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PRESIDENTE. Comunico altresì che il tribunale di Novara - sezione penale, con ordinanza depositata in data 19 gennaio 2000 presso la cancelleria della Corte costituzionale, ha sollevato conflitto di attribuzione nei confronti della Camera dei deputati in relazione alla deliberazione della medesima del 27 ottobre 1999 con la quale è stata dichiarata l'insindacabilità - ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, in quanto opinioni espresse nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare - dei fatti per i quali è in corso un procedimento penale a carico del deputato Mario Borghezio per i reati di diffamazione a mezzo stampa e di minaccia, in conseguenza delle dichiarazioni rese nei confronti del dottor Luigi Tennirelli, segretario comunale di Novara.
VITTORIO SGARBI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su questo punto, onorevole Sgarbi?
VITTORIO SGARBI. Sì, signor Presidente.
configurazione legislativa in base alla quale il parlamentare deve avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni. Esorto, dunque, i colleghi a trasporre rapidamente l'articolo 68 della Costituzione in una legge che impedisca che il processo inizi prima che la Camera abbia deliberato. Infatti, il conflitto nasce quando un processo è cominciato e viene poi annullato dalla deliberazione della Camera. Questa è una cosa particolarmente grave perché - come lei ricorderà bene - nei mesi scorsi non c'era questa inflazione di conflitti.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgarbi.
GIAN FRANCO ANEDDA. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN FRANCO ANEDDA. Signor Presidente, confido che l'interpretazione regolamentare non si sospinga fino a rilevare che non sia ammissibile discutere su una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza. Lo dico perché di interpretazioni esasperate...
PRESIDENTE. Onorevole Anedda, posso chiederle una cortesia?
GIAN FRANCO ANEDDA. Anche due!
PRESIDENTE. Tra pochi minuti presiederà la seduta il Presidente della Camera: le chiederei di svolgere le sue considerazioni direttamente con il Presidente.
Tale conflitto è stato dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale con ordinanza n. 150 del 2000, notificata alla Presidenza della Camera il 26 maggio 2000.
Il Presidente della Camera ha sottoposto la questione all'Ufficio di Presidenza che, nella riunione del 31 maggio 2000, ha deliberato di proporre alla Camera la costituzione in giudizio innanzi alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 37 della legge 11 marzo 1953, n. 87, per resistere al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal tribunale di Novara - sezione penale.
La mia non è propriamente un'obiezione ma un rilievo camerale e di costume per sottolineare come - e non soltanto nei confronti di chi in questo momento vi sta parlando, ma ritengo anche nei confronti di molti altri deputati - sia divenuta più frequente questa minaccia all'autonomia, alla sovranità del Parlamento, che è implicita nel conflitto di attribuzione.
Di fatto, tale conflitto - come forse non molti colleghi sanno - annulla totalmente il voto della Camera. Tutto questo insiste su un articolo della Costituzione che non ha ancora ottenuto una sua
Il conflitto è una minaccia permanente alla sovranità della Camera; occorre, pertanto, che tuteliamo le nostre garanzie non come privilegi (che non sia chiamata immunità o privilegio), ma come possibilità di esprimere le nostre opinioni; altrimenti, si ridurrà il Parlamento al «mutamento», al silenzio, perché ogni parlamentare che esprime un'opinione dovrebbe farlo come fatto personale contro Caselli o non so chi. Invece, il parlamentare esprime un'opinione perché ha una posizione politica chiara e distinta che deve essere difesa con rigore e con determinazione.
Credo che i presidenti dei gruppi parlamentari possano farsi carico del problema, perché spetta alla Camera e al Senato dare corso all'approvazione di queste norme attuative che, nel corso della presente legislatura, non hanno ancora avuto un approdo legislativo.
Avverto che, se non vi sono obiezioni, tale deliberazione si intende adottata dall'Assemblea.
(Così rimane stabilito).