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La seduta, sospesa alle 9,15, è ripresa alle 9,50.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
Ricordo che l'emendamento 5.323 della Commissione è stato ritirato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 5.291, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 5.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Teresio Delfino 0.5.324.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici subemendamenti Fontan 0.5.324.2 e Teresio Delfino 0.5.324.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.5.324.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
MARA MALAVENDA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Malavenda, potrà farlo a fine mattinata: le darò la parola prima di sospendere la seduta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.5.324.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.324 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 5.294.
CARLO PACE. Signor Presidente, in riferimento all'emendamento appena approvato, vorrei ricordare, ai fini del coordinamento formale, che le casse rurali sono diventate banche di credito cooperativo.
VINCENZO CERULLI IRELLI, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti agli enti locali e ai loro rapporti con lo Stato e con le regioni. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO CERULLI IRELLI, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti agli enti locali e ai loro rapporti con lo Stato e con le regioni. Signor Presidente, questo è un concetto nel quale possono entrare diversi istituti positivi: quindi non lo modificherei.
PRESIDENTE. La questione sarà valutata in sede di coordinamento formale.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Michielon 5.99.
MAURO MICHIELON. Con questo emendamento proponiamo che anche le regioni possano partecipare alle scelte in ordine all'immigrazione.
PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Michielon, ma questo emendamento, a ben guardare, è da intendersi precluso, perché all'articolo 117 la lettera a)-bis, che abbiamo già votato, prevede che la materia dell'immigrazione sia di competenza esclusiva dello Stato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.325 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garra 5.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
GIACOMO GARRA. Presidente, il ministro aveva preannunciato un suo intervento!
PRESIDENTE. Su questo?
GIACOMO GARRA. Presidente, la prego di revocare la votazione.
PRESIDENTE. Mi spieghi il motivo.
GIACOMO GARRA. Perché le ragioni indicate dal ministro (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi, revoco la votazione. Mi spieghi pure, onorevole Garra.
GIACOMO GARRA. Prima in seno al Comitato dei nove e poi in aula, su un emendamento analogo presentato dalla collega Moroni, il ministro ha chiarito che le fonti di rango costituzionale che non vengono abrogate o che comunque sono compatibili con la nuova legge, annoverano competenze dello Stato ancorché qui non indicate.
PRESIDENTE. Onorevole Garra, se ho ben compreso, lei chiede che il Governo precisi formalmente questa interpretazione?
MARCO BOATO. L'ha fatto ieri!
PRESIDENTE. Poi decidiamo chi dirige i lavori dell'aula!
GIACOMO GARRA. L'ha fatto ieri con riferimento all'emendamento presentato dall'onorevole Moroni. Per tale motivo non ho ragione per insistere nella votazione del mio emendamento 5.19 e pertanto lo ritiro.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Garra.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo all'emendamento Luciano Dussin 5.83.
LUCIANO DUSSIN. Lo ritiriamo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 5.84, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Avverto che l'emendamento Luciano Dussin 5.59 è assorbito. Sono, invece, preclusi l'emendamento Calderisi 5.103, il subemendamento Fontan 0.5.299.1, gli emendamenti Garra 5.299 e Migliori 5.178; l'emendamento Zeller 5.112 è stato ritirato; sono, infine, preclusi gli emendamenti Moroni 5.135 e Crema 5.22.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 5.295, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Ricordo che l'emendamento Zeller 5.113 è stato ritirato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.5.141.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.5.141.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Orlando 5.141 e 5.326 della Commissione.
GIACOMO GARRA. Il comma proposto dalla Commissione, a giudizio della mia parte, contiene alcune affermazioni veramente oscure ed altre oltremodo chiare. Ad esempio, oltremodo chiaro è che si intende attribuire potere sostitutivo nei confronti delle regioni nella materia di cui ci stiamo occupando ed è, invece, assolutamente oscura - ed un chiarimento dei relatori a questo proposito potrebbe essere utile - la parte in cui si afferma che le regioni partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari. Sappiamo che annualmente il Parlamento approva la legge comunitaria. Il riferimento è a questo adempimento e allora riesce oscuro in che modo il Parlamento, le cui attività sono disciplinate, oltre che dalla Costituzione, da un regolamento interno, possa avvalersi della partecipazione delle regioni. Attenzione, si tratta di una partecipazione che, sul piano dei principi, mi trova favorevole, non contrario, ma non riesco a capire come, se il riferimento è alla legge comunitaria, si possa ipotizzare una partecipazione delle regioni con una formula così oscura. Potrei capire una frase quale «sentita la Conferenza delle regioni», ma non una
formulazione come quella che si legge. Credo che su questo emendamento, che a me risulta oscuro, una parola di chiarezza possa venire dai relatori.
