Allegato A
Seduta 165 dell'11/3/1997

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MOZIONI BUTTIGLIONE ED ALTRI N. 1-00070, COMINO ED ALTRI N. 1-00112, FIORONI ED ALTRI N. 1-00115, GIANNOTTI ED ALTRI N. 1-00116 (TOSSICODIPENDENZE)

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La Camera,
premesso che:
gli interventi previsti dalla legge n.161 del 1990, successivamente modificata dal referendum popolare del 1993, relativamente alla non sanzionabilità, se non in via amministrativa, della detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale, hanno prodotto conseguenze non sempre positive;
il traffico, il commercio, lo spaccio e l'uso della droga sono in continua espansione nel mondo e in Italia;
gli ingenti mezzi a disposizione delle multinazionali del crimine consentono di perfezionare il volume dei traffici dalla produzione ai mercati;
alle droghe tradizionali si sono aggiunte nuove droghe sintetiche che, per la facilità di produzione e per le loro caratteristiche appositamente studiate dai trafficanti nonché per il loro basso costo, hanno ampia diffusione tra i giovanissimi;
le misure terapeutiche a disposizione dei tossicodipendenti sono inadeguate per i bisogni crescenti; in particolare, i servizi pubblici sono impreparati ad affrontare l'emergenza del consumo delle nuove droghe. Il metadone, terapia in auge, viene usato dai tossicodipendenti come un mezzo per sostituire nei momenti di difficoltà l'eroina e con la stessa finalità viene fornito dalle strutture che lo somministrano, le quali raramente affiancano alla somministrazione un sostegno di carattere psicologico. In questo modo il metadone diventa per il tossicodipendente una «schiavitù» (più pesante, più dolorosa e più duratura dell'astinenza) da cui egli deve cercare di uscire;
è giunto il momento di una approfondita analisi dei risultati raggiunti, anche a livello internazionale, per rafforzare l'azione dello Stato sia a tutela dei tossicodipendenti sia in vista della repressione dei fenomeni di criminalità conseguenti alla diffusione delle sostanze stupefacenti;
in sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n.226 del 1996, era stata sottolineata la contrarietà dei firmatari della presente mozione alle politiche di riduzione del danno, espressa alla prima conferenza nazionale sulla droga, questione fondamentale per evitare il diffondersi di un'immagine della tossicodipendenza come fenomeno con il quale rassegnarsi a convivere;
è stato ribadito il messaggio culturale essenziale per cui l'uso delle droghe rappresenta un comportamento errato e pericoloso, non esistendo alcuno spazio di convivenza positiva tra l'individuo e le droghe;
portatori di una cultura della persona, i sottoscritti hanno ritenuto inaccettabile attuare comportamenti in grado di cronicizzare la condizione di emarginazione dei tossicodipendenti, essendo ciò in contrasto con il dettato costituzionale, che garantisce la tutela della salute come diritto essenziale di ogni cittadino;
l'utilizzo delle droghe nella strategia della riduzione del danno è stata favorita anche dalle posizioni emerse nella maggioranza a sostegno del decreto-legge n.226 del 1996;

