![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Siniscalchi n. 3-05853 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 7).
GIAMPAOLO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'onorevole Siniscalchi chiede notizie in ordine al ventilato trasferimento della collezione borbonica di armi dal museo di Capodimonte di Napoli al castello di Copertino in provincia di Lecce. La questione è già stata sollevata con precedenti interrogazioni parlamentari alle quali si è provveduto a rispondere in quest'aula in data 14 luglio 1999 e da ultimo presso la VII Commissione in data 13 giugno 2000. Pertanto, si fornisce solo un aggiornamento di quanto comunicato in precedenza.
avanzate al fine di trovare la soluzione più corretta sotto i diversi profili tecnici, scientifici ed economici e comunque nel pieno rispetto della tradizione storica della città di Napoli.
PRESIDENTE. L'onorevole Siniscalchi ha facoltà di replicare.
VINCENZO SINISCALCHI. Signor Presidente, prendo atto della risposta del sottosegretario e lo ringrazio soprattutto in relazione all'affermazione finale, con la quale si riconosce sostanzialmente quale sia lo spirito informatore di questo tipo di interrogazioni. Non si tratta certo di uno spirito di carattere campanilistico né si tende a portare avanti lotte di carattere culturale e patrimoniale tra comuni o tra territori del meridione, ma si vuole ribadire la necessità che i siti culturali e storici mantengano la loro identità anche in relazione agli oggetti. Era questo lo scopo della mia interrogazione, ma convince nella risposta del sottosegretario anche l'annunzio di una possibile esposizione temporanea. Se così fosse, ciò sarebbe da auspicare per queste raccolte di armi e per le raccolte di oggetti che riguardano periodi storici particolarmente importanti, che in queste epoche sono sottoposte ad una ulteriore riflessione per quanto riguarda la collocazione storica delle vicende che hanno caratterizzato sia il regno borbonico sia la repubblica napoletana del 1799.
Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali ha facoltà di rispondere.
In ogni caso, non ci sarebbe un depauperamento della città di Napoli, perché il nucleo più consistente e più prestigioso dell'antica armeria privata del re di provenienza farnesiano-borbonica non è interessato da questa ipotesi di trasferimento, anzi esso è destinato a rimanere nel museo e nelle gallerie nazionali di Capodimonte, esposto al pubblico in grandi sale al piano nobile del palazzo di Capodimonte stesso e in depositi consultabili dagli studiosi.
Invece, il materiale oggetto dell'interrogazione era stato in passato escluso dalla esposizione nella sezione armeria del palazzo di Capodimonte e conservato in deposito a seguito di una rigorosa selezione scientifica che fu operata dall'allora soprintendente, professor Moraioli, che si avvalse della consulenza dei maggiori studiosi del settore.
Più di recente, all'atto del nuovo allestimento e della riapertura del museo e delle gallerie nazionali di Capodimonte, quella selezione è stata ampliata ed integrata da nuovi pezzi, pur confermando le scelte di fondo già operate in precedenza.
In ogni caso, in ordine ai beni interessati dall'eventuale trasferimento, si ribadisce che al momento nessuna determinazione è stata assunta dall'amministrazione. La questione è tuttora all'esame dell'ufficio centrale per i beni archeologici, architettonici, artistici e storici per l'istruttoria di competenza e quella autorizzazione, così presentata anche dagli organi di stampa nel novembre 1999, non è altro che un parere del comitato di settore per i beni artistici e storici del consiglio nazionale per i beni culturali ed ambientali. L'ufficio centrale, infatti, pur avendo recepito il suddetto parere del comitato di settore e quelli degli ispettori centrali, prima di assumere ogni definitiva decisione, ha invitato i due soprintendenti interessati e proponenti, cioè quello di Napoli e quello di Bari, a mettere a punto un progetto la cui presentazione è condicio sine qua non per ogni necessaria valutazione, da parte dello stesso comitato di settore per i beni artistici e storici, anche in ordine ai tempi, alle modalità e alla durata della esposizione fuori sede.
Si ribadisce, quindi, che il Ministero, prima di assumere una definitiva decisione al riguardo, non mancherà di vagliare e di ponderare tutte le proposte
Va preso atto, soprattutto, che si può arrivare ad una collocazione temporanea, cioè, ad una forma di mostra itinerante che, però, non privi i siti nei quali tali oggetti sono collocati per ragioni storiche e di ricostruzione culturale, della possibilità di essere custoditi negli ambienti di provenienza: si pensi che le armi di cui si parla erano custodite nel prestigioso museo di Capodimonte ed hanno a loro disposizione anche enormi locali, restaurati con il decisivo apporto del Ministero per i beni e le attività culturali; mi riferisco ai locali di Castel Sant'Elmo.