VINCENZO CERULLI IRELLI, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti agli enti locali e ai loro rapporti con lo Stato e con le regioni. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO CERULLI IRELLI, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti agli enti locali e ai loro rapporti con lo Stato e con le regioni. Presidente, in questo emendamento parliamo della formazione degli atti comunitari, della fase ascendente, nella quale in tutti i paesi dell'Unione europea si pone un problema di partecipazione tanto dei Parlamenti quanto delle articolazioni substatali come le regioni. Da noi si lamenta che anche il Parlamento è nella sostanza assente dalla fase di formazione e, a maggior ragione, lo sono le regioni. Questo principio intende affermare l'esigenza della partecipazione delle regioni (a quella del Parlamento si provvede da altra parte), quindi, si dovrà tradurre in una serie di norme di carattere legislativo che inseriscano le regioni nel processo formativo degli atti comunitari. A livello comunitario, con la costituzione del Comité des régions, nel quale sono presenti rappresentanti delle regioni e degli enti locali e che è organo consultivo dell'Unione, si afferma già tale presenza, che il principio contenuto nel testo, attraverso la legislazione nazionale, intende rendere più concreta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, il collega Garra ha già chiarito egregiamente il senso della nostra preoccupazione.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Signor Presidente, su questo punto confermo le considerazioni svolte dal collega, professor Cerulli Irelli.
alle province autonome di Trento e Bolzano va espunto per ragioni di coordinamento tra le due norme. Con la norma transitoria, infatti, sostanzialmente affermiamo che le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano hanno il potere di recepire l'autonomia più ampia contenuta in questo testo, che si riferisce alle regioni a statuto ordinario; conseguentemente, il riferimento espresso all'estensione di tali poteri di partecipazione alla formazione degli atti comunitari alle suddette province è ultroneo in questa sede.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, condivido ciò che hanno affermato i due relatori sotto i due diversi profili. Chiedo un ripensamento ai colleghi Garra e Migliori perché mi sembra che le loro obiezioni all'emendamento proposto dalla Commissione possano risultare riduttive rispetto alla portata fortemente innovativa sul piano costituzionale dell'emendamento stesso. È vero, il collega Migliori ha ragione, che nulla vieta già oggi alla legge ordinaria di prevedere la possibilità per le regioni di partecipare sia alla fase ascendente sia alla fase discendente; è altrettanto vero però che un domani, con questa norma costituzionale, non sarà una possibilità ma un obbligo costituzionale che la legge preveda la partecipazione delle regioni nelle materie di competenza regionale alla formazione degli atti comunitari in fase ascendente e all'attuazione in fase discendente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Teresio Delfino 5.179, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Teresio Delfino 5.180.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, questo emendamento, a firma dei colleghi Teresio Delfino ed altri, è particolarmente significativo e su di esso vorrei che i colleghi riflettessero perché, se approvato, inserirebbe nel testo un meccanismo - quello sostitutivo da parte
delle regioni nei confronti delle province e dei comuni, eventualmente inadempienti e in una situazione di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica - di notevole rilievo. Infatti, esso esprime un concetto di capacità ordinamentale delle regioni sugli enti locali che è, tra l'altro, previsto come ipotesi in quei casi di autonomia differenziata per le regioni che lo richiederanno e che quindi è già previsto in questo testo per le regioni a carattere istituzionale semispeciale.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Chiedo di parlare per un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Signor Presidente, noi, proprio nel quadro di un federalismo che tenga conto in particolare delle istanze regionaliste ma che, in relazione all'originalità della nostra storia che riguarda le comunità organizzate politicamente anche nei comuni e nelle province, abbiamo previsto il potere sostitutivo - nell'articolo 8, comma 2, di modifica dell'articolo 120 della Costituzione - solo con riferimento al Governo rispetto agli organi delle regioni, dei comuni e delle città metropolitane. Abbiamo proceduto in tal senso per un'istanza che ci è pervenuta unitariamente dal mondo delle autonomie per un'articolazione non piramidale dei rapporti tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica, come abbiamo scritto in altre disposizioni, proprio per evitare quel pericolo di un accentramento, di prevaricazioni o di usurpazioni sotto forma di poteri sostitutivi di un neo regionalismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Veltri. Ne ha facoltà.
ELIO VELTRI. Debbo dire che il relatore non mi ha convinto. Condivido le argomentazioni dell'onorevole Migliori. L'emendamento parla di potere sostitutivo per inadempienze dalle quali possano derivare gravi fatti che riguardano l'incolumità e la sicurezza pubblica, cioè siamo in un caso specifico. Credo che il potere sostitutivo, in questo caso debba essere ...
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Facciamo riferimento al Governo.
ELIO VELTRI. Ho capito, ho capito che lo diamo al Governo, però, se si riferisce agli enti locali, noi diamo al Governo il potere sostitutivo anche nel caso in cui la questione riguardi un comune?
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. L'hanno chiesto loro.
ELIO VELTRI. Non capisco perché dobbiamo dare al Governo questo potere sostitutivo e non debba essere a cascata. Mi convince molto di più il contenuto dell'emendamento Teresio Delfino 5.180.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.
GIACOMO GARRA. Signor Presidente, se l'accantonamento potesse consentire di
far esaminare questo testo trasfuso in un subemendamento all'emendamento della Commissione ...
MARCO BOATO. Sì.
