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PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
GIUSEPPINA SERVODIO, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, è certamente motivo di soddisfazione per le due Commissioni parlamentari essere approdate alla stesura di un testo unificato delle proposte di legge relative al riordino del settore termale. Il cammino è stato lungo ed il ritardo non è, evidentemente, attribuibile a disinteresse da parte delle due Commissioni, ma, come è noto, è dipeso da circostanze organizzative interne ai lavori preparatori. Abbiamo registrato, al contrario, l'attenzione dei colleghi della maggioranza e dell'opposizione, nonché l'impegno dei ministri competenti e siamo giunti al testo unificato oggi all'attenzione dell'Assemblea grazie anche all'attiva partecipazione dei soggetti interessati operanti nel settore, che nelle numerose audizioni hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto e sottolineato l'esigenza che venga approvata la riforma.
ricordo ai colleghi, come relatore del provvedimento mi permisi di sostenere la necessità di affrontare in maniera coordinata il tema, evitando di rispondere soltanto alle emergenze legislative, come quella relativa, appunto, alle terme ex EAGAT, che non avrebbero dovuto distrarci dalle esigenze più profonde del comparto.
accedono alle cure termali è rappresentato da soggetti stanziali, ovvero da clienti che soggiornano nelle strutture ricettive della località termale. Tra tutti i curandi nelle stazioni termali oltre il 70 per cento è convenzionato con un ente assistenziale; tuttavia, circa il 60 per cento del fatturato termale deriva dalle prestazioni private. Inoltre, a fronte di una sostanziale stabilità del mercato termale nel 1998, l'unico dato veramente positivo è relativo agli arrivi di coloro che si sono avvicinati alle terme per acquisire pacchetti di benessere, i quali presentano un incremento di circa il 20 per cento rispetto ai dati del 1997. È da notare che circa il 90 per cento di questi clienti ha meno di sessant'anni, e di questi circa il 30 per cento ha meno di trent'anni.
dalle indicazioni e dalle proposte formulate dai colleghi componenti delle due Commissioni. Il testo predisposto contiene quindi: il riconoscimento della rilevanza sociale ed economica del patrimonio idrotermale nel nostro paese e della validità terapeutica delle cure termali; un sistema di definizioni dei diversi elementi del sistema termale e di procedure per l'assunzione a carico del sistema sanitario nazionale dei cicli di cure termali, nonché per la rivalutazione dei rapporti di lavoro del personale medico operante presso le aziende termali; indirizzi, strumenti e procedure perché le autonomie regionali provvedano alla qualificazione ed alla salvaguardia dei territori termali e alla destinazione ad essi ed alle aziende ivi operanti di idonei sostegni finanziari; l'inserimento del termalismo nazionale nei piani e nei programmi di promozione all'estero della complessiva offerta turistica italiana, affidato all'ENIT con il supporto tecnico organizzativo dei consorzi termali; l'introduzione di un marchio di qualità ambientale termale, da promuovere sul mercato turistico europeo ed extraeuropeo, per quelle località termali che adottino efficaci misure di rispetto e tutela dell'ambiente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore per la XII Commissione, onorevole Caccavari.
ROCCO CACCAVARI, Relatore per la XII Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, il testo predisposto dalle Commissioni X e XII sul riordino del settore termale arriva all'esame dell'Assemblea per avviare la discussione sulla definizione organica di questo settore, per quanto riguarda gli aspetti sia sanitari sia turistici e culturali.
colleghi della maggioranza e dell'opposizione, alle forze sociali, alle associazioni di categoria (in particolare alla Federterme) per il contributo fornito ed anche per il loro sostegno nel portare avanti un lavoro che in un certo senso ha avuto una fase di freno, in quanto doveva essere risolta la questione delle terme ex EAGAT. Regolato l'aspetto proprietario e di gestione di quel settore, dobbiamo ora cercare di superare le difficoltà di questi anni ed è auspicabile che si possa produrre una legge che è molto attesa dagli addetti ai lavori e che potrà dare indirizzi di qualità per favorire lo sviluppo del settore stesso.
fisico e psichico del genere umano va cercato nelle forme più avanzate, a difesa di quella complessità e degli elementi semplici che l'hanno originata.
in quanto la guarigione è tale quando il ripristino delle funzioni è avanzato o completato. Le cure termali rappresentano un intervento di notevole efficacia, in quanto si possono ottenere livelli di grande portata anche con la combinazione con altre pratiche quali la massoterapia e la mobilizzazione assistita. La ricostruzione integrale delle funzioni organiche, che è l'obiettivo di ogni intervento medico, che avvenga con farmaci o con altri interventi, trova nelle acque, nei fanghi e nell'attività di mobilizzazione assistita effettuata alle terme una moderna collocazione operativa, assieme ai sussidi tecnici, come le elettrostimolazioni e gli ultrasuoni, e alle altre metodiche che sono supporti utili per un continuo miglioramento delle prestazioni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
OMBRETTA FUMAGALLI CARULLI, Sottosegretario di Stato per la sanità. Signor Presidente, preferirei intervenire...
PRESIDENTE. A meno che non voglia riservarsi di intervenire in sede di replica.
OMBRETTA FUMAGALLI CARULLI, Sottosegretario di Stato per la sanità. Se vi sono degli interventi nella discussione sulle linee generali, Presidente, preferirei intervenire in sede di replica, in modo da rispondere alle eventuali osservazioni che saranno formulate.
PRESIDENTE. Senatrice Fumagalli Carulli, può fare come vuole. A questo punto della discussione dovrebbe intervenire il Governo, se intende farlo; se il Governo intende farlo solo in sede di replica, possiamo passare agli interventi nella discussione sulle linee generali.
OMBRETTA FUMAGALLI CARULLI, Sottosegretario di Stato per la sanità. Signor Presidente, preferisco intervenire al termine della discussione generale.
PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Gramazio. Ne ha facoltà.
DOMENICO GRAMAZIO. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, i relatori delle due Commissioni hanno sottolineato in modo ampio - a mio parere - la necessità che questa legge arrivi in porto. Finalmente, consentitemi l'espressione, questa legge è arrivata in porto! Vi era questa necessità.
avere una legge adeguata per quelli che per anni in Italia sono stati importanti punti di riferimento.
il termalismo e che sono emerse anche nel corso delle audizioni svolte nelle Commissioni interessate. Spesso nella XII Commissione abbiamo parlato di riabilitazione, sottolineando la necessità che, a livello di strutture sanitarie, ve ne siano in numero idoneo per la riabilitazione; sicuramente a livello territoriale sono carenti e non costituiscono ancora quella «ragnatela» che sarebbe necessaria.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Debiasio Calimani. Ne ha facoltà.
LUISA DEBIASIO CALIMANI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, con questo provvedimento vengono affrontati per la prima volta in modo organico tutti i temi che gravitano attorno al complesso sistema delle cure idrotermali.
Si tratta di un'importante riforma, che investe centinaia di aziende attraverso la promozione e la riqualificazione del patrimonio idrotermale nazionale, che offre opportunità di sviluppo economico e occupazionale; una riforma che attribuisce alla qualità dell'ambiente una funzione strategica nello sviluppo, ma soprattutto risponde ad una nuova e moderna concezione della salute, nella quale gli aspetti psicofisici sono tra loro connessi.
non appare molto diverso né più strutturato né tuttora sufficientemente regolato rispetto a tempi relativamente lontani. Basti pensare che dagli anni settanta ad oggi non vi è stato alcun sostanziale incremento di utenza, nonostante la popolazione sia invecchiata e richieda maggiori cure e sia sempre più affermato un atteggiamento culturale verso il benessere fisico e la naturalità delle cure. L'arco temporale in cui si svolge la stagione della cura limita di un terzo le potenzialità e lo sfruttamento delle strutture alberghiero-termali, occupazionali ed impiantistiche. È una risorsa non utilizzata, è lo spreco di un bene disponibile per dodici mesi all'anno e lasciato inattivo per quattro.
la propria professione anche attraverso una forma di regime transitorio.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, colleghi, il testo unificato risultante dall'esame delle Commissioni parlamentari competenti reca il riordino del settore termale. Si tratta di un tema sul quale il gruppo di Alleanza nazionale è favorevole e sensibile; riteniamo, infatti, necessario regolamentare un settore da troppo tempo in crisi. La crisi delle aziende termali è legata anche ad errati interventi legislativi, che hanno determinato nel tempo una cattiva gestione delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale e che, in passato, hanno dato luogo a molti abusi, come ricordava anche il collega Gramazio.
su alcuni aspetti di questo testo permane l'ombra - questa è, evidentemente, una mia valutazione personale - della longa manus statalista e dirigista, che impedisce a questo importante settore produttivo industriale di evolversi, adeguandosi ai nuovi scenari europei, tenendolo ancora rigidamente vincolato al servizio socio-sanitario nazionale ed alle strutture pubbliche dell'INPS e dell'INAIL, che di fatto hanno ridotto ai minimi termini l'incentivazione del settore termale.
regioni le funzioni amministrative dello Stato in materia di ricerca e utilizzo delle acque minerali termali, nonché la vigilanza sulle attività relative, trasferendo, di conseguenza, a titolo gratuito, alle stesse regioni nelle quali sono ubicati gli stabilimenti termali le partecipazioni azionarie, le attività, i beni, il personale, i marchi e le pertinenze.
