Allegato A
Seduta 32 del 15/7/1996

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INTERPELLANZE ED INTERROGAZIONI


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A) Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
nel Parlamento e nel Paese è in corso un vivace dibattito sull'uso della custodia cautelare;
come avvenuto nel caso del dottor Contrada, la custodia cautelare può protrarsi per anni e anni senza il conforto del giudizio di primo grado;
tale istituto viene applicato con eccessiva disinvoltura anche a seguito di reati di lieve entità -:
quali siano i criteri per i quali sono stati applicati a Barbara Balzarani, condannata con sentenza passata in giudicato a tre ergastoli per gravissimi fatti di sangue, in una logica di lotta armata mai rinnegata, i benefìci del tutto discrezionali dell'articolo 21 della legge Gozzini;
quali iniziative intenda intraprendere per ridare serenità e fiducia nello Stato ai parenti delle vittime del terrorismo ed a tutti i cittadini italiani.
(2-00034)«Giovanardi».
(18 giugno 1996).

B) Interrogazione:

GIOVANARDI. - Al Ministro di grazia
e giustizia. -
Per sapere - premesso che:
l'ex deputato Angelo Rojch ha trascorso più di un mese in carcere con l'accusa di associazione per delinquere;
nell'ordinanza di custodia cautelare si motiva il provvedimento, tra l'altro, con il fatto che «il deputato Angelo Rojch, già presidente della giunta regionale della Sardegna, da tempo va palesando in vari interventi pubblici ed istituzionali, anche con la promozione di provvedimenti normativi ed interrogazioni parlamentari, il proprio interesse per gli investimenti produttivi e lo sviluppo dell'occupazione nelle zone della Sardegna centrale»;
nell'ordinanza si scriveva ancora che a casa di uno dei coimputati è stato rinvenuto un articolo a firma di Rojch, pubblicato sul quotidiano Il Popolo del 29 agosto 1990, in cui lo stesso critica la politica degli investimenti che trascura il Mezzogiorno ed indica possibili danni per Sfirs, il Banco di Sardegna e tutto il sistema bancario dell'isola, se dovessero ritenersi inidonei a seguire una politica dinamica di iniziativa;
valutazioni identiche a quelle espresse da Rojch erano state sostenute da deputati di tutti i gruppi intervenuti in Aula nel mese di giugno 1994, nell'ambito dell'approvazione del decreto per la rinascita della Sardegna -:
quali iniziative intenda intraprendere per garantire che i parlamentari possano esercitare liberamente il loro mandato senza essere incriminati ed incarcerati sulla base di opinioni espresse in Parlamento.(3-00034)
(18 giugno 1996).


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C) Interpellanza e interrogazione:

I sottocritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
il direttore del quotidiano Il Tempo, Giovanni Mottola, è stato rinviato a giudizio, insieme al responsabile della pubblicità Paolo Minervini, con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione, per aver consetito la pubblicazione di annunci pubblicitari a «luci rosse» -:
se non ritengano che l'abnorme iniziativa giudiziaria, anche in considerazione del fatto che è stata assurdamente colpita una sola testata giornalistica, comprima in modo intollerabile le libertà personali, di stampa e di iniziativa economica e possa rappresentare l'inizio di una pericolosa campagna intimidatoria.
(2-00078)
«Vito, Maiolo, Bonaiuti, Taradash».
(2 luglio 1996).

SAVARESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il direttore de Il Tempo, dottor Giovanni Mottola, è stato rinviato a giudizio per il reato di sfruttamento della prostituzione a causa dei piccoli annunci pubblicitari pubblicati dal quotidiano;
non è certamente solo Il Tempo a pubblicare gli annunci incriminati, ma anche altre autorevoli testate;
questo tipo di messaggi «particolari» è presente da sempre nei quotidiani, anche se solo adesso la magistratura sembra interessarsene;
non si capisce quali siano esattamente gli estremi del reato contestato;
appare del tutto lecita la pubblicazione di questi annunci, in quanto non esplicitamente allusivi alla prostituzione -:
se non ritenga opportuno varare al più presto una norma che regolamenti la materia per evitare che in futuro accadano ancora questi episodi;
se non ritenga in qualche modo lesa la libertà di stampa o addirittura di espressione e che questo caso costituisca una aberrazione del principio della responsabilità oggettiva. (3-00082)
(3 luglio 1996).

D) Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
improvvisamente è stata decisa la soppressione del carcere mandamentale di Alcamo, mentre la micro-criminalità fa scorrerie in ogni angolo della città;
tale carcere mandamentale è costato alcuni miliardi e quindi tale somma verrebbe così vanificata. Nessun motivo valido può infatti essere portato a giustificazione di un simile atto;
per quanto concerne l'ulteriore necessità di rendere operativa una caserma per i Vigili del fuoco, vi è comunque la possibilità di reperire altri locali e dare contemporaneamente una accelerazione alla costruzione di una dignitosa caserma -:
se non ritenga opportuno revocare il discutibile provvedimento;
se tale provvedimento sia stato suggerito - così come è apparso sul Giornale di Sicilia del 30 giugno 1996, pag. 24, cronaca di Trapani - dal consigliere provinciale del Pds Pipitone e caldeggiato dal senatore dell'Ulivo Ludovico Corrao, non essendo infatti pensabile che le azioni di Governo possano scaturire da cellule di partito, ritenendo l'interpellante tale prassi non ulteriormente tollerabile.
(2-00076)«Lucchese».
(2 luglio 1996).


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E) Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 31 maggio 1996, subito dopo l'emanazione del decreto governativo sugli stanziamenti multimiliardari per il Giubileo e la formazione del nuovo governo di centro-sinistra, la Ferruzzi Finanziaria spa, senza alcun preavviso, ha annunziato l'avvenuta cessione del quotidiano Il Messaggero al signor Caltagirone Francesco Gaetano, impresario edile della capitale con posizione dominante in questo settore, per la cifra di 356 miliardi di lire, superiore di almeno 100 miliardi al valore di mercato della testata;
il direttore del quotidiano, Giulio Anselmi, ha prontamente rassegnato le dimissioni, denunziando implicitamente il pericolo che Il Messaggero perda così la sua indipendenza, entrando in un regime di sudditanza nei confronti di poteri politici, economici, nazionali o cittadini fino a ieri estranei all'editoria;
la redazione de Il Messaggero ha reagito al fait accompli, ravvisando in esso un attentato alla libertà di stampa, all'indipendenza della testata, al patto integrativo aziendale, con uno sciopero di 24 ore e con altre agitazioni di sei giorni, senza peraltro ottenere adeguate e sia pure formali assicurazioni dal nuovo padrone-editore;
il signor Caltagirone Francesco Gaetano, che possiede già il pacchetto azionario di maggioranza de Il Tempo, l'altro quotidiano concorrente romano di orientamento conservatore, e che altresì dispone di un'opzione sul quotidiano di Napoli Il Mattino che gestisce in proprio, non ha nascosto il suo intento di esercitare un'opzione di seconda istanza sul quotidiano pugliese La Gazzetta del Mezzogiorno e già in passato aveva evidenziato la sua contiguità di interessi con diversi gruppi politici, economici, editoriali, mediante l'acquisto e la liquidazione della Quotidiani associati, e, prima ancora, con una compartecipazione, e il fallito rilancio e la chiusura del quotidiano romano Paese Sera -:
se non intenda modificare, con un decreto-legge, i limiti di concentrazione previsti dall'attuale legislazione sull'editoria, per imporre così la retrocessione delle azioni de Il Messaggero;
se non intenda contestualmente sollecitare il Garante per l'editoria e la radiodiffusione affinché assuma iniziative immediate nelle sedi competenti per ottenere un dispositivo di sospensiva della cessione de Il Messaggero, che permetta una tempestiva indagine conoscitiva volta ad accertare se il signor Caltagirone Francesco Gaetano, con l'acquisto della testata romana, non abbia acquisito de facto un ferreo controllo sulla stampa quotidiana della Capitale e del Sud, che costituisce di per se stesso una macroscopica violazione del principio del pluralismo dell'informazione e dell'esercizio della libertà di stampa nel nostro Paese, e se la sua affinità con altri gruppi operanti nel settore editoriale del centro Italia non configuri un'altra potenziale violazione della legge anti-trust e della legge n. 416 del 1981, che fissa una quota massimale del 50 per cento sul controllo interregionale della stampa quotidiana e periodica;
quali iniziative intenda assumere più in generale per rassicurare l'opinione pubblica circa le vicende in questione, operando perché sia dissipata l'ombra di grave sospetto proiettata sull'acquisto della più importante testata romana da parte di un potente imprenditore edile, palesemente interessato agli appalti per migliaia di miliardi di lire nell'ambito del Giubileo del 2000 e delle eventuali Olimpiadi del 2004.
(2-00050)
«Manisco, Marco Rizzo, Pistone, Giordano, Gambale, Mantovani, De Cesaris».
(18 giugno 1996).


