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Seduta del 18/4/2000


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Audizione di Valerio Scoini, funzionario dell'Unioncamere, di Paolo Pipere, funzionario della Camera di commercio di Milano, e di Tiziano Gurioli, direttore dell'Ecocerved.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Valerio Scoini, funzionario dell'Unioncamere, di Paolo Pipere, funzionario della Camera di commercio di Milano, e di Tiziano Gurioli, direttore dell'Ecocerved.
È interesse della Commissione capire come possa funzionare un sistema di registrazione di tutti i dati relativi ai rifiuti. Nel corso di una precedente audizione, un esponente dell'Unioncamere ebbe modo di evidenziare le difficoltà a connettere le sale di acquisizione dati delle diverse Camere di commercio presenti nel paese. Vorremmo capire se tali difficoltà siano in corso di superamento, eventualmente in che modo, e, più in generale, quali siano gli atteggiamenti e le strategie delle Camere di commercio per rapportarsi al censimento di tutte le transazioni in materia di rifiuti, tenendo conto che poc'anzi il dottor Bagatti, consulente dell'ANPA, ci ha illustrato un nuovo sistema che dovrebbe facilitare molto il controllo attraverso le tecnologie informatiche più recenti e, in ogni caso, in rapporto con l'Unioncamere, che è uno dei soggetti previsto per la messa in funzione di tale sistema.
Do la parola al dottor Scoini, funzionario dell'Unioncamere.


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VALERIO SCOINI, Funzionario dell'Unioncamere. Nella precedente audizione di gennaio, presentando il sistema informativo sull'Albo nazionale dei gestori, spiegammo il livello di avanzamento in cui eravamo e le difficoltà che incontravamo. Oggi il sistema sta andando avanti, tant'è che se allora quattordici sezioni avevano avviato il sistema, adesso sono aumentate e stanno completando il caricamento degli archivi. A livello locale, la gestione è sempre più efficiente dal punto di vista informatico. A livello nazionale, per l'interconnessione degli archivi e la messa a disposizione degli enti di controllo e del Comitato nazionale dell'Albo, abbiamo proposto, seguendo il suggerimento della Commissione, che il compito fosse chiaramente attribuito a qualcuno. Sembra, al momento, che tale proposta sia stata recepita nel testo del disegno di legge sulla definizione di rifiuto.
Poiché nella precedente audizione in Commissione rendemmo conto anche delle problematiche del MUD, cioè l'adempimento principale delle imprese, in cui noi siamo coinvolti, in questa sede forse è il caso, rispetto all'introduzione del Presidente, di accennare al fatto che abbiamo sperimentato e stiamo portando avanti, ormai da circa due anni, una presentazione telematica del MUD, con pagamento elettronico, che libererebbe in gran parte gli operatori degli oneri legati a questo adempimento. Sempre sul MUD, i colleghi che prenderanno la parola dopo di me si soffermeranno in particolare sui risultati degli interventi successivi e su come possono essere usati e vengono usati i dati che le imprese si impegnano a fornire.
Desidero poi accennare ad un terzo elemento informativo che stiamo mettendo a punto sui rifiuti, anche se, a onor del vero, si tratta di un'attività tradizionale che le Camere di commercio svolgono ormai da molto tempo: mi riferisco alla borsa informatizzata dei rifiuti, che può avere una sua importanza e un suo significato rispetto al discorso di oggi, perché se si riesce ad organizzare bene un mercato dei rifiuti, probabilmente è possibile sottrarne una grossa quantità al normale ciclo di gestione, dei rifiuti che può anche essere oggetto dell'attenzione di organizzazioni non corrette. Le Camere di commercio si occupano di questo da molto tempo, dagli anni ottanta, con bollettini cartacei fatti a livello locale. Rispetto al periodo in cui tale impegno era previsto dalla legge, adesso per favorire uno scambio di rifiuti abbiamo realizzato un sistema informatico al quale, grazie a Internet, gli operatori possono accedere direttamente. Il sistema, impiantato in 20 Camere di commercio, che ne fanno attività di promozione e di gestione, nel senso che controllano gli operatori e le offerte di scambio, è attualmente oggetto di una rivisitazione: vorremmo reimpiantarlo su basi più solide e più serie, anche perché il momento è diverso, in quanto, essendovi più sensibilità all'ambiente, sembra maturo il tempo per trasformare la borsa rifiuti in qualcosa di assai più solido. Riteniamo che sia un compito delle Camere di commercio impegnarsi in questo settore perché, in quanto ente pubblico comunque governato dalle imprese, siamo in grado di assicurare una certa trasparenza a uno strumento che in un campo di questo genere può essere utile. Per rendere più trasparente questo progetto abbiamo chiesto la collaborazione dell'Osservatorio sui rifiuti, che si è dichiarato pienamente disponibile a lavorarci. Chiediamo che siano fissate le regole sulla base delle quali dovrebbe operare uno strumento che risulterebbe del tutto informatizzato; chiediamo altresì la collaborazione dell'ANPA, che è necessaria per quanto riguarda certe normative tecniche, per esempio per la definizione delle prove di laboratorio da effettuare sui rifiuti per certificarli. Lanceremo questa iniziativa in un incontro, che l'Unioncamere terrà all'inizio di maggio, a cui sono stati invitati anche i componenti di questa Commissione.