GIUSEPPINA SERVODIO, Relatore per la X Commissione. Lo potevano fare le regioni, in base a quella legge.
OMBRETTA FUMAGALLI CARULLI, Sottosegretario di Stato per sanità. Lo possono fare le regioni.
GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Speriamo che lo facciano. La mia era solo un'osservazione, e mi auguro e spero che le regioni, nell'ambito del loro potere, possano avviare una politica di questo tipo, anche se io nutro qualche perplessità, perché l'esperienza mi dice che le regioni, anche quando costituiscono società di capitali, ne detengono la stragrande maggioranza del capitale. Pertanto, non vi è alcun interesse da parte del privato ad entrare in società con quote minoritarie, per quanto queste siano formalmente società di capitali.
riferisco, in particolare, al settore della cosmesi anche professionale). Viceversa, certe pratiche vengono applicate nei centri di cosmesi dove si applicano i fanghi o dove, comunque, si offrono prestazioni al confine tra il settore della cosmesi professionale e quello terapeutico.
ROCCO CACCAVARI, Relatore per la XII Commissione. Non esiste una specializzazione in medicina termale, dovrebbe essere istituita!
GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Certamente, ma la mia critica è sul concetto di soprannumero.
ROCCO CACCAVARI, Relatore per la XII Commissione. Non essendoci la specializzazione in medicina termale e dovendo fare i termalisti dovrebbero accedere...
GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. ... in soprannumero per potersi adeguare. Ne prendo atto.
ROCCO CACCAVARI, Relatore per la XII Commissione. In attesa di...
GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Sembra esserci, a mio avviso, questa contraddizione. Debbo concludere, Presidente?
PRESIDENTE. Sì, ha 20 secondi.
GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. La prego di concedermi ancora due minuti, perché vorrei trattare molto brevemente un altro aspetto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Guidi. Ne ha facoltà.
ANTONIO GUIDI. Signor Presidente, sottosegretario, colleghi, devo rilevare che questa mattina registriamo un tono pacato, di collaborazione, ma anche una serie di dubbi; e si tratta di dubbi antichissimi.
finalmente giunto all'esame dell'Assemblea («finalmente» è un termine positivo per chi - come i relatori - ha portato avanti questa legge, ma negativo per il passato, perché è veramente trascorso troppo tempo). Questo troppo tempo ha determinato perdita di risorse e molte situazioni di abuso, mentre tante strutture valide dal punto di vista termale (su questo tornerò tra poco) sono andate in crisi, mentre altre - diciamolo francamente - «finte» hanno trovato un arricchimento a mio avviso non dicono ingiusto, ma improprio, in quanto hanno gabellato le terapie termali con altre cose, sicuramente importanti, ma diverse. Da qui la necessità di fare chiarezza sulla figura del medico, sulla qualità delle acque. Anche la questione della formazione degli operatori è fondamentale.
attenta, anche conflittuale ma serve e servirà per migliorare il provvedimento in esame, credo che renderemo un servizio molto importante ad una cittadinanza ampia, ai piccoli, medi e grandi imprenditori. In tal modo, le voci dei singoli utenti e, ad esempio, l'ottima collaborazione con le Federterme farà sì che, dopo l'approvazione di questo provvedimento, ad usufruire del termalismo saranno moltissimi utenti - li definirei meglio cittadini - italiani e non solo italiani, perché è chiaro che molte persone arriveranno dall'estero e lo faranno volentieri; ciò, però, in un'ottica di pubblicità che veicoli qualità, perché non solo non è cosa degna gabellare sulla salute ma, dopo un po' di tempo, i frutti positivi inaridirebbero e si deteriorerebbero. Credo che potremmo veramente rendere un servizio importante ed utile, che darà soddisfazione a chi erogherà i servizi sia dal punto di vista tecnico-scientifico, sia da quello economico e manageriale.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Guidi.
Informo che il presidente del gruppo parlamentare di Alleanza nazionale ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazione nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Ha facoltà di parlare il relatore per la X Commissione, onorevole Servodio.
A nessuno di noi sfugge che il settore da tempo attraversa momenti di difficoltà e, soprattutto, non ci sfugge la constatazione di un allentamento del legame tra il territorio e le risorse e le aziende termali presenti, che ha caratterizzato la nostra esperienza termale agli inizi del '900 e che la consapevolezza degli operatori ha consentito in questi ultimi anni di sottolineare come elemento di crisi. La criticità del mercato termale ha avuto anche altre motivazioni, per esempio quella della politica sanitaria nazionale, che è passata da un atteggiamento eccessivamente permissivo ad un atteggiamento più restrittivo e penalizzante; ancora, la scarsa attenzione ai benefici della medicina termale ed alla qualità dell'offerta delle prestazioni; infine, il quadro istituzionale e legislativo del settore, che non ha consentito di governarne il processo di cambiamento.
Il settore termale può costituire un volano per l'economia, oltre che per lo sviluppo delle attività turistiche in generale. Ricordo che queste riflessioni sono state espresse in precedenza, in occasione del dibattito che accompagnò l'esame del provvedimento relativo alle terme ex EAGAT. Anche in quella circostanza, lo
A questo punto mi sembra, comunque, che tutte le emergenze siano state affrontate e risolte e che, quindi, sia giunto il momento, anche per questo settore, di ricevere da parte del Parlamento il giusto riconoscimento della rilevanza del settore e strumenti normativi utili ad accompagnarne e promuoverne lo sviluppo. Sono convinta che alla crisi di identità del termalismo italiano, alla quale hanno tentato di dare una qualche risposta gli operatori ed i responsabili del settore - iniziative lodevoli, ma non supportate da una chiarezza degli strumenti anche normativi -, l'iniziativa legislativa oggi alla nostra attenzione offre un'opportunità positiva al fine di superare tale crisi e di assegnare al comparto termale non solo un profilo di qualità dal punto di vista sanitario e della tutela della salute, ma anche un profilo sociale, economico e, in particolare, turistico.
Infatti, non poteva non essere tenuto in debito conto che oggi siamo in presenza di una forte domanda di qualità complessiva dei servizi termali a carattere sanitario e, contemporaneamente, dei servizi turistici. Da questo punto di vista mi sembra che ancora oggi il sistema termale italiano rappresenti, per il nostro paese, una grande occasione mancata. Molte concause possono aver determinato questa congiuntura non soddisfacente, ma forse la più rilevante è stata quella di voler chiudere il senso dell'utilità delle attività termali nell'angolo della funzione di cura e prevenzione di patologia. Da questo punto di vista, non ho nulla da obiettare: ad altri spetta il compito di verificare ed accertare le patologie che possono essere utilmente curate o, ancora più utilmente, prevenute con i cicli di cura termale. Quello che a mio avviso è stato invece negativo è la sottovalutazione della cultura della salute come generale stato di benessere psicofisico dell'individuo e non solo come limitata condizione di assenza di malattia. Tale cultura si è fatta avanti nel nostro paese, come in tutta l'Europa ed il mondo occidentale, a partire dagli anni settanta, ma il sistema termale italiano non ne ha in realtà saputo cogliere appieno il significato né valutare opportunamente gli effetti socio-economici che si andavano determinando. In quest'ottica appaiono molto più immediati i legami del termalismo con il turismo, anch'esso attività che si è sviluppata nello stesso periodo in quanto ritenuta utile al conseguimento di un generale benessere psicofisico degli individui, ed appaiono altresì evidenti le possibilità e le occasioni che si aprono per chi sappia cogliere bene questi aspetti.
