Allegato B
Seduta n. 788 dell'11/10/2000


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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'esclusione dell'Italia come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite è da considerarsi come una bruciante sconfitta per la nostra diplomazia;
l'esclusione è ancor più grave se si pensa al fatto che l'Italia è al terzo posto per contributi alle operazioni di «peacekeeping» ed al quinto nella graduatoria dei maggiori contributi delle Nazioni Unite;
con l'esclusione l'Italia ritrae un grave nocumento al proprio prestigio internazionale ed alla propria immagine nel mondo;
è evidente che sono state «giocate male» le carte in nostro possesso in una gara che ci vedeva opposte Irlanda e Norvegia -:
quali ragioni ci abbiano portato a così grave sconfitta diplomatica, lesiva del prestigio del nostro Paese.
(3-06406)

Interrogazioni a risposta scritta:

MALAVENDA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in Argentina sono ancora detenuti da oltre 11 anni, 13 prigionieri del gruppo «Tutto per la Patria», in varie carceri in condizioni estreme ed inumane, condannati per aver partecipato nel 1989 ad una incursione nella caserma militare «Tablada» per opporsi ad un nuovo colpo di stato che si stava preparando in quella struttura dell'esercito argentino;
al momento dell'arresto furono tutti torturati, tra l'altro con la rottura degli arti e con l'uso di sofisticate tecniche di cui i militari golpisti si sono dimostrati espertissimi, e giudicati il 5 ottobre 1989 utilizzando tantissime irregolarità e senza possibilità di appello;
i militari golpisti, torturatori ed assassini beneficiarono, invece, di vari indulti emanati dal presidente Menem ed ora vivono liberi mentre chi ha lottato contro di loro è detenuto;


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la Commissione interamericana dei diritti umani della Oea in un documento del 1997, constatò che la repressione militare aveva dato luogo alla fucilazione di 9 componenti del gruppo dopo il loro arresto, la tortura di tutti i detenuti e la successiva violazione del diritto alla difesa in giudizio, formulando una serie di raccomandazioni al Governo argentino affinché mettesse riparo a tale situazione «sconosciuta» dallo Stato;
sulla vicenda vi sono state varie pronunce e prese di posizione di Amnesty International, del dipartimento di Stato americano, di vari organismi internazionali tra cui la Commissione dei diritti umani del congresso brasiliano, l'Assemblea nicaraguese, di personalità e gruppi politici argentini e di tutto il mondo, di giornalisti, di intellettuali, dei premi Nobel Josè Saramago, Gunter Grass, Rigoberta Menchù e Adolfo Pèrez Esquivel;
più volte i prigionieri politici della «Tablada» hanno iniziato lunghi e pericolosi scioperi della fame, di cui l'ultimo attualmente in corso, terminati dopo che il Governo aveva assunto impegni circa la possibilità di far svolgere un secondo grado del processo;
alcuni prigionieri hanno anche la cittadinanza italiana ed, in varie occasioni, i loro familiari si sono rivolti all'ambasciata ed al consolato italiani non ricevendo alcun risposta -:
se sia conoscenza delle condizioni in cui vengono tenuti i prigionieri politici in Argentina;
se non ritenga di intervenire urgentemente per porre il problema, al Governo dell'Argentina, perché vengano rispettati i diritti umani e vengano garantiti processi di appello anche e soprattutto per quei cittadini che si erano impegnati nella lotta contro i golpe militari;
quali provvedimenti intenda adottare perché le nostre rappresentanze diplomatiche in Argentina ed altrove tutelino i diritti di tutti coloro che hanno la cittadinanza italiana.
(4-31861)

