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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo su alcuni attentati dinamitardi verificatisi in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia.
MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, nella seduta del 10 novembre scorso l'onorevole Contento e l'onorevole Pezzoli hanno posto all'attenzione dell'Assemblea il problema degli episodi criminali che da tempo colpiscono il Friuli-Venezia Giulia ed il Veneto, caratterizzati da ordigni esplosivi disseminati da un pericoloso criminale, ancora non individuato, ma noto alla pubblica opinione con il nome di Unabomber. In relazione a tali fatti, che suscitano forte preoccupazione non solo nella popolazione locale, è stato chiesto al ministro dell'interno di rendere un'informativa sullo stato delle indagini e sulle misure adottate. Prima la sessione di bilancio e poi altri impegni parlamentari ne hanno un po' ritardato la trattazione.
il 6 marzo scorso, il giorno successivo alla locale sfilata dei carri di Carnevale. Nell'occasione, l'involucro dell'ordigno, occultato in una bomboletta spray di stelle filanti e rimasto inesploso, era costituito da un tubo di ferro per uso idraulico, saldato all'estremità con del piombo.
raccolti suscettibili di approfondimento investigativo, così da programmare le iniziative da intraprendere e selezionare le proposte da formulare all'autorità giudiziaria. Tra l'altro, verranno valutate tutte le posizioni dei soggetti che a qualsiasi titolo, in ragione della propria attività professionale, possano disporre di esplosivi compatibili con i residui sequestrati in occasione degli attentati eseguiti.
PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, avrei esordito con un sincero ringraziamento al sottosegretario Brutti, anche a nome del collega Pezzoli, che insieme a me ha posto all'attenzione del Presidente della Camera e quindi dell'Assemblea le questioni che oggi stiamo affrontando, i cui risvolti sono purtroppo estremamente drammatici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palma. Ne ha facoltà.
PAOLO PALMA. Signor Presidente, ho trovato molto esauriente ed onesta l'esposizione del sottosegretario Brutti su questa vicenda che presenta alcune difficoltà investigative anche sul versante della prevenzione. Le informazioni forniteci testimoniano con chiarezza il grande sforzo investigativo che il dipartimento di polizia sta conducendo, con l'utilizzo di tecnologie sofisticate, attraverso la scientifica, la Digos e le squadre mobili dell'area di Udine-Pordenone-Venezia.
di ricordare che la polizia dell'epoca, che pure era efficiente, non riuscì a venire a capo del fenomeno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fontanini. Ne ha facoltà.
PIETRO FONTANINI. Signor sottosegretario, ritenevo che lei ci avrebbe fornito qualche notizia in più rispetto a quelle che abbiamo avuto modo di apprendere dai giornali. Ovviamente bisognerebbe anche verificare se le notizie di stampa corrispondano o meno a dati assodati e a qualcosa di preciso. Risulta infatti dai mass media che ben 13 sono gli indagati, ossia 13 persone sono state oggetto di perquisizioni da parte della polizia e poste sotto inchiesta da parte delle procure.
stata identificata, consentendo di assicurare il responsabile alla giustizia, possano assicurare alla giustizia questo individuo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. È chiaro che in occasioni come queste il problema è stabilire fin dove si può arrivare, qual è cioè il limite per evitare di dare spazio ad una mente contorta, ad un maniaco (così come sicuramente è l'autore di questi attentati), e nello stesso tempo per dare ai cittadini, come è necessario, un'informazione adeguata e la dovuta sicurezza.
attenzione quali probabili responsabili, non vedo perché l'opinione pubblica ne debba essere informata. Ritengo, anzi, che l'opinione pubblica non debba esserne informata. Nel momento in cui in qualche modo emerge un identikit del responsabile, attraverso tutta una serie di elementi anche fortuiti raccolti grazie all'azione delle forze dell'ordine, non vedo per quale motivo si debba dare la possibilità a colui che opera con mente criminale di difendersi anticipatamente da un'eventuale accusa di responsabilità. Ma questo è un problema di natura generale, che viene fuori sistematicamente. Nel momento in cui, per motivi di ordine pubblico, alcuni episodi criminosi vengono portati all'attenzione dell'intera nazione, sistematicamente si parla di fughe di notizie, di enfatizzazioni, di strumentalizzazioni, tutti elementi che in occasione di indagini di particolare delicatezza qual è questa dell'Unabomber non dovrebbero assolutamente emergere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Basso. Ne ha facoltà.