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diverse amministrazioni comunali sono giunte ad approvare ordini del giorno che ripercorrono l'infausta strada della irresponsabile tolleranza e del facile permissivismo che hanno generato solo illusioni e tragedie nelle giovani generazioni e nelle famiglie, portando alcune città a diventare città-laboratorio delle droghe, attuando così un programma di somministrazione controllata dell'eroina;
non esiste una distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti; ogni sostanza agisce nella realtà in funzione di diversi fattori: ambiente, condizioni psico-fisiche del soggetto, caratteristiche della sostanza (effetti, danni, dipendenza). Le conseguenze possono essere più o meno gravi, ma spesso risultano devastanti per i più giovani, che presentano condizioni di fragilità emotiva;
anche le sostanze tossiche più leggere, o considerate tali, possono essere definite genericamente innocue se non si tengono presenti le condizioni ambientali e psichiche del singolo individuo;
non tutti coloro che si avvicinano alle droghe cosiddette «leggere» passano a quelle pesanti, ma tutti coloro che usano quelle pesanti sono partiti da quelle leggere, con un percorso in crescendo che solo pochi riescono ad evitare ed a contenere;
la difficoltà di colpire gli spacciatori e di individuare i consumatori non è un motivo sufficientemente valido per abbassare la guardia o per legalizzare questi comportamenti, nascondendone i pericoli e le conseguenze devastanti sul piano personale e sociale;
la Corte dei conti ha ritenuto inefficace la gestione del Fondo per la lotta alla droga, ad opera della Presidenza del Consiglio dei ministri - dipartimento per gli affari sociali, dal secondo semestre del 1994 al 1995, nonostante l'azione positiva del Ministro pro tempore Guidi, finalizzata a migliorare i controlli quantitativi e qualitativi nei progetti di spesa. Nel documento vengono ricordati i «ritardi accumulati nelle fasi istruttorie dei progetti, principalmente di quelli delle regioni, degli enti locali e delle associazioni a valere sull'esercizio 1993»; a questo proposito, è importante precisare che gli ultimi finanziamenti erogati risalgono all'esercizio finanziario 1993 ed alla fine del 1996 si attendono i fondi per l'esercizio finanziario 1994-1995. I relativi progetti sono all'esame della commissione del ministero per la solidarietà sociale da più di un anno;
le strutture in linea con la politica della riduzione del danno hanno potuto beneficiare di finanziamenti regionali e comunali, mentre la stessa cosa non è avvenuta per le comunità terapeutiche e le associazioni che non hanno presentato progetti in tal senso. Tali strutture hanno visto diminuire sensibilmente la possibilità di convenzioni. Questi problemi burocratici ed economici comportano un'immediata ricaduta sulle possibilità di intervento: oggi, infatti, si cerca di garantire la libertà di drogarsi, ma non si garantisce la libertà di recuperarsi;

impegna il Governo:

a promuovere un'azione forte, diretta a rimuovere le cause sociali della crisi del mondo giovanile contro la riaffermazione del diritto a fare uso di stupefacenti;
a verificare i risultati della strategia della riduzione del danno, perché non si può continuare ad avviare nuove sperimentazioni senza avere considerato l'efficienza e l'efficacia delle esperienze in corso in Italia ed all'estero;
a rafforzare gli strumenti di repressione del commercio degli stupefacenti, consolidando i rapporti con gli altri paesi occidentali;
a ricercare un accordo in sede europea per coordinare sia gli interventi di prevenzione sia quelli di repressione;
ad accrescere i momenti di conoscenza sin dalle scuole elementari, anche con l'ausilio di personale specializzato,


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per migliorare la politica di informazione e di prevenzione dell'uso degli stupefacenti;
a rilanciare i progetti di recupero dei tossicodipendenti attraverso una fattiva collaborazione tra i servizi pubblici e le comunità di recupero;
a predisporre un sistema di aiuti attraverso il meccanismo degli sgravi fiscali alle famiglie, in un quadro più generale di incentivazione e di sostegno alle famiglie stesse, che sostengono i costi sia del percorso di recupero del tossicodipendente sia dell'assistenza dei malati cronici;
a prevedere un sistema di incentivi fiscali per associazioni, enti o privati che si occupano dell'assistenza e del recupero dei tossicodipendenti e dei malati cronici, favorendone il progressivo reinserimento nella società del lavoro e nella vita quotidiana;
a rivedere l'intesa tra lo Stato e le regioni relativa alle iniziative per il recupero dei tossicodipendenti e alle attività delle comunità terapeutiche, attraverso un immediato confronto con gli operatori pubblici e privati. I necessari controlli pubblici non debbono arrivare al punto di burocratizzare e soffocare il sistema di volontariato. Occorre infatti rendere molto più rapida l'erogazione dei fondi destinati alle comunità ed alle associazioni, anche in considerazione dei rilievi mossi dalla Corte dei conti;
a promuovere un approfondito dibattito, a livello sia nazionale sia internazionale,sulle convenzioni dell'Onu e, in generale, sulle politiche antidroga, per valutarne l'efficacia, gli effetti e, eventualmente, le necessarie modifiche.
(1-00070)
«Buttiglione, Casini, Pisanu, Tatarella, Giovanardi, Mastella, Gasparri, Sanza, Teresio Delfino, Baccini, Nocera, Bastianoni, Cardinale, Carmelo Carrara, Peretti, D'Alia, De Franciscis, Di Nardo, Fabris, Follini, Galati, Lucchese, Marinacci, Fronzuti, Pagano, Panetta, Tassone, Volontè, Massidda, Bertucci, Burani Procaccini, Baiamonte, Berruti, Vincenzo Bianchi, Paroli, Giovine, Gastaldi, Floresta, Gagliardi, Mammola, D'Ippolito, Dell'Elce, Scajola, Masiero, Gazzilli, Taborelli, Marotta, Marras, Lavagnini, Aleffi, Acierno, de Ghislanzoni Cardoli, Amato, Fratta Pasini, Gazzara, Nania, Selva, Anedda, Armaroli, Berselli, Menia, Alboni, Alemanno, Angeloni, Armani, Bocchino, Butti, Cardiello, Carlesi, Contento, Conti, Cuscunà, Delmastro Delle Vedove, Fino, Foti, Alberto Giorgetti, Gissi, Gramazio, Landi, La Russa, Landolfi, Mantovano, Manzoni, Martinat, Migliori, Napoli, Giovanni Pace, Nicola Pasetto, Antonio Pepe, Poli Bortone, Porcu, Proietti, Rasi, Riccio, Sospiri, Tosolini, Trantino, Tremaglia, Tringali, Urso, Pampo, Polizzi, Buontempo, Stajano».
(21 dicembre 1996)