MALGIERI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
i Comites (Comitati degli Italiani all'Estero) devono essere messi in grado di poter funzionare, disponendo dei mezzi necessari per poter svolgere il ruolo istituzionale;
i rilievi che il componente Cgie-Germania, Bruno Zoratto, ha più volte fatto sui criteri non equi adottati dalla Farnesina per la ripartizione dei contributi distribuiti ai vari Comites;
visto quanto afferma il segretario del Cge (Consiglio Generale degli italiani all'Estero), Franco Narducci, in una lettera datata 27 marzo 2000 ed indirizzata al Presidente del Cgie onorevole Franco Danieli, che tra l'altro recita: «Nell'ultima riunione del Comitato di Presidenza del Cgie tenuta a Roma nei giorni 15, 16 e 17 marzo 2000 abbiamo valutato e discusso i criteri di attribuzione dei contributi al Comites nelle varie aree geografiche continentali. Tale argomento era stato oggetto di una comune riflessione con la direzione della vecchia Dgeas, con la quale erano state individuate quattro linee operazionali, condivise da tutti, che avrebbero dovuto assicurare la trasparenza dovuta, nonché una buona equità nella ripartizione delle risorse. I summenzionati criteri di attribuzione sono quindi operativi a partire dal corrente esercizio. Durante detta riunione del CdP, le direzioni generali delle rispettive aree geografiche hanno presentato i tabulati con l'attribuzione dei contributi ai Comites secondo i nuovi criteri. Con stupore abbiamo constatato che l'attribuzione risultante per i Paesi dell'Europa presentava squilibri inspiegabili, per cui i Comites di circoscrizioni popolose ed estese (cito a titolo di esempio Stoccarda, Basilea, Berna, Zurigo), si vedono ridotti il contributo rispetto al passato esercizio e in alcuni casi addirittura dimezzato. Non essendo presente il consigliere presso la Direzione generale Paesi dell'Europa, responsabile del dossier Comites, non ci è stato possibile chiarire la causa dei succitati scompensi. Avevamo quindi chiesto il congelamento


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dell'intera procedura di attribuzione dei contributi, limitatamente all'area europea, nell'attesa dei necessari chiarimenti. Nel frattempo ritengo che il Direttore del Dgie, e Pm, l'ambasciatore Marsili, abbia esaminato il problema e individuato la soluzione. Mi rivolgo in ogni caso a Lei, caro Presidente, chiedendole di intervenire affinché si proceda ad un riesame dei contributi per i Comites delle circoscrizioni consolari come quelle citate, che altrimenti sarebbero pesantemente penalizzati nella loro attività. La necessità di comunicare al più presto ai Comites l'ammontare delle risorse su cui potranno contare, mi impone di sottolineare l'urgenza che il caso richiede» -:
che senso abbia mantenere in vita queste istituzioni se lo Stato non è in grado di sostenerle con un adeguato finanziamento;
quali siano i criteri di valutazione che hanno determinato in alcuni casi scandalosi, come Stoccarda e Wolfsburg, il dimezzamento di oltre il 50 per cento del contributo ricevuto nel 1999. Il Cgie ha sollecitato all'unanimità una revisione radicale dei criteri, un adeguamento dei contributi e una ragionata distribuzione che non può essere fatta con le miserie;
come intenda il Governo andare incontro a questa richiesta che giunge dagli oltre 100 Comites che rappresentano le nostre comunità in tutti in tutti i Continenti.
(4-31893)

MALGIERI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Comites (Comitato degli Italiani all'estero) è per legge chiamato a dare il parere obbligatorio ai progetti d'intervento scolastico presentati nelle singole circoscrizioni consolari;
il Comites ha potuto prendere visione delle domande, con relativa documentazione, per poter dare il proprio giudizio sui singoli progetti presentati per il 2000;
a Stoccarda da tempo è sorto un contenzioso nei confronti di un ente non riconosciuto dalle autorità locali, denominato Ial-Cisl;
il Console ha dato il parere favorevole alla concessione di un contributo di oltre un miliardo di lire a questo ente che non sembra avere i requisiti stabiliti dalla legge locale per gestire il denaro pubblico -:
per quale motivo il testo e la relativa documentazione presentata dallo Ial-Cisl al Comites sia totalmente diversa da quella che il dottor Carloni ha inoltrato all'Ufficio IIo, del Dgiepm del Mae - infatti, nel testo consegnato ai membri Comites era chiaramente evidenziata l'esistenza (in un singolo progetto) di più bilanci, mentre in quello consegnato al ministero ne contiene uno solo;
come mai siano stati permessi simili cambiamenti, per quale motivo non sono stati informati i componenti del Comits e se non ritiene scorretta una simile prassi da parte di un ente che non è nemmeno registrato al tribunale locale;
quali interventi intenda prendere l'Ufficio IIo della Dgiepm e la Direzione Affari culturali per porre fine a queste inutili e costose iniziative.
(4-31894)

