Seduta n. 119 del 19/12/1996

Back Index Forward

Pag. 9400


Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2533.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.125, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 340
Votanti 336
Astenuti 4
Maggioranza 169
Hanno votato 35
Hanno votato no 301
(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Baccini 1.53, ritirato dai presentatori e fatto proprio dall'onorevole Pirovano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, lo spirito di questo emendamento, come di altri che si succederanno nel corso della notte, è nel senso di inserire da subito un principio per il quale gli interventi per il Giubileo devono essere uniformemente distribuiti su tutto il territorio nazionale. Riteniamo che l'applicazione del disegno di legge approvato il 6 dicembre dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, che riguarda le operazioni per il Giubileo fuori dal Lazio, per le quali sono stati previsti circa mille miliardi, sia eccessivamente lontana nel tempo. Inoltre, nonostante vi siano i presupposti perché possa avere un esito favorevole, non siamo ancora certi di quali saranno gli indirizzi di programmazione e i requisiti richiesti per le opere da realizzare. Chiediamo quindi che si passi da subito a redistribuire i 3.500 miliardi su tutto il territorio nazionale.
Invito pertanto soprattutto i parlamentari del nord a comprendere questo spirito e a votare a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, intervengo in dissenso dal collega di gruppo che mi ha preceduto ma anche in dissenso da quello che l'onorevole Bartolich, del gruppo della sinistra democratica, ha affermato in precedenza. Dissento dalla collega, la quale, non facendo l'amministratrice, evidentemente non riesce a capire che per amministrare occorrono soldi ma, se i soldi vengono sprecati (come quelli di cui stiamo discutendo), mancheranno sempre e comunque nelle casse del nord. Chiunque dovrà amministrare, non riuscirà mai a farlo bene. Per quanto riguarda le percentuali, non mi sarei aspettato un certo tipo di intervento da parte di chi è stato eletto grazie al proporzionale ed è stato bocciato nel maggioritario.
Negli interventi dei deputati del Polo e dell'Ulivo si è fatto riferimento a religione e cultura, ma l'impressione è che, dietro a tali concetti, si stia tentando di nascondere qualcosa che inciderà in maniera pesante sul nostro Stato disastrato. Assistendo ad un film già visto si sta tentando di realizzare una serie di interventi che nei prossimi anni sconvolgeranno la vita di Roma e per i quali ci si chiede se si riuscirà a coordinarli per rendere la città vivibile per i residenti e per i turisti.

PRESIDENTE. La ringrazio.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. L'emendamento Baccini 1.53, fatto proprio dall'onorevole Pirovano, così come i successivi emendamenti Baccini 1.52, 1.51 e


Pag. 9401

1.247 non fanno altro, se ben leggiamo, che mutare il numero dei giorni entro i quali ci dovrebbe essere la definizione del piano da parte della commissione, così come previsto al comma 2 dell'articolo 1. Il collega che ha illustrato l'emendamento ha invece parlato del problema della redistribuzione sul territorio nazionale, un problema diverso rispetto a quello oggetto di questi emendamenti. Al fine di votare con cognizione di causa, gradiremmo avere un chiarimento o un'eventuale rettifica.

PRESIDENTE. Il collega è già intervenuto per dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzoli. Ne ha facoltà.

MARIO PEZZOLI. Intervengo per informare l'Assemblea che il gruppo di alleanza nazionale voterà a favore dell'emendamento Pirovano 1. 53.
Onorevole Pirovano, su emendamenti che sono di buon senso e quindi non strumentali o puramente ostruzionistici non solamente i deputati del nord di alleanza nazionale ma tutto il gruppo di alleanza nazionale voterà a favore!
Signor Presidente, mi permetta di fare alcune precisazioni, anche se avrei voluto farlo prima intervenendo sull'ordine dei lavori. Come cittadino e parlamentare del nord, rappresentante un'ampia fascia di elettori del nord, sono stanco, sono stufo che mi si venga a dire che alleanza nazionale e i parlamentari del nord sono assistenzialisti e clientelisti. A proposito di ciò che voi dicevate su Gui e Tanassi, vorrei ricordarvi che noi in quest'aula combattevamo la partitocrazia mentre molti di voi votavano democrazia cristiana e partito socialista (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale)!
A proposito dei problemi del nord, vi voglio ricordare anche un'altra cosa. Proprio sulla cosiddetta redistribuzione delle risorse anche in senso federalista, voglio ricordare una battaglia che ci ha visto concordare con le vostre istanze. Quando vi lamentate di minori trasferimenti da parte dello Stato a livello locale, vi ricordo che le amministrazioni comunali, anche quelle governate dai vostri sindaci, hanno decine e decine di miliardi di avanzi di amministrazione, che potrebbero servire per costruire quelle infrastrutture che sono importanti per l'economia del nord, per l'economia di tutto il nord-est.

PAOLO BAMPO. I nomi! I nomi!

MARIO PEZZOLI. Queste erano alcune puntualizzazioni che mi sentivo di fare. A proposito della possibilità di stornare alcuni miliardi dai fondi che debbono essere destinati per il Giubileo, a problemi che interessano la viabilità, vi voglio ricordare un'altra cosa, cari colleghi leghisti. Proprio la giunta regionale veneta di centro-destra è stata la prima amministrazione regionale, dopo tanti anni, a predisporre il piano sulla viabilità indicando al Governo le priorità all'interno del Veneto, all'interno delle province che voi amministrate con i vostri sindaci.
Ma vi voglio ricordare ancora un'altra cosa: non solo voi rappresentate i cittadini del nord, ma vi sono anche esponenti di alleanza nazionale, quali il sottoscritto, che è presente in territori dove la lega non la si vede da mesi, dove i rappresentanti della lega non ascoltano le istanze e i bisogni di quelle persone che voi dite di rappresentare. Proprio amministrazioni leghiste si sono «rivolte» al sottoscritto per essere accompagnate all'ANAS, al Ministero dei lavori pubblici, alla regione per risolvere importanti problemi di viabilità, che non vi vedono costantemente attenti (Applausi polemici dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
Attenzione, perché nelle vostre file c'è chi parla bene e razzola male, e quindi, prima di riempirvi o di lavarvi la bocca con il movimento sociale italiano per le battaglie che ha fatto o con alleanza nazionale, guardate gli scheletri che avete nei vostri armadi e come state amministrando i tanti comuni che al nord vi vedono protagonisti. Vedremo alle prossime amministrative, come è successo un mese fa, se si manterrà questo grande


Pag. 9402

consenso nei confronti della lega nord (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bampo. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Le provocazioni - anche simpatiche, se vogliamo - del collega di alleanza nazionale non ci toccano, perché potrebbero essere tutte rispedite al mittente, in quanto totalmente prive di fondamento e soprattutto prive di nomi. Quando si fanno accuse, bisogna citare dati, numeri, fatti e soprattutto nomi.

FRANCESCO STORACE. Anche le impronte digitali!

PAOLO BAMPO. Anche la collega Bartolich, che ci invitava a non utilizzare quest'aula come un luogo ove operare in maniera poco consona alle attività dei parlamentari, forse tutto sommato ci richiamava ad un'usanza ben più in voga nella classe politica, che era quella dello spartire i soldi dei cittadini tra gli appartenenti alle varie istituzioni; forse era questo il richiamo che voleva farci. Ancora non abbiamo imparato, collega Bartolich; può darsi che su vostro suggerimento, su vostro esempio...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bampo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Vorrei ricordare al collega Pezzoli che proprio sull'utilizzo dei fondi di cassa ci sono delle amministrazioni del suo territorio - che, guarda caso, è anche il mio - guidate da amministratori della lega che hanno utilizzato i fondi del comune per finanziare la progettazione esecutiva di quelle opere.

FRANCESCO STORACE. Questo è in dissenso da Pezzoli!

ENRICO CAVALIERE. E solo grazie a questo impiego delle risorse oggi esistono progetti esecutivi che sono all'esame delle commissioni finali, dell'ex DICOTER (attualmente, come sa benissimo, il parere deve essere espresso dal magistrato per le acque di Venezia). Quindi, Pezzoli sa benissimo che i nostri sindaci - anche se alleanza nazionale non è in maggioranza in quelle amministrazioni (è all'opposizione, non per colpa mia, ma degli elettori, che hanno scelto diversamente) - stanno facendo quelle opere pubbliche che per trent'anni la democrazia cristiana ha promesso e non ha mai dato. Credo che più della parola di Pezzoli conti e conterà la parola e il parere dei cittadini che vivono in quei comuni amministrati dalla lega, che vedono finalmente dopo trent'anni progetti giunti al capolinea e finalmente l'ANAS.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo in dissenso e, motivando questo dissenso ostruzionistico, colgo l'occasione anche per stigmatizzare gli interventi di colleghi di altri gruppi che, in modo molto stizzito, non hanno argomentazioni e capacità di sostenere le ragioni della loro scelta di approvare questo decreto, perché chiaramente è un'approvazione, è un modo di operare che li squalifica sul territorio. Chiaramente, è difficile spiegare ai cittadini della Padania quali ragioni un loro rappresentante dovrebbe avere per approvare questo decreto, che destina fondi in modo molto poco chiaro a iniziative, ad attività che poco hanno a che vedere con le finalità del Giubileo.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Intervengo in dissenso dal collega Pirovano. Ho notato


Pag. 9403

da un paio di interventi che i colleghi veneti di alleanza nazionale si alzano e, con la coda di paglia, fanno dei ragionamenti sul modo di amministrare di certe amministrazioni leghiste in Veneto. Allora, vorrei ricordare a questi colleghi che se questo è un modo di giustificare il loro sì, prima al Banco di Napoli...

