Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 734 del 6/6/2000
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(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 424)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Barone. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE DEL BARONE. Signor Presidente, lei avrà notato che i deputati del CCD sono a favore di questa legge di riforma del settore termale perché il termalismo, indipendentemente dai benefici che può apportare alla salute, rappresenta un veicolo turistico di grande presa. Forse alcuni medici sbagliano a non considerare il termalismo come una cura nel senso vero del termine, tanto più che le acque termali italiane sono in massima parte radioattive e quindi particolarmente indicate per la cura di determinate malattie della pelle, oltre che coadiuvanti per altre patologie.
Signor Presidente, io avevo chiesto in precedenza la parola perché avevo votato con convinzione a favore dell'emendamento Guidi 8.2, nel quale si diceva che l'attività del medico di medicina generale non sarebbe stata incompatibile con quella prestata presso aziende termali senza vincoli di subordinazione e poi mi sono trovato - ed è per questo che avevo chiesto impropriamente la parola - dinanzi all'ordine del giorno Caccavari n. 9/424/1 dove si coniava un nuovo termine, che mi è sembrato piuttosto strano, quello di «medico termale».
Mi chiedo se i colleghi ricordino che esiste già una specializzazione in idrologia, crenologia e climatoterapia (l'idrologia è lo studio delle acque, la crenologia è lo studio dei fanghi con la positività del clima che in alcune zone del sud d'Italia - basta citare Ischia - ha un alto valore aggiunto). Pertanto parlare di «medico termale» è quasi come annullare una specializzazione che già esiste e che ha un suo valore. Non vorrei che questa dizione sostituisse una specializzazione. Chiedo, pertanto, una rettifica: vorrei fosse chiarito che forse potrà anche esistere il medico che, pur non essendo specialista, abbia la possibilità di operare in uno stabilimento termale; tuttavia, usare la definizione di «medico termale», quando esiste una apposita specializzazione, non mi soddisfa pienamente.
In ogni caso, il provvedimento, pur non essendo certamente perfetto, presenta elementi di positività di cui il CCD prende atto (Applausi dei deputati del gruppo misto-CCD).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidi. Ne ha facoltà.

ANTONIO GUIDI. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, credo che la proposta di legge che, almeno da questa parte della Camera, approveremo, sia importante innanzitutto per il merito, nonché per il metodo. Come ho avuto modo di affermare nella discussione degli articoli, si tratta di un metodo del quale dobbiamo certamente tener conto: mi riferisco al rispetto delle idee di appartenenza, ma anche di quelle degli altri, molte volte predicato e così poco concretizzato.
Per quanto riguarda il provvedimento che stiamo per votare, direi che tra Governo, maggioranza ed opposizione vi è stata una comunicazione leale e rispettosa delle idee di ognuno, ma con la prevalenza di un elemento: quello della valorizzazione dei bisogni dell'utente, attuale e potenziale, e dei centri termali seri. Si tratta di centri termali che rendono orgogliosi di essere italiani. L'Italia è uno dei paesi termali più importante e, in Europa, è certamente il paese termale per eccellenza. Una tale situazione affonda le radici nella nostra storia: non a caso, già nell'età del ferro si usavano i fanghi terapeutici. In epoca romana, poi, si è vissuto uno sviluppo che in qualche modo si è riverberato sugli ultimi cinquant'anni. Nel periodo romano vi fu dapprima un termalismo d'élite, legato alla socialità tra ricchi. Successivamente, vi fu un'apertura anche alle classi meno abbienti: lo vediamo