MALGIERI. - Al Ministro degli affari esteri. - Premesso che:
i Comites (Comitati degli Italiani all'Estero) in base alla legge istitutiva sono l'istituzione rappresentativa delle collettività in ogni singola circoscrizione consolare in cui risiedono oltre 3.000 connazionali;
che la legge obbliga espressamente il Console o un suo «delegato» ad essere l'interlocutore privilegiato delle questioni sollevate e delle richieste specifiche che riguardano direttamente la comunità;
per legge il Console è anche garante della legge, non si comprende il motivo per cui la dottoressa Anna Brigante Colonna, Console Generale a Philadelphia (USA), in


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procinto di partire per altra sede, non abbia mai tenuto conto dei suggerimenti che il Comites di questa circoscrizione ha dato sulla nomina dei consoli onorari di Trenton e Pittsburg (tanto per citarne alcuni). Se si pensa che la circoscrizione consolare di Philadelphia si estende in ben 7 Stati, in cui risiédono numerose comunità italiane, le proposte concrete avanzate dal Comites, che aveva chiesto più corrispondenti, più permanenze consolari e più consoli onorari, erano più che legittime;
anche America Oggi del 5 marzo 2000 riporta un dura nota del dottor Enzo Centofanti, membro del Cgie-USA, in cui si richiama la Console di Philadelphia alle sue responsabilità, accusandola di non avere svolto bene il suo mandato -:
quali provvedimenti si intendano prendere per andare incontro alle richieste del Comites e del consigliere eletto del Cgie, che reclamano una presenza reale sul vasto territorio della circoscrizione consolare di Philadelphia (USA).
(4-31895)

COLA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'ambasciatore italiano in Nicaragua, Nicolò Goretti de Flamini, è stato sostituito dall'ambasciatore Maurizio Fratini, nominato il 19 febbraio 2000 -:
quali siano le motivazioni che hanno portato a questa repentina ed anticipata sostituzione.
(4-31904)

MALGIERI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la situazione esistente nel Consolato Generale d'Italia a Caracas (Venezuela) è drammatica e insostenibile, ed è stata più volte denunciata dalle organizzazioni sindacali degli impiegati del Consolato, dai Comites, dal CGIE, da gran parte delle associazioni delle nostre collettività e dalla stampa d'emigrazione, come da tempo sta facendo Ottavio Pattarino sulla newsletter «Il Corriere di Caracas»;
da allora l'Ambasciatore d'Italia a Caracas sembra non aver mosso un dito per rimettere in linea uno dei consolati più esposti delle Americhe che ha una giurisdizione molto ampia ed interessa oltre 160 mila italiani iscritti all'anagrafe consolare;
visto quanto afferma il rappresentante territoriale dell'UGL Bruno Castellani, che con una richiesta formale datata 17 gennaio 2000 rivolgendosi al dottor Giorgio Trabattoni, Console generale, chiede se si sia reso conto dell'enorme movimento che c'è attualmente al reparto di assistenza (abbiamo distribuito in venti giorni quasi 40.000.000 di bolivares in sussidi) e allo Stato civile;
se si sia reso conto che l'archivio è in condizioni disperate e giacciono sui tavoli quantità enormi di carte in arrivo ed in partenza o da inserire agli atti;
se si sia reso conto che c'è gente che aspetta pazientemente per due ore di fila per poi chiedere solo una informazione;
chiede, inoltre, di spiegargli che senso ha assegnare una persona a tempo parziale all'archivio che ha come incarico principale il compito di spedire agli interessati i cedolini di ritorno ai comuni dopo la registrazione di un atto di stato civile, o che senso ha sostituire un impiegato dello stato civile con un altro che dopo mesi di esperienza in quel reparto viene assegnato al centralino;
che senso ha, infine, destinare il responsabile dell'ufficio informatica all'assistenza come appoggio parziale quando abbiamo sempre sostenuto che l'ufficio assistenza e pensioni dovevano essere un corpo unico in grado quindi di affrontare meglio situazioni come questa che stiamo vivendo;
afferma che proposte dell'UGL di accorpamento di alcuni servizi avevano lo scopo di migliorare l'utilizzo del personale a tutto vantaggio dell'utenza, ma evidentemente «parliamo due lingue diverse o


