![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Fino n. 3-05415 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 4).
GIORDANO ANGELINI, Sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione. Le Ferrovie dello Stato hanno espressamente
vietato l'uso dell'amianto come isolante termoacustico ai costruttori e avviato la bonifica dei rotabili coibentati con amianto fin dal 1980. In questo contesto, è stato avviato un piano di decoibentazione dei mezzi ferroviari mediante l'attrezzamento delle officine delle Ferrovie dello Stato e l'apporto dell'industria privata. Con attenzione sempre più crescente al problema dell'amianto, sempre alla fine degli anni ottanta, venne istituita una commissione mista di esperti che modificò in senso restrittivo le normative sulle Ferrovie dello Stato esistenti. Nel settembre 1989 fu data organicità ai provvedimenti di intervento, in funzione di una valutazione del rischio, e vennero introdotte procedure di collaudo per fase di lavorazione a garanzia della qualità degli interventi di decoibentazione, fissando standard qualitativi che risultano ancora oggi in linea con le attuali norme di legge.
PRESIDENTE Onorevole Calzavara, guardi che l'onorevole Delmastro deve ascoltare il sottosegretario. Grazie.
GIORDANO ANGELINI, Sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione. ...si è passati da 4652 del 1996, dei quali 2671 con amianti cassa, ai 1329, dato aggiornato al gennaio 2000, dei quali solo 108 con amianto cassa. Ciò ha comportato una drastica riduzione del potenziale rischio dei siti di accantonamento come del resto ad una loro sensibile riduzione, passando da circa 245 del 1996 agli attuali 79.
materiali in amianto né nella parti strutturali né nella componentistica, potrebbero avere alcuni marginali e particolari elementi accessori (ad esempio le guarnizioni dell'impianto frenante e simili) contenenti amianto. È del tutto evidente che, laddove questo monitoraggio desse esito positivo, anche questi mezzi sarebbero sottoposti a bonifica.
sicurezza approvate con il protocollo Ferrovie dello Stato-ENEA, mentre sono state date ampie garanzie ed informazioni circa le modalità seguite durante la fase di permanenza del materiale rotabile prima del suo definitivo invio presso le ditte di decoibentazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, innanzitutto, desidero ringraziarla per l'impegno nella risposta, che sicuramente è stata organica e analitica, con particolare riferimento alle normative che prevedono i programmi di coibentazione. Per la verità, insieme con l'onorevole Fino, ho presentato questo atto di sindacato ispettivo che, non a caso, nella sua parte iniziale richiedeva una risposta da parte del ministro dell'ambiente, che però non vi è stata, ma certamente l'addebito non può essere rivolto a lei. Il trasferimento dei vagoni nella stazione ferroviaria di Sibari, nel comune di Cassano Ionio, unito a ciò che sta accadendo all'interno del territorio del suddetto comune, fa ritenere all'amministrazione comunale di Cassano Ionio che la Sibaritide sia diventata una sorta di fogna a cielo aperto al servizio dell'intera Calabria. Le condizioni ambientali in cui versa l'intera Sibaritide sono di degrado profondo e sono caratterizzate da un numero impressionante di discariche abusive; da ultimo, i treni all'amianto o «treni della morte», come, forse con un'affermazione forte, l'opinione pubblica è abituata a chiamarli.
L'impegno del Governo deve essere inteso nel senso più ampio perché deve vedere il coinvolgimento di altri ministri affinché la Sibaritide, al di là dei vagoni di cui abbiamo parlato, non resti la «fogna a cielo aperto» della Calabria. È una nobile terra che ha il diritto di coltivare rispetto per il proprio ambiente e il problema dei vagoni con l'amianto è la spia di una sorta di abbandono da parte delle autorità di Governo rispetto ad una zona che, avendo già tanti problemi strutturali, non ha bisogno di trovarsi di fronte ad ulteriori problemi dal punto di vista dell'impatto ambientale.
Il sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione ha facoltà di rispondere.
Nell'ambito di una collaborazione fra le Ferrovie dello Stato e l'ENEA per lo sviluppo e la qualificazione di sistemi di bonifica da amianto, attuato con la fattiva partecipazione dell' ISPESL e dell'ISS, sono state sviluppate e qualificate le procedure standard di decoibentazione e la successiva nuova immissione in esercizio o per la demolizione del materiale rotabile.
