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Cisterna), che ha lo scopo di contribuire alla diffusione ed alla conoscenza della cultura ambientale, avessero fatto ricorso al Tar per opporsi alla realizzazione di tale struttura sostenendo le spese del giudizio con i soldi dei soci e di volontari;
a Cisterna è stato costruito un termovalorizzatore da 10 Megawatt, nonostante gli abitanti del luogo e i rappresentanti della Laac (libera associazione ambientalista
la giunta comunale adottava la delibera n. 269 per dettare le direttive agli uffici per l'installazione del suddetto edificio e dal contenuto della delibera si capisce che è un impianto a notevole impatto ambientale di incenerimento (di rifiuti pericolosi o non pericolosi), con forte possibilità di modificare la tipologia dei rifiuti da trattare;
è attualmente in corso la procedura per il rilascio di un'altra concessione per un termoinceneritore da 30 Megawatt (tra i più grandi in Italia);
considerati l'inquinamento atmosferico e i disagi per la popolazione che detti edifici produrranno;
considerata la contraddittorietà tra concessione edilizia n. 92 del 10 dicembre 1999 e la delibera di giunta municipale n. 269 del 25 novembre 1999 in cui si configura da una parte un opificio industriale e dall'altra si applica la legislazione prevista per gli impianti di smaltimento dei rifiuti (decreto Ronchi);
considerato che lo svolto procedimento risulta viziato in quanto compiuto in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 7 legge n. 241 del 1990 e dell'articolo 53 dello statuto comunale non avendo gli uffici dato corso alla prescritta istruttoria pubblica;
considerato che la prima circoscrizione territoriale, competente per la zona in cui dovrà essere ubicato l'impianto, non è stata interessata al procedimento in spregio a quanto stabilito dal regolamento;
se non ravvisi la necessità di intervenire per tutelare la salute dei cittadini, verificare l'entità dell'inquinamento e appurare eventuali responsabilità nel caso in cui ciò non sia stato precedentemente considerato.
(4-31983)
a Marina di Ravenna di fronte all'ex colonia della Croce Rossa Italiana è in corso di autorizzazione la realizzazione di uno stabilimento balneare previa concessione demaniale rilasciata dalla locale Capitaneria di Porto;
la struttura dovrebbe essere realizzata dalla stessa società che ha portato a termine l'intervento di trasformazione della ex colonia già sottoposta a vincolo di tutela dal Piano Paesistico Regionale modificato allo scopo di consentirne la trasformazione che ne ha alterato le caratteristiche originarie;
lo stabilimento progettato, al quale sono associati numerosi impianti di carattere sportivo, zone pavimentate, percorsi eccetera, non ha alcun carattere di precarietà ed ha una consistenza di oltre 300 metri quadri di superficie coperta;
lo stabilimento balneare, che sarà realizzato in un'area protetta ai sensi della legge n. 431 del 1985 e compresa nel parco del Delta del Po previsto dalla legge n. 394 del 1991, manomette l'unico tratto di arenile libero della zona nella quale sono presenti dune vive di straordinario interesse naturalistico e paesaggistico; l'area è parzialmente tutelata da una riserva naturale dello Stato e costituisce l'ultimo esempio del rapporto fra spiaggia e pineta che resta lungo la costa ravennate:
quali iniziative intenda assumere per evitare che l'intervento predetto manometta un'area di interesse naturalistico compresa nel parco del Delta del Po e tutelata come riserva naturale dello Stato.
(4-31989)