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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 552, recante interventi urgenti nei settori agricoli e fermo biologico della pesca per il 1996.
DOMENICO COMINO. Signor Presidente, chiedo che tutte le votazioni si svolgano con il sistema nominale mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Sta bene. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 1.1.
GIANPAOLO DOZZO. L'articolo 1 di cui si chiede la soppressione è quello che assegna 30 miliardi all'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione in Puglia, Lucania ed Irpinia per risanare il «buco» di bilancio dovuto al mancato pagamento delle bollette. Va inoltre ricordato che tale Ente aveva rapporti con la Banca mediterranea successivamente assorbita dalla Banca di Roma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 1.2.
GIANPAOLO DOZZO. L'emendamento Anghinoni 1.2 è volto a destinare in modo diverso i fondi di cui all'articolo 1. In particolare abbiamo individuato 90 miliardi quale contributo per l'attuazione del piano di ristrutturazione di cui al regolamento CEE n. 3950/92. Si tratta di un regolamento riguardante l'intera gestione lattiero-casearia della Comunità europea. Quei 90 miliardi sono destinati a tutti i soggetti ai quali non siano state compensate...
PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, mi scusi se la interrompo.
GIANPAOLO DOZZO. Dicevo che quei 90 miliardi vengono trasferiti a tutti i «soggetti le cui produzioni non siano state compensate dal piano di compensazione nazionale adottato dall'AIMA».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Poli Bortone. Ne ha facoltà.
ADRIANA POLI BORTONE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento Anghinoni 1.2 ha certamente una sua suggestione perché, nel testo in cui è stato predisposto, sembra voler venire incontro alle esigenze di tutti gli allevatori che saranno costretti a pagare il super prelievo.
PRESIDENTE. Collega Bolognesi, la prego di prendere posto.
ADRIANA POLI BORTONE. Certo, anche l'agricoltura è malata e quindi questa sua malattia potrebbe interessare anche i membri delle altre Commissioni.
PRESIDENTE. Onorevole Bolognesi, per cortesia!
ADRIANA POLI BORTONE. Il problema di questi due enti è indubbiamente quello sollevato anche dal collega Dozzo, nel senso che è stato violato nel tempo un principio in virtù del quale chi doveva pagare non ha pagato. Tuttavia, onorevole collega, attraverso i commissariamenti effettuati sono state anche emesse bollette a carico di tutti gli utenti che fino a quel momento non avevano pagato il costo dell'acqua. Credo che ciò consenta di fare un minimo di ordine in una normativa che prima sfuggiva anche alla vigilanza del ministero competente. In sostanza, credo che oggi si stia cercando di recuperare qualcosa, appunto in termini di competenza, da parte del Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali, che era stato ingiustamente penalizzato rispetto ad un sistema delle acque che incide profondamente sull'economia e sull'agricoltura in particolare.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Onorevole Pezzoli, sta parlando una collega del suo gruppo, che prima ha protestato nei confronti di altri colleghi!
ADRIANA POLI BORTONE. Sono certa che quando parleremo dell'Ente irriguo veneto sarà attento anche l'onorevole Pezzoli!
PRESIDENTE. Non c'è dubbio.
ADRIANA POLI BORTONE. Sarebbe fortemente penalizzante, dicevo, sottrarre somme che certamente andranno a ripianare debiti di amministrazioni pregresse, ma che oggi...
PRESIDENTE. Il suo tempo è esaurito, onorevole Poli Bortone.
ADRIANA POLI BORTONE. ...andranno ad incidere negativamente rispetto ad una operazione che...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Poli Bortone.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Signor Presidente, onorevole ministro, intervengo per sostenere l'emendamento 1.2 presentato dai colleghi Anghinoni, Dozzo, Lembo e Vascon, anche se ci rendiamo conto delle problematiche giustamente addotte dalla collega Poli Bortone. Peraltro desidero ricordare ai colleghi che effettivamente non ci è stata fornita una spiegazione convincente rispetto alla necessità, all'impellenza di andare a ripianare i deficit dovuti alla gestione disastrosa di quegli enti. Al riguardo prego i colleghi di fare riferimento anche al documento tecnico che è stato presentato in Commissione per valutare se non vi siano argomentazioni probanti, convincenti, volte a dimostrare in modo inequivocabile che questi 44 miliardi vengono effettivamente spesi per risanare enti che sono stati gestiti in modo disastroso. Ripeto, non ci sono state fornite le spiegazioni tecniche sufficienti per poter assumere un'iniziativa di questo tipo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 1.3
GIANPAOLO DOZZO. Con questo emendamento intendiamo sopprimere il fondo per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura, di cui è stata rimandata al 2002 la cessazione. Riteniamo che il fondo per la meccanizzazione, così come gli altri fondi che risultano in tale capitolo, sia utilizzato solo in minima parte. Ne è riprova il fatto che parte di questi fondi è utilizzata per questioni che certamente non attengono alla meccanizzazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Alleanza nazionale non è d'accordo sull'abolizione di questo fondo, che ha sicuramente mostrato le sue inadeguatezze ed i suoi ritardi; ma non vi è dubbio che, se lo si vuole migliorare, occorre far sì che esso sopravviva. Considerato che il decreto-legge in esame proroga l'esistenza di tale fondo fino al 2002, avremo la possibilità, se vi sarà la volontà di farlo, di riformarlo al fine di renderlo più adatto alle esigenze dell'agricoltura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 1.4.
GIANPAOLO DOZZO. Con questo emendamento si vogliono utilizzare i 90 miliardi ai quali si faceva riferimento nell'emendamento precedente. È una seconda possibilità che si dà all'Assemblea per concedere un certo ristoro agli allevatori - come diceva il collega Scarpa Bonazza Buora - ingiustamente colpiti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.6.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Signor Presidente, signor ministro, ammesso che il fondo per lo sviluppo della meccanizzazione per l'agricoltura debba rimanere - e, se gestito correttamente, ossia per lo sviluppo della meccanizzazione e non, come abbiamo già ricordato più volte, per il ripianamento di passività inspiegate degli enti irrigui meridionali, può effettivamente rimanere - riteniamo che la sua gestione debba essere affidata alle regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Poli Bortone. Ne ha facoltà.
ADRIANA POLI BORTONE. I colleghi sanno perfettamente - quanto coloro che come me fanno parte della Commissione agricoltura - cosa sia il fondo per la meccanizzazione in agricoltura, quindi non lo ricorderò. Voglio solo sottolineare, a nome del gruppo di alleanza nazionale, che noi abbiamo ritenuto inopportuna la cancellazione di quel fondo, mentre riteniamo assolutamente condivisibile l'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.6, che anch'io ho sottoscritto con convinzione. Ritengo infatti che se vogliamo dare effettivamente un senso ad un regionalismo vero e sano, a quello che può essere l'intervento anche nella gestione di alcuni momenti particolare della nostra economia, nonché in termini di presenza reale sul territorio, dobbiamo dare un segnale anche in ordine al fondo per la meccanizzazione. Si tratta inoltre di introdurre, come affermava l'onorevole Scarpa Bonazza Buora, un elemento minimo di novità rispetto alle funzioni ed alla presenza di un ministero che attualmente ci sembra troppo centralista.
PRESIDENTE. Onorevole Lo Presti, sta parlando la collega Poli Bortone!
