Allegato A
Seduta n. 655 del 20/1/2000


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(Sezione 8 - Rinegoziazione dei tassi d'interesse per i finanziamenti agevolati concessi dagli enti locali)

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per sapere - premesso che:
a partire degli anni ottanta, per far fronte alle esigenze ed alle domande di numerosi cittadini che volevano coronare il sogno di acquistare la casa in cui vivere, le regioni hanno concesso finanziamenti agevolati per la prima abitazione, hanno cioè deliberato di accollarsi parte dei tassi di interesse richiesti dalle banche per i mutui;
nel 1992, con il tasso unico di sconto (Tus) fissato da Bankitalia al 15 per cento, i mutui fondiari venivano erogati fino ad un tasso del 20 per cento. Fino al 18 febbraio 1994, quando Bankitalia deliberò di portare il Tus al 7,50 per cento, le banche concedevano mutui a tassi non inferiori al 14-15 per cento. Gli enti locali, sia per favorire le esigenze dei cittadini che per far ripartire la domanda nell'edilizia, bloccata anche per questioni congiunturali, si accollarono fino al 50 per cento degli interessi sui finanziamenti finalizzati all'acquisto della prima abitazione;
l'ingresso dell'Italia nell'Euro ha fortunatamente accentuato un'inversione di tendenza: i mutui fondiari vengono erogati oggi (anche con i rialzi dell'agosto 1999), a tassi del 6,5-7,5 per cento, in media circa la metà dell'anno 1994;
i cittadini che hanno fatto ricorso ai mutui «agevolati», continuano a pagare tassi del 15 ed anche 20 per cento su base annua, incompatibili con la legge n. 108/1996 e con qualsivoglia legge di mercato, con gravissimo danno sia per le finanze pubbliche che per quegli utenti ai quali è precluso di rinegoziare, perché la rinegoziazione stessa spetta al ministero del tesoro ed alle regioni;
da una stima di Adusbef dedotta da bollettini di Bankitalia, la consistenza dei cosiddetti finanziamenti «agevolati» su base nazionale, potrebbe essere di 5.000 miliardi di lire, erogati a saggi medi del 15 per cento, con un monte interesse pari a 750 miliardi annui: tesoro ed enti locali, per la quota loro spettante, starebbero perciò sottraendo circa 375 miliardi l'anno di monte interesse all'erario -:
quali iniziative intendano attivare per rendere effettiva ed immediata la rinegoziazione con il sistema bancario e con le singole banche, per evitare di sottrarre ingenti risorse pubbliche che potrebbero, altrimenti, essere utilizzate anche per la creazione di posti di lavoro, soprattutto nel Meridione, oltre che per ridurre la parte degli interessi a carico delle famiglie.
(2-02173)
«Alveti, Acciarini, Altea, Attili, Basso, Benvenuto, Bielli, Biricotti, Brunetti, Eduardo Bruno, Buglio, Cappella, Carboni, Cesetti, Chiamparino, De Piccoli, Debiasio Calimani, Dedoni, Di Stasi, Duca, Faggiano, Gaetani, Gasperoni, Giardiello, Mastroluca, Michelangeli, Ortolano, Palma, Parrelli, Pistone, Rebecchi, Saia, Sciacca, Strambi, Vignali».
(18 gennaio 2000)