Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 746 del 22/6/2000
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(Scomparsa di un autotrasportatore in Polonia)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Rodeghiero n. 3-04540 (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni sezione 3).
Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, dottor Intini, ha facoltà di rispondere.

UGO INTINI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il signor Campagnolo, alla guida di un camion che trasportava un carico di uva destinato alla ditta Expans di Cracovia, in Polonia, è transitato dall'Austria alla Repubblica ceca attraverso il posto di confine di Mikulov intorno alle 22 di domenica 10 settembre 1999. Nell'ultimo contatto telefonico con la sua ditta, avvenuto lunedì 11 settembre alle ore 13 circa, il signor Campagnolo comunicava di trovarsi


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al posto di confine di Tesin e di essere diretto a Cracovia. È stato tuttavia accertato che il camion non ha mai attraversato il confine con la Polonia.
Il Ministero degli affari esteri è stato subito informato della scomparsa del connazionale Campagnolo e, per il tramite delle ambasciate a Varsavia e a Praga, ha immediatamente interessato le competenti autorità locali perché le indagini venissero condotte con la massima sollecitudine. La nostra ambasciata a Praga ha ottenuto che una speciale squadra di investigatori sia incaricata delle indagini. Il 9 novembre presso il comando di polizia di Breclav ha avuto luogo, su sollecitazione della stessa ambasciata, un incontro al quale hanno partecipato alcuni familiari del Campagnolo, il titolare della ditta di autotrasporto, il signor Caon, un collega di lavoro e l'onorevole interrogante Rodeghiero della Lega nord. Da parte ceca hanno preso parte alla riunione: il capo della polizia di Breclav, il responsabile della locale squadra investigativa ed il suo vice, due funzionari della direzione centrale della polizia criminale di Praga, nonché i magistrati inquirenti.
L'incontro si è svolto in un clima di piena disponibilità e di collaborazione, come è naturale; da parte ceca è stato dato un resoconto sullo svolgimento delle indagini, dalle quali sono emerse le seguenti risultanze: in due località diverse, poco distanti tra loro, è avvenuto il ritrovamento del rimorchio del veicolo guidato dal signor Campagnolo e della motrice, rinvenuta bruciata; sono stati identificati e fermati i due ricettatori cechi del carico di uva; sono state individuate le due cantine che hanno acquistato l'uva successivamente utilizzata per la vinificazione; sono stati identificati quattro cittadini ucraini residenti nella Repubblica ceca, sospettati di essere gli autori materiali del furto e del sequestro del connazionale.
Le autorità presenti all'incontro hanno inoltre puntualmente risposto a tutte le domande loro rivolte con completa soddisfazione sia dei parenti sia delle altre persone giunte dall'Italia, pur nella consapevolezza che nessuna traccia si ha ancora del loro congiunto. Il 30 novembre scorso funzionari della polizia italiana si sono incontrati a Breclav con i colleghi cechi, al fine di intensificare le ricerche.
Il Ministero degli affari esteri, per il tramite della nostra ambasciata a Praga, continua naturalmente a seguire con il massimo impegno la vicenda della scomparsa del signor Campagnolo. Il 15 dicembre scorso l'allora sottosegretario senatrice Toia ha incontrato i familiari del connazionale, accompagnati dal sindaco di San Giorgio in Bosco (comune di residenza del signor Campagnolo) e dal titolare della ditta di autotrasporti presso cui presta servizio il connazionale, confermando loro l'interessamento del Governo alla vicenda. Il 15 febbraio 2000 l'onorevole ministro ha indirizzato al presidente della regione Veneto una lettera assicurandogli che il Governo avrebbe continuato, tramite l'ambasciata a Praga, ad intervenire sulle autorità di polizia della Repubblica ceca per giungere ad una rapida e positiva conclusione delle indagini. Infine, l'Interpol italiana si mantiene in regolare contatto con il proprio collaterale ceco, cui offre la massima collaborazione ai fini delle ricerche, che sono tuttora in corso, non essendo stato ancora rintracciato, purtroppo, il nostro connazionale.

PRESIDENTE. Grazie, dottor Intini. Salutiamo i ragazzi e le ragazze della scuola elementare di Belpasso, Catania, che sono presenti nelle tribune.
L'onorevole Rodeghiero ha facoltà di replicare.

FLAVIO RODEGHIERO. Signor Presidente, purtroppo devo dichiarare la mia completa insoddisfazione. Ringrazio comunque il sottosegretario per la risposta fornita all'interrogazione presentata all'inizio di novembre sulla scomparsa del signor Nerio Campagnolo, ma le notizie che abbiamo ricevuto fanno riferimento - come spiegherò tra breve - soprattutto alla buona volontà e alla continua instancabile attività della famiglia.