ADRIANA POLI BORTONE. Vi è una sorta di incapacità di spesa a livello centrale - dicevo - che probabilmente potrebbe essere evitata se si affidasse alle regioni la gestione del fondo stesso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare per un richiamo all'articolo 86 del regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, la pregherei di chiarirmi l'applicazione di questo articolo, laddove al comma 1 è stabilito che gli articoli aggiuntivi e gli emendamenti possono essere presentati entro il giorno precedente la seduta nella quale saranno discussi gli articoli cui si riferiscono.
PRESIDENTE. Onorevole Teresio Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 1.9.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo di sopprimere il finanziamento di 500 milioni destinato ai programmi per il miglioramento del lupo italiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Losurdo. Ne ha facoltà.
STEFANO LOSURDO. Signor Presidente, intervengo per annunziare il voto contrario sull'emendamento in esame per una motivazione, per così dire, doverosa. Credevamo che vi fosse una prevenzione verso l'uomo italiano, ma ora vediamo che c'è anche verso il lupo italiano! Noi avremmo votato anche per il lupo padano; comunque, siamo contrari a questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 470
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Scarpa Bonazza Buora 2.1 e Anghinoni 2.2.
ENZO CARUSO. Signor Presidente, vorrei fare un discorso di carattere generale, riservandomi di intervenire sui singoli emendamenti, se sarà necessario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpa Bonazza Buora. Ne ha facoltà.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Signor Presidente, desidero ribadire la nostra posizione, illustrata ieri nel mio intervento ed in quello del collega Misuraca. Dal momento che l'articolo 43 del provvedimento collegato alla legge finanziaria contiene norme relative alla compensazione, per evitare sovrapposizione di norme, nonché il superamento in modo estemporaneo della legge n. 468, che ha invece bisogno di una riforma organica, completa, pesata e ponderata (numerose proposte di legge in proposito giacciono sia alla Camera sia al Senato), il gruppo di forza Italia voterà contro l'articolo 2. Abbiamo presentato emendamenti soppressivi agli articoli 2, 3 e 4. Riteniamo infatti che non sia questa la circostanza - e soprattutto il modo, ossia con un decreto omnibus che presenta una serie di norme affastellate ed affrettate - per mettere mano ad una materia così delicata che tanto ha fatto penare il mondo dell'allevamento di vacche da latte nel nostro paese. Ribadisco pertanto la nostra posizione contraria sugli articoli 2, 3 e 4 del decreto, con riferimento ai quali abbiamo presentato emendamenti soppressivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania propone, attraverso l'emendamento Anghinoni 2.2, la soppressione dell'articolo 2. Tale articolo ha infatti notevolmente modificato la legge n. 468. I contenuti di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 dell'articolo 2 comportano problemi non indifferenti per il settore della produzione lattiera; essi prevedono infatti che i produttori che abbiano, presuntivamente, splafonato debbano subire il super prelievo. Il comma 1 dell'articolo 2 prevede che i bollettini costituiscano accertamento definitivo delle posizioni individuali; leggendo
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Scarpa Bonazza Buora 2.1 e Anghinoni 2.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.4.
ADRIANA POLI BORTONE. Signor Presidente, il collega Carrara - alla Presidenza è sfuggito, ma non può guardare sempre dappertutto - avrebbe voluto chiedere, in relazione all'emendamento precedente, una votazione per parti separate; infatti, noi siamo sostanzialmente d'accordo su alcuni aspetti della proposta di modifica che purtroppo è stata respinta poco fa. Comunque, l'emendamento Anghinoni 2.4 riproduce il comma 4 dell'emendamento precedente dei colleghi della lega e noi siamo favorevoli perché con esso si tende a semplificare l'attuazione amministrativa del regime delle quote latte relativamente alla tipologia delle imprese ed alla loro ubicazione. Poiché è questo uno dei problemi fondamentali da affrontare in una visione che sia però un po' più organica di quella sottoposta alla nostra attenzione con questo provvedimento, noi riteniamo che almeno in questa occasione si voglia intervenire semplificando le procedure; ciò è anche motivo di trasparenza, quella trasparenza che oggi manca assolutamente nel regime delle quote e che dà la stura a notevoli abusi, che purtroppo non ci
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.6.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, con questo e con una serie di altri emendamenti la lega nord per l'indipendenza della Padania vuole porre alcune riflessioni per quanto riguarda la riforma della legge n. 468.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuccio Carrara. Ne ha facoltà.
NUCCIO CARRARA. A nome del gruppo di alleanza nazionale, chiedo la votazione per parti separate dell'emendamento Anghinoni 2.6. Mentre infatti condividiamo i commi 2, 3 e 4 di tale emendamento, commi che sostanzialmente danno più potere alle regioni (in particolare si configura per l'AIMA un ruolo di organo di secondo grado, ossia che può intervenire in un secondo momento in caso di inerzia delle regioni), ci rimane oscuro il comma 1 dell'emendamento, in ordine al quale sarebbe forse opportuno qualche ulteriore chiarimento.
PRESIDENTE. Colleghi, è stata avanzata una richiesta di votazione per parti separate dell'emendamento Anghinoni 2.6, nel senso di votare prima il comma 1 e poi i restanti commi. È così onorevole Carrara?
NUCCIO CARRARA. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 445
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti commi 2, 3 e 4 dell'emendamento Anghinoni 2.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 455
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 443
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 446
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.7.
GIANPAOLO DOZZO. Questo emendamento, oltre a decentrare alle regioni e alle provincie autonome le gestione dei bollettini, fissa anche la quota definitiva di produzione lattiera. È stata cioè attribuita ad ogni produttore in attività una quota definitiva che è pari alla produzione ottenuta nella campagna 1994-95. Poiché in tale campagna non vi sono stati presunti «splafonamenti», noi riteniamo che sia quello il periodo cui fare riferimento per ricondurre alla normalità la gestione delle quote latte. Per i produttori che per documentate cause di forza maggiore hanno prodotto nella campagna 1994-1995 quantitativi inferiori è assegnata come quota definitiva quella realizzata nella campagna di commercializzazione 1988-1989.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 445
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 436
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.10.
GIANPAOLO DOZZO. Con questo emendamento la lega nord per l'indipendenza della Padania attribuisce alle regioni il compito di emanare i bollettini sulla produzione del latte e quello di controllare l'applicazione della normativa comunitaria. Si tratta di un ulteriore passo verso quel decentramento molte volte sbandierato, ma purtroppo realizzato solo in pochissimi casi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 449
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 432
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 432
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 428
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.13.
