PROGETTO DI LEGGE - N. 2825
Onorevoli Colleghi! - E' innegabile che in un Paese
industrializzato i servizi ed i prodotti dell'informatica e
delle telecomunicazioni rivestano un ruolo strategico. Lo
sviluppo socio-economico è pesantemente influenzato dalla
capacità di adeguamento, di comprensione e di utilizzo delle
nuove tecnologie, il cui tasso di crescita a volte supera le
previsioni degli stessi operatori. Dati recenti indicano, per
la sola Europa occidentale nel 1995, una spesa complessiva di
142 miliardi di ECU (circa 300.000 miliardi di lire, di cui il
12 per cento in Italia), cumulando hardware, software e
servizi; ma già cominciano a risultare non definibili
geograficamente, né quantificabili economicamente, molte
transazioni, visto lo sviluppo di INTERNET e del
telelavoro.
Occorre però rilevare che, in un sistema complesso, una
crescita tumultuosa non sempre equivale ad un aumento di
efficenza e di affidabilità. Leggi di mercato, stabilite
altrove, spesso penalizzano il nostro Paese, in cui parte
della società si trova a subire una sorta di "analfabetismo
informatico", con la conseguenza di un allontanamento tra chi
"fa" informatica e chi "subisce" le idiosincrasie
dell'informatica: troppe volte il cittadino si sente ancora
rispondere di "ripassare perché il terminale è bloccato".
La disponibilità di servizi e prodotti informatici e
telematici segue da una corretta progettazione e
pianificazione di adeguate infrastrutture territoriali, di
opportune metodologie aziendali, ma soprattutto, come in altri
settori avanzati, da una forte attenzione alla risorsa umana.
Risulta necessario, quindi, regolamentare le attività delle
diverse componenti professionali del settore informatico
mediante la creazione di un ordine con un accesso basato, a
regime, sul titolo di studio, salvaguardando ovviamente le
professionalità attualmente sul mercato grazie ad un
articolato regime transitorio.
Nasce da qui la presente proposta di legge, frutto di
lunghi mesi di lavoro, collaborazione e discussione
all'interno del Coordinamento interassociativo nazionale
informatici (CININFO) - che racchiude le associazioni di
categorie di tutti i livelli previsti nell'articolato, sia nel
pubblico che nel privato - Associazione informatici
professionisti (AIP) - Associazione nazionale laureati in
scienze dell'informazione ed informatica (ALSI) - Associazione
nazionale informatici per la pubblica amministrazione (ANIPA)
- Associazione nazionale periti informatici (ANPI). La
proposta è il risultato del confronto critico delle precedenti
proposte di legge supportate nelle passate legislature dalle
singole associazioni.
La costituzione di un ordine professionale nasce
ovviamente dalla necessità di adeguarsi innanzitutto al mondo
del lavoro del nostro Paese; gli ordini sono presenti,
infatti, per quasi tutte le categorie affini a quelle
informatiche. Ma questa proposta di legge nasce anche
nell'ottica di avvicinare il nostro Paese all'Europa. Infatti,
la ripartizione delle attività fra gli appartenenti ai diversi
albi dell'ordine, (che comunque dovrà essere continuamente
aggiornata) è nata partendo dal documento dell'European
informatics skill structure (EISS) e del Council of
European professional informatics societies (CEPIS),
organismo che, nato a Bruxelles per iniziativa della
British Computer Society, riunisce le principali
associazioni europee di professionisti informatici al fine di
"elaborare una unica opinione rappresentativa degli
informatici europei di fronte alla Commissione europea e ad
altre istituzioni cui spettano decisioni politiche(...)".
Le professionalità dell'informatica in Italia risultano
oggi fortemente penalizzate dalla attuale mancanza di una
regolamentazione in grado di distinguere chiaramente i
requisiti e le competenze delle diversissime figure che
convivono in tale settore, ed è ovvio come tale mancanza si
ripercuota fortemente anche su chi, a qualunque livello, debba
beneficiare delle prestazioni professionali offerte dai
diversi operatori. La mancanza di una legislazione chiara
svilisce, inoltre, tutti quei titoli di studio altamente
specializzati che, istituiti con lungimiranza dal mondo
scolastico ed accademico, non hanno mai trovato un adeguato
riscontro nel mondo del lavoro, sia dipendente che libero
professionale.
L'informatica è sicuramente una delle discipline che più
velocemente si evolvono. Abbiamo già accennato ad un
necessario aggiornamento continuo delle competenze degli
iscritti al nuovo ordine professionale ma molto più importante
è quello che l'ordine stesso può fare per i suoi iscritti,
prima fra tutte la formazione permanente. In questo
ambito professionale è infatti impensabile confidare sulle
sole conoscenze acquisite durante il corso degli studi, tenuto
conto che molte di queste sono soggette ad una rapida
obsolescenza. I temi della formazione (a distanza; di qualità;
permanente), che vanno dallo studio di adeguati percorsi
scolastici ed universitari, al corretto inquadramento dei
diversi profili professionali, alla creazione di opportuni
meccanismi che offrano una continua possibilità di
aggiornamento, di riqualificazione e di partecipazione attiva
alla crescita delle imprese, dovrebbero quindi costituire la
preoccupazione centrale di chi, legislatore o amministratore,
si trovi a dover stabilire indirizzi politici e programmi
operativi.
Una delle principali innovazioni della presente proposta
di legge sta nella previsione di tre distinti albi all'interno
dello stesso ordine (rispettivamente costituiti dai possessori
di diploma di scuola media superiore, di diploma universitario
e di diploma di laurea). Altra novità assoluta è
l'articolazione dei requisiti previsti per ciascun albo, che
forse per la prima volta cerca di riunire in un unico ordine
professionale, possessori di titoli erogati da diverse scuole
medie superiori e da diverse facoltà universitarie, senza
voler curare gli interessi di una piccola minoranza di
professionisti, ma puntando a far convergere le esperienze di
tutte le professionalità affini.
La proposta di legge è suddivisa in cinque capi. I primi
quattro sono, rispettivamente, dedicati alle modalità di
creazione dell'ordine professionale, alle competenze dei suoi
diversi organi, alle procedure di giudizio ed alle competenze
degli iscritti ai diversi albi.
La difficoltà maggiore nel passaggio da un regime di quasi
anarchia quale quello attuale, ad un regime chiaro e
regolamentato da un ordine professionale (necessariamente
basato in primo luogo sui titoli di studio) sta ovviamente nel
rispetto e nella tutela delle professionalità di tutti coloro
che, pur lavorando da anni nel campo dell'informatica con
estrema competenza, non sono in possesso di titoli abilitanti
all'iscrizione nel nascente ordine. Al riguardo, la proposta
di legge prevede un intero capo, il V, per regolamentare
l'inserimento delle persone nei vari albi soprattutto sulla
base dell'esperienza accumulata nell'area specifica di
competenza. Ad esempio, anche un possessore del solo diploma
di scuola media superiore, purché dimostri alla data di
entrata in vigore della legge, un'adeguata esperienza
lavorativa nel settore, potrà iscriversi all'albo dei dottori
informatici e quindi svolgere tutte le attività di competenza
di un dottore.
Onorevoli colleghi, la presente proposta di legge è un
significativo contributo indirizzato non tanto nei confronti
di una pur significativa porzione del mondo del lavoro
complessivamente inteso, quanto verso la reale modernizzazione
del nostro Paese.