Del resto, diverse ricerche sociologiche hanno dimostrato che la domanda di turismo della salute cresce in modo esponenziale. Posso citare alcuni dati riportati nel recente IX rapporto sul turismo italiano che dimostrano il ventaglio esistente tra la reale consistenza delle attività termali ed il mercato potenziale della domanda di turismo della salute: a fronte di una generica propensione teorica di tre quarti della popolazione italiana a destinare un periodo dell'anno a «rimettersi in forma» e di una propensione reale verso lo specifico settore, quantificata in oltre il 17 per cento della popolazione, emerge che solo il 2 per cento di essa esprime una domanda effettiva verso il termalismo. Credo che questi dati impongano una riflessione, ma è possibile aggiungerne altri che confermano quanto sopra accennato, ovvero che solo cogliendo le tendenze evolutive della domanda e rapportando la propria offerta a tali tendenze si può garantire lo sviluppo di un settore, sia esso economico sia sociale.
Anche questi dati sono stati rilevati dagli ultimi rapporti sul turismo italiano che, come tutti sappiamo, dedica da tempo particolare attenzione al sistema termale italiano. Da questi dati emerge che oltre il 70 per cento di coloro che
Emerge anche che il giro d'affari diretto delle attività termali si moltiplica circa per dieci se si considerano le attività indotte (alberghi, commercio, artigianato, gastronomia) e connesse, ovvero che a fronte di una lira spesa dai clienti per le prestazioni termali ci sono altre nove lire che vengono spese dallo stesso cliente nel territorio in cui usufruisce delle cure.
In conclusione, preme sottolineare che nel nostro paese esiste più di un milione di cittadini che periodicamente utilizza le prestazioni termali ed oltre 300 aziende termali dotate di strutture e personale specializzato ed inserite in località gradevoli ed interessanti anche sotto l'aspetto culturale ed ambientale, le cui economie dipendono molto spesso in via quasi esclusiva, ma comunque rilevante, dalla presenza di coloro che usufruiscono delle prestazioni termali.
In questo quadro mi sembra importante che le Commissioni abbiano individuato nel testo presentato in aula le opportune condizioni ed iniziative, anche di carattere legislativo, favorevoli a che le imprese del settore adottino opportune strategie di riqualificazione della propria offerta in senso innovativo all'interno di una grande tradizione e di penetrazione sui diversi mercati più sensibili al fine di trasformare il grande potenziale di propensione concreta o teorica verso il termalismo esistente in una concreta fruizione di servizi termali. Mi sembra peraltro di poter già vedere che grandi passi in tal senso si stanno facendo, anche per il fondamentale contributo della Federterme e dei diversi consorzi termali.
Non voglio trascurare di sottolineare, colleghi, che questo contributo ha anche aiutato a superare l'eccessiva frammentazione dell'offerta in Italia, che ha condotto a significative difficoltà nel raggiungimento di adeguate economie di scala, di efficaci vantaggi dimensionali e di qualità delle prestazioni termali. Per il raggiungimento di questi obiettivi non posso non ricordare che, oltre al provvedimento di riordino del settore oggi al nostro esame, è in cantiere anche la legge di riforma legislativa sul turismo, sulla quale la Commissione attività produttive della Camera ha predisposto un testo unificato - già accompagnato dai pareri previsti - che mi auguro possa essere prossimamente iscritto all'ordine del giorno dei lavori dell'Assemblea.
Il testo oggi in discussione si configura come uno strumento che consentirà al sistema termale di operare meglio, in un quadro certo di regole; il testo intende sollecitare anche l'attenzione e la responsabilità delle autonomie regionali per garantire un concreto sostegno al termalismo. Questo giudizio di merito sul testo è condiviso dagli operatori, dai responsabili delle strutture termali, dalle associazioni del settore e dai responsabili delle autonomie regionali; nell'ambito delle audizioni svolte il confronto è risultato molto costruttivo e ci ha consentito di approfondire la materia sulla base dell'esperienza concreta e delle esigenze vere del termalismo nel nostro paese. Tale condizione ha favorito la predisposizione - grazie anche alla collaborazione dei colleghi dell'opposizione - di un testo molto innovativo, efficace e soprattutto applicabile.
Insieme al collega Caccavari, che ringrazio per la qualità del contributo offerto come relatore della Commissione affari sociali, abbiamo individuato con il testo una serie di obiettivi, anche confortati
Sotto quest'ultimo aspetto mi sembra che debba anche essere colta un'occasione, non ancora del tutto definita nel testo, per ricreare e valorizzare quel legame stretto che, come ho prima accennato, sembra essersi allentato negli ultimi decenni tra il territorio e le sue risorse termali, in una visione integrale e dinamica del rapporto che intercorre tra il territorio, la cultura e le terme, che determinano e qualificano l'identità del territorio stesso nel suo insieme.
In tale direzione presenterò pochissimi emendamenti, finalizzati a meglio valorizzare questo aspetto, in ordine al quale potrebbe anche essere letta positivamente la norma inserita nel testo di riforma della legislazione sul turismo, cui ho fatto riferimento, relativa all'istituzione dei sistemi turistici locali, ai quali, evidentemente, anche i territori termali potrebbero far riferimento, configurandosi come sistemi integrati nei quali riconoscere il ruolo strategico anche dell'impresa e della prestazione termale.
La logica di questi sistemi, basati sull'aggregazione e l'integrazione delle possibilità di sviluppo dei territori, intorno al prodotto termale e, quindi, al prodotto turistico complessivo ben può sposarsi proprio con queste aree termali, che possono essere viste come un sistema, lo ripeto, integrato di offerta, in grado anche di soddisfare le esigenze di recupero fisico, di cura e di benessere.
In questa direzione sono apprezzabili le iniziative, sorte in questi ultimi anni, che hanno visto protagoniste le aziende termali e i responsabili locali delle istituzioni, i quali hanno messo in campo (lo abbiamo potuto verificare durante le audizioni) una serie di progetti finalizzati a combinare ambiente, terme e turismo. L'esigenza di migliorare la parte relativa al marchio di qualità termale risponde proprio all'obiettivo di ottenere un marchio che sia riferito non esclusivamente alle concessioni minerarie per le attività termali, ma all'insieme dell'offerta, termale e turistica, del territorio, in un contesto di rete riconoscibile.
Invito quindi l'Assemblea ad un ulteriore approfondimento degli aspetti sui quali nel Comitato ristretto valuteremo gli emendamenti e, soprattutto, raccomando ai colleghi una sollecita approvazione del testo, perché da anni in questo paese il comparto aspetta una riforma ed è giunto il momento di approvarla.
Rivolgo innanzitutto un sentito ringraziamento all'onorevole Servodio e a tutti i
Le acque termali sono state sempre utilizzate sul territorio per le proprietà terapeutiche, scoperte e valorizzate dall'empirismo che è alla base della conoscenza umana. Nei tempi più remoti i luoghi segnati da fenomeni termali hanno affascinato, attirando frequentatori anche per usanze magiche e divinatorie, divenendo poi sedi raggiunte da visitatori che coglievano gli effetti positivi del bagno nell'acqua calda e dall'ingestione di altre acque.
I popoli dell'antichità greca e romana sfruttavano abbondantemente le terme, sia per igiene, sia per le proprietà sedative, antiflogistiche e depurative. La frequentazione era così assidua e diffusa che furono realizzate strutture e sistemi di distribuzione delle acque che sono ancora attuali. Le terme diventarono così luoghi di socializzazione e da allora cominciò a definirsi una cultura che ha fatto sì che l'uso delle acque arrivasse fino all'età contemporanea. Il nostro paese è caratterizzato da una diffusione capillare delle terme, tanto che può essere definito territorio termale. Il termalismo è, quindi, una ricchezza originaria che si colloca in modo importante tra le fortune che la natura ci ha dato; le risorse termali si pongono in forte relazione con le risorse dei luoghi nei quali si sviluppano, diventando in molte realtà un determinante, se non esclusivo, motore dell'economia locale.
