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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Cominciamo con le interrogazioni Gagliardi n. 3-01948 e Repetto n. 3-03399 (vedi l'allegato A - Interrogazioni sezione 1).
ROBERTO PINZA, Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica. Signor Presidente, la decisione dell'AGIP petroli di procedere alla fusione per incorporazione dell'IP appare coerente con gli obiettivi volti verso una maggiore efficienza dell'attività del settore e rientra nel più ampio processo di riorganizzazione downstream dell'ENI.
PRESIDENTE. L'onorevole Gagliardi ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-01948.
ALBERTO GAGLIARDI. Signor Presidente, sono completamente insoddisfatto della risposta che mi è stata fornita: il sottosegretario Pinza è venuto qui a raccontarci, purtroppo, una balla grossa come una casa, quella della sede dell'IP a Genova, che è grande ed in via di svuotamento.
ed è arrivata al livello di alcune aree meridionali. Per questi motivi, il trasferimento senza ragioni della IP rappresenta per Genova un colpo mortale, perché fa seguito a una serie di trasferimenti, chiusure e cessioni che elencherò.
PRESIDENTE. Onorevole Gagliardi, deve concludere.
ALBERTO GAGLIARDI. Il tempo è limitato?
PRESIDENTE. Sì, e il tempo è implacabile!
ALBERTO GAGLIARDI. Non lo sapevo! Quant'è il tempo a disposizione degli interroganti?
PRESIDENTE. Cinque minuti. In ogni caso concluda pure il concetto che stava illustrando, onorevole Gagliardi.
ALBERTO GAGLIARDI. Mi limiterò allora ad indicare brevemente i motivi per cui chiediamo con forza ancora una volta, nel tempo del federalismo, del decentramento, del «bla bla bla» - peccato che non siano presenti i rappresentanti della lega, che su questi aspetti non fanno battaglie -, il trasferimento - una tantum - del nuovo soggetto AGIP petroli, che è un marchio perdente. L'AGIP petroli perdeva
e perde; IP-Italiana Petroli guadagnava e quindi è un marchio vincente! Anche dal punto di vista economico-commerciale, in genere, il marchio vincente assorbe quello perdente.
PRESIDENTE. Onorevole Gagliardi!
ALBERTO GAGLIARDI. Sto finendo.
PRESIDENTE. Onorevole Gagliardi, la ringrazio. Ha fatto un elenco molto lungo, purtroppo - aggiungo -; bisogna rispettare i tempi! Lo dico rivolgendomi anche ai colleghi che dovranno ancora intervenire.
Queste due interrogazioni, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
Constato l'assenza dell'onorevole Repetto: si intende che abbia rinunziato alla sua interrogazione.
Il sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica, onorevole Pinza, ha facoltà di rispondere.
La razionalizzazione e la riorganizzazione del settore della raffinazione e distribuzione logistica dei prodotti petroliferi - peraltro già in atto da tempo - ha lo scopo di far fronte alla elevata competitività presente in tale campo a livello europeo, la quale richiede un continuo recupero di efficienza della propria attività.
La fusione, approvata dalle assemblee delle due società nel giugno del 1998, consentirà una progressiva integrazione dell'attività delle due società e determinerà una consistente riduzione dei costi.
Il progetto prevede il mantenimento dei due marchi e la costituzione in Genova di un polo direzionale composto da una divisione logistica per l'intero settore - operativa già dallo scorso anno -, una divisione commerciale per le attività relative al marchio IP, completamente autonoma per quanto riguarda la gestione operativa del proprio marketing, poli di servizio per le unità divisionali di Genova, nonché poli di eccellenza per l'intera struttura aziendale.
Tale fusione mira al raggiungimento di un assetto finale in grado di salvaguardare una gestione operativa autonoma, rispettando connotazioni, peculiarità ed autonomia di approccio al mercato dell'IP.
Il progetto aziendale di incorporazione, operativo dal 1 gennaio 1999, non prevede sostanziali ricadute occupazionali su Genova ed il più ampio processo di razionalizzazione non penalizzerà la città rispetto alle ricadute dell'intero settore.
Gli organi sociali dell'AGIP petroli hanno stabilito di assegnare alle attività svolte dagli uffici direzionali di Genova e, in particolare, da quelli commerciali, autonomia gestionale di esercizio ed ampi poteri di delega.
I manager dell'ENI ed i manager dell'AGIP petroli sono ben lungi dal concretizzare e attuare quanto il sottosegretario Pinza ha affermato in questa sede.
La logistica non è stata assolutamente trasferita a Genova. Il presidente dell'AGIP petroli ha recentemente detto che con i moderni mezzi telematici la logistica via mare deve continuare ad essere gestita da Roma: mi sembra, però, che una delle caratteristiche di Genova sia quella di essere una città marittima. A Genova stanno portando via tutto e mi permetterò di elencare in seguito quanto di negativo sta facendo il ministro del tesoro nei confronti di quella città: comunque, hanno lasciato ancora il mare.
Sembra che i manager romani - «mo' vedemo, mo' famo, mo' pensamo» - non abbiano alcun interesse a trasferire a Genova 500 miliardi di noli trattati con la logistica via mare, mentre hanno l'intenzione di trasferire tutto quanto riguardi l'IP a Roma.
