Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 499 dell'8/3/1999
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(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Rivera.

GIOVANNI RIVERA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, ormai da alcuni anni la difesa sta portando avanti con determinazione ed incisività


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una profonda trasformazione del proprio strumento operativo, per renderlo meglio rispondente alle nuove sfide ed alle esigenze di sicurezza, in coerenza con il ruolo che nel tempo l'Italia ha assunto nel contesto internazionale.
È una trasformazione particolarmente significativa, nel momento in cui le istituzioni della sicurezza euro-atlantica, di cui l'Italia fa parte, vanno riconfingurando la loro funzione e struttura e va emergendo una più concreta dimensione di sicurezza e difesa europea.
In questo contesto, il modello di difesa cui si è lavorato negli ultimi anni è stato indirizzato verso uno strumento operativo ridimensionato nella quantità, ma di più elevata prontezza di risposta, maggiormente capace di operare anche al di fuori del territorio nazionale per missioni a supporto della stabilità e della pace nel mondo. Tale modello, nella sua attuale definizione, configura uno strumento misto, cioè composto da personale volontario e di leva, con una sostanziale tendenza all'incremento della componente volontaria.
Peraltro è convinzione del Ministero della difesa che, nel quadro di recenti mutamenti internazionali, i tempi siano maturi per avviare anche in Italia una trasformazione del nostro strumento militare da un sistema misto ad uno interamente professionale-volontario.
La scelta è primariamente basata su motivazioni di tipo operativo e strategico: oggi la capacità operativa è innanzitutto mobilità, rapidità di risposta, professionalità, qualità del fattore umano, dell'addestramento e degli equipaggiamenti.
Tuttavia, è anche noto come i principali dati tendenziali relativi al fenomeno leva prospettino una difficile attuabilità nel medio termine dell'attuale sistema misto. Ci si riferisce, in particolare, alle dinamiche demografiche, al progressivo aumento della percentuale di obiettori di coscienza ed ai vincoli di impiego connessi alla regionalizzazione del servizio di leva, che rendono estremamente problematico nel medio termine poter disporre della leva per esigenze operative.
Vi è inoltre un terzo elemento di carattere equitativo: il servizio obbligatorio rappresenta un'imposta sui giovani prelevata in natura, che oggi diviene un elemento che può acuire un potenziale conflitto intergenerazionale.
Di questo orientamento stanno prendendo coscienza anche il paese, le forze politiche e il Parlamento e pertanto la difesa ha sviluppato un progetto in tal senso, tenendo conto della primaria esigenza di un processo di transizione realistico nei tempi e nei modi, salvaguardando al contempo l'operatività e l'efficienza dello strumento operativo durante la transizione.
Tale progetto ha portato alla stesura di uno schema di disegno di legge che è all'esame della Presidenza del Consiglio per il successivo percorso parlamentare. Il provvedimento, ovviamente, definisce fra l'altro tempi e modalità dell'intero processo di trasformazione del servizio militare da obbligatorio a volontario, nonché le modalità della transizione per garantire comunque, come già detto, l'efficienza delle Forze armate e la loro operatività.
Per quanto riguarda gli impegni finanziari necessari per sostenere un progetto di riforma di tale importanza e dimensione, il ministro della difesa ha già riferito sui costi di una funzione primaria qual è la sicurezza, proprio al fine di individuare gli oneri e le opportune coperture finanziarie. Il 3 febbraio scorso, infatti, ha riferito in Commissione difesa della Camera sulla riforma del servizio militare fornendo indicazioni su tali elementi.
Pertanto il Governo sta già operando nel senso richiesto con le mozioni presentate sull'argomento per realizzare in tempi ragionevolmente brevi una completa revisione e ristrutturazione dell'apparato militare, in aderenza alle moderne concezioni funzionali di difesa adottate dalla maggioranza dei paesi alleati europei. In questo quadro le richieste di relazioni avanzate dai colleghi parlamentari potranno essere soddisfatte con la presentazione del progetto del Governo sulla riforma del servizio militare.


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Per quello che ha riferimento con il servizio civile, la problematica è particolarmente complessa per il suo impatto sul piano sociale e per le implicazioni di carattere politico e tecnico che ne derivano. Essa richiede pertanto un attento approfondimento da parte del Governo; approfondimento che comporterà tempi necessariamente non brevi, dell'ordine di alcuni mesi.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

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