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forse più semplicemente non godiamo dell'attenzione necessaria che altri sembrano invece avere da parte Sua»;
afferma che non ha neanche tenuto conto che la nuova collocazione della Direzione didattica consentirebbe la modifica degli spazi attuali per realizzare agevolmente il progettoproposto dall'UGL. Aggiunge: «Per quel che concerne poi il sottoscritto, attuale responsabile del servizio contabilità, nel suo piano non viene fatto alcun cenno al problema delle scuole da sempre in carico alla signora Pagnoni. Avevo accettato che il nostro reparto continuasse a funzionare con due sole persone a patto che la signora non venisse più utilizzata per servizi diversi. Richiesta rimasta inascoltata! È necessario, signor Console Generale, mettere in pratica progetti a breve e medio termine, anche in vista dei nuovi arrivi, che diano un assetto stabile e funzionale ai nostri servizi se vogliamo recuperare credito da parte della collettività, che ha una immagine devastante del nostro Consolato generale e i cui commenti nei nostri confronti sono sarcastici e poco benevoli. È ora di smettere di trattare il personale come fosse una squadra di birilli e che merita invece rispetto e pari dignità. Non comprendo le sue resistenze all'accettazione di una soluzione nuova, più moderna e flessibile che aumenterà le nostre capacità di assorbimento delle richieste legittime della nostra utenza. È necessario inoltre avviare un processo di semplificazione delle nostre procedure ed a questo proposito Le chiedo di verificare quanto spazio hanno e se siano correttamente applicate nei nostri reparti le nuove norme in materia, in vigore da un paio di anni -:
qualigli interventi immediati che il ministero intenda fare per ridare credibilità e funzionalità ad uno dei più grandi Consolati Generali d'Italia dell'America Latina;
per quale motivo l'ambasciatore d'Italia da tempo informato sulla grave situazione non intervenga;
per quale motivo l'ispettorato del MAE non abbia mai ritenuto muoversi formalizzando una indagine amministrativa per verificare le gravi accuse che giungono da più parti.
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MALGIERI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
a Curitiba (Brasile) da anni opera un discusso Centro culturale italiano che usufruisce di lauti finanziamenti provenienti dal Capitolo di bilancio MAE 3577;
continue critiche sono state formalmente avanzate dal locale Comites (Comitato degli italiani all'estero), dalla stampa d'emigrazione e dalle associazioni, che hanno denunciato una lunga serie di inadempienze, invitando il console generale d'Italia ad intervenire per fare i relativi controlli contabili;
nonostante le richieste più volte avanzate dal Comites e dalle Associazioni italiane con in testa il CTIM del Brasile, non sono stati resi pubblici i risultati dei progetti e i costi dei singoli interventi -:
a quanto ammontano i finanziamenti dati al Centro culturale Italiano di Curitiba nel 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, e quelli ipotizzati per il 2000, per quali specifici interventi;
quanti sono gli allievi interessati nei singoli progetti realizzati nei vari anni;
quali sono le verifiche e i controlli che il consolato generale di Curitiba ha fatto e per quale motivo gli ispettori del Ministero non abbiano ritenuto dover intervenire;
quanti siano i docenti regolarmente retribuiti dipendenti dal Centro culturale italiano, chi siano i rappresentanti legali, quale funzione svolgano, se tale funzione sia retribuita.
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