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ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, mi dispiace tornare sull'argomento e assicuro a lei e al ministro Bianco che non ho alcuna acrimonia personale, ma sono costretto a chiedere la solidarietà e l'intervento della Presidenza e dei colleghi della Giunta per il regolamento. Si tratta di intendersi sul ruolo e sulla funzione del Parlamento, sui suoi diritti e prerogative, ed anche sui doveri che hanno i rappresentanti del Governo nei confronti delle Camere.
-, anche per le modalità con le quali è stato approvato; e gli articoli del regolamento della Camera vanno rispettati come se fossero norma di legge o ancora di più.
PAOLO ARMAROLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO ARMAROLI. Signor Presidente, il ministro Bianco... Posso parlare, Presidente?
PRESIDENTE. Prego, onorevole Armaroli.
PAOLO ARMAROLI. Stavo dicendo... Vorrei che cortesemente mi prestasse un briciolo di attenzione, Presidente. Grazie. Il ministro Bianco si comporta un po' come i fiumicelli carsici: compare e scompare di continuo. Debbo però dire che, quando scompare, lo fa nel momento inopportuno (Commenti). Come rilevava molto bene l'onorevole Vito, il ministro Bianco lo si è visto stamattina prima della sospensione antimeridiana della seduta, lo si è visto oggi pomeriggio dopo le ore 16: vedi caso, signor Presidente, dalle 15 alle 16 il ministro Bianco si è reso uccel di bosco!
BENITO PAOLONE. Soro, non distrarre il ministro!
PRESIDENTE. Onorevole Paolone, la richiamo all'ordine per la prima volta!
PAOLO ARMAROLI. Sono molto rispettoso nei suoi confronti, ma proprio quando abbiamo cortesemente il bersaglio sul ministro Bianco...
Non credo, Presidente, che sia una sorta di accanimento personale. Quando noi abbiamo approvato la riforma del regolamento, uno dei punti qualificanti di quella riforma, sostenuta anche dal Presidente Violante, era costituito dall'articolo 135-bis, cioè dalle modifiche introdotte sul question time. Si disse chiaramente (ne fu data comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri e a tutti i ministri) che la formula - che pure limitava molto i gruppi - di presentare la domanda ventiquattro ore prima, cioè entro le ore 12 del giorno antecedente, era necessaria proprio per consentire ai ministri di organizzare la loro agenda e fare in modo che l'indomani potessero giungere in aula a rispondere all'interrogazione a risposta immediata. Il tempo di ventiquattro ore fu quindi scelto per contemperare le esigenze dei gruppi di presentare una domanda che avesse immediatamente risposta con le giuste esigenze e gli impegni dei rappresentanti del Governo.
In questa legislatura sono state fatte delle deroghe a questo principio, ma quando vi erano degli impegni istituzionali che portavano il ministro fuori dall'Italia a che erano stati assunti precedentemente alle ventiquattro ore in questione. Ricordo il caso del ministro degli affari esteri Dini, che era in Asia. Ed anche in quel caso il Presidente Violante assicurò che il mercoledì successivo, pur in presenza di preesistenti impegni del ministro degli esteri fuori dall'Italia, il ministro sarebbe stato in Italia.
Non dubito, Presidente, che fra le ore 13 e le ore 18 il ministro dell'interno Bianco abbia avuto da lavorare per ragioni istituzionali nel suo ufficio, ma fatto sta che è a Roma, è alla Camera e presumibilmente è stato impegnato per ragioni del suo ufficio al Viminale. Allora, Presidente, noi possiamo fare tutte le riforme del regolamento che vogliamo, ma queste riforme non servono a nulla se non cambiano i comportamenti parlamentari e i comportamenti politici. Io credo - ripeto -, senza nulla di personale, che occorra far capire a tutti i rappresentanti del Governo che non vi è impegno istituzionale superiore a quello di riferire al Parlamento, che è la massima Assemblea elettiva del paese (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e misto-CCD). Non vi può essere un impegno istituzionale principale e superiore a questo! Il regolamento della Camera non ha superiori come fonte normativa - come lei mi insegna, Presidente
Quando si arriva alle 13 in aula e poi vi si ritorna alle 18, sembra quasi si sia voluto evitare o snobbare o sbeffeggiare l'impegno istituzionale preminente di riferire al Parlamento - quando il Parlamento lo richiede - tra l'altro su questioni molto delicate e urgenti per la nostra democrazia, come la violenza, gli annunci di violenza in occasione dei vertici internazionali, gli episodi di violenza ai danni di sedi politiche e di parlamentari.
Ecco, Presidente, io vorrei che tutto questo fosse stigmatizzato e che lo si ritenesse uno di quei comportamenti che i ministri, i rappresentanti del Governo, non possono e non debbono assumere nei confronti del Parlamento; e vorrei che chi ha il dovere di rappresentare e difendere il Parlamento, cioè la Presidenza della Camera (in questo caso onorevolmente da lei presieduta), richiamasse i rappresentanti del Governo a questo dovere e al rispetto che devono a tutti noi (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Debbo dire - e do atto alla Presidenza di questo - che il Presidente Violante, nei casi nei quali qualche ministro era un po' «renitente alla leva» del question time, ha insistito a tal punto che il ministro poi si è puntualmente presentato. Le uniche eccezioni, come ella che è un attento vicepresidente ricorderà, sono state del tutto... eccezionali.
Dicevo che nelle poche «eccezioni eccezionali», se mi consente il bisticcio di parole, in cui ciò si è verificato effettivamente, il ministro competente era fuori d'Italia. Mi pare che sia capitato una volta al ministro degli esteri ed un'altra volta al Presidente del Consiglio dei ministri.
Non è questo il caso, ministro Bianco (non ne faccio una questione di carattere personale), ma ella mi sembra che sia poco rispettoso delle prerogative del Parlamento perché la domanda è stata formulata con 24 ore di anticipo; era scaduta alle ore 12 di ieri, martedì 23 gennaio, e lei aveva tutto il tempo per venire qui in aula tra le ore 15 e le 16 per rispondere alle interrogazioni a risposta immediata. Così non ha fatto e credo che sarebbe opportuno, visto che ella è qui presente, giustificare la sua assenza dalla risposta e di promettere, se del caso, anche se mancano ormai poche settimane alla scadenza della legislatura, di non ripetere, di non perseverare in quello che è stato un errore (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).