Seduta n. 119 del 19/12/1996

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Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 551, recante misure urgenti per il Grande Giubileo del 2000 (2533) (ore 9,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 551, recante misure urgenti per il Grande Giubileo del 2000.
Ricordo che nella seduta di ieri è iniziata la discussione sulle linee generali.
È iscritto a parlare l'onorevole Sanza. Ne ha facoltà.

ANGELO SANZA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, siamo convinti che l'appuntamento del grande Giubileo rappresenti una scadenza degna della massima considerazione e tale da consigliare a chiunque presente in quest'aula un'attenzione meritoria di un risultato positivo.
Il decreto-legge che siamo chiamati a convertire è per molti di noi tardivo ed ha anche molti aspetti lacunosi. Queste e tante altre buone ragioni che potremmo elencare (ma ci asteniamo dal farlo) dovrebbero spingerci ad ostacolarne l'approvazione; tuttavia, ci rendiamo conto dell'urgenza venutasi a determinare e, sperando nell'accoglimento di alcuni nostri emendamenti, ne favoriremo l'iter parlamentare.
Non possiamo comunque non rilevare alcune gravi carenze e alcuni pericoli che si intravvedono nella gestione del programma.


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Va innanzitutto detto che il ritardo con il quale partirà la realizzazione delle opere rappresenterà una incertezza che si trascinerà fino al loro auspicato compimento.
Nella selezione delle priorità degli interventi vorremmo segnalare alcuni criteri di indirizzo che speriamo vengano recuperati attraverso i nostri emendamenti e i nostri ordini del giorno.
I cantieri dovranno chiudersi entro il 1999 e dovrà essere data priorità a quelle opere strettamente connesse all'evento epocale. In particolare, si dovrà favorire la realizzazione di interventi strutturali per attrezzare la città di Roma, compresa la parte suburbana, di infrastrutture idonee a ricevere milioni di pellegrini: dalle sedi di accoglienza (si spera che queste siano fornite di adeguati parcheggi) a più idonei collegamenti con mezzi rapidi di massa. Vanno individuate con studi accurati le aree che presumibilmente saranno considerate di primario interesse da parte dei pellegrini, da San Pietro a tutto il contesto storico-religioso della città di Roma. La città stessa dovrà assumere un aspetto decoroso ma, considerata la limitatezza di tempo e anche di mezzi, vanno realizzate solo le opere necessarie allo scopo e certamente fruibili dal turista: che non si approfitti dell'evento per colmare negligenze urbanistiche e ambientali che nulla hanno a che vedere con il Giubileo. Ogni scelta dovrà essere puntualmente motivata, dando certezza dei costi, dei tempi di realizzazione e penalizzando con sanzioni le inadempienze o revocando per tempo i finanziamenti accordati.
Questa potrebbe essere l'occasione per promuovere un adeguato sviluppo economico-sociale (sempre che se ne fosse capaci), per organizzare con metodi e criteri nuovi il turismo nella capitale e nel resto del paese, utilizzando percorsi storico-culturali di grande richiamo internazionale.
La data dell'evento, signor Presidente, è lì davanti a noi, ma non sembra fino ad oggi che vi sia quella giusta sensibilità che possa farci ben sperare. Sono ancora molti gli aspetti poco chiari del progetto ed avremmo per altro preferito un disegno di legge anziché un decreto-legge, proprio per offrire un piano organico di intervento su questo tema così delicato.
Constatiamo inoltre uno scarso coinvolgimento di tante istituzioni della regione Lazio e, considerata la pluralità delle iniziative, ancora oggi non tutte molto chiare, è opportuno attuare un monitoraggio continuo per essere garantiti sui tempi di realizzazione delle opere. Non vorremmo che il ritardo fosse poi utilizzato per perseguire un altro obiettivo che non ha nulla a che vedere con il Giubileo: mi riferisco alla prospettiva, che si sente spesso ventilare nelle aree politico-istituzionali della capitale, relativa all'obiettivo delle Olimpiadi del 2004.
Infine, raccomandiamo al Governo la massima trasparenza nella gestione dell'intero programma. A tale proposito, vi sono alcuni ordini del giorno che integrano il testo.
In conclusione, ci auguriamo che a tempo scaduto non si debbano ancora una volta promuovere in quest'aula, com'è già accaduto in passato, Commissioni di indagine per valutare la corretta gestione dei fondi. Siamo tutti convinti che si tratti di un impegno finanziario ingente ed il provvedimento viene incontro alle esigenze delle amministrazioni locali che operano su Roma. Speriamo - questo è il nostro augurio - che esse siano all'altezza del compito.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Testa. Ne ha facoltà.

LUCIO TESTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ricordare che il Giubileo, prima di essere un evento commerciale, un'occasione di appalti o di promozione turistico-imprenditoriale, è e rimane soprattutto un grande evento di spiritualità e di religiosità, che interessa tutto il mondo cristiano: in particolare, interessa i circa 800 milioni di cattolici e la Chiesa cattolica, che ha voluto porre questo evento all'inizio del terzo millennio con una particolare solennità. Quindi si tratta innanzitutto di un evento spirituale