GIACOMO GARRA. ... noi avremmo la possibilità di esaminare questa materia nella sua complessità. Anche se è innegabile che non è possibile che il controllo sostitutivo nei confronti di province e comuni rimanga ancora di pertinenza del Ministero dell'interno. Se il contenuto dell'emendamento Teresio Delfino 5.180 venisse trasfuso in un subemendamento dell'emendamento della Commissione, s'intende con il consenso dei proponenti, potremmo discuterne in quella sede.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, devo fare qualche battuta e dire qualche parola sul nostro emendamento Teresio Delfino 5.180. Posso seguire fino ad un certo punto le ragioni del relatore per le quali egli si dichiara contrario al nostro emendamento. Egli ci invita al ritiro, ma noi non lo ritiriamo. Piuttosto invito ancora una volta il relatore a riesaminare la sua posizione anche perché noi prevediamo un intervento delle regioni nei confronti dei comuni (e dello Stato nei confronti delle regioni) in un caso particolare che riguarda proprio la sicurezza, cioè quando ci troviamo di fronte ad una situazione eccezionale. La cultura della sicurezza credo debba risiedere in quest'aula, al di là di quelli che possono essere schematismi o visioni burocratiche della gestione di un provvedimento come questo.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. I relatori sono d'accordo nel considerare questa esigenza. La questione è se i poteri sostitutivi, anche sugli enti locali, sui comuni, sulle province e sulle città metropolitane debbano essere attribuiti alla regione o al Governo. La Commissione scelse la filosofia del Governo in virtù del dibattito svoltosi in Commissione bicamerale che ribadì questo concetto su richiesta dei comuni, delle province e delle altre espressioni delle autonomie locali.
PRESIDENTE. Chiariamo: vi è una richiesta di accantonamento dell'emendamento Teresio Delfino 5.180?
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. La proposta l'ha formulata l'onorevole Garra e la Commissione non è contraria, se non sono contrari i proponenti.
PRESIDENTE. Si tratta di accantonamento o di trasferimento della materia?
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Di trasferimento, signor Presidente.
PRESIDENTE. Se si tratta di trasferimento e i colleghi sono d'accordo, possiamo esaminare la materia nell'ambito dell'articolo 8, per poterla trattare in modo omogeneo: vorrei sapere cosa ne pensi il collega Tassone.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei capire che fine farà il nostro emendamento 5.180 a seguito del trasferimento.
PRESIDENTE. L'emendamento viene riferito all'articolo 8.
MARIO TASSONE. In tal caso siamo d'accordo sul trasferimento, anche perché il collega Garra dà sempre grandi contributi!
GIACOMO GARRA. Però, prima di quello della Commissione!
MARCO BOATO. Certo!
PRESIDENTE. Naturalmente; vedo che la fiducia anima i nostri reciproci comportamenti!
GIACOMO GARRA. Fiducia guardinga!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guarino 5.188, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Luciano Dussin 5.58.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, su questo emendamento dei colleghi della Lega nord vorrei esprimere una considerazione di fondo circa le potestà regolamentari...
ROSANNA MORONI. È altrove, viene dopo!
MARCO BOATO. Bisogna valutarlo dopo!
RICCARDO MIGLIORI. Scusate, sto intervenendo sull'emendamento Luciano Dussin 5.58, che deve essere votato ora: se
lo votiamo dopo, posso anche intervenire successivamente, ma vorrei sapere quando potrò parlare sull'emendamento.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Migliori.
RICCARDO MIGLIORI. Desidero cogliere l'occasione per dire adesso, e non dopo, dato che si vota adesso questo emendamento, che a noi sembra che la generalità delle funzioni regolamentari attribuite ai comuni è una scelta che fu già compiuta in sede di Commissione bicamerale: essa racchiude bene l'insieme delle competenze amministrative, in una logica di sussidiarietà, quanto alle funzioni complessive di natura pubblica. Quindi, evitando confusioni e soprattutto duplicazioni di funzioni che, non a caso, con questo emendamento si tende ad eliminare, è utile procedere all'individuazione oggettiva delle rispettive responsabilità. Vi è, infatti, un accavallarsi di competenze e responsabilità e la Costituzione sul punto, in una logica e in uno spirito di forte decentramento, seppur non di federalismo, può compiere un passo in avanti significativo. Ecco perché voteremo a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Veltri. Ne ha facoltà.
ELIO VELTRI. Signor Presidente, solo per dire che sono d'accordo sul contenuto dell'emendamento in esame e quindi esprimerò su di esso un voto favorevole.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Signor Presidente, abbiamo espresso parere favorevole sull'emendamento in esame per una ragione ordinamentale, tecnica e sistematica: abbiamo distinto la potestà regolamentare dalle funzioni amministrative. La potestà regolamentare è propria di questa sede ed è strettamente connessa alle funzioni e alla potestà legislativa; la centralità del comune nelle funzioni amministrative è contenuta esattamente nell'emendamento 6.40 della Commissione con la riformulazione dell'articolo 118 della Costituzione, per invitare anche il collega Veltri a seguire la sistematica della Commissione. Dunque il principio della potestà regolamentare anche dei comuni è affermato nel testo della Commissione; il principio della centralità amministrativa, al fine di evitare duplicazioni, sovrapposizioni burocratiche e favorire lo snellimento della pubblica amministrazione, è più compiutamente definito nell'emendamento 6.40 della Commissione che riguarda l'articolo 118 della Costituzione per ragioni sistematiche. Mettere insieme potestà regolamentare e funzioni amministrative, dal punto di vista tecnico funzionale, non ci è sembrato corretto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontan. Ne ha facoltà.
ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, mi pare che il nostro emendamento in esame sia importantissimo e non concordo con quanto dichiarato dall'onorevole Soda. L'idea è proprio quella di mettere insieme le potestà regolamentari e le funzioni amministrative perché le prime servono proprio a disciplinare le seconde; caro Soda, non servono a disciplinare le potestà legislative perché sono già chiare e precise o, meglio, dovrebbero esserlo. Mi pare che ciò sia esattamente il contrario di quanto tu stai sostenendo; tra l'altro, in questa sede, si è molto discusso del principio di sussidiarietà, la sinistra se ne è riempita la bocca sostenendolo e quella contenuta nell'emendamento in esame ne è un'applicazione. Noi diciamo che i comuni, in quanto enti più vicini alla gente, in linea di principio e anche in linea di fatto, devono avere tutte le potestà regolamentari,
vale a dire devono potere disciplinare le proprie funzioni di fatto. Dopodiché, se vi sono funzioni che, per questioni di grandezza o altre difficoltà, i comuni non riescono a svolgere, si passerà alla provincia, alla regione ed eventualmente allo Stato. Ciò è esattamente il contrario del principio che il collega Soda ha esposto parlando di centralità; il tuo modo di pensare, Soda, è chiaro ed è l'espressione, ancora una volta, della bieca volontà di questa maggioranza di mantenere un sistema di tipo sovietico perché voi avete in testa l'idea che tutto debba essere centralizzato ed anche la regolamentazione delle funzioni amministrative deve esserlo. È questo il problema di fondo e il punto sul quale vi è uno scontro frontale fra il nostro modo di pensare e il vostro, ma soprattutto fra i cittadini che chiedono che le funzioni amministrative siano regolamentate dalle istituzioni più vicine e voi che negate tutto ciò (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.
GIACOMO GARRA. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole dei deputati del mio gruppo sull'emendamento Luciano Dussin 5.58. A noi pare estremamente importante che, laddove la legge non attribuisca specificamente ad altre autorità l'esercizio di determinate funzioni amministrative, sia il comune l'ente chiamato ad assolverle, anche perché è l'ente più vicino ai cittadini. Mi pare che ciò corrisponda proprio al principio della sussidiarietà verticale, anche se non se ne fa menzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, mi pare che quello che ha detto il collega Fontan denoti un po' di stato confusionale. Ha parlato di concezione sovietica e così via (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)...
PRESIDENTE. Onorevole Boato, la prego, cerchiamo di rispettarci.
MARCO BOATO. Ci ha attribuito una concezione sovietica!
PRESIDENTE. Sì, ma cerchiamo di rispettarci. Se uno di noi abusa della parola, non è necessario che reagisca anche l'altro.
MARCO BOATO. Ma quando lei ha sentito parlare di concezione sovietica attribuita al testo della Commissione, ovviamente non ha detto nulla. Ripeto che vi è un po' di confusione mentale, diciamola così (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
nel testo della Lega tale principio non è evocato, mentre nel testo dell'articolo 118 proposto dalla Commissione - per questo chiedo a Garra e a Migliori di riflettere - si afferma: «Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato» - ed è quello che avete detto tutti -, «sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza».
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Boato, non volevo riprenderla, ma volevo solo dire che stiamo lavorando da alcuni giorni su questa materia e la questione è difficile.
MARCO BOATO. Perché «sovietici»?
PRESIDENTE. Può capitare a chiunque di noi di dire una parola di troppo. Se rispondiamo con un'altra parola di troppo, rischiamo di aprire conflitti di cui non abbiamo necessità.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Teresio Delfino 5.181, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Onorevole Teresio Delfino, decida da che parte stare. Capisco la sua affezione al collega...
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 5.296.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo di fronte ancora una volta ad un principio che molto opportunamente dovrebbe essere inserito nella nostra Costituzione perché specifica come nelle materie di competenza normativa dello Stato questo esercizio possa essere delegato alle regioni. È vero che nulla osterebbe a che tale delega potesse essere in una normativa ordinaria; tuttavia è importante prevedere questa possibilità.
Capisco che i relatori abbiano dovuto esprimere un giudizio complessivo e senza la possibilità di motivarlo su una serie notevole di emendamenti, ma l'emendamento che è stato posto in votazione avrebbe meritato maggiore considerazione poiché offre allo Stato la possibilità, attraverso una norma costituzionale (che è rafforzativa), di delegare l'esercizio di proprie competenze alle regioni. Non vedo motivo per non costituzionalizzare questo principio e attendo di comprendere le ragioni di merito per le quali i relatori hanno espresso parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontan. Ne ha facoltà.
ROLANDO FONTAN. L'emendamento di cui sono primo firmatario intende inserire nella norma costituzionale la seguente espressione: «Nelle materie di propria competenza normativa lo Stato può delegarne l'esercizio alle regioni».
MARCO BOATO. Presidente, a lui non lo richiama!
ROLANDO FONTAN. Se dico questo, non è perché sono in uno stato confusionale, anche perché voglio vedere se il collega Boato, a seguito di questo mio ragionamento mi ripete che sono in uno stato confusionale! Se fosse così, dovrebbe dire che si trova in stato confusionale anche il collega, «onorevolissimo» Crema, che ha presentato un emendamento identico.
PRESIDENTE. Circa lo stato, si riferiva a quello precedente, non a questo (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
ELIO VELTRI. Signor Presidente, io sono favorevole a questo emendamento a meno che - e mi rivolgo ai costituzionalisti - non mi si dimostri che è pleonastico. Se non è così, credo che si tratti di una misura di salvaguardia da introdurre nella Costituzione.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Signor Presidente, in sede di Comitato dei nove avevamo già invitato il collega Fontan a ritirare il suo emendamento.
o con legge ordinaria dello Stato, vuol dire che l'emendamento in esame (come il precedente) è assai più arretrato del testo della Commissione. Infatti, il testo della Commissione rende unico ed esclusivo titolare delle funzioni amministrative...