MARCELLO BASSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i fatti sui quali il Governo ha informato la Camera - dal mio punto di vista in modo esauriente - vanno considerati in tutta la loro gravità ed in tutta la loro pericolosità. Il fatto che circa venti episodi possano essere ricondotti alla stessa matrice preoccupa le popolazioni del Veneto orientale e del Friuli-Venezia Giulia, preoccupa le categorie economiche e gli imprenditori per una sequenza che dura ininterrottamente da circa 6-7 anni. Il primo attentato è avvenuto, infatti, a Lignano, su una spiaggia, circa sei anni fa; l'ultimo è avvenuto a Portogruaro, in un supermercato; uno è avvenuto nel mio comune, a Santo Stino di Livenza, del quale sono sindaco. Il territorio interessato è, più o meno, quello che sta a sinistra e a destra del Tagliamento; gli ordigni vengono collocati nei luoghi più disparati (uova, tubetti di maionese, vigne, spiagge, supermercati). L'autore è sicuramente molto abile, sia manualmente sia dal punto di vista della tecnica usata. Il sottosegretario di Stato ha parlato di probabili imitatori; io direi che hanno buona tecnica anche questi.
ricostruendo gli avvenimenti e comunicando ciò che si sta facendo; a nome dei Democratici di sinistra-l'Ulivo lo ringrazio in modo particolare. Al Governo si può chiedere ancora, ovviamente a supporto delle iniziative della magistratura, che le indagini proseguano con la necessaria determinazione, che vengano utilizzate tutte le risorse disponibili, sia umane che tecnologiche, che venga mantenuto un sicuro coordinamento delle forze di polizia.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
Dopo l'intervento del sottosegretario per l'interno, senatore Brutti, potrà intervenire un deputato per gruppo per cinque minuti, nonché un rappresentante per ciascuna delle componenti del gruppo misto.
Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno.
Riferisco innanzitutto alcune modalità di svolgimento degli ultimi episodi, proprio perché la loro conoscenza potrebbe essere utile agli scopi di informazione dell'opinione pubblica, di cui l'onorevole Contento ha sottolineato l'importanza ai fini della prevenzione.
L'ultimo attentato si è verificato la sera del 17 novembre a Roveredo in Piano in provincia di Pordenone: la signora Maria Grazia Redivo, mentre si accingeva ad utilizzare un tubetto di maionese acquistato nel pomeriggio presso l'ipermercato di Portogruaro, constatava l'eccessiva resistenza del tubetto, si insospettiva e richiedeva l'intervento dei carabinieri. All'interno del tubetto di maionese gli artificieri hanno trovato un ordigno esplosivo composto da una batteria di tipo stylo, circuiti elettrici ed una bomboletta di ricarica seltz parzialmente riempita di polvere esplodente.
A Cordignano un altro episodio: la signora Nadia Ros è stata meno fortunata perché la sera del 6 novembre, premendo un tubetto di concentrato di pomodoro per farne uscire il contenuto, non si è accorta di questa maggiore resistenza e ha provocato l'esplosione del tubetto. La signora ha riportato un trauma alla mano sinistra con lesioni complesse e con frattura alle falangi. All'interno del tubetto vi erano circa 20 grammi di polvere nera; l'esplosione è stata provocata da un congegno di detonazione alimentato da una batteria elettrica ed innescato dalla pressione che è stata esercitata sul tubetto.
Dai primi accertamenti è emerso che il tubetto era stato acquistato verosimilmente il precedente 21 ottobre presso lo stesso ipermercato di Portogruaro nel quale era stato acquistato il tubetto di maionese dell'episodio precedente. L'ipermercato è ancora lo stesso dove alcuni giorni prima, il 4 novembre, il signor Giorgio Madinelli, residente ad Azzano Decimo in provincia di Pordenone, aveva acquistato una confezione di uova al cui interno era stato minimizzato un analogo congegno, che fortunatamente non è esploso, ma soltanto per caso.
Una prima analisi di questi ordigni ha portato a stabilire talune somiglianze con quelli utilizzati per la fabbricazione dei cosiddetti tubi-bomba lasciati in vari luoghi pubblici del Friuli-Venezia Giulia ed in provincia di Venezia.