Il fatturato complessivo per il 1999, riferito alle sole prestazioni sanitarie, è stato di 450 miliardi, dei quali circa 180 miliardi a carico del sistema sanitario nazionale, a fronte di circa 27 milioni di giornate di presenza. L'indotto è stimabile intorno ai 5 mila miliardi. Gli occupati del settore termale sono circa 15 mila; 45 mila unità sono impegnate nei servizi coinvolti.
Credo vada anche sottolineata la particolare condizione di molte di tali aziende termali, dove esiste una tradizione familiare ed un inserimento così profondo nella realtà di quei luoghi che la gestione si tramanda, come dire, di generazione in generazione; questo rappresenta un elemento culturale che ritengo vada salvaguardato.
Tornando agli aspetti strettamente sanitari, le cure termali sono idonee ad esplicare un'incisiva azione per la salute globale in ciascuna delle fasi della prevenzione, della cura e della riabilitazione. Tale opportunità è stata colta dagli altri paesi europei, in particolare dalla Francia e dalla Germania, dove da tempo il Governo ed il Parlamento hanno ritenuto di dover adeguatamente sostenere il sistema termale, favorendo la conservazione e lo sviluppo di una cultura termale che si è profondamente radicata negli operatori sanitari e diffusa in maniera omogenea in vaste fasce della popolazione.
Penso che ormai il pensiero scientifico si sia posto un orizzonte senza limiti, in quanto una profonda trasformazione, che la ricerca sta affrontando con sorprendente rapidità, induce a non trascurare la riconsiderazione di risultati che sembravano definitivi. Intendo dire che l'ambito delle attività terapeutiche delle risorse termali può maggiormente ampliarsi con l'utilizzo mirato nel campo della prevenzione, che sempre di più, nella sua assoluta ed irrinunciabile applicazione, rappresenta la base della medicina moderna.
È noto che la biologia della materia vivente è sostenuta dalla straordinaria complessità delle combinazioni avvenute a partire da elementi semplici. Per questo, l'equilibrio biologico che mantiene il benessere
Ogni intervento orientato alla prevenzione, dal più sofisticato a quello empirico, prova la sua efficacia quando salvaguarda al massimo la funzione vitale alla quale è stato destinato e, contemporaneamente, non ne altera altre. Per avvicinarsi a tale risultato penso sia necessario controllare gli atti e i comportamenti che possono tutelare la salute (dal monitoraggio individuale allo screening di massa, dall'educazione sanitaria agli stili di vita), agendo in modo che ogni presidio terapeutico sia a scarsa o nulla invadenza. Per tale ragione, i trattamenti termali, praticati a seconda della specificità delle acque, attivano una mobilitazione organica che potenzia le risorse biologiche, favorendo la ripresa naturale delle funzioni vitali, anche sollecitata dalla distensiva ed accogliente atmosfera ambientale che caratterizza i luoghi delle terme, come ricordava la collega Servodio.
Sul versante della cura, le terapie termali sono efficaci per una pluralità di patologie invalidanti ed ampiamente diffuse nella popolazione, come le patologie artroreumatiche, broncospastiche o dermatologiche, i cui pesanti riflessi in termini di oneri sociali risultano evidenti. Sono terapie che hanno una limitata incidenza sulla spesa sanitaria del paese e che presentano una duttilità d'impiego ed un effetto prolungato.
Nella tradizione sanitaria stabilizzata nel nostro paese, la prescrizione delle cure termali ha sempre subito una svalutazione in quanto l'uso di farmaci di sintesi determina, nelle patologie affrontate anche con trattamenti termali, un risultato terapeutico più rapido. È dimostrato, però, che la rapidità di risposta non è seguita da una durata soddisfacente dell'effetto. Tale valutazione, insieme con altre, da prendere come contributo per una scelta sempre più responsabile nell'interesse dei pazienti, è stata resa possibile dalla realizzazione del «progetto Naiade». Tale progetto è stato condotto da 291 aziende termali su circa 50 mila pazienti affetti da varie patologie suscettibili di essere trattate con cure termali ed è stato per la prima volta definito un quadro preciso sull'azione terapeutica esplicata dalle cure stesse. I risultati, esaminati dalla commissione ministeriale appositamente costituita, confermano il dato dell'efficacia delle cure testate con un deciso miglioramento dei pazienti sui quali è stato condotto lo studio riferito alle su menzionate patologie ed una significativa riduzione dei ricoveri ospedalieri e del ricorso ai farmaci.
Senza enfasi, ma con il conforto dei dati di questo studio, si può recuperare ed esaltare una pratica terapeutica che può essere confermata nella sua efficacia ed in prospettiva proposta per altre patologie, quando si potrà scientificamente provarlo. D'altra parte, è da prendere in considerazione la sempre più manifestata esigenza delle persone di poter concretizzare un progetto di salute sempre più compiuto, che vada oltre la cura di una malattia. Si cerca di guarire da una malattia, ma anche di raggiungere un benessere globale e in molti casi un soggiorno terapeutico ed ambientale in un luogo termale, pieno di stimoli positivi, può aiutare e favorire un esito soddisfacente.
Oltre un milione di cittadini - come veniva ricordato - ogni anno tendono a ricostruirsi fisicamente e psichicamente alle terme. È necessario che siano garantiti sapendo di ricorrere a strutture riconosciute e di affidarsi ad operatori esperti, come la presente legge vuole stabilire contro ogni avventurismo salutistico ed ogni miraggio salvifico.
I risultati sempre più soddisfacenti che la ricerca biomedica consente di realizzare con la personalizzazione della diagnostica strumentale e di laboratorio nella individuazione delle malattie e della loro eziologia devono essere strumento per arrivare al recupero della salute della persona.
Altra pratica di impiego delle cure termali è la riabilitazione: questa è una pratica sanitaria oggi di assoluta necessità,
Nel corso del dibattito esamineremo l'articolato, di cui ha dato notizia precisa e puntuale la collega Servodio per entrare nel merito della normativa.
Voglio dire che una legge di indirizzo per il riordino del settore termale consente alle terme di stabilizzare la loro funzione e di predisporre un piano di rilancio e di sviluppo che rendano evidenti l'impostazione operativa ed il valore positivo del termalismo. Per questo mi auguro che durante il dibattito il contributo dei colleghi della maggioranza e dell'opposizione aiuti questo processo di ricerca per confermare l'interesse di tutto il Parlamento verso questa tematica.
Inoltre, nella moderna organizzazione aziendale che è prevista dalla normativa negli stabilimenti termali si stabiliranno anche gli organici professionali e tecnici, che saranno garanti della tutela della salute dei cittadini che si curano alle terme, che faranno della validazione scientifica a loro volta lo strumento essenziale per la loro attività. Quindi, senza improvvisazioni, ma con responsabilità tecnica e professionale!
Le cure termali, quando sono riconosciute e testate scientificamente, consentono di avere benefici reali e a basso costo; non sono invasive ed essendo le acque costituenti essenziali della natura, ritornano, dopo l'applicazione terapeutica, direttamente o trattate ancora alla natura, espletando i cicli biologici dell'ecosistema. Anche tale contributo alla sopravvivenza di un ambiente inquinato, quando è possibile, va tenuto presente.
Era una necessità, perché in Europa noi forse eravamo rimasti gli unici a non
La tradizione della salute con le terme è antichissima. Ricordando la storia, l'impero romano fece già allora del termalismo un punto importante per il recupero dei legionari romani, che quando ritornavano si sottoponevano alle cure in alcune zone termali. Sembrava una cosa stranissima, allora. Poi, l'Italia si è evoluta. Sono passati gli anni e quando nacquero gli istituti previdenziali venne data una competenza specifica per la gestione delle terme, perché vennero considerate e sono considerate (anche in questa legge sicuramente) come uno strumento di cura, di riabilitazione e di intervento concreto.
