Allegato A
Seduta n. 794 del 19/10/2000


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(Sezione 3 - Normative sulle visite in carcere)

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il 19 agosto 2000 veniva rapita, uccisa e data alle fiamme Graziella Mansi, una bambina di otto anni di Andria;
per questo omicidio, è stato subito posto in stato di fermo Pasquale Tortora, un ragazzo di diciotto anni, che ha confessato il fatto, mentre nei giorni successivi, le indagini hanno portato ad ulteriori sviluppi ed al fermo di altre quattro persone;
i primi giorni di settembre il pubblico ministero di Andria ha autorizzato la pubblicazione delle foto del «branco» accusato di aver massacrato Graziella Mansi;
su questa autorizzazione si è acceso un vero e proprio dibattito e il Ministro della giustizia ha dichiarato di non essere d'accordo con la decisione presa dal pubblico ministero di Andria e di riservarsi una valutazione del fatto se richiedesse o meno un intervento da parte del ministero;
il 5 settembre, dalle colonne del quotidiano Libero, da un articolo a firma di Cristiana Lodi, i cittadini italiani vengono a sapere dell'esistenza di un «sesto uomo» nel caso dell'omicidio Mansi;
il quotidiano informa che la giornalista Cristiana Lodi si è recata nel carcere di Trani, dove si trovano i presunti colpevoli, raccogliendone le dichiarazioni, nonostante gli stessi si trovassero in stato di isolamento per decisione presa dal pubblico ministero allo scopo di evitare inquinamenti di prove;
non si comprende in quale veste la giornalista Lodi abbia avuto la possibilità di incontrare i suddetti detenuti in stato di isolamento; da ulteriori informazioni raccolte dall'interrogante risulta che la giornalista sia stata accompagnata da un deputato del Parlamento nazionale;
come è dato apprendere dall'articolo della giornalista, uno degli imputati, che risponde al nome di Vincenzo Coretella, ha chiamato in causa il cugino di Pasquale Tortora, con la clamorosa rivelazione che gli unici responsabili della morte della bambina Mansi sarebbero Pasquale Tortora e il suindicato cugino di Milano;
la notizia dell'esistenza di un «sesto uomo» è stata decisamente smentita dal sostituto procuratore del tribunale di Trani, Francesco Bretone, incaricato delle indagini sull'omicidio Mansi, il quale ha dichiarato che non esiste alcun elemento per affermare una cosa simile e che peraltro il quadro indiziario a carico dei ragazzi èmolto chiaro, anche se le indagini non sono ancora terminate;
a seguito dell'incontro del parlamentare e della giornalista con gli imputati, è comunque giunto alla stampa materiale rilevante e non ancora acquisito ufficialmente dagli inquirenti -: se corrisponda al vero quanto esposto in premessa ed in caso affermativo se non ritenga opportuno identificare il parlamentare responsabile;
se non ritenga che il fatto che temi di indagine non ancora al vaglio degli inquirenti siano già di dominio pubblico, non abbia comunque compromesso il corretto funzionamento della giustizia, in quanto nel caso in cui il cugino di Tortora fosse colpevole, egli sarebbe stato messo sull'avviso circa la possibilità di essere indagato, con le possibili conseguenze in termini di inquinamento delle prove; mentre, se egli fosse innocente, la pubblicazione della «notizia», gli avrebbe creato un gravissimo danno di immagine;
quali misure intenda adottare il Ministro a riguardo e se comunque non ritenga di dover predisporre una più rigorosa normativa, fermi restando i diritti impregiudicabili dei parlamentari e della stampa, dal momento che il comportamento del parlamentare-e della giornalista - se effettivamente accertato - sembra rientrare in una prassi diffusa, affinché vengano stabilite regole


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più severe sulle visite dei parlamentari in carcere e sulle identificazioni delle persone che li accompagnano.
(2-02638)«Dalla Chiesa, Monaco».
(10 ottobre 2000).