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GIOVANNI PACE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PACE. Signor Presidente, ho presentato una interrogazione rivolta al ministro del lavoro e della previdenza sociale e al ministro dell'ambiente in ordine ad una notizia, pubblicata oggi su Il Messaggero, cronaca di Chieti.
PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di interessare il Governo affinché risponda alla sua interrogazione, onorevole Pace.
del sindacato ispettivo (ore 20,10).
La notizia riguarda lo stabilimento Richard Ginori di Chieti stabilimento dismesso da un paio di anni per l'abbandono di quella società e ubicato nella zona industriale della città il quale sta per essere acquistato da una importante società del nord che intende realizzarvi un deposito di amianto, proveniente dallo smantellamento delle coperture degli opifici industriali della Lombardia e delle zone limitrofe.
Signor Presidente, Chieti è una città particolare, che ha 57 mila abitanti, di cui 13 mila disoccupati. Questo dramma si inserisce in una realtà che fa registrare con preoccupazione la disaffezione di quei cittadini verso le istituzioni.
Si tratta di una città che è stata aggredita come nessun'altra dal triste fenomeno di Tangentopoli. È come se vi fosse stato un segnale. Da quel giorno del febbraio 1993, in cui la giunta municipale di Chieti fu interamente ristretta in carcere, molte aziende hanno chiuso i battenti e molti lavoratori sono stati messi nel drammatico stato, senza sbocco, di disoccupati. La cosa grave è che le istituzioni regionali e lo stesso consorzio per l'area industriale sembrano assenti. La preoccupazione della collettività di Chieti è che si stiano trascurando non soltanto i problemi legati alla ripresa economica e alla disoccupazione, ma anche quelli che riguardano la salute e le politiche volte ad evitare il degrado ambientale.
Non voglio, signor Presidente, tediare lei e i colleghi né posso illustrare ora la mia interrogazione. La prego peraltro di interporre i suoi buoni uffici affinché ad essa venga data una sollecita risposta; potrebbe essere anche l'occasione per aprire un dibattito sulla gravissima realtà che angoscia quella nobile popolazione dell'Abruzzo.