Dall'approvazione della legge n. 833 in poi, con la sottrazione all'Istituto nazionale della previdenza sociale di alcune strutture termali e il loro affidamento alla competenza non del territorio, ma delle aziende, si è creato in un certo periodo quasi un vuoto istituzionale: a chi competevano, di chi era la responsabilità, a chi era demandata la gestione dei beni?
Nella passata legislatura non vi è stato il tempo sufficiente per approvare questa legge. La fine anticipata non ha consentito l'approvazione di una legge quasi pronta, poiché era sul «filo di lana» e stava per essere approvata. Oggi, si è arrivati alla redazione di un testo unificato, ora all'esame dell'Assemblea, grazie all'impegno delle Commissioni e di tutte le forze politiche, come hanno ricordato i due relatori, che hanno voluto operare anche in un momento di contrapposizione sulle scelte e sui temi. Il Comitato dei nove dovrà concordare prossimamente alcuni emendamenti che non dico che debbano essere per forza accettati, ma sui quali bisogna confrontarsi per arrivare ad una definizione completa, con la volontà di dare con questa legge un senso compiuto, e con la volontà di arrivare ad una conclusione della «vertenza» sul termalismo (se così può essere chiamata).
Per quanto riguarda le competenze, sono state sottolineate le competenze degli enti locali. In questo caso, parlo molto di più delle competenze specifiche delle regioni avendo queste la competenza sul turismo e rapportando questo aspetto ad una ripresa del turismo collegato alle iniziative territoriali delle terme.
Con l'amico Landi si parlava della necessità di scoprire realmente quanti siano gli operatori collegati direttamente o indirettamente al termalismo. Se vogliamo allargare il concetto, infatti, tutte le strutture alberghiere e turistiche che ruotano intorno alle terme vivono in loro funzione, quindi sono collegate direttamente e indirettamente ad una legge di riordino che deve portare, innanzitutto, chiarezza nelle istituzioni.
Le regioni hanno la competenza specifica sul turismo che, collegata ai suddetti aspetti, può fornire una risposta positiva alle richieste del territorio. La spesa complessiva per le prestazioni sanitarie ammonta a 450 miliardi, dei quali una parte è pagata direttamente dal servizio sanitario nazionale e un'altra attraverso l'esborso diretto dei cittadini. I dipendenti collegati indirettamente sono circa 30 mila, ma coloro che operano propriamente nelle strutture termali sono circa 3 mila. Poi vi sono i medici, i consulenti e tutta una struttura sanitaria che, a nostro avviso, proprio grazie all'approvazione del provvedimento in esame, potrà attrarre anche turismo dall'estero. Alcune delle nostre terme, infatti, hanno nomi già famosi a livello internazionale, quindi una legge per il loro riordino è necessaria al fine di avere un'attenzione ancora maggiore.
Per quanto riguarda l'aspetto della pubblicità del termalismo, del quale tanto si parla, ritengo necessario un confronto più serrato, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, sulle varie possibilità di intervento pubblicitario, soprattutto all'estero, dove è più necessario, al fine di potenziare tale tipo di presenza e per dare voce a nomi che sono già conosciuti a livello internazionale.
Quando penso al termalismo, non mi riferisco solo alla struttura turistica, perché è necessario pensare complessivamente alle problematiche che riguardano
Parlare di riabilitazione e di termalismo ha un significato; potremmo ricordare, oggi, le strutture che operano in questo settore e quante possono continuare a farlo direttamente e indirettamente. Il provvedimento in esame, quindi, non è solo un passo in avanti, ma un punto fermo per chiarire le responsabilità che devono esistere a livello territoriale e che sono già esistenti per quanto riguarda le strutture.
Abbiamo sottolineato più volte che, con l'approvazione di questo provvedimento, il sistema termale potrà avere un quadro di riferimento più preciso. Desidero ricordarle, onorevole sottosegretario, il rapporto fino ad oggi esistente con alcune di queste strutture da parte del servizio sanitario nazionale ed anche il periodo nel quale tutti usufruivano di assenze dal lavoro per cure termali. Dal rendiconto territoriale delle strutture risultava che ciò era poca cosa perché, di fatto, i periodi di assenza dal lavoro per cure termali servivano solo ad aumentare i giorni di ferie estive, aggiungendone 15 ai 30 previsti annualmente. Soprattutto negli anni settanta questa operazione fu molto utilizzata; dovette intervenire la magistratura e l'Istituto nazionale per la previdenza sociale recuperò prestazioni che non erano state realmente fornite dal servizio termale e dalle strutture delle terme italiane.
Dico questo perché con la legge di riordino finalmente mettiamo fine al finto termalismo, ma ci mettiamo anche al riparo nei confronti di chi potrebbe inventare una propria struttura termale per incrementare una struttura turistica o alberghiera, facendo credere che lì esistono delle terme. In questo modo, invece, noi regoliamo, autorizziamo e prevediamo nella legge quali sono le strutture termali e, quindi, non permettiamo a chi fa o ha fatto speculazioni di inventarsi le proprie terme vicino al proprio campanile o alla propria struttura.
Ma non dobbiamo lasciare sola questa legge; in seguito dobbiamo invitare le regioni a prestare maggiore attenzione alla questione, lanciando nelle regioni in cui si trovano i territori termali una grande campagna pubblicitaria regolata e controllata. L'altro giorno qualcuno mi diceva che forse con il controllo della pubblicità previsto in questa legge si restringe la libertà. Non è così: noi riteniamo che con questa legge venga specificato quali siano le strutture che sono vere e proprie strutture termali e quelle che non lo sono. Quindi, non inganniamo e non dobbiamo ingannare l'utente del servizio sanitario, che si reca in una struttura e poi non ottiene il rimborso perché essa non ha le caratteristiche necessarie, così come non permettiamo ad altri di fare speculazioni che, a nostro avviso - lo abbiamo detto in sede di XII Commissione - non dovrebbero esservi nel settore della sanità ed anzi, quando vengono scoperte, dovrebbero essere represse con interventi opportuni.
Ci auguriamo - e sulla base dell'intervento dei due relatori ne siamo convinti - di poter «portare a casa» una legge ottima, che costituisca un punto di partenza e che permetta alla maggioranza, all'opposizione e al Governo di dire: abbiamo fatto una legge di riordino, ci abbiamo lavorato insieme e da questa legge partiamo con il nuovo termalismo italiano.
Il settore termale italiano deve poter affrontare adeguatamente attrezzato la competizione europea, che si presenta sempre più aggressiva nei confronti del nostro paese. Se non verranno attivati strumenti efficaci, il vantaggio culturale e organizzativo di cui abbiamo finora goduto sarà rapidamente superato. Vanno definitivamente superate le resistenze e le diffidenze nei confronti delle cure termali, attraverso l'accentuato rigore nella preparazione degli operatori, nella qualità delle cure, nella verifica degli effetti (ad esempio, attraverso la cartella clinica), nello studio, nella sperimentazione, nell'analisi e nella ricerca scientifica, come dimostrano anche i risultati del «progetto Naiade».
Dall'approvazione di questa legge dipende una moderna interpretazione della funzione del termalismo e si gioca il futuro di un intero settore, diffuso in tutto il paese, che si avvale delle risorse naturali che noi, non avendo giacimenti petroliferi o diamantiferi, dovremmo sapere con sapienza usare e valorizzare.
Vi è una stretta connessione o, meglio, un'assoluta dipendenza del termalismo dai luoghi in cui trae origine la sua principale risorsa: il sito, il genius loci, nel quale si compie l'antico rito della cura termale insieme alle caratteristiche peculiari delle acque terapeutiche, alle capacità organizzative degli operatori del settore, alla qualità delle cure, all'abilità e competenza degli addetti. Tutto ciò costituisce un unicum capace di dare nuovo slancio e giusto indirizzo al moderno sviluppo del settore.
Il bacino termale euganeo è un esempio, insieme a tanti altri in Italia, delle straordinarie potenzialità del territorio. Qui le acque termali risalgono in superficie da fessure geologiche a temperature elevate, arricchite di sali minerali, alle pendici di colli di origine vulcanica. I relitti di epoca glaciale, accanto a specie termofile della macchia mediterranea, a tracce della civiltà paleoveneta, ai resti del complesso sistema di canalizzazione delle terme romane, ai borghi medievali, alle abbazie, alle ville rinascimentali inserite in un paesaggio agrario significativo, riaffermano la necessità di considerare la salvaguardia dell'ambiente come presupposto alla vocazione turistica di un'area.