Tali procedure sono state prese a riferimento nella stesura delle norme e metodiche tecniche per la manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto presenti sui rotabili ferroviari di cui al decreto ministeriale del 26 ottobre 1995.
In base all'esigenza di attuare un programma di bonifica del materiale rotabile, in particolare di quello accantonato, con la collaborazione dell'ENEA e di qualificati esperti esterni, sono state definite procedure negoziali e contrattuali per attivare tale programma in regime di massima sicurezza e trasparenza.
Sono stati quindi definiti norme e criteri di qualificazione di imprese che per capacità tecnica, finanziaria e organizzativa erano in grado di prestare servizi di bonifica del materiale, comprendendo le operazioni di stoccaggio, di trasporto e di smaltimento dei rifiuti.
L'avvio del sistema di qualificazione, che ha durata aperta di 38 mesi, è stato pubblicato mediante bando sulla GUCE nel 1995 e la nuova pubblicazione è del 1998.
Un'apposita commissione mista, con la partecipazione di rappresentanti dell'ENEA e di professionisti esterni, provvede alla valutazione dei soggetti richiedenti la qualificazione, ad identificare la capacità produttiva annuale di ogni soggetto qualificato ed a curare le successive procedure di negoziazione.
Circa l'evoluzione del parco del materiale accantonato...
Occorre aggiungere che esistono in circolazione circa 2500 mezzi di materiale rotabile, e circa 500 accantonati, che sono già decoibentati negli anni precedenti la legge n. 257 del 1992 che contengono possibili residui di materiale con amianto segregato, e che pertanto non è in alcun modo in contatto né con il personale viaggiante né con i passeggeri; non c'è quindi alcun pericolo per la salute dei cittadini.
Anche per questo materiale rotabile è comunque previsto un piano di bonifica al fine di eliminare ogni traccia di amianto.
Vi sono, infine, 1.500 rotabili per i quali da parte dell'ENEA e delle Ferrovie dello Stato si stanno sviluppando un'indagine e una ricerca finalizzata, perché, anche se essi non contengono con sicurezza
Riguardo alle attività di bonifica, l'andamento generale dei vari indicatori è significativo del decollo dell'attività presso le imprese qualificate, il cui numero è andato incrementando, fermi restando i rigidi criteri di selezione adottati.
Negli attuali siti di stazionamento della rete ferroviaria si trovano 1.329 tra mezzi di trazione e carrozze in fase di dismissione, il cui prospetto indicativo metterò a disposizione dell'interrogante, senza darne lettura.
Ovviamente, le quantità dei rotabili e dei siti si riducono progressivamente in funzione del procedere delle bonifiche del materiale accantonato. Si prevede che l'intera attività di eliminazione dell'amianto riguardante le tre categorie di mezzi prima richiamati potrà essere conclusa nell'ambito di circa un quinquennio, anche tenendo conto dei programmi di dismissione del materiale rotabile.
Si fa presente che il 20 febbraio 2000 presso lo scalo ferroviario di Sibari erano stati posti in stazionamento 14 veicoli provenienti da Reggio Calabria, accantonati nell'ambito dei programmi di dismissione del materiale rotabile più obsoleto. Nella fattispecie si tratta di rotabili sospesi dall'esercizio nell'ambito della giurisdizione dell'ex compartimento di Reggio Calabria, già decoibentati negli anni ottanta e che in alcune parti potrebbero contenere amianto. Si tratta cioè di parti integranti di apparecchiature e complessi meccanici, sotto forma di pannelli, guarnizioni ed altro, che venivano largamente impiegati nella realizzazione dei prodotti industriali, indipendentemente dal loro settore di impiego, fino all'applicazione della legge n. 257 del 1992, che ha determinato le regole per la cessazione dell'impiego dell'amianto.