ROLANDO FONTAN. Ma dove hai studiato? In quale università?
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Presidente, non posso parlare con una cornacchia dietro! Avesse una bella voce, potrei anche armonizzare la mia scadente voce alla sua, ma la voce di una cornacchia è intollerabile!
PRESIDENTE. Onorevole Soda, per cortesia.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Mi dà proprio fastidio, non riesco a parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Soda, occorre aver pazienza nella vita.
ANTONIO SODA, Relatore per la maggioranza per i profili inerenti all'ordinamento regionale. Signor Presidente, come avevamo già detto in Commissione, il testo dell'emendamento Fontan 5.296 è oscuro già in italiano: bisogna saper usare, innanzitutto, la grammatica (Commenti dei deputati della Lega nord Padania)! Se quella parola si riferisce all'esercizio delle funzioni amministrative, vuol dire che il presentatore dell'emendamento vuol delegarle alle regioni, ovvero, vuole creare altri apparati burocratici ed elefantiaci: proprio quello che si vuole evitare! Si mettano d'accordo tra loro: cosa vogliono fare? Vogliono semplificare, snellire ed eliminare le duplicazioni burocratiche oppure no? Infatti, l'emendamento in esame va nella direzione di creare un apparato burocratico nelle regioni: altro che Stato centralista!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crema. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, relativamente al mio emendamento 5.24, da me ritirato, vorrei precisare che anche l'intervento del relatore è mal posto. Infatti, si tratta di una ventina di interventi organici e strutturali che non possono essere letti a sé stanti, bensì nel contesto generale della manovra emendativa del mio gruppo. Tale manovra tendeva a recuperare lo spirito di una riforma federale, visto il basso profilo federale della proposta sottoposta all'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.
GIACOMO GARRA. Signor Presidente, il relatore Soda ha posto un problema che vorrei chiarire, seppure nella direzione opposta a quella cui lui è pervenuto. Il relatore Soda ha affermato che non vi è
dubbio... Signor Presidente, anch'io sento delle voci che mi disturbano. Anche a me disturbano i commenti ad alta voce. Colleghi, vi prego.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che l'opposizione fatta dalla maggioranza all'approvazione di questo emendamento non sia stata motivata in modo logico. Parlare di emendamento oscuro nei suoi contenuti sinceramente non fa onore all'intelligenza, perché l'emendamento è talmente chiaro e comprensibile - si parla di funzioni legislative, sicuramente non amministrative - che viene quasi da chiedersi se non si stia davvero portando avanti una specie di gioco che non rispetta nemmeno la nostra intelligenza. Credo veramente che il relatore Soda e gli altri membri del Comitato dei nove e della maggioranza dovrebbero riflettere sul contenuto di questo emendamento. Stiamo ponendo una questione seria, che è stata posta anche da altri colleghi, appartenenti alla maggioranza, anche se mi sembra di aver capito che poi abbiano ritirato l'emendamento. Credo si tratti di un buon punto di partenza per coinvolgere le regioni nell'esercizio di determinate funzioni che invece spetterebbero, secondo il vostro disegno, esclusivamente allo Stato. Si tratta, quindi, di concedere più autonomia legislativa ed è per questo che invitiamo tutti i colleghi ad approvare l'emendamento, per dimostrare da che parte stanno, se da quella dei sostenitori della Repubblica veterocentralista o se dalla parte di coloro che vogliono andare in direzione della libertà, delle autonomie e della valorizzazione dell'autogoverno delle comunità locali (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Luciano Dussin 5.28.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, questo sistema statalista - perché ormai è questo l'indirizzo che sta prendendo il provvedimento in esame - dà un'impronta centralista estremamente pericolosa. Abbiamo visto proprio ieri che addirittura si riescono ad imporre alle regioni anche norme antipopolari come quella sull'immigrazione. Ebbene, su questo sistema vengono fatti commenti anche da parte, ad esempio, degli amici dell'onorevole Boato, che su in Veneto a proposito di questa proposta dicono: «altro che federalismo, da Roma solo decentramento». L'amico di Boato è niente meno che l'ex sindaco di Venezia, Cacciari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Anedda 0.5.327.1 non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.327 della Commissione.
GIACOMO GARRA. Signor Presidente, dall'esame di questo emendamento emerge la fondatezza di quello dell'onorevole Luciano Dussin 5.58 che l'Assemblea ha respinto poco fa. Infatti, in via di principio è innegabile che gli enti territoriali dispongano di potestà regolamentare. In base a quanto è previsto dall'emendamento 5.327 della Commissione, ai comuni, alle province e alle città metropolitane viene attribuita potestà regolamentare. Potrebbe allora capitare che il regolamento della città metropolitana, ad esempio, sia in contrasto con quello comunale o un regolamento provinciale in contrasto con uno comunale. Mi sembra che questo emendamento possa causare confusione e conflitti. A me sembra che la norma fosse chiara, in quanto attribuiva al comune in via residuale, la potestà regolamentare. Con questo emendamento, essa viene invece attribuita contestualmente a comuni, province e città metropolitane. In via di principio è così, ma è chiaro che l'ambito della potestà regolamentare che compete al comune quale ente esponenziale di una collettività locale è ben più ampio di quello che può competere ad una provincia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Presidente, vorrei cercare di capire se gli emendamenti che stiamo votando siano migliorativi del testo al nostro esame.
