Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 652 del 17/1/2000
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Discussione del disegno di legge: S. 3383 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti del Messico, con annesso, fatto a Città del Messico il 19 settembre 1997 (articolo 79, comma 15, del regolamento) (approvato dal Senato) (5449) (ore 15,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti del Messico, con annesso, fatto a Città del Messico il 19 settembre 1997, che la III Commissione (Affari esteri) ha approvato ai sensi dell'articolo 79, comma 15, del regolamento.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5449)

PRESIDENTE Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Pezzoni.

MARCO PEZZONI, Relatore. Onorevoli colleghi, ci troviamo dinanzi ad un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Messico e l'Italia, già approvato dal Senato. Dobbiamo quindi approvare in via definitiva questo disegno di legge; poiché esso riveste carattere di urgenza invito i colleghi ad approvarlo rapidamente.
Ciò detto, ricordo che tra l'Italia e gli Stati Uniti del Messico esiste già un vecchio accordo culturale dell'8 ottobre 1965 che affrontava i rapporti di cooperazione scientifica e tecnologica in termini molto generici. Più recentemente, nel 1991, tra i due paesi è stato firmato un accordo generale di cooperazione, successivamente ratificato, inteso a promuovere, da un lato, la cooperazione industriale e tecnologica e, dall'altro, la cooperazione tecnica e scientifica.
Oggi invece abbiamo bisogno di uno strumento più puntuale che peraltro comporta un onere finanziario per lo Stato italiano. Si tratta infatti di realizzare annualmente progetti di cooperazione scientifica e tecnologica con un paese, il Messico, che si avvia sempre di più a diventare uno tra i primi 10 o 12 paesi più importanti del mondo per quanto riguarda l'apertura di mercati. Ecco perché ritengo sia importante, accanto alla internazionalizzazione dei mercati, alla globalizzazione dei rapporti economici che hanno registrato a Seattle, per così dire, una battuta d'arresto soprattutto per la preoccupazione dei paesi del sud del mondo, e in assenza di regole internazionali per quanto riguarda la regolamentazione degli interscambi economici, commerciali e soprattutto finanziari, che la civiltà delle garanzie giuridiche e la regolazione procedano intanto in termini bilaterali.
Con il Messico abbiamo un rapporto storico, politico e culturale molto intenso. Ricordo che il Messico è una grande nazione che, in questi mesi, si avvia a raggiungere la soglia dei 100 milioni di abitanti, e che ha stipulato con il Canada e gli Stati Uniti un accordo commerciale ed economico molto forte, che si chiama NAFTA. In Messico tutte le componenti politiche, ossia non soltanto quelle di Governo ma anche, se non soprattutto, quelle di opposizione, di centrosinistra, intravedono la necessità di avere rapporti