Abbiamo proposto, in più occasioni, di trasferire il soggetto nato dalla fusione IP-AGIP petroli a Genova perché - forse la cosa non è nota dato che Genova non fa più notizia, faccio più notizia io - questa città sta vivendo un periodo drammatico: la recessione colpisce tutte le attività produttive, le industrie chiudono o emigrano, la disoccupazione è spaventosa
Il trasferimento dell'IP a Roma è senza ragioni: si tratta di una decisione presa dal signor Bernabè che non aveva e non ha motivazioni economiche ma solo l'obiettivo di un maggior accentramento romano. Tutto ciò è avvenuto con il consenso di Burlando, l'ex ministro genovese, che, senza indicare le ragioni, ha appoggiato la decisione di Bernabè; ed è avvenuto nell'epoca del federalismo e del tanto declamato decentramento. Sono stati scritti volumi sul decentramento ma, all'atto pratico, continua l'accentramento: il caso IP è emblematico. Assistiamo ad un insulto gratuito ai genovesi, ai lavoratori occupati nella IP ed al suo indotto e registriamo la progressiva esclusione di Genova da un ruolo preminente nell'industria nazionale. Questo, soprattutto, per merito del ministro Ciampi: non vi è, infatti, solamente il caso IP, ma ve ne sono altri altrettanto clamorosi come quello dell'Ansaldo e dell'Elsag Bailey - che il sottosegretario Pinza conosce sicuramente - che rappresentano un piccolo crimine economico ai danni di Genova e dell'intera comunità nazionale firmato dal ministro Ciampi.
Mi chiedo oggi se l'ENI, dopo lo scippo di IP, non abbia altre proposte imprenditoriali da fare per il capoluogo ligure. Cosa frena, dopo l'umiliazione dell'IP, le istituzioni uliviste liguri (regione, provincia, comune dove comandano gli ulivisti, il centrosinistra ed i postcomunisti) e lo stesso sindacato dall'aprire una sacrosanta vertenza all'ENI sull'uso improprio del territorio municipale? Il comune di Genova sta praticando un piccolo cabotaggio urbanistico progettando sconsiderate colate di cemento rosso sotto la regia delle cooperative emiliane - anch'esse rosse - e non assume alcuna decisione strategica per lo sviluppo della città, ma lascia le responsabilità territoriali di importanti aree del Ponente, e della val Polcevera in particolare, alle improduttive decisioni dell'ENI.
Perché, allora, non chiedere all'ENI di rendere conto della propria inerzia in aree da sfruttare al massimo? Purtroppo tra qualche anno Ciampi non sarà più ministro del tesoro ma le sue opere, in particolare quelle che riguardano Genova, saranno la nostra sciagura. Superministro di un Governo privo di una qualsiasi strategia per il rilancio della nostra industria, egli sta facendo della questione privatizzazioni un puro obiettivo di cassa, senza alcun rispetto per l'economia reale del paese, disperdendo un grande patrimonio di tecnologia e professionalità (mi riferisco, in particolare, all'Elsag Bailey e all'Ansaldo): in pratica, soldi alla FIAT ma non alla tecnologia avanzata. Questo avviene senza che, alla fine dei conti, lo Stato ricavi un vantaggio effettivo, perché i miliardi incassati dovranno prima o poi essere devoluti...
In questi mesi, anche per merito di questo Governo, del ministro Ciampi e dello «sgoverno» delle sinistre locali, a Genova vi sono stati ridimensionamenti o cessazioni di attività da parte di società. L'Alenia è stata ridimensionata; così l'Ansaldo e l'Ansaldo Sistemi. L'Ansaldo Acque e l'Aura-Dolciaria sono state chiuse. La sede della Banca di Roma, a Genova, ha 130 posti in meno; la Borsa valori di Genova ha chiuso; la CAEL ha chiuso; la Caristel ha chiuso; il Centro elaborazione dati del Banco di Chiavari è stato trasferito a Parma; la Compagnia di Genova gruppo RAS è stata trasferita a Milano; il consolato di Spagna ha chiuso; la Corsica Ferries è stata trasferita; la Costa crociere è stata venduta agli americani; la Davide Campari ha chiuso; la De Langlade & Grancelli è stata trasferita in Puglia. Il caso della Elsag Bailey, poi, è una vergogna nazionale: si tratta, purtroppo di un «gioiellino» poco noto all'opinione pubblica. Il Centro Morigallo dell'ENEL ha chiuso; l'Eridania si trasferisce a Ferrara; l'ex Italcad ha chiuso; la Fil Plastic di Cogoleto ha chiuso; la Finmare è stata liquidata e in parte trasferita a Napoli. La società Fonderie San Giorgio ha chiuso; la Fondiaria assicurazioni è stata trasferita; la Fratelli Pagano Arti Grafiche ha chiuso; la General Accident assicurazioni è stata trasferita; la Gina Lebole ha chiuso; la Grafoplast ha chiuso; la Grendi è stata trasferita; l'Ilva siderurgica ha grossi problemi; la IP Italiana Petroli rappresenta un altro scandalo; la Morteo è stata trasferita e poi ha chiuso; la Palmera tonno è stata trasferita; la P & O Nedlloyd è stata trasferita; la Sil Leasing ha chiuso; la Sicao-Cacao ha chiuso; così la Sipap; la Sofinpar si è tentato di trasferirla a Roma...
La Società produzioni alimentari è stata trasferita; la sede regionale della Telecom è stata trasferita da Genova a Firenze; la Teli è stata chiusa e la UAP Assicurazioni è stata trasferita.
L'unica attività che prospera sotto la Lanterna, cari governanti e neo governanti, sono le cooperative rosse emiliane. Complimenti e grazie al ministro Ciampi!