(Sezione 5 - Scomparsa di documenti relativi alla «Strage di piazza Fontana» ritrovati nel covo delle Brigate Rosse a Robbiano di Mediglia - Milano)
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri della giustizia, della difesa e dell'interno, per sapere - premesso che:
nel covo delle Brigate rosse di Robbiano di Mediglia, scoperto nell'ottobre del 1974, gli inquirenti rinvennero una considerevole mole di documenti, tra cui quelli relativi alla cosiddetta «controinchiesta» delle Brigate rosse sulla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969);
tra i reperti sequestrati, ve ne erano alcuni di particolare interesse:
un'intervista-interrogatorio su audiocassetta, cui da militanti o fiancheggiatori delle Brigate rosse fu sottoposto il professor Liliano Paolucci, cioè la persona che subito dopo la strage, in modo del tutto casuale, aveva raccolto le confidenze di Cornelio Rolandi, il principale teste a carico di Pietro Valpreda;
interrogatori-interviste di alcuni dirigenti del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa di Milano, al quale apparteneva Giuseppe Pinelli e dal quale era stato espulso Pietro Valpreda;
una relazione dalla quale risultava che Giuseppe Pinelli, l'anarchico morto dopo essere precipitato dalla finestra della questura di Milano nella notte del 15 dicembre 1969, in realtà si era suicidato perché era rimasto involontariamente coinvolto nel traffico di esplosivo poi utilizzato per la strage;
in base agli esiti della «controinchiesta», secondo anche quanto rivelato da alcuni ex brigatisti, le Brigate rosse conclusero che l'attentato di piazza Fontana era stato opera degli anarchici e, per una valutazione politica, decisero di non divulgare il contenuto della «controinchiesta»;
per evidenti motivi la Commissione stragi, al fine di espletare i propri compiti istituzionali, nel maggio del 1999 richiedeva l'acquisizione di tale documentazione, in particolare dell'audiocassetta contenente l'intervista registrata del professor Paolucci;
in risposta all'istanza avanzata dalla Commissione il 15 giugno 1999 il tribunale ordinario di Torino-Corte d'Assise rendeva noto che: «... in data 25 maggio 1999 il raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri di Torino, presso i cui uffici era depositato il materiale sequestrato in oggetto, ha comunicato che lo stesso risulta essere stato distrutto»;
in particolare, emergeva che:
il 12 ottobre 1992, il comandante della sezione anticrimine dell'Arma di Torino
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aveva richiesto all'autorità giudiziaria di provvedere «alla sorte dei suddetti corpi di reato»;
il 13 ottobre 1992 perveniva la relazione del funzionario dell'ufficio corpi di reato del tribunale di Torino in merito;
sempre il 13 ottobre 1992 con incredibile tempestività, la Corte d'assise ordinava la distruzione dei reperti delegando al comandante della sezione anticrimine il compito di prescegliere, perché non fossero distrutti, i reperti che potessero rivestire «valore documentario e storico-scientifico»;
il materiale sottratto alla distruzione, trasferito dalla sede dell'Arma al palazzo di giustizia di Torino e depositato presso quella sede (il palazzo di giustizia di Torino), risulta essere composto solo da volantini, documenti, riviste e materiale propagandistico delle bande armate dell'epoca, di scarsissimo valore anche storico a confronto dei reperti distrutti;
successivamente la Commissione stragi ha rivolto la medesima istanza anche al tribunale ordinario di Catanzaro, Corte d'assise, (dove si svolse il primo processo su piazza Fontana), con particolare riferimento all'audiocassetta con l'intervista al professor Paolucci, ed è risultato che l'audiocassetta in questione fu regolarmente inviata in copia, su altra audiocassetta, a Catanzaro dal giudice istruttore Gian Carlo Caselli, allora titolare delle indagini sulle Brigate rosse e sul covo di Robbiano di Mediglia, in data 2 agosto 1975;
in data 10 giugno 1999 la procura generale di Catanzaro ha inviato una lettera di risposta alla Commissione stragi, con la quale si afferma che non solo non sarebbe stata ritrovata l'audiocassetta in questione, ma che di questa non vi sarebbe mai stata traccia nei registri degli uffici giudiziari di Catanzaro;
la «scomparsa» e la distruzione della documentazione sequestrata a Robbiano di Mediglia ha privato il giudice Salvini e gli altri magistrati che lo hanno sostituito nell'inchiesta di elementi di rilevante interesse che, qualora fossero stati esaminati, per la prima volta, in sede giudiziaria, avrebbero potuto imprimere un indirizzo diverso alle nuove indagini sulla strage di piazza Fontana e al processo attualmente in corso -:
quali misure di carattere ispettivo si intendano assumere affinché siano identificati con precisione il responsabile della sezione anticrimine dei Carabinieri di Torino all'epoca della improvvisa decisione di distruggere i reperti di Robbiano di Mediglia, al fine di chiarire in base a quali criteri sia stata operata la selezione del materiale da distruggere o da conservare e se il personale dell'Arma coinvolto nella distruzione dei reperti abbia - all'epoca o successivamente - ricoperto qualche ruolo nel corso delle nuove indagini su piazza Fontana, al fine di determinare le eventuali responsabilità nella distruzione e nella scomparsa di tali documenti;
se il Ministro della giustizia, inoltre, non ritenga opportuno disporre con urgenza un'indagine ispettiva presso gli uffici giudiziari di Catanzaro, sulla base della risposta fornita alla Commissione stragi;
come valuti il Governo la sistematica scomparsa e distruzione di documenti relativi al presunto coinvolgimento di esponenti anarchici e dell'estrema sinistra, o sedicenti tali, nei fatti di piazza Fontana e se non ritenga opportuno, alla luce dei fatti esposti in premessa, adoperarsi in modo concreto affinché sia fatta definitiva chiarezza in merito ad episodi del genere.
(2-02338)
«Fragalà, Aprea, Armaroli, Armosino, Baiamonte, Donato Bruno, Buontempo, Colosimo, Conti, D'Alia, Di Comite, Gasparri, Gastaldi, Lavagnini, Losurdo, Lucchese, Mantovano, Marotta, Matranga, Mitolo, Neri, Proietti, Rallo, Rasi, Rivolta, Sestini, Tarditi, Tassone, Tosolini, Zacchera, Lo Jucco, Manzoni, Napoli, Santori, Saponara, Savarese, Simeone, Zaccheo».
(28 marzo 2000).