GIANPAOLO DOZZO. Questo emendamento e il successivo 2.14 a firma Anghinoni intendono disciplinare l'attività dei primi acquirenti per quanto riguarda i prelievi supplementari nei confronti dei produttori, siano o no associati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 431
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 429
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 432
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.17.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, chiediamo la soppressione del comma 2 dell'articolo 2 perché con tale disposizione si abroga la possibilità per i produttori di effettuare l'autocertificazione della produzione. Desidero ricordare ai colleghi che, nella passata legislatura, con l'approvazione della legge n. 46 del 1995, l'autocertificazione è stata voluta da tutti i partiti politici. Anzi, rammento che i colleghi della sinistra si erano battuti in prima linea per ottenerla. Ebbene, a solo un anno e mezzo dal febbraio 1995 si stabilisce l'impossibilità di effettuare l'autocertificazione della propria produzione. Vorrei tuttavia far osservare che tale autocertificazione deve essere fatta sulla base di strumenti che siano in grado di giustificare quanto viene dichiarato dai produttori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo di alleanza nazionale sull'emendamento Anghinoni 2.17. Un anno e mezzo fa, quando la disposizione che il comma 2 dell'articolo 2 intende sopprimere venne introdotta, essa incontrò il favore di quasi l'80 per cento dei componenti dell'Assemblea. Inoltre, in un primo momento, adottando il decreto del 15 marzo 1996, il Governo aveva espresso giudizi lusinghieri su questo istituto, che indubbiamente migliora il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, ed aveva previsto una sospensione solo temporanea. Successivamente, nel corso delle varie reiterazioni del decreto-legge, ha deciso di abrogare quella norma. Lo ripeto, ciò è stato deciso dopo aver espresso un giudizio positivo, il che dimostra la validità di questo istituto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 423
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 2.18. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Questo è il primo di una serie di emendamenti volto a modificare in modo sostanziale l'articolo 2 che, a nostro giudizio, introduce principi assurdi e contrari ai diritti dei cittadini. Mi riferisco all'introduzione del principio del silenzio-diniego nel caso in cui, trascorsi trenta giorni dalla data di presentazione del ricorso, l'AIMA non abbia dato alcuna risposta. Credo che il cittadino abbia diritto a ricevere una sia pur minima risposta. Non è questo il modo di legiferare, non è questo il modo di colmare il gap tra cittadini e pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, nel corso della discussione generale abbiamo già avuto modo di esprimere numerose perplessità in merito a questo articolo che, a nostro parere, deve essere assolutamente migliorato. Vorrei rivolgere ai colleghi della maggioranza un appello: poiché il provvedimento dovrà tornare al Senato, dobbiamo cogliere tale occasione per migliorarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 416
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caruso 2.19.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Invito i colleghi a riflettere sulle parole del collega Misuraca. Il concetto del silenzio-diniego non può essere accettato dagli allevatori ed è naturale che costoro non possano guardare alla pubblica amministrazione, in questo caso all'AIMA, con la fiducia che sarebbe necessaria. Il collega Misuraca giustamente ricordava che questo decreto dovrà ritornare all'esame del Senato, per cui invito i colleghi, in modo particolare quelli della Commissione agricoltura, con i quali abbiamo discusso a lungo sull'argomento, a riflettere e a modificare il testo su questo punto qualificante. Approfittiamo di questa congiuntura per migliorare un provvedimento per il quale voi stessi in Commissione chiedevate una modifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Losurdo. Ne ha facoltà.
STEFANO LOSURDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche nella mia qualità di capogruppo di alleanza nazionale in Commissione, vorrei informare l'Assemblea - perché è opportuno che tutti i colleghi siano resi edotti dell'evoluzione dei lavori in Commissione - in relazione alle osservazioni (non dico pregevoli, ma che si potevano comprendere) fatte dai membri della maggioranza quando hanno riconosciuto - come risulta dagli atti - che il principio, sancito in questo articolo, del silenzio-rifiuto era aberrante e perciò andava sicuramente censurato. Essi hanno poi aggiunto che doveva essere comunque approvato poiché i tempi per l'approvazione del decreto-legge n. 552 erano assai ristretti e poiché un eventuale ritorno al Senato del provvedimento avrebbe potuto non consentirne la conversione in legge per mancanza di tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tattarini. Ne ha facoltà.
FLAVIO TATTARINI. A proposito degli appelli che ci vengono rivolti, vorrei precisare che la questione oggetto dell'emendamento Caruso 2.19 è stata lungamente discussa anche in Commissione. In quella sede è stato chiarito, con ampia scienza e coscienza da parte di tutti, che questa norma - che anche noi giudichiamo negativa e che gradiremmo non venisse mai più riproposta in nessun atto del Parlamento - si applicherà soltanto all'annata lattiero-casearia 1995-1996. In Commissione è stato chiarito che, a proposito degli atti che l'AIMA dovrà compiere per quell'annata, non vi sarà ricorso a questa norma, perché l'AIMA ha già terminato di dare risposte a tutte le osservazioni avanzate, senza ricorrere all'uso di una norma che anche noi giudichiamo negativamente.
NUCCIO CARRARA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Nuccio Carrara, mi dispiace ma non posso darle la parola perché per il gruppo di alleanza nazionale è già intervenuto l'onorevole Losurdo.
ALFONSO PECORARO SCANIO. Ho chiesto la parola per dichiarare il mio voto contrario sull'emendamento Caruso 2.19, con la seguente precisazione: stiamo parlando in parte di una sanatoria contenuta in un decreto-legge purtroppo già esistente. È evidente che la Commissione agricoltura abbia espresso, pressoché all'unanimità, una forte perplessità sull'introduzione del princìpio del silenzio-diniego ma, in realtà, questa norma, rientrando tra le previsioni di un decreto-legge, è già entrata in vigore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali. Ne ha facoltà.
MICHELE PINTO, Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Intervengo, Presidente, per chiarire che stiamo per votare l'emendamento 2.19, sul quale erroneamente si è sviluppato un dibattito incentrato su altri temi. L'emendamento in questione è volto ad allungare i termini, da 30 a 60 giorni, entro i quali l'AIMA può pronunciarsi sui ricorsi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 407
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Nardo 2.20 e Caruso 2.21.
NUCCIO CARRARA. Signor Presidente, l'emendamento di cui si discute intende eliminare la figura del silenzio-diniego. È stato qui osservato che la norma non vale più: aveva valore transitorio con riferimento esclusivo al bollettino relativo alla campagna 1995-1996. Ma allora a questo punto vorrei chiedere al signor ministro quale sia la norma che regola il ricorso in opposizione nei confronti dei bollettini dell'AIMA. Non esiste una norma del genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. I deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania voteranno a favore degli identici emendamenti Di Nardo 2.20 e Caruso 2.21, poiché riteniamo che il silenzio-diniego, introdotto con questo articolo, sia un abuso nei confronti dei produttori.
PRESIDENTE. Onorevole Saia, per cortesia, prenda posto.
GIANPAOLO DOZZO. Sono ricorsi pendenti non solo presso l'AIMA ma anche presso i TAR regionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Nardo. Ne ha facoltà.
ANIELLO DI NARDO. Signor Presidente, con questi due identici emendamenti si intende eliminare il principio del silenzio-diniego ed affermare quello del silenzio-assenso.
PRESIDENTE. Onorevole Pezzoni, per cortesia! Onorevoli Pittino e Bagliani!
ANIELLO DI NARDO. Come è emerso ieri nel corso della discussione sulle linee generali, si è dimostrata l'inefficienza e l'inefficacia di un organismo come l'AIMA. Si tratta dunque di dare una possibilità ai tanti agricoltori che si sono visti respingere un ricorso solo perché non vi è stato il tempo materiale di esaminarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Ho già preso la parola sull'emendamento Anghinoni 2.18 facendo appello ai colleghi della maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo i chiarimenti forniti dal ministro, dobbiamo ammettere che in quest'aula sta accadendo qualcosa. Tutti devono sapere che non approvare gli identici emendamenti al nostro esame comporta ammettere l'incapacità della pubblica amministrazione e dell'AIMA. Sappiamo tutti che in trenta giorni l'AIMA non può fornire alcuna risposta e che, in questo caso, il ricorso si intende respinto. Gli allevatori devono saperlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 411
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 401
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 404
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 403
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 413
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caruso 3.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
ENZO CARUSO. Ho chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Avevo alzato la mano da tempo!