PAOLO PIPERE, Funzionario della Camera di Commercio di Milano. Signor presidente, onorevoli parlamentari, il mio intervento mira sostanzialmente a mettere in luce quali sono, secondo la nostra


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esperienza di assistenza alle imprese sulle problematiche ambientali, i principali problemi aperti rispetto agli adempimenti previsti dalla normativa sui rifiuti.
In particolare forniamo alle imprese, fondamentalmente a quelle di piccole e medie dimensioni, ma non solo a quelle, un servizio di assistenza legato appunto agli adempimenti di carattere ambientale. In dieci anni di attività ci siamo resi conto che le imprese sono particolarmente interessate ad avere informazioni ed assistenza sulla problematica legata alla gestione dei rifiuti. Si notano in particolare nel contatto con le imprese tre grossi problemi.
Innanzitutto la mancata percezione, da parte delle imprese, della necessità di andare a verificare non solo l'iscrizione all'Albo del soggetto con cui vengono direttamente in contatto, cioè l'autotrasportatore o trasportatore autorizzato di rifiuti, ma anche il passo successivo, cioè le autorizzazioni provinciali o regionali del primo impianto fisso di smaltimento. Su questo, anche approfittando del fatto che le camere di commercio da qualche anno si occupano del MUD, abbiamo cercato di sviluppare una campagna informativa per consentire alle imprese di capire meglio il meccanismo, per cui, ad esempio, il formulario garantisce l'impresa nel senso che ne limita la responsabilità nel momento in cui dimostra che il rifiuto è stato effettivamente conferito all'impianto autorizzato.
Anche sul meccanismo della quarta copia del formulario notiamo che vi sarebbe bisogno di una maggiore informazione, perché soprattutto tra le piccole e medie imprese il meccanismo in sé stesso e le garanzie ad esso associate non sono così chiare come dovrebbero.
Un altro grosso problema con cui ci siamo scontrati da sempre, quindi da una decina d'anni, è la grande richiesta di informazione sugli operatori autorizzati del settore; mancano, ed ora si stanno faticosamente costruendo, elenchi degli operatori autorizzati; mancano quindi fonti sicure, facilmente accessibili dalle imprese per venire a conoscenza dei soggetti che possono effettivamente prendere in carico i loro rifiuti.
Sul fronte delle difficoltà delle imprese, sono questi i principali problemi che abbiamo rilevato. La gestione della dichiarazione ambientale ci ha consentito però di arrivare, anche attraverso accordi con le altre amministrazioni coinvolte nel problema (e quindi in particolare con l'amministrazione provinciale per la sua funzione di coordinamento dei controlli; ora sarà sostituita dalla appena nata agenzia regionale lombarda), ad un livello di elaborazione dei dati che permette di conoscere molto da vicino le caratteristiche della produzione dei rifiuti sul territorio provinciale di Milano, a capire anche abbastanza bene quali sono i destini (in termini di trattamento, recupero e smaltimento) dei rifiuti e a sviluppare, a seguito dell'analisi dei dati, anche iniziative di sensibilizzazione rivolte alle imprese tenute all'adempimento, quindi alla presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale.
Attraverso un'analisi statistica dei dati e la messa in relazione fra la banca dati ricavata dalla dichiarazione ambientale ed il registro delle imprese tenuto dalle camere di commercio è stato, ad esempio, possibile proporre elementi informativi ad una fetta di imprese che, sulla base di tale analisi statistica, ritenevamo tenute alla presentazione della dichiarazione annuale, giungendo anche a fornire la modulistica e quindi a facilitare l'adempimento dell'obbligo, cosa che per noi era assolutamente importante anche in funzione del miglioramento della qualità dei dati.
Queste azioni hanno portato a risultati che riteniamo soddisfacenti. Il numero delle dichiarazioni ambientali presentate alla camera di commercio di Milano, dal momento in cui è avvenuto il passaggio di competenze dal catasto rifiuti della provincia alle camere di commercio come gestore del processo di informatizzazione, è passato da 25 mila a circa 36 mila. Probabilmente non è il livello ottimale cui si potrebbe tendere, c'è stato però un progresso significativo.


