Allegato A
Seduta n. 655 del 20/1/2000


Pag. 17


(Sezione 9 - Incentivi economici per il personale docente del comparto scuola)

I)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della pubblica istruzione, per sapere - premesso che:
in data 26 maggio 1999 ed in data 3 agosto 1999 le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno sottoscritto il contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al quadriennio normativo 1998-2001 ed al biennio 1998-1999 del comparto «scuola» nonché il contratto collettivo nazionale integrativo;
l'articolo 29 del contratto collettivo nazionale di lavoro e l'articolo 38 del contratto collettivo nazionale integrativo prevedono un trattamento economico accessorio, connesso allo sviluppo della professione docente, per i docenti con contratto a tempo indeterminato con almeno 10 anni di effettivo servizio di insegnamento dalla nomina in ruolo e per gli educatori dei convitti e degli educandati in possesso del medesimo requisito di servizio;
le risorse stanziate dal Ccnl prevedono di assegnare un trattamento economico accessorio, corrispondente ad una maggiorazione pari a lire 6.000.000 annui lordi, a 150.000 docenti, che rappresentano una percentuale pari al solo 20 per cento complessivo degli insegnanti con contratto a tempo indeterminato in servizio in ciascuna provincia al 31 dicembre 1999;
il comma 5 del citato articolo 38 del Ccnl prescrive che la maggiorazione retributiva in questione è assegnata ai docenti che, nel limite del 20 per cento, abbiano superato una «procedura concorsuale selettiva», la cui indizione era prevista entro il 15 novembre 1999 attraverso l'emanazione di una ordinanza ministeriale;
il comma 7, sempre del citato articolo 38, delega ancora al Ministro della pubblica istruzione la predisposizione della griglia strutturata riguardante gli elementi di giudizio per la valutazione;
il Ministro della pubblica istruzione ha indetto il concorso con notevole ritardo, rispetto ai tempi previsti dal contratto, e non con un'ordinanza ministeriale, così come avviene per tutti i concorsi, bensì con il decreto ministeriale n. 319 del 1999, con il quale stranamente ha delegato un dirigente all'adozione di tutti i provvedimenti connessi all'attuazione dell'articolo 38 del Ccnl;
il provvedimento non è stato neppure sottoposto al vaglio della Corte dei conti, giacché lo stesso è stato definito dal ministero della pubblica istruzione «procedura finalizzata all'assegnazione del trattamento economico necessario» e non, quindi, concorso;
la stessa procedura concorsuale prevista nel Ccnl e nel Ccni, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Snals, appare agli interpellanti incostituzionale, sbagliata, iniqua e controproducente;
la presenza, infatti, di elementi discriminatori nei criteri di selezione previsti dal concorso indetto dal dicastero della pubblica istruzione, provocherà un trattamento, che, come giustamente ha fatto notare Vincenzo Caianello, presidente emerito della Corte costituzionale, potrebbe entrare in contrasto con l'articolo 3 della Carta costituzionale;
la mancanza di un criterio nazionale uguale per tutti certamente non individuerà i docenti «migliori», lasciando, peraltro, fuori numerosi e validi insegnanti di ruolo che non potranno rientrare nella fetta del 20 per cento prevista dal contratto;
il mega concorso dovrebbe avere, secondo una prima stima effettuata dal ministero della pubblica istruzione, circa 530 mila potenziali candidati, ma solo 150 mila di questi, cioè quasi 1 su 3, saranno soddisfatti, mentre l'immagine professionale del restante 80 per cento, pur se meritevole,


