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sono svolte in proprio dal dirigente con grave danno per il migliore funzionamento delle strutture;
gli organici del ministero per i beni e le attività culturali presentano una situazione di diffusa carenza nei profili amministrativi;
a causa di tale lacuna che continua da almeno venti anni una gran parte di personale appartenente a profili di natura tecnica ha dovuto svolgere incarichi e lavori di tipo amministrativo con grave danno per lo svolgimento dei compiti riguardanti la conservazione, la tutela, la conoscenza, l'uso pubblico e la vigilanza sui beni culturali;
a seguito di tale carenza parte del personale appartenente ai profili di addetto ai servizi di vigilanza e di capo addetto ai servizi di vigilanza, di collaboratore bibliotecario, e di archivista è stato inquadrato nel corso degli anni nei profili di dattilografo, coadiutore e collaboratore amministrativo;
a seguito di tale carenza una gran parte di personale appartenente ai profili tecnici dell'area è costretta a svolgere lavori e compiti di tipo amministrativo distogliendo le proprie energie dai lavori catalografici, di studio, di individuazione, di salvaguardia, di conservazione e di valorizzazione dei beni culturali;
di conseguenza, i compiti di accoglienza del pubblico, di vigilanza, di gestione di servizi aggiuntivi, di organizzazione e conduzione di manifestazioni culturali vengono affidate, a personale esterno volontario, o a società private o ad operatori del servizio sostitutivo civile con ciò realizzando una completa privatizzazione della struttura pubblica;
in molti uffici dell'Italia settentrionale incombenze contabili ed amministrative, anche delicate, vengono affidate a personale esecutivo appartenente all'area A o
in virtù delle prossime promozioni interne che avverranno nel ministero, d'intesa con le organizzazioni sindacali, a seguito dell'attuazione dei passaggi fra le aree e del riconoscimento di manzioni superiori, il suddetto personale appartenente all'area A e proveniente da profilo di addetto ai servizi di vigilanza o di coadiutore si troverà ad essere inquadrato nel profilo di assistente amministrativo senza preparazione amministrativa né adeguati titoli di studio;
l'amministrazione per i beni e le attività culturali ha esperito un concorso pubblico per esami a 93 posti di assistente amministrativo in prova della VI qualifica funzionale;
il suddetto concorso ha portato alla formazione di una graduatoria di idonei;
nella predetta graduatoria rimangono non chiamate 127 unità;
dalla ricognizione degli organi effettuata dalla direzione generale del personale risulta nell'organico generale nazionale una carenza di 38 unità di sesta qualifica profilo di assistente amministrativo;
la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica avrebbe già espresso il proprio parere sulla materia e che, allo stato, non sembrerebbero sussistere elementi ostativi all'elaborazione di una graduatoria unica ed all'assunzione dei trentotto idonei -:
come mai, a quattro anni dall'espletamento del concorso, il ministero per i beni e le attività culturali non proceda senz'altro all'assunzione degli idonei i quali col superamento della prova selettiva hanno trasparentemente dimostrato di possedere tutti i requisiti per svolgere quelle funzioni amministrative di cui il ministero ha sempre più urgente necessità.
(3-06723)
alcuni quotidiani napoletani hanno pubblicato, nei giorni scorsi, la notizia inerente che il progetto di realizzazione della pavimentazione di piazza Dante e delle stazioni della metropolitana di Napoli era stato affidato all'architetto Gae Aulenti;
la famosa professionista, in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino sulle modalità di esecuzione di detto progetto, ha affermato che «la pavimentazione delle opere sarà in pietra lavica: non quella del Vesuvio, perché non ci sono più cave, ma quella dell'Etna»;
tale dichiarazione ha suscitato il disappunto di qualche sindaco, fra cui il dottor De Falco, primo cittadino di Terzigno, il quale avrebbe sottolineato che non risponde a verità l'affermazione dell'architetto Aulenti, in quanto vi sono numerose cave che operano nel vesuviano e vi è addirittura un consorzio di aziende che producono pietra lavica vesuviana, denominato C.p.v., con sede in Boscoreale -:
se non si ritenga opportuno intervenire con sollecitudine per rappresentare che la pietra lavica vesuviana si produce e se, di conseguenza, non ritenga che si debba provvedere alla modifica del progetto esecutivo, con l'impiego della pietra lavica vesuviana: ciò non solo a tutela della tradizione, ma anche per l'ottima qualità del prodotto, così come riconosciuto da tutti.
(3-06730)