(Sezione 10 - Presunte irregolarità al concorso per 230 posti di notaio)
L)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
con D.D. 11 maggio 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 38, 4a serie speciale del 19 maggio 1998, è stato bandito il concorso pubblico per esami a n. 230 posti di notaio;
in esito alle prove scritte, contro i n. 230 posti messi a concorso, sono stati ammessi agli orali n. 167 candidati, i quali hanno successivamente superato anche la prova orale;
avverso i giudizi di non ammissione alle prove orali espressi dalla Commissione esaminatrice hanno proposto ricorso al Giudice amministrativo oltre un centinaio di candidati esclusi, molti dei quali hanno ottenuto provvedimento cautelare che faceva obbligo alla suddetta Commissione di procedere ad una nuova valutazione degli elaborati, essendo emerse nell'opera di correzione degli scritti gravi violazioni di legge ed eclatanti disparità di trattamento svolti dai candidati esclusi risultando quelle impugnate apparentemente non immuni da vizi di eccesso di potere per disparità di trattamento e incongruenza di motivazione;
sono stati ammessi agli orali un numero imprecisato di candidati che hanno consegnato elaborati scritti in cui figurano vistosi segni di riconoscimento;
sono stati ammessi agli orali un numero imprecisato di candidati che hanno consegnato «atti pratici» affetti da vizi ed omissioni che il codice civile e la legge notarile sanzionano con la nullità assoluta ed insanabile;
sono stati ammessi agli orali un numero imprecisato di candidati che hanno omesso di trattare, nella parte teorica, alcuna delle tesi giuridiche prospettate nelle tracce o hanno dato ad esse una soluzione erronea, mentre altri candidati che hanno trattato le tesi in commento sono stati esclusi perché le argomentazioni sono state giudicate «meramente affermative» o «non condivisibili» dalla Commissione; ed ancora altri candidati sono stati esclusi dal proseguimento delle prove pur avendo optato per una soluzione del problema giuridico posto dalla traccia identica a quella di altri candidati ammessi agli orali. In proposito, il quotidiano Il Sole 24 Ore del 29 luglio 2000 commentava come nel concorso in esame si appalesasse «...una disparità di trattamento macroscopica tanto da violare gli articoli 3 e 97 della Costituzione uguaglianza e imparzialità ... la commissione ha travisato i fatti e i suoi giudizi sono viziati da macroscopiche illogicità ... le valutazioni sono incomprensibili...»;
molte buste (non si sa bene quante) sicuramente sono state consegnate e ricevute dalla Commissione dopo la scadenza delle sette ore previste per la stesura degli elaborati, alcune di dette buste appartenevano a candidati che sono stati ammessi agli orali;
i criteri generali di correzione e valutazione che risultano vergati in carta da lettere del «Grand Hotel Plaza» di Roma senza l'indicazione della data e con vistose correzioni e cancellature, non sono stati accettati da due commissari, che hanno dichiarato espressamente di astenersi,
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mentre un terzo Commissario si è allontanato dopo aver preso parte alla discussione relativa al calendario dei lavori. In base ai relativi verbali la Commissione non si è attenuta ai criteri di valutazione dei pubblici concorsi ma a generici ed arbitrari criteri non condivisi, come è stato sopra detto, da tutti i commissari;
le correzioni e le valutazioni degli elaborati scritti sono state effettuate in violazione dell'articolo 22 comma 4 e seguenti del regio decreto 14 novembre 1926, n. 1953 secondo cui «la Sottocommissione, dopo l'apertura dei pieghi con le modalità indicate dall'articolo 19, procede all'esame del lavoro attinente alla materia che le è stata assegnata ... se attribuisce al lavoro esaminato il minimo richiesto per l'approvazione, trasmette all'altra sottocommissione, seguendo l'ordine di correzione prestabilito, il secondo lavoro. La Commissione procede quindi all'esame del terzo lavoro dei candidati che hanno conseguito negli altri due lavori il minimo richiesto per l'approvazione». Gli elaborati delle prove scritte di un numero imprecisato di candidati ammessi agli orali risultano corretti, tutti, da una stessa sottocommissione;
tre commissari, tra cui il Presidente supplente, durante l'espletamento del concorso hanno rassegnato le loro dimissioni senza un apparente valido motivo e in coincidenza, come per il Presidente supplente della decisione adottata dagli altri componenti della Commissione di riceversi le buste contenenti gli elaborati dopo oltre un'ora e 30 dalla scadenza del tempo della consegna;
sono state dettate tracce di prove scritte che hanno riempito almeno due facciate del foglio protocollo con contorte e astruse problematiche nonché formulati problemi giuridici che erano stati trattati da alcuni commissari in seminari o corsi tenuti poco tempo prima del concorso, a cui avevano partecipato un numero imprecisato di candidati, tra i quali praticanti dei Commissari stessi, risultati poi vincitori -:
se alcuna informazione sia giunta al Governo e se risulta o siano veri i seguenti fatti che emergono tra l'altro dalla documentazione richiesta da alcuni ricorrenti ai sensi della legge sulla trasparenza;
quali provvedimenti abbia preso o stia per prendere il Governo al fine di ripristinare e garantire l'imparzialità e la trasparenza dell'operato della commissione esaminatrice nei confronti di tutti i candidati che hanno partecipato al Concorso notarile in commento.
(2-02766) «Selva, Aloi, Trantino».
(5 dicembre 2000).