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dall'ampliamento dei luoghi di accoglienza e di ritrovo, che hanno fatto da punto di riferimento architettonico anche per le altre grandi costruzioni di quel periodo, nonché dell'epoca rinascimentale e del nostro secolo. Vi è stato, inoltre, un allargamento del concetto di salute e di benessere che ritroviamo anche ai nostri giorni.
In quest'epoca abbiamo vissuto le stesse fasi: innanzitutto, il periodo della ricostruzione (negli anni quaranta e cinquanta) in cui vi è stata una predominanza dell'aspetto sociale; successivamente, si è avuto il periodo curativo-riabilitativo; oggi vi è un concetto di salute complessiva, nella quale la parte più prettamente medica non deve oscurare l'acquisizione della salute totale: pertanto, anche l'ambiente e l'accoglienza dal punto di vista psicologico ed architettonico e - perché no? - naturalistico sono di importanza fondamentale.
Sul provvedimento che stiamo per votare, vi è stato un contributo importante dei deputati del Polo e dei relatori; tuttavia, non vogliamo prendere meriti da una parte sola, in quanto il contributo si è avuto da parte di tutti. Ebbene, abbiamo voluto esaltare la parte scientifico-curativa e riabilitativa, nonché - come dice spesso il competentissimo onorevole Massidda - la parte preventiva. Detto questo, insisto soprattutto sull'importanza dell'ambiente, in particolare per quanto riguarda la prevenzione, grazie al collegamento psiche-corpo, che troppo spesso dimentichiamo di curare.
Abbiamo cercato di insistere molto sulla specializzazione: la specializzazione dei servizi erogati e del personale, medico e non medico, ma anche una specializzazione in senso lato, cioè una valorizzazione del luogo, il cosiddetto locus, che ha così tanta importanza. Certo, quando si parla di terme non possiamo non tener conto prima di tutto dell'utente, però non possiamo nasconderci dietro un dito: se dobbiamo dare all'utente il massimo dal punto di vista dei servizi, dal punto di vista della qualità del prodotto, non possiamo dimenticare che c'è anche un indotto in termini di occupazione all'interno delle terme ed in termini di sviluppo turistico.
Noi non abbiamo voluto mettere il turismo al primo punto proprio per valorizzare la parte scientifica, però non possiamo non ricordare - e l'abbiamo fatto anche nella costruzione della legge - che c'è un problema turistico che sicuramente il termalismo può aiutare a risolvere. Ripeto, non vogliamo che il turismo sia messo in primo piano rispetto alla scientificità della cura, della riabilitazione e della prevenzione termale, ma certo questo aspetto non deve e non può essere trascurato.
A conclusione, va affrontato anche il panorama della realtà attuale: noi abbiamo vecchie e nuove, piccole e grandi strutture termali. Le più grandi, come Salsomaggiore, Abano, Ischia, Fiuggi, Montecatini e tante altre offrono circa il 20 per cento degli interventi di alta qualità sul territorio nazionale e vanno aiutate a mantenere il loro standard.

PRESIDENTE. Onorevole Saponara, per cortesia, sta parlando il collega Guidi.

ANTONIO GUIDI. Abbiamo poi realtà piccole e medie estremamente importanti: le cosiddette piccole e medie imprese esistono anche nel termalismo. La lista sarebbe lunga e non vogliamo offendere nessuno, ma per esempio potrei citare Caramanico in Abruzzo, nel quale da lungo tempo si attua un termalismo di eccellenza e che tra l'altro si sviluppa in una zona particolarmente gradevole dal punto di vista paesaggistico, come la Maiella, oppure Montepulciano e Telese, che sono un esempio dal punto di vista riabilitativo. A Telese, in particolare, oltre alla riabilitazione sono molto curate anche l'accoglienza e la cultura, perché poi, diciamocelo francamente, proprio per il benessere psicofisico bisogna tener conto anche delle attività non strettamente mediche, che non sono certo un optional da trascurare, perché agevolando la positività psicologica della persona la fanno stare meglio.


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Mi avvio rapidamente alla conclusione, Presidente.
Direi che questo provvedimento, di alto profilo scientifico, deve servire, in parte, anche a sostenere strutture che potrebbero svolgere un'opera fondamentale sul territorio. Non posso dimenticarmi di Penne, in Abruzzo, in una situazione paesaggistica estremamente favorevole, o di Acquasanta Terme, nell'alto ascolano, che, con un po' di aiuto, potrebbero agevolare chi vuole servizi vicini e a livello turistico.
Concludo ringraziando per il fair play che tutti abbiamo dimostrato: quest'atteggiamento deve essere ripreso per l'esame di altri provvedimenti legislativi a carattere sociale. Abbiamo ricevuto un aiuto importante da parte di tanti operatori sociosanitari facenti parte di varie associazioni. Non possiamo dimenticare, proprio perché ha agito con un spirito non corporativo, la Federterme, che si è distinta per l'aiuto serio e non di parte fornito grazie al suo presidente Iannotti Pecci ed il direttore Crudeli.
Auspico che anche per altri progetti di legge, al di là della giusta scelta di campo politica, si possa acquisire una dimensione dove lo scontro deve essere inteso quale confronto e in cui alla fine prevalgano la logica della comunicazione ed il valore delle idee, al di là dei pregiudizi (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
Onorevole Lucchese, le ricordo che il suo gruppo ha a disposizione ancora cinque minuti.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non c'è dubbio che una legge di indirizzo per il settore termale consente di poter disporre di un quadro normativo certo sul quale fondare organiche iniziative di rilancio e di sviluppo. Questo provvedimento di riordino, infatti, fornisce alle istituzioni sociosanitarie del paese, a tutti i livelli, i criteri base per l'attuazione di una politica generale di qualificazione e promozione del patrimonio idrotermale.
A questo provvedimento si collegano le esigenze di valorizzazione del patrimonio delle risorse ambientali e di favorire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione. Con questo provvedimento si è affrontato, in modo organico, la questione dello sviluppo del settore sia sotto il profilo della tutela della salute sia sotto quello della promozione delle attività indotte, turistiche e imprenditoriali.
Per il nostro paese questa costituisce una grande occasione che, per alcuni anni, è mancata e che ha segnato una tendenza alla ripresa negli ultimi tre anni. Si è forse voluto dare maggior senso di utilità all'attività termale nell'ambito della funzione di cura e di prevenzione patologica, piuttosto che aiutare la cultura della salute quale generale stato di benessere psicofisico e, complessivamente, il concetto importante di turismo della salute. Spetta ora alle imprese delineare le opportune strategie per la riqualificazione della propria offerta in senso innovativo all'interno di una grande tradizione e di un grande impegno per la penetrazione nei diversi mercati.
Pertanto, nel complesso, siamo favorevoli all'impianto generale di questo provvedimento e annuncio che il CCD voterà a favore della sua approvazione (Applausi dei deputati del gruppo misto-CCD).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Debiasio Calimani. Ne ha facoltà.