TOMMASO FOTI. Ma cosa dici!

GIANPAOLO DOZZO. ...poi ai soldi dati a Bagnoli ed ora ai soldi dati al Giubileo, questa è una maniera per autogiustificarsi. Comunque, signor Presidente, invito i colleghi del nord, che siano di alleanza nazionale...

PRESIDENTE. La ringrazio.

MARIO LANDOLFI. Abbiamo votato contro!

PRESIDENTE. Colleghi, non incentivate.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, credo che bisogna saper ascoltare ed è ingiusto che, come avviene ormai di consueto, sia il Polo sia l'Ulivo facciano dire alla lega cose che questa non ha detto e non vuole dire.

TOMMASO FOTI. Se non ci fossi tu, come faremmo!

GIACOMO CHIAPPORI. Ridono, ma sono abituati a farlo perché non hanno argomenti per contrastare. Noi siamo qui, stiamo facendo il nostro lavoro. Siamo qui e stiamo facendo ostruzionismo perché vorremmo che questo finanziamento non passasse, non c'è altro da fare.

FRANCESCO STORACE. Quale finanziamento? Questo finanziamento e non l'altro, quello ai partiti?

GIACOMO CHIAPPORI. Se voi i 3.500 miliardi impiegati...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Guido Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, ritiro la firma da questo emendamento. Colgo l'occasione per ricordare anche all'onorevole Pezzoli, che adesso mi sembra non sia presente in aula, che gli avanzi in amministrazione si calcolano in altra data. Molto probabilmente non sa neanche come si formano i bilanci, lo dico come sindaco. Al momento siamo nella fase di stesura dei bilanci, come avviene qui in Parlamento con la finanziaria. Imparassero, come dicono loro al sud, imparassero! Lì stanno bene, non dalle parti nostre (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, intervengo in dissenso dal gruppo perché mi preme sottolineare come con questo provvedimento vengano destinati ad arredo urbano, manutenzione facciate storiche ed insegne commerciali 120 miliardi che sarebbero sufficienti per risolvere un grave problema di dissesto idrogeologico che minaccia un abitato di cinquemila abitanti in Valle Camonica a Cedegolo. Pensate che la minaccia di movimento franoso su questo abitato potrebbe portare ad un disastro analogo a quello del Vajont.
Dal 1987 siamo in attesa che si faccia qualcosa per risolvere il problema.

PRESIDENTE. La ringrazio.

TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.


Pag. 9404

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Prego i colleghi intorno a lei di smetterla di parlare per consentirle di intervenire.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, pregherei il Presidente dell'Assemblea di volerci gentilmente informare, dopo un'ora di sospensione dei lavori, sui risultati della riunione intercorsa nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Ritengo infatti che ci vorrebbe anche un minimo di rispetto per coloro i quali si sono fermati in questa sede (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale. Una voce dai banchi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania grida: «Non ce l'hai il capogruppo?»).

TOMMASO FOTI. Rappresenti la nazione!

PRESIDENTE. La ringrazio, pensavo che i presidenti di gruppo vi avessero informati, mi scusi.
Mi scuso dell'andamento; tra l'altro i presidenti di gruppo sono tutti molto impegnati nei lavori e capisco che non hanno potuto dare informazioni al riguardo.
Si è discusso del calendario dei lavori dei prossimi giorni e si è deciso di rivederci alle 22 nella Conferenza dei presidenti di gruppo per valutare l'andamento dei lavori delle Commissioni e dell'Assemblea e per stabilire poi i successivi calendari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo in dissenso perché continuiamo a pensare che la somma di 3.500 miliardi per il Giubileo dovrebbe essere utilizzata per realizzare, ad esempio, i progetti per il potenziamento della rete ferroviaria e soprattutto per essere in sintonia con i programmi dell'Unione europea. Mi riferisco alla linea Lione-Torino-Milano-Venezia-Trieste, sulla quale dovrebbe transitare in futuro il 26 per cento di tutti i traffici dell'Unione europea.
Voi, da bravi italiani, siete riusciti a far sparire i finanziamenti per il tratto Venezia-Trieste e non si ha alcuna certezza per quelli relativi al tratto Milano-Venezia. Tra qualche preghiera in più, si decida di creare un futuro chiuso verso il nord-est del paese perché già per ora...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. Posso vantarmi di non aver mai votato per nessun partito italiano e la mia ultraventennale storia autonomista lo dimostra. Lo dico per smentire quanto è stato affermato poco fa.
Inoltre ho sentito pronunciare delle parole che avevano il tono dell'accusa, come se fosse una colpa per le regioni della Padania essere ricche. A parte che bisognerebbe prima vedere con quali parametri si fa la comparazione con le regioni meridionali ma, cari signori, se noi abbiamo un parametro più ricco delle regioni meridionali, ce lo siamo costruito con il nostro lavoro, con il nostro impegno, non certo con i finanziamenti, come è successo in altre parti del nostro Stato (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Per quanto riguarda le accuse rivolte ai nostri amministratori, se nei nostri territori abbiamo un maggior numero di amministratori di rifondazione comunista e di alleanza nazionale, ci sarà qualche motivo. Questi motivi...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Innanzitutto vorrei chiarire che la dichiarazione di voto è sull'emendamento Baccini 1.53, fatto proprio dall'onorevole Pirovano.


Pag. 9405


Per quanto riguarda la riduzione del termine proposta in questo emendamento, già in precedenza ho avuto modo di osservare che non ho riscontrato quel buon senso tipico dei popoli della Padania che sanno benissimo che certi provvedimenti devono essere calendarizzati, programmati e studiati sulla base di tempi congrui che consentano un'analisi approfondita delle reali esigenze della gente. Ricordate benissimo, colleghi, che noi del nord siamo abituati a programmare sulla base di dati di fatto, tenendo in considerazione tutto quello che potrebbe succedere. Non siamo invece abituati a pensare a costruire senza mettere in preventivo le conseguenze.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baccini 1.53, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole Pirovano, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 374
Votanti 371
Astenuti 3
Maggioranza 186
Hanno votato 157
Hanno votato no 214
(La Camera respinge).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baccini 1.52, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole Pirovano, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 383
Votanti 312
Astenuti 71
Maggioranza 157
Hanno votato 94
Hanno votato no 218
(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione emendamento Baccini 1.51, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole Pirovano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Questi emendamenti servono per specificare in modo diverso i tempi di intervento della commissione. Si cerca di prevedere un periodo più breve. Poiché la previsione di trenta o quarantacinque giorni non è stata accettata, chiediamo che almeno ogni due mesi si possa compiere la verifica.
Le verifiche sono sicuramente interessanti ed importanti soprattutto per tutti coloro che pagano regolarmente le tasse al nord, nonostante tutto quello che possono dire i rappresentanti di alleanza nazionale, che in quest'aula hanno portato attacchi personali ad alcuni parlamentari. Forse questa è un'abitudine che viene accentuata dai sistemi utilizzati dal Governo, quale l'istituzione del numero telefonico 117 per le denuncie al fisco, (che ricorda la delazione di antica memoria, utilizzata a Roma alla Bocca della verità, dove si lasciavano lettere anonime), per poter indicare chi presumibilmente dovrebbe essere un evasore.
Vi sono tanti modi di valutare il lavoro svolto dagli altri. Ci sono delle persone che, vedendo delle splendide automobili che passano per strada, sputano sul parabrezza in segno di spregio; ed altre - come al nord - che, invece, traggono motivo di sprone nel vedere quell'automobile per crearsi la possibilità di comprarla. Quello che si è visto è un modo molto meschino di fare ed è, innanzitutto, un attacco personale non provato. Ma ancora più degradante è immaginare che


Pag. 9406

in Italia vi possa essere qualcuno che, vedendo il benessere di altri, anziché trarne un motivo di sprone per riuscire ad emularli, cerchi di disprezzarne il lavoro; il lavoro che altri, faticosamente e per decine di anni, hanno svolto per riuscire ad ottenere un minimo di benessere. Quel benessere che con questo decreto sicuramente non verrà favorito ma che, invece, viene eroso quotidianamente dal sistema di imposizione fiscale di questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bampo. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Signor Presidente, io vengo dalla provincia di Belluno che è famosa per il disastro del Vajont e per altri disastri di natura ambientale. Oltre ai 2 mila morti del 1963 nel Vajont, nell'alluvione del 1966 abbiamo avuto una decina di morti; tali fenomeni si sono verificati sempre per dissesti idrogeologici. Il bellunese è una provincia dove, a causa della situazione viaria esistente, si è registrata una grossa percentuale di morti sulle strade. Nei comuni della valle di Cadore, del Comelico, a Cortina e a Pieve di Cadore si soffre una situazione molto grave a causa dei collegamenti; sto parlando di zone che in alcuni periodi dell'anno sono completamente bloccate: ciò si verifica per fatti oggettivi, sicuramente non dipendenti dalla volontà degli amministratori...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinacci. Ne ha facoltà.