PRESIDENTE. Mi scusi, ma non l'ho vista.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 396
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 3.5.
ENZO CARUSO. Signor Presidente, intervenendo sull'emendamento Anghinoni 3.5, vorrei richiamarmi anche al mio emendamento 3.4, sul quale la Camera ha già dato il suo verdetto; un verdetto contraddittorio rispetto a quello che noi, Commissione agricoltura e deputati in genere, abbiamo sostenuto quando intendevamo risalire alle responsabilità in questo settore, contraddistinto da poca chiarezza e grande confusione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 406
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 412
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 407
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 408
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 398
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caruso 3.10.
ENZO CARUSO. Chiedo di parlare per motivarne brevemente il ritiro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento, perché ho presentato un ordine del giorno che ne recepisce il contenuto.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Caruso.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 410
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 3.14.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, vorrei spiegare il senso di questo emendamento, che propone di sopprimere la lettera b) del comma 5 dell'articolo 3, cioè le compensazioni per le zone di montagna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Signor Presidente, il gruppo di alleanza nazionale è contrario all'emendamento in esame per i motivi che abbiamo evidenziato sia nel corso della discussione generale sia in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpa Bonazza Buora. Ne ha facoltà.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Presidente, in linea di principio il collega Dozzo ha sicuramente ragione, in quanto il suo è un ragionamento difficilmente contestabile. Ma occorre tener conto anche di quanto ha asserito poc'anzi il collega Caruso. La montagna ha bisogno di un'attenzione particolare per una serie di motivi che spesso vengono ricordati ma altrettanto spesso sono dimenticati.
PRESIDENTE. Prego il gruppo di colleghi che sono vicini all'oratore di fare silenzio.
PAOLO SCARPA BONAZZA BUORA. Ribadisco che il ragionamento del collega Dozzo è logico; ritengo peraltro che la situazione degli allevatori che si trovano nelle zone di montagna possa essere oggetto di particolare riguardo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 373
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 3.15.
GIANPAOLO DOZZO. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 371
NUCCIO CARRARA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NUCCIO CARRARA. Signor Presidente, vorrei pregarla di «chiamare in causa» quanto meno il primo firmatario, perché ci sia data la possibilità di spiegare i nostri emendamenti. Possibilità, signor Presidente, che mi è stata preclusa.
PRESIDENTE. D'ora in poi lo farò senz'altro. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 374
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 362
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 3.20.
GIANPAOLO DOZZO. Con questo emendamento il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania intende abolire l'iscrizione alle camere di commercio per il comparto agricolo. Già la modifica introdotta tende a prorogare i termini in considerazione delle poche iscrizioni che si sono registrate in questo periodo. Riteniamo che i costi, non solo quelli per la mera iscrizione, ma anche quelli aggiuntivi che essa comporta, siano insostenibili per il comparto agricolo in questo periodo di crisi. Desidero per esempio far presente al ministro che la Telecom ha già comunicato alle camere di commercio ed alle organizzazioni professionali che l'iscrizione alle camere di commercio comporterà un aggravio con riferimento all'utenza telefonica, che passerà automaticamente da un contratto per uso civile ad uno per uso industriale. Siamo convinti della necessità di abrogare la norma che prevede l'iscrizione alle camere di commercio, che in molte zone ha dato vita a numerose contestazioni. Ricordo infatti ai colleghi che la maggior parte degli agricoltori sono contrari a tale iscrizione, che purtroppo è supportata dalle organizzazioni professionali centrali di Roma, che mal si raccordano con quelle presenti sul territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
ENZO CARUSO. Signor Presidente, mi associo alle considerazioni del collega Dozzo. In periferia gli agricoltori non sono ancora riusciti a spiegarsi a cosa serva l'iscrizione alle camere di commercio se non a far sborsare dei quattrini. Qualche funzionario dice che serve per motivi statistici, ma le possibilità per verificare statisticamente quante siano le imprese operanti nel campo agricolo sono svariate (per esempio, il possesso della partita IVA). Quindi, il fatto stesso che fino ad ora, nonostante sia stato superato il termine, pochissime aziende si siano iscritte alla camera di commercio e il fatto che qualcuno, introducendo al Senato un emendamento estraneo alla materia di cui ci occupiamo, abbia deciso di prorogare i termini, forse per dare la possibilità ad altre aziende di iscriversi, ci fa vedere la questione in modo non positivo. Pertanto, voteremo a favore dell'emendamento Anghinoni 3.20 e degli altri che intendono spostare ancora avanti il termine.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 361
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti e votanti 351
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 362
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caruso 3.19.
ENZO CARUSO. Con l'emendamento 3.19 si vuole limitare l'obbligo di iscrizione alle camere di commercio a quelle aziende agricole che abbiano un volume d'affari superiore a 15 milioni; ciò perché le piccole e le piccolissime aziende agricole molte volte sono gestite da titolari che non svolgono questa come attività primaria, trattandosi di lavoratori della terra che svolgono spesso un lavoro subordinato, di braccianti compartecipanti. Il modesto reddito che può provenire da una piccola azienda propria diventa quindi complementare a quello principale, derivante da un lavoro subordinato nell'attività agricola, che non permetterebbe a tali soggetti, con la situazione di crisi in cui versiamo, di sostenere la famiglia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Ricordo che nella seduta di ieri si è chiusa la discussione sulle linee generali ed hanno replicato il relatore ed il rappresentante del Governo, si sono svolti gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti agli articoli unico del decreto-legge e sono stati espressi i relativi pareri (per gli articoli e gli emendamenti vedi l'allegato A della seduta pomeridiana di ieri).
Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Lo scorso anno, in seguito alla chiusura degli acquedotti, vi è stata una sollevazione di popolo. Mi domando quindi se sia il caso di intervenire con un ripianamento di 30 miliardi mentre in altre zone si paga la famosa tassa sul «pluviatico», cioè quella tassa pagata da tutti i cittadini e che serve per mantenere gli enti di irrigazione.
L'articolo 1 inoltre presenta una grave incongruenza: mentre da un lato vengono stanziati 46 miliardi per il miglioramento genetico del bestiame, dall'altro coloro che incrementano la produzione vengono multati.
Riteniamo che tali contributi, come spiegheremo in seguito in riferimento ad altri emendamenti, debbano essere meglio finalizzati. Il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania voterà a favore di questo emendamento, auspicando che altrettanto faccia tutta l'Assemblea.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 373
Votanti 313
Astenuti 60
Maggioranza 157
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 195
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Colleghi, per cortesia! Onorevole Diliberto, la prego!
Onorevole Giannotti, le dispiace prendere posto?
Presidente Mattarella, per cortesia! Onorevoli Piscitello e Gasparri, per cortesia!
Prosegua pure, onorevole Dozzo.