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economici, culturali e politici sempre più intensi con un altro soggetto mondiale: l'Unione europea.
È molto importante che in questo processo di globalizzazione l'Unione europea sia sempre di più un punto di riferimento non solo per le aree geografiche ed economiche vicine ma anche per quelle lontane, penso al sud-est asiatico, a paesi come quelli del «cono» sud dell'Africa, ma anche a paesi dell'America latina e del centro America.
Dunque il Messico è un paese chiave, un paese importante ed è giusto rafforzare i rapporti di cooperazione scientifica e tecnologica inserendo in un annesso - come è previsto - garanzie precise per la proprietà intellettuale. Sappiamo che negli accordi scientifici e tecnologici si mettono in campo programmi comuni e congiunti nell'ambito dei quali si vedono scienziati, tecnici e tecnologi ricercare insieme e talvolta realizzare scoperte ed innovazioni importanti; è bene quindi che con questo accordo e con il relativo annesso si garantisca che vi sia una proprietà intellettuale comune qualora il frutto della ricerca sia oggetto di un progetto e di un programma comuni, e vi sia invece la salvaguardia di progetti nazionali (in questo caso italiani o messicani), nel momento in cui tali ricerche e tali risultati vengano fatte e ottenuti distintamente, ossia dai singoli ricercatori, scienziati e tecnologi dei due paesi. È giusto - come dicevo - capire che, in questa globalizzazione e nello stallo che si è verificato dalla conferenza di Seattle, gli strumenti bilaterali sono importanti.
Per motivi economici il Messico rappresenta attualmente il dodicesimo mercato della gerarchia mondiale, anche perché vi è un interscambio crescente non solo con l'Unione europea, ma anche con l'Italia: dal 1993, anno in cui l'Italia vi esportava per 1.212 miliardi all'anno, siamo passati al 1997 (anno cui risalgono gli ultimi dati disponibili) con 1.913 miliardi di export italiano, registrando un aumento del 49 per cento. È cresciuta anche la capacità del Messico di esportare in Italia, che rappresenta un mercato sempre più interessante per il Messico, che è passato dai 185 miliardi del 1993 ai 506 miliardi del 1997 (più 33 per cento). Nel 1997 vi è un saldo sempre abbondantemente positivo per l'Italia (più 1.407 miliardi), ma sappiamo che tendenzialmente questi rapporti di import-export si uguaglieranno. È però importante che si eguaglino in crescita per quanto riguarda sia l'Italia sia il Messico. Vi sono, dunque, motivi di mercato bilaterali per l'Italia e per il Messico, motivi politici tra Messico e Unione europea e motivi culturali nella storia dei due paesi. Essi rappresentano garanzie per obiettivi di ricerca e cooperazione scientifica e tecnologica ai quali è possibile associare anche altri paesi. Mi sembra evidente che il Messico, che assumerà sempre di più un ruolo di leadership nell'area del centro America, potrà prevedere che altri paesi possano cooperare con l'Italia e, in futuro, con altri paesi europei.
Sono individuati anche alcuni settori prioritari, perché è giusto che un aggiornamento di questo accordo di cooperazione scientifica e tecnologica consideri anche gli interessi comuni della ricerca scientifica e tecnologica che vede in prima frontiera i due paesi. Si tratta ovviamente delle scienze di base, delle biotecnologie, dei nuovi materiali, della scienza della terra, del mare, dello sviluppo tecnologico e dell'energia, delle telecomunicazioni, della microelettronica e dell'informatica. Si attribuisce particolare interesse anche ad elementi fondamentali nella biosfera come l'acqua, l'ambiente, le risorse naturali, l'ecologia e la sismologia. Particolare attenzione è dedicata a temi sociali o socioambientali e socioeconomici come la qualità e lo sviluppo dell'agricoltura e della sanità e il rafforzamento dei legami tra università e mondo imprenditoriale. Viene inoltre istituita una commissione mista di durata triennale e si prevede che l'accordo duri per cinque anni sempre rinnovabili.
Auspico, dunque, un voto favorevole su questo disegno di legge ed evidenzio - pongo la questione al Governo - che nell'articolo 3 sono previsti oneri finanziari