LUISA DEBIASIO CALIMANI. Egregio Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento risponde ad un cambiamento culturale generale nei confronti del concetto di salute e affronta il tema della cura idrotermale, inserendola nel contesto territoriale in cui si applica, in considerazione degli effetti occupazionali ed economici legati al turismo e all'indotto che il termalismo produce. È un modo giusto, anzi, è il modo giusto di affrontare i problemi.


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L'inserimento delle terme nel sistema sanitario nazionale significa, però, dare assoluta priorità all'aspetto della cura e della salute, costituisce un'opportunità ma anche un vincolo, ed è un impegno a sottostare a regole e controlli nel rigore delle prestazioni e della verifica del risultato, anche rafforzando la ricerca scientifica, ancora carente in questo settore.
Aiuta ad affrontare con coraggio e modernità la grande evoluzione che si è manifestata in questi anni soprattutto in merito agli aspetti della prevenzione e della riabilitazione verso le quali le cure termali potranno agire con grande efficacia se saranno estese a tutti gli utenti del sistema sanitario, come previsto dalla legge, con vantaggio sia per il paziente sia per la spesa sanitaria.
La medicina riabilitativa trova oggi nella cura termale una considerevole possibilità espansiva. Le tecniche offerte in termini di strutture, apparecchiature ed attrezzature, da un lato, e la professionalità degli operatori, dall'altro, rispondono alla crescente domanda di riabilitazione, rieducazione e riattivazione che ostacolano il decadimento generale della persona. Particolarmente importante per l'evoluzione dell'età media della popolazione del nostro paese è la riabilitazione che si rivolge agli infortunati sul posto del lavoro, nelle esercitazioni sportive e soprattutto nelle strade che «scelgono» per vittime anche persone in giovane età.
La riduzione di ricoveri ospedalieri, di ricorso ai farmaci e di assenze nei luoghi di lavoro sono effetti della cura termale riabilitativa. Sono in aumento gli oneri socio-economici derivanti da patologie di carattere invalidante. Ogni giorno l'INAIL spende 3 miliardi e mezzo per il pagamento dell'indennità per inabilità temporanea al lavoro.
L'affermarsi di terapia curative che garantiscano la loro efficacia in modo indipendente e complementare al ricorso alla farmacologia riduce le spese individuali e collettive e produce benefici maggiori di quelli delle cure tradizionali, evita gli effetti collaterali che in misura variabile ogni farmaco produce. La competizione globale si vince con la qualità ma questa si misura sull'insieme di tante qualità specifiche tra le quali la garanzia del prodotto. A questo concorre la predisposizione di un marchio, come previsto dalla legge, che garantisca la qualità dei servizi resi e costituisca per l'utente un segno di affidabilità e sicurezza della cura somministrata.
Un'ulteriore garanzia è data dall'emendamento accolto in aula, che consente l'utilizzo dei termini specifici inerenti il termalismo, solo previo riconoscimento dei corrispondenti requisiti da parte dell'autorità sanitaria. La diffidenza che ancora permane nei confronti delle cure termali si supererà solo con un accentuato rigore dei requisiti, dei controlli e delle verifiche sulle cure. La legge all'esame è determinata e determinante nell'agire verso questo obiettivo. Tale importante riforma, attesa da vent'anni, permetterà anche all'Italia di affrontare in modo adeguato la competizione europea che diventa sempre più agguerrita nei confronti del nostro paese. È sufficiente pensare che dal 1972 ad oggi non sono aumentate le presenze, nonostante l'invecchiamento della popolazione, la maggiore attenzione nei confronti della salute e in particolare della naturalità delle cure; fattori che costituiscono i presupposti di un incremento che si è invece manifestato in modo significativo in altri paesi.
Vi è una stretta connessione tra termalismo e luoghi da cui trae origine la sua principale risorsa: l'acqua termale. Il luogo in cui si compie l'antico rito della cura costituisce elemento fondamentale, parte di un sistema complesso in cui i fattori che lo compongono interagiscono fortemente. L'ambiente è giustamente considerato, qui più che mai, fattore di sviluppo non solo economico ma anche del benessere e della salute. La simbiosi che si stabilisce tra qualità della cura e l'ambiente in cui viene praticata, è rilevante proprio dal punto di vista degli effetti clinici. Sarebbe quindi interessante ed opportuno promuovere un sistema nazionale di parchi termali che stimoli nei confronti della valorizzazione dell'ambiente


