28 maggio 2000

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Discussione della proposta di legge di iniziativa dei ragazzi Serena Coi, Leonardo Derinaldis, Pietro D'Oria, Pietro Marasco e Romina Tripaldi - Istituto tecnico industriale statale «Oreste Del Prete» - Sava, Taranto (Puglia): «Tutela sanitaria delle attività sportive e lotta contro il doping» (69).

PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 69, di iniziativa dei ragazzi Serena Coi, Leonardo Derinaldis, Pietro D'Oria, Pietro Marasco e Romina Tripaldi dell'Istituto tecnico industriale statale «Oreste Del Prete» di Sava (Taranto): «Tutela sanitaria delle attività

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sportive e lotta contro il doping» (per il testo della proposta di legge vedi l'allegato).
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare la studentessa Romina Tripaldi che, in qualità di relatore, illustrerà la proposta.

ROMINA TRIPALDI, Relatore. Onorevoli colleghi, giornalmente, attraverso tutti gli strumenti di comunicazione, la stampa ci informa di pratiche illecite e sicuramente dannose per la salute che coinvolgono, sistematicamente e purtroppo sempre più frequentemente, gli atleti italiani di diversi sport.
Fino a qualche tempo fa eravamo convinti che la pratica del doping per migliorare le perfomance atletiche fosse un fenomeno limitato solo ad alcuni sport e solo a gare importanti: un fenomeno trascurabile, non significativo e certamente non pericoloso. Questo fino a che non si è scoperto che il fenomeno era molto più diffuso e, soprattutto, fino a quando non sono stati accertati casi di atleti che, ignari, subivano gli effetti delle sostanze dopanti, propinate loro da medici e preparatori atletici al posto di innocui integratori alimentari. Tornano quindi inevitabilmente alla mente molte morti per arresto cardiaco di atleti durante gare e tornei che sollevano il sospetto di una morte per loro imprevedibile ed innocente, ma per altri, se non premeditata, incosciente. A questo si aggiunga che non esiste una legislazione specifica in materia che tuteli gli atleti, i quali, spesso ignari, affidano la propria salute, anzi sarebbe il caso di dire la propria vita, a speculatori crudeli e senza scrupoli.
A tal fine è necessario precisare con chiarezza, in primo luogo, quali sono le pratiche, i comportamenti, i medicinali e le terapie che costituiscono o possono costituire doping in quanto idonei ad alterare le condizioni biofisiche dell'organismo degli atleti, e tenerle ben distinte dalle terapie mediche collegate a situazioni patologiche accertate e quindi necessarie al benessere degli sportivi. In questi casi l'atleta deve tenere a disposizione delle autorità competenti la documentazione sanitaria che comprovi la necessità di tali terapie.
In secondo luogo, è necessario che il Ministero della sanità, con proprio decreto, fornisca annualmente l'elenco delle sostanze e pratiche dopanti. In terzo luogo, occorre che il CONI e tutte le federazioni e associazioni sportive, anche dilettantistiche, adeguino i propri regolamenti alle disposizioni antidoping, diffondano la conoscenza di tali regolamenti tra i tesserati e prevedano apposite sanzioni disciplinari.
In quarto luogo, occorre che le confezioni di medicinali dopanti siano ben contrassegnate nell'involucro esterno e rechino sul foglio illustrativo informazioni descrittive e dettagliate sugli effetti per coloro che praticano attività sportive.
In quinto luogo, è necessario che siano previste sanzioni penali severe sia per i propinatori di sostanze dopanti sia per gli atleti assuntori. Le sanzioni penali debbono poi essere aggravate nel caso siano coinvolti atleti minorenni o se dalle pratiche derivino danni alla salute o se le pratiche vengano esercitate da un medico.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI LUCIANO VIOLANTE (ore 12,28)

ROMINA TRIPALDI, Relatore. I tempi sono evidentemente maturi perché il Parlamento affronti in via legislativa il problema del doping definendo con chiarezza pratiche e medicinali dopanti, sistemi informativi e sistema sanzionatorio al fine di garantire e promuovere lo sport come strumento di attuazione dell'articolo 32 della Costituzione repubblicana. (Applausi)

PRESIDENTE. La prima iscritta a parlare è la studentessa Monia Molinari del liceo ginnasio statale «Dante Alighieri» di Ravenna. Ne ha facoltà.

MONIA MOLINARI, (Liceo ginnasio statale «Dante Alighieri» di Ravenna). Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo favorevoli

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a questa proposta di legge in quanto riteniamo giusto combattere e sconfiggere il doping, ma vorremmo far notare che sono già in vigore norme che proibiscono e puniscono l'uso di sostanze dopanti. Inoltre, una proposta simile è già stata formulata l'anno scorso da alcune ragazze del nostro istituto; con essa si prevedeva e si sottolineava non tanto la punizione quanto l'educazione e la prevenzione nei confronti del doping, tanto è vero che la nostra scuola ha sviluppato ed elaborato il tema avvalendosi di sportivi ed esperti.
Dunque, pur favorevoli, al momento del voto ci asterremo perché giudichiamo la legge incompleta (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Fiorina Barbaria dell'istituto professionale di Stato per i servizi sociali di Salerno. Ne ha facoltà.