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L'elaborazione di questi dati consente non solo una conoscenza abbastanza approfondita del fenomeno, pur perfettibile, ma anche lo sviluppo di azioni di sensibilizzazione ed informazione alle imprese. In pratica abbiamo realizzato una campagna di questo tipo: nel momento in cui ritenevamo che una determinata attività economica avesse buone probabilità di produrre tipologie di rifiuti che davano luogo all'obbligo di presentazione della dichiarazione, abbiamo inviato una informazione all'impresa sollecitandola a verificare se si trovava in condizioni tali da dover presentare la dichiarazione ambientale. Questo ha prodotto come risultato un incremento del numero delle dichiarazioni e della domanda di informazione sugli adempimenti ambientali.
Un elemento di successo dell'operazione MUD in questi anni è stato anche quello di avere dalle imprese una più puntuale ed una più diffusa richiesta di informazioni sulla legislazione ambientale, in particolare su quella connessa al ciclo dei rifiuti. Da questo punto di vista i seminari, le iniziative informative, i software di gestione messi a punto dalle camere di commercio hanno portato come effetto sicuramente positivo anche quello di una maggiore sensibilizzazione delle imprese su questi temi ed una richiesta di strumenti informativi più adeguati, e quindi un più facile accesso ai predetti elenchi.
Si era pensato, e noi siamo abbastanza convinti che sia un'operazione da mandare avanti, a un'integrazione delle diverse fonti informative in materia ambientale, ad esempio a livello provinciale. In questo abbiamo trovato un certo interesse da parte degli organismi come noi coinvolti in questo problema e contiamo di sviluppare qualche tipo di progetto pilota che porti ad una integrazione di questi dati per favorire la conoscenza del fenomeno da parte delle autorità di controllo ed anche da parte degli operatori che usano i dati in funzione di scelte di investimento nel settore del recupero e dello smaltimento.
Per i dettagli rimando al materiale che è stato distribuito, aggiungendo solo che in esso i commissari troveranno grafici che consentono di avere una visione di insieme del problema ed alcune tabelle statistiche. Richiamerei in particolare l'attenzione dei parlamentari soprattutto sul livello cui si può arrivare nell'identificare dati quali la produzione media di rifiuti per addetto in ogni settore produttivo, identificato dal codice Istat delle attività economiche. Naturalmente questo lavoro a livello locale può essere fatto perché c'è una certa conoscenza del tessuto produttivo, per cui in fase di bonifica dei dati ci si rende conto se vi sono dichiarazioni inesatte, eccetera, mentre a livello nazionale è un po' più difficile. A livello locale abbiamo avuto risultati che riteniamo perfettibili ma anche sicuramente soddisfacenti.