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e in relazione alla preziosa risorsa idrica un'azione culturale e didattica di conoscenza e di sostegno agli enti locali per promuovere quella riconversione ecologica capace di produrre ricchezze e sviluppo.
La città termale, intesa come sistema integrato di offerte per soddisfare l'esigenza del recupero fisico attraverso il trinomio terme-salute-natura, può diventare un modello di città-territorio a sviluppo sostenibile. Le città termali dovrebbero sempre più essere le città della salute per eccellenza, simbolo di un modello di vita moderno volto al perseguimento di un equilibrio psicofisico dell'individuo.
Il relatore onorevole Caccavari ha cercato ed ottenuto in questa lunga fase di lavoro collaborazione e consenso dimostrando che competenza e tenacia possono superare steccati che la politica erge non sempre motivatamente.
È quindi con molta soddisfazione che dichiaro il voto favorevole del gruppo dei Democratici di sinistra su questa importante legge di riforma (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valpiana. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Svolgerò un intervento brevissimo solamente per dichiarare, dopo due legislature in cui abbiamo lavorato su questo provvedimento, il voto favorevole di Rifondazione comunista.
È evidente, che provenendo dalla Commissione affari sociali e avendo maggiormente presente l'aspetto sanitario di tutta la questione, considero questo testo in relazione a tutti gli altri che la nostra Commissione sta esaminando e portando all'esame dell'Assemblea, relativi a medicine che possono essere utilizzate assieme alla medicina tradizionale per i loro aspetti e prerogative particolari.
Credo che le cure termali siano estremamente interessanti non solo dal punto di vista storico e, per quanto riguarda il nostro paese, naturalistico - considerato che siamo un paese naturalmente dotato di una serie di fonti termali importanti -, ma anche dal punto di vista della prevenzione, della cura e soprattutto della riabilitazione, aspetti che possono dare ottimi risultati per il benessere dei cittadini e, in termini di risparmio, per la sanità. Ciò è stato bene evidenziato sia dagli studi condotti in altri Stati (Francia e Germania prima di noi sono riusciti a deliberare una normativa di legge quadro in questo settore), sia dal «Progetto Naiade» che il Ministero della sanità ha messo in campo in questi ultimi anni e che è stato condotto da 291 aziende termali su circa 50 mila pazienti. I risultati, oltre ad avere fornito un quadro scientifico dell'azione terapeutica delle cure termali, hanno messo in evidenza una efficacia dei ricoveri ospedalieri e, soprattutto, del ricorso ai farmaci. Credo che questo aspetto non possa che essere accolto con estremo interesse da chi si occupa di sanità e, soprattutto, da parte del servizio sanitario nazionale.
L'altro aspetto molto interessante è che il fatturato complessivo dell'azienda termale nel nostro paese è stato nel 1999 di circa 450 miliardi come risultato diretto; si parla, però, di 5 mila miliardi come indotto. In questo settore lavorano 15 mila addetti, mentre 45 mila persone lavorano nei settori connessi quali l'alberghiero, il turistico, eccetera. Si tratta, di fatto, di un intervento estremamente importante dal punto di vista della salute ed anche delle attività produttive e del turismo nel nostro paese.
Credo che, nonostante si sia lavorato per anni su questo provvedimento soprattutto per gli ostacoli creati dalla questione dell'ex EAGAT (poi risolta mediante il rapporto con le regioni), oggi possiamo essere tutti contenti perché il lavoro è stato tanto, ma sicuramente positivo: vi è stata una buona armonia tra le due Commissioni che hanno lavorato per lo stesso obiettivo.
Il voto favorevole di Rifondazione comunista, così come quello delle altre forze politiche corona, a mio avviso, un lavoro molto positivo soprattutto per i cittadini,


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per i lavoratori e per i pazienti (Applausi dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Valpiana.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cuscunà. Ne ha facoltà.