Nel mese di novembre si sono verificati anche altri episodi del genere, che però, almeno dai primi accertamenti, gli inquirenti tendono ad attribuire alla mano di altri criminali, comunque escludendo connotazioni eversive o collegamenti con il cosiddetto Unabomber.
Agli inquirenti sembra dunque che i crimini di quest'ultimo abbiano trovato alcuni sciagurati imitatori. In particolare l'11 novembre scorso, a Pordenone, il signor Leonardo De Piero, aprendo una confezione di yogurt acquistata presso un supermercato locale, ha riscontrato un'anomala resistenza del sigillo, si è insospettivo ed ha gettato a terra la confezione, che poco dopo è esplosa; è stato accertato che dentro la confezione vi era un petardo. Siamo dunque di fronte ad un episodio che ha caratteristiche diverse.
A Gorizia, il 15 novembre, su segnalazione del custode di una discarica comunale, è stato rinvenuto un manufatto composto da un piccolo estintore tagliato trasversalmente e richiuso con una piastra metallica saldata. Ci vuole anche un certo lavoro per mettere in opera queste imprese. All'interno conteneva circa un chilogrammo di polvere da sparo dello stesso tipo usato durante il secondo conflitto mondiale. L'oggetto era stato abbandonato tra il materiale di risulta destinato allo smaltimento ed era senza innesco, ma avrebbe potuto esplodere qualora fosse stato inserito nell'inceneritore.
Sembra invece ascrivibile alla serie degli attentati perpetrati dal cosiddetto Unabomber quello verificatosi il 6 luglio di quest'anno sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro, quando l'esplosione di un tubo-bomba artigianale provocò gravi ferite al signor Giorgio Novelli. Non si esclude, inoltre, che possa ricondursi allo stesso criminale anche il rinvenimento di un ordigno esplosivo a San Vito al Tagliamento,
Complessivamente gli episodi attribuibili a questo criminale e ai suoi eventuali complici ed emulatori sono almeno 28 e riguardano un ampio arco di tempo, i cui inizi risalgono al 1993. L'area nella quale gli attentati sono stati compiuti è principalmente quella delle province di Pordenone, Treviso, Udine e Venezia. Tutti gli attentati risultano senza apparente movente, sono rivolti a colpire in modo indiscriminato e sono privi di rivendicazioni attendibili. Sembra che si possa rilevare una preferenza, da parte del criminale, per i giorni di sabato e domenica e che vi sia stata un'interruzione della sua attività nel biennio 1998-1999.
Subito dopo l'esplosione del tubo-bomba di Lignano Sabbiadoro è stato costituito uno specifico gruppo di lavoro, gestito dal gabinetto per il Triveneto della polizia scientifica e composto da personale della stessa polizia scientifica, della Digos e delle squadre mobili delle questure di Udine, Pordenone e Venezia.
Il gruppo, in un primo momento ubicato nella stessa città di Lignano Sabbiadoro, per ragioni logistiche è stato successivamente trasferito presso il reparto mobile di Padova, dove opera tuttora con il compito di svolgere una minuziosa analisi di tutti i dati relativi ad episodi, anche di scarsa rilevanza, che comunque possono avere una qualche attinenza con i fatti criminali presi in considerazione.
Al gruppo confluiscono tutte le informazioni acquisite dalle varie indagini in corso. In particolare si tratta di dati tecnici concernenti i tipi di esplosivo usato, il confezionamento degli ordigni, i tempi e i luoghi degli attentati, i dati oggettivi ricorrenti, le tipologie di soggetti che potrebbero corrispondere al profilo dell'attentatore. Le informazioni vengono elaborate mediante uno speciale programma elettronico per la ricerca dei criminali seriali, denominato SASC (sistema di analisi della scena del crimine), fornito dal centro interregionale di polizia scientifica di Padova. Il sistema ricerca ogni collegamento o correlazione tra i dati inseriti che consenta di individuare una traccia investigativa utile.