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e di cultura che nel corso del 2000, per tutti i 365 giorni dell'anno, vedrà Roma e l'Italia al centro dell'attenzione mondiale, non solo di Capi di Stato e di Governo, ma dell'intera popolazione mondiale. È per questo che il Governo, accogliendo la richiesta della comunità e dell'amministrazione di Roma e l'auspicio del Vaticano, è intervenuto con questo provvedimento. È infatti impensabile che qualunque metropoli della terra, qualunque sistema urbano, possa sostenere senza interventi ad hoc per un intero anno l'arrivo di 35 milioni di pellegrini. Tale previsione significa che circa 100 mila persone ogni giorno si aggiungeranno alla normale consistenza della popolazione, mettendo a dura prova i servizi ed i trasporti, ma anche l'assistenza ospedaliera e la sicurezza.
Di fronte a questo evento eccezionale, il provvedimento - che bene ha fatto il Governo ad adottare - prevede procedure ordinarie, come più volte è stato sottolineato. Non prevede, come per i campionati mondiali di calcio o per le Colombiadi, concessioni di progettazione, realizzazione e gestione a costi e procedure indefiniti. È infatti espressamente dichiarata nel provvedimento l'ordinarietà degli interventi. Ma dirò di più; per la prima volta questo provvedimento prevede l'obbligatorietà del monitoraggio non solo degli appalti, ma di ogni intervento. Tale monitoraggio comporta innanzitutto la valutazione della congruità dell'intervento rispetto all'obiettivo ed ai termini in cui raggiungerlo (che sono quelli dell'anno santo).
Che il Grande Giubileo sarebbe stato nel 2000 era un fatto noto non solo a questo Governo che ha reiterato il decreto o al Governo Dini che lo ha emanato, ma anche ai precedenti Governi. Nulla vietava - mi riferisco all'accenno fatto in proposito da alcuni colleghi ieri sera - che lo stesso Governo Berlusconi emanasse questo provvedimento, anche perché quel Governo ha coinciso con la proclamazione dell'anno santo. Rimproverare la tardività del provvedimento mi sembra peraltro contraddittorio rispetto a tutte le difficoltà che sono state poste da parte dei colleghi della minoranza circa la possibilità che la discussione su di esso avvenisse prima. Badate che se un pericolo vi è rispetto alla ordinarietà delle procedure, questo è proprio la mancata conversione del provvedimento. Questo dato non è stato forse sufficientemente valutato né in sede di Commissione né nell'ambito della discussione generale e vorrei richiamare l'attenzione del Presidente e dei pochi presenti su quanto potrebbe avvenire in caso di mancata conversione del provvedimento.
I finanziamenti rischierebbero di andare in perenzione perché sono stati previsti nel provvedimento collegato alla finanziaria per il 1996; nella finanziaria di quest'anno non sono stati previsti i 3.500 miliardi in questione perché ciò non poteva avvenire in vigenza di un decreto-legge in scadenza il 21 dicembre. Nel caso di perenzione, non avendo previsto questo intervento nella finanziaria per il 1997, corriamo il rischio di trovarci di fronte a difficoltà molto serie per il recupero di questi finanziamenti. Accanto a questo, voglio sottolineare che il Governo, con un provvedimento già deliberato, ha previsto mille miliardi per interventi sui percorsi religiosi nel resto del paese. Vi è, quindi, una connessione fra gli interventi che riguardano, da un lato, Roma e le province del Lazio e gli interventi che, dall'altro lato, saranno individuati per il resto del territorio nazionale. È stato qui rilevato che la commissione e il Governo potrebbero comportare una situazione di eccessivo accentramento: per questo è stato fatto proprio dall'intera Commissione un emendamento che prevede l'estensione della commissione ai presidenti delle province del Lazio, i quali potranno consultare i sindaci interessati agli interventi estranei all'amministrazione comunale di Roma.
Penso, e concludo, signor Presidente, che se ogni amministrazione e ogni competenza, innanzitutto l'amministrazione comunale di Roma, il Ministero dei lavori pubblici, le sovrintendenze, la commissione che dovrà riferire periodicamente ogni tre mesi alla Commissione di merito

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si porranno in una posizione di corret tezza, di trasparenza e adotteranno procedure, nella loro discrezionalità, le più rapide e le più snelle possibile, potremo raggiungere un grande risultato. Altrimenti, se anche questa vicenda dovesse cadere nell'incartamento delle procedure e delle burocrazie, non avrà raggiunto in pieno il suo risultato. L'auspicio è che, una volta varata la legge, le amministrazioni e le sedi competenti colgano il significato profondo di questo evento e guardino all'obiettivo con la capacità amministrativa ed istituzionale che sicuramente non manca loro.

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Savarese, Fabris, Galati e Baccini, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunciato.
È iscritto a parlare l'onorevole Saraca. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO SARACA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo in vista di un provvedimento nei confronti del quale dobbiamo essere ancora una volta fortemente critici, anche se come sempre in modo costruttivo. È un provvedimento con allegato un piano-programma analitico degli interventi, definito nei minimi particolari: nell'esaminarlo, non si sa bene se ci si trovi di fronte ad una sorta di piccolo mondiale, e questo certamente non predispone ad una analisi serena di fronte alla solennità dell'evento da celebrare.
Dall'analisi del piano-programma degli interventi per il Giubileo, formulato a cura della commissione che dal decreto-legge è stata istituita ed è già operante, si coglie una totale mancanza di organicità degli interventi, la loro non finalizzazione all'obiettivo, che è l'evento del Giubileo del 2000. I finanziamenti sono distribuiti a pioggia, in modo disorganico, in un modo che farebbe impallidire la compianta Cassa per il Mezzogiorno, che quanto meno agiva in modo organico su progetti speciali per aree e settori di competenza. In poche parole, in questo piano-programma, non vi è un modello che risponda a finalità ed obiettivi specifici, o a criteri di priorità. Peraltro è cosa nota, sia per conoscenza diretta che per informazioni assunte a mezzo stampa o di altri media, che, se non tutti, la maggior parte degli interventi sono privi di progetto e che i termini fissati nel piano-programma hanno cadenze temporali precise e molto strette (alcuni mesi) per l'espletamento di tutte le procedure (e si immagina che le procedure siano quelle di appalto). In sostanza, questi progetti non saranno cantierabili in breve tempo. L'ufficio che si occupa della predisposizione di questi programmi ci ha abituato a delle performance incredibili; pensate che la legge speciale per Roma capitale, approvata nel 1991, doveva definire, elaborare e portare all'approvazione il progetto dello SDO (sistema direzionale orientale) di Roma. Ebbene sono passati cinque anni e siamo ancora in attesa dell'approvazione del progetto, ma siamo anche in attesa che si definiscano le partite relative ai finanziamenti che erano prioritari. Anzi, sembra addirittura che dopo oltre vent'anni ci siano ancora partite aperte dell'altro Giubileo: è quanto pare abbia detto monsignor Andreatta poco tempo fa, a Viterbo.
Riguardo agli interventi in esame siamo fortemente critici per la faciloneria, per il dilettantismo con i quali vengono portati avanti, ma anche per la facilità con la quale si risponde in proposito sui giornali e sui media, riguardo ad argomenti seri quali fattibilità e realizzabilità. Ormai non si fanno progettazioni che poi si approvano ma si rilasciano soltanto dichiarazioni e contro dichiarazioni sui giornali. Citerò un esempio che certamente rappresenta una spina nel cuore di questo Governo, quello del sottopasso di Castel Sant'Angelo, per il quale il piano-programma assicura un finanziamento di 95 miliardi. La settimana scorsa è stato pubblicato un bando di appalto articolato in due parti: una da 135 miliardi e una da 40 miliardi; ma se consideriamo gli oneri connessi è da ritenersi che con questo finanziamento di 95 miliardi non sarà possibile realizzare neanche il 50 per cento di quelle opere. Inoltre è in appro