La Camera,
premesso che,
la Costituzione «tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti»;
in Italia, come in tutto il mondo, il commercio, il traffico, lo spaccio e l'uso della droga sono in continua espansione, anche favoriti dall'ingresso "in commercio", oltreché delle droghe «tradizionali», di nuove droghe leggere;
queste ultime, molte volte irreversibilmente lesive, hanno ampia diffusione tra i giovanissimi a causa del basso costo, dovuto alla facilità della produzione;


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non esiste una distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, poiché ogni sostanza agisce sull'individuo in funzione di diversi fattori;
non tutti coloro che usano le cosiddette droghe leggere passano a quelle pesanti, ma tutti quelli che usano le droghe pesanti sono passati per le droghe leggere, con un percorso in crescendo che solo pochi riescono ad evitare ed a contenere;
diversi comuni italiani, come ad esempio Torino, recentemente si sono espressi, attraverso appositi atti, a favore della liberalizzazione delle droghe leggere, ma sicuramente più numerosi sono stati i comuni, come Milano, che si sono opposti fermamente a questo tipo di politica, approvando mozioni di adesione all'iniziativa della "Conferenza per le città contro la legalizzazione delle droghe";
la difficoltà di colpire gli spacciatori e di individuare i consumatori non è un motivo sufficientemente valido per abbassare la guardia o per legalizzare questi comportamenti, nascondendone i pericoli e le conseguenze devastanti sul piano personale e sociale;
non è concepibile garantire la libertà di drogarsi, mentre è indispensabile garantire la libertà di recuperarsi;

impegna il Governo:

a costituire un corpo speciale antidroga (come avviene nei paesi più sviluppati, e, con particolare severità, negli Stati Uniti d'America), da impiegare nel controllo delle discoteche, delle università, delle scuole e dei luoghi aperti al pubblico ove si esercita la prostituzione, allo scopo di vigilare affinché non si svolga traffico di droga, intervenendo con la massima severità nel caso di spaccio e di consumo di droghe pesanti e sintetiche;
a prevedere ed a stimolare, nell'ambito di una programmazione europea ed internazionale di lotta alla droga, una maggiore responsabilizzazione, e quindi un rafforzamento dei poteri decisionali e di coordinamento, delle amministrazioni comunali, nella prospettiva di politiche mirate alla famiglia, alla scuola, alle organizzazioni sanitarie e alle forze dell'ordine diffuse sul territorio;
a garantire, ove già non esistente, almeno un centro di recupero per i tossicodipendenti per ogni regione;
a incoraggiare qualunque forma utile di prevenzione, anche finanziando associazioni, ricerche e studi finalizzati a tale scopo e/o assegnando premi a tesi di laurea centrate sull'argomento;
a intensificare la prevenzione come intervento didattico già nelle scuole elementari e superiori, avviando una seria politica di informazione mediante personale specializzato;
a utilizzare in modo adeguato le organizzazioni spontanee di volontariato, anche attraverso incentivi economici, sottoponendole a particolari controlli da parte degli organi istituzionalmente preposti;
a far sì che gli organi istituzionalmente preposti verifichino e controllino nel tempo che i progetti già avviati in base alla strategia della riduzione del danno consentano il perseguimento dell'obiettivo finale del completo recupero fisico e psicologico del tossicodipendente;
a ricercare accordi in sede europea per coordinare gli interventi sia di prevenzione sia di repressione;
a predisporre un sistema di aiuti, anche di ordine economico, a favore delle famiglie, che sostengono i costi sia del percorso di recupero sia dell'assistenza ai malati cronici, dando cosi l'opportunità di rafforzare il ruolo della famiglia nella lotta contro la droga;
a promuovere un approfondito dibattito, a livello sia nazionale sia internazionale, sulle convenzioni Onu e, in generale, sulle politiche antidroga, per valutare