Questo tipo di analisi ha permesso di acquisire spunti investigativi che potrebbero rilevarsi importanti e sui quali ovviamente è doveroso mantenere il riserbo. Appare comunque necessario evitare ogni tipo di enfatizzazione degli atti, moralmente miserabili, compiuti da chi attenta all'incolumità e alla vita di persone ignare, atti che sono frutto esclusivo di viltà e di una mentalità mediocre e maniacale.
Posso solo aggiungere che è stato possibile sinora tracciare, tra l'altro, un profilo comportamentale del criminale ricercato. Le indagini, la raccolta dei dati, l'attività di controllo su tutti i dati disponibili proseguono con impegno senza sosta.
Presso ciascuna delle procure della Repubblica delle provincie interessate, sono state stabilite particolari forme di raccordo investigativo tra personale delle Digos, delle questure e dei nuclei investigativi dei carabinieri. Da ultimo, poche settimane fa, è stato istituito presso la questura di Udine un momento di raccordo generale e di pianificazione delle indagini, ad opera di un gruppo di lavoro, particolarmente qualificato, di investigatori. Il gruppo è coordinato da funzionari del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Servizio antiterrorismo del dipartimento della pubblica sicurezza. Qualsiasi scenario viene preso in considerazione ed analizzato, senza escludere nulla; è evidente che anche ove si tratti di un miserabile criminale isolato, gli attentati hanno comunque carattere terroristico perché sono volti a colpire indiscriminatamente ed a suscitare timore e paura. A questo gruppo è preposto il dirigente della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Venezia.
Come primo compito operativo, il gruppo sta stilando un elenco degli elementi
In conclusione, posso assicurare che le indagini procedono in modo molto attivo e vengono utilizzate le tecnologie informatiche più sofisticate. Le acquisizioni di ciascun ufficio giudiziario e di ciascun organo investigativo vengono elaborate e coordinate attraverso il gruppo di lavoro avente sede a Padova. Si sta operando per conseguire livelli più elevati di coordinamento in tempo reale tra le varie provincie. La strategia delle forze di polizia e dell'autorità giudiziaria impegnate in queste indagini è ora comune.
Si è intensificata anche l'attività di prevenzione, che però è obiettivamente difficile, viste le modalità molto varie con le quali sono stati camuffati gli ordigni e gli intervalli temporali, non periodici, con i quali sono stati commessi gli attentati.
Queste sono le notizie dettagliate che il Governo, nell'ambito delle proprie competenze, è in grado di fornire in questo momento. Credo che sia giusto che un'informativa venga fornita di fronte ad atti che suscitano timore e allarme nell'opinione pubblica. È tuttavia motivo di rammarico per noi che la Camera dei deputati debba occuparsi delle gesta di un criminale che, con ogni probabilità, sarà contento dell'interesse manifestato da un Organo istituzionale. Faremo il possibile perché questa contentezza sia breve e perché costui venga presto assicurato alla giustizia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
Ho detto che avrei esordito perché non ho apprezzato l'ultima parte dell'intervento del sottosegretario. Come ho avuto modo di dire al Presidente della Camera quando ho sollecitato l'informativa urgente del Governo, la mia preoccupazione non era certo quella di andare incontro ai desideri e magari alle passioni nascoste del soggetto che va seminando ordigni e colpendo uomini, donne e bambini. Lo scopo era soprattutto, come ebbi a precisare, quello di valutare se vi fosse la possibilità di dare indicazioni all'opinione pubblica, senza intralciare le indagini in corso, per sollecitare quell'attenzione necessaria soprattutto quando si frequentano centri commerciali, per evitare le conseguenze drammatiche alle quali il sottosegretario ha fatto riferimento. La nostra preoccupazione era che l'informativa potesse soddisfare, tutto sommato, anche la brama di protagonismo che sicuramente ispira le azioni di questo folle criminale.
Di fronte a quella brama ed alle persone indifese che vengono coinvolte in episodi delittuosi da una folle strategia, avevamo ritenuto che fosse di gran lunga più importante dimostrare l'attenzione della Camera su due fronti: in primo luogo, per conoscere quegli elementi di indagine che potevano essere dati dall'informativa; in secondo luogo per ribadire che gli organi istituzionali sono vicini alle forze di polizia nell'opera di identificazione del protagonista di un caso delicato e dai contorni estremamente folli. È per questo che non abbiamo presentato un'interrogazione, che avrebbe potuto apparire come una critica ad un quadro investigativo complesso ed a coloro che erano chiamati a raccoglierne le fila per raggiungere risultati concreti.