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vazione un insieme di progetti - e il sottosegretario ne è a conoscenza - per un costo di 165 miliardi (destinati ad una sola delle opere previste). Ripeto: il progetto è stato finanziato per 95 miliardi ed è stato pubblicato un bando di appalto per 135 miliardi più 40 miliardi (per un totale di 175 miliardi, che arriveranno a 190 con gli oneri connessi). Il progetto deve essere ancora approvato e, fino a quando non lo sarà dagli organi superiori, esso non ha consistenza programmatica. Si sta quindi intervenendo senza un progetto e si discute ancora se quest'opera la si debba fare in un modo o in un altro, nel frattempo la si appalta e insieme si acclara che non sono disponibili i soldi.
Ci troviamo dinanzi ad una sorta di corrida, alcuni hanno parlato di Dilettanti allo sbaraglio! La situazione è precisamente questa. Per di più su quest'opera i giornali riportano in continuazione i giudizi formulati dagli organi superiori, che noi invitiamo a mantenersi in un rigoroso riserbo. Gli organi superiori di giudizio riguardo alla fattibilità e alla realizzabilità delle opere sono organi giudicanti; per fare un paragone è come se si intervistasse il presidente di un tribunale o un collegio giudicante su cosa pensino dell'imputato, se intendano condannarlo e con quali modalità, prima ancora della conclusione del dibattimento.
Dobbiamo quindi tornare tutti alle regole che sono quelle di studiare ed elaborare progetti, ma anche quelle di mantenere un rigoroso silenzio anche perché in questo genere di opere si parla di argomenti delicati e soggetti ad una sorta di riservatezza perché coinvolgono attività industriali e imprenditoriali.
Inviterei pertanto ad un rigoroso silenzio e sollecito il sottosegretario ad adoperarsi - non credo vi siano problemi in tal senso - su questa strada per far mantenere a tutti i funzionari preposti ai procedimenti di approvazione un rigoroso silenzio sugli argomenti. Da oggi in poi chi non sa mantenere la bocca chiusa se ne stia a casa, onorevole sottosegretario! Infatti le conseguenze si riverberano sulla realizzazione delle opere e quindi su tutti noi che cerchiamo di comportarci, ciascuno nella propria posizione, con il massimo rigore possibile.
Giungono notizie preoccupanti, peraltro, circa i costi delle opere. Vi sono lettere che smentiscono documenti. In particolare, cito questa del sovrintendente, il quale pochi giorni fa, scrivendo al comune di Roma e all'assessorato all'urbanistica della regione Lazio, dichiara che «non si è in alcun modo espresso a favore dell'eventuale rimozione e traslazione di cose di interesse archeologico, come invece riportato alle pagine 4 e 7 del verbale» (si tratta del verbale della conferenza dei servizi, per capirci). Osserva poi che «le indicazioni della sovrintendenza possono costituire un impedimento alla realizzazione delle opere in relazione alla reale consistenza di resti monumentali». Dice che «gran parte degli studi e delle indagini archeologiche non sono stati richiesti dal suo ufficio» e che dunque non può concordare con le conclusioni di ordine storico-topografico presentate nella relazione, «che appaiono superficiali ed affrettate» ad oggi, con un bando di gara già esperito, «essendo appena agli inizi la verifica delle numerose presenze antiche attestate». Aggiunge anche che «ampie indagini devono essere fin d'ora previste anche per le altre zone del sottopasso» (parliamo delle adiacenze del palazzo di giustizia sul lungotevere). Peraltro segnalo, per notizia diretta, che i muraglioni sono in una situazione di equilibrio precario e ciò comporterà sicuramente un aumento di costi. Invito allora il ministero competente a sollecitare il ritorno di tutti ad un comportamento serio, a tempi stretti affinché anche quest'opera, come tutte le altre del programma formulato, non si trasformi in una sorta di piccolo mondiale.
Cercherò di concludere il più rapidamente possibile, riservandomi di intervenire in sede di esame degli emendamenti. Desidero ora rilevare che il programma predisposto è più teso a sostenere gli impegni elettorali del sindaco Rutelli che non a risolvere i problemi connessi al

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Giubileo. Certamente questa considerazione non induce a grande fiducia ed affidabilità.
Segnalo che le province minori del Lazio sono state volutamente escluse dal finanziamento per il Giubileo all'interno della regione. Ne abbiamo discusso a lungo e speriamo che nel prosieguo si possa correggere tale stortura e tale deviazione e che si cerchi di realizzare interventi là dove essi sono necessari, là dove si svolgeranno gli eventi significativi del Giubileo e non in aree e settori poco coinvolti dall'evento. Parliamo di tutte le vecchie residenze papali (Anagni e Viterbo), delle grandi abbazie cistercensi, di Montecassino, delle chiese del Corpus Domini e di quant'altro, visto che il Lazio è ricco di queste cose.
Ci si è dimenticati delle province minori laziali e con il successivo provvedimento, che è stato annunciato, recante interventi per il Giubileo per le zone fuori dal Lazio certamente non sarà possibile intervenire a favore delle province minori del Lazio, che rimarranno quindi come una sorta di striscia di Gaza, di terra di nessuno.
Dei 3.500 miliardi destinati agli interventi, Viterbo riceverà 17 miliardi, ovvero lo 0,5 per cento, Frosinone 23,9 miliardi, ovvero lo 0,7 per cento, Latina 20,5 miliardi, ovvero lo 0,6 per cento, Rieti 24,6 miliardi, ovvero lo 0,7 per cento. Da ciò vanno tolti interventi che rappresentano una presa in giro, come l'elettrificazione di linee ferroviarie, che ben poco ha a che vedere con l'evento del Giubileo.
Ci auguriamo che nel corso dell'esame del provvedimento si correggano le parti concernenti la rappresentanza delle province, con l'inserimento dei presidenti delle province e dei sindaci, soprattutto quelli dei capoluoghi, nella commissione competente per avere una più ampia partecipazione. Invitiamo ad utilizzare il projet financing ed il promotore, ed il Governo su questo è impegnato in prima linea per aumentare le disponibilità finanziarie. Invitiamo altresì a mettere in essere provvedimenti che stimolino il settore turistico, soprattutto quello privato, cercando di evitare quello che si sospetta si voglia fare, ovvero che la regione Lazio faccia l'operatore pubblico-privato, gestendo campeggi o quant'altro. Mi pare, infatti, che qualche decina di miliardi sia destinata alla realizzazione di campeggi, per cui i pellegrini dovrebbero andare sotto tende gestite dalla regione.
Sono stati presentati vari emendamenti e vari ordini del giorno che cercano di migliorare il provvedimento. Speriamo si svolga un esame sereno e serio del provvedimento e ci auguriamo che si riprenda un percorso corretto per quel che attiene al piano-programma ed a tutti i controlli che debbono essere posti in essere. Ci auguriamo che in tal modo si migliori il provvedimento e si riprenda il giusto percorso.