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F) Interrogazione:

CENTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro per la solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
lo stato del fenomeno delle tossicodipendenze e dei consumi di droghe illegali, quale emerge dall'ultima relazione sui dati dell'anno 1995 presentata al Parlamento dal Ministro degli affari sociali (31 marzo 1996), denuncia un quadro di allarmante e pericolosa «assenza di governo» e di prospettiva politica;
le politiche sanitarie adottate sino ad oggi hanno registrato parziali e limitati successi, rispetto a fasce della popolazione tossicodipendente capaci di seguire e coronare processi riabilitativi, ma hanno di fatto imitato l'offerta terapeutica ad una gamma, più o meno diversificata, di «strategie dell'astinenza»;
il fenomeno nel suo complesso sembra evolversi in modo indipendente,
rispecchiando da una parte la diversificazione dell'offerta del mercato illegale, e rendendo irrilevanti, dall'altra parte, gli interventi cui, nel quadro dell'approvazione della legge n. 162 del 1990, il legislatore aveva fatto grande affidamento per limitare la circolazione ed il consumo di droghe illegali, e in particolare:
a) il ricorso a strutture socio-riabilitative di tipo comunitario o comunque residenziale, oltre a denunciare una lieve flessione (tre per cento) rispetto al 1994, interessa una quota tutto sommato ridotta della intera popolazione tossicodipendente (poco più di un terzo, 37 per cento), rispetto a quella complessivamente in contatto con i servizi;
b) i livelli di sieroprevalenza fra la popolazione tossicodipendente continuano ad essere purtroppo altissimi, in conseguenza delle dissennate politiche sanitarie del passato, ed il 61 per cento dei casi registrati di Aids sono correlati allo stato di tossicodipendenza;
c) i sequestri delle «tradizionali» sostanze sono diminuiti rispetto al 1994
(- 18 per cento per l'eroina, - 61 per cento per la cocaina, 17,74 per cento per l'hashish), mentre sono aumentati quelli delle nuove droghe chimiche (ecstasy: + 117 per cento); tali sequestri, più che incidere concretamente sulla circolazione delle sostanze, sembrano «registrare» come semplici indicatori i mutamenti di un fenomeno che, anche nella sua dimensione commerciale, sfugge ad ogni controllo efficace;
d) le segnalazioni ai servizi da parte delle prefetture investono maggioritariamente consumatori di droghe leggere (53,51 per cento), che per la grandissima parte non si rivolgono ai servizi (di cui rappresentano solo il 7,98 per cento dell'utenza), poiché non ne hanno alcun bisogno, e non ne riceverebbero comunque alcuna risposta che non sia «retorica»: infatti, a quanto consta, non esiste alcun trattamento specifico per il consumo di cannabis, e gli stessi servizi per le tossicodipendenze non hanno alcuna attinenza con un comportamento che sfugge ai canoni della patologia tossicomanica. Dunque l'intero sistema sanzionatorio sopravvissuto alle abrogazioni introdotte dal referendum del 1993 dimostra di non avere alcuna effettiva rilevanza in ordine al controllo del fenomeno ed al raccordo dei consumatori di droghe con ioni introdotti continua a rappresentare l'aspetto più gravemente e inutilmente persecutorio della normativa italiana sulle droghe;
e) i livelli di utilizzo del metadone protratto o a mantenimento (che coinvolge circa il 20 per cento degli utenti dei servizi, e solo il 3 per cento dei detenuti tossicodipendenti) rivela come tuttora esistano remore e rifiuti ideologici rispetto alle strategie di normalizzazione della tossicodipendenza attiva (di quei soggetti cioè che non accettano di subordinare l'offerta terapeutica all'astensione dall'uso delle droghe), e come non abbiano per altro verso trovato alcun riscontro le molto prudenti «Linee guida per il trattamento delle dipendenze da oppiacei con