Sono queste le ragioni per cui abbiamo chiesto al Governo di dare un segnale ai cittadini, non certo al disperato protagonista di queste vicende.
Del resto, quali altri strumenti possono avere i deputati per coinvolgere le istituzioni, in presenza di un segreto istruttorio che è giusto rispettare? Un segreto, molto spesso violato con la propalazione di notizie che magari danno conforto a chi è dietro questi episodi ma danneggiano le attività investigative, che suscita il desiderio di assicurare ai cittadini, alle comunità coinvolte dai fatti delittuosi, l'attenzione necessaria, di dimostrare che anche i parlamentari sono attenti a quello che accade nelle loro comunità; quei parlamentari che ritengono loro dovere chiedere rassicurazioni al Governo circa l'attenzione per la tutela di quei cittadini che hanno già pagato e - se mi è permessa una battuta critica - l'hanno fatto per 6 o 7 anni prima che effettivamente si sentisse l'esigenza di coordinare le indagini, di approfondire i risultati e cioè di rendersi conto che non ci si trovava di fronte a casi isolati, ma ad una lucida strategia che colpiva indiscriminatamente giovani, bambini e donne.
Ecco le ragioni per le quali, nonostante le sue affermazioni, la ringrazio, signor sottosegretario, dimostrandole così che le nostre intenzioni erano effettivamente quelle di dimostrare una particolare attenzione per fatti che sono, mi creda, avvertirti con preoccupazione dalle nostre comunità locali (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia).
Concordo con il sottosegretario allorquando ha giudicato forse eccessiva la richiesta di un dibattito parlamentare su questo tema, per il rischio di dare troppa importanza a questo folle. Prendo tuttavia atto con piacere che il collega Contento, a nome dello schieramento di centro destra, ha fatto capire come su questo tema non si voglia attuare quella politica dell'allarmismo che su altri terreni riguardanti l'ordine pubblico viene perseguita dal suo schieramento. Da questo punto di vista, vorrei dire al sottosegretario che ho condiviso l'appello da lui rivolto nei giorni scorsi affinché sul terreno della sicurezza dei cittadini si possa attuare una politica bipartisan. Diversamente rischieremmo di delegittimare tutti gli attori della vicenda, a cominciare dalle forze di polizia che non lo meritano e che non sono né di questo né di quel Governo, ma appartengono a tutti i cittadini.
Sul piatto della bilancia dobbiamo porre correttamente tanto il negativo tanto il positivo del caso. Il negativo è dato dalla difficoltà di assicurare alla giustizia questo criminale seriale e tale difficoltà a sua volta è data principalmente da un fatto positivo: la discontinuità dell'azione criminosa. Paradossalmente, infatti, l'individuazione di questo Unabomber sarebbe più agevole se il criminale si facesse vivo più spesso. Ma questo è un auspicio che nessuno può fare, in quanto significherebbe dover registrare altri colpi. Nella tabella del negativo rientra anche il fenomeno della emulazione, visto che una parte dei ventotto episodi criminosi non è ascrivibile a Unabomber, secondo quanto ci è stato detto, ed è questo il prezzo, purtroppo, da pagare alla civiltà di massa e alla libertà di stampa. Per inciso vorrei ricordare che un fenomeno analogo, ma senza amplificazione mediatica (questo lo dico per mia diretta esperienza di ricerca su documenti di archivio), si ebbe anche durante gli anni del fascismo con la spedizione di pacchi bomba a comuni cittadini. Mi pare
Nella tabella del positivo possiamo inserire la lieve entità di questi vili attentati, nonché l'inesistenza di connotazioni eversive e di collegamenti di tipo terroristico; vorrei soprattutto sottolineare con soddisfazione le particolari forme di coordinamento investigativo, organizzate presso ciascuna delle procure della Repubblica interessate, tra digos e nuclei investigativi dell'Arma dei carabinieri. Giustamente il sottosegretario Brutti ha mantenuto uno stretto riserbo sulle tecniche investigative che l'autorità di polizia sta attuando; sappiamo tuttavia che magistratura e polizia stanno lavorando con intelligenza, con forte motivazione ed abbiamo perciò fiducia che si possano raccogliere i frutti di questo lavoro, nonostante le difficoltà obiettive dell'indagine.