PRESIDENTE. Passiamo all'intervento dell'ingegner Tiziano Gurioli, direttore dell'Ecocerved.

TIZIANO GURIOLI, Direttore dell'Ecocerved. Signor presidente, onorevoli commissari, l'Ecocerved è la società delle camere di commercio delegata a trattare la materia ambientale. In questi anni abbiamo seguito un po' tutto quello che ha riguardato la raccolta dei dati relativi al MUD praticamente in tutte le camere di commercio italiane. Dal 1995 al 1999, la cui raccolta è in corso, vi sono state circa 500 mila denunce MUD all'anno; quindi sono circa 2 milioni quelle già acquisite ed ordinate. Con un DPCM dell'aprile 1998 è stata rivista la modulistica, per cui è stata rivista anche la - non dico vecchia perché aveva solo tre anni - precedente struttura della banca dati, utilizzando le nuove tecnologie Internet. La nuova banca dati del MUD è oggi sull'Intranet delle camere di commercio, facilmente accessibile con un normale browser, tipo Netscape o Explorer.
Detto questo per quanto riguarda la raccolta delle basi dati anagrafiche, mi riallaccio a quanto diceva il collega Pipere per ricordare che abbiamo istituito, con


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riferimento all'assistenza alle imprese, un call centre che ogni anno ha dato risposta a 6-7 mila telefonate nell'arco dei mesi di marzo ed aprile per assistere le imprese, le associazioni di categoria, gli enti e i comuni che hanno dei dubbi sia per la compilazione del MUD sia per l'utilizzo del software. Per conto dell'Unioncamere, abbiamo infatti sviluppato un software che consente la produzione informatizzata della dichiarazione; a questo abbiamo aggiunto l'anno scorso la sperimentazione, che ripetiamo anche quest'anno in una provincia, del MUD telematico, quindi con l'utilizzo della firma elettronica attraverso la smart card; la società per l'informatica del sistema camerale è stata iscritta la settimana scorsa nel registro AIPA delle certification authority. L'aquisizione informatizzata nel 1998 ha riguardato il 56 per cento delle dichiarazioni ambientali; eravamo partiti, mi sembra, non ricordo esattamente, dal 44-45 per cento di dichiarazioni informatizzate già nel primo anno; era già un buon successo, ma nel corso di questi quattro anni abbiamo raggiunto, ripeto, il 56 per cento.
Guardavo l'altro giorno le statistiche dell'accesso al sito: solo per lo scarico del software della dichiarazione abbiamo avuto nel giro di due settimane circa 10 mila accessi, senza considerare che le camere di commercio avranno distribuito circa 50 mila copie del supporto magnetico direttamente alle aziende. Aggiungo solo che in questo articolato sistema informativo è possibile incrociare questi dati con gli altri camerali, che sono a loro volta informatizzati; sia il registro delle imprese sia l'albo degli smaltitori; a dire il vero questo non è ancora totalmente informatizzato; il processo ha interessato finora 16 sezioni, ma siamo partiti a settembre-ottobre dell'anno scorso per cui, forse non con la velocità voluta, ma mi sembra che anche su questo punto si sia registrato un buon avvio.
Per le dichiarazioni che rappresentano la produzione, lo smaltimento e la giacenza dei rifiuti è richiesta - come diceva il dottor Pipere - la bonifica dei dati, perché purtroppo gli italiani conoscono poco le equivalenze e confondono i chili con le tonnellate; lo dico, perché spesso notiamo degli scostamenti che richiedono, appunto, un intervento di bonifica. In questo periodo stiamo terminando la bonifica relativa al 1998, i cui dati sono stati raccolti nel 1999...

FRANCO GERARDINI. Per esprimermi con una battuta, direi che questo non sempre è casuale.