FIORINA BARBARIA, (Istituto professionale di Stato per i servizi sociali di Salerno). Egregio signor Presidente, esimi colleghi, buongiorno.
Noi non intendiamo affatto porre in dubbio la validità della vostra proposta bensì vogliamo discuterla perché ne venga modificato l'articolo 5, relativo alle disposizioni penali, e quindi renderla più efficace.
La pena prevista dal comma 1 della reclusione da due mesi a due anni, non pare a nostro avviso sufficientemente ostativa alla prescrizione e somministrazione di sostanze dopanti da parte di medici e preparatori atletici con pochi scrupoli. Tale pena potrebbe essere resa inefficace da provvedimenti di sospensione condizionale della pena stessa. Deterrente, a tale riguardo, sarebbe invece la pena della reclusione per un periodo superiore a due anni, con la conseguente impossibilità di sconti di pena. Allo stesso modo, la pena accessoria dell'interdizione temporanea all'esercizio della professione, prevista dal comma 3 dello stesso articolo 5, dovrebbe essere sostituita dall'interdizione perpetua non potendo consentire che professionisti o supposti tali, tenuti al rispetto della persona, continuino ad avere la possibilità di minare quei diritti fondamentali della stessa che sono il diritto (Applausi)...

PRESIDENTE. La ringrazio.
Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.
Ha facoltà di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento.

PATRIZIA TOIA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Il mio sarà un brevissimo intervento.
Credo di dover sottolineare che questa proposta di legge, presentata dagli studenti dell'istituto tecnico industriale statale «Oreste Del Prete» di Sava, è degna di grande attenzione perché affronta un problema che non solo è molto avvertito dai giovani ma anche dal mondo dello sport, dal mondo non solo professionistico ma anche dilettantistico, quindi riguarda gran parte della nostra popolazione.
La sottolineatura contenuta, peraltro, nella stessa relazione sulla proposta di legge mi trova pienamente d'accordo perché in essa si dice che questo fenomeno per estensione oggi può causare non solo rischi per la salute degli atleti ma anche per la popolazione, in generale.
È un fenomeno che, circoscritto un tempo ai soli addetti ai lavori, oggi ha un campo di estensione e di pericolosità molto più ampia. Pensiamo solo al gran numero di giovani che frequentano le palestre e che spesso si avviano a percorsi sportivi anche non professionali, ma che comportano certamente un tasso di competitività, ed a quanto sia dunque diffuso il rischio dell'assunzione di sostanze «dopanti» o alteranti.
Devo dire anche che vi è una grande sintonia tra questa proposta di legge e quelle che sono già state presentate dal Governo e da membri del Parlamento; vi è un disegno di legge del Governo che è stato unificato ad alcune proposte provenienti sia dal Senato sia dalla Camera. Anche la vostra proposta avanzata negli anni scorsi ha trovato considerazione in quei testi che, in forma unificata, sono oggi all'attenzione della Commissione affari

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sociali della Camera e che credo potranno avere una conclusione positiva a breve.
Credo che i punti che avete toccato nella proposta di legge corrispondano ad aspetti già contenuti in questo disegno di legge che tiene conto di diverse proposte parlamentari e del Governo sia in relazione ai compiti del Ministero e alla definizione esatta delle sostanze «dopanti» sia alla sanzione.
Una sola osservazione sulle proposte che sono state avanzate: non si può ragionare solo in termini di definizione di sostanze, di compiti dei Ministeri e di sanzioni, ma occorre attivare anche tutta una pratica di prevenzione per ricondurre lo sport a quello che voi dite nella relazione ed a ciò che dice la Costituzione sulla pratica sportiva e sulle sue finalità.
Credo che questo aspetto della prevenzione sia già stato accolto, almeno in parte, e ricordo una campagna di informazione radiotelevisiva proprio sulla pratica dello sport, sul valore dello sport e della competizione leale e sportiva (Applausi).

PRESIDENTE. Si è così concluso l'esame della proposta di legge.
Passiamo ora al voto.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 69, testé esaminata.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Tutela sanitaria delle attività sportive e lotta contro il doping» (69):
Presenti 495
Votanti 315
Astenuti 180
Maggioranza 158
Hanno votato 244
Hanno votato no 71
(È approvata - Applausi).

Si è così concluso l'esame delle proposte di legge iscritte all'ordine del giorno.