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l'efficacia, gli effetti e, eventualmente, le necessarie modifiche alle norme esistenti in Italia.
(1-00112)
«Comino, Cè, Calderoli, Gnaga, Dalla Rosa, Calzavara, Cavaliere, Gambato, Luciano Dussin, Rizzi, Molgora, Frosio Roncalli, Parolo, Formenti, Alborghetti, Ciapusci, Anghinoni, Copercini, Pittino, Oreste Rossi, Apolloni, Santandrea, Bianchi Clerici, Paolo Colombo, Fontanini, Chiappori, Michielon, Grugnetti, Ballaman, Vascon, Lembo, Bampo, Fongaro, Martinelli, Chincarini».
(6 marzo 1997)
(Nuova formulazione).

La Camera,
premesso che:
nel contesto di una strategia di lotta alla droga e di prevenzione e recupero delle tossicodipendenze vanno posti al centro i diritti, la dignità e la libertà della persona umana che devono costituire i criteri guida di ogni scelta legislativa e di ogni intervento delle istituzioni, privilegiando la «persona» ed il disagio che la spinge alla tossicodipendenza rispetto alla natura e qualità della sostanza stupefacente;
non si ritiene possibile, ai fini di una efficace azione preventiva, limitare l'attenzione alle sole droghe cosiddette pesanti in quanto, a parte la possibilità di passare dall'uso delle droghe leggere a quello delle droghe pesanti, l'assunzione di ogni sostanza stupefacente genera limitazioni della autonomia e della reale libertà delle persone e ne indebolisce il senso di responsabilità e la volontà di partecipare allo sviluppo culturale e civile della società, tenendo altresì conto delle profonde trasformazioni delle sostanze stupefacenti usate;
in tale logica particolare importanza rivestono i problemi del disadattamento giovanile e le difficoltà che le famiglie devono affrontare per svolgere a pieno i loro compiti di primaria, insostituibile comunità educante;
risulta assolutamente necessario intensificare nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado percorsi culturali formativi ed azioni informative che rendano consapevoli i giovani dei danni che le sostanze tossiche arrecano all'organismo umano e ad un sereno, positivo realizzarsi di valide ed appaganti relazioni interpersonali;
preziosa ed efficace si è dimostrata l'azione del volontariato, dell'associazionismo, delle cooperative di solidarietà sociale, del settore no-profit e di tutti coloro che comunque operano nella logica della solidarietà; in tale contesto, l'esperienza delle comunità terapeutiche si è dimostrata insostituibile per quanti desiderano uscire dal mondo della droga offrendo così l'opportunità di una pluralità di scelta nei metodi di disintossicazione e recupero, cosa che rappresenta una ricchezza nei confronti dei tossicodipendenti;
è indispensabile la riorganizzazione dei Sert per aumentare la qualità del servizio e renderlo corrispondente alla attuale richiesta. È altresì indispensabile l'integrazione e la sinergia a pari dignità fra servizi pubblici, comunità terapeutiche e privato sociale a livello di territorio, evitando un rapporto basato solo su funzioni di controllo e supervisione;
il ruolo degli enti locali deve essere valorizzato a livello di coordinamento locale degli interventi di lotta e di prevenzione alla droga;
la strategia di riduzione del danno deve essere presa in considerazione non come valore assoluto che legittimi la situazione di tossicomania come «normale», ma come fase intermedia rivolta a soggetti particolari per la gravità delle loro condizioni o per l'avvio di un dialogo all'interno dell'unico obiettivo della disintossicazione e del recupero;