NICANDRO MARINACCI. Vorrei prima di tutto rispondere al collega sindaco leghista che ha parlato dei sindaci del meridione, sostenendo che questi ultimi dovrebbero imparare a predisporre i propri bilanci di previsione. Il sottoscritto, in particolare, è orgogliosamente sindaco di una città del meridione, di Sannicandro Garganico (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU, di forza Italia e di alleanza nazionale), dove ha trovato un passivo di oltre 2 miliardi e mezzo. Dopo diciotto mesi, questo sindaco del meridione (Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)... Porterò anche i soldi della lega, se me li darete!
Dicevo che questo sindaco del meridione ha portato il bilancio del proprio comune in attivo di 1 miliardo e mezzo! Vorrei chiedere ai colleghi della lega come sono oggi i bilanci dei comuni dove hanno governato i suoi esponenti da qualche tempo a questa parte.
Vorrei infine rispondere sulla questione della viabilità ai colleghi italiani, che pensano di essere all'estero qui a Roma e che «albergano» in quest'aula dal 9 maggio 1996. Avanzo tale richiesta perché ho appena sentito dire che in alcune zone nel nord vi sono 25 chilometri di code e che in altre la viabilità non è molto efficiente; invece, noi del sud, nel rispetto della storia, degli usi e dei costumi, nonché delle tradizioni, l'unica cosa che abbiamo ottenuto è l'asfalto sui vecchi tratturi di federiciana memoria! Tutto ciò nonostante il sud ed il Gargano hanno visto e vedono con il culto nicaelico prima ed il culto di padre Pio adesso un flusso di pellegrini che devoti salgono alla montagna sacra attraverso delle mulattiere non asfaltate e malmesse.
E allora? Chiediamo soltanto che al sud venga, non stanziato, ma erogato solo il 10 per cento dei soldi spesi, nel passato e nel presente, per le strade, le autostrade ed infrastrutture varie, che da sempre sono stati dati al nord (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU, di forza Italia e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidi. Ne ha facoltà.

ANTONIO GUIDI. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, questa mattina ho espresso il mio parere in merito al decentramento possibile del Giubileo. Sono orgoglioso di lavorare al sud ed ho chiarito che proprio nella


Pag. 9407

provincia di Foggia c'è il culto di padre Pio, meta di migliaia di pellegrini che da San Severo hanno difficoltà ad accedervi.
Detto questo, mi preme chiarire che pur rispettando chi non rispetta le opinioni di tutti, mentre comprendo ma non approvo gli attacchi a Roma, intesa come luogo di potere, mi sento profondamente offeso, amareggiato, rattristato ed indignato per le parole che assimilano ai romani un potere che si vuole mettere in discussione.
Roma è orgogliosa di sé, delle sue contraddizioni, delle sue difficoltà; ma è anche orgogliosa di essere sede del Vaticano, della sinagoga, della nuova moschea, delle persone laiche e non che vivono in dignità una vita difficile, resa ancor più difficile da tanti inaccettabili pregiudizi. Roma sta vivendo il trauma, ma anche la sfida di civiltà della multirazzialità, che, a mio avviso, in un regime di accoglienza civile è un valore.
Basta parlare di Roma e dei romani come dei mascalzoni! Basta! Basta! Basta!

DIEGO ALBORGHETTI. Smettila, non l'abbiamo mai detto!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Ballaman. Ne ha facoltà.

EDOUARD BALLAMAN. Signor Presidente, vorrei spendere una parola in favore del meridione, perché ultimamente ci siamo trovati a discutere su un articolo relativo ai lavori socialmente utili con il quale si vanno ad investire altri 30 miliardi per Napoli e 10 per Palermo. Questi miliardi che vengono spesi rappresentano una continuazione di quei 105 miliardi stanziati per Napoli e di quei 45 stanziati per Palermo sempre nel 1996: negli ultimi sei anni 700 miliardi sono stati dati a Napoli e 381 a Palermo.
Insomma, non è corretto che vi sia sempre questa sperequazione a vantaggio del «settentrione» di Napoli contro il «meridione» di Palermo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bosco. Ne ha facoltà.

RINALDO BOSCO. Anch'io, signor Presidente, vorrei spendere qualche parola per il meridione. In effetti tutto il paese ha bisogno... Colleghi, per cortesia!
Credo che tutto il paese, dicevo, in effetti abbia necessità di eseguire delle opere che attualmente non ha e credo che il Giubileo debba essere un «atto di fede» e non un business ed un'esposizione dei lavori che si devono realizzare.
Vorrei rispondere al sindaco che prima ha detto di essere in particolare sindaco di un paese; peraltro non capisco perché abbia detto «in particolare»: sarà sindaco di un paese. Ebbene, io vengo da una regione che è stata governata dalla lega, il Friuli-Venezia Giulia. Noi abbiamo risanato un bilancio della sanità che aveva un passivo di 270 miliardi. Abbiamo ridato fiato...

PRESIDENTE. Grazie onorevole collega, il tempo a sua disposizione è decorso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, intervengo in dissenso, ma anche da quel sindaco che sembra essere il «sollevatore del sud». Io lo propongo come amministratore della Cassa per il Mezzogiorno, dell'Isveimer, e di tutti gli organismi che riguardano il sud. Visto che fa andar così bene le cose, proponiamolo anche per qualche commissione o qualche istituzione del sud!
Si parla sempre dei sindaci del nostro movimento, affermando che si comportano male e che non amministrano bene. Sono sindaco anch'io ed il mio bilancio è in attivo; ma è difficile amministrare


Pag. 9408

quando non ci sono i fondi. Vi sono città come Palermo che hanno un trasferimento pro capite di 1 milione e 83 mila lire; il mio paese ha un trasferimento di 23 mila lire per abitante. Devo fare i salti mortali per pagare i dipendenti, per sistemare le strade e smaltire l'immondizia. Vi ricordo che il mio paese avrebbe bisogno di una strada, di un ponte per poter separare l'area industriale dall'abitato. Ma i fondi non arrivano, perché noi siamo i «privilegiati», quelli che hanno di più rispetto ad un sud povero. La guerra aveva impoverito tutti, qualcuno ha reagito ed altri no. Nel 1945, dopo i bombardamenti, siamo partiti tutti da zero; qualcuno con la forza delle proprie braccia è riuscito a risollevarsi, altri, grazie ad una classe politica...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Alborghetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. Credo che discutere in quest'aula di amministrazioni locali ci porti lontano e sia anche deviante. D'altra parte abbiamo un giudice inappellabile che è il cittadino; lasciamo dunque ai cittadini tale incombenza. Una cosa però è certa: nessuno degli amministratori della lega nord è in prigione per malversazione o furto, a differenza di quanto accade per quasi tutte le forze politiche, compresi voi di alleanza nazionale (Proteste dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
È anche certo che amministrare localmente è difficilissimo e diventa sempre più impossibile grazie alle leggi ed a quella confusione legislativa e politica che voi, ad eccezione della lega, avete sempre sostenuto e continuate a sostenere.
Non comprendo come non si riesca a capire, nonostante si cerchi di parlare italiano...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calzavara.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Un collega prima parlava di viabilità; tale problema è sempre interessante, ma forse egli non ricorda la legge n. 531 di programmazione del piano decennale della grande viabilità dell'ANAS. Tale legge prevedeva una sorta di riserva indiana, cioè che il 40 per cento di tutto il finanziamento per la viabilità nazionale fosse destinato alle regioni del Mezzogiorno a prescindere...

MARIA RITA LORENZETTI. Vedo che ti ricordi!