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farmaci sostitutivi», emanate dal ministero della sanità in data 30 settembre 1994;
f) i decessi per overdose di eroina sono aumentati del 20,29 per cento (passando da 867 a 1043 casi) e denunciano, da una parte, i rischi gravissimi connessi alla diversificazione e destabilizzazione dei mercati illegali e, dall'altra, la ridotta capacità dei sistemi di cura ad attuare concrete politiche di prevenzione sanitaria rispetto al consumo di droghe;
i risultati del referendum e quelli della conferenza nazionale sulla droga di Palermo del 1993 sono lontanissimi dal trovare una puntuale applicazione; al contrario, negli ultimi due anni, i Governi succedutisi, ed i provvedimenti sino ad oggi adottati, hanno rinnovato ed aggravato forme di «proibizionismo sulle cure» e sui diritti di consumatori di droghe illegali;
il decreto attuativo del testo unico n. 309 del 1990, che nella sua versione originaria (gennaio 1993) aveva tentato, per la prima volta, di dare cittadinanza alle politiche di riduzione del danno, è stato, reiterazione dopo reiterazione, rapidamente normalizzato, sino a divenire un decreto omnibus, di assoluta continuità con le peggiori politiche sulla droga realizzate nel nostro Paese -:
se non ritengano urgente:
a) l'individuazione di linee prioritarie di finanziamento per i programmi rivolti alla fascia dei tossicodipendenti attivi;
b) l'istituzione di centri di accoglienza a bassa soglia per tossicodipendenti attivi, di carattere diurno o residenziale;
c) l'inaugurazione di forme più avanzate e coraggiose di trattamento farmacologico delle dipendenze, tanto rispetto alle sostanze già in uso, quanto rispetto ad altre (ad esempio la buprenorfina), ancora interdette nella cura delle dipendenze;
d) l'adozione dei medesimi protocolli scientifici attualmente utilizzati in Svizzera per consentire forme limitate di sperimentazione dell'uso terapeutico dell'eroina nella cura delle tossicodipendenze;
se non ritengano altresì opportuna, e conseguente al risultato referendario del 1993, l'abrogazione delle sanzioni amministrative per il consumo di droghe illegali;
se non intendano organizzare la prossima conferenza nazionale sulla droga in modo da dedicare specifiche sessioni alla illustrazione e valutazione dei risultati ottenuti, nel campo della prevenzione e cura delle dipendenze, da altri paesi europei che già da anni hanno intrapreso politiche di riduzione del danno.
(3-00055)
(25 giugno 1996).

G) Interrogazione:

SBARBATI, DUCA, GIACCO, POLENTA e MARIANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della solidarietà sociale. - Per conoscere - premesso che:
la triste vicenda di violenza sui minori venuta alla luce giorni or sono a Palermo ha portato di nuovo alla ribalta il fenomeno odioso delle sfruttamento e della prostituzione dei minori;
tale fenomeno, poiché ormai gli episodi singoli o di gruppi sono così numerosi, sta rivelando come la violenza sull'infanzia, in tutte le sue sfaccettature sia psichiche che fisiche e sessuali, costituisca un business di vaste dimensioni riferibile non solo a singoli maniaci, ma anche alla criminalità organizzata;
in Italia, dal 1992 al 1995, si stima che la prostituzione minorile sia aumentata