PRESIDENTE. Vedo che è arrivato l'onorevole Buontempo, iscritto a parlare, che era stato bloccato dal traffico. Ha facoltà di parlare.

TEODORO BUONTEMPO. Ringrazio in primo luogo la Presidenza per la cortesia, perché purtroppo a quest'ora è facile poter incorrere nelle «ire» del traffico. Parlo giustamente di ire, perché credo che il traffico faccia bene ad esprimere una protesta alla vigilia del Giubileo sull'inerzia della pubblica amministrazione verso questa città, capitale del paese e capitale del cattolicesimo. Roma attende da anni interventi concreti per svolgere al meglio queste due funzioni. Infatti, gravano su Roma il peso della città politica, delle doppie ambasciate ed il peso del Vaticano. Si è finalmente deciso di varare una legge speciale per Roma perché tutti i paesi del mondo pagano il prezzo di avere una capitale moderna con servizi adeguati.
La legge speciale per Roma capitale ed ora il provvedimento sul Giubileo avrebbero dovuto far compiere alla città un salto di qualità per cercare di coniugare la città storica con la modernità dei servizi. Invece, a ridosso del Giubileo ci troviamo con una città che non riesce ad avere un piano regolatore. Infatti, Roma è organizzata ancora sulla base del piano regolatore


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del 1960, vale a dire sulla base di un piano previsto per una città che non c'è più.
Neppure questo sindaco, che pure ne aveva fatto promessa agli elettori, è riuscito ad avviare lo SDO, il vecchio centro direzionale, per cui non un solo ministero né una sola caserma sono stati trasferiti nella città degli affari che avrebbe dovuto essere costruita. L'unico esempio a Roma di città degli uffici fuori dal centro storico rimane l'EUR, costruito sessanta anni fa.
Non è vero, come sosteneva poco fa il collega Testa, che il Governo Berlusconi avrebbe potuto approvare la legge. Evidentemente il collega non ha ben presenti le date: il comune di Roma soltanto nel 1995 ha cominciato a fare qualcosa attraverso atti deliberativi certi. Ancora più scandaloso è il contenuto dei verbali delle riunioni dei consigli comunali, da cui risulta che tutti i progetti del primo e del secondo gruppo presentati al consiglio erano semplicemente indirizzi non accompagnati da schede tecniche e da piani finanziari compatibili con i tempi previsti. Le opere del Giubileo avrebbero dovuto presentare queste caratteristiche essenziali, avrebbero dovuto essere finanziabili, compatibili con il Giubileo, avere tempi certi di realizzazione, ma la delibera comunale non fa cenno a nulla di tutto ciò. In realtà il comune di Roma - il sindaco di Roma - non ha predisposto un progetto Giubileo, ha semplicemente raccolto progetti che «dormivano» nei cassetti del Campidoglio da dieci, venti, trent'anni; li ha messi insieme, sollecitato da una pessima imprenditoria romana, ed il comune ha perso la grande occasione di avere un proprio progetto per il Giubileo da presentare al Governo.
Signor sottosegretario, è ormai una necessità invitare il Governo ed il Parlamento a togliere il progetto per il Giubileo dalle mani di quegli amministratori che si sono dimostrati incapaci di predisporre un piano che porti la città oltre il 2000. Sicuramente al ministero avrete potuto verificare che tutti i progetti, non appena si passa dalla fase dell'enunciazione a quella dell'attuazione, sono costruiti sull'acqua: è saltato il progetto per la costruzione della linea C della metropolitana (ed io dico «per fortuna» perché era un disegno scellerato) e ora si sta discutendo del sottopasso di Castel Sant'Angelo. Anche in quest'ultimo caso mi chiedo come un comune possa fare un progetto senza aver compiuto preventivamente gli studi e gli approfondimenti necessari.
Qualche giorno fa un alto rappresentante del Vaticano è intervenuto (a mio parere andando un po' sopra le righe) sull'argomento. È vero che gli è stata data una risposta positiva in merito alla costruzione del sottopasso, ma il Vaticano dispone degli studi su quella parte della città: si tratta di un'opera importante, è vero, ma comporta grandi pericoli perché sotto la Mole Adriana c'è l'acqua e perché il terreno non può sorreggere opere così pesanti. È una zona talmente particolare dal punto di vista archeologico che nessuno può sapere cosa si troverà scavando.
C'è un altro aspetto, signor sottosegretario, che va considerato, una volta superato il nodo del sottopasso tra Castel Sant'Angelo ed il Vaticano. Le autovetture, passando al di sopra e al di sotto di quella strada, andranno a finire sul lungotevere, dove non vi è un sistema di dissolvimento del traffico. Nella sostanza, quindi, in questo modo si riprodurrà la strozzatura che oggi si verifica dall'inizio di via della Conciliazione a ponte Garibaldi, dove si impazzirà per il traffico.
Mi rendo conto che qualcuno considera il sottopasso quasi esclusivamente come lo strumento attraverso il quale poter accedere al parcheggio che dovrebbe essere costruito sotto il Gianicolo, ma l'utilizzo di quel parcheggio interesserà particolarmente gli autobus turistici. E le autovetture - delle quali si raddoppierà il flusso - dove andranno? Non si può, infatti, modificare una parte della città lasciando quest'ultima nell'inadeguatezza rispetto a tutte le altre necessità.
Mi pare di poter rilevare quindi che anche quest'opera sia stata predisposta con estrema superficialità!
Signor sottosegretario, ha letto l'elenco delle opere che si intendono realizzare?

