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PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Orlando n. 3-05718 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
FEDERICO ORLANDO. Signor Presidente, signor ministro, il 24 maggio il signor Roberto Formigoni insediava la sua giunta regionale chiedendo agli assessori di giurare fedeltà alla Lombardia ed al suo popolo.
GIANCARLO GIORGETTI. Ha ragione!
FEDERICO ORLANDO. Tale rito era stato anticipato approssimativamente in Liguria dal signor Biasotti. Da simili provocazioni, eversive o solo farsesche a seconda dei punti di vista, si sono invece astenute altre giunte regionali del nord. Ma la farsa del giuramento era stata preceduta dall'annuncio di un più concreto coordinamento delle regioni del nord che alcuni intravedono come «santa alleanza» contro i popoli del centro e del sud.
istituzionale tra Stato e regioni e garantire che il processo di riforma dello Stato avanzi senza uscire dagli argini del federalismo solidale.
PRESIDENTE. Il ministro per le riforme istituzionali ha facoltà di rispondere.
ANTONIO MACCANICO, Ministro per le riforme istituzionali. Né la Costituzione repubblicana, né lo statuto della regione Lombardia, né gli statuti delle altre regioni prevedono formule di giuramento per i rappresentanti politici regionali.
PAOLO COLOMBO. Non le vietano!
ANTONIO MACCANICO, Ministro per le riforme istituzionali. Le iniziative denunciate dall'onorevole interrogante non appartengono quindi alla sfera dei rapporti istituzionali giuridicamente rilevanti.
PAOLO COLOMBO. E i soldi?
ANTONIO MACCANICO, Ministro per le riforme istituzionali. Ma la costruzione di un forte sistema di autonomie regionali e locali ha per fine il consolidamento su una base democratica più ampia e robusta dell'unità nazionale, non certo di una sua disgregazione. Questo è il sentimento della stragrande maggioranza del Parlamento e del popolo italiano e questa è l'ispirazione della nostra azione.
PRESIDENTE. L'onorevole Orlando ha facoltà di replicare.
FEDERICO ORLANDO. Signor ministro, le sono molto grato di quanto ci ha detto sul piano giuridico e politico ed anch'io voglio sperare che le iniziative di Formigoni e di Biasotti siano delle trovate politiche da avanspettacolo nell'Italia dei troppi talk show secolari e giubilari (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Mi permetterà però di ricordare al Governo che il signor Formigoni ha detto (tra virgolette) «che l'unità nazionale è sì un valore, ma la Costituzione non è una bibbia». Insomma, le si può fare qualche «sbrego»! Sicché lo stesso onorevole Berlusconi ha dovuto richiamare alla prudenza, se non ad una improbabile serietà, i suoi governatori, forse ancora storditi dalla sbornia presidenzialista.
ricordato che i poteri regionali, intesi come sostituti rivali di istituzioni nazionali e sovranazionali, sono ingredienti di una ideologia in conflitto con il pensiero politico universalista che ha prodotto l'Unione europea. A mia volta, desidero ricordare che si tratta dello stesso pensiero universalista liberale che ha fondato nell'ottocento lo Stato unitario italiano, contro cui feroce fu la predicazione clerico radicale dei vari don Albertario e di altri fanatici «preformigoniani» del localismo. Localismo a cui da tempo i cattolici democratici hanno sostituito il solidarismo nello Stato unitario servendo così le autonomie delle comunità e la pace religiosa, contro le quali gli atteggiamenti formigoniani potrebbero rivolgersi come un boomerang (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Comunista).
UMBERTO CHINCARINI. No, la Cossutta no!
MAURA COSSUTTA. Cossutta sì!
PRESIDENTE. Per cortesia, onorevole Chincarini, non si faccia richiamare all'ordine!
L'onorevole Orlando ha facoltà di illustrarla.
Le domando, signor ministro, come il Governo nazionale intenda salvaguardare il principio e la pratica della collaborazione
Sul piano politico non si può che esprimere un giudizio non positivo: si tratta di comportamenti che possono in qualche modo disorientare l'opinione pubblica e che lasciano perplessi!
Per quanto riguarda l'invito alla manifestazione per la festa della Repubblica del 4 giugno, un rifiuto da parte di alcuni presidenti delle regioni a partecipare sarebbe sconcertante. Gli inviti del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio conferiscono a tale manifestazione l'alto significato di una grande festa delle Forze armate, delle autonomie e del vincolo federativo nell'unità della Repubblica. Disertarle suonerebbe offensivo per la comunità nazionale!
In via generale, ritengo che atteggiamenti meramente provocatori possono conseguire l'effetto paradossale, per quanto facilmente intuibile, di rallentare il cammino verso comuni obiettivi federalisti.
Il Parlamento e il Governo si sono impegnati con determinazione in questa legislatura nella costruzione di un ordinamento federale della Repubblica, cooperativo e solidale, con l'attribuzione di maggiore autonomia e responsabilità alle regioni.
Desidero rassicurare l'onorevole interrogante che l'ordinamento della Repubblica dispone di tutti gli strumenti, istituzionali e politici, per assicurare la realizzazione del federalismo sulla base dei valori costituzionali e della pacifica convivenza nella comunità nazionale.
Occorre allora che il Governo richiami sempre e costantemente il carattere vincolante della Costituzione, che è la bibbia dello Stato laico, e faccia sapere subito al paese in che modo intenda richiamare quei vincoli, al di là degli inviti a presenziare a manifestazioni unitarie come la festa della Repubblica a Roma.
La figlia del grande europeista Spinelli - anche a lei caro, signor ministro - ci ha