NICOLÒ ANTONIO CUSCUNÀ. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento di riordino del sistema termale è il risultato dell'unificazione di più proposte di legge di iniziativa parlamentare tra le quali intendo ricordare almeno le tre d'iniziativa di deputati di Alleanza nazionale. Vi è stato un grande impegno delle Commissioni X e XII e voglio ringraziare, a questo riguardo, i relatori Caccavari e Servodio unitamente a tutti i colleghi delle due Commissioni, per l'attenzione dedicata al provvedimento, per il grande dibattito e per la grande convergenza raggiunta, considerata l'importanza del testo in esame; vi è stato effettivamente un proficuo lavoro di collaborazione. Il provvedimento di cui trattasi, atteso da anni e non soltanto dagli operatori del settore, ma anche dai cittadini, non costituisce comunque la definitiva risoluzione dei tanti danni (economici e non solo) arrecati negli anni trascorsi - voglio ricordarlo - al servizio sanitario nazionale da un sistema termale obsoleto e strutturato in buona parte solo per garantire le solite clientele economiche ed elettorali. È il caso - anche se sanato - delle ex EAGAT e dell'INPS. Nel riordino di questi enti il conferimento di competenze alle regioni dovrà significare delega alle autonomie locali. Comuni e province, infatti, dovranno obbligatoriamente essere portati quali parti in causa del nuovo processo di rilancio dei sistemi produttivi territoriali termali (tengo a precisarlo). Questo è l'input che abbiamo dato, non solo in Commissione attività produttive, considerato il significato e l'importanza che questi sistemi produttivi rivestono per il rilancio di territori, specialmente nel sud d'Italia, importanti dal punto di vista dell'occupazione e del lavoro. In questi sistemi produttivi dovranno quindi trovare spazi appropriati investimenti di risorse economiche e private, indispensabili al rilancio del comparto produttivo in questione.
La legge quadro di riordino del sistema termale, quindi, con l'impegno posto in essere - come ricordavo poc'anzi - dei parlamentari del Polo delle libertà e, in particolare, di Alleanza nazionale, assolve almeno a tre compiti di indirizzo, sicuramente più adeguati ai tempi. Mi riferisco, in primo luogo, ad una concezione e ad un uso del termalismo quale sistema curativo, preventivo e riabilitativo con riferimento a determinate patologie.
In secondo luogo vi è la forte valenza del sistema termale quale industria turistica capace di realizzare sistemi produttivi economici di grande valore, come dicevo, per l'occupazione in tutto il paese ed in particolare nel Mezzogiorno d'Italia.
In terzo luogo abbiamo un'oggettiva rilevanza del termalismo in funzione della riqualificazione del territorio, inteso dal punto di vista ambientale. Da oggi, quindi, non si potrà più parlare di termalismo senza parlare di tutela e qualificazione ambientale del territorio termale e, dunque, di prodotto di qualità termale. A tutto ciò, comunque, va aggiunto un aspetto non certo positivo, che noi abbiamo rilevato nell'ambito del provvedimento. Nell'articolato, infatti, sono state lasciate almeno quattro deleghe al Governo e questo non ci sembra un dato positivo perché il ricorso a tali deleghe poteva essere evitato a maggior ragione in considerazione del fatto che il provvedimento è di iniziativa parlamentare.
Per concludere, quindi, pur con delle perplessità, ma tenuto conto del lodevole lavoro svolto, così come ricordavo, nelle Commissioni parlamentari competenti e dell'importanza che il provvedimento riveste (posto che lo si attendeva da vent'anni), preannuncio e dichiaro il voto favorevole dei deputati del gruppo di