ENRICO CAVALIERE. Certo, grazie collega Lorenzetti!
Dicevo, a prescindere dai parametri giusti e corretti previsti al fine di ripartire in maniera equa (in base al numero di abitanti, ai veicoli circolanti ed altri fattori) le risorse. Dunque, una sorta di riserva indiana, senza considerare poi le opere straordinarie per i mondiali del '90, per le colombiadi e quant'altro. Già il settentrione partiva svantaggiato, caro collega; ed è per questo che oggi il Veneto è in passivo anche se in teoria attende ancora circa 871 miliardi dall'ANAS che probabilmente, anzi sicuramente, non vedrà mai.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cavaliere.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Signor Presidente, intervenendo in dissenso, faccio rilevare che i problemi dello Stato non si risolvono con gli esercizi di retorica; anzi, alcuni regimi, a noi molto noti, di qualche decennio addietro, hanno dimostrato che la retorica di solito porta allo sfascio, alla distruzione degli Stati.
Noi non facciamo retorica, stiamo dimostrando molto chiaramente che ci vogliamo opporre con tutti i mezzi possibili


Pag. 9409

all'approvazione di un provvedimento che è veramente scandaloso. Non si comprende per quale motivo sia necessario destinare 3.500 miliardi per interventi che nulla hanno a che vedere con il Giubileo. Fra tutti quelli ipotizzati, sono previste decine di centinaia di miliardi per interventi a sostegno dell'occupazione giovanile e per la promozione di nuove professionalità. Bisognerebbe capire che cosa hanno a che vedere con il Giubileo.
È inutile nascondersi dietro discorsi fumosi, retorici ed altisonanti: la realtà è che questa del Giubileo è l'occasione per una grandissima «pappatoia» dei partiti romani, che ragionano con la testa a Roma e che sono interessati unicamente a sperperare i denari pubblici dei contribuenti, soprattutto di quelli padani, i quali mantengono lo Stato italiano, a discapito...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Covre. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE COVRE. Credo che il provvedimento sul Giubileo del 2000 sia in realtà un pio pretesto per mettere in circolo alcune migliaia di miliardi. Il fatto è, signor Presidente, che in questo paese buona parte delle opere pubbliche che sono state realizzate sono frutto di calamità, di stati di emergenza e di necessità: si passa da un terremoto ad un'alluvione; da un mondiale di calcio ad un'olimpiade e, ben ultimo, al Giubileo. Il guaio è che anche per il Giubileo del 2000 stiamo parlando di un provvedimento d'urgenza. In realtà certamente queste opere non si riuscirà a realizzarle entro il 2000, come è stato più volte ripetuto in quest'aula.
Il guaio di questo paese, signor Presidente, cari colleghi, è che nessuno è mai riuscito a fare una seria programmazione degli interventi e dei lavori da realizzare. Questo, purtroppo, è ciò che di più grave si è verificato in questo paese: si va da un'emergenza all'altra ed è per questo che è importante che ognuno di noi rifletta prima di votare sul provvedimento in esame. Non si possono risolvere i problemi del paese, infatti, votando provvedimenti che sono solo frutto di emergenze. Questo è l'appello che rivolgo a tutti i colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Guido Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Le amministrazioni, in particolare quelle governate da noi, che hanno aumentato i bilanci, ad esempio, da 8 a 15 miliardi si trovano a gestire parecchie opere in conto capitale che, con la sola IVA, stanno attualmente finanziando lo Stato centrale. Noi non abbiamo trasferimenti, non abbiamo 3.500 miliardi come il sindaco di Roma; noi diamo soldi già con le opere in conto capitale, oltre che con le tasse. I cittadini delle nostre parti sappiano allora ben riflettere e capiscano cosa vuol dire dare 3.500 miliardi ad un unico sindaco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, dissento dal collega riguardo al numero di giorni che dovrebbero intercorrere ai fini del controllo, di cui all'emendamento. Non credo però che questo aspetto sia importante; piuttosto è importante parlare del merito del provvedimento. Si è sollevata in quest'aula la solita questione nord-sud ed è importante dibattere su questo. Però anche i sindaci che qui rappresentano il sud e che sono intervenuti a favore delle zone meridionali hanno posto gli stessi identici problemi che richiamiamo sempre noi. Si pone allora un problema: o queste persone sono dei perfetti ipocriti, perché, se non fossero tali, non si capirebbe come mai il sud sia rimasto al palo, non siano cresciute la sua economia né le possibilità di portare il benessere in quell'area, oppure sono assolutamente ed insopportabilmente ingenui e sono vittime di...


Pag. 9410

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Intervengo in dissenso per ribadire la contrarietà all'investimento per il Giubileo e dire invece «sì» al potenziamento della rete ferroviaria del nord prima citata, la Lione-Trieste. Ciò per evitare un futuro chiuso per il nord-est del paese. Già non si riesce a passare per l'Austria per via degli ecopunti; inoltre si è tagliati fuori anche dagli investimenti ferroviari. A questo punto davvero, Giubileo o non Giubileo, non ci resta che pregare. Però, attenzione: se in Padania si ferma l'economia, nel sud del paese dalle preghiere per il santo Giubileo si passerà al pianto per fame. Questa è una riflessione che deve vederci coinvolti un po' tutti, almeno lo spero.
Allora, diciamo «no» al Giubileo, perché le somme destinate alla sua realizzazione verranno sottratte a quelle aree del paese che ne hanno invece bisogno per poter lavorare e creare le ricchezze che finora sono servite...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Fongaro. Ne ha facoltà.

CARLO FONGARO. Signor Presidente, vorrei dire due parole sullo Stato estero con il quale lo Stato italiano farà questa enorme operazione. Il coinvolgimento della Chiesa e dello Stato del Vaticano in questo progetto non mi tranquillizza assolutamente né per quanto riguarda le regolarità degli appalti né per quanto riguarda la realizzazione delle opere. Non dimentichiamo il cardinale Marcinkus: certamente l'amico se ne è andato in pensione in America, ma comunque, anche se l'uomo non c'è, è rimasto il metodo.
Così, mentre il sistema imprenditoriale e politico ha avuto la bonifica parziale - ma sempre bonifica è stata - di «Mani pulite», si può ipotizzare che nelle strutture vaticane sia ancora tutto come prima, visto che queste non hanno mai fornito i doverosi chiarimenti sui meccanismi e sulle complicità che hanno reso possibile...

PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Signor Presidente, intervengo in dissenso richiamandomi all'oggetto dell'emendamento: con esso si chiede di anticipare a 60 giorni il termine entro il quale la commissione prevista dovrebbe esprimere il proprio parere e definire i progetti pervenuti.
Tuttavia, data la vicinanza della scadenza - si parla di soli tre anni - non ho molta fiducia sul fatto che tutti i lavori progettati saranno portati a termine entro questo arco di tempo. Non penso nemmeno che i cittadini che vivono e che operano a Roma siano disposti ad accettare tre anni di cantieri (e non saranno solo tre anni, ma ben di più).
Pertanto, per quanto riguarda l'emendamento, anticipare...

PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Michielon. Ne ha facoltà.

MAURO MICHIELON. Signor Presidente, vorrei chiarire all'amabile amico Pezzoli - il quale ha detto che tra coloro che siedono nei nostri banchi molti hanno votato DC (mentre quelli di alleanza nazionale avevano il Movimento sociale italiano che li sorreggeva ) - che un certo Publio Fiori nel 1992 era sottosegretario di Stato con la democrazia cristiana e dopo che è passato al gruppo di alleanza nazionale è diventato ministro!
Pertanto, prima di venire a vedere a casa nostra come vanno le cose, sarebbe meglio che egli guardasse le cose a casa sua.
Inoltre, faccio presente all'amico Nicola Pasetto che a Castelfranco Veneto la


Pag. 9411

lega ha dimezzato i voti - ma ha sempre il 20 per cento - mentre alleanza nazionale ha solo il 5 per cento e forza Italia l'8 per cento! Questi sono i livelli di un partito come alleanza nazionale...

PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, pur essendo io consigliere provinciale di una provincia della Padania, non entrerò in questo tipo di discussione che reputo più opportuna in altre sedi. Tuttavia, entrando nel merito dell'emendamento, devo dire che quando sono venuto a Roma dopo le elezioni, dato che risiedevo all'estero, mi sono scontrato con modi e tempi ben diversi rispetto a quelli ai quali ero abituato. Pertanto, credo davvero che diminuire da 90 a 60 giorni il termine previsto non sia una proposta sensata; anzi, proporrei addirittura di aumentare tale termine. Sono due anni che sappiamo che nel 2000 ci sarà il Giubileo: dobbiamo avere davvero la possibilità di realizzare opere concrete e soprattutto utili, e la possibilità di stabilire se si tratti di opere utili la si ha solo se...

PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Frigerio. Ne ha facoltà.

CARLO FRIGERIO. Colgo l'occasione per informare che anch'io sono un sindaco di un comune della provincia di Varese e sono disgustato, contrariato nel vedere lo sperpero di 5 mila miliardi per il Giubileo, quando nel mio comune per un monastero del settecento che sta cadendo a pezzi ho richiesto da ben 2 anni un finanziamento che fino ad oggi non è ancora arrivato.
Pertanto, esprimo la mia contrarietà allo sperpero di soldi per il Giubileo, quando con 4 miliardi si potrebbe restaurare un'opera d'arte risalente al settecento.
Signor Presidente, devo dire anche che i cittadini della Padania sono stufi di continuare a erogare soldi e non vogliono più sobbarcarsi l'onere di 5 mila miliardi per il Giubileo, per realizzare opere di cui non godranno mai i benefici. Esprimo quindi il mio dissenso non solo su questo emendamento, ma sull'intero provvedimento concernente il Giubileo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baccini 1.51, ritirato dai presentatori e fatto proprio dall'onorevole Pirovano, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 364
Votanti 285
Astenuti 79
Maggioranza 143
Hanno votato 67
Hanno votato no 218
(La Camera respinge).

Porrò ora in votazione l'emendamento Pirovano 1.91, avvertendo che, in caso di pronuncia contraria della Camera al principio della sottoposizione al parere delle Commissioni parlamentari del piano degli interventi, si intenderanno respinti gli emendamenti Pirovano 1.90 e 1.89.

ETTORE PIROVANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Ritiro l'emendamento 1.91.

PRESIDENTE. Ritira solo questo emendamento o anche gli altri due?

