Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 844 del 24/1/2001
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(Prevenzione inquinamento marino)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Cherchi n. 3-06821 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
L'onorevole Gerardini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di illustrarla.

FRANCO GERARDINI. Signor Presidente, la petroliera Jessica, della compagnia Petrol Ecuador, diretta alcuni giorni fa verso la California, si è incagliata, paradossalmente, nella cosiddetta Baia Naufragio, nell'arcipelago delle Galapagos. Nella stiva di questa carretta del mare, come potrebbe essere definita, vi erano 960 mila litri di petrolio, 640 mila litri di gasolio e circa 320 mila litri di bunker, un combustibile di bassa qualità molto pericoloso per l'ecosistema marino, perché difficile da sciogliere con i prodotti chimici. Molti di questi litri di carburante si sono già dispersi dalle lamiere lacerate e in parte sono stati recuperati.
Il ministro dell'ambiente dell'Ecuador ed anche il governatore dell'arcipelago hanno in sostanza chiesto l'aiuto internazionale. Questa macchia di petrolio ormai si è estesa per migliaia di chilometri e c'è stata una grande solidarietà internazionale nel tentativo di riparare questo gravissimo danno ambientale, che riguarda noi tutti, in quanto l'arcipelago che sta all'interno del parco nazionale delle Galapagos è un patrimonio naturale dichiarato dall'Unesco nel 1978 patrimonio dell'umanità.
Credo sia necessario riflettere fino in fondo su questa vicenda; precedenti simili si sono verificati anche nell'area mediterranea e nelle acque nazionali. Chiedo quali siano state le misure adottate dal Governo, anche in maniera unilaterale, nelle sedi internazionali affinché si possano prevenire questi rischi di inquinamento del mare connessi al trasporto di carichi pericolosi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere il ministro dell'ambiente.

WILLER BORDON, Ministro dell'ambiente. Voglio dire innanzitutto che il Governo italiano sta ovviamente partecipando con il massimo di attenzione, di sostegno e di solidarietà al tentativo di porre immediatamente i primi presidi perché il gravissimo danno ambientale, che si sta profilando e che potrebbe ulteriormente aggravarsi in uno degli ecosistemi marini più straordinari del mondo, abbia, con gli sforzi della comunità internazionale, il minor impatto possibile.


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Per quanto ci riguarda, abbiamo attivato specifiche iniziative di solidarietà, a partire dal trasferimento urgente di risorse finanziarie da parte del Ministero degli esteri, nel quadro della cooperazione internazionale. Per quanto mi concerne, ho dato immediatamente disposizioni perché il qualificatissimo personale dell'ICRAM fosse immediatamente a disposizione come supporto operativo sul campo.
Questo incidente, però, deve farci riflettere ulteriormente - ed è giusto che su questo punto sia stato posto l'accento dagli interroganti - sui livelli di sicurezza sui nostri mari. Ne abbiamo discusso varie volte, anche in quest'aula. Voglio ricordare un dato, per chiarire di cosa stiamo parlando: quelle del Mediterraneo sono lo 0,8 per cento delle acque del globo, pur tuttavia nel Mediterraneo transita il 25 per cento del petrolio del mondo intero. Direi che questi due dati danno già l'evidenza straordinaria di una situazione che non possiamo più limitarci a guardare aspettando che prima o poi, per il calcolo delle probabilità, possa verificarsi qualche disastro paragonabile a quello che abbiamo appena ricordato.
È noto che il Ministero dell'ambiente proprio di recente ha adottato una serie di iniziative che - lo voglio dire - sono state anche discusse nel mondo imprenditoriale. Approfitto di questa occasione per dire che la comunità internazionale, però, deve in qualche modo mettersi d'accordo, perché non possiamo garantire sicurezza, rispetto a dati come questo, se non intervenendo con misure che, per esempio, escludano radicalmente dai mari italiani le cosiddette carrette del mare. Credo che noi non possiamo nemmeno accontentarci - voglio dirlo con estrema decisione - dei tempi previsti a livello internazionale. Devo dire di più: a causa della nostra particolare condizione dobbiamo essere in grado di anticipare i pur rapidi tempi di dismissione previsti dall'Unione europea.
Per quanto mi riguarda, com'è noto, mi sto muovendo in questa direzione non solo con i mezzi di cui dispone l'Italia - mi riferisco alla flotta di unità navali particolarmente specializzate, dislocate lungo l'intero perimetro costiero -, ma anche con le direttive che il Ministero dell'ambiente ha emanato, nell'ambito della propria competenza, in materia di sicurezza marittima. Vorrei ricordare le due più importanti: quella concernente un controllo più rigoroso delle navi trasportanti materiali pericolosi all'ingresso dei mari italiani affinché venga garantita al massimo la sicurezza e quella che fissa norme ancora più severe per l'accesso alla laguna di Venezia, che entrerà in vigore nel prossimo mese di febbraio.
Ritengo che in questi giorni dovremo ulteriormente valutare se non sia il caso di estendere la normativa prevista per Venezia anche a tutte le aree cosiddette sensibili del nostro territorio nazionale. Per quanto mi riguarda, devo dire che quest'ultima vicenda porta a concludere che dovremo prendere una decisione in tal senso e anche molto rapidamente.

PRESIDENTE. L'onorevole Gerardini ha facoltà di replicare.

FRANCO GERARDINI. Signor Presidente, ringrazio il ministro per la sua risposta, che ritengo esauriente. Credo che l'azione del Governo, cui si è giustamente riferito, possa essere ulteriormente rafforzata dal provvedimento che, proprio ieri, la Camera dei deputati ha approvato e che stabilisce nuove disposizioni per la prevenzione dell'inquinamento derivante dal trasporto marittimo di idrocarburi, presentato dal nostro valente collega, onorevole Duca.
Questo provvedimento si inserisce nel quadro della normativa internazionale e comunitaria, finalizzata a garantire maggiori livelli di sicurezza nel trasporto marittimo di idrocarburi molto inquinanti.
Tuttavia, si deve constatare con dispiacere l'irresponsabile posizione assunta dal Polo in quest'aula, che ha impedito il rafforzamento di una norma che intendeva prevedere la corresponsabilità dei proprietari del carico di idrocarburi, specialmente nei casi in cui non vengano


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garantite misure di sicurezza da parte delle navi che trasportano tale tipo di carichi.
Ritengo che questo provvedimento sia molto importante, perché stanzia finanziamenti per circa 100 miliardi in favore del rinnovo delle vecchie navi in navi più moderne, a doppio scafo e quindi più sicure, prevedendo inoltre la differenziazione delle rotte, come avviene per il traffico aereo, al fine di evitare pericoli di collisione.
Con l'approvazione di questo provvedimento il Parlamento ha contribuito all'azione del Governo volta ad impedire danni così gravi all'ecosistema marino, come sono avvenuti negli anni passati e come è avvenuto nel caso delle Galapagos.

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