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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Manzione n. 2-02662 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
ROBERTO MANZIONE. Sottosegretario Li Calzi, il 16 agosto 1999, nel centro di addestramento dei paracadutisti della brigata Folgore, nella caserma Gamerra di Pisa, veniva rinvenuto il corpo senza vita del giovane Emanuele Scieri, paracadutista in forza presso quel corpo solo da poche ore.
Da pochi giorni si è venuti a conoscenza, invece, che il procuratore capo presso il tribunale di Pisa, dottor Enzo Iannelli, avrebbe chiesto l'archiviazione del procedimento penale aperto in seguito alla denuncia presentata dai genitori del povero Emanuele, con la quale venivano prospettate specifiche responsabilità di natura colposa a carico di quei militari che, proprio nella famosa notte del 13 agosto 1999, omisero di attivarsi per ricercare la giovane recluta. Tanto anche perché è stato accertato dai periti medico-legali che il giovane Emanuele, non avendo riportato ferite mortali in seguito alla caduta, sarebbe rimasto agonizzante dalle 8 alle 10 ore e quindi, ove fossero state disposte le ricerche del caso, sarebbe stato tranquillamente salvato.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia ha facoltà di rispondere.
MARIANNA LI CALZI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Relativamente all'interpellanza in oggetto si rappresenta quanto segue, ovviamente in base alle notizie che sono state acquisite, come richiesto dall'onorevole interpellante, da parte della procura della Repubblica di Pisa e quindi dallo stesso procuratore che ha allegato una relazione scritta.
risultato assente al contrappello nella tarda serata del 13 agosto 1999. Il procedimento per omicidio colposo fu iscritto in data 24 febbraio 2000, a seguito di una formale denuncia dei difensori dei prossimi congiunti del paracadutista sul presupposto che i militari indagati non avrebbero attivato le ricerche dello Scieri anche nel perimetro della struttura, considerato che il giovane era rientrato in caserma assieme ad alcuni commilitoni. La procura ha chiarito che, sulla base delle testimonianze raccolte, i militari addetti al contrappello ebbero notizie del fatto che lo Scieri era rientrato in caserma, ma non furono avvisati anche della circostanza che quest'ultimo si trovava effettivamente nel perimetro militare al momento del contrappello.
sarebbe intervenuto dopo pochi minuti dalla sua caduta dalla torre di prosciugamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Manzione ha facoltà di replicare.
ROBERTO MANZIONE. Debbo dichiararmi non soddisfatto della sua risposta.
MARIANNA LI CALZI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Neanche nei confronti del Ministero della giustizia!
ROBERTO MANZIONE. ...ma indirettamente è giusto che l'opinione pubblica comprenda come in alcuni casi vengano condotte certe indagini, e vedremo il resto.
ore) e che era assente al contrappello, mi sembra veramente grossolano. Che tale affermazione, poi, provenga dal procuratore della Repubblica di Pisa, mi sembra veramente abnorme. Non si tratta soltanto di un'offesa al diritto, ma anche di un'offesa all'intelligenza, alla capacità di comprendere quali siano i percorsi.
L'onorevole Manzione ha facoltà di illustrarla.
Il cadavere del giovane Emanuele Scieri veniva rinvenuto davanti una scala-torre dalla quale, si suppone, sarebbe caduto dopo un volo di circa 10 metri. La cosa strana, sottosegretario, è che, pur essendo stato visto rientrare in caserma da alcuni commilitoni, il giovane militare di leva è risultato, nell'occasione, assente al contrappello della tarda serata di venerdì 13 agosto 1999. Fino al rinvenimento, avvenuto il lunedì successivo, nessuno ha operato alcuna concreta ricerca.
Pur essendo stato fatto immediatamente quadrato dai vertici militari nel respingere ogni ipotesi di collegamento del decesso della giovane recluta con fenomeni di nonnismo, nell'opinione pubblica è invece emersa una valutazione completamente diversa.
Si è radicato il convincimento che quella strana morte, quello strano decesso dovesse essere in qualche modo attribuibile ad ipotesi di nonnismo.