Pag. 18

verrà «distrutta» sia nell'ambito della singola istituzione scolastica sia in quello della singola provincia;
qualsiasi prova concorsuale dovrebbe essere finalizzata ad individuare professionalità più elevate per svolgere funzioni più complesse, mentre la prova concorsuale in argomento manterrà lo status di docente di ruolo già in possesso prima della partecipazione al concorso in questione, senza alcuna prospettiva di carriera;
gli interpellanti hanno sempre evidenziato che l'attuazione delle innovazioni in materia di istruzione può avvenire solo privilegiando il merito, la qualità, la preparazione individuale e l'impegno della classe docente; proprio per questo ritengono impensabile che, per tentare di sanare la piaga che vede la classe docente italiana priva di un adeguato riconoscimento economico, possa essere varato un concorso che rischia di premiare non la competenza e la vera professionalità, ma chi, in questi anni, sotto le direttive delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, ha finito di aggiornarsi su argomenti vari, ovviando, persino, al suo doveroso ruolo di insegnante;
il vanto dei sindacalisti sottoscrittori del Ccnl e del Ccni, secondo i quali questo concorso sarebbe «l'istituto più innovativo ed atteso del contratto stesso», appare demagogico e strumentale se si pensa, peraltro, che il compenso accessorio in questione non rientra nel computo della 13a mensilità e non viene percepito in caso di malattia, né vi è certezza che il finanziamento di questo istituto perduri nel successivo contratto;
le stesse organizzazioni sindacali firmatarie hanno, peraltro, già dato inizio al loro business, organizzando corsi, dispense e quant'altro, a pagamento, per il superamento dell'«esame di ammissione ai 6 milioni» (profitto potenziale dell'operazione: 106 miliardi);
se tutti i potenziali candidati dovessero legittimamente presentarsi al concorso, verrebbe richiesto al ministero della pubblica istruzione un notevole sforzo organizzativo per la costituzione delle circa 1.500 commissioni necessarie, il reclutamento e la nomina di 62 mila commissari e 1.500 presidenti, con un dispendio economico che supererebbe la spesa prevista per l'aumento dello stipendio al 20 per cento dei docenti;
peraltro, come denuncia la presidente dell'Associazione docenti italiani, professoressa Alessandra Cenerini, «per un professionista da 10 anni in cattedra, il dover tenere una lezioncina sui Promessi Sposi o sul secondo principio della dinamica davanti ad una giuria di colleghi che ne sanno meno di lui (o di lei), ha tutto il sapore dell'umiliazione»;
le conseguenze di quanto sta per abbattersi con questo ulteriore «concorso- beffa» sulla scuola italiana, anche se intuibili, non sono neppure misurabili -:
se non ritengano necessario ed urgente eliminare il tetto del 20 per cento per dare a tutti la possibilità di ottenere un'adeguata maggiorazione del trattamento economico connesso allo sviluppo della professione docente;
se non ritengano di dover modificare la procedura concorsuale in maniera da garantire criteri uguali per tutti;
se non ritengano, in ultima analisi, di abolire il concorso indetto e trovare altre forme di incentivazione tendenti a motivare i docenti ed a riconoscerne la professionalità.
(2-02164)
«Napoli, Selva, Fini, Mantovano, Butti, Landolfi, Malgieri, Storace, Armaroli, Aloi, Carlo Pace, Giovanni Pace, Antonino Carrara, Cuscunà, Gnaga, Rasi, Alemanno, Colucci, Marengo, Pampo, Polizzi, Tringali, Armani, Bono, Alberto Giorgetti, Messa, Benedetti Valentini, Gasparri, Nania, Antonio Pepe, Foti».
(17 gennaio 2000)


Pag. 19

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere - premesso che:
i decreti ministeriali nn. 316, 317, 318 e 319 del 23 dicembre 1999 e i decreti del direttore generale del personale, prot. D1/7229 e prot. D1/7230 del 23 dicembre 1999, in base all'articolo 29 del contratto collettivo nazionale di lavoro del 26 maggio 1999 e all'articolo 38 del contratto collettivo nazionale integrativo del comparto scuola del 31 agosto 1999, istituiscono un incentivo economico per gli insegnanti meritevoli con più di 10 anni di servizio, valutabile nell'ordine di 6 milioni di lire lorde annue, e disciplinano i termini e le modalità di ammissione delle domande, ma lasciano totalmente indisciplinati i criteri ed i contenuti delle prove -:
se non sia opportuno revocare i decreti summenzionati ai fini dell'erogazione degli incentivi e procedere all'assegnazione dei medesimi emolumenti su dichiarazione o certificazione dei dirigenti scolastici competenti per le varie direzioni, che attestino gli effettivi meriti di servizio del personale docente, senza dar vita ad una procedura di selezione concorsuale che è oltremodo offensiva della libertà e della dignità degli insegnanti.
(2-02172)«Boccia, Mario Pepe».
(18 gennaio 2000)