TIZIANO GURIOLI, Direttore dell'Ecocerved. Dicevo che stiamo terminando la bonifica delle produzioni del 1998, i cui dati sono stati raccolti nel 1999. Oltre al rapporto ANPA sulla produzione dei rifiuti, prodotto in base all'insieme delle dichiarazioni, abbiamo svolto un esercizio sull'intera banca dati, cioè su 2 milioni di dichiarazioni raccolte, individuando le aziende che hanno presentato la dichiarazione nei quattro anni di riferimento, allo scopo di avere un campione omogeneo su cui lavorare. Con gli elementi disponibili ad una certa data abbiamo identificato 200 mila soggetti dichiaranti nei quattro anni considerati (ai quali si aggiungono le aziende che hanno presentato la dichiarazione solo per due anni o altri casi scomparsi). Quest'esercizio ha tenuto presente sia le aziende sia i comuni, anzi per questi ultimi abbiamo individuato le potenzialità di raggiungimento dell'obiettivo del 25 per cento: facendo l'analisi del trend degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal decreto Ronchi abbiamo disegnato una mappa dell'Italia virtuosa e solo cinque regioni hanno le potenzialità per raggiungere l'obiettivo del 25 per cento. Analizzando l'andamento della produzione dei rifiuti in generale e suddividendoli tra pericolosi e non pericolosi, abbiamo constatato che nei quattro anni di riferimento vi è stato un trend costante di crescita della produzione dei rifiuti.
Premesso che trasmetterò alla Commissione una documentazione completa corredata da una relazione, il primo passaggio in cui si evidenzia un maggior incremento tra il 1995 e il 1996 è dovuto


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alla modifica della normativa che ha collocato i residui nei rifiuti.

PRESIDENTE. In materia di rifiuti pericolosi è anche intervenuta una nuova classificazione con il decreto legislativo n. 22 del 1997.

TIZIANO GURIOLI, Direttore dell'Ecocerved. I dati del 1995 sono saltati perché nel passaggio 1995-1996 vigeva il concetto di rifiuti tossici nocivi e speciali successivamente classificati come pericolosi e non pericolosi. La codifica italiana prevedeva circa 350 codici, mentre quella europea circa 700 e nonostante l'ARPA abbia svolto un lavoro notevole, la continuità non è sempre stata rispettata. Dal totale della produzione emerge un trend dal 1995, mentre per poter considerare i rifiuti pericolosi e quelli non pericolosi si deve avere come punto di riferimento l'anno 1996. Sostanzialmente anche qui si è in presenza di una crescita dei rifiuti non pericolosi, mentre nel successivo passaggio relativo al 1997-1998 la produzione rimane costante sotto il profilo quantitativo anche se percentualmente cala quella dei rifiuti pericolosi legati, con ogni probabilità, all'ingresso di determinate categorie di soggetti nelle fasce di esenzione.
Consegnerò alla presidenza i grafici attinenti alle principali attività generatrici del rifiuto con l'indicazione dell'incidenza percentuale sui totali e via dicendo.
Un altro aspetto interessante emerso dall'analisi dei dati sui comuni è che la stragrande maggioranza di questi ha dato un notevole impulso alla raccolta differenziata dei prodotti, nel senso che alla iniziale differenziazione tra carta e vetro, si è aggiunta quella di numerosi altri materiali. Anche in questo caso trasmetterò alla Commissione una relazione più dettagliata.
Vi ringrazio dell'attenzione.

PRESIDENTE. Siamo noi a ringraziare per il materiale che vorrete inviarci: a noi interessano gli istogrammi e le curve che sintetizzano la sua analisi oltre ché un vostro commento.

TIZIANO GURIOLI, Direttore dell'Ecocerved. Certo, invieremo i dati su supporto magnetico che potrà essere utilizzato dai vostri tecnici.