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Alleanza nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, colleghi, il testo che l'Assemblea si accinge ad approvare sul riordino del settore termale è il frutto di un lungo lavoro delle Commissioni X e XII e dei due relatori, ai quali credo debba andare il ringraziamento unanime sia delle Commissioni stesse sia, soprattutto, dell'Assemblea, per essere riusciti a portare a compimento un provvedimento atteso da anni.
Con questo testo il settore termale esce dalla marginalità in cui era stato relegato fino ad oggi. Credo debbano essere sottolineati soprattutto tre aspetti. Innanzitutto, questo provvedimento ribadisce nel merito e riafferma con forza l'importanza del nostro termalismo nell'ambito delle prestazioni sanitarie e quindi ne riscopre l'utilizzo come strumento curativo e riabilitativo. Questo è un passo in avanti essenziale per il nostro settore termale, che vede ribadita una storia ed una tradizione che erano proprie del nostro paese.
Accanto a questo va sottolineato un altro aspetto. Il testo, anche con riferimento ai confronti più volte avuti con i responsabili del settore, ne recepisce la sfida, che è insita nell'impianto normativo. Si tratta cioè di un termalismo di qualità, un termalismo che proprio perché inserito nell'ambito delle prestazioni terapeutiche del nostro sistema sanitario porta come conseguenza una serie di sforzi per migliorarne la qualità e soprattutto la professionalità. Qualità e professionalità sono indispensabili per far entrare e rimanere a pieno titolo il sistema termale nell'ambito della tutela della salute del cittadino.
Nel contesto di tale sfida sul piano della qualità e della professionalità, credo vada letta anche la parte relativa alla specializzazione degli operatori del settore, in modo particolare dei medici. Proprio la peculiarità della nostra ricchezza termale deve trovare un adeguato supporto in termini di ricerca e, soprattutto, di protocolli terapeutici in grado di dare alle cure termali ambiti ed indicazioni precisi che, tenuto conto del rapporto costi-benefici, ne evidenzino l'efficienza e l'efficacia; conseguentemente, l'individuazione del settore di specializzazione rafforza lo sforzo di qualificazione e professionalità del settore termale.
Nel contempo, si evidenzia un altro aspetto: dare certezza ai futuri utenti del nostro sistema termale di non andare incontro a falsificazioni o a prestazioni inutili o non terapeuticamente valide. Credo che quello indicato sia l'aspetto che maggiormente garantirà i cittadini che vorranno tutelare la propria salute tramite le cure termali; inoltre, esso dà ragione ad una serie di attività poste in essere nell'ambito dell'Unione europea e che, in qualche modo, avevano tentato di relegare il nostro sistema termale, il nostro termalismo, ad un fenomeno puramente turistico o di relax, non affidandogli più quel ruolo importante e pregnante che ha sotto l'aspetto curativo.
Un'ultima sottolineatura che il provvedimento che ci accingiamo ad approvare consente di fare riguarda la porzione particolare di termalismo rappresentata dalle terme di proprietà dell'INPS. L'emendamento 5.2 delle Commissioni consente di disporre a pieno titolo non solo degli stabilimenti oggi non utilizzati, ma anche delle risorse idriche, dei fanghi, delle ricchezze naturali legate alle proprietà di tali stabilimenti, oggi ancora dell'INPS ma che ci auguriamo passino domani agli enti locali. Tali stabilimenti verranno posti sul mercato e saranno di nuovo al servizio della tutela della salute dei cittadini.
Per tali ragioni, annuncio che i deputati del gruppo dei Popolari e democratici-l'Ulivo voteranno a favore del provvedimento in esame.

PIERGIORGIO MASSIDDA. Bravissimo!


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Possa. Onorevole Possa, il suo gruppo ha ancora 11 minuti; siccome ha chiesto di parlare anche il collega Massidda, le chiedo di tener conto di questo affinché possiate parlare entrambi.
Prego, onorevole Possa.

GUIDO POSSA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale unicamente a causa dell'emendamento 5.2 delle Commissioni, approvato nel pomeriggio. Si tratta di un emendamento molto importante: esso prevede il trasferimento a titolo gratuito di alcune terme, attualmente di proprietà dell'INPS, alle regioni. Per far capire l'importanza di tali terme, ne cito soltanto una: Salsomaggiore terme.
Signor Presidente, l'emendamento indicato prevede che tale trasferimento avvenga ai sensi dell'articolo 22 della legge n. 59 del 1997. Detto articolo, strutturato in quattro commi, stabilisce che il trasferimento a titolo gratuito delle terme avvenga unicamente dall'amministrazione del Tesoro alle regioni, il che fa comprendere la ragione della gratuità del trasferimento stesso. L'INPS è invece un ente di diritto pubblico che ha un proprio bilancio e, certamente, le terme in questione sono inserite nello stato patrimoniale di tale istituto.
Come abbiamo previsto nell'ultima legge finanziaria a proposito delle dismissioni degli immobili degli enti previdenziali (io condivido la sostanza ma non la forma dell'emendamento indicato), dovremmo prevedere il trasferimento delle terme in questione dall'INPS al tesoro a titolo oneroso, in modo da salvaguardare i diritti dello stesso INPS, e solo successivamente il trasferimento alle regioni (questa volta in analogia con quanto contenuto nell'articolo 22 della legge n. 59 del 1997).
Ritengo, quindi, che vi sia un grosso vizio di forma non accettabile nel testo del progetto di legge che ormai ci apprestiamo a licenziare e che dovrà perciò tornare presso questo ramo del Parlamento per essere approvato. Segnalo questa disfunzione anche per evidenziare il mio voto di astensione, pur condividendo a pieno sia le finalità del trasferimento in questione, che sono ispirate al principio di sussidiarietà, sia gli altri riordini previsti nel settore delle terme (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Possa, temo che lei non abbia torto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massidda. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO MASSIDDA. Nell'associarmi a quanto affermato da tutti i colleghi che mi hanno preceduto, vorrei però fare qualche considerazione.
Con la legge in esame, oltre a tutelare l'efficacia terapeutica e il settore turistico del termalismo, abbiamo realizzato un qualcosa che era estremamente urgente: abbiamo coerentemente creato un quadro legislativo nel quale abbiamo chiarito anche le definizioni tecnico-giuridiche. Colleghi, state attenti, perché negli ultimi anni, su parole come terme, idroterme, acque minerali, acque termali ed altro, si è giocato creando numerosi equivoci. Noi abbiamo voluto chiarire che il comparto termale si fonda sulla efficacia - che deve essere provata anche fissando i giusti paletti - dell'acqua. L'efficacia è legata, appunto, all'acqua; poi vi possono essere le muffe, i fanghi, le stufe naturali o artificiali, i vapori, le nebulizzazioni; tuttavia, l'acqua rappresenta comunque l'elemento essenziale ed è una prerogativa dell'ambiente termale!
Abbiamo naturalmente inserito i giusti paletti nella legge affinché vi sia una crescita qualitativa non soltanto nella prestazione medica, ma anche nella prestazione ricettiva. Occorre quindi fare un salto di qualità per inserire ed affermare l'efficacia terapeutica e ricettiva-turistica all'interno dell'Europa. In sintesi, abbiamo cercato di dare un quadro legislativo che era doveroso ed importantissimo.
Credo, poi, che alcune valutazioni espresse poc'anzi dall'onorevole Possa debbano far riflettere. Qualche volta si è