I rotabili con le caratteristiche suddette sono interessati in modo molto marginale dalle problematiche dell'amianto. Essi vengono, infatti, ermeticamente sigillati apponendovi lamierini in ferro saldati per non fare accedere al loro interno personale estraneo o non autorizzato con un drastico abbattimento del rischio. Sono comunque sottoposti ad uno specifico piano di controllo, in applicazione delle disposizioni di legge vigenti in materia, e si trovano in condizioni di assoluta sicurezza per i lavoratori, per la cittadinanza e per l'ambiente, viste le cautele e le procedure adottate, anche se i binari di stazionamento su cui sono accantonati si trovano a breve distanza dal Ferrotel. I rotabili stessi sono recintati con rete metallica, su cui sono apposti cartelli monitori indicanti la presenza di carrozze contenenti amianto e il divieto d'accesso da parte di estranei. Detto recinto si trova all'interno di un altro recinto più ampio delimitante la rimessa ferroviaria.
L'area della stazione di Sibari è sottoposta periodicamente ad un monitoraggio ambientale, prelevando aria nelle adiacenze dei rotabili, come previsto dalle norme vigenti. Metterò a disposizione dell'interrogante gli ultimi risultati di questo monitoraggio, che sono rassicuranti circa il rispetto della normativa in vigore. Questi dati rassicuranti sono anche confermati dalle analisi condotte direttamente dal servizio igiene e sanità pubblica della ASL di Rossano e messe a disposizione dalla prefettura di Cosenza.
I rotabili oggetto dell'interrogazione sono stati al centro di una corrispondenza tra la ASL di Rossano e le Ferrovie, sia in materia di procedure seguite per l'inoltro delle carrozze dai luoghi di provenienza alla destinazione finale, sia per quanto riguarda le cautele necessarie durante la fase di stazionamento nella stazione di Sibari. Da parte delle Ferrovie dello Stato è stato risposto che non risulta l'esistenza di una procedura che stabilisca, quale condizione di trasferibilità, l'acquisizione di un certificato rilasciato dalla ASL di provenienza di idoneità all'invio di rotabili, in aggiunta alle previste misure di
I suddetti rotabili dal 23 maggio 2000 sono presso lo stabilimento di Bilfinger-Berger di Bari per bonifica e successiva demolizione, secondo le prescrizioni del decreto ministeriale del 26 ottobre 1995 «Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica dei contenenti amianto presenti nei mezzi rotabili».
Per quanto concerne, invece, altri rotabili contenenti amianto, in precedenza giacenti presso lo scalo di Sibari, sono stati trasferiti in data 3 febbraio 2000 presso lo scalo di Bari Larnasinata, per essere decoibentati, bonificati ed avviati a demolizione dalla ditta Bilfinger-Berger.
Attualmente non risultano altri vagoni stazionanti presso lo scalo di Sibari.
Quanto alle caratteristiche del controllo quando sono fermi nelle stazioni, al di là di ciò che lei ci ha detto e che certamente è rassicurante, mi consenta di avere qualche preoccupazione. Nella mia città, Biella, che dista 1.200 chilometri da Cassano Ionio, all'interno di rimesse delle Ferrovie dello Stato erano allocati in modo assolutamente rigoroso sul piano formale alcuni vagoni che presentavano il rischio amianto e dunque veniva rispettata la normativa di sicurezza da lei evidenziata, salvo che una delle pareti aveva uno squarcio tremendo e i vagoni erano utilizzati da due o tre barboni che ivi avevano posto la loro residenza. Tale fatto desta preoccupazioni perché, al di là delle norme regolamentari, che lei ha dottamente citato e delle quali siamo certamente lieti e soddisfatti, di fatto si verificano episodi di questo genere. Come lei sa, la pubblica amministrazione riconosce a tutti i lavoratori delle Ferrovie dello Stato anche una forma di prepensionamento per coloro che sono rimasti a lungo a contatto con tali carrozze e ciò è certamente inquietante. È evidente che la pubblica opinione non ha parametri scientifici certi per stabilire l'entità dell'esposizione all'amianto che crea pericoli concreti alla salute; è altrettanto evidente, comunque, che anche il trasferimento e la sosta nelle ferrovie devono essere ridotti nei termini più brevi possibili, al fine di consentire il trasferimento dei vagoni, dei locomotori e delle carrozze nei luoghi che devo supporre ottimamente attrezzati per la definitiva eliminazione dell'amianto.
Prendendo comunque atto della risposta organica fornita dal sottosegretario, non posso e non voglio dichiararmi insoddisfatto perché mi pare che l'impegno da parte del Governo sia stato ampiamente dimostrato.
La ringrazio comunque per il dettaglio contenuto nella sua risposta.