Signor Presidente, se si vuole dare - come si è sostenuto da più parti - un contributo a quegli allevatori ingiustamente colpiti, con l'emendamento in esame - il quale rappresenta il primo di una serie di emendamenti che vanno nella stessa direzione - si può fare perché esso prevede il reperimento di fondi da assegnare a tutti quei soggetti che non hanno avuto la compensazione e che quindi debbono pagare il super prelievo.
Ricordo che nella seduta di ieri ci siamo sufficientemente soffermati («sufficientemente» si fa per dire: rispetto a quanto ci è stato consentito fare) sul problema del super prelievo, sul quale ognuno ha dato la propria interpretazione, soprattutto a livello di responsabilità. Nel momento in cui con l'emendamento in esame si propone di sostituire l'articolo 1, si sottraggono 44 miliardi; la somma di 90 miliardi si raggiungerebbe attraverso un prelievo di fondi dallo stato
di previsione del Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali, che ho avuto modo di vedere come è organizzato. Non possiamo essere favorevoli a questo, non perché non siamo favorevoli nel merito; vorrei, anzi, ricordare che i deputati del gruppo di alleanza nazionale, in sede di discussione del provvedimento collegato alla legge finanziaria, hanno presentato un emendamento e, successivamente, un ordine del giorno per proporre un intervento da realizzare con i fondi del capitolo del bilancio 6856, per venire incontro alle esigenze degli allevatori che verranno fortemente penalizzati dalla multa per il super prelievo. Non possiamo tuttavia essere favorevoli alla sostituzione dell'articolo 1 del decreto-legge n. 552 del 1996, perché con esso si viene incontro alle esigenze dell'Ente irriguo apulo-lucano e dell'Ente irriguo umbro-toscano. Ricordo che ci eravamo già fatti carico di tali esigenze nel momento in cui il gravissimo problema del sistema idrico-regionale era stato affrontato con una espropriazione vera e propria di quelle che erano o avrebbero dovuto essere le competenze del Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali.
È inutile che stia qui a ricordare le vicende che si sono succedute...
Non so se la collega Bolognesi ci consentirà di parlare di agricoltura, oltre che della sanità: qualche volta potremmo parlare anche di questioni diverse!
Oggi, pertanto, non possiamo più addurre quelle motivazioni che pure avevano la loro sostanza fino a qualche tempo addietro, perché è stata rimossa all'origine la causa. Quindi, sottrarre 44 miliardi a due enti che sono in via di risanamento, soprattutto sotto il profilo normativo, credo sarebbe...
Prego, onorevole Poli Bortone.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpa Bonazza Buora. Ne ha facoltà.
È naturale che in una situazione di crisi, in una situazione come quella che è stata delineata in tutti gli interventi di ieri, gran parte degli allevatori italiani saranno penalizzati con una multa che non dovrebbero pagare, perché hanno prodotto, a volte «splafonando» di poco, di pochissimo, sulla base peraltro di normative allora vigenti, che sono state modificate non solamente da questo ma anche dal Governo precedente. Questa costellazione di normative, infatti, ha cambiato le carte in tavola ai produttori di latte, che si trovano quindi oggi a dover pagare una multa iniqua. Pertanto, in una scala di priorità, dovendo sacrificare qualcosa, ritengo anch'io, come il collega Dozzo, che sia il caso di sacrificare questo fondo e di destinare i 44 miliardi per soccorrere gli allevatori, ingiustamente colpiti - ripeto - da una multa iniqua.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 143
Hanno votato no 266
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Riteniamo pertanto inopportuno mantenere in vita un sistema le cui provvidenze finanziarie hanno destinazioni diverse.
Se quindi vogliamo attuare un sistema di finanziamento ad hoc per la meccanizzazione in agricoltura, dobbiamo rivedere la legislazione vigente e quindi predisporre norme che vadano incontro alle esigenze del cambiamento tecnologico, che negli ultimi anni si è verificato in agricoltura.
Signor Presidente, riteniamo che l'emendamento Anghinoni 1.3, volto appunto a sopprimere il fondo per la meccanizzazione, sia un ulteriore tentativo per rimettere un po' d'ordine nel mondo
agricolo, che da una parte è fortemente penalizzato e dall'altra è eccessivamente burocratizzato.
Dichiaro pertanto il voto contrario dei deputati del gruppo di alleanza nazionale sugli emendamenti Anghinoni 1.3, 1.4 e 1.5.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 279
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
La collega Poli Bortone faceva notare che la situazione è cambiata rispetto alle pessime gestioni degli enti di sviluppo ed irrigazione prima citati. Si è confermato che attualmente sono state emesse le bollette; tuttavia vorrei far presente che un conto è prevedere le bollette, altro conto è verificare se esse vengano pagate o meno, proprio per non tornare alla precedente situazione di dissesto.
Dobbiamo decidere se riteniamo che, in conseguenza della cattiva gestione di un ente, lo Stato debba intervenire. Si tratta solo di 44 miliardi; vi ricordo inoltre che, non più di venti giorni fa, siamo intervenuti in questa Assemblea per questioni ben più rilevanti, concernenti il deficit di alcuni enti bancari, che lo Stato ha ripianato.
Quindi, mentre da un lato si vanno a ripianare deficit di enti e banche, dall'altro si vuol far pagare una multa ai produttori, quando la normativa è stata cambiata a campagna lattiera conclusa, ossia con effetto retroattivo. Mi chiedo se questo sia un buon metodo per avere giustizia da parte di questa Assemblea.
Invito pertanto tutti i colleghi ad accogliere l'emendamento 1.4, presentato dal gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania, che cerca di recare un modesto ristoro agli allevatori ingiustamente colpiti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 433
Votanti 431
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 276
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 438
Votanti 437
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 283
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpa Bonazza Buora. Ne ha facoltà.
Non possiamo, infatti, proclamarci ogni giorno regionalisti, federalisti, favorevoli al decentramento ed allo sviluppo delle competenze regionali in materia agricola e poi, al dunque, quando dobbiamo prendere, come oggi, decisioni importanti, rimanere legati ad impostazioni culturali vecchie e superate, assolutamente centralistiche e assistenzialistiche, da vecchio Ministero dell'agricoltura e foreste.
Prendiamo allora atto che la situazione è cambiata ed invito i colleghi a votare a favore del nostro emendamento, che va in direzione del decentramento regionalista di una competenza importante, finora affidata al Ministero delle risorse agricole.
D'altra parte, dalla relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per l'anno 1995 emerge che nel corso del 1994 sono stati concessi 3.567 prestiti destinati all'acquisto di macchine agricole per un importo di 97 miliardi e che al 31 dicembre 1994 il fondo di cassa ammontava a 114 miliardi di lire. Vi è quindi una sorta di incapacità di spesa a livello centrale che probabilmente potrebbe essere evitata.
Onorevole Calderisi!
Prosegua pure, onorevole Poli Bortone.
Credo pertanto che questo sia un emendamento di buonsenso, che cerca di andare incontro a coloro che prima di noi erano profondamente convinti dell'importanza delle regioni per il territorio nazionale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 450
Votanti 448
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 221
(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia, di alleanza nazionale, della lega nord per l'indipendenza della Padania e del CCD-CDU).
