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PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
SALVATORE GIACALONE, Relatore. Quello che è alla nostra attenzione - spero per una rapida approvazione - è un piccolo provvedimento, ma che è atteso con grande attenzione ed interesse da parte di una categoria di cittadini ai quali la comunità nazionale deve, in termini di
qualità della vita, un'azione risarcitoria: ha un debito nei confronti di queste persone che sui campi di guerra hanno lasciato non solo una parte della propria vita, ma soprattutto la propria salute in maniera significativa. Si tratta degli invalidi di guerra titolari di pensione vitalizia dalla sesta alla ottava categoria.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la sanità, onorevole Di Capua.
FABIO DI CAPUA, Sottosegretario di Stato per la sanità. Il Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gramazio. Ne ha facoltà.
DOMENICO GRAMAZIO. Signor Presidente, intervengo anch'io in modo brevissimo.
La XII Commissione ha approvato all'unanimità questa proposta che non serve molto ad appianare il debito della società nazionale nei riguardi dei grandi invalidi. Signor sottosegretario, noi ritenevamo e riteniamo - lo dicevamo già nel passato - che alcune categorie andavano aiutate e sostenute per ciò che avevano dato alla nazione e allo Stato. Con questo provvedimento noi oggi andiamo a saldare un debito morale. Ciò avviene sicuramente in ritardo perché i tempi sono passati, comunque era necessario che noi potessimo offrire gratuitamente a quanti avevano già dato tanto farmaci che migliorano il senso della vita nel complesso, come diceva il relatore.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Giacalone.
Per effetto della legge n. 537 del 1993 e della nuova riclassificazione dei farmaci nel nostro prontuario farmaceutico nazionale sono stati distinti i farmaci in tre classi: quelli di classe A, che sono essenziali e che vengono quindi erogati a totale carico del servizio sanitario nazionale; quelli di classe B, che sono di interesse terapeutico e che sono erogabili al 50 per cento a carico del servizio sanitario nazionale e al 50 per cento da parte dell'assistito; e quelli di classe C, che sono a totale carico degli assistiti.
Si tratta di invalidi di guerra titolari di pensione vitalizia dalla VI alla VIII categoria. La legge n. 537 e la nuova classificazione dei farmaci nel nostro prontuario nazionale ha distinto i farmaci: in fascia A, farmaci essenziali (quindi erogati a totale carico del servizio sanitario nazionale); in fascia B, di interesse terapeutico (erogabili al 50 per cento a carico del servizio sanitario nazionale e al 50 per cento a carico dell'assistito), in fascia C (a totale carico degli assistiti). Evidentemente, questi farmaci gravano per intero nelle economie di questi nostri illustri concittadini per i quali abbiamo un grande debito in termini di qualità della vita. È da intendersi in questo senso il provvedimento. Esso non vuole surrettiziamente inserirsi come un modo diverso di riclassificare quanto scientificamente è già stabilito dalla CUF, ma proprio come elemento risarcitorio nei confronti di persone per le quali la comunità ha sicuramente un grande debito da colmare.
L'articolato che la Commissione XII ha adottato è sostanzialmente quello che ci proviene dal Senato e ha assorbito nella formulazione definitiva anche le proposte dell'onorevole Borrometi, e degli onorevoli Valpiana, Saia e Moroni. L'articolo 1 del testo del Senato è stato oggetto di azione emendativa da parte del relatore laddove si definivano le modalità di certificazione del medico e si richiedeva «l'indispensabilità terapeutica e l'insostituibilità» dei medicinali. Proprio per non mettere in conflitto nell'atto di certificazione la coscienza del medico con le indicazioni (e la scienza) della CUF, noi abbiamo sostituito questa espressione con «la comprovata utilità terapeutica per il paziente». Non c'è dubbio che i farmaci in fascia C, agendo su alcune sintomatologie, possono influenzare positivamente la qualità della vita del paziente.
Per quanto riguarda l'articolo 2, che definisce l'onere finanziario di 17 miliardi e mezzo a partire dal 2000, la Commissione ha accolto l'unica condizione che le proveniva dalla Commissione bilancio.
Ho registrato, sia nei lavori del Senato sia in quelli della Commissione, una uniformità di vedute e di intenti da parte delle diverse forze politiche e dei diversi commissari presenti alla discussione; quindi, auspicando una rapida (ne sono sicuro) approvazione del provvedimento, mi preme richiamare che le vicende politiche di altri Stati hanno a tutti noi sollecitato il ritorno della memoria verso momenti e vicende del passato della nostra Europa da non dimenticare.
Evidentemente, questo è un modo per non dimenticare le vicende e le vite di tanti nostri illustri concittadini verso i quali abbiamo un debito, entrando nel quotidiano e nella qualità della vita del quotidiano. Si tratta dunque di un modo molto concreto di ricordare e di essere solidali.
L'impegno riguardante la certificazione del medico che deve riconoscere che questi farmaci siano necessari garantisce, secondo noi, l'intera operazione. Proprio per questo, preannunciamo il nostro voto favorevole. Un voto che vuole essere riparatorio non degli errori, ma delle dimenticanze - mi permettano il sottosegretario e il relatore di dire così - dello Stato nei confronti dei suoi uomini migliori. Certo, lo facciamo oggi e quindi anche la spesa - faccio una battuta cattiva - è inferiore, perché tanti di quegli uomini non ci sono più, ma intanto facciamo un gesto di riparazione e in questo senso siamo impegnati nei confronti di quanti ci sono ancora. Quante volte, sottosegretario, abbiamo letto lettere accorate sui giornali, a proposito della necessità di questi farmaci, da parte di grandi invalidi che si lamentavano come non fosse riconosciuto loro nemmeno questo diritto. Oggi noi rispondiamo a quelle lettere con un impegno morale unitario della Commissione e credo dell'intero Parlamento.