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è opportuno che vada definito un percorso di recupero capace di offrire una via di uscita dalla droga a quanti non hanno la forza di intraprendere le strade più utili e positive, che prescinda dall'uso di droghe sostitutive, e che, di conseguenza, la sostanza somministrata come terapia deve essere il solo metadone, la dose deve essere sempre a scalare, il servizio deve essere organizzato esclusivamente presso le strutture sanitarie pubbliche e sempre supportato da interventi di natura psicologica a sostegno degli utenti;
l'offerta di concrete occasioni di lavoro costituisce un positivo strumento di prevenzione, recupero e reinserimento sociale;
un'efficace campagna di informazione può essere assai utile per diffondere nell'opinione pubblica la consapevolezza dei danni causati dall'uso di sostanze tossiche;
la lotta alla droga costituisce uno strumento efficacissimo, anche se indiretto, di lotta alle grandi organizzazioni malavitose nazionali ed internazionali che riciclano nel settore della droga ingenti somme di denaro sporco;
nella strategia di prevenzione e recupero delle tossicodipendenze appare positivo ed importante usufruire delle esperienze e dei suggerimenti degli operatori;
vanno considerate le recenti risoluzioni adottate dal Parlamento europeo su tale materia,

impegna il Governo:

a valutare con attenzione i suggerimenti e le proposte che emergeranno in occasione della conferenza di Napoli;
ad intensificare la lotta al traffico ed allo spaccio di droga con un'efficace, incisiva azione di contrasto organizzata sul piano interno ed internazionale;
a sviluppare un'azione di prevenzione primaria che intensifichi l'impegno contro il disagio giovanile, già iniziata con la presentazione ed il finanziamento del piano infanzia;
ad intensificare le politiche di sostegno alla famiglia sia per metterla in grado di svolgere in modo pieno il proprio insostituibile ruolo educativo, sia per aiutarla nel momento in cui un membro della famiglia stessa sia vittima della tossicodipendenza utilizzando anche l'esperienza e l'apporto delle associazioni delle famiglie;
ad intensificare l'azione di prevenzione da svolgersi nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado;
ad intensificare l'azione di informazione dell'opinione pubblica sui danni derivanti dall'uso di sostanze tossiche;
ad intensificare politiche di sviluppo dell'occupazione, specialmente giovanile, ed interventi per favorire l'inserimento o il reinserimento al lavoro dei tossicodipendenti;
a sostenere gli enti locali che predispongono e realizzano piani di prevenzione e recupero;
a sostenere e qualificare i servizi pubblici, nonchè la positiva esperienza delle comunità terapeutiche e del privato sociale operanti sul territorio;
a procedere a valide azioni di qualificazioni professionali e riqualificazione degli operatori del settore;
a finalizzare le strategie di riduzione del danno a reali e verificati obiettivi di disintossicazione e di recupero;
a dare piena attuazione ed a migliorare la normativa vigente, mantenendo la depenalizzazione dell'uso personale di sostanze stupefacenti, evitando però pericolose estensioni della depenalizzazione alle attività prodromiche basate su arbitrari giudizi di gravità o di casualità che meritano accurata riflessione;
a sviluppare una concreta azione di coordinamento per favorire la sinergia tra i vari interventi e per verificare l'avvio


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delle sole sperimentazioni suffragate da fondamenti scientifici certi tendenti al recupero.
(1-00115)
«Fioroni, Jervolino Russo, Soro, Ciani, Duilio, Monaco, Polenta, Giacalone, Scantamburlo, Albanese, Valetto Bitelli, Palma».
(10 marzo 1997)
(Nuova formulazione).