L'ambiente è dunque fattore di sviluppo, non solo economico, ma del benessere e della salute. La simbiosi che si stabilisce fra qualità della cura ed ambiente nel quale viene praticata è rilevante proprio agli effetti clinici; inoltre favorisce il ritorno dei pazienti, soprattutto stranieri, sui quali possono incidere le condizioni del contorno, di un luogo salubre e suggestivo paesisticamente, ricco di offerte culturali, che l'Italia è in grado di presentare più di ogni altro paese al mondo.
Si possono valorizzare le attività di cura in rapporto all'ambiente naturale ed urbano attraverso un monitoraggio - come è stato precedentemente ricordato - che attesti la qualità della città, dell'area, dell'acqua, del suolo. Gli utenti che soggiornano in questi luoghi sono sensibili alla salubrità ambientale, perché la cura è lo scopo del loro soggiorno, dove la tranquillità non deve tramutarsi in noia e la serenità dell'ambiente urbano non deve tradursi in anonimo spazio architettonico.
L'indotto economico che deriva dal termalismo è un motore che garantisce occupazione anche qualificata nel settore ambientale, medico, paramedico, culturale, commerciale, artigianale, turistico ed alberghiero. Nonostante gli studi e l'impegno di associazioni, enti ed università che hanno favorito la giusta collocazione della terapia termale nel presidio medico, una staticità permane nel termalismo, che
Il «prerequisito» per rispondere seriamente a questo e a molti altri problemi sta nel mantenere le cure termali ben ancorate al sistema sanitario nazionale, affermando con decisione l'appartenenza del termalismo al comparto sanitario. Questo non basta; è necessario affrontare con coraggio e modernità la grande evoluzione che si è manifestata in questi anni, soprattutto in merito agli aspetti della prevenzione e della riabilitazione verso le quali le cure termali potranno agire con grande efficacia se saranno estese a tutti gli utenti del sistema sanitario nazionale, come previsto dalla legge, con vantaggio sia per i pazienti che per la spesa sanitaria.
La medicina riabilitativa trova oggi nella cura termale una considerevole possibilità espansiva. Le tecniche offerte in termini di struttura, apparecchiatura, attrezzatura e di personale medico e paramedico preparato e competente rispondono alla crescente domanda di riabilitazione, rieducazione, riattivazione, per ostacolare il decadimento generale della persona.
Si tratta di un'offerta che assume particolare importanza per l'evoluzione dell'età media della popolazione del nostro paese, così come non va dimenticata l'offerta riabilitativa che si rivolge agli infortunati sul posto di lavoro, nell'esercizio sportivo e soprattutto sulle strade, che vedono come vittime anche persone in giovane età.
La riduzione dei ricoveri ospedalieri, del ricorso ai farmaci e delle assenze dal luogo di lavoro è un effetto della cura termale riabilitativa. Sono in aumento gli oneri socioeconomici derivanti da patologie a carattere invalidante: l'INAIL spende ogni giorno 3 miliardi e mezzo per il pagamento delle indennità per inabilità temporanea al lavoro. Anche la prevenzione, come hanno dimostrato alcune ricerche e sperimentazioni compiute dall'INAIL, può abbattere notevolmente la spesa, questione non del tutto marginale se si considera l'acutizzarsi del conflitto politico-sociale sulla riduzione della spesa destinata ad assistenza e previdenza.
L'affermarsi di terapie curative, che garantiscano la loro efficacia in modo indipendente e complementare al ricorso alla farmacologia, riduce, come si è detto, la spesa individuale e collettiva, produce benefici maggiori delle cure tradizionali, evita gli effetti collaterali che in misura variabile ogni farmaco produce. La competizione globale si vince con la qualità, ma questa si misura sull'insieme di tante qualità specifiche, tra le quali la garanzia del prodotto. L'acqua deve essere sottoposta al riconoscimento conseguente a verifiche serie e periodiche, in quanto il decadimento e l'inefficacia di un singolo stabilimento ricadono pesantemente sul settore dell'intero paese.
Garanzie e controlli vanno commisurati alle funzioni svolte, che possono consistere nella sola somministrazione dell'acqua minerale come nelle pratiche fangomesoterapiche. Altro elemento di qualità riguarda la professionalità dei medici e paramedici, anche nei confronti dello spinoso problema del riconoscimento professionale. Formazione ed istruzione professionale giocano un ruolo fondamentale. Il titolo abilitativo all'esercizio della professione di tecnico operatore termale tiene conto delle differenti posizioni di nuovi e futuri addetti, rispetto a coloro che da anni lavorano nel settore e debbono essere in grado di poter riqualificare
Il settore termale ha bisogno di chiari e precisi riferimenti, contenuti nella proposta di legge; essa, con alcune marginali correzioni, consentirà quell'importante riforma, da tempo attesa, che sta per essere realizzata in questa legislatura. Dopo vent'anni di rinvii, l'impegno serio e convinto di molti fa giungere questa proposta di legge all'approdo, con una impostazione condivisibile, frutto di una serrata collaborazione delle parti sociali, di operatori e associazioni del settore (in particolare, della Federterme e dei consorzi termali), nonché del fondamentale contributo dell'allora ministro Rosy Bindi e della tenacia del relatore, onorevole Caccavari. Desidero anche ringraziare il Presidente Violante per aver seguito il percorso della proposta di legge ed essersi personalmente impegnato per giungere alla conclusione dell'iter che auspico, nell'interesse generale, possa avvenire rapidamente.
Il nostro paese possiede, nel campo termale, una vera e propria ricchezza, forse non ben compresa da tutti. Come già ricordato, gli antichi romani avevano compreso l'importanza di questa fondamentale risorsa e ne approfondirono la conoscenza migliorandone, nel tempo, l'utilizzo ed usando le fonti dislocate sul territorio per scopi terapeutici, tonici, sedativi, depurativi ed estetici. Ben presto, l'uso delle terme diventò anche un fenomeno sociale e di costume: si andava alle terme per socializzare. Le terme assunsero, così, la funzione di un servizio pubblico. Ancora oggi, agli albori del terzo millennio, le risorse termali presenti in Italia costituiscono una delle voci più importanti nell'ambito del sistema produttivo italiano, anche se non sufficientemente valorizzate. Proprio per questo è assai importante l'impatto che le fonti termali hanno sul settore del turismo.
Per valutarne l'importanza basta rilevare che l'attività termale presenta un indotto, nella misura media, da 1 a 12. Questo volano moltiplicatore è certamente superiore per le terme situate in località a maggiore vocazione turistica, in cui gli utenti possono reperire maggiori occasioni di spesa; tuttavia, anche le fonti termali ubicate in zone più depresse hanno una rilevanza economica tutt'altro che trascurabile. Nel Mezzogiorno esistono importanti zone termali e, tanto per citare alcune cifre, possiamo dire che queste realtà produttive, pur trovandosi in aree geografiche considerate povere, o meno sviluppate di altre, con le gravi e note condizioni di precarietà in cui sono state fatte vivere, danno lavoro a circa tremila persone e producono un'occupazione indiretta per altre ventimila e più persone. È quindi senz'altro un comparto importante per l'economia del nostro sistema paese.
È evidente, dunque, che le risorse termali offrono una possibilità di sviluppo economico e di investimento di cui potrebbero beneficiare diversi settori, da quello prettamente sanitario a quello cosmetico a quello turistico, con un indotto complessivo sul quale mi intratterrò brevemente tra poco.
Il testo unificato redatto dalle Commissioni parlamentari è, per molti aspetti, certamente condivisibile ed io ringrazio in particolare i relatori per lo sforzo che hanno compiuto, di concerto con gli altri membri delle due Commissioni. Tuttavia,
Non so se posso parlare a nome del mio partito, ma certamente a titolo personale sono fermamente convinto della necessità di rinnovare il sistema sanitario nazionale e, nel caso più specifico, di stimolare la rinascita e la crescita del settore termale, ma occorre liberarsi, per quanto possibile, degli obsoleti legami di burocrazia che ancora vincolano - e lo si desume dalla lettura del testo al nostro esame - il settore sanitario e termale.
