Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 720 del 10/5/2000
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(Limiti di esposizione a campi elettromagnetici connessi al funzionamento di stazioni radiotelevisive)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Rogna Manassero di Costigliole n. 3-05614 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
L'onorevole Rogna Manassero di Costigliole ha facoltà di illustrarla.

SERGIO ROGNA MANASSERO di COSTIGLIOLE. Presidente, in diverse località italiane, sede di siti di stazioni radiotelevisive regolarmente inseriti nel piano nazionale delle frequenze predisposto dall'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sono in atto contenziosi anche gravi, talvolta anche con risvolti penali, per il superamento dei limiti di campo elettromagnetico determinati dal decreto ministeriale n. 381 del 10 settembre 1998.
La riduzione a conformità, prevista dall'allegato C del decreto citato, prevede invece una generica riduzione di potenza dell'emissione delle varie sorgenti, senza però un dettagliato esame della situazione specifica di ciascun sito.
Al ministro chiedo se intenda intraprendere delle iniziative, d'accordo con il ministro delle comunicazioni (che in questo momento mi sta ascoltando) e con l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, affinché per ciascuno di questi siti previsti da un piano nazionale e quindi certamente di grande rilevanza circa la pubblica utilità, venga in dettaglio esaminata la situazione radioelettrica in modo che risulti conforme ai limiti previsti dal decreto stesso.

PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente ha facoltà di rispondere.


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WILLER BORDON, Ministro dell'ambiente. Vorrei ringraziare l'onorevole Rogna Manassero di Costigliole perché ha posto in quest'aula una questione che, ovviamente, deve essere per il Governo motivo di una attenzione prioritaria.
Voglio ricordare che il decreto ministeriale n. 381 è stato emanato in attuazione dell'articolo 1 della legge 31 luglio 1997 (istitutiva, tra l'altro, dell'autorità per le comunicazioni) dal Ministero dell'ambiente d'intesa con il Ministero delle comunicazioni oltreché, ovviamente, con il Ministero della sanità. Ricordo, altresì, che all'atto di quell'emanazione non esistevano ancora norme comunitarie in merito e, se parliamo di norme in senso stretto, ancora non esistono. Il 25 giugno 1999, infatti, è stata approvata una raccomandazione non una direttiva del Consiglio dell'Unione europea. Intendo dire che il Governo italiano - credo che ciò debba essere riconosciuto - è stato il primo e, per certi versi, ancora l'unico, a prendere di petto la questione, a riconoscere la necessità di cautela oggi rispetto a rischi futuri. Si tratta di rischi ancora incerti e, comunque, di medio-lungo periodo.
La ricerca scientifica e i tecnici che si sono occupati di questa materia sono - come sempre è capitato in altre occasioni nel passato - divisi, non hanno cioè espresso indicazioni univoche o, almeno, non lo hanno fatto al momento; tuttavia, hanno convenuto a mano a mano che un rischio di medio e lungo periodo possa esserci. Credo che questa sola eventualità - lo voglio ribadire - porti il Governo ad intervenire e a fare una scelta di prevenzione e di cautela per non ripetere esperienze disastrose (penso all'amianto) in termini di costi non solo per la salute, ma anche sociali ed economici.
Ci muoviamo su questa linea e ricordo che vi è un disegno di legge all'esame delle Assemblee parlamentari che seguiamo con tutta l'attenzione e sul quale vi è stata la più forte condivisione da parte della maggioranza di questo Parlamento in sede di Commissione ambiente dove si è già proceduto ad ascoltare tutti i soggetti esterni. In alcuni casi, vi sono dubbi sui tempi di approvazione, ma a conclusione della mia risposta voglio assicurare che l'attenzione del Ministero continuerà ad essere pari all'importanza di un fenomeno ancora così poco conosciuto, ma dal quale - lo ripeto - è opportuno cautelarsi. Qualora entro la legislatura - ma io spero molto prima - il provvedimento non abbia completato l'iter parlamentare, il Governo non potrà non intervenire direttamente anche tramite propri ulteriori decreti che fissino limiti ancora più severi e norme comportamentali più certe.

PRESIDENTE. L'onorevole Rogna Manassero di Costigliole ha facoltà di replicare.

SERGIO ROGNA MANASSERO di COSTIGLIOLE. Presidente, ringrazio il ministro Bordon per l'interesse concreto che manifesta su questa vicenda. È sicuramente meritevole di interesse proprio perché né il Governo né il Parlamento possono tralasciare di provvedere all'eliminazione di rischi anche a medio-lungo termine. Tuttavia, è necessario dare norme certe e credo che su ciò occorra un approfondimento.
La situazione che si è creata a seguito dell'emanazione del decreto ministeriale, in effetti, non è soddisfacente. Vorrei avanzare anche una certa perplessità riguardo al limite di sei volts al metro che è certamente molto più cautelativo e, comunque, talmente inferiore alla normativa internazionale da suscitare qualche perplessità. La cautela è sicuramente necessaria, ma bisogna evitare che conduca ad effetti paradossali come in questi casi. In qualche occasione si è arrivati alla sospensione di servizi e di attività quali, ad esempio, la navigazione e l'assistenza medica per il superamento di limiti probabilmente, in qualche caso, anche opinabili.
Ritengo sia necessario approfondire e dare certezze ai cittadini e sicurezza agli operatori perché si possa arrivare ad avere, soprattutto in questo necessario


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riordino di tutto il sistema radiotelevisivo, siti che siano assolutamente sicuri e funzionali per i cittadini.

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