Nella seduta di lunedì scorso, tra le 18 e le 18,30, ho presentato tre emendamenti, pregando gli uffici e la Presidenza di turno di verificare la possibilità della loro ammissione. Poiché ieri si è esaurita la discussione sulle linee generali di questo provvedimento attorno alle ore 20,15, ho sollecitato la possibilità che questi miei emendamenti venissero ammessi alla votazione.
Ebbene, mi è stato detto dagli uffici che questa eventualità non sarebbe stata possibile in quanto non sarebbero intercorse le ventiquattr'ore previste dall'articolo 86 del regolamento. Ho anche consultato altri colleghi sulla questione, i quali mi hanno assicurato che gli emendamenti avrebbero potuto essere messi in votazione.
Onorevole Becchetti! Onorevole Selva, le dispiace dire al collega alla sua destra di accomodarsi? Grazie!
Onorevole Urso! Onorevole Sanza, può prendere posto?
Onorevole Teresio Delfino, devo dirle che già nella seduta di ieri la Commissione ed il Governo hanno espresso il loro parere sugli emendamenti presentati. Del resto, il termine per la presentazione scadeva alle ore 14: i suoi emendamenti risultano presentati alle ore 19. Questo è il motivo per il quale non sono stati ammessi (Commenti del deputato Teresio Delfino).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 1.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 243
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 463
Votanti 415
Astenuti 48
Maggioranza 208
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 241
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Dal momento che stiamo discutendo un decreto-legge che colpisce in maniera pesante i produttori del latte, ci sembra un paradosso sostenere il finanziamento di 500 milioni per il miglioramento del lupo italiano. Molto probabilmente teniamo più ai lupi, specie peraltro protetta, che ai nostri allevatori! Con l'emendamento in esame, quindi, abbiamo voluto far emergere questa contraddizione e riteniamo che esso debba essere accolto da tutta l'Assemblea.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 275
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 236
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 243
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 241
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
Abbiamo criticato il fatto che si sta stravolgendo la legge n. 468 attraverso dei decreti. In realtà, anche la maggior parte degli emendamenti presentati dalla lega agli articoli 2, 3 e 4, più che modificare in alcune parti il decreto in esame, tende sicuramente a modificare la legge citata secondo le intenzioni della stessa lega. A questo punto, dal momento che siamo stati contrari a questo modo di incidere sulla legge in questione da parte del Governo, non possiamo che seguire una linea di astensione rispetto alle proposte della lega. Tutti in questo dibattito abbiamo convenuto sull'esigenza di una riforma della legge n. 468 in maniera organica da parte del Parlamento, che rappresenta la platea più adatta a recepire le istanze del mondo produttivo e sociale, nonché di tutti gli allevatori. Penso che siamo di fronte ad una risposta altrettanto sbagliata rispetto al metodo che è stato seguito per cambiare la legge n. 468, forse dettata dall'emergenza di modificarla.
In linea generale ci asterremo su questi emendamenti-manifesto o programma; rispetto agli emendamenti che tendono a migliorare il testo in specifici punti, invece, interverrò di volta in volta per specificare la posizione del gruppo di alleanza nazionale.
tale previsione accanto a quella di cui al comma 4, che prevede che per il prelievo supplementare dovuto per il periodo 1995-1996 gli acquirenti siano tenuti a considerare esclusivamente le quote individuali risultanti dai bollettini di cui al comma 1, si configura una sorta di paletto conclusivo con riferimento al super prelievo.
Il provvedimento del Governo contiene inoltre una norma che si fa notare per la sua problematicità. Con riferimento ai ricorsi dei produttori nei confronti dell'AIMA è previsto che, qualora quest'ultima non risponda, il ricorso si intende respinto. Si introduce così, invece del silenzio-assenso, un principio contrario.
Signor Presidente, visto come gli uffici dell'AIMA stanno lavorando e hanno lavorato negli anni trascorsi, riteniamo che questa norma punisca in maniera notevole gli allevatori - non permettendo loro un'azione di ricorso - che vedono decurtata la propria possibilità di produzione da parte dell'AIMA e dei bollettini da essa pubblicati. Affinché non si dica che la lega ha una posizione non chiara, noi affermiamo che con questo articolo si dà il via libera al pagamento della multa: e sfido chiunque a dire il contrario.
Invito pertanto tutti i colleghi a sostenere l'emendamento 2.2 della lega nord per l'indipendenza della Padania.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 245
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 453
Votanti 410
Astenuti 43
Maggioranza 206
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 240
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Poli Bortone. Ne ha facoltà.
danno quella credibilità di cui tanto abbiamo parlato ieri in quest'aula e che non è certamente un elemento di distinzione in sede comunitaria.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 250
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 468
Votanti 437
Astenuti 31
Maggioranza 219
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 250
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Visto che in quest'aula tutti o quasi tutti i partiti politici si dichiarano federalisti, osservo che questo è un emendamento con il quale si intende affidare la gestione degli elenchi dei produttori e dei bollettini alle regioni e alle provincie autonome di Trento e Bolzano, fissando però delle norme ben precise in caso di inerzia delle regioni.
Signor Presidente, questo rappresenta un primo tentativo per vedere se effettivamente in quest'aula ci sia la volontà di «decentrare» la normativa comunitaria; rappresenta cioè un ulteriore passo verso il necessario chiarimento sull'intera materia del regime della produzione lattiera.
Per tali ragioni invito i colleghi ad approvare l'emendamento in quanto con esso, insieme ad altri emendamenti che seguiranno, sarà possibile dare un input positivo per la riforma della legge n. 468.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul comma 1 dell'emendamento Anghinoni 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 397
Astenuti 48
Maggioranza 199
Hanno votato sì 150
Hanno votato no 247
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 228
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 247
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 402
Astenuti 41
Maggioranza 202
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 241
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 243
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Questo emendamento, insieme con gli altri, delinea in modo più approfondito la revisione della legge n. 468 del 1992.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 399
Astenuti 46
Maggioranza 200
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 243
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 389
Astenuti 47
Maggioranza 195
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 238
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 225
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 246
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 217
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 242
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 391
Astenuti 41
Maggioranza 196
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 242
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 385
Astenuti 43
Maggioranza 193
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 245
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Essi contengono norme tecniche relative alle date entro le quali i primi acquirenti devono comunicare alle regioni le risultanze delle quote di latte prodotte e poi comunicarle all'AIMA. I primi acquirenti in Italia sono parecchi e gli emendamenti in questione intendono fissare precise date di scadenza dando la possibilità agli acquirenti stessi di rispettarle.
Quindi, signor Presidente, invitiamo l'Assemblea a votare a favore dei nostri emendamenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 387
Astenuti 44
Maggioranza 194
Hanno votato sì 143
Hanno votato no 244
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 387
Astenuti 42
Maggioranza 194
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 240
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 392
Astenuti 40
Maggioranza 197
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 243
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Non so se i colleghi della sinistra abbiano mutato avviso, ma è certo che si sopprime una disposizione di grande importanza. Invito pertanto i colleghi del PDS e di tutta la sinistra a votare a favore dell'emendamento Anghinoni 2.17, per essere coerenti con le idee espresse nemmeno un anno e mezzo fa.
Per tali ragioni dichiaro il voto favorevole del gruppo di alleanza nazionale sull'emendamento in questione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 236
(La Camera respinge).