ETTORE PIROVANO. Ritiro soltanto l'emendamento 1.91.


Pag. 9412

PRESIDENTE. Passiamo allora alla votazione dell'emendamento Pirovano 1.90.

FRANCESCO FORMENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORMENTI. Presidente, mi appello alla sua sensibilità, perché ho constatato che lei ha fatto un salto che neanche i canguri australiani riuscirebbero a fare, saltando una serie di emendamenti che prevedevano...

PRESIDENTE. Mi scusi, ma è inutile che perdiamo tempo, perché tutti quegli emendamenti sono stati dichiarati inammissibili.
Dica qual è la questione.

FRANCESCO FORMENTI. Mi riferisco ad una questione di analogia con altri decreti-legge, in cui il tema trattato era stato esteso ad altre zone: in materia di alluvioni, per esempio, ricordo nel 1993 l'alluvione che non si è mai verificata in Puglia.

PRESIDENTE. Mi dica qual è la questione.

FRANCESCO FORMENTI. Abbiamo presentato degli emendamenti.

PRESIDENTE. Sono già stati dichiarati inammissibili in precedenza. Mi dica qual è il problema.

FRANCESCO FORMENTI. Mi appello a lei per farli...

PRESIDENTE. No, sono inammissibili.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.90, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 379
Votanti 274
Astenuti 105
Maggioranza 138
Hanno votato 56
Hanno votato no 218
(La Camera respinge).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.89, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 362
Votanti 255
Astenuti 107
Maggioranza 128
Hanno votato 43
Hanno votato no 212
(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Pirovano 1.122.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Mi dispiace, signor Presidente, ma anche in precedenza avevo alzato la mano in tempo utile.

PRESIDENTE. Mi scusi, non l'ho vista.

ETTORE PIROVANO. Mi fanno notare che era la votazione numero 17 e forse portava male.

PRESIDENTE. Vedrà che la numero 18 andrà meglio!
Il tempo passa, onorevole Pirovano.

ETTORE PIROVANO. Ho cinque minuti a disposizione.

PRESIDENTE. Sì, certamente.


Pag. 9413

ETTORE PIROVANO. Se potessi riposare durante questi cinque minuti, facendoli decorrere...

PRESIDENTE. Come vuole.

ETTORE PIROVANO. Perché sopprimere il terzo periodo del comma 2? Il piano adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri può essere modificato ed integrato anche sulla base delle relazioni trimestrali di cui al comma 7. Mi risulta che il comma 7 sia stato poi eliminato. Se il piano può essere modificato ed integrato anche sulla base delle relazioni trimestrali di cui al comma 7, il comma 3 sembra non avere più senso, in quanto il comma 7 è stato eliminato in sede di Commissione. Perché questo emendamento? Questo emendamento riguarda sempre e comunque l'indirizzo di tutto il disegno di legge che, come penso abbiano ormai capito tutti (è la teoria della goccia), riguarda Roma e il Lazio. Torno a ripetere, anche se alcuni colleghi del Polo (parlo per esempio dell'onorevole Baccini) insistono nel dire che gli esponenti della lega sono stati scortesi nei confronti dei cittadini romani, che non vi è nulla nella posizione del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania nei confronti dei cittadini romani. Molti di questi cittadini romani (perché noi frequentiamo Roma, anche se poco perché di solito siamo qui dentro) non sono concordi sul fatto che vengano spesi in questo modo anche i loro soldi (una piccola parte, infatti, probabilmente ce la mettono anche loro) e soprattutto sono terrorizzati dal fatto che i cantieri dureranno anni ed anni senza poi avere un riscontro finale e senza essere sicuri che tali opere verranno portate a compimento e che i soldi che saranno spesi lo saranno realmente per quelle opere. Nelle pieghe di questo provvedimento c'è infatti la possibilità di prelevare fondi non utilizzati per altre opere funzionali al Giubileo. Noi gradiremmo che, oltre ad essere funzionali, queste opere fossero anche funzionanti perché importante non è tanto riuscire, come sempre, a dare soldi a qualcuno, quanto, una volta ogni tanto, realizzare strutture che funzionano, finite, il cui costo sia preciso e che possano portare vantaggi alla popolazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Dicevo in un mio precedente intervento che la vita di Roma nei prossimi anni verrà stravolta. Ci si chiede se si riusciranno a coordinare tutti i movimenti che interesseranno la città e il blocco che comporteranno i lavori e come potranno andare le cose. La città sarà invivibile sia per i residenti sia per i turisti, con un danno notevole per Roma. Mi domando perciò se valga la pena di effettuare certi lavori, che non compenserebbero le perdite che subiranno i cittadini a seguito del blocco della città. Per quanto riguarda le stime, vorrei poi sapere se è veritiera quella di 30 milioni di turisti che verranno...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Grazie, signor Presidente. Intervenendo in dissenso faccio rilevare come molti colleghi di gruppi diversi dal nostro hanno preso come giustificazione per la votazione a favore o l'astensione su questo decreto-legge il fatto che comunque porterà benefici a livello generale a tutto l'attuale Stato italiano. Noi non siamo contrariati da ciò, anzi, estendendo questo concetto, pensiamo che il beneficio non dovrebbe limitarsi allo Stato italiano, ma toccare per lo meno tutta la Comunità europea, il contesto internazionale nel quale viviamo. Ma a questo punto, visto che se i benefici sono dello Stato italiano allora paga lo Stato italiano (cioè i contribuenti padani) perché se i benefici riguardano parzialmente anche l'Unione europea non si cercano in quella sede contributi per


Pag. 9414

questi finanziamenti? Il motivo è semplice: è chiaro che l'Unione europea non darà mai finanziamenti per progetti che non esistono e non hanno tempi certi di esecuzione e modalità chiare di esecuzione.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo sempre sul merito degli emendamenti, anche perché purtroppo vi sono dei passaggi che non condivido. Ritengo che le prime parole del terzo periodo del comma 2 dell'articolo 1, con le quali si prevede che il piano può essere modificato, debbano rimanere, ma bisognerebbe aggiungere un ulteriore specificazione: soltanto per eliminare interventi che, in effetti, non potrebbero essere realizzati nei termini utili per lo svolgimento del Giubileo, cioè entro il 2000. Non, quindi, per aggiungere ulteriori opere che ad oggi non sono state ancora previste e che si trasformerebbero sicuramente in ulteriori costi per lo Stato. Deve essere chiaro a tutti che le modifiche devono essere solo ed esclusivamente...

PRESIDENTE. Onorevole Stucchi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Signor Presidente, se anche dovesse essere ammissibile e corretta, come sostiene il collega Stucchi, la possibilità di modificare il piano ogni tre mesi, quello che è più curioso è che forse non si sono analizzati bene i flussi di accesso dei pellegrini durante l'anno santo, che sicuramente non attraverseranno l'Italia meridionale in direzione sud-nord, ma molto più probabilmente, considerando che le nazioni europee con maggiori presenze cattoliche sono quelle dell'Europa centrale, come la Francia e la Germania, od anche la Spagna, le zone settentrionali. A questo punto non si capisce perché, per esempio, agli investimenti per 4 mila miliardi nell'anello ferroviario di Roma si contrappongano tagli del 45 per cento delle linee ferroviarie nel nord Italia ed in particolare nel nord-est...

PRESIDENTE. Onorevole Cavaliere, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, come parlamentare del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania, ritengo che non si possano eludere i gravi problemi di ordine finanziario che sorgeranno per la realizzazione di queste opere, essendo a tutti evidente la sottovalutazione dei costi. Ed allora mi sembra grave che il Governo non abbia valutato la necessità di rivolgersi per queste incombenze ai buoni uffici di un grande istituto, l'Istituto opere di religione, un ente bancario molto attivo ed operoso, con grandissima esperienza soprattutto nel delicato settore della collocazione dei capitali all'estero. Penso che vi sia la possibilità che lo IOR, magari provato dalle dure condizioni che ha dovuto subire a cura dell'attuale ministro Andreatta per la sistemazione della partita del Banco Ambrosiano, faccia magari qualche difficoltà...

PRESIDENTE. Onorevole Borghezio, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Apolloni. Ne ha facoltà.

DANIELE APOLLONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola in dissenso dal mio gruppo: la mia preoccupazione verte sull'effettiva capacità di questo Governo di portare a buon termine i progetti e gli impegni assunti; una capacità in cui noi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania non crediamo affatto. Sarete insomma in


Pag. 9415

grado di completare l'opera entro i termini stabiliti, o farete le solite cose a metà, le classiche cose da governo romano centralista, insufficienti e mediocri? O è forse un modo scaltro, ma noi menti padane non ci facciamo raggirare così facilmente, un tentativo, comunque, per cercare di mettere a posto una grande città con la scusa del Giubileo del 2000...