Appare assurdo, signor sottosegretario, dover riconoscere che, in un caso del genere, la giovane vita di una recluta non vale assolutamente nulla, come appare agevole dover ritenere che quella sera se al posto del giovane Emanuele Scieri non fosse stato rinvenuto, ad esempio, il cagnolino del comandante della caserma, immediatamente sarebbero state disposte delle ricerche.
Ed è allora inverosimile e vergognoso che dopo otto mesi dalla denuncia e a quattordici mesi dai fatti, intervenga una richiesta di archiviazione che attesti l'assoluta normalità dell'accaduto.
In particolare, il procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Pisa, con la sua richiesta di archiviazione, ha avallato e coperto un comportamento altamente irresponsabile, facendo così intendere che non impartire preventivamente alcuna direttiva di ricerca all'interno della caserma o comunque non attivarsi per procedere alle ricerche rappresentano condotte rispettose perfino di quella comune diligenza, prudenza e perizia del buon padre di famiglia.
Questi i fatti, sottosegretario Li Calzi. Rispetto a questi fatti che sono terribili e che gettano nello scoramento la famiglia del giovane Emanuele Scieri, noi chiediamo di conoscere se siano state ascoltate tutte le persone informate sui fatti; a chi siano state delegate le indagini o se, invece, non vi sia stata alcuna delega e quindi i testimoni siano stati ascoltati direttamente dal magistrato procedente. Questo perché in qualche modo, fra le voci che escono fuori da una omertà molto palpabile, qualcuno evidenzia che le indagini siano state svolte dai carabinieri che in qualche modo possono aver tentato di coprire quella che poteva essere una responsabilità attribuibile alla Folgore.
Inoltre vogliamo sapere quale siano state le risultanze degli accertamenti medico-legali, sia con riferimento alla natura delle ferite ed all'epoca della morte, sia con riferimento alla compatibilità delle ferite con l'ipotesi di caduta accidentale.
Vogliamo infine sapere se comunque - ed è questa una valutazione non politica ma che attiene ai fatti come descritti - possa essere condivisa la valutazione del procuratore presso la procura della Repubblica del tribunale di Pisa, secondo cui una omessa ricerca, un'omissione di soccorso, il disinteressarsi completamente di un giovane che per due giorni e mezzo è rimasto agonizzante, possano determinare situazioni non penalmente rilevanti.
La procura della Repubblica di Pisa ha anzitutto comunicato di aver richiesto al GIP l'archiviazione nei confronti di diversi ufficiali, sottufficiali e semplici militari della CEAPAR di Pisa, indagati nell'ambito del procedimento penale instaurato per la morte di Emanuele Scieri, in relazione alla ipotizzata omissione delle iniziative e cautele necessarie per rinvenire sollecitamente il giovane militare
A giudizio dell'organo inquirente, la mancata risposta al contrappello, in difetto della prospettazione di eventi specifici, costituisce in linea astratta solo un inadempimento ad un preciso obbligo del militare connaturato al rigoroso vincolo gerarchico del settore. La procura di Pisa ha anche osservato che le ricerche del paracadutista furono condotte nei giorni successivi secondo le prassi usuali e, quindi, con ripetuti tentativi sia di mettersi in comunicazione con il militare telefonando all'utenza mobile dello stesso e a casa dei genitori, sia con l'invio di telegrammi ai carabinieri del luogo di residenza dello Scieri, all'ospedale militare di Messina, al distretto militare di Catania e alla procura militare di La Spezia.
In conclusione, la procura di Pisa, nel motivare la richiesta di archiviazione, non ha ravvisato in capo ai militari indagati un obbligo di attivare le ricerche dello Scieri all'interno della caserma. Ciò sulla base della ritenuta insussistenza di una regola di condotta normativa e di esperienza che imponesse tale obbligo al comandante e ai responsabili del contrappello.
Per tali motivi, il pubblico ministero ha escluso una qualsiasi responsabilità colposa nella morte dello Scieri, evento in merito al quale, tuttavia, non può non essere evidenziato che le risultanze delle indagini medico-legali sono nel senso che la morte del giovane paracadutista sarebbe avvenuta a distanza di pochi minuti dalla caduta dalla torre.