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Il caso del signor Nerio Campagnolo non è isolato ed anzi credo sia emblematico per tutta una serie di considerazioni. Innanzitutto, il funzionamento delle nostre rappresentanze consolari e diplomatiche. La famiglia del signor Campagnolo si è immediatamente attivata, dal 12 ottobre, per denunciare la scomparsa del congiunto presso il consolato italiano a Praga. I primi tentativi di contatto da parte dello stesso consolato con la famiglia, che nel frattempo aveva attivato tutti i mezzi di comunicazione possibili, sia italiani sia cechi, è avvenuta solo il 4 novembre successivo. La famiglia, a fronte di un silenzio istituzionale sui fatti denunciati, si è dovuta attivare a spese proprie per recarsi molte volte nella Repubblica ceca al fine di avere notizie sui fatti.
Ho accompagnato personalmente, come detto prima, i familiari ad un incontro con le autorità di polizia ceche il 9 novembre ed è in quell'occasione che abbiamo concretamente sperimentato un'effettiva attività d'indagine della polizia ceca, salvo accertare con disagio che i cittadini indagati, di cui due erano cechi, sono stati rimessi in libertà dopo poche ore. Non solo: le notizie fornite dalla stessa famiglia già il 18 e il 19 ottobre davano luogo alla prima attività dei fermi della polizia solo il 5 novembre. Ma a quella data, come dicevo, risalgono anche le ultime notizie precise sui fatti, poiché in data 24 novembre il capo cancelliere del consolato a Praga ha fatto sapere che da quella data in poi non avrebbero più avuto le informazioni dagli organi diplomatici, ma direttamente dalla questura di Padova.
A questo punto la famiglia ha effettuato una ricerca mediante investigatori privati, onde avere sicurezza nell'attività investigativa ed informazioni dirette sui fatti accaduti. L'attività instancabile della famiglia era determinata dal desiderio di sapere se il signor Campagnolo fosse ancora in vita, perché era determinante per capire come muoversi anche sul fronte di un possibile riscatto; qualora fosse venuta meno la prima ipotesi, si cercava di avere un corpo riconoscibile sul quale piangere. Si tratta di un'attività che è costata molto in termini economici: sono arrivate proprio in questi giorni le fatture dell'agenzia investigativa per decine di milioni.
Sul caso del signor Nerio, anche per affrontare queste emergenze, si è pure costituito nel comune di San Giorgio in Bosco un comitato per tenere alta la pubblica attenzione sulla faccenda, con una partecipazione di tutta la cittadinanza dall'elevato significato civico. Così pure si sono sensibilizzate - è un altro rilievo - le associazioni di categoria dell'autotrasporto, dalla federazione degli autotrasportatori italiani alle associazioni di categoria degli artigiani.
Sono tanti i piccoli imprenditori che quotidianamente intrattengono rapporti economici con i paesi dell'est, costretti dalla necessità di allargare il mercato per sopravvivere, con notevole rischio imprenditoriale e spesso senza supporti logistici ed istituzionali da parte delle rappresentanze italiane all'estero, e che più recentemente devono anche affrontare situazioni caratterizzate dalla mancanza di sicurezza e di tutela personale.
Si tratta, come si è accennato all'inizio, anche di capire quale sia la funzione delle nostre rappresentanze consolari e se non sia il caso di riorganizzare tutta la rete diplomatica, improntandola, dove ancora abbia un senso la sua esistenza, al supporto delle attività dei connazionali.
Per fare un esempio, proprio su questo caso l'ambasciatore della Repubblica ceca aveva dichiarato, in data 12 novembre, che, da quando era a Praga, questo era il primo caso di camionista scomparso e che non gli risultava l'esistenza di una criminalità organizzata dedita alle rapine ai TIR, cosa invece denunciata più volte dalla famiglia che aveva allargato le sue ricerche anche nelle aree limitrofe alla Repubblica ceca, come l'Austria e l'Ucraina. Tale denuncia è stata confermata dalle notizie apparse una settimana dopo, il 19 novembre, secondo le quali la polizia austriaca, attraverso il lavoro congiunto con le polizie investigative serba e slovacca, aveva sgominato, con quindici


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arresti, una banda che assaltava i TIR nell'area in questione, con nove camionisti assassinati in un anno.
Per sollecitare a livello istituzionale un'attenzione sul caso, in quanto membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ho supportato la famiglia nel presentare ricorso presso la Corte europea dei diritti dell'uomo avverso la Repubblica ceca in ordine al rispetto dell'articolo 2 della Convenzione europea che obbliga alla tutela della vita. Così pure ho presentato a Strasburgo al deputato ceco Svoboda, presidente della Commissione ceca per le petizioni e membro della Commissione per i diritti umani del Consiglio d'Europa, una dettagliata interrogazione in lingua ceca e francese. Analoga interrogazione ho consegnato a Praga al vice ministro agli affari esteri, onorevole Palous, nonché qui a Roma, in occasione di una sua visita, all'onorevole Dostalova, vicepresidente della Commissione ceca per le petizioni, che in data 18 maggio mi hanno confermato di avere presentato tali interrogazioni al ministro dell'interno Stanislav Gross.
Credo siano questi i nuovi fronti della sicurezza e della difesa, altro che scudi spaziali! Oggi abbiamo a che fare con una criminalità ed un terrorismo internazionali che possono essere sgominati solo con efficaci collaborazioni sinergiche tra le forze dei paesi europei. Naturalmente questo implica chiarezza di rapporti, capacità di intervento e volontà operative.
È questo, signor sottosegretario, che si aspettano, anche per quanto riguarda il caso Campagnolo, i familiari, i cittadini di San Giorgio in Bosco, gli operatori del settore dell'autotrasporto, le amministrazioni locali e territoriali. Solo con queste risposte tempestive e concrete si può garantire la permanenza di un rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni.

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