FRANCO GERARDINI. Signor presidente, ritengo che le audizioni odierne permettano di disporre di maggiori informazioni e dati per poter avanzare proposte migliorative dell'attuale sistema informatico che, con l'introduzione del modello unico di dichiarazione ambientale, ha indubbiamente compiuto un salto di qualità sia sotto il profilo procedurale, sia sotto quello di una maggiore sensibilizzazione degli operatori del settore in ordine alla gestione complessiva dei rifiuti.
C'è un problema di fondo, a mio giudizio, che ci stiamo ponendo nella revisione del decreto legislativo Ronchi (il cosiddetto «Ronchi quater»), vale a dire cercare di dare determinati requisiti a questi strumenti conoscitivi dei dati sulla produzione, sullo smaltimento, sul recupero e sul riciclaggio dei rifiuti. Mi sembra che questo sistema debba avere taluni requisiti, innanzitutto quello dell'affidabilità dei dati, della loro completezza e direi anche della loro semplicità, come gestione delle informazioni ed anche della loro tempestività. Sono questi i requisiti di cui dovremmo disporre per arrivare alla costruzione di un sistema di informazione sui dati, e quindi dobbiamo vedere quali miglioramenti apportare al sistema.
Da quanto è stato detto prima emerge che si è raggiunto il numero di 500 mila dichiarazioni ambientali annuali, di cui circa il 56 per cento su supporto magnetico, con un salto di qualità evidente negli ultimi tre o quattro anni, ma forse in questo modo abbiamo complicato la vita alle imprese: le modifiche apportate al MUD (penso a tutta la problematica relativa agli imballaggi, che ha visto cambiamenti nei moduli esistenti prima) hanno «infastidito» tanti operatori soggetti agli adempimenti, e il fastidio è aumentato nel momento in cui il supporto cartaceo è divenuto considerevolmente più consistente (un MUD è costituito - se non sbaglio - da una trentina di fogli da riempire),


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tanto da generare le rimostranze delle associazioni del settore (abbiamo assistito recentemente a forme eclatanti di protesta).
Dobbiamo cercare di contemperare talune proposte che apparentemente possono sembrare contrastanti tra loro: da una parte, la necessaria razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti amministrativi, che secondo me è sacrosanta, dall'altra una maggiore necessità informativa, altrettanto sacrosanta soprattutto per quanto riguarda le istituzioni preposte al controllo di questi dati. Dobbiamo assolutamente trovare questo mix e credo che talune elaborazioni introdotte nel «Ronchi quater» vadano in questa direzione: per esempio, una connessione per quanto riguarda il sistema delle sezioni regionali dell'Albo comporterà probabilmente un notevole miglioramento nel sistema dei controlli.
Sul MUD la riflessione è duplice: liberare gli operatori dalle carte e prevedere efficaci strumenti di controllo per la pubblica amministrazione. Considerando il progresso, la new economy e tutto quanto oggi siamo chiamati a discutere sugli stravolgimenti che stanno avvenendo anche nella pubblica amministrazione in ragione di un miglioramento del rapporto con l'utenza, credo che tutto ciò debba entrare prepotentemente all'interno di tali meccanismi e in questo senso ritengo che il «Ronchi quater» possa contribuire all'avanzamento di questo sistema.
A questo punto, avvalendoci delle risultanze delle audizioni che stiamo svolgendo, si può elaborare una proposta di modifica al decreto che vada nella direzione di affidare ai ministeri competenti il compito, anche attraverso decreti attuativi di una norma generale che possiamo introdurre nel «Ronchi quater», di dar vita ad un sistema informatico più adeguato ai tempi. Mi sembra di capire che esista la volontà di farlo sia da parte dell'Unione delle camere di commercio, che ha esperienza nel settore, sia da parte dell'ANPA, che sta completando la realizzazione delle sezioni regionali. A tale proposito mi pare che siamo in fase di ultimazione: eccetto la Sicilia e la Sardegna - ahimè -, le sezioni regionali sono ormai tutte, quale più quale meno, in fase avanzata. Si tratta di un sistema importantissimo, richiesto anche dal decreto Ronchi, per dare alla politica della gestione dei rifiuti piena validità.
Vorrei chiedere ai nostri ospiti se ritengano possibile oggi avanzare sul piano dell'informatizzazione di questi servizi, al fine di liberare le imprese da adempimenti cartacei; possiamo dire di essere maturi per un salto di qualità di questo tipo per quanto riguarda gli adempimenti amministrativi? Quali sono le vie di uscita per liberare almeno transitoriamente gli operatori dalle carte? Abbiamo formulato una proposta, quella di eliminare, da parte dei produttori iniziali di rifiuti, l'adempimento del MUD, ma esistono dubbi su questo, perché si restringe la base informativa. Da parte dell'Unioncamere è stata presentata una proposta che rappresenta un po' un «730 ambientale», ma mi sembra che comporti sempre degli adempimenti dal punto di vista cartaceo: infatti l'operatore professionale, in modo particolare lo smaltitore, restituisce al produttore una copia del proprio MUD e a sua volta il produttore rinvia i dati ricevuti alle camere di commercio. Si tratta di un giro di carte notevole, mentre noi dobbiamo diminuire drasticamente questo quantitativo di moduli: l'unico strumento per farlo è puntare su metodi informatici. A tal fine però probabilmente occorre un salto di professionalità degli operatori del settore: a mio giudizio l'introduzione da parte degli organi competenti di tutta una serie di iniziative anche obbligatorie per aiutare gli operatori ad accedere a questa più avanzata professionalità del loro lavoro è un aspetto da prevedere all'interno del «Ronchi quater», valutando in modo particolare l'opportunità di agevolazioni per consentire agli operatori l'acquisto di apparecchiature e di strumenti più sofisticati al fine di un accesso più facilitato. Mi metto infatti nei panni di un piccolissimo trasportatore che improvvisamente deve avere a che fare con metodi che inizialmente potranno


