Allegato B
Seduta n. 792 del 17/10/2000


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AMBIENTE

Interrogazioni a risposta scritta:

CENTO. - Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
a Cisterna è stato costruito un termovalorizzatore da 10 Megawatt, nonostante gli abitanti del luogo e i rappresentanti della Laac (libera associazione ambientalista


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Cisterna), che ha lo scopo di contribuire alla diffusione ed alla conoscenza della cultura ambientale, avessero fatto ricorso al Tar per opporsi alla realizzazione di tale struttura sostenendo le spese del giudizio con i soldi dei soci e di volontari;
la giunta comunale adottava la delibera n. 269 per dettare le direttive agli uffici per l'installazione del suddetto edificio e dal contenuto della delibera si capisce che è un impianto a notevole impatto ambientale di incenerimento (di rifiuti pericolosi o non pericolosi), con forte possibilità di modificare la tipologia dei rifiuti da trattare;
è attualmente in corso la procedura per il rilascio di un'altra concessione per un termoinceneritore da 30 Megawatt (tra i più grandi in Italia);
considerati l'inquinamento atmosferico e i disagi per la popolazione che detti edifici produrranno;
considerata la contraddittorietà tra concessione edilizia n. 92 del 10 dicembre 1999 e la delibera di giunta municipale n. 269 del 25 novembre 1999 in cui si configura da una parte un opificio industriale e dall'altra si applica la legislazione prevista per gli impianti di smaltimento dei rifiuti (decreto Ronchi);
considerato che lo svolto procedimento risulta viziato in quanto compiuto in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 7 legge n. 241 del 1990 e dell'articolo 53 dello statuto comunale non avendo gli uffici dato corso alla prescritta istruttoria pubblica;
considerato che la prima circoscrizione territoriale, competente per la zona in cui dovrà essere ubicato l'impianto, non è stata interessata al procedimento in spregio a quanto stabilito dal regolamento;
se non ravvisi la necessità di intervenire per tutelare la salute dei cittadini, verificare l'entità dell'inquinamento e appurare eventuali responsabilità nel caso in cui ciò non sia stato precedentemente considerato.
(4-31983)

TURRONI. - Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
a Marina di Ravenna di fronte all'ex colonia della Croce Rossa Italiana è in corso di autorizzazione la realizzazione di uno stabilimento balneare previa concessione demaniale rilasciata dalla locale Capitaneria di Porto;
la struttura dovrebbe essere realizzata dalla stessa società che ha portato a termine l'intervento di trasformazione della ex colonia già sottoposta a vincolo di tutela dal Piano Paesistico Regionale modificato allo scopo di consentirne la trasformazione che ne ha alterato le caratteristiche originarie;
lo stabilimento progettato, al quale sono associati numerosi impianti di carattere sportivo, zone pavimentate, percorsi eccetera, non ha alcun carattere di precarietà ed ha una consistenza di oltre 300 metri quadri di superficie coperta;
lo stabilimento balneare, che sarà realizzato in un'area protetta ai sensi della legge n. 431 del 1985 e compresa nel parco del Delta del Po previsto dalla legge n. 394 del 1991, manomette l'unico tratto di arenile libero della zona nella quale sono presenti dune vive di straordinario interesse naturalistico e paesaggistico; l'area è parzialmente tutelata da una riserva naturale dello Stato e costituisce l'ultimo esempio del rapporto fra spiaggia e pineta che resta lungo la costa ravennate:
quali iniziative intenda assumere per evitare che l'intervento predetto manometta un'area di interesse naturalistico compresa nel parco del Delta del Po e tutelata come riserva naturale dello Stato.
(4-31989)


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LUCCHESE. - Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere:
se con la necessaria lealtà non riconosca il fallimento totale dei governi delle sinistre per i mancati interventi sull'ambiente; addirittura, sebbene vi sia stato per anni un Ministro dei verdi all'ambiente, non si è fatto nulla, prova che si è sempre grandi a parole e piccoli nei fatti;
se la sciagura che ha colpito i centri del nord del Paese, non sia dovuta più che alle alluvioni, alla mancanza assoluta di interventi che dovevano e potevano essere fatti e che gli ambientalisti seri avevano da tempo posto l'allarme; addirittura sono stati spesi per le opere ambientali solo 350 miliardi, ben misera cosa, cifra al di sotto dei finanziamenti erogati ad enti ed associazioni di sinistra o ai produttori di film stupidi e inutili;
se il Ministro avverta la responsabilità, soprattutto dei suoi predecessori, che non hanno operato minimamente per le infrastrutture e cosa intenda fare per un programma serio e qualificato, che possa scongiurare le conseguenze disastrose che si verificano allorquando piove;
se non ritenga che occorre porre fine alla demagogia ed alle parole vuote ed operare con serietà con opere urgenti e necessarie.
(4-31993)

PORCU. - Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
da più di un anno, tra il comune di Cabras (Oristano) nel cui territorio si trova la riserva marina del Sinis, ed il Ministero dell'ambiente si è aperto un contenzioso in merito al regolamento che disciplina la utilizzazione della riserva;
i pescatori sportivi, aderenti all'Aips, nella recente ipotesi di accordo, che secondo la stampa locale, dovrebbe portare alla emanazione di un nuovo decreto entro novembre, vengono interdetti allo svolgimento di ogni attività sportiva;
l'ipotesi di accordo viene contestata dall'associazione nazionale dei subacquei sportivi anche perché, non si comprende quali motivi impedirebbero la pesca sportiva e consentirebbero quella praticata da terra;
la pesca sportiva costituisce senza dubbio una attrazione di carattere turistico assai rilevante visto che garantisce un allungamento della stagione -:
quali siano i provvedimenti che il ministro intenda adottare per tutelare l'attività sportiva dei sub, posto che non si comprende in maniera evidente come questi possano alterare l'ambiente marino;
e se in subordine, al fine di garantire agli appassionati di pesca subacquea lo svolgimento del loro sport e le aspettative degli operatori turistici della zona non possa essere individuata una parte della costa da concedere per la pratica sportiva.
(4-32009)