GIACOMO GARRA. Ma secondo le rispettive competenze!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 5.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
(Presenti 364
Votanti 331
Astenuti 33
Maggioranza 166
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 219).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 5.290, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 372
Votanti 294
Astenuti 78
Maggioranza 148
Hanno votato sì 71
Hanno votato no 223).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 279
Astenuti 105
Maggioranza 140
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 228).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 388
Votanti 373
Astenuti 15
Maggioranza 187
Hanno votato sì 143
Hanno votato no 230).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 389
Votanti 318
Astenuti 71
Maggioranza 160
Hanno votato sì 86
Hanno votato no 232).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 303
Astenuti 95
Maggioranza 152
Hanno votato sì 70
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 289
Astenuti 110
Maggioranza 145
Hanno votato sì 55
Hanno votato no 234).
Passiamo ai voti.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 376
Astenuti 20
Maggioranza 189
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 227).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 395
Astenuti 11
Maggioranza 198
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 152).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pace. Ne ha facoltà.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 5.294, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 407
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 240).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Michielon. Ne ha facoltà.
Credo che questo sia un emendamento logico, una delega importante per le regioni anche perché si tiene conto di quanto ha già detto il ministro dell'interno Bianco il quale a metà luglio, quando gli industriali chiedevano che per motivi di lavoro potessero entrare in Italia altre 40 mila persone, ha detto chiaramente che alcune scelte si fanno insieme alle regioni.
Per questi motivi invito i colleghi a votare a favore dell'emendamento.
Ricordo che gli emendamenti Zeller 5.122, 5.123 sono stati ritirati.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Guarino 0.5.325.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 175
Hanno votato no 237).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 172).
(Segue la votazione).
A questo punto il chiarimento fornito dal Governo e dai relatori rende superflua la votazione su un emendamento in quanto nei lavori della Camera resta traccia che l'interpretazione data dal Governo e dal Comitato dei nove va nel senso...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guarino 5.184, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 433
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 244).
Avverto che l'emendamento Zeller 5.147 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 5.274, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 430
Astenuti 8
Maggioranza 216
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 310).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 323
Astenuti 120
Maggioranza 162
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Covre 5.95, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 439
Astenuti 5
Maggioranza 220
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 252).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 325
Astenuti 110
Maggioranza 163
Hanno votato sì 71
Hanno votato no 254).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovine 5.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 410
Astenuti 20
Maggioranza 206
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 247).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 434
Astenuti 8
Maggioranza 218
Hanno votato sì 182
Hanno votato no 252).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 387
Votanti 382
Astenuti 5
Maggioranza 192
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 216).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.
Sotto questo profilo, quindi, la legge comunitaria non c'entra direttamente, perché essa riguarda la fase attuativa e discendente.
Noi condividiamo (non può essere diversamente) l'affermazione secondo la quale vi sarebbe l'esigenza di una partecipazione vera, autentica delle regioni ad ogni tipo di processo decisionale che, non a caso, investe direttamente il sistema regionale e delle autonomie. Nondimeno - i colleghi converranno onestamente con noi - il testo presentato è oscuro, macchinoso; tra l'altro, non vorrei che, per eccesso di zelo e di esigenza di normare, costituzionalizzassimo ciò che può essere benissimo contenuto in leggi di carattere ordinario perché, colleghi, non è detto che non si possa decidere attraverso leggi ordinarie un determinato tipo di processo. Infatti, ciò che non è previsto dalla Costituzione non è vietato nella legislazione ordinaria. Dico questo anche a me stesso, Presidente, nel senso che, qualora la futura Costituzione spenda oltre dieci righe per specificare che tutti noi vogliamo che le regioni partecipino ai processi decisionali inerenti l'Unione europea, penso non faremmo un buon lavoro soprattutto per gli anni futuri.
Invito la Commissione, quindi, a riflettere sull'opportunità di un testo così oscuro, farraginoso, macchinoso, che, a mio avviso, finirà per creare problemi quando dovremo approvare una legge ordinaria esplicativa del testo stesso. Questa è la preoccupazione del collega Garra.
Di fronte a un testo siffatto noi ci dovremo astenere, pur condividendo gli obiettivi da esso perseguiti. Sul punto, quindi, vi è un invito ad una riflessione.
Desidero sottolineare che, in relazione all'emendamento 5.326 e all'articolo aggiuntivo 17.029 della Commissione, il riferimento
Preannuncio, pertanto, che in sede di coordinamento formale verrà espunta tale dizione, precisando che non si tratta di una soppressione dei poteri delle province menzionate.
Dico francamente, in spirito di dialogo, a Migliori e a Garra che la loro proposta è fortemente riduttiva rispetto al potere delle regioni con riferimento al processo comunitario.
Io sono per il mantenimento di questo testo e inviterei pertanto i colleghi a riflettere sull'obiezione che hanno fatto e a rivedere il loro atteggiamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Orlando 5.141 e 5.326 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 270
Astenuti 178
Maggioranza 136
Hanno votato sì 262
Hanno votato no 8).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 302
Astenuti 141
Maggioranza 152
Hanno votato sì 66
Hanno votato no 236).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliori. Ne ha facoltà.
