(Sezione 1 - Mozioni)
La Camera,
considerate le recenti dichiarazioni dei più alti responsabili politici della Repubblica popolare cinese circa l'eventualità di iniziative militari contro la Repubblica di Cina in Taiwan e il concreto spiegamento di mezzi offensivi, comprese batterie di missili, lungo la costa meridionale del Paese, tra una sponda e l'altra dello stretto di Taiwan e a breve distanza dal territorio taiwanese;
considerato che la Repubblica di Cina in Taiwan in cinquant'anni ha saputo costruire, sotto il duplice aspetto politico ed economico, un sistema libero e democratico in totale sintonia con le più moderne ed avanzate democrazie (culminato, nel 1996, con la scelta del Capo dello Stato a suffragio universale diretto), diventando, dal punto di vista economico, la tredicesima potenza commerciale del mondo e la seconda, dopo il Giappone, quanto a depositi in valuta pregiata;
considerato che, nel 1971, la Repubblica popolare di Cina venne riconosciuta dalle Nazioni Unite come unica rappresentante del popolo cinese, con la conseguente estromissione della rappresentanza di Taiwan dall'organizzazione internazionale, non aderendo l'Onu alle proposte di mantenere il seggio anche alla Repubblica di Cina in Taiwan, pur in presenza di casi analoghi come quelli dei due Stati tedeschi e dei due Stati coreani o dell'esistenza delle rappresentanze autonome di Bielorussia, Ucraina, Tazakistan, tutte repubbliche all'epoca appartenenti all'Urss;
considerato che, pur tuttavia, anche se priva di rappresentanza all'Onu, la Repubblica di Cina in Taiwan ha sempre sostenuto economicamente, per un valore complessivo di 100 milioni di dollari, numerose iniziative umanitarie e assistenziali a favore dei Paesi del Terzo Mondo e inoltre ha dichiarato che appoggerà le attività di organizzazioni dell'Onu come Unicef, Fao eccetera, non mancando in tutte le occasioni, come la recente guerra nei Balcani e il terremoto in Turchia, di aiutare con adeguati interventi le popolazioni colpite;
considerato che l'esistenza di questa situazione di fatto ha spinto il Presidente taiwanese Lee Teng-hui ad affermare, nello scorso luglio, che i colloqui da tempo in corso fra Repubblica Popolare cinese e Repubblica di Cina in Taiwan debbono essere considerati a livello di entità statali distinte e non, come intende Pechino, fra la Repubblica popolare e una sua «provincia ribelle»;
considerato che una tale presa di posizione non modifica la politica fin qui seguita da Taiwan tendente ad una soluzione
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pacifica della controversia e, ricorrendone le condizioni, a una futura riunificazione;
considerato che ogni uso della forza da parte della Repubblica popolare cinese per riprendere il controllo di Taiwan potrebbe innescare una reazione con conseguenze gravissime per la stabilità e la sicurezza dell'intera area e metterebbe in pericolo la pace nel mondo;
impegna il Governo
ad assumere le necessarie iniziative:
a) per favorire e concordare con gli altri Paesi dell'Unione europea una posizione comune, nell'ambito delle Nazioni Unite, allo scopo di impedire ogni impiego della forza da parte della Repubblica popolare cinese e una composizione pacifica della controversia fra i due paesi;
b) per sostenere il riconoscimento dei legittimi diritti della Repubblica di Cina in Taiwan alla quale non può essere ulteriormente negata la rappresentanza presso l'Onu. Almeno trenta Paesi aderenti all'organizzazione internazionale hanno regolari relazioni diplomatiche con Taipei e ben più vasta è la rete dei rapporti commerciali e culturali con tutte le nazioni del mondo, compresa la Repubblica popolare Cinese;
c) per rafforzare, visto il reciproco interesse, i legami politici, economici, commerciali, culturali e turistici fra l'Italia e la Repubblica di Cina in Taiwan, potenziando le strutture e il personale dell'ufficio italiano a Taipei, adeguandone il livello a quello degli altri Paesi europei e sviluppando ogni attività utile al raggiungimento dell'obiettivo indicato.
(1-00404)
«Selva, Nania, Cuscunà, Malgieri, Riccio, Savarese, Tringali, Alboni, Morselli, Menia, Armani, Alemanno, Marengo, Benedetti Valentini, Contento, Franz, Armaroli, Rasi, Follini, Baccini, Lucchese, Peretti, Di Luca, Fino».
(7 ottobre 1999)
La Camera,
premesso che:
recenti dichiarazioni dei più alti responsabili politici della Repubblica popolare cinese fanno temere l'eventualità di iniziative militari contro Taiwan con il concreto spiegamento di mezzi offensivi, comprese batterie di missili, lungo la costa meridionale del Paese, tra una sponda e l'altra dello stretto di Taiwan e a breve distanza dal territorio taiwanese;
ogni uso della forza da parte della Repubblica popolare cinese per riprendere il controllo di Taiwan potrebbe innescare una reazione con conseguenze gravissime per la stabilità e la sicurezza dell'intera area e metterebbe in pericolo la pace nel mondo;
impegna il Governo
ad assumere le necessarie iniziative: per favorire e concordare con gli altri Paesi dell'Unione europea una posizione comune, nell'ambito delle Nazioni Unite, allo scopo di impedire ogni impiego della forza da parte della Repubblica popolare cinese e una composizione pacifica della controversia fra i due Paesi; per valutare la possibilità di un'eventuale partecipazione e presenza di Taiwan in organismi internazionali, qualora si verificassero contesti e condizioni ad essa favorevoli; per rafforzare, visto il reciproco interesse, i legami politici, economici, commerciali, culturali e turistici fra l'Italia e Taiwan, potenziando le strutture e il personale dell'ufficio italiano a Taipei, adeguandone il livello a quello degli altri Paesi europei e sviluppando ogni attività utile al raggiungimento dell'obiettivo indicato;
(1-00402)
«Bartolich, Chiamparino, Ruzzante, Campatelli, Duilio, Palma, Niedda, Delbono, Monaco, Turroni, Marongiu, Negri, Sanza».