PRESIDENTE. Onorevole Apolloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, parlo in dissenso dal mio gruppo: mi sembra giusto aggiungere alcune puntualizzazioni su questo provvedimento e sulle cifre che vengono stanziate per un progetto, che non è tale, con tempi che non sono stati programmati e senza finalità specifiche. Come è possibile chiedere questo tipo di impegno, per esempio, a delle aree come quella che io rappresento, della alta Val Camonica? Parlo di quel profondo nord che ha un 22 per cento di disoccupazione, quel profondo nord che ha una viabilità con percorrenze medie al di sopra della media europea, con tempi quattro volte superiori alla media europea, con un collegamento ferroviario, con un pendolarismo al di fuori della Padania. Insomma, come è possibile chiedere a queste aree un ulteriore impegno, un impegno che il governo provvisorio della Padania ha valutato in 105 mila lire pro capite? Come è possibile chiedere a queste persone un ulteriore impegno, un ulteriore finanziamento a fondo perduto per questo Stato fraudolento?
Sono convinto che ciò non sia possibile; non è possibile chiedere tale impegno ed è per questo che sono pienamente d'accordo con quello che il governo provvisorio della Padania, chiede con il suo progetto di resistenza fiscale...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Caparini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo in dissenso perché due mesi fa avevo proposto ironicamente e in modo provocatorio che nella Commissione bicamerale un posto fosse riservato ad un rappresentante del Vaticano. Ora mi rendo conto che ciò non serviva, perché il Vaticano con questi 3.500 miliardi ha dimostrato di non aver alcun bisogno di partecipare ai lavori di questo Governo in quanto già ottiene, in sostanza, ciò che vuole.
Propongo allora che sia un membro del nostro Governo a chiedere di essere accreditato presso la Santa Sede, visto che ormai il potere lo si esercita lì e non più in quest'aula: ciò vale almeno per questo provvedimento da migliaia di miliardi, che sottrae ricchezze al nord (abbiamo visto prima, come e in quale modo); parlo di quelle ricchezze che ora mancano per la realizzazione della pedemontana, per il passante di Mestre, per il potenziamento della linea ferroviaria...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Dussin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Signor Presidente, intendo esprimere il mio dissenso richiamando l'attenzione sul terzo periodo del comma 2: «Il piano può essere modificato e integrato anche sulla base delle relazioni trimestrali...» . Io sono contrario, in ogni caso, al comma 2 nella sua globalità, però è evidente che lavori del genere necessitano di integrazioni e di modificazioni progettuali. Quindi ritengo che tale terzo periodo del comma 2 sia necessario, fermo restando la mia contrarietà personale sul comma 2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.


Pag. 9416

GIACOMO STUCCHI. Presidente, confermo quanto ha detto il collega che mi ha preceduto sul merito di questo emendamento. Eliminare il terzo periodo del comma 2 vuol dire in sostanza non consentire le modifiche dei piani che vengono impostati per gli interventi del Giubileo del 2000.
Io sono contrario a tutte le opere previste per il Giubileo del 2000, come del resto lo è tutta la Padania; sono contrario a sperperare soldi in questo modo. Per una questione di razionalità non posso tollerare che tra due, sei mesi qualcuno si alzi una mattina e proponga di inserire ulteriori opere all'interno di questi piani e di questi progetti. Non è possibile per un semplice motivo, perché servirebbe un'ulteriore copertura finanziaria e i soldi arriverebbero sempre e comunque dalla Padania.
Ed allora le chiedo, signor Presidente, se ritenga giusto che una parte del paese sia sempre costretta a pagare per mantenere e realizzare...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Stucchi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bampo. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Signor Presidente, qui a Roma direbbero che a lei, al Governo, ai colleghi, dell'intervento che sto per fare... «nu' je ne po' fregà de meno»! Cercherò comunque di esporre i motivi per cui dissento.
Vorrei suggerire al Santo Padre di avere meno idee, perché 25 mesi or sono ebbe quella di istituire...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bampo: lei si esprima come meglio ritiene, ma rispetti persone che non sono qui presenti. È chiaro? Ha capito? Vada avanti, lei ha capito benissimo!

PAOLO BAMPO. Se tutte le volte che si decide di istituire un anno santo dovessimo pagare un maquillage, una ristrutturazione di Roma, probabilmente la Padania si svenerebbe!
Questa mattina ho sentito il sottosegretario Bargone dire che non c'è stato il tempo per...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Copercini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI COPERCINI. Sono in dissenso con il collega del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania perché penso che questo emendamento sia del tutto inutile: i giochi sono probabilmente già fatti, varianti in corso d'opera comprese.
Mi consenta, Presidente, di utilizzare un'espressione in uso dalle nostre parti: per ingrassare il porco lo si alimenta con l'unico cibo disponibile in questa Repubblica, e cioè con il debito pubblico, come dicevo già prima in un precedente intervento.
Ma che animale è questo porco onnivoro e chi sono gli stallieri che gli riempiono le mangiatoie (e sono tante!)? L'animale è il prodotto dell'accoppiamento...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Copercini.

GIANFRANCO SARACA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO SARACA. Presidente, credo che sedere in quest'aula sia uno dei più alti onori che si possano avere. Mi sono vergognato profondamente poco fa, quando ho sentito il collega parlare in certi termini del Santo Padre. È una cosa che mi fa vergognare profondamente e sono sdegnato per questo.

RAMON MANTOVANI. È lo stesso, però, anche quando insulti gli zingari!

PRESIDENTE. Credo che alcune espressioni siano lesive soltanto dell'onorabilità di che le pronuncia (Applausi).
Passiamo ai voti.


Pag. 9417


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.122, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

DAVIDE CAPARINI. Chiuda la votazione, Presidente!

UMBERTO CHINCARINI. Presidente, vada a votare anche lei, se ce n'è bisogno!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Dei parlamentari iscritti al gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania non ha preso parte alla votazione alcun deputato. Poiché da parte del suddetto gruppo è stata richiesta la votazione qualificata, si intende che ai fini del numero legale siano computati come presenti venti ulteriori deputati. In virtù di tale aggiunta, la Camera è in numero legale per deliberare.

Comunico il risultato della votazione:


Presenti 284
Votanti 278
Astenuti 6
Maggioranza 140
Hanno votato 2
Hanno votato no 276
Sono in missione 18 deputati.
(La Camera respinge).

ENRICO CAVALIERE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Chiedo alla Presidenza se può disporre una verifica immediata delle schede in rapporto alle presenze.

PRESIDENTE. A quale verifica si riferisce, scusi?

ENRICO CAVALIERE. Presidente, chiedo di verificare che vi sia concordanza tra la scheda inserita nel dispositivo ed il parlamentare presente.

PRESIDENTE. Onorevole Cavaliere, ormai la votazione è stata chiusa. Avrebbe dovuto avanzare la richiesta prima.

FABIO CALZAVARA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. Credo che l'Assemblea si sia resa conto che il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania sta facendo opposizione.

PRESIDENTE. Sì, più o meno ce ne siamo accorti.

FABIO CALZAVARA. Credo allora che lei, Presidente, abbia bisogno di fare dieci minuti di sosta. Non ritengo infatti che lei lo faccia apposta per tagliare un quarto d'ora di opposizione della lega, ma è già la quarta volta che lei non vede il nostro collega seduto al banco del Comitato dei nove che chiede la parola.
La prego pertanto di farsi brevemente sostituire nella conduzione dei nostri lavori o di concedersi una sosta di un quarto d'ora (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ci rifletterò sopra.
Avverto che gli emendamenti Pirovano da 1.92 a 1.123 sono tutti volti, pur con differente estensione e modalità, a introdurre il principio della non modificabilità, assoluta o parziale, del piano degli interventi per il Giubileo.
Chiamerò pertanto l'Assemblea a pronunciarsi preliminarmente sul principio contenuto nella parte comune di cui all'emendamento 1.92 individuata nelle parole: «Il piano non può essere ulteriormente modificato», avvertendo che, in caso di reiezione, si intenderanno respinti gli stessi emendamenti 1.93, 1.94 e 1.95 recanti


Pag. 9418

la medesima espressione, nonché gli emendamenti 1.124 e 1.123 volti ad escludere la modificabilità parziale del piano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pirovano 1.92.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Le ragioni di questo emendamento sono evidenti. La possibilità che il piano venga modificato, anche parzialmente, significa che può essere modificato non soltanto parzialmente. Ciò vuol dire che si può mutare l'elenco delle opere da eseguire, indicate in un consistente fascicolo di più di cinquecento lavori per i quali è stata data un'indicazione a nostro avviso soltanto sommaria dei costi, aprendo non una piccola finestrella, ma spalancando i portoni alla possibilità che lavori oggi indicati come realizzabili e indispensabili, risultando in realtà irrealizzabili, vengano poi sostituiti da altri interventi che oggi non possiamo neanche supporre.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 20,25)

ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, gradirei di poter parlare in un'aula più silenziosa.

PRESIDENTE. Continui pure, onorevole Pirovano.

ETTORE PIROVANO. Ma io gradirei di poter parlare in un'aula più silenziosa.

PRESIDENTE. La stanno ascoltando tutti.
Colleghi, vi prego di prestare ascolto all'onorevole Pirovano. Continui pure.

ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, colleghi, ci riallacciamo al concetto di «funzionale» che, sulla base dell'ampio vocabolario della lingua italiana, può essere utilizzato per qualsiasi opera, perché qualsiasi opera, tirandola per i capelli, può essere ricondotta al concetto di funzionalità nei confronti del Giubileo.
Nell'elenco che abbiamo scorso molto velocemente ieri sera sono inclusi campeggi, rifacimenti delle mura romane, 32 miliardi di veicoli per il comune di Roma. Immagino e spero, come è già stato detto...
Signor Presidente, chiedo che l'Assemblea presti maggiore attenzione a quanto sta avvenendo. Se sono in corso della discussioni da bar, che vengano fatte al bar.

PRESIDENTE: Onorevole Pirovano, continui, la sentiamo benissimo.

ETTORE PIROVANO. Sì, ma mi disturbano. Io ho bisogno di concentrazione per riuscire a parlare, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole colleghi, per favore, fate un po' di silenzio.
Prosegua, onorevole Pirovano.

ETTORE PIROVANO. Come stavo dicendo, si destinano 32 miliardi per i veicoli, e spero che non siano soltanto delle automobili. Come è stato detto questa mattina da un nostro collega, nutro forti dubbi sul fatto che nella pianificazione dei lavori da realizzare si sia tenuto conto di cosa succede quando 20 milioni di persone, che vengono per uno scopo religioso, invadono una città. Si è immaginato quale diversa concentrazione in termini percentuali di anziani e di disabili si avrà alle porte di Roma? Non ho ancora visto a Roma (e probabilmente è colpa mia perché non l'ho sufficientemente visitata) autobus che possano essere utilizzati dai disabili. Nelle stazioni ferroviarie di Roma, in particolare sulla linea che frequentiamo noi da Fiumicino a Termini, ho notato che è quasi impossibile anche per una persona che non sia portatrice di handicap e con una sola valigia in mano salire sulle carrozze. Non parlo poi delle carrozze che sono il primo esempio di questa città al momento in cui si arriva all'aeroporto internazionale dove giungono persone da tutto il mondo.


Pag. 9419

MARIO BORGHEZIO. Già non funziona adesso!

ETTORE PIROVANO. Non parlo delle carrozze dal punto di vista estetico, ma dal punto di vista dell'accessibilità di tutti i mezzi pubblici. Non ho visto nulla al riguardo nel piano, ma se c'è, gradirei essere smentito. Non ho visto al di là dell'eliminazione delle barriere architettoniche, che sono una cosa normalissima in tutti i comuni d'Italia, non ho visto un particolare interesse nei confronti di tutti quei pellegrini che si avvicineranno a Roma i quali in grandissima percentuale saranno anziani e probabilmente anche malati, portatori di handicap. Costoro arriveranno nella speranza di trovare in questa città, nel corso del Giubileo del 2000 le stesse cose che con altri pellegrinaggi trovano in altri santuari in Italia e all'estero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Apolloni. Ne ha facoltà.

DANIELE APOLLONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola in dissenso rispetto a quanto detto dal collega Pirovano.
Noi dobbiamo fare i conti con una Roma padrona e ladrona che ci sta rubando 3.500 miliardi per mettere a posto una città priva di un piano regolatore adeguato e moderno, addirittura dal 1960; 3.500 miliardi per una finta manifestazione spirituale che in realtà non è altro che un grosso e blasfemo giro d'affari (Applausi polemici dei deputati del gruppo del CCD-CDU)!
Noi della lega nord per l'indipendenza della Padania, proprio perché più cristiani di voi, diciamo «sì» al Giubileo, ma ad un Giubileo più umile e più povero, proprio secondo i più veri e puri canoni cristiani.

PIERLUIGI COPERCINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI COPERCINI. Signor Presidente, come lei sa la richiesta di intervento sull'ordine dei lavori ha la precedenza su tutte le altre.
Mi rivolgo a lei perché in quest'aula, con questo brusio di fondo, con queste movimentazioni, con questi crocchi di persone che alimentano le relazioni umane mi è stato impossibile seguire le dotte argomentazioni del mio collega Pirovano. Non chiedo a lei di consentire al collega Pirovano di esporre nuovamente quanto ha appena detto, anche perché sono certo che avrà modo di ripeterle in seguito, vorrei però che lei mantenesse una condizione di ordine in quest'aula, in modo che tutti i deputati possano ascoltare senza essere disturbati.

PRESIDENTE. Onorevole Copercini, mi sembra che l'atmosfera sia assolutamente compatibile con lo svolgimento dei lavori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. Parlo in dissenso dal voto espresso dal collega Pirovano su questo emendamento, anche se concordo con quanto detto dallo stesso collega Pirovano e cioè che noi non ce l'abbiamo con i cittadini di Roma, anzi sappiamo che gli onesti soffrono di questa situazione almeno quanto noi. Quando noi diciamo «Roma ladrona» (quel motto che lei, Presidente, ha condiviso ed urlato con noi fino a quando è diventato Vicepresidente della Camera) (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) intendiamo fare riferimento allo Stato politico. Anche qui ho sentito affermare inopinatamente che noi leghisti offenderemmo lo Stato. Come possiamo offenderlo quando sosteniamo che si tratta di uno Stato centralista, colonialista e, per molti versi, razzista? Questo fatto è conosciuto e riconosciuto a livello internazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.


Pag. 9420

ENRICO CAVALIERE. La questione relativa all'emendamento Pirovano 1.92 è da affrontare in maniera oculata, poiché vi potrebbe essere una doppia interpretazione. La prima: non consentendo un aggiornamento dell'elenco delle opere da realizzare, si andrebbe di fatto a sottoscrivere quello che è ormai un pacchetto di opere già decise nel passato e che sono state trasferite nel tempo attraverso i provvedimenti per Roma Capitale, per i mondiali di calcio e per il Giubileo del 2000; un pacchetto di opere che si era già deciso comunque di finanziare.
La seconda interpretazione: bisogna prendere atto che...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, dopo aver parlato con alcuni colleghi della minoranza, cambierò atteggiamento nei confronti della lega e chiedo, supplico, il Governo e l'Assemblea che, oltre ai 3.500 miliardi per il Giubileo di Roma, vengano stanziati anche 500 miliardi per una ferrovia in Liguria costruita nel 1800.
Avanzo tale richiesta perché forse, in tal modo, riuscirò ad ottenere ciò che chiedo. Mi è stato detto che non devo boicottare i 3.500 miliardi, perché vi sono anche 1.200 miliardi per il sud. Ebbene, sì è vero, se ne aggiungerete altri mille anche per il nord, ne vorrei solo 500 per la Liguria (Applausi polemici dei deputati dei gruppi di forza Italia e del CCD-CDU).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Esprimo innanzitutto il mio dissenso dal collega Pirovano. Ancora una volta devo constatare che le nostre sono parole al vento, che non attecchiscono perché voi ormai avete assunto una posizione preconcetta e non vi interessa nulla del nostro sforzo per farvi cambiare idea. In ogni caso, io continuo in questa azione oratoria, cercando di spiegare come l'approvazione del decreto rappresenti un fatto vergognoso, che grida vendetta al cospetto di Dio e che non va sicuramente a tutelare le esigenze dei religiosi. Voi lo sapete e siete in malafede quando sostenete che non è vero e che la situazione è in altri termini.
Allora, quando stanziate 3.500 miliardi, dovete giustificare e spiegare perché finanziate le ferrovie dello Stato (con 150 miliardi), l'acquisto di nuovi autobus e perché andate a regalare alla città di Roma...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Copercini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI COPERCINI. Il Presidente Violante, che prima occupava il suo posto, mi aveva consentito di utilizzare una metafora. Poiché la «favoletta» stava piacendo ai miei colleghi ed esprimeva chiaramente il dissenso rispetto alla posizione assunta dal collega Pirovano, vorrei continuare a raccontarla.
L'animale di cui si parlava è il prodotto dell'accoppiamento bestiale tra le lobby dei progettisti delle imprese private, pubbliche e protette, le lobby degli affari; si tratta probabilmente delle stesse che hanno operato per i mondiali del 1990 e per le Colombiadi: sono quelle che stanno operando e che opereranno anche per i treni ad alta velocità. Il sottopasso di Castel Sant'Angelo...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Intervengo per ribadire quanto ho affermato in precedenza e quindi per esprimere il mio dissenso dalla posizione del collega Pirovano. Mi esprimerò in tal senso, perché il piano in esame deve essere ulteriormente modificato


