(Sezione 6 - Pagamento ICI da parte dell'Enel)
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CAPARINI e FAUSTINELLI. - Ai Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato e delle finanze. - Per sapere, premesso che:
l'Enel non ha accettato l'indicazione dell'erario scegliendo l'autonoma determinazione del valore patrimoniale degli immobili con il sistema Docfa, basandosi sul valore catastale dei terreni ove sono situati gli impianti industriali, nell'inaccettabile presupposto che essi siano di natura e destinazione agricola;
numerosi sindaci in tutto il paese hanno assistito al drastico ridimensionamento della quota dell'Ici versata dall' Enel a partire dal 1999, che possiede 54 impianti per la produzione e distribuzione di energia elettrica;
emblematico è il caso del comune di Sellero, in provincia di Brescia: nel 1968 l' Enel realizza un impianto idroelettrico di generazione e pompaggio su un'area di circa 80.000 metri quadri che dal 1973 svolge i servizi di generazione, riqualificazione dell'energia con ciclo giornaliero, riserva fredda o rotante e regolazione della frequenza di rete. La produttività mediante pompaggio (1.000 ore/anno) di 257,4 gwh che, ad un prezzo di mercato di 100 lire al kw, portano ad una rendita annua di 32 miliardi. La popolazione nel corso di questi anni ha subito un vero e proprio saccheggio ambientale rappresentato, tra gli altri, da tralicci di alta e media tensione - interrogazioni Caparini ed altri del 29 ottobre 1997 n. 4/13453 e del 1o ottobre 1996 n. 5/00642 - e un bacino di raccolta per il pompaggio. Una devastazione del territorio che ha interessato un'area di circa 80.000 metri quadrati. Gli iniziali benefici occupazionali sono rapidamente svaniti con il repentino smantellamento del centro di controllo di San Fiorano - interrogazioni Caparini ed altri del 7 ottobre 1999 n. 5/06809, del 8 agosto 1996 n. 5/00641 e del 9 ottobre 1997 n. 4/12975 - e confermati dalle previsioni contenute nel documento «Lineamenti organizzativi della società Enel S.p.A.» - interrogazione Caparini ed altri del 28 gennaio 2000 n. 3/05005. Nel 1993 con l'istituzione dell'Isi prima, e dell'Ici poi, il comune ha provveduto ad applicare l'aliquota in base al valore dell'impianto denunciato dall' Enel di circa 36 miliardi. Si è passati da un importo di lire 156.891.000 a quello di lire 227.482.000 versato per il 1998. Dall'inizio del 1999 l' Enel procede alla citata riduzione da una somma presunta di lire 260.000.000 a circa 14 milioni chiedendo il rimborso di quelle precedentemente versate. Il comune di Sellero ha chiesto all'Ute di Brescia di effettuare la verifica della rendita denunciata ai sensi del decreto ministeriale n. 701 del 1994 e della circolare ministeriale n. 277 del 3 gennaio 1977. L'Ute a seguito di un sopralluogo provvede a rassegnare una nuova rendita catastale che, seppur ripartita tra i comuni interessati dall'impianto, rispetta l'originaria valutazione;
nonostante gli incontri avvenuti tra i comuni e l' Enel non è stata efficacemente risolta da parte del Governo la questione del mancato introito per i comuni. A poco
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è servito l'iscrizione di uno stanziamento specifico di 15 miliardi al fine di fronteggiare le minori entrate Ici nella finanziaria per il 1999;
le amministrazioni comunali interessate a fronte di minori entrate che in alcuni casi costituiscono la maggior parte del bilancio saranno costrette a compensarle con l'aumento delle imposte comunali;
nella politica di riqualificazione inaugurata dal nuovo corso aziendale, illustrata nelle linee strategiche di sviluppo per il quadriennio 2000/2004, si prevedono investimenti per circa 19.000 miliardi -:
se il Ministro non ritenga dover intervenire tempestivamente al fine di evitare che le mancate entrate derivanti dalla arbitraria decisione dell' Enel siano causa dell'incremento delle imposte comunali;
se il Ministro delle finanze non ritenga di dare precise istruzioni agli uffici tecnici erariali competenti per territorio affinché respingano le istanze dell' Enel intese alla nuova definizione delle aree sottraendole dalla destinazione a categoria «D», ovvero a categoria per insediamenti produttivi. (3-05137)
(16 febbraio 2000).
BAMPO, CREMA e CALZAVARA. - Ai Ministri delle finanze e della funzione pubblica. - Per sapere, premesso che:
in diverse zone del territorio dove esistono uffici, sedi distaccate e centrali di produzione o smistamento dell'Enel, quest'ultima, secondo quanto denunciato da numerosi rappresentanti di enti locali, non avrebbe provveduto al pagamento dell'Ici, imposta comunale sugli immobili, o lo avrebbe pagato solo parzialmente, arrecando così gravi problemi di liquidità finanziaria a diverse amministrazioni, che proprio su queste entrate contavano e contano per equilibrare i loro conti, ovvero, per far fronte ai loro impegni di programma;
recentemente, la situazione è stata rappresentata a Roma da una delegazione di comuni italiani, che ha manifestato pubblicamente il proprio disappunto e chiesto ragione del comportamento dell'Enel che in taluni casi ha operato un'unilaterale riduzione delle aliquote previste, senza concertare con i comuni le medesime;
per denunciare tale azione, gravemente lesiva del diritto, ormai diffuso e sancito legislativamente, ad una fiscalità equa e decentrata, alcuni sindaci hanno affermato di voler portare i libri in tribunale se la situazione non si dovesse sbloccare;
da qualche anno, il Governo, con il patto di stabilità promosso con gli enti amministrativi, ha drasticamente ridimensionato le rimesse economiche che i comuni ricevevano da Roma, per cui molti comuni italiani basano i loro delicati equilibri finanziari principalmente contando ormai sulla sola fiscalità locale, una delle cui voci è appunto rappresentata dall'Ici;
al contrario di quanto può avvenire, se ad evadere questa tassa è un privato cittadino, l'Enel può contare su un apparato legale in grado di diluire i contraccolpi negativi di questo atteggiamento e dilazionare sine die il pagamento delle cifre imposte dal comune per gli immobili di proprietà che insistono sul proprio territorio;
le controparti dell'Enel sono spesso piccoli comuni non in grado di opporsi a questo stato di cose -:
se i ministri interrogati sono al corrente della situazione più sopra succintamente rappresentata;
se non intendano compiere un monitoraggio al fine di quantificare il fenomeno del mancato pagamento dell'Ici da parte dell'Enel, sia per una verifica del numero dei comuni coinvolti, sia per dare conto dell'entità delle cifre da questi legittimamente rivendicati;
se non intendano richiamare i vertici dell'Enel ad un maggiore rispetto degli
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impegni fiscali nei confronti dei comuni, operando in tempi brevi al fine di rimuovere il problema;
se non intendano verificare l'opportunità di ricorrere a forme di esazione risoluta nei confronti dell'Enel, una volta verificata la fondatezza delle accuse dei comuni, al fine di recuperare gli importi evasi o dei quali si sia attestato il mancato pagamento. (3-05930)
(28 giugno 2000).