Vorrei infine invitare il Governo a trovare i modi più opportuni per sensibilizzare l'opinione pubblica circa alcune misure prudenziali che ogni cittadino può assumere, visto che in alcuni casi, come ci ha detto il sottosegretario Brutti, la prudenza ha avuto come effetto la non esplosione di ordigni.
Mi rendo conto che siamo in presenza del segreto istruttorio e che la materia è alquanto delicata, avremmo tuttavia gradito sentire da lei qualche informazione su queste persone oggetto di indagine, il che avrebbe senz'altro rappresentato un elemento di novità.
La cronistoria che lei ha fatto corrisponde a fatti noti. Dal 1993 sono iniziati gli atti criminali compiuti, lei dice, da una persona (forse non è certo neanche questo, ma diamo per buona questa definizione) e la popolazione, non solo di quelle zone, è molto preoccupata. Io, che provengo dal Friuli, conosco anche il problema legato alla presenza del turismo. Gli attentati sono stati infatti compiuti in due spiagge turistiche (Lignano e Bibbione) che ospitano ogni anno quasi 10 milioni di turisti. La situazione è pertanto allarmante anche per i risvolti economici derivanti dalle azioni di questo terrorista. Ricordo inoltre che si tratta di aree che sono state già oggetto di due attentati molto pericolosi. L'attività di questo maniaco sembra essersi spostata nei centri commerciali, in particolare in uno, ove si è cercato di colpire casalinghe e coloro che acquistano prodotti alimentari, utilizzando una tecnica abbastanza sofisticata. Mi auguro che non accada da noi ciò che si è verificato negli Stati Uniti d'America da cui è stata mutuata la definizione Unabomber. In quel paese l'FBI ha dovuto indagare per 18 anni prima di scoprire il responsabile di attentati similari a quelli che si sono verificati da noi. In Italia sono già trascorsi sette anni, speriamo che non debba trascorrere tanto tempo come negli Stati Uniti.
Abbiamo sentito che sui fatti stanno indagando più procure e che più uffici della polizia seguono attentamente le indagini; vorremmo tuttavia che il Governo ci fornisse qualche maggiore notizia in ordine a quanto si sta facendo. Non intendiamo certo dare a questo criminale la notorietà che si aspetta, bensì desideriamo fornire all'opinione pubblica, che è oltremodo allarmata per aver appreso dagli organi di stampa quanto accaduto, una maggiore serenità nello svolgere le proprie azioni quotidiane in quei territori.
Mi auguro che le nuove tecnologie e magari una collaborazione con l'FBI, per una tipologia di attentato che si è manifestata negli Stati Uniti e per fortuna è
Signor sottosegretario, non abbiamo avuto notizia di possibili collegamenti tra la nostra polizia e organismi di intelligence di paesi stranieri e questo sarebbe stato utile in quanto il fatto è preoccupante: in sette anni si sono registrati ben 28 attentati con un'escalation notevole. Ricordo che ultimamente questi fatti criminali sono aumentati con una certa frequenza e con una diversa tipologia rispetto al passato. È chiaro che siamo in presenza di una persona che sta seminando il terrore, anche se non ha rivendicato alcun attentato e non si riescono a capire le sue intenzioni. A questo riguardo gli psicologici potrebbero essere di grande aiuto per farci comprendere le motivazioni che spingono una persona a comportarsi in questo modo.
Speriamo che le forze di polizia, alle quali va, anche da parte nostra, grande solidarietà e l'augurio che si raggiungano obiettivi concreti, assicurino presso la giustizia questo criminale per dare alle popolazioni terrorizzate più serenità e una maggiore fiducia nel poter svolgere quotidianamente le proprie azioni.
Il suo intervento è stato puntuale e preciso, signor sottosegretario. Non mi sento assolutamente di fare critiche alla sua esposizione ed a quanto ha portato all'attenzione dell'Assemblea. Forse si tratta di notizie di cui già siamo a conoscenza per via di quello che si legge sui giornali, ma non potrebbe essere altrimenti; se infatti così non fosse, ci troveremmo in futuro di fronte ad un'inchiesta che la procura della Repubblica competente dovrebbe aprire a seguito della fuga di notizie. Ciò creerebbe un vulnus, una crepa, che è proprio quello che non deve accadere nel corso di indagini così delicate. Colgo anzi l'occasione per ringraziare e sostenere l'azione delle forze dell'ordine e degli inquirenti in questa vicenda.
