Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 844 del 24/1/2001
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(Emergenza rifiuti in Campania - I)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Albanese n. 3-06822 (vedi l'allegato A - Interrogazione a risposta immediata sezione 6).
L'onorevole Albanese ha facoltà di illustrarla.

ARGIA VALERIA ALBANESE. Presidente, il ministro, rispondendo al collega Ricci, ha in parte risposto anche alla mia interrogazione. Non mi soffermo sull'illustrazione dei problemi conseguenti alle emergenze che si stanno verificando e che coinvolgono un numero sempre maggiore di comuni dell'area napoletana.


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Vorrei che il ministro continuasse ad illustrare le iniziative che il Governo, d'intesa con gli enti locali, sta mettendo in atto, soprattutto per spiegare ai cittadini della Campania e delle regioni meridionali la necessità di superare lo strumento della discarica per utilizzare, invece, impianti moderni che consentano anche alle nostre regioni di essere al passo con i paesi civili europei che hanno impianti per lo smaltimento e, soprattutto, per la trasformazione dei rifiuti. Si potranno così superare anche alcune recenti disinformazioni dei cittadini della Campania che hanno portato a dimostrazioni in alcuni comuni che si sono rifiutati di accogliere questi impianti.

PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente ha facoltà di rispondere.

WILLER BORDON, Ministro dell'ambiente. Presidente, la ringrazio anche per la comprensione che mi ha precedentemente manifestato e proseguo in questa sorta di risposta a puntate ripartendo da un dato di carattere generale. Come dicevo, per lunghi anni, in un periodo in cui la produzione di rifiuti era molto minore, abbiamo accettato l'idea che essi si dovessero eliminare fondamentalmente in discariche o attraverso i vecchi impianti di incenerimento. Questi mezzi, con l'aumento a dismisura della produzione di rifiuti, si sono rivelati inidonei e hanno messo in crisi, prima di tutto, il sistema della raccolta, poi il sistema delle discariche; complessivamente il danno ambientale che si è così prodotto è diventato insostenibile. Da alcuni anni il Ministero dell'ambiente è intervenuto cambiando radicalmente la filosofia dello smaltimento che parte fin dall'inizio della produzione del bene di consumo che deve avere in sé, da una parte, potenzialità di biodegradabilità e, dall'altra, la capacità di essere riutilizzabile; si è incentivata la raccolta differenziata che, partendo dal 2-3 per cento sul territorio nazionale, è giunta già al 15 per cento.
Confermo quindi, a questo punto, la possibilità di raggiungere entro il 1o gennaio 2003 l'obiettivo (che quando fu dato dal mio predecessore fu considerato praticamente utopico) del 30-35 per cento. Ovviamente, vi sono da questo punto di vista zone più o meno felici; certamente, nella parte meridionale del paese la situazione è ancora più arretrata anche se, come dicevo, soprattutto in Campania si intravedono i primi elementi di novità.
In particolare, vorrei però soffermarmi su questa interrogazione perché pone un problema che è sorto qualche giorno fa, quello della definitiva chiusura della discarica di Tufino a seguito, com'è noto, del sequestro preventivo disposto dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Nola. Il piano di emergenza precedente, attraverso il commissario, prevedeva che la discarica sarebbe stata chiusa il 30 gennaio del 2001. Pertanto, abbiamo dovuto immediatamente predisporre un piano che rafforzasse ulteriormente le condizioni per far fronte all'emergenza. Nelle ultime quarantotto ore, sono stati definiti accordi interregionali con l'Umbria e l'Emilia Romagna per il conferimento della frazione secca dei rifiuti; sempre nelle ultime quarantotto ore si è concluso un accordo con le Ferrovie dello Stato per il trasporto dei rifiuti in altra regione e si è intervenuti con un provvedimento di modifica dell'ordinanza che prevede l'attribuzione al prefetto di Napoli dei poteri precedentemente ripartiti tra i singoli prefetti delle province campane, nonché alcune deroghe alle procedure previste dalle leggi che regolamentano la materia, al fine di assicurare un'ulteriore accelerazione dei procedimenti di approvazione degli interventi previsti dal piano sullo smaltimento dei rifiuti della Campania per poter riportare a regime la situazione molto prima di quanto precedentemente avevamo previsto. Grazie.

PRESIDENTE. Signor ministro, se nella prossima replica recuperasse un minuto farebbe cosa buona.
L'onorevole Albanese ha facoltà di replicare.


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ARGIA VALERIA ALBANESE. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatta della risposta che ha dato il ministro, che ringrazio per l'impegno che sta profondendo in questi mesi, con l'augurio e la speranza che anche nei prossimi mesi il suo lavoro possa continuare. So che indubbiamente il lavoro messo in cantiere dai Governi che si sono succeduti in questa legislatura ha dovuto recuperare in questo settore gli ampi ritardi accumulati dalle regioni meridionali. In particolare, in Campania noi scontiamo il fatto che per decenni non c'è stata una politica per l'ambiente, una politica lungimirante che abbia pensato appunto a dotare il territorio di impianti che superassero la discarica e l'inceneritore. Paghiamo lo scotto di questi ritardi.
Anche la giunta regionale precedente l'attuale, la giunta guidata dal senatore Rastrelli, ha accumulato incertezze e ritardi soprattutto nella localizzazione dei nuovi impianti, che determinano oggi questo stato di allarme e di emergenza.
Speriamo che nel lavoro di concertazione tra Governo ed enti locali, con il coinvolgimento dei nuovi strumenti - i consorzi di bacino - e soprattutto grazie alla cultura nuova di rispetto dell'ambiente che si sta diffondendo tra i cittadini, soprattutto i più giovani, si riesca a recuperare i ritardi accumulati nel passato e si riesca a far sì che la Campania anche in questo possa diventare una regione normale.

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