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Sono tutte compatibili? E le cifre, sulla base di quale criterio sono state individuate? Voi vi troverete in guai seri nell'affrontare tale problema. Lei pensi, ad esempio, che gli interventi per il porto di Roma ammontano ad una cifra di 10 miliardi di lire: con questa cifra - lo ripeto - si dovrebbe affrontare il problema del porto di Ostia.
Tutto ciò mentre si prevede una cifra di 20 miliardi di lire (vorrei capire che cosa abbia a che fare con il Giubileo e quale compatibilità vi sia con tale evento) per la casa delle donne. Un'opera che si potrà pure realizzare, ma non vedo perché debba essere finanziata con i soldi del Giubileo! Forse nell'anno del Giubileo, i pellegrini non staranno davanti al Vaticano, non si recheranno a piazza Navona, ma andranno alla casa delle femministe di via del Buon Pastore? Ricordo che per quest'ultima sono state già spese decine di miliardi a favore di alcune associazioni che pagano 100 mila lire l'anno di affitto per uno spazio di 2 mila metri quadri (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
Caro sottosegretario, lei mi deve dire che cosa abbia a che fare questa spesa con il Giubileo. Quando nel passato ho fatto questo discorso, mi sono sentito dire le seguenti parole: «Buontempo è contro le donne!». Non è vero, noi siamo per le donne civili, serie, laboriose e che si impegnano (Dai banchi del gruppo di rifondazione comunista-progressisti si ride) in politica, che non sono assistite dai partiti, che non utilizzano 2 mila metri quadrati per il club delle femministe.

MARIA LENTI. Bravo Buontempo, sei ultra-postmoderno!

TEODORO BUONTEMPO. Signora, se lo vuole sapere meglio, ritengo che sia vergognoso che delle associazioni che non svolgono alcuna attività politica, peraltro superate dalla storia e dagli eventi, possano disporre di una propria sede che costa miliardi di lire ai cittadini e alla collettività! Ritengo, inoltre, che sarebbe stato meglio spendere quei soldi per la costruzione di asili nido, di spazi verdi, di strutture sportive e per la tutela dei minori (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Non solo, ma dopo che abbiamo speso dei miliardi e che la giunta di sinistra di Ugo Vetere dette 2 mila metri quadrati di spazio, con un affitto di 100 mila lire l'anno, adesso dobbiamo spendere 20 miliardi di lire per dare quei locali alle associazioni legate ai partiti; anche se venissero assegnati al mio partito - come probabilmente avverrà, se tale progetto andrà in porto - questa iniziativa resta lo stesso uno scandalo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Voi, infatti, avete previsto per il Giubileo soltanto quelle opere che fanno comodo ai vostri amici! Roma avrebbe avuto bisogno di ben altri interventi per il Giubileo!
Dovete ricordarvi che il pellegrino che si reca a Roma, oltre a visitare i musei, diverrà produttore di rifiuti e nella città disponiamo soltanto della discarica di Malagrotta: una discarica privata, che avrà all'incirca sei o sette anni di autonomia! Quei 10-20 milioni di pellegrini, su 850 milioni di cattolici presenti in tutto il mondo e quanti altri professano diverse fedi, che si recheranno a Roma diventeranno - lo ripeto - produttori di rifiuti. È possibile che non sia stato predisposto uno straccio di progetto per lo smaltimento ed il riciclaggio dei rifiuti urbani della città?
I pellegrini, oltre che produttori di rifiuti, sono anche persone che avranno bisogno di alloggiare negli alberghi. Ebbene, un terzo della città di Roma, vale a dire la periferia, è privo degli allacci di fognatura; ciò nonostante i depuratori non riescono a sopportare il carico delle acque, e pertanto vengono by-passati. Ora, se questo accade nella situazione attuale in cui versa la città, immaginate cosa potrà accadere nel nostro sistema fognario a seguito della presenza di 20-30 milioni di persone in più nell'arco di un anno; immaginate quale livello di sopportabilità potranno avere i nostri depuratori!


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Caro sottosegretario, dov'è un progetto per la depurazione delle acque, per l'allaccio in fogna, indispensabile se si vuole evitare che il sottosuolo di Roma, pieno di falde acquifere, venga inquinato e la città rischi, nell'anno del Giubileo, di rimanere senza acqua potabile?
Se analizziamo ciascun progetto ci rendiamo conto che non si tratta altro che di un «biscotto» che hanno preparato le peggiori forze politiche ed imprenditoriali di questa città. Non c'è una sola idea per la protezione civile. Ma lei, signor sottosegretario, sa che a fronte dell'arrivo di tutte quelle persone, in caso di calamità, di incidente, o di qualunque altra evenienza, Roma non ha ancora neppure la mappa delle bocchette d'acqua? I vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri e i vigili urbani impazziranno in caso di emergenza! Non esiste, ripeto, la mappa delle bocchette d'acqua e non è stato fatto un censimento delle strutture di pronto intervento della protezione civile.
Siamo all'anno zero, caro Presidente, ma queste cose non le diciamo adesso, alla vigilia, abbiamo cercato di dirle passo dopo passo, in tutte le sedi opportune, ma la presunzione di un sindaco pressappochista, superficiale, narcisista, ha impedito sia ai Governi, sia al Parlamento, sia alle forze politiche, di capire quale dovesse essere il piano per il Giubileo (anche voi al ministero vi siete trovati a valutare i singoli progetti senza poter individuare l'organicità di un progetto unitario). Il ritardo certamente c'è, onorevoli colleghi, perché in tre anni voglio vedere come si potranno realizzare i sottopassi di Castel Sant'Angelo e le opere di cui non abbiamo ancora progetti! Non si presentano delibere al Governo, al paese, per il Giubileo senza una scheda tecnica, senza la previsione finanziaria, senza la certezza dei tempi: questa è irresponsabilità!
Tutto ciò non è casuale; credo che l'emergenza si sia voluta determinare per arrivare ai facili appalti, alle trattative private, per arrivare all'espropriazione del controllo e della funzione della pubblica amministrazione. Credo si siano volute creare tali condizioni dal momento che le opere vengono scelte nel mazzo, indipendentemente da un progetto, funzionali solo a quel malaffare, caro sottosegretario, che ha portato agli scandali del 1990. Tutto questo processo, civile, democratico, all'avanguardia, deve finire - guardate un po'! - nella commissione per Roma Capitale, che è stata istituita nel 1990 e che ha portato agli scandali delle opere del 1990.
Anche a livello di strutture e di organizzazione per affrontare il Giubileo siamo senza strumenti. Il sindaco ha messo in piedi un'Agenzia, che mi auguro venga eliminata, che ha già avuto oltre 10 miliardi di lire (una prima tranche di 6 miliardi e poi il resto), che non è stata in grado di dare al consiglio comunale niente altro che un appunto di indirizzo. Questa Agenzia dovrebbe gestire in sostituzione del consiglio comunale, del consiglio provinciale e regionale, e, addirittura, in gran parte dovrebbe sostituire il Governo, lo Stato.
È vergognoso che si sia anche solo ipotizzata una cosa del genere.
È necessario, quindi, che si rifletta, onorevoli colleghi di tutte le parti politiche, sul ritardo in cui ci troviamo se non vogliamo fare una pessima figura nei confronti del mondo intero. Poiché siamo in ritardo, oggi occorre ridefinire un progetto: non si possono stabilire a caso le opere da realizzare, senza un disegno. Invito il Governo a ridefinire un «\uprogetto Giubileo» che affronti l'emergenza delle acque, degli scarichi, delle fognature, delle discariche, dei gabinetti in questa città. Qualcuno potrebbe sorridere, ma la prima emergenza per il cittadino pellegrino che verrà sarà quella di disporre di un servizio igienico a portata di mano in una città che non ne ha. Allora, anche da questo punto di vista, qual è il progetto? Nessuno è in grado di dircelo.
Un evento come il Giubileo dovrebbe rappresentare, all'inizio del nuovo millennio, un'occasione preziosa per salvare la città di Roma, per riflettere sulla virtù della politica, per far diventare «Roma capitale» anche la più lontana periferia. Non si può pensare che, nell'anno del