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trasceso, ma l'importanza di questa legge è talmente elevata e rilevante per il futuro e per la storia delle terme in Italia, che noi non possiamo che esprimere un voto favorevole. Per questo motivo abbiamo collaborato in questi anni con grande entusiasmo e quindi gioiremo assieme a tutti gli altri colleghi una volta che la legge verrà approvata in tempi brevissimi (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barral, al quale ricordo che dispone di tre minuti di tempo. Ne ha facoltà.

MARIO LUCIO BARRAL. La componente Autonomisti per l'Europa, del gruppo misto voterà a favore del testo unificato delle proposte di legge sul riordino del settore termale.
Vorremmo però svolgere alcune considerazioni.
Nel ricordare che la discussione su questa proposta di legge cominciò all'inizio della legislatura (il sottoscritto, assieme ad altri colleghi, presentò sull'argomento un'apposita proposta di legge), sottolineo che essa conteneva due criteri: in primo luogo, quello della cessione delle strutture termali; in secondo luogo, quello del ruolo intrinseco delle terme.
Nel dibattito svoltosi in questi giorni presso questo ramo del Parlamento si è discusso della seconda parte perché su quella relativa all'ex EAGAT - e quindi la cessione a titolo gratuito - la cosiddetta legge Bassanini (mi riferisco alla legge 15 marzo 1997, n. 59) ha previsto che tutte le terme ex EAGAT, gestite dall'IRI e dall'EFIM prima, ritornassero a titolo gratuito a coloro che a suo tempo ne erano i proprietari: i comuni, le province e le regioni. Questo forse è stato l'inizio di un federalismo anche se realmente si tratta di un decentramento. Certo, a suo tempo l'esigenza di predisporre questi progetti di legge nacque dal bisogno del territorio di recuperare quello che lo Stato centrale aveva sempre voluto, ma gestito decisamente male.
La seconda parte, sulla quale abbiamo molto discusso (sono peraltro contento che l'Assemblea sia d'accordo nell'approvare questo disegno di legge), tratta il ruolo delle terme e individua una nuova professionalità; in essa si configura il ruolo delle terme nel sistema sanitario per il benessere dei nostri cittadini. Vi è un aspetto importante: è stato definito il riferimento al bene nazionale del turismo. Sicuramente le terme hanno anche questa valenza, ma non solo. Infatti, nasceranno alcune figure professionali, come le specializzazioni in medicina termale; la ricerca scientifica inoltre darà uno spunto per nuove professionalità e potrà creare nuovi posti di lavoro. Siamo però decisamente molto in ritardo.
Ricordo, inoltre, che con la gestione da parte dello Stato delle terme ex EAGAT, queste sono andate abbastanza in disuso e si sono deteriorate. Con la cessione e l'acquisizione da parte dei comuni e delle province, questi da un lato si sono accollati l'onere di rimetterle in sesto e di farle ripartire, e dall'altro si sono riappropriati dell'onore della gestione nel territorio di queste stesse terme.
Naturalmente è giusto che lo Stato, con il suo sistema sanitario decentrato (spero infatti che le regioni abbiano sempre più potere nella gestione della sanità) abbia sempre più l'opportunità di integrarlo sempre meglio e di dare sempre più l'opportunità ai cittadini di usufruire dello strumento delle terme nel servizio sanitario nazionale. Per questo ribadisco che il gruppo degli autonomisti per l'Europa voterà a favore di questo provvedimento (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà. Le ricordo che lei ha quattro minuti a disposizione.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la legge che stiamo per approvare assicura al settore termale un quadro normativo certo capace - noi ci auspichiamo - di poter rilanciare in