Mi riservo di intervenire su altri emendamenti che mirano a migliorare il testo al nostro esame. Comunque ribadiamo la nostra contrarietà all'introduzione del principio dell'abrogazione.
Il collega Caruso ha espresso la posizione di alleanza nazionale, che noi condividiamo pienamente. Ai colleghi della maggioranza voglio dire che, se non intendono approvare questo emendamento, almeno prendano in considerazione quello successivo poiché, come abbiamo già sottolineato ieri, l'AIMA non può dare risposte entro il termine di trenta giorni. È questo il motivo per cui chiediamo che tale termine sia aumentato fino a sessanta giorni. Ribadisco l'invito ai colleghi ad approvare questo emendamento o quelli successivi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 234
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpa Bonazza Buora. Ne ha facoltà.
Vorrei richiamarvi all'onestà intellettuale - che indubbiamente riconosciamo loro - dei colleghi della maggioranza della Commissione e di tutto il Parlamento per invitarli a trarre le conclusioni sul fatto che questo decreto-legge, in ogni caso, dovrà ritornare all'esame del Senato. Di fronte a tale fatto, è evidente che le
pragmatiche osservazioni di quei colleghi vengono a decadere. Mi appello quindi a loro affinché si possa pervenire all'abolizione di quel princìpio aberrante.
Se permanesse nella legge quell'aberrante princìpio, si potrebbero determinare le seguenti conseguenze: di fronte ad un errore materiale del tutto evidente ictu oculi, nel caso di un ricorso la pubblica amministrazione, se l'AIMA non rispondesse, dovrebbe applicare una misura aberrante sulla base del princìpio del silenzio-diniego, ormai ritenuto giuridicamente superato.
Di fronte a questi fatti aberranti che potrebbero prodursi, invito il Parlamento - dato che il decreto-legge n. 552 del 1996 dovrà tornare all'esame del Senato - a migliorare il testo del provvedimento e quindi a votare a favore dell'emendamento Caruso 2.19.
Per evitare, pertanto, di allargare il numero dei punti da ridiscutere al Senato con il rischio - che a nostro avviso non si dovrebbe correre - che il decreto-legge non possa essere convertito in legge, riteniamo di essere onesti intellettualmente facendo tali affermazioni e votando contro l'emendamento Caruso 2.19 (Applausi dei deputati del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecoraro Scanio. Ne ha facoltà.
In questo momento ci troviamo purtroppo di fronte ad una vicenda del 1996 - che è già accaduta - e nella fase in cui stiamo ratificando un decreto-legge che ha già prodotto i propri effetti.
Sarebbe assai opportuno che anche il ministro chiarisse che siamo nella condizione - come abbiamo già avuto occasione di chiarire anche in Commissione, ma è utile informarne l'Assemblea - in cui il princìpio del silenzio-diniego è già stato applicato, poiché il decreto-legge non ha valore per il futuro.
Il voto quindi sarà contrario, con questa precisazione che deve rendere edotta l'Assemblea su una decisione che altrimenti apparirebbe strana.
Prendo in via eccezionale la parola, Presidente, soltanto sulla base dell'espresso invito che il presidente della Commissione agricoltura mi ha rivolto e solo per dire che ha ragione l'onorevole Tattarini quando sostiene che questa norma fa solo ed esclusivo riferimento all'anno 1995-1996. Aggiungo, inoltre, che i ricorsi hanno già avuto esito.
Pertanto, l'eventuale accoglimento di questo emendamento comporterebbe il sovvertimento delle decisioni già adottate, sicché aggiungeremmo al danno autenticamente la beffa. Mi auguro, quindi, che la Camera lo respinga.
Comprendo, ed entro nel merito della questione, che questa norma si riferisce all'anno 1995-1996. Tuttavia, a parte il fatto che sin dal primo esame in Commissione è stato evidenziato che questo è un modo obbrobrioso, incivile, di stabilire i rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione; a parte il fatto che questa previsione diventerà legge e che, non essendoci in alcuna parte del provvedimento riferimenti ai ricorsi presentati, probabilmente arriveremo a riformare la legge n. 468 (ma se disgraziatamente non ci arriveremo, non vi è dubbio che per analogia quanto previsto potrà valere anche negli altri casi), a parte tutto questo, dicevo, penso non sia onorevole per la Camera lasciar passare un fatto del genere. Peraltro, non assommeremmo il danno alla beffa, anche perché, come è stato detto, il decreto ha già prodotto i suoi effetti, quindi miglioreremmo solamente un testo di legge, daremmo sicurezza per il futuro e soprattutto ne usciremmo con meno vergogna di quanta ne potremmo provare quando la gente saprà che abbiamo approvato una disposizione del genere. Sicuramente il fatto che il Governo l'abbia inserita nel decreto non gli fa onore, e lo stesso vale per la Camera se l'approverà.
Ad ogni modo, ripeto, questo emendamento è solo volto ad allungare da 30 a 60 giorni i termini entro i quali l'AIMA può pronunciarsi, al fine di consentirgli di avere il tempo necessario per poter fornire una risposta a coloro che hanno presentato ricorso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caruso 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 405
Astenuti 2
Maggioranza 203
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 231
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuccio Carrara. Ne ha facoltà.
Quindi il ricorso deve essere presentato onerosamente al tribunale amministrativo, con i tempi e con i costi che ciò comporta.
Questa Assemblea ha l'occasione per approvare una norma che introduce la figura del silenzio-assenso nei confronti dei ricorsi in opposizione. Voglio ricordare ai colleghi che, qualora ciò non si facesse, in assenza di altre disposizioni, questa potrebbe essere utilizzata in via analogica. Per eliminare ogni dubbio e fare chiarezza nella normativa, considerato che le ragioni della blindatura della maggioranza sono venute meno perché comunque il provvedimento dovrà essere esaminato dal Senato - e non credo che l'altro ramo del Parlamento perderà tempo per un emendamento in più approvato dalla Camera - esorto tutti i deputati a farsi carico di questa piccola, ma nello stesso tempo grande, responsabilità nei confronti degli allevatori, introducendo le figure del ricorso in opposizione e del silenzio-assenso, e non silenzio-diniego (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
Mi si obietta che tale disposizione riguarderebbe solo la campagna 1995-1996; ricordo tuttavia a me stesso, ai colleghi ed al signor ministro che proprio in questa campagna sono stati presentati più ricorsi...
Prego, onorevole Dozzo, prosegua pure.
Signor Presidente, si capisce perfettamente la ragione per cui all'epoca si è prevista tale formulazione che va contro ogni forma di giustizia nei confronti del cittadino. Era infatti già intendimento dell'AIMA non rispondere ai ricorsi presentati dagli allevatori; certamente, si tratta di numerosi ricorsi proprio perché i produttori sono stati colpiti ingiustamente. Dunque, con tale disposizione, ci si voleva mettere al riparo.
Se l'Assemblea non introdurrà la norma, più congeniale, del silenzio-assenso, generalmente utilizzata in tutti gli atti amministrativi, chi voterà contro questi emendamenti sarà corresponsabile del diniego che coinvolgerà i cittadini.
Invito cortesemente i commessi a far sgombrare l'emiciclo, visto che i colleghi non mi sentono.
Prosegua, onorevole Di Nardo.