Naturalmente, le valutazioni e le conclusioni del pubblico ministero sopra riportate saranno sottoposte al vaglio del competente GIP nel contraddittorio di tutte le parti interessate. Allo stato, quindi - si tratta, infatti, solo di una richiesta di archiviazione -, il ministro della giustizia non può formulare sulla vicenda e sulla richiesta di archiviazione della procura di Pisa proprie considerazioni, anche al fine di non interferire nell'autonomo svolgimento dell'attività giurisdizionale tuttora in corso.
Va piuttosto sottolineato che, con riferimento all'episodio della morte del giovane Scieri, l'ufficio inquirente ha anche precisato che, considerata la gravità dei fatti, le indagini sono state condotte senza trascurare alcuna ipotesi investigativa e che esse sono ancora in corso per la parte riguardante l'individuazione dei responsabili dell'ipotizzato omicidio preterintenzionale in danno del giovane militare, procedimento che, allo stato degli atti, è a carico di ignoti.
La relazione medico-legale ha, infatti, evidenziato la presenza di alcune lesioni sull'avampiede sinistro del giovane, la cui origine non è stato possibile ricollegare con certezza all'impatto del piede durante la caduta con qualsiasi ostacolo presente sul luogo. La procura di Pisa ha ipotizzato, pertanto, che lo Scieri possa essere stato costretto a salire sulla scala da altri commilitoni che poi ne provocarono la caduta rendendosi così responsabili del delitto di omicidio preterintenzionale.
Le indagini, come in precedenza segnalato, stanno ancora proseguendo; nell'ambito di tale procedimento sono stati, peraltro, sentiti quali testi della polizia giudiziaria, anche su delega del magistrato inquirente, circa 950 militari e sono stati disposti i necessari accertamenti medico-legali, dai quali è risultato - come ho già detto - che il decesso di Emanuele Scieri
Per fortuna il Senato ha approvato la riforma della leva pochi giorni fa e si va verso un esercito di professionisti e una ferma non obbligatoria, così finalmente finiranno una vergogna e le ipocrite coperture alle quali dobbiamo continuamente assistere.
Per quanto riguarda la prima parte della sua risposta, mi permetto di osservare che tra le motivazioni che lei ha riproposto e che sono contenute nella richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero presso il tribunale di Pisa, dottor Enzo Iannelli, vi è quella secondo la quale, in effetti, chi ha svolto l'incombenza del contrappello era stato avvisato che il giovane Emanuele era rientrato in caserma, ma non era stato informato che fosse rimasto nel perimetro della caserma stessa.
Perché si devono fare affermazioni che coprono di un senso di vergogna le istituzioni, come quando, per la morte di un giovane, si afferma che è vero che fosse rientrato in caserma, ma che tutto sommato poteva esserne uscito? Stiamo parlando di un giovane che si era arruolato da pochissime ore e che, quindi, non conosceva nessuno. Come si fa ad emettere una «prognosi» di questo tipo, ossia che fosse rientrato ed immediatamente uscito, con riferimento ad un ragazzo, un giovane avvocato, che da pochissimi giorni, da pochissime ore, si era introdotto in un ambiente particolare come quello della caserma Gamerra di Pisa? Come si fa, poi, ad affermare che non vi è alcuna responsabilità per omissione perché tutto è stato fatto, tutti gli adempimenti sono stati in qualche modo compiuti? Quali sono gli adempimenti? Le telefonate. Vi sembra verosimile che il giovane Emanuele Scieri, magari ancora in vita in quelle otto ore (successivamente mi soffermerò sulle risultanze della perizia medico-legale), potesse rispondere al telefono o che potessero servire i telegrammi inviati al distretto militare e alla famiglia? Comodo, è una pratica, c'è un timbro da mettere sulla morte di Emanuele Scieri: fatto. Abbiamo spedito i telegrammi, abbiamo spedito i fonogrammi, abbiamo avvisato la famiglia: è troppo comodo.
È chiaro, rappresentante del Governo, che non c'è una lamentela diretta nei confronti del sottosegretario...