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termini positivi lo sviluppo delle nostre terme.
È un settore di grande rilievo per il nostro paese rispetto al quale il Parlamento segna un ritardo che oggi viene colmato, ma è un ritardo che, per il modo e il metodo con cui si è superato in questa fase, credo consenta effettivamente di dare una risposta significativa e adeguata al problema termale, sapendo coniugare insieme positivamente il tema dello sviluppo della salute con quello dello sviluppo delle attività turistiche indotte.
Credo che il testo abbia saputo far tesoro anche delle diverse proposte di legge che insistevano in questo Parlamento sul tema. Tra le altre, voglio ricordare anche una proposta di legge di iniziativa mia e di altri colleghi, la n. 976 sulla istituzione del marchio di qualità ambientale e termale, non come civetteria, ma perché tra gli elementi sicuramente importanti che questa legge introduce c'è anche questa presenza del marchio di qualità ambientale e termale che sicuramente, sul mercato turistico europeo ed extraeuropeo, potrà agevolare il nostro settore termale. Credo che gli obiettivi che questa legge-quadro si propone di raggiungere, dal riconoscimento della rilevanza sociale ed economica del patrimonio idrotermale, al sistema di definizione dei diversi elementi del sistema termale e delle procedure per l'assunzione a carico del sistema sanitario nazionale, si coniughino pienamente con le attese di tutte le associazioni e organizzazioni del settore, che sono state opportunamente audite e coinvolte nella fase della definizione del provvedimento. Credo che ciò rappresenti un dato sul quale noi, anche come CDU, possiamo pienamente concordare.
Concludendo, riteniamo che in questa legge-quadro vi siano indirizzi e strumenti opportuni affinché le autonomie locali possano intervenire e sostenere con forza la qualificazione e la salvaguardia dei territori termali e di tutte le attività connesse.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, per queste ragioni annuncio il voto favorevole dei deputati del CDU.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, desidero soltanto dire che, finalmente, in prima lettura alla Camera, si conclude l'esame di un provvedimento che avremmo auspicato avesse un iter più rapido. Purtroppo non è andata così, comunque siamo contenti che il settore termale possa avere una normativa organica. Sperando che il provvedimento venga presto approvato anche dal Senato, annuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo della Lega nord Padania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saia. Ne ha facoltà.

ANTONIO SAIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo dei Comunisti italiani e desidero svolgere alcune brevi considerazioni. Il provvedimento in esame era atteso da anni per dare finalmente un ordine alle diverse disposizioni che, fino ad oggi, hanno governato il termalismo nel nostro paese. Molti colleghi hanno detto che il termalismo è radicato nella storia, nella tradizione e nella cultura del nostro paese ed ha svolto un ruolo importante per un duplice motivo. Da una parte, per il significato terapeutico che, indubbiamente, non può essere negato in tutta una serie di condizioni patologiche, ma che si collega anche al giovamento psicologico che, indubbiamente, ricavano coloro che si sottopongono a tale tipo di terapia; dall'altra, per l'indubbio beneficio per il turismo nel nostro paese e, quindi, per tutta l'economia che ruota intorno al settore. Si tratta di un tipo di turismo che richiama dall'estero, soprattutto dal nord Europa, una notevole quantità di persone, che vengono in Italia proprio al fine di sottoporsi a cure termali.
Con il provvedimento in esame si sancisce il valore terapeutico del termalismo e, soprattutto, si individuano percorsi


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per dare certezza ai pazienti, ai medici e agli stessi operatori termali; mi riferisco al fatto di rimandare a successivi decreti del Governo l'individuazione delle patologie che possono giovarsi di tale sistema terapeutico, nonché ai percorsi terapeutici.
È importante, inoltre, che si inserisca un altro concetto: la ricerca dello studio epidemiologico. Queste condizioni potranno dare in futuro al nostro paese l'esatta misura del valore, dell'efficacia e della diffusione di questo sistema terapeutico e consentiranno anche di correggere gli errori che sono stati fatti in passato e quelli che potranno essere fatti in futuro.
In sostanza, credo che questo progetto di legge dia finalmente ordine in un settore che in passato è stato malamente governato ed è stato lasciato troppo spesso all'arbitrio anche di coloro che hanno prescritto cure termali senza seguire criteri logici ed universalmente accettati. Esso introduce finalmente certezza del diritto nei confronti dei pazienti e degli assistiti e dà anche certezza agli operatori delle terme.
Viene istituito un corso di specializzazione universitaria in medicina termale e ciò ovviamente darà garanzie ulteriori a chi si sottopone a queste cure, ma anche alla parte pubblica che, autorizzando tali cure, sa di avere degli operatori qualificati in grado di dare risposte adeguate.
Queste sono le motivazioni per cui ribadisco il voto favorevole del gruppo dei Comunisti italiani a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Comunista).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

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