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Giubileo, Roma finisca entro le mura aureliane, e tutto il resto rimanga deserto, periferia, emarginazione, degrado. È vergognoso pensare che con il Giubileo non si riesca a ridare dignità alla periferia romana; è vergognoso pensare che possa esservi solo il Giubileo dei potenti. Il Giubileo invece è l'anno sacro per i più umili, per i più sofferenti, per le famiglie, per la dignità della persona.
Il Giubileo, che noi dobbiamo preparare, non deve essere delle grandi imprese che lavoreranno in subappalto, sfruttando lavoro nero e senza garantire la sicurezza dei cantieri; dobbiamo preparare un Giubileo che rappresenti il salto di qualità di Roma, un Giubileo che sia dell'umile, dell'handicappato; dobbiamo preparare il Giubileo per ridare, in questa città, dignità all'infanzia, ai minori, agli emarginati, ai senza tetto. Non potete ritenere che si possano organizzare le grandi manifestazioni del Giubileo in una città che soffre, con migliaia di senza tetto, con la periferia abbandonata, senza i servizi più essenziali. Infatti, salteranno tutti i parametri studiati a tavolino.
Il Giubileo è una grande occasione in parte mancata, perché ormai mancano solo tre anni; ma tutte le forze politiche debbono recuperare la dignità del progetto, giacché da tutto il mondo si guarderà Roma. Attenzione, se sbaglieremo, non solo salteranno tutti i parametri, non solo faremo brutta figura, ma pagheremo negli anni successivi opere inutili come quella della stazione di Vigna Clara, costata miliardi di lire ed abbandonata, perché serviva solo a far guadagnare certe grandi imprese in questa città e non a rendere un servizio per tutti i cittadini. Attenzione, per il Giubileo si sta ripercorrendo la solita stessa strada.
Roma deve anche ricordarsi che il Giubileo è innanzitutto una festa religiosa, che va preparata. Vorrei capire a cosa serva ristrutturare case per anziani a Subiaco o negli altri comuni. Certo, vorrei che venissero operate tali ristrutturazioni, prevedendo tutti i servizi a Subiaco e nei più piccoli paesini, ma tutto ciò non c'entra con il Giubileo. Da Subiaco un anziano, un handicappato per venire a Roma impiega quattro ore! Quindi, si finanziano opere probabilmente utili, ma sicuramente non funzionali al Giubileo. Questo è il problema che noi dobbiamo affrontare.
Cosa diversa sarebbe, onorevoli colleghi, se il progetto Giubileo riguardasse anche i comuni d'arte della provincia di Roma. Come si fa a pensare ad un Giubileo senza una metropolitana che colleghi i castelli romani, che sono una risorsa di bellezza, di archeologia, di interesse culturale? Una metropolitana vera pensata per il Giubileo dovrebbe collegare Roma con i castelli romani e con il mare: pensate che cinquant'anni fa si andava da Roma ad Ostia con una metropolitana diretta, mentre oggi, alla fine del secondo millennio, è necessario cambiare alla Magliana, perdendo mezz'ora, perché non si è capaci di ripristinare una linea diretta quale esisteva cinquant'anni fa.
Come pensate che senza il raddoppio della Cristoforo Colombo, senza rendere sicura la via del mare, si possa raggiungere tranquillamente Roma dall'aeroporto? È vero che si prevede il raddoppio della Roma-Fiumicino, ma voglio vedere come si farà a venire fuori dalla situazione della Magliana.
Invito allora il sottosegretario a rivedere i progetti uno ad uno, non solo per ridare loro organicità, ma per verificare quelli che sono realizzabili e quelli che non lo sono.
Nel Giubileo di Dini, di Rutelli, di Prodi, non c'è posto per le emergenze. Si parla di generiche case di accoglienza: non si pensa alla metropolitana, alla via del mare, alla Cristoforo Colombo, ma la «Vittorio Emanuele» di Roma, che potrebbe essere una grande risorsa per l'università del litorale, diventa genericamente struttura di accoglienza per il turismo giovanile; ciò senza pensare che occorrono i servizi, perché non basta creare dei contenitori tanto per spendere miliardi e miliardi di lire.
È proprio sul fronte della riqualificazione della città che sfidiamo la maggioranza