Lo scopo dell'informazione è la prevenzione. Di fronte all'allarmismo forse esagerato o quanto meno inopportuno dei mass media, ritengo che vi debba essere un atteggiamento responsabile sia da parte di chi ha chiesto questo intervento del Governo, come appunto hanno fatto l'onorevole Contento e l'onorevole Pezzoli, sia da parte di chi ha risposto, come ha fatto lei, signor sottosegretario. Il bilanciamento tra le due posizioni deve portare a trarre delle considerazioni. Una vicenda come questa fa emergere aspetti che sono sempre stati portati all'attenzione del Governo da parte dell'opposizione. Penso, per esempio (anche se può sembrare banale) alla possibilità per chiunque di apprendere attraverso Internet come si costruisce un ordigno. È una delle questioni su cui abbiamo cercato di richiamare l'attenzione del Governo nell'ambito di quell'attività di prevenzione che riteniamo necessaria. E ritengo sia prevenzione anche quello che stiamo facendo: il fatto stesso di affrontare alla Camera questo problema rappresenta già di per sé un tentativo di garantire la sicurezza dei cittadini.
Credo siano queste le motivazioni che hanno spinto i colleghi di Alleanza nazionale a chiedere al Governo di riferire in Assemblea su questa vicenda. Si tratta innanzitutto di evitare le enfatizzazioni; e ritengo che lei, signor sottosegretario, abbia colto nel segno per quanto attiene ad un certo tipo di necessarie azioni del Governo.
Nel momento in cui gli inquirenti o gli investigatori sono arrivati a individuare, attraverso il capello, attraverso la saliva o attraverso qualsiasi altro elemento, una gamma di individui da osservare con
C'è allora un problema a monte, che va al di là della vicenda specifica, che investe tutta una serie di problematiche che sistematicamente ricorrono in occasioni simili. Ritengo che il Governo debba cercare pertanto di risolvere a monte le questioni che possono essere prese in considerazione per la prevenzione ma che debbono servire soprattutto ad aiutare chi, con il proprio lavoro (e parlo in questo caso degli investigatori e degli inquirenti), cerca di arrivare ad una soluzione per mettere definitivamente fuori gioco una mente criminale quale quella del responsabile di questa vicenda.
Vorrei soprattutto rilevare che in tutta questa vicenda c'è sicuramente qualcosa di strano, qualcosa di inquietante. Viene da pensare ad una persona psichicamente malata, come è stato autorevolmente scritto, perché gli atti sono privi di qualunque connotazione ideologica, culturale e sociale. Il fatto, però, che probabilmente si tratti di un fenomeno isolato, di un fenomeno senza radici, di un fenomeno senza ambiente sociale non può assolutamente tranquillizzarci. La pericolosità degli attentati rimane tutta intera; direi che solo la fortuna, fino ad ora, ha consentito che non si siano registrate delle vittime. Sono, di fatto, manifestazioni terroristiche.
Per quanto mi è dato di sapere, vivendo nel territorio, e per quanto ci ha detto l'onorevole Brutti, le forze dell'ordine sono particolarmente impegnate in un'attività di investigazione che coinvolge sia i carabinieri che la polizia di Stato delle regioni del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. So che su indicazione delle procure sono stati creati dei pool di investigazione, ai quali faceva riferimento poc'anzi il sottosegretario Brutti, e che la magistratura ha unificato - questo è importante - tutte le indagini, anche se finora mi pare non siano stati acquisiti elementi di rilievo. Il sottosegretario di Stato ci ha informati in modo chiaro,
Infine, i Democratici di sinistra-l'Ulivo sono d'accordo con il senatore Brutti: dispiace che debba essere la Camera dei deputati ad occuparsi della questione; tra l'altro, indirettamente, potremmo sul serio favorire degli atti emulativi.
Detto questo, la nostra vicinanza alla magistratura e alle forze dell'ordine - impegnatissime in questo caso - c'è tutta e a loro vanno, quindi, il nostro sostegno e la nostra solidarietà.