Inviterei quindi i colleghi relatori a specificare - se ho compreso bene - le motivazioni del loro dissenso su questo emendamento, perché mi sembra sia stato espresso parere contrario, mentre questo emendamento è di grande rilievo e, a mio avviso, richiede un significativo tasso di attenzione da parte dei colleghi della Commissione e dell'Assemblea nel suo complesso.
Questa è la filosofia che ispira il testo. L'emendamento in esame, al contrario, è dirompente nei confronti di tale filosofia che ispira il testo. Perciò insisto per l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Noi abbiamo parlato più volte di queste vicende, come in occasione di discussioni su calamità naturali, e siamo ritornati su questi problemi. Abbiamo sempre detto che il dato della sicurezza deve prevalere su altre motivazioni o su altri tipi di esigenze. In questo emendamento noi riportiamo un aspetto che credo che i colleghi debbano tenere presente. Perciò noi insistiamo nella votazione e invitiamo anche i colleghi a valutare positivamente l'apporto e il contributo che noi rappresentiamo in questo momento.
Noi siamo favorevoli alla proposta di accantonamento avanzata dall'onorevole Garra, perciò invito gli onorevoli Teresio Delfino, Tassone e gli altri a riflettere.
Siccome sul comma 2 dell'articolo 8 vi è una proposta di riformulazione della Commissione relativa ai poteri sostitutivi ed un emendamento dell'onorevole Garra che si ricollega all'emendamento della collega Moroni sulle garanzie dei diritti civili e politici e sui livelli essenziali delle prestazioni, con riferimento al secondo comma dell'articolo 120, in quella sede potremo riconsiderare il problema. Potremo, quindi, valutare se i poteri sostitutivi nei confronti degli enti politici territoriali, comuni, città metropolitane, province debbano essere attribuiti allo Stato o alla regione. Potremo dunque trattare il problema insieme agli emendamenti 8.25 della Commissione e Garra 8.3: in questa fase l'emendamento in esame può essere accantonato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 5.87, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 446
Astenuti 17
Maggioranza 224
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 255).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 437
Astenuti 5
Maggioranza 219
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 248).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliori. Ne ha facoltà.
Quanto alle funzioni regolamentari, è chiaro che il regime delle fonti del diritto risponde ad un tecnicismo, che ovviamente fa sì che i regolamenti che i comuni dovessero emanare per ciascuna materia soggiacciano alla disciplina delle fonti del diritto. Oltretutto, si tratta di atti che, ove il cittadino dovesse ritenere lesivi della propria sfera di interessi, ben possono essere impugnati in sede giurisdizionale.
Quindi, non vediamo motivi ostativi di carattere sistematico all'approvazione di questo emendamento ed anzi ne sottolineiamo l'utilità per il cittadino, che in fondo deve essere sempre il destinatario dell'azione amministrativa e di quelle riforme che vogliono migliorare la società civile e l'assetto delle istituzioni.
Il testo dell'emendamento della Lega - invito anche Migliori e Garra a riflettere su ciò - è identico a quello della bicamerale (se vuole lo leggo) contro il quale la Lega votò in Assemblea. È identico, copiato. Oggi la Commissione compie un enorme passo in avanti rispetto ad allora: lo dico a Garra e a Migliori (Commenti del deputato Garra).
Leggo il testo dell'articolo 118 proposto dalla Commissione. Poiché è stato evocato il principio di sussidiarietà, ricordo che
Si tratta dei principi fondamentali che tutti abbiamo evocato in quest'aula, che regioni, province e comuni sono venuti a chiederci di costituzionalizzare, che noi, con l'emendamento 6.40 della Commissione, abbiamo proposto di costituzionalizzare per la prima volta esplicitamente nella storia di questo paese e ci sentiamo dire che il nostro testo è sovietico. Per questo ripeto che vi è un po' di confusione mentale. Quel testo è il testo originario della bicamerale; loro all'epoca hanno votato contro, oggi lo ripropongono, noi presentiamo un testo molto più avanzato sotto il profilo del principio di sussidiarietà e propongono di respingerlo. Insisto e chiedo a Migliori e a Garra di riflettere sulla questione, perché si tratta di un enorme passo in avanti che facciamo insieme. Altro che bocciare il testo della Commissione!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 5.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 455
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 255).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 243).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliori. Ne ha facoltà.
Attualmente tutte le competenze legislative esclusive e di legislazione concorrente, che sono ancora più numerose, il risultato è che alle regioni non verranno attribuite competenze legislative. Proprio per andare incontro alla maggioranza che a parole si dichiara federalista, proponiamo di ammettere almeno il principio per cui un domani, nel caso in cui cambiaste idea, è possibile attribuire qualche piccola competenza legislativa alle regioni senza passare attraverso l'approvazione di una legge costituzionale.
La reiezione di questo emendamento, caro Boato (mi dispiace riprenderti), indubbiamente confermerebbe la vostra volontà di non modificare nulla, anzi di mantenere il sistema sovietico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Veltri. Ne ha facoltà.