In un contesto in cui il comparto termale è sempre stato strettamente legato alla politica sanitaria nazionale, la prima ragione della crisi in atto risiede, infatti, in un atteggiamento che sul mercato si è rivelato sempre più penalizzante. Da un approccio sanitario prima eccessivamente permissivo si è passati ad una politica drasticamente limitativa, con crescenti oneri per l'utente termale e con una regolamentazione delle tariffe che allo stato attuale non è remunerativa per le aziende termali. Contestualmente, continua ad essere limitata la sensibilità dei medici, quale conseguenza soprattutto della scarsa attenzione che il mondo accademico, e in particolare la specializzazione universitaria, dedicano alla medicina termale, alle caratteristiche strutturali dello strumento di cura termale ed alle molteplici funzioni che tale strumento ha. L'atteggiamento spesso scettico del medico nei confronti della terapia termale contrasta con il desiderio sempre crescente del paziente di ricorrere a metodi di cura più naturali ed in grado di giovare anche al morale, oltre che al fisico.
Sul piano della gestione delle aziende termali, l'operare in passato, in un mercato praticamente garantito, ha generato una cultura del management focalizzata su una difesa passiva del termalismo sociale, trascurando in tal modo gli elementi di marketing e di qualità e sottovalutando gli effetti del continuo calo di prestazioni, limitando di fatto lo sviluppo di una tendenza naturale che avrebbe portato all'evoluzione del settore verso un più ampio concetto di turismo della salute e non cogliendo, pertanto, le nuove opportunità e le sfide di diversificazione dell'offerta. L'ottica esclusivamente sanitaria ha caratterizzato l'attività termale italiana determinando una sottostima ed una distorsione nella valutazione delle potenzialità della domanda, avvilendosi in un'estenuante diatriba legislativa, ghettizzando il comparto e provocando una scissione tra marketing e prodotto.
Questa situazione è spiegabile anche con il particolare assetto del mercato nazionale, che da un lato vedeva un grande gruppo di piccole aziende termali - circa trecento - e dall'altro lato poche, grandi terme pubbliche, le fatidiche tredici terme ex EAGAT. Le aziende termali pubbliche, quindi, hanno sempre inciso in modo determinante sull'evoluzione del settore, spesso perché ne hanno acquisito la rappresentanza in virtù della loro maggiore organizzazione di base. Esse trattavano prevalentemente con gli enti pubblici e non potevano non avere una visione pubblica della gestione, tesa principalmente a conseguire la copertura delle spese in base alle tariffe delle prestazioni effettuate. In realtà, dato il particolare assetto obsoleto e farraginoso del nostro servizio sanitario nazionale, le aziende termali pubbliche sono sempre state inquadrate fra le strutture sanitarie regolamentate da leggi a carattere sanitario e, di conseguenza, con tutte le disorganizzazioni che ciò ha comportato.
Oggi, il nuovo testo unificato proposto dalle Commissioni non affronta il tema del destino delle terme pubbliche, in quanto tale questione, come riferito nella relazione dell'onorevole Servodio, è stata disciplinata dalla legge 15 marzo 1997, n. 59, che all'articolo 22 trasferisce alle
Questo desta qualche preoccupazione perché, se analizziamo questo dato anche alla luce della recente polemica sorta tra il ministro Visco e gli enti locali in merito alle limitazioni delle capacità di spesa o all'eccesso delle spese regionali, ci rendiamo conto di quanto scarse siano, credo e temo, le chance di sopravvivere per queste aziende. Forse una maggiore e migliore riflessione sull'opportunità di aprire una licitazione a livello internazionale anche per le terme ex EAGAT, in modo da renderle seriamente competitive sul mercato attraverso l'innesto di capitali privati, nazionali e internazionali, che avrebbero potuto valorizzare questo importantissimo impianto...
Al di là di tutte le normative che hanno regolamentato l'attività delle aziende termali pubbliche o private e che hanno inesorabilmente penalizzato, anno per anno, il settore termale, si può osservare che nella disciplina legislativa è mancata finora una legge quadro in grado di rappresentare un paradigma di riferimento affidabile entro il quale poter progettare iniziative di medio e lungo periodo per il rilancio del settore. È pertanto sicuramente encomiabile lo sforzo che in questa legislatura la X e la XII Commissione hanno compiuto per cercare di dare una legge quadro al settore.
Il testo al nostro esame unisce le proposte avanzate da molti colleghi parlamentari, perché è innegabile il fatto che, per fortuna, è venuto meno il senso ideologico di appartenenza e, quindi, da sinistra a destra è stata avvertita la necessità di riformare e disciplinare, in maniera organica e produttiva, il comparto termale. Questo è forse un piccolo/grande esempio di come, a volte, liberandoci dalle nostre pregiudiziali ideologiche e lavorando veramente nell'interesse del paese, si riescano ad approvare buone o discrete leggi: purtroppo questo avviene troppo poco spesso in questo Parlamento.
Come già detto, il contenuto del provvedimento è, in linea di massima, condivisibile, salvo alcuni concetti fondamentali sui quali, personalmente, non credo di poter concordare, ma spero di essere smentito dalla profonda preparazione sulla questione dei miei colleghi che hanno seguito con tanta attenzione il provvedimento. Mi riferisco, in particolare, a quanto formulato negli articoli 1 e 2, dove vengono enunciate le finalità e le definizioni del provvedimento.
Vorrei fare una riflessione ad alta voce: a mio avviso, occorre definire, in maniera precisa - mi sembra di aver capito che questo farà parte di una delega da esercitare da parte del Ministero della sanità -, se per cure termali intendiamo esclusivamente le prestazioni terapeutiche per patologie prettamente sanitarie o se, nell'ambito delle cure termali, come in realtà avviene di fatto, possano essere espletate anche quelle pratiche che, di norma, vengono esercitate in altri settori (mi
Voglio ricordare - anche se non ve ne è certo bisogno - al sottosegretario, onorevole Fumagalli Carulli, che nel 1990 questo Parlamento licenziò la legge 4 gennaio 1990, n. 1, istitutiva della figura dell'estetista. Questa legge definiva esattamente la figura dell'estetista e ne distingueva le capacità e i limiti per quanto riguarda anche altri tipi di applicazione. Il confine tra medicina estetica e cosmesi professionale francamente non è ancora molto chiaro. Aggiungo che questa legge, all'articolo 10, delegava ad una concertazione di Ministeri l'aggiornamento degli strumenti, cioè delle macchine che avrebbero dovuto e potuto essere utilizzate nel settore della cosmesi professionale, in modo tale da non invadere il settore della medicina estetica. A distanza di dieci anni, quell'elenco di apparecchiature che fu allegato alla legge del 1990 non è mai stato sostanzialmente modificato.
Si è formata una giurisprudenza, come il sottosegretario e i colleghi sapranno; cito, ad esempio, la distinzione tra l'utilizzo del laser terapeutico e del laser cosmetologico e, per venire ad esempi che hanno pari attinenza, quella tra il massaggio estetico e rilassante e il massaggio terapeutico. Più volte gli estetisti sono stati imputati di esercizio abusivo della professione, poi si è venuta costruendo anche una giurisprudenza in questo senso. Quello che credo sia molto importante è distinguere esattamente i confini tra termalismo e pratiche di carattere estetico ed evitare che vi sia un'illecita concorrenza tra un settore e l'altro. Lo stesso deve valere evidentemente per le applicazioni degli strumenti e delle apparecchiature. Sappiamo perfettamente che vi sono aziende che costruiscono apparecchiature per il settore della cosmesi professionale che poi vendono, con una minimale modifica, anche al settore terapeutico. Credo che anche in questo caso debba essere fatta chiarezza: una macchina utilizzata per interventi sugli inestetismi cutanei non può avere, a mio avviso, le stesse caratteristiche di quella usata per finalità terapeutiche; è essenziale - lo ripeto - chiarire questo punto.