Affermare che, soltanto perché due adempimenti burocratici sono stati in qualche modo svolti, non esiste responsabilità colposa, è veramente terribile. Ribadisco, la morte di Emanuele Scieri non è una formalità e non dovrà esserlo.
Ancora più grave, per quanto mi riguarda, è l'affermazione con la quale il procuratore della Repubblica di Pisa giustifica in qualche modo la condotta dei sottufficiali e degli ufficiali addetti alle verifiche nella caserma Gamerra di Pisa, ossia che mancava una norma specifica che in qualche modo li potesse costringere e li obbligasse; ricordo che esiste la normale capacità, il buonsenso. Veniamo accusati di una legiferazione eccessiva, ci si chiede di delegificare; mi rendo conto, però, che in certi casi, per evitare che vi sia un atteggiamento ipocrita e deresponsabile, occorrerebbe stabilire con precisione gli adempimenti da compiere. Infatti, ritenere che l'invio di un semplice telegramma o di un fax rappresenti un comportamento normale - l'ordinaria attività di ricerca - con riferimento ad un ragazzo che è stato visto rientrare in caserma, che non conosceva nessuno (ribadisco che si trovava a Pisa da pochissime
I percorsi si comprendono, sottosegretario. Comprendiamo quali siano stati i percorsi attraverso i quali, con un'azione che in questa sede intendo definire irresponsabile, la procura di Pisa ha tentato di mettere la prima copertura sull'omicidio colposo, salvo poi estenderla all'altra contestazione di omicidio preterintenzionale. Qual è questa copertura? Affermare che la delega per le indagini è stata concessa, che i tantissimi giovani militari della caserma Gamerra di Pisa non sono stati ascoltati dal magistrato inquirente, ma dalla polizia giudiziaria. Quale era la polizia giudiziaria? Quella costituita dai carabinieri che magari normalmente, in un interscambio fisiologico, operano all'interno della caserma Gamerra di Pisa? Questo è un modo corretto di indagare nei confronti di un mondo che è naturalmente inquinato e naturalmente sospetto? Infatti, i giovani che hanno visto o che sapevano non avrebbero mai parlato, ancora di più di fronte ai carabinieri che normalmente interagiscono con gli ufficiali di quella caserma. Perché vogliamo fare in modo che una tragedia di questo tipo diventi una farsa?
Allora, signor sottosegretario, per questo motivo mi dichiaro assolutamente non soddisfatto, anche perché mi risulta che dagli accertamenti medico-legali disposti dalla famiglia del giovane Emanuele Scieri risultano circostanze diverse, cioè che la morte, per il tipo di lesione riscontrata, è intervenuta dalle otto alle dieci ore dopo la caduta dalla scala. Quindi, se ci fosse stato un comportamento più responsabile, al di là delle telefonate e dei fax o di quant'altro, probabilmente il giovane Emanuele Scieri sarebbe ancora vivo. E non serve a niente l'ultima indicazione che ci viene dalla procura sulle indagini per l'omicidio preterintenzionale: effettivamente è stato accertato che vi erano delle ferite ai piedi del giovane Emanuele Scieri che sarebbero incompatibili con la caduta. Allora, che cosa significa questo? Che non puoi fare finta di attivare una prassi normale rispetto ad un meccanismo complessivo che nasconde una verità terribile: che qualcuno ha voluto infierire, come sempre accade, e come accade in maniera certamente meno accettabile in corpi come quello dei paracadutisti. Perché dico che non è accettabile in quel corpo? Perché proprio in quel periodo vi era stata un'indagine, perché si parlava di nonnismo e perché venne rinvenuto proprio in quel periodo quello «zibaldone» che gettava tante ombre sinistre su quella caserma.
Allora, rispetto a questo, qual è la risposta alta e forte che una magistratura degna di esercitare il suo ruolo deve dare? È quella di svolgere in prima persona le indagini per il rispetto di una giovane recluta e per il rispetto di quella giustizia nella quale speriamo di poter continuare ancora a credere. Le risultanze che lei ci ha riferito ci inducono a ritenere esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).