In primo luogo, l'invito era motivato dalla totale oscurità del testo. In esso, infatti, si legge: «Nelle materie di propria competenza normativa lo Stato può delegarne l'esercizio alle regioni». Se la parola «delegarne» si riferisce alle materie, non si comprende - nemmeno in italiano - che cosa si deleghi. Se si delegano le funzioni normative, ovvero la potestà legislativa, nella Costituzione dovremmo scrivere che si delegano le potestà legislative costituzionali, le potestà legislative nella materia di riserva esclusiva dello Stato, nonché le potestà legislative nella materia concorrente. Ovvero, salterebbe tutto il sistema federalista.
Se, al contrario, la parola «delegarne» si riferisce all'esercizio delle attività amministrative disciplinate, con legge costituzionale
Accolto da parte della maggioranza l'accorato appello del presidente del gruppo parlamentare della Lega nord Padania il quale ha chiesto di cassare il termine «federale» (in quanto effettivamente questa non è una riforma federale), il mio emendamento ha perso significato. Tale emendamento, nella volontà dei proponenti socialisti (non so se l'onorevole Fontan abbia copiato il suo emendamento dal nostro, ma penso di no), aveva un significato completamente diverso: non quello di duplicare le strutture, bensì quello di sostituire le funzioni in una riforma federale integrale. È chiaro che nel contesto minore di una riforma certamente strutturale ed importante, ma non di tipo federale, il mio emendamento viene meno ed è surrogato da altri due emendamenti della Commissione che, recependo le istanze del sistema delle autonomie locali e delle regioni, si confà maggiormente ad una grande riforma, che non è, però, una riforma federale dello Stato.
Dunque, il relatore Soda ha affermato che è in dubbio se la delega riguardi funzioni e leggi costituzionali. Cominciamo col dire - e non credo che l'onorevole Fontan e gli altri presentatori si siano proposti questo obiettivo - che la delega di funzioni costituzionali non è possibile, perché confliggerebbe con il testo dell'articolo 138, nel quale è stabilito l'iter per eventuali modifiche della Costituzione. Noi non stiamo ritoccando l'articolo 138, quindi è fuori discussione che la delega non potrebbe giammai riguardare funzioni costituzionali o competenze di rango costituzionale. Detto ciò, certo, in avvenire il legislatore costituzionale, seguendo le procedure di cui all'articolo 138, potrebbe trasferire ulteriori competenze alle regioni, ma non è nemmeno questo il tema in discussione: è esclusivamente quello della possibilità, per ragioni contingenti, per fatti temporanei, per lo snellimento della macchina legislativa, che lo Stato attribuisca delega alle regioni per limitate competenze legislative. Francamente, non trovo nulla di eversivo in una proposta di questo genere.
Fermo restando, quindi, che ci troviamo al di fuori dell'ambito delle funzioni di rango costituzionale, annuncio il voto favorevole su questo emendamento.
Ha a disposizione due minuti, onorevole Stucchi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 5.296, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 443
Astenuti 6
Maggioranza 222
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 241).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
È vero: avete solo decentrato - in questo il ministro Bassanini è un maestro -, ma avete decentrato solo le funzioni e non anche le risorse e ciò ha causato grossi problemi alle regioni visto che ci sono direttori sanitari senza il becco di un quattrino da spendere o presidi di scuole - alla faccia della riforma dell'autonomia scolastica dell'ex ministro Berlinguer - che non hanno neanche i soldi per poter comprare la carta igienica da mettere nei gabinetti (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Questo è il decentramento senza risorse che, a casa mia, si chiama decentramento del debito pubblico: è solo questo che siete riusciti a fare (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)! Si tratta di un imbroglio, perché decentrare il debito pubblico significa imbrogliare sui conti pubblici!
Per l'ennesima volta la Lega nord Padania propone un emendamento che prevede adeguate risorse economiche in favore delle regioni. Tali risorse dovrebbero altresì essere quantificate: ricordo che la Costituzione tedesca non stabilisce solo principi, ma anche percentuali, visto che il gettito viene attribuito, per il 42 per cento al Governo centrale, per il 42 per cento ai Làdander e, per il restante 16 per cento, ai comuni. Ricordo che la Germania è una Repubblica federale. Voi, invece, lasciate gestire ai nostri sindaci solo un trentesimo del gettito fiscale dei propri cittadini, contro il 16 per cento previsto in paesi più civili del nostro.
Mi auguro che un emendamento come questo che prevede una copertura finanziaria per gestire i pochi compiti che vengono lasciati, da questa legge, agli enti locali possa essere accolto, altrimenti sarebbe meglio chiudere i nostri lavori o forse accelerarli. Se così non fosse, vi assicuro che, nonostante le notizie dei giornali o quelle dei telegiornali in prima serata, i cittadini, dopo 48 ore, si saranno certamente dimenticati delle vostre proposte, perché saranno i primi ad accorgersi che questo provvedimento non cambia assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania e del deputato Viale)!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 5.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 447
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 233).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 458
Astenuti 9
Maggioranza 230
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 250).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.
Il testo originario prevedeva che: «La legge statale o regionale attribuisce la potestà regolamentare ...», ai comuni, alle province e via dicendo, ma c'è bisogno di una legge o statale o regionale. Con l'emendamento 5.327 della Commissione la potestà regolamentare viene invece attribuita direttamente dalla Costituzione. Il testo infatti dice: «I comuni, le province e le città metropolitane hanno potestà regolamentare».