Seguendo questa mia linea di ragionamento, anche in merito alle figure professionali vorrei esprimere una mia personale riflessione e preoccupazione. Il comma 2 dell'articolo 7 sostiene che i medici dipendenti delle aziende termali hanno diritto di accedere anche in soprannumero alle scuole di specializzazione della facoltà di medicina e chirurgia che abbiano attinenza con la medicina termale. Temo che questo possa essere interpretato come un'iniziativa fortemente lobbystica in quanto non si capisce per quale motivo, considerata la quantità di medici che affollano le nostre università, si debbano privilegiare i medici dipendenti dalle aziende termali, ma spero di potere essere confutato dagli ulteriori interventi. Dovrebbe essere il medico stesso a decidere di prendere una specializzazione in medicina termale.
Se parliamo, quindi, di cure termali in senso schiettamente medico, sarà allora necessario che il profilo del cosiddetto operatore termale sia regolarmente riconosciuto e attestato da una laurea o da corsi brevi. Troppe volte abbiamo visto operare anche nei centri termali figure professionali prive di specializzazione. Mi riferisco al settore dei cosiddetti massaggiatori, che nulla hanno a che vedere con la figura dei fisioterapisti. Anche su questo vorrei che fosse detta una parola chiara e precisa: chi non ha titolo per poter operare nel settore delle cure termali, non può accedervi.
Concludo, visto che ho utilizzato tutto il tempo, sintetizzando la mia personale posizione.
Ritengo, quindi, sia necessario: distinguere tra cure termali per scopo esclusivamente medico e cure termali per scopi di altra natura (estetici, cosmetici, relax); valorizzare il connubio terme-ambiente per gli aspetti sanitari (ipotesi di parco termale); privatizzare le aziende termali - laddove possibile, evidentemente - aiutando le regioni in questo processo di crescita e di ammodernamento e proponendo incentivi ed agevolazioni fiscali per gli imprenditori; definire gli strumenti operativi in grado di trasformare le offerte termali diffuse sul territorio in un network nazionale ed internazionale; ricercare una piena partnership fra l'attività scientifica e l'attività promozionale, impostando una stretta collaborazione tra servizio sanitario nazionale ed ENIT; qualificare al meglio il personale professionale distinguendo fra chi opera in altri settori limitrofi, onde evitare un eccesso di concorrenza o - peggio - una sleale concorrenza tra le parti.
Grazie per il tempo che mi ha concesso, Presidente.
Qualche volta ognuno di noi tende a fare sfoggio di cultura, forse per la nostalgia degli studi classici, e ricorda antiche diatribe su questa materia. Il problema può essere ridotto ad un semplice assioma: il termalismo non è l'acqua calda; su tale principio è stata costruita tutta una cultura antichissima, ma anche una conflittualità. Si è parlato molto degli antichi romani, ma già da prima - già dall'età del bronzo - si svolgevano discussioni sull'argomento. Si tenga conto che l'Italia è un paese termale totale, a causa delle sue origini geologiche. Certo sull'acqua calda, sul calore, sui vapori si è costruito qualcosa di veramente unico. A tal fine è molto importante l'esempio delle terme edificate durante l'impero romano: strutture ancora oggi imponenti, all'epoca progettate per l'utilizzo del vapore e dell'acqua calda. Per mantenere il calore (una tecnica della quale fu esponente di primo piano l'architetto Orata, nel periodo imperiale) si sono costruite terme imponenti come quelle di Caracalla; ma lo stesso Pantheon è qualcosa che ricorda quel periodo. Soprattutto importante, inoltre, fu la grande sfida per la ricerca del benessere di tutti e non solo di una élite; in pratica questi servizi erano diventati pubblici e non è cosa da poco. Successivamente direi che questa cultura si è persa. Ma pare che già da allora - come è riecheggiato questa mattina - il grande Galeno abbia dato dello sciocco a Linneo perché parlava di «acqua calda» e non di «terapia».
Anche oggi il tema si ripropone; da qui l'attenzione e - se vogliamo - la tensione dei colleghi nel discutere un provvedimento
Oggi è indispensabile un discorso di rigore e di valorizzazione di ciò che è veramente terapia termale, senza nulla togliere ad altre funzioni importanti - ci mancherebbe altro - legate, perché no, al turismo o all'estetica. Non daremmo però una risposta seria se non chiarissimo che sono aspetti che possono agire - uso questo terribile termine - in sinergia, ma che non sono, lo ripeto, la stessa cosa. Come si diceva qualche millennio fa, bisogna rivendicarlo con forza (è già stato detto in maniera autorevole dai colleghi), altrimenti torneremmo a fare di tutto un'acqua calda.
Bisogna allora chiarire che quando si parla di 600 miliardi (di cui 180 spesi dal servizio sanitario nazionale nel 1999) si parla di termalismo reale e che quando si cita la cifra di 6 mila miliardi si fa riferimento all'indotto turistico, a latere.
Si devono capovolgere i termini della questione che alcuni colleghi hanno portato avanti anche all'esterno. Non è il turismo che deve valorizzare il termalismo. Dove esiste una realtà termale seria e vera, si costruirà - spero certo con intelligenza e con il coordinamento con le regioni, ma anche con lo spirito d'iniziativa degli imprenditori seri - un network importantissimo dal punto di vista turistico, non l'inverso. Altrimenti rischiamo che diventi più importante il budget turistico che non le virtù terapeutiche che dobbiamo valorizzare.
Ribadisco che mai come oggi vi è necessità di prevenzione, cura e riabilitazione termale. Ciò - per fortuna di chi opera nel settore - a causa purtroppo di quello che sta accadendo. Mai come oggi - è stato già detto - abbiamo infortuni (non solo del sabato sera, anche se prevalentemente) di giovani durante la percorrenza delle strade, così come tanti incidenti stradali abbiamo in quest'Italia dove, per i motivi che ben conosciamo (alcune famiglie hanno vinto sui milioni di famiglie italiane), il traffico su gomma ha prevalso su quello su rotaia, con conseguenze quali stanchezza, incidenti, sfruttamento. Sempre nel settore dello sfruttamento, l'eccessivo costo del lavoro sta determinando un insopportabile numero di morti e - non dobbiamo denunciarlo questa mattina - di infortuni sul lavoro e, quindi, di persone che rimangono invalide per sempre o per un lungo periodo. Abbiamo poi --ma questo è un altro discorso - la conoscenza di nuove patologie, soprattutto osteomuscolari degenerative a livello periferico e centrale dell'apparato neurologico. Si registra poi - questo, invece, è un fatto positivo - un innalzamento dell'età media dei cittadini italiani.
Tutto ciò comporta, complessivamente, una «massa di utenti» sempre più ampia, che impone una specificità, sia dal punto di vista termale sia da quello dei tecnici della riabilitazione termale, estremamente qualificata e qualificante.
Mi auguro che, quando esamineremo gli emendamenti, lo faremo in un'ottica migliorativa e collaborativa, mantenendo toni preoccupati per chi sta male ma non esasperati da un periodo nel quale l'urlo della politica prevale troppo spesso sulle ragioni della politica in difesa di chi soffre. Conoscendoci da anni, sono certo che la problematica in esame ci unirà, come è avvenuto per altri settori quale, ad esempio, la psichiatria (anche lì gioie e dolori, ma ne riparleremo). Se manterremo questo livello di collaborazione attiva,
La cosa importante è che ancora una volta non si scopra l'acqua calda, bensì le virtù terapeutiche, qualificate, importanti, scientifiche, affinché dalla prevenzione e dalla sensibilizzazione che si può fare partendo dalle cure termali si arrivi a quella riabilitazione che tutti, in tanti settori del nostro paese, auspichiamo; purtroppo, in questo settore, il nostro paese non ha dato risposte coerenti sia dal punto di vista della quantità sia da quello della qualità dei servizi, soprattutto in un'insopportabile sperequazione sud-nord che penalizza moltissimo il sud, dove spesso sono nati i migliori tecnici, scienziati e servizi di riabilitazione, poco utilizzati e penalizzati da uno Stato che non ha saputo dare a chi aveva più bisogno o a chi aveva più capacità.
Ripeto: tutta l'Italia può e deve diventare un paese termale, ma chiarendo meglio le singole competenze, le singole vocazioni e le singole capacità professionali. Credo che su questo saremo tutti d'accordo e tra poco potremo dire che finalmente ce l'abbiamo fatta. Grazie!
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.