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sembrare molto complessi, con un impatto psicologico particolarmente rilevante per chi deve avviare queste procedure.
Occorre effettuare questo sforzo, ed abbiamo tutte le condizioni per farlo: sono in campo infatti delle proposte molto interessanti, ma occorre un coordinamento di tutti gli organismi interessati (Osservatorio sui rifiuti, camere di commercio, ANPA), senza forme di «egoismo». Dobbiamo offrire agli utenti dei servizi avanzati, efficaci ed efficienti. Dobbiamo abbandonare mentalità tipo: «Ci penso io, gli altri sono da emarginare».
Ci siamo dati strutture a livello nazionale e regionale e vi sono molte strutture che funzionano molto bene (in questo settore, per esempio, la Camera di commercio di Milano è all'avanguardia). È necessario l'apporto di tutti per dare un servizio avanzato agli operatori. Credo, quindi, che nella normativa generale sia possibile, grazie a queste audizioni, elaborare un emendamento più efficace rispetto a quello formulato finora, che, per quanto riguarda le dichiarazioni ambientali, fa riferimento anche a studi di settore. Ritengo che questi ultimi siano comunque necessari per avere un quadro organico complessivo della produzione dei rifiuti: al di là dei più avanzati e sofisticati metodi di rilevamento dei dati, senza gli studi di settore non riusciremo mai ad avere una conoscenza organica della gestione dei rifiuti. Rivolgo quindi un invito ai nostri ospiti affinché ci aiutino ad elaborare una normativa che consenta, da un lato, di implementare ulteriormente i processi di informatizzazione della pubblica amministrazione, dall'altro, di liberare le imprese da costi eccessivi a livello di ecoburocrazia, come viene oggi chiamata. Abbiamo assolutamente bisogno di dare una risposta che aumenti la competitività delle imprese. In tal senso ritengo che le audizioni odierne ci diano spunti molto interessanti.
Sul piano fiscale credo che le agevolazioni siano assolutamente necessarie; si può elaborare una proposta di credito di imposta o comunque un meccanismo semplice che faccia capire alle imprese che per loro comporterà un risparmio e che, in ogni caso, si tratta di un investimento e non di un peso sul piano dei costi.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Gerardini, anche per le sue utili osservazioni, che mi stimolano a svolgerne altre. Credo che gli studi di settore debbano coinvolgere tutti i soggetti nella realizzazione, la più veloce possibile, di uno degli strumenti più efficaci per disegnare e ricostruire l'intero sistema integrato dei rifiuti. Pensando alle difficoltà che ostacolano il superamento dell'attuale sistema informativo, ritengo, forse semplificando eccessivamente, che il MUD vada superato. Stando anche a quanto abbiamo appreso nel corso della precedente audizione, mi sembra che in realtà si sia già in via di superamento e che, anzi, in qualche modo sarebbe fondamentale un raffronto di quanto è stato detto dall'esponente della Camera di commercio di Milano e dal direttore generale di Ecocerved con quanto abbiamo ascoltato dal dottor Bagatti; al di là, infatti, della minima riservatezza che attiene a progetti realizzativi, mi sembra infatti che quest'ultimo ritenga che il MUD non solo possa essere superato ma che sia quasi alle porte un sistema informatico telematico che, al tempo stesso, è di costituzione di data base e di controllo sulle operazioni di transazione in tutto il ciclo dei rifiuti. Il dottor Bagatti non ci ha detto il tempo che ci vuole per realizzarlo, ma non credo che il tipo di sistema che ci ha illustrato possa impiegare più di un anno a decollare in termini operativi. Da questo punto di vista, anche i problemi rappresentati poc'anzi, mi sembrerebbero superati: o ho capito male io o il MUD sparirebbe sostituito da una serie di operazioni a base di carte magnetiche, rispetto alle quali non nutro il timore espresso; è vero, infatti, che l'analogia che mi accingo a fare è del tutto impropria, però mi sembra che gli italiani non abbiano avuto alcuna difficoltà ad utilizzare le carte per i cellulari, che hanno soppiantato la telefonia fissa; dunque, mutatis mutandis, ritengo che anche per un piccolo trasportatore,