La Camera,
premesso che:
gli elementi di forte disagio presenti nella società, l'insicurezza di prospettive che colpisce soprattutto i giovani, creano delle condizioni di inquietudine esistenziale in cui si innesta anche il fenomeno della droga;
il fenomeno della tossicodipendenza taglia trasversalmente tutti gli strati sociali e le fasce di età, colpendo soprattutto i giovani, ma anche gli adulti, un universo complesso nel quale convivono condizioni di forte marginalità ma anche persone inserite nel contesto sociale e lavorativo;
pur in presenza di un maggior numero di persone che si rivolgono ai Sert, c'è una vasta area di «sommerso», cioè di coloro che non hanno alcun rapporto né con i servizi pubblici, né con le comunità;
il traffico, il commercio, lo spaccio e l'uso delle droghe sono in continua espansione in tutto il mondo;
è in crescita in Italia la diffusione sia di «nuove droghe» che di «vecchie droghe»;
nel 1995, dopo anni di diminuzione, sono aumentati i morti per overdose, mentre è stimabile che il sessanta per cento delle morti per Aids derivi da contagi relativi alla tossicodipendenza;
il numero dei detenuti tossicodipendenti è in costante aumento anche dopo l'entrata in vigore della normativa prevista nel testo unico, mentre il rapporto tra detenuti tossicodipendenti e detenuti nel 1995 è stato del 29,4 per cento; tra i motivi di ingresso nel carcere è sempre maggiore l'incidenza dei reati commessi in violazione del testo unico delle leggi in materia di stupefacenti;
occorre, sulla base dei risultati raggiunti, coordinare l'azione degli Stati a livello europeo ed internazionale per reprimere i fenomeni criminali collegati allo spaccio di droghe;
c'è una rete di presenze e di attività di soggetti pubblici, privato-sociali, di comunità, certo ancora insufficiente ed inadeguata all'entità del fenomeno, ma comunque ricca di risorse professionali e di esperienze, tali da consentire una approfondita analisi dei risultati raggiunti al fine di rafforzare l'offerta diversificata ed integrata di risposte personalizzate e correlate alle fasi che compongono i percorsi del disagio e della dipendenza;
c'è un rinnovato impegno di regioni ed enti locali, di intervento contro tutte le forme di dipendenza;
le strategie di «riduzione del danno» nascono dalla constatazione dei danni connessi alla tossicodipendenza e dalla impossibilità, momentanea, di una loro eliminazione; queste strategie, al pari di altre, hanno alla base una concezione della persona che può in ogni momento aprirsi ad un nuovo progetto per cambiare la sua condizione esistenziale e ad una istanza etica dell'accoglienza indirizzata a tutti i tossicodipendenti, anche ai più emarginati, al di là del rifiuto della loro condotta auto od etero distruttiva, in base al riconoscimento della loro dignità di persone e del diritto-dovere di realizzazione delle loro potenzialità;
la conferenza di Napoli indetta dal Governo, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 15, del testo unico in materia di stupefacenti, rappresenta una


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occasione utilissima di confronto con tutti i soggetti sia pubblici che privati impegnati nella lotta alla tossicodipendenza e di dialogo tra le diverse esperienze e risultati,

impegna il Governo:

a predisporre, alla luce degli orientamenti che emergeranno dalla conferenza di Napoli, e di concerto con le regioni e gli enti locali, un programma articolato e coordinato di interventi teso ad incidere sulle cause che determinano disagio e crisi nel mondo giovanile, nonché a sviluppare una rete di servizi finalizzata alla prevenzione, alla promozione della salute, al sostegno ed alla cura, al recupero dei tossicodipendenti, integrando le attività del pubblico, delle comunità, del privato sociale e con il concorso delle famiglie;
a rivedere quanto previsto dal testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti alla luce di tutte le esperienze compiute ed al di là di ogni ideologizzazione per rendere più incisive le strategie di prevenzione, di recupero, di presa di contatto dei tossicodipendenti con i servizi e le comunità;
a rispettare gli effetti del referendum del 1993 in materia di depenalizzazione del consumo personale.
(1-00116)
«Giannotti, Nardini, Procacci, Mangiacavallo, Battaglia, Bolognesi, Buffo, Caccavari, Maura Cossutta, Peruzza, Saia, Signorino, Valpiana, Gatto, Giacco, Jannelli, Lucidi, Chiavacci, Cento, Lumia».
(10 marzo 1997)
(Nuova formulazione).