Pag. 9421

ed integrato o, almeno, può esserlo. Perché? Poiché si stanno predisponendo grandi cantieri, poiché i progetti non sono ancora tutti pervenuti all'Agenzia e poiché ci troveremo di fronte a tempi ristretti, dobbiamo dare la possibilità all'Agenzia di poter modificare quel piano. Questo anche a garanzia di quell'efficienza dei lavori rispetto ai quali, in ogni caso, esprimo nuovamente forti dubbi che saranno conclusi entro il 2000. Proprio per questo motivo ribadisco la necessità di integrare il piano con ulteriori progetti.
Ribadisco quindi il mio dissenso su questo emendamento, come avevo fatto su quello precedente, e mi riservo di intervenire sul prossimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Signor Presidente, fa scalpore che Il Messaggero di ieri, in prima pagina, così titolava: «Il Vaticano contesta i ritardi al Governo: dovete mantenere la parola data. L'Italia: che figuraccia sul Giubileo». Stupisce il fatto che ancora una volta, oltre ad esistere Roma-Polo e Roma-Ulivo si è aggiunto il tris Roma-Governo-Vaticano. Siamo stufi di questa triade che cerca di scucire soldi al nord per far sì che a Roma...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Intervengo per riproporre nuovamente un briciolo di saggezza dei popoli della Padania. In effetti credo che con questo emendamento si vadano ad impedire modifiche che se riguardassero esclusivamente le sole opere di cui si capirà l'impossibile ultimazione entro il 2000, effettivamente potrebbero essere apportate nel senso di modificare, appunto, i piani stabiliti. Però, signor Presidente, avrò modo alle 4 o alle 5 di domani mattina, quando tornerò dopo il secondo turno dei miei colleghi, di illustrare ulteriori motivi di dissenso su questo decreto. Sostanzialmente non si vuole recepire il contenuto delle nostre proposte; mi chiedo allora se a questo punto il Governo reputi ancora positivo continuare in questo modo, anche perché si sviliscono alcune di quelle...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stucchi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, si è di fronte all'ennesima legge speciale, come quelle che hanno riguardato i mondiali, le Colombiadi, l'intervento in Irpinia e la Cassa per il Mezzogiorno.
Signor Presidente, mi sembra che l'emiciclo sia una fiera! Visto che i colleghi vogliono rispetto, visto che sono permalosi e si offendono, ma mi pare che anche loro non portino rispetto, li pregherei di mantenere un po' di ordine.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Alborghetti, prosegua.

DIEGO ALBORGHETTI. La ringrazio per aver richiamato i colleghi!
Quelli che ho citato sono tutti interventi che hanno comportato l'utilizzazione dei finanziamenti erogati per finalità diverse da quelle originarie. Ancora una volta ci si trova di fronte alla politica degli interventi a pioggia per l'attuazione di politiche clientelari e di partito.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alborghetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, parlo in dissenso perché mi sono accorto che ha avuto un certo seguito la seguente citazione ricordata un paio d'ore fa: «Le vie del Signore sono infinite». Ribadisco ancora che purtroppo le nostre vie terrene,


Pag. 9422

che servono alle popolazioni padane, sono vie da terzo mondo da un'infinità di tempo. Pensandoci bene, però, abbiamo una via in Padania che funziona ed è nel cuore di ogni padano: «Via da Roma che comanda». Questa è l'unica via che abbiamo e che possiamo citare in maniera degna perché siamo sicuri di essere nel giusto, anche se la paragoniamo ad altre vie che non sono terrene (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Dobbiamo andar via anche da quei deputati del nord, eletti nel Polo e nell'Ulivo che, di fatto, legittimano...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dussin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Presidente, approfitto del minuto che mi è concesso per parlare in dissenso dal collega per ribadire che trovo enorme la cifra stanziata per il Giubileo. Entrando nel merito dell'emendamento, ritengo non sia giusto avallare la tesi, sostenuta dal collega, che vuole precludere la possibilità di modificare il piano delle opere entro i tre mesi.
Ritengo che lo studio effettuato per tale avvenimento non sia stato particolarmente approfondito. Gli interventi preventivati sono assolutamente disarticolati e non tengono in debita considerazione quello che sarà il reale impatto dell'esercito vero e proprio di fedeli che arriverà a Roma.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cè.

DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, non so se sia il caso di farci portare dai commessi dei tramezzini, considerato anche il disordine che c'è in aula, così mangiamo e possiamo affrontare più serenamente il seguito dei lavori. Vedo infatti che c'è un via vai, ci sono capannelli; se questo è l'ordine che si prevede per la Camera dei deputati dell'Italia, ebbene debbo dire che sono abituato a ben altro ordine nella camera del parlamento della Padania.

PRESIDENTE. Anche noi, onorevole Caparini...!

PIERLUIGI COPERCINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

PIERLUIGI COPERCINI. Sempre sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Ha già parlato sull'ordine dei lavori, onorevole Copercini.

PIERLUIGI COPERCINI. Sembra però che il mio richiamo non abbia ottenuto nessun effetto, se lei non è in grado di mantenere...

PRESIDENTE. Onorevole Copercini, l'Assemblea è in una condizione tale da consentirci sicuramente di proseguire nei nostri lavori. Vi è sostanzialmente il silenzio necessario per ascoltare i vostri interventi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Presidente, intervengo in dissenso rispondendo molto brevemente ad alcune osservazioni che sono state svolte. Più colleghi hanno rilevato la difficoltà che incontrano i contribuenti nel cercare di difendersi da una spesa dello Stato centralista così assurda. Per esempio, se mi è consentito, nelle valli valdesi del mio Piemonte essa susciterà molte reazioni e determinerà difficoltà.
Volevo allora sommessamente segnalare la soluzione indicata a pagina 4, seconda colonna, del manuale di resistenza fiscale. Leggo testualmente: «Trat


Pag. 9423

tenere dalla propria dichiarazione dei redditi la somma di lire 115 mila corrispondente a quella con cui ogni contribuente contribuisce a questa spesa pazza di 3.500 miliardi per lo scandaloso Giubileo voluto dai partiti di Roma».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul principio «Il piano non può essere ulteriormente modificato», nell'emendamento Pirovano 1.92,
non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 320
Votanti 318
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 28
Hanno votato no 290
(La Camera respinge).

Sono pertanto preclusi gli emendamenti da Pirovano 1.93 fino a Pirovano 1.123.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pirovano 1.244.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, egregi colleghi, anche questo emendamento ha una sua logica. Noi chiediamo che l'espressione «e integrare anche» venga sostituita con la seguente «escludendo gli interventi che non sono giunti alla fase di inizio lavori nei tempi prestabiliti».
Ciò significa che tutti quei lavori indicati dal Governo e dalla maggioranza come funzionali al Giubileo; tutti quei lavori per i quali non saranno rispettati i tempi di programmazione, di inizio e di avanzamento e che non saranno già in cantiere alle date prefissate dovranno essere depennati. Non è possibile, infatti, continuare, come avviene da decenni, ad iniziare, o a dire che si inizieranno, opere, ed a cominciare ad aprire i rubinetti dei finanziamenti mentre, in realtà, la maggior parte dei lavori per i quali questi rubinetti sono stati spalancati non vengono avviati; rubinetti dai quali esce denaro pubblico.
Ricordiamoci e ricordiamo a tutti che il denaro pubblico proviene dalle tasche dei cittadini. Lo Stato non è un'entità astratta, ma deve rappresentare i cittadini. Molto spesso, invece, lo Stato viene considerato, soprattutto dai cittadini, un'entità verso la quale essere reverenti. Lo Stato è al servizio dei cittadini e non si può permettere di aprire i rubinetti dicendo che inizierà dei lavori, utilizzando poi questi fondi con la scusa che i lavori non possono essere avviati, per dirottarli su altre opere; altre opere - lo ripeto - che facilmente potrebbero essere ricondotte con l'arte oratoria ad essere funzionali alle opere per il Giubileo.
Chiediamo quindi che tutti i lavori programmati che non fossero in corso alla data d'inizio, oppure che, pur iniziati, non rispettassero le scadenze che sono state previste dalla legge, vengano cancellati e che i fondi destinati a questi lavori vengano finalmente impiegati per opere reali, veramente utili ai cittadini, con un controllo serio da parte del Governo e delle Commissioni parlamentari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.244, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghi affrettatevi a votare (Commenti).
Colleghi, dobbiamo lasciar votare coloro che stanno sopravvenendo. Ne hanno diritto.

ENRICO CAVALIERE. Presidente, ci sono i polipi!
Presidente, le manine!


Pag. 9424

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Poiché la Camera non è in numero legale per deliberare, a norma dell'articolo 47, comma 2, del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.

La seduta, sospesa alle 20,50, è ripresa alle 21,50.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Pirovano 1.244, sul quale in precedenza è mancato il numero legale.
Vi prego di prendere posto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.244, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

CESARE RIZZI. Se avete bisogno di una mano, possiamo andare a chiamare...

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Poiché la Camera non è in numero legale per deliberare, a norma dell'articolo 47, comma 2, del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.

La seduta, sospesa alle 21,55, è ripresa alle 23.

(All'ingresso del Presidente i deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania applaudono polemicamente).

PRESIDENTE. Grazie, colleghi.
Passiamo ai voti.
Dobbiamo ora procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Pirovano 1.244, su cui è precedentemente mancato il numero legale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pirovano 1.244, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 316
Votanti 315
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 77
Hanno votato no 238
(La Camera respinge).

ROBERTO LAVAGNINI. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO LAVAGNINI. Faccio presente che nella mia postazione si è bloccato il meccanismo di votazione.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Lavagnini.
Onorevoli colleghi, poiché è ancora in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo, che sta decidendo sul prosieguo dei nostri lavori, propongo all'Assemblea un'ulteriore breve sospensione della seduta (Proteste-Applausi polemici dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Questa è la proposta che avanzo, ma naturalmente possiamo anche valutare soluzioni diverse.

Back Index Forward