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a partire dall'anno 1999. Il Comitato permanente per i pareri della Commissione ha giustamente fatto rilevare che, trovandoci ormai all'inizio dell'anno 2000, resta inteso che gli oneri relativi all'anno 1999 slittino agli anni 2000 e successivi e che, quindi, il triennio non debba essere più concepito come 1999-2001, ma come 2000, 2001 e 2002. Consideri il Governo se sia sufficiente questo tipo di interpretazione del Comitato permanente per i pareri della Commissione o se, invece, trattandosi di un disegno di legge, con un apposito, piccolo emendamento all'articolo 3 occorra far slittare i relativi finanziamenti dal 1999 al 2000.
Ritengo importante, infine, che crescano i rapporti bilaterali con il Messico sul terreno scientifico e tecnologico. In realtà, sono decine le nazioni con cui abbiamo rapporti di questo tipo: penso anche ai paesi asiatici ed africani, alla Cina ed all'India. Dunque, la questione dei diritti umani - che è un problema aperto nella Commissione esteri - e della loro salvaguardia non può essere fatta pesare su provvedimenti di questo tipo.
Sappiamo bene che nel Messico è aperta una delicata questione relativa ai diritti umani e degli indigeni, così come sappiamo bene che sono ancora aperti la ferita ed il problema del Chiapas e che esiste una questione di garanzia dei diritti umani, soprattutto tra le popolazioni più deboli e tra i circa 10 milioni d'indigeni che vivono in Messico. È però altrettanto vero che questo tema viene affrontato in modo centrale ed appropriato in un altro provvedimento all'esame della Commissione esteri della Camera, che è quello di associazione e di partenariato tra l'Unione europea ed il Messico. Quella è la sede vera in cui affronteremo tutte le questioni richiamate.
Anticipo però al Governo una considerazione: è sbagliato che nel nuovo millennio la questione dei diritti umani sia ancora integralmente delegata ai soli Governi, quale elemento unico di garanzia degli accordi e dei trattati internazionali. In merito alla delicata questione dei diritti umani, non potendo noi ovviamente cambiare i trattati internazionali, chiedo al Governo, a partire dal problema del Messico, di prevedere la necessità di inserire garanzie internazionali maggiori, quelle garanzie che solo i Parlamenti in quanto istituzioni pluralistiche possono meglio assicurare. Penso cioè che in futuro in questo tipo di trattati di associazione a livello internazionale dovremo prevedere come garanti non solo i Governi (in questo caso quello messicano ed i 15 Governi europei; basta che uno non sia d'accordo e tutto resta bloccato), affiancando loro, con un potere analogo di sanzione e di intervento politico, i Parlamenti, in questo caso il Parlamento europeo (non i 15 Parlamenti nazionali) e quello messicano. Poiché nei Parlamenti siedono una pluralità di forze politiche, riteniamo che il Parlamento messicano e quello europeo, insieme, possano non sostituire ma affiancare i Governi, con un potere maggiore di garanzia istituzionale, al fine di giudicare se i diritti umani siano o non siano sufficientemente promossi o rispettati in certe aree del mondo.
Con la proposta di questa innovazione, che anticipo, chiedo di avere, in merito al provvedimento specifico al nostro esame, il consenso della Camera.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pezzoni, ma lei aveva un quarto d'ora di tempo per tutti i provvedimenti di ratifica.

MARCO PEZZONI, Relatore. Ho già finito, allora.

PRESIDENTE. Sì, anche per gli altri.

MARCO PEZZONI, Relatore. No, solo per quello in esame.

PRESIDENTE. No, onorevole Pezzoni, lei ha un quarto d'ora di tempo in tutto.

MARCO PEZZONI, Relatore. Va bene, non c'è problema.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.


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UMBERTO RANIERI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo si ritrova pienamente nelle considerazioni esposte dal relatore.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Niccolini. Ne ha facoltà.

GUALBERTO NICCOLINI. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia è favorevole all'approvazione del provvedimento in discussione, come già preannunciato in Commissione.
Il relatore, peraltro, ha ricordato l'altro provvedimento, in corso d'esame, riguardante l'Unione europea, a cui il mio gruppo è favorevole, così come lo è tanto più a tutte le altre misure aventi ad oggetto accordi con il Messico. Riteniamo infatti che quanto più l'avvicinamento è globale, tanto più può portare a soluzione anche i problemi che il relatore citava poc'anzi. A tale proposito mi richiamo a titolo di esempio ad altri paesi, ossia ai rapporti dell'Italia con la Slovenia e la Croazia. Vorrei ricordare che, a chi faceva presente che in quei paesi alcuni diritti non sono ancora tutelati, l'allora sottosegretario agli affari esteri ed attuale ministro Fassino, disse: più accordi concludiamo, più li costringeremo ad avvicinarsi agli standard europei in materia di diritti. Ebbene, se questa tesi vale nei rapporti interni all'Europa, credo possa valere anche nei rapporti tra Europa e Messico.
Quindi, in questa ottica, guardiamo con favore anche agli altri provvedimenti che prevedono qualsiasi tipo di integrazione fra quel paese e l'Unione europea, e quindi anche l'Italia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. Anche il gruppo della Lega forza nord per l'indipendenza della Padania raccomanda al Governo una maggiore attenzione a quei diritti umani che purtroppo anche in questo grande e importante paese vengono disattesi. Ricordo anche con piacere che il Messico ha parecchie comunità nazionali venete, tra cui quella del paese di Chipilo, dove si parla ancora una perfetta lingua veneta, corrotta dallo spagnolo anziché dall'italiano, e che sta servendo a noi anche per un recupero dell'identità e delle nostre preziosità linguistiche venete.