(6 ottobre 1999)
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La Camera,
considerate le recenti dichiarazioni dei più alti responsabili politici della Repubblica popolare cinese circa l'eventualità di iniziative militari contro la Repubblica di Cina in Taiwan e il concreto spiegamento di mezzi offensivi, comprese batterie di missili, lungo la costa meridionale del Paese, tra una sponda e l'altra dello stretto di Taiwan e a breve distanza dal territorio taiwanese;
considerato che l'antico governo nazionalista cinese non scomparve nel 1949, quando Mao Tze-Tung si impadronì del potere fondando la Repubblica popolare Cinese, ma continuò e continua tuttora a governare su una parte sia pure esigua della Cina (esigua rispetto al tutto, ma non in senso assoluto, trattandosi di 36 mila chilometri quadrati con più di 21 milioni di abitanti);
considerato che la Repubblica di Cina in Taiwan in cinquant'anni ha saputo costruire, sotto il duplice aspetto politico ed economico, un sistema libero e democratico in totale sintonia con le più moderne ed avanzate democrazie (culminato, nel 1996, con la scelta del Capo dello Stato a suffragio universale diretto) diventando, dal punto di vista economico, la tredicesima potenza commerciale del mondo e la seconda, dopo il Giappone, quanto a depositi in valuta pregiata;
considerato che, nel 1971, la Repubblica popolare di Cina venne riconosciuta dalle Nazioni Unite come unica rappresentante del popolo cinese, con la conseguente estromissione della rappresentanza di Taiwan dall'organizzazione internazionale, non aderendo l'Onu alle proposte di mantenere il seggio anche alla Repubblica di Cina in Taiwan, pur in presenza di casi analoghi come quelli dei due Stati tedeschi e dei due Stati coreani o dell'esistenza delle rappresentanze autonome di Bielorussia, Ucraina, Tazakistan, tutte repubbliche all'epoca appartenenti all'Urss;
considerato che, pur tuttavia, anche se priva di rappresentanza all'Onu, la Repubblica di Cina in Taiwan ha sempre sostenuto economicamente, per un valore complessivo di 100 milioni di dollari, numerose iniziative umanitarie e assistenziali a favore dei Paesi del Terzo Mondo e inoltre ha dichiarato che appoggerà le attività di organizzazioni dell'Onu come Unicef, Fao eccetera, non mancando in tutte le occasioni, come la recente guerra nei Balcani e il terremoto in Turchia, di aiutare con adeguati interventi le popolazioni colpite;
considerato che l'esistenza di questa situazione di fatto ha spinto il Presidente taiwanese Lee Teng-hui ad affermare, nello scorso luglio, che i colloqui da tempo in corso fra Repubblica popolare cinese e la Repubblica di Cina in Taiwan debbono essere considerati al livello di entità statali distinte e non, come intende Pechino, fra la Repubblica popolare e una sua «provincia ribelle»;
considerato che una tale presa di posizione non modifica la politica fin qui seguita da Taiwan tendente ad una soluzione pacifica della controversia e, ricorrendone le condizioni, a una futura riunificazione;
considerato che ogni uso della forza da parte della Repubblica popolare cinese per riprendere il controllo di Taiwan potrebbe innescare una reazione con conseguenze gravissime per la stabilità e la sicurezza dell'intera area e metterebbe in pericolo la pace nel mondo;
impegna il Governo
ad assumere le necessarie iniziative:
a) per favorire e concordare con gli altri Paesi dell'Unione europea una posizione comune, nell'ambito delle Nazioni Unite, allo scopo di impedire ogni impiego della forza da parte della Repubblica popolare cinese e una composizione pacifica della controversia fra i due Paesi;
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b) per sostenere il riconoscimento dei legittimi diritti della Repubblica di Cina in Taiwan alla quale non può essere ulteriormente negata la rappresentanza presso l'Onu. Almeno trenta Paesi aderenti all'organizzazione internazionale hanno regolari relazioni diplomatiche con Taipei e ben più vasta è la rete dei rapporti commerciali e culturali con tutte le nazioni del mondo, compresa la Repubblica popolare Cinese;
c) per rafforzare, visto il reciproco interesse, i legami politici, economici, commerciali, culturali e turistici fra l'Italia e la Repubblica di Cina in Taiwan, potenziando le strutture e il personale dell'ufficio italiano a Taipei, adeguandone il livello a quello degli altri Paesi europei e sviluppando ogni attività utile al raggiungimento dell'obiettivo indicato.
(1-00405)
«Martino, Marras, Vitali, Lavagnini, Misuraca, Amato, Collavini, De Ghislanzoni Cardoli, Scaltritti, Scarpa Bonazza Buora, Sestini, Masiero, Rivolta, Niccolini, Stagno d'Alcontres, Conte, Paroli, Mammola, Armosino, Tortoli, Frau, Giuliano, Gazzilli, Taborelli, Viale, Calzavara».
(7 ottobre 1999)