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del 72 per cento, con un budget di affari che si aggira intorno ai cinque miliardi;
oltre alla prostituzione minorile, la pornografia in videocassette con soggetti minori ha portato alla criminalità organizzata, solo lo scorso anno, tra i 14 e 20 mila miliardi, trasformando il nostro paese in un pericoloso concorrente della Thailandia in tema di prostituzione minorile;
la stessa criminalità minorile ha registrato drammatici aumenti che vanno, a seconda dei centri, dal 47 al 52 per cento;
appare evidente dunque la necessità di ricostituire, per meglio affrontare tutte le problematiche dell'infanzia, la commissione speciale che fu istituita presso la Camera dei deputati nella XII legislatura -:
quali iniziative intendano assumere al fine di prevenire concretamente la violenza sui minori, tutelare l'infanzia, specie nelle grandi aree metropolitane degenerate, rendere efficace il diritto del minore a crescere sano e libero e applicare la «carta di New York».

(3-00083)
(3 luglio 1996).

H) Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nei certificati di stato di famiglia rilasciati dalle anagrafi dei comuni del nostro Paese compare la designazione di «figliastro/a» accanto al nome del figlio o della figlia di uno solo dei due coniugi che compongono il nucleo familiare (e precisamente del coniuge non capo famiglia, che è quasi sempre la madre);
nella lingua italiana, per qualificare il legame tra il figlio/a ed il nuovo coniuge del genitore viene indicato il termine «figliastro/a»;
tale termine ha tuttavia nell'uso comune della lingua italiana un significato inequivocabilmente dispregiativo;
esiste il problema di non qualificare, con denominazioni «in negativo», i figli nati da precedenti unioni di uno dei due coniugi e di non usare termini discriminatori e lesivi del principio di uguaglianza umana e giuridica dei figli;
l'intera materia è delicata e va affrontata, oltre che con la massima urgenza, anche con l'assoluta serietà e competenza -:
se esista normativa da cui scaturisce tale «barbaro» uso;
se intenda adoperarsi, per quanto di sua competenza, affinché le anagrafi, accanto al nome del figlio/a in questione, non facciano comparire il termine «figliastro/a», e sia quindi abolita all'istante una convenzione inaccettabile sul piano della legittima parità che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini/e.
(2-00064)
«De Simone, Jervolino Russo, Serafini».
(26 giugno 1996).

I) Interrogazione:

STEFANI e SIGNORINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
in occasione delle elezioni politiche del 21 aprile 1996, in Veneto è stata presentata una lista denominata «Unione Nord Est»;
tale lista ha presentato un simbolo che è la servile imitazione dei simboli già adoperati dalla Lega Nord in generale, e, in particolare, dalla Lega Veneta;
risulta all'interrogante che, in concreto, parecchi elettori hanno confuso i due simboli;


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il decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 sanziona tale comportamento;
in ogni caso, anche ed a prescindere da espressa previsione di legge, il comportamento di proporre un simbolo che è la servile imitazione di un altro è ormai diffuso costume, che appare tollerato con conseguenti gravi responsabilità (si pensi, ad esempio alla lista «Lega Vento del Nord» presentata per le ultime consultazioni amministrative di Torino, che ha generato in concreto una grossa confusione dell'elettorato, come dimostrato a seguito della verifica ordinata dal Tar -:
quali provvedimenti risultino al Ministro in indirizzo abbiano preso i prefetti competenti per le circoscrizioni ove si è verificato il caso de quo;
quali provvedimenti intenda adottare per evitare il ripetersi del fenomeno;
se risulti che sia iniziato un procedimento penale per sanzionare tali fatti e, in caso positivo, quale ne sia lo stato;
quali provvedimenti intenda adottare per ristabilire un clima di serenità nell'attività elettorale, che non tollera alcun abuso. (3-00028)
(9 giugno 1996).