MARIO TASSONE. È l'indipendenza della Padania?

FABIO CALZAVARA. Il Veneto è confederato nella Padania, se ancora non l'hai capito...

MARIO TASSONE. Sono qui per imparare.

FABIO CALZAVARA. I diritti umani vengono disattesi soprattutto in quegli Stati del sud dove il latifondo la fa ancora da padrone; poco fa è stato citato il caso del Chiapas, ma anche in altri Stati. Crediamo quindi sia opportuno che il Governo si ricordi costantemente di questo problema.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. La mia non era una battuta al collega Calzavara, ma una curiosità per conoscere, in quanto aveva avviato un discorso estremamente interessante sul piano culturale.
Signor Presidente, onorevole sottosegretario competente per materia, ritengo che questo sia un accordo molto importante. L'Italia in passato non ha avuto molti interscambi con il Messico. Certo, negli ultimi anni il volume degli scambi è aumentato, ma rimane sempre al di sotto del livello di quello con i paesi del Mercosur. Ritengo che ci sia una qualche differenza e che l'interscambio sia ancora molto precario.
Con questo accordo si avvia una cooperazione scientifica e tecnologica attraverso anche uno scambio di carattere culturale. Questa esigenza è stata avvertita da molti di noi. Ricordo l'impegno dell'onorevole


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Buttiglione in una serie di attività e di iniziative a Città del Messico proprio in questa direzione.
Ritengo che per i temi trattati sia importante richiamarsi anche agli appuntamenti a livello internazionale per quanto riguarda le tecnologie, l'ambiente, la qualità della vita, il clima. Mi riferisco alle conferenze di Rio de Janeiro e di Kyoto, che a mio avviso costituiscono riferimenti dei quali sia il nostro sia quel grande paese dovrebbero fare tesoro.
Non c'è dubbio che nel momento in cui parliamo di governo del mondo, di globalizzazione, questi accordi non devono rimanere un fatto isolato, ma devono essere raccordati, integrati ad una filosofia e ad una politica molto più ampia. Ecco perché ritengo che sia importante il richiamo al sudest asiatico e all'Unione europea, mentre altre iniziative di cooperazione non hanno dato risposte in termini positivi, così come si pensava all'inizio. Mi riferisco al NAFTA, che non ha dato grandi spinte, che vive una condizione estremamente difficile e precaria; mi dispiace dover sottolineare questi aspetti al bravo relatore.
Sicuramente questo è un accordo importante e le materie contenute sia nell'articolo 2 sia nell'articolo 3 danno l'esatta dimensione, lo spessore dell'impegno da esso previsto.
Mentre approviamo e autorizziamo la ratifica di tali accordi, perdiamo però di vista il senso degli accordi stessi e, soprattutto, non abbiamo contezza della fase attuativa. È vero, signor Presidente, signor sottosegretario, che nell'articolo 10 è prevista l'istituzione di una commissione mista di cooperazione scientifica e tecnologica, in prosieguo denominata «la commissione» ma sarebbe opportuno che il Parlamento avesse poi contezza dell'attività svolta da tale organo e dei problemi esistenti. Ricordo che si parla del Messico, una realtà molto importante e significativa.
Signor Presidente, le chiedo soltanto 30 secondi della sua cortesia. Certo, vi è la questione dei diritti internazionali e dei diritti umani, ma il problema del Messico non è solo il Chiapas, ve ne sono altri, quali la questione delle elezioni e l'impegno per l'IFE, l'istituto federale elettorale, che il Governo prima aveva enfatizzato e del quale oggi sta cercando di sminuire l'importanza ed il significato.
Faccio tali richiami con grande umiltà e prudenza al sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Umberto Ranieri, presente in rappresentanza del Ministero, perché si tratta di temi che riguardano anche questo accordo; infatti, senza alcuna sicurezza, senza la certezza dei diritti civili e del buon prosieguo dell'attività politica ed elettorale, anche l'impegno di cooperazione tra l'Italia e il Messico verrebbe vanificato e relativizzato.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

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