia. Si sono costituiti comitati spontanei e sono state fatte manifestazioni. Vi è una serie di dichiarazioni e di prese di posizione, riportate dagli organi di informazione, che denunciano chiaramente il malessere lì esistente.
Per i motivi esposti, signor sottosegretario, dobbiamo uscire dai confini di una risposta meramente burocratica: qui non si tratta di dare ragione al signor Sanna, al signor Muntoni o ad altri, ma di rispondere alle esigenze che vengono dalla società. Se le cose che questi imprenditori lamentano non sono vere, bisogna sapere che non sono vere; ma se sono vere, bisogna essere rigorosissimi nel perseguire i colpevoli. Tuttavia, in un caso o nell'altro ciò che conta - dal punto di vista politico, dal punto di vista di chi governa e di chi ha responsabilità pubbliche - è fare chiarezza. È soprattutto per questo - cioè per ottenere chiarezza da parte del Governo - che ho presentato la mia interpellanza urgente. Mi rendo conto che il Governo ha avuto pochissimo tempo per documentarsi, ma credo che in relazione a questi episodi possa disporre anche di notizie provenienti da altri canali.
In primo luogo, va evidenziato - come peraltro è già stato rilevato con spiccata sensibilità dall'onorevole Meloni - che l'esiguità dei tempi a disposizione per rispondere, anche in relazione alla complessità ed alla generalità dei temi in
In relazione alle affermazioni rese dal magistrato della procura della Repubblica presso il tribunale di Tempio Pausania, si fa rilevare che le stesse si inseriscono - avuto riguardo all'intero contenuto dell'intervista pubblicata su L'Unione Sarda del 5 agosto 2000 - in un più ampio quadro di riflessione sul fenomeno, al quale vanno ricondotte altre osservazioni dello stesso magistrato, che ha esortato ad avere fiducia nelle istituzioni e ha evidenziato che la normativa mette a disposizione dell'autorità giudiziaria molti strumenti investigativi per fronteggiare il fenomeno, concludendo nel senso che «ci sono tutti gli elementi per non creare tensioni fuori luogo».
Peraltro va sottolineato, anche per come riferito dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, che nessuna indicazione su presunti e potenti ostacoli all'attività di indagine è stata avanzata dal magistrato. Quest'ultimo si è limitato a evidenziare, sulla base di inconfutabili emergenze investigative ricavate da uno specifico procedimento legato al fenomeno dell'usura, come la segnalata presenza nel territorio gallurese di infiltrazioni di criminalità organizzata potesse esercitare una funzione sinergica con il fenomeno dell'usura, data la nota complementarietà del reato di usura rispetto all'attività di riciclaggio. Per il resto, in difetto di più puntuali riferimenti concernenti gli atti e i fatti che integrerebbero casi di vera e propria usura nell'ambito delle procedure fallimentari o durante il periodo immediatamente precedente alla loro apertura, in questa sede possono essere riferite solo notizie e dati relativi ai procedimenti penali avviati in relazione al delitto in questione presso gli uffici giudiziari di Tempio Pausania.
A tale riguardo si fa presente - per come riferito dal locale presidente del tribunale - che attualmente sono pendenti presso il relativo ufficio, nella fase dibattimentale, due procedimenti per usura, rispettivamente fissati per l'udienza del 5 e del 23 marzo 2001, mentre presso l'ufficio del GUP non pende alcuna richiesta di rinvio a giudizio per il medesimo reato. Nell'anno 2000 è stata emessa una sola misura cautelare per il delitto di concorso in usura nei confronti di due indagati e il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.
Per quanto riguarda la specifica posizione di Pietrino Sanna è stato comunicato che il procedimento n. 104 del 1998 del registro generale del ruolo relativo alla procura della Repubblica, a carico di più indagati in danno dello stesso Sanna, è stato definito, in data 9 dicembre 1998, con un provvedimento di archiviazione, mentre altro procedimento, avente ad oggetto i medesimi fatti (il n. 227 del 1999, sempre in danno del Sanna) è stato definito con sentenza di non luogo a procedere in data 14 luglio 2000, perché l'azione non poteva essere iniziata per mancata autorizzazione alla riapertura delle indagini.
In relazione a quest'ultimo procedimento il GUP ha pronunciato, il 12 ottobre 2000, ulteriore sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli indagati per improcedibilità dell'azione penale. Attualmente il procedimento è all'esame della corte d'appello in seguito al ricorso interposto dall'ufficio di procura.
Quanto all'ultimo quesito, il predetto presidente ha riferito che il fallimento della società in accomandita semplice Sanna Pietrino, nonché del medesimo Sanna quale socio accomandatario, venne
Per quanto concerne infine le denunce presentate dal Sanna sin dal 1991, è stato riferito che sono in corso indagini per verificare eventuali inerzie o omissioni penalmente rilevanti. Tali indagini sono svolte dalla polizia giudiziaria di Olbia interessata dalla procura di Tempio, a seguito di un ulteriore recente esposto da parte del Sanna, le cui precedenti doglianze, portate anche all'esame di questo Ministero, non avevano consentito di porre in rilievo profili di interesse disciplinare o paradisciplinare a carico di magistrati per ipotesi di omissioni o inerzie investigative. Tali nuove indagini riguardano anche una lamentata scomparsa di documenti dei fascicoli processuali.
Quanto al preoccupante fenomeno dell'usura, che può costituire occasione e sintomo di altri gravi ed inquietanti fenomeni criminali, si evidenzia, comunque, che non è mai mancato il costante impegno delle forze dell'ordine e della magistratura per mantenere alto il livello di attenzione del controllo su tale fenomeno, intervenendo sempre con decisione sia in termini di prevenzione sia in termini di repressione a tutela della legalità, per restituire sicurezza e fiducia alla popolazione interessata.
La problematica evocata dall'onorevole interpellante, sia nei suoi termini generali sia riguardo ai casi sopra segnalati, è quindi da tempo all'attenzione del Ministero della giustizia, che seguirà ogni possibile sviluppo delle vicende ad essa connesse, ponendo in essere, negli ordinari tempi richiesti, tutti gli approfondimenti ritenuti necessari, ivi comprese un'eventuale ispezione mirata alle procedure fallimentari ovvero un'inchiesta, nel caso in cui non si rivelassero sufficienti gli esiti dell'ispezione ordinaria in atto. Va da sé che di questo esito non si mancherà di dare tempestiva comunicazione al Parlamento.