Chiediamo a tutti i deputati di votare a favore di questi emendamenti. Ripeto, si tratta di una norma a favore degli agricoltori.
Dal dibattito di ieri è scaturita la consapevolezza dell'inefficienza e dell'inefficacia di questo organismo. Mi appello quindi alla maggioranza ed all'amico relatore che ieri, in sede di replica, ha
affermato che da parte vostra vi è solo alta responsabilità. Non credo quindi che vi sia una prescrizione medica ad andare avanti, visto che il provvedimento potrà tornare all'esame della Camera.
Lo ripeto: si tratta di agevolare gli amici agricoltori che non hanno avuto la possibilità, non dico di vedersi accolto il ricorso, ma nemmeno di farlo leggere alle autorità competenti.
L'incapacità dell'AIMA e della pubblica amministrazione è stata riconosciuta in molte occasioni, anche dal ministro; mi rivolgo anche al presidente della Commissione agricoltura: nel corso di varie audizioni, queste ammissioni sono state fatte.
Vogliamo dare un'opportunità agli allevatori ed anche all'AIMA, facendo sì che se quest'ultima - e quindi la pubblica amministrazione - non è in condizione di dare risposta nel tempo previsto, quanto meno il ricorso venga accettato. Il mio è un ulteriore appello. Assumetevi voi la responsabilità del fatto che gli allevatori vedranno respinti i loro legittimi ricorsi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Nardo 2.20 e Caruso 2.21, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 233
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 382
Astenuti 19
Maggioranza 192
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 223
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 203
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 237
(La Camera respinge)
emendamenti Scarpa Bonazza Buora 3.1 e Anghinoni 3.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 386
Astenuti 17
Maggioranza 194
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 235
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 261
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 199
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 232
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
Quando l'AIMA commissionava, appaltava e subappaltava, senza sapere chi compiva le verifiche e i controlli (molte volte si trattava di gente inesperta), dicevamo che era scandaloso che si sperperassero decine, centinaia di migliaia di miliardi in questi controlli e in queste verifiche che non servivano a niente. Ora, con il decreto-legge al nostro esame, ci siamo cascati di nuovo, come si dice! L'Assemblea ha respinto il mio emendamento che mirava a sopprimere le convenzioni che l'AIMA doveva adottare.
Venendo all'emendamento Anghinoni 3.5, il gruppo di alleanza nazionale dichiara il proprio voto contrario, perché nella preferenza delle compensazioni giustamente è stato adottato il criterio secondo il quale le regioni, di cui all'obiettivo 1, devono avere una certa priorità, ma non sulle zone di montagna e sui produttori che hanno visto tagliata la quota B con la legge n. 46 del 1995. Tuttavia, non può essere eliminata - come vuole la lega - la previsione secondo la quale determinate zone debbano avere un posto particolare nel campo della compensazione.
Pertanto, a nome del gruppo di alleanza nazionale, dichiaro il voto contrario sull'emendamento Anghinoni 3.5.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 204
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 272
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 378
Astenuti 34
Maggioranza 190
Hanno votato sì 141
Hanno votato no 237
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 373
Astenuti 34
Maggioranza 187
Hanno votato sì 139
Hanno votato no 234
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 205
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 234
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 374
Astenuti 24
Maggioranza 188
Hanno votato sì 145
Hanno votato no 229
(La Camera respinge).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento
Anghinoni 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 379
Astenuti 31
Maggioranza 190
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 237
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Riteniamo che in tali zone la produzione del latte sia effettuata con sistemi svantaggiati rispetto a quelli utilizzati per le zone di pianura. A nostro avviso, peraltro, non si possono fare classifiche per quanto riguarda la compensazione per un lavoro, quello dei produttori di montagna, che sicuramente è più duro ma che dovrebbe essere oggetto di un sostegno sociale da parte del ministero. Crediamo quindi che non si debbano fare classifiche ma che occorra dare ai produttori di montagna sostegni diversi da quelli previsti dalle norme in esame. Sappiamo benissimo, tra l'altro, che in montagna i produttori e gli agricoltori hanno compiti ben precisi, che attengono alla salvaguardia dell'ambiente e alla tenuta delle aree prative, che spesso rimangono incolte.
Per quanto riguarda la normativa relativa alla montagna, esiste una legge-quadro ben definita, che purtroppo non è mai stata applicata nelle sue norme più interessanti. Riteniamo quindi che si debbano trovare ulteriori sostegni al di fuori delle classifiche che si vogliono creare mettendo i produttori in contrapposizione tra di loro. Se si vogliono dare aiuti alla montagna, essi devono essere trovati in altro modo e non attraverso compensazioni che danno priorità a determinati produttori.
Con i commi 4 e 5 dell'articolo 3 si stabiliscono criteri di priorità rispetto alla campagna volontaria di abbandono, che serve a creare una riserva nazionale. Nell'ambito di tali criteri di priorità al primo posto vengono messi i giovani; siamo infatti convinti che la possibilità per la zootecnia di avere un futuro dipenda dal fatto che le nuove leve possano accedere a questa attività. Non vi è dubbio che, come abbiamo detto più volte, in montagna la zootecnia rappresenti spesso la condizione necessaria affinché l'uomo possa abitare in quelle zone, in quanto essa può dare reddito, purché sia messa nelle condizioni di essere svolta con continuità. Se dessimo agli allevatori di montagna la possibilità (che hanno tutti gli allevatori) di aderire alla campagna volontaria di abbandono e poi non dessimo priorità ai giovani che vogliono intraprendere l'attività richiamata, avremmo sicuramente fatto qualcosa per contribuire a spopolare la montagna. E quando la montagna viene spopolata non vi sono sicuramente le condizioni per rendere possibile la presenza dell'uomo.
In conclusione, voteremo contro l'emendamento in esame e invitiamo tutti i deputati ad esprimersi nello stesso senso.
È importante che gli agricoltori, che il più delle volte sono allevatori, possano restare nelle zone di montagna.
Prosegua pure, onorevole Scarpa Bonanza Buora.
Diversamente favoriremmo implicitamente lo spopolamento delle zone disagiate come quelle montane, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare sotto il profilo sociale, economico ed idrogeologico. Ci asterremo pertanto dalla votazione sull'emendamento del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 321
Astenuti 52
Maggioranza 161
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 252
(La Camera respinge).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 370
Astenuti 1
Maggioranza 186
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 244
(La Camera respinge).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 351
Astenuti 23
Maggioranza 176
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 220
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 361
Astenuti 1
Maggioranza 181
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 210
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, chiedo il voto favorevole dell'Assemblea su questo emendamento per consentire l'abrogazione della disposizione che prevede l'iscrizione alle camere di commercio per il comparto agricolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 181
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 214
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Maggioranza 176
Hanno votato sì 138
Hanno votato no 213
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Votanti 361
Astenuti 1
Maggioranza 181
Hanno votato sì 147
Hanno votato no 214
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caruso. Ne ha facoltà.
Secondo noi va bene, come dice il Governo, l'iscrizione alle camere di commercio per le aziende agricole, ma limitatamente a quelle che hanno un volume d'affari superiore a 15 milioni, senza tale obbligo per le piccolissime, i cui titolari non svolgono come attività principale quella di conduttore dell'azienda. Comunque, il volume d'affari di 15 milioni riguarda un gran numero di imprese.