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che senz'altro avrà il cellulare, non sia un grande problema utilizzare un'altra carta, anche in considerazione del fatto che, stando al progetto che prima ho sentito esporre, disporrebbe di una serie di sportelli informativi che gli direbbero come usarla, come muoversi, a chi rivolgersi, eccetera. Forse rischio di sembrare come Candid, ma - tutto sommato - mi sento meno problematico e più ottimista rispetto al quadro complesso che è stato prima delineato. Credo, cioè, che il legislatore potrebbe - il condizione è d'obbligo - affrontare tutta questa partita in termini tali da far compiere un balzo in avanti assai rilevante e in grado di far sì, superando le piccole difficoltà che vi sono state, di giungere ad una fase più avanzata. Sono sempre stato un teorico del salto delle fasi e in questo settore limitato ho il sospetto che potremmo tranquillamente saltare dalla fase cartacea a quella di uno snellimento fondamentale che, stando a quanto ci è stato detto prima, corrisponderebbe anche ad una diminuzione dei costi. Il MUD, infatti, comporta un costo valutato in circa 100 miliardi l'anno, mentre un sistema informatico telematico costerebbe circa 50 miliardi l'anno. Forse sto semplificando troppo, ma credo che potremmo tranquillamente pensare ad una fase del genere.
Sono altre le cose mi preoccupano, per esempio il fatto che ogni sistema, per quanto ben pensato e sostanzialmente semplice da realizzare, possa poi avere buchi rispetto a forme deviate o di imprenditoria o addirittura, come alludeva prima il dottor Scoini, a possibili presenze di criminalità organizzata o di semplice criminalità.
Ritengo anche, riprendendo una precedente osservazione del dottor Bagatti, che rispetto al trasporto, in particolare rispetto a quello dei rifiuti pericolosi, verso i quali la nostra attenzione deve essere massima, quel sistema potrebbe non funzionare se la cosiddetta norma dei 50 chili restasse in vigore. Su questo - mi rivolgo in particolare al collega Gerardini, che oltre ad essere vicepresidente di questa Commissione è anche relatore del disegno di legge sulla definizione di rifiuto - verrà posta la massima attenzione nell'incontro degli uffici di presidenza di questa Commissione e della Commissione ambiente della Camera, che ha in esame il provvedimento suddetto.
In conclusione, ringrazio i nostri esperti e li invito a far pervenire le proposte operative di cui è stato fatto cenno in precedenza.

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