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di questo Governo e quella dell'amministrazione comunale, provinciale e regionale.
Prima di arrivare alla delibera comunale non c'è stato un tavolo comune. Caro sottosegretario, vada a vedere i soldi spesi dall'Agenzia del Giubileo, dall'Agenzia per Roma, e quelli spesi per progetti che a tutt'ora non ci sono e che comunque non esistevano al momento della presentazione della delibera! Voi dovreste essere i primi a reagire contro un sindaco che ha approntato un elenco di buone intenzioni, mettendo nei pasticci anche il Governo, il quale non sa come ridare organicità e funzionalità a tutto ciò che vi è stato presentato. Ecco perché credo che occorresse uno spazio maggiore per ridefinire il luogo, la sede, l'organo deputato a ridisegnare un progetto di ciò che si può fare velocemente, in tre anni. Se si continuerà a rincorrere i «progettini» di «Rutellino», arriverete alla vigilia del Giubileo senza aver concluso assolutamente nulla. Verifichiamo quali sono le opere compatibili, quelle che si possono realizzare, che sono finanziabili, che servono a riqualificare la città e ad accogliere i pellegrini che verranno a Roma, ma facciamolo subito. Non rincorriamo vecchi disegni che servono soltanto ad aggravare ulteriormente il sacco di Roma.
La realtà è che anche il tipo di turista è diverso. Arriveranno famiglie ed accoglierle sarà un problema di funzionamento di linee aeree e di aeroporti, ma anche di viabilità; di linee ferroviarie e di trasporto pubblico su strada. Si porrà inoltre il problema di una ricezione alberghiera degna del livello europeo, perché a Roma l'unica tipologia di alberghi che non manca è quella di lusso, ma la città avrebbe bisogno di interventi mirati a quella fascia di ospitalità alberghiera di medio e basso costo. Ciò significa costruire pensioni, un tipo di albergo che sia accessibile al pellegrino che non viene a Roma per sostare all'Hilton o all'Excelsior; un tipo di struttura che è presente in tutta Europa, ma che a Roma manca. In questa città non esiste ancora una catena con queste caratteristiche.
L'occasione del Giubileo andava colta con una diversa determinazione e tempestività. Bisognava avere subito un'idea grande di Roma città universale e fare di quell'evento un'occasione storica per ripensare la città.
Anziché saltellare da una televisione all'altra, da una conferenza stampa all'altra, da un convegno all'altro, il sindaco di Roma avrebbe dovuto pensare meno a se stesso e più al grande evento che disgraziatamente è finito nelle sue modestissime mani! E che siano modeste le sue mani non siamo solo noi a dirlo! È inutile nascondersi dietro ridicole recriminazioni! Il vero problema del Giubileo è che non è mai esistito il progetto Giubileo, di cui io vi invito a recuperare almeno una parte. Tutto è improvvisato, tutto è costruito in nome di una futile visibilità sulla stampa. Ma i pellegrini non saranno virtuali, non saranno invisibili come l'operato di Rutelli, e tanto meno lo saranno i problemi che dovrà sopportare la capitale fra tre anni. Eh già! Mancano solo tre anni a questo evento!
Come dimostrare l'impreparazione di Rutelli ad accogliere in modo decoroso il nuovo millennio? Faccio solo un esempio utilizzando le parole di uno dei più grandi urbanisti italiani, Leonardo Benevolo. A proposito del sottopasso di Castel Sant'Angelo lo studioso ha detto: «Non ha il respiro urbanistico di cui dovrebbe disporre per tutelare definitivamente l'area del monumento e per risolvere il problema del traffico». Una stroncatura in piena regola, non certo imputabile a quell'opposizione irresponsabile alla quale troppe volte ha fatto riferimento Rutelli! Il sindaco di Roma dovrebbe piuttosto farsi un esame di coscienza e chiedersi che cosa abbia fatto veramente per il bene della capitale alla vigilia del Giubileo. La risposta onesta e veritiera sarebbe: niente! Non ha fatto assolutamente niente! Non ha - come dice Benevolo - volato alto, non ha saputo pensare alla città del futuro, impelagato com'è nell'amministrazione spicciola del suo piccolo potere.
Un altro esempio per dimostrare l'assoluta disorganicità dell'amministrazione

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comunale è dato dalla metropolitana C. Roma non merita di essere la città del «mordi e fuggi», dei due giorni e mezzo di permanenza. Attenzione: per andare dall'aeroporto di Roma a quello di Venezia, di Pisa, sono sufficienti tre quarti d'ora. Se Roma non si organizzerà con i comuni limitrofi, rischieremo che i pellegrini verranno a Roma di passaggio solo per due giorni e che andranno via da questa città assolutamente invivibile!
Concludo, Presidente. Alleanza nazionale e credo anche il Polo per le libertà, nel ribadire queste critiche, si dichiara disponibile a recuperare un progetto Giubileo di cui abbiamo comunque bisogno perché l'evento Giubileo ci sarà a prescindere da Rutelli, da Prodi e da noi! Ci sarà! E allora noi dobbiamo recuperare, nei limiti del possibile, un progetto, un organo, un luogo decisionale perché - ed è questo il messaggio che deve arrivare anche oltre Tevere - anche loro ci devono aiutare a preparare la città intera! Anche loro non possono pensare solo a qualche opera; anche loro devono contribuire a fare del Giubileo la grande occasione di riqualificazione dell'intera città per avviarci al terzo millennio!
Questa è la grande scommessa alla quale non è chiamata solo la maggioranza, ma anche l'opposizione, il Governo, il comune e la regione. Cerchiamo di essere degni della fortuna che abbiamo di di vivere questo grande evento di cattolicità (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale, di forza Italia e della lega nord per l'indipendenza della Padania).

VASSILI CAMPATELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VASSILI CAMPATELLI. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 44, comma 1, del regolamento, chiedo, a nome del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo la chiusura della discussione sulle linee generali. Il provvedimento è importante: ha meritato un ampio dibattito. Tutti i gruppi...

PRESIDENTE. Onorevole Campatelli, lei ha avanzato la richiesta di chiusura della discussione sulle linee generali. Chiede anche di parlare a favore della stessa? Ricordo che a norma del comma 1 dell'articolo 44 del regolamento, sulla richiesta possono parlare un oratore a favore ed uno contro.

VASSILI CAMPATELLI. No, mi limito soltanto ad avanzare la richiesta.
Tutti i gruppi hanno avuto la possibilità di intervenire nella discussione...

UBER ANGHINONI. Vergognati!

VASSILI CAMPATELLI. Ci sembra che l'importanza del provvedimento sia già stata abbondantemente...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Campatelli: lei ha avanzato la richiesta, e dunque ora potranno parlare - come ho già precisato - un oratore a favore ed uno contro!

VASSILI CAMPATELLI. Va bene, Presidente!

UBER ANGHINONI. Ti devi vergognare di una proposta del genere!

ALBERTO LEMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A favore o contro? (Commenti). Non sono dotato di spirito profetico!

ALBERTO LEMBO. Chiedo di parlare contro.

PAOLO BAMPO. E io chiedo di parlare a favore!

PRESIDENTE. Sta bene. Ha dunque facoltà di parlare, onorevole Lembo.

ALBERTO LEMBO. Come vede, signor Presidente, riusciamo a recitare anche ruoli molto diversi!
A norma di regolamento, la richiesta del collega Campatelli è indubbiamente


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ammissibile e l'Assemblea si pronuncerà nel merito della stessa proposta. Tuttavia, signor Presidente, caro collega Campatelli, colleghi dell'Ulivo (visto che la richiesta viene dal vostro gruppo maggiore), se è vero - e lo riconosciamo - che ai sensi di questo regolamento la richiesta è lecita, dobbiamo dire che la stessa, avanzata in questo momento, è una cosa vergognosa e d'altra parte è perfettamente in linea con il comportamento tenuto da questa maggioranza e da questo Governo in tutte le fasi di discussione di provvedimenti di ogni genere che abbiamo affrontato in aula, almeno negli ultimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Siamo di fronte ad una situazione di regime, in cui i numeri ed il regolamento vengono usati congiuntamente per strangolare qualunque tipo di discussione: avete strangolato anche le fasi propositive che sono venute in particolare dal nostro gruppo. In sede di discussione sulla Commissione bicamerale, sul documento di programmazione economico-finanziaria, sulla legge finanziaria, sul decreto relativo agli immigrati, sui disegni di legge di conversione di tanti altri decreti-legge, abbiamo tentato di inserirci correttamente in una contrapposizione, in un dialogo costruttivo, ma non ci avete praticamente mai dato la possibilità di intervenire efficacemente. È evidente, quindi, che poi si procede con le iscrizioni a parlare di tutto il gruppo; è evidente che, com'è pienamente lecito anche da parte nostra, si fa ricorso agli spazi che questo regolamento, finché non ce lo cambierete, ci dà ancora la possibilità di avere.
Tuttavia, al di là delle iscrizioni a parlare o degli interventi di tipo ostruzionistico, noi abbiamo tentato tante altre vie ma ce le avete precluse tutte. Usare questa richiesta e i numeri che potrete avere probabilmente in quest'aula per chiuderci la bocca è - lo ripeto - un fatto vergognoso. Voi avete deciso che anche questo provvedimento deve passare così com'è; non potete impedirci di presentare emendamenti né di esprimere il nostro sdegno per questo comportamento e allora ci togliete la parola, bloccate la discussione, perché a voi, parlamentari dell'Ulivo, non interessa discutere, confrontarvi sui contenuti dei provvedimenti: a voi interessa soltanto portare a casa determinati risultati, particolarmente in questo caso, in cui vi siete impegnati - lo possiamo tranquillamente supporre...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lembo.
Onorevole Chiappori, certi gesti in aula non li tollero! Lo ricordi bene! La richiamo all'ordine per la prima volta.
Continui pure, onorevole Lembo.

ALBERTO LEMBO. Non so quali accordi possiate aver concluso con altri organismi, organizzazioni o Stati esteri; questo non mi interessa, ma mi permetto di supporre che vi siate venduti parecchio (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) se in questo momento siete preda di una dipendenza. Le dipendenze possono essere di diverso genere: c'è quella politica da rifondazione comunista e ci possono essere quelle legate ad impulsi locali di vario genere. In questo caso c'è una dipendenza da accordi, che avete palesemente stipulato con organismi, organizzazioni o anche semplicemente perché avete bisogno di sostenere qualche amministrazione comunale traballante. A Rutelli, a Bassolino, a Cacciari bisogna procurare i soldi e qualche forma di intervento che legittimi la loro posizione nei confronti di quei cittadini che hanno forse votato per loro in buona fede pensando che potessero fare qualcosa. Ma non fanno nulla, non ce la fanno e allora a Milano si dà addosso a Formentini perché non ha il sostegno di una maggioranza di Governo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) mentre a Rutelli, che ha il sostegno della vostra maggioranza...

PRESIDENTE. Onorevole Lembo, la prego di concludere.

ALBERTO LEMBO. Sì, Presidente. Si vuole il placet, la pacca sulla spalla del


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cardinale Ruini - o chi per lui - ed al tempo stesso l'applauso di Rutelli che può così essere lanciato verso la prossima avventura elettorale. Vergognatevi, ci fate schifo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania - Proteste dei deputati del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo)!

PAOLO BAMPO. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Abbiamo ascoltato il tentativo del collega Lembo di generosa difesa degli interessi di tutta l'Assemblea e non solo di una parte politica. Ma io credo che sia finita l'epoca delle bugie e che l'ipocrisia debba scomparire dall'atteggiamento di alcune parti politiche. Credo anche che giustamente quest'Assemblea possa aderire alla richiesta del collega Campatelli proprio perché sia dimostrato a tutti gli italiani qual è l'atteggiamento di chi assume un incarico di maggioranza e come questa Costituzione ed il regolamento di questa Camera consentono ad alcune parti politiche di tappare la bocca alle altre. Invito pertanto l'Assemblea a votare a favore della proposta dell'onorevole Campatelli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

ALBERTO LEMBO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO LEMBO. Signor Presidente, lei sa benissimo che l'articolo 44 prevede la possibilità per ogni gruppo di svolgere almeno un intervento.

PRESIDENTE. Certamente, ma prima di dare la parola ad un deputato per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta dobbiamo votare per alzata di mano la richiesta della chiusura della discussione.
Pongo in votazione la richiesta dell'onorevole Campatelli di chiusura della discussione sulle linee generali.
(È approvata).

Avverto che ai sensi dell'articolo 44, comma 2, del regolamento, deliberata la chiusura della discussione ha facoltà di intervenire un deputato per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta.

TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

TEODORO BUONTEMPO. Ai sensi del comma 2 dell'articolo 44 del regolamento, che prevede che dopo il voto si possa prendere la parola.

PRESIDENTE. Il comma 2 dell'articolo 44 recita: «Dopo che è stata deliberata la chiusura ha ancora facoltà di parlare un deputato per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta».

TEODORO BUONTEMPO. Ne faccio richiesta.

PRESIDENTE. Lei intende parlare a nome del suo gruppo?

TEODORO BUONTEMPO. Io intendo parlare. Saranno poi altri a dire se sono o meno d'accordo con me.

PRESIDENTE. Per il suo gruppo può intervenire...

TEODORO BUONTEMPO. Io parlo a nome del mio gruppo.

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo...

TEODORO BUONTEMPO. L'articolo del regolamento prevede che possa parlare un deputato per ciascun gruppo. Io faccio parte del gruppo di alleanza nazionale


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e le chiedo la parola; altri problemi non devono interessare la Presidenza, ma riguardano semmai i rapporti all'interno dei gruppi.

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, chiariamo la situazione: siamo in una fase che va considerata di prosecuzione della discussione sulle linee generali, durante la quale lei è già intervenuto. Posso dare la parola, in questa fase, ad un rappresentante del suo gruppo, non a lei personalmente: chiedo dunque chi intervenga per il vostro gruppo.

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, senza anticipare considerazioni di merito, chiedo a nome del nostro gruppo che l'onorevole Buontempo prenda la parola.

VASSILI CAMPATELLI. Ha già parlato!

MAURO GUERRA. Ha già parlato in discussione generale!

PRESIDENTE. Non è possibile! L'onorevole Buontempo ha già parlato in sede di discussione sulle linee generali! L'onorevole Buontempo potrà parlare in una fase successiva.

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