PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 25, di iniziativa dei ragazzi Stefano Burnazzi, Silvia Del Prete, Angela Galli, Valentina Montemaggiori e Letizia Rossi, dell'istituto statale d'arte di Riccione, Rimini: «Norme per l'integrazione dello studente extracomunitario» (per il testo della proposta di legge vedi l'allegato).
ANGELA GALLI, Relatore. Onorevole Presidente, gentilissimi colleghi, la presente proposta di legge affronta il problema dell'integrazione tra diverse culture nella scuola ed in particolare nella scuola media superiore. Infatti, sempre più frequentemente, si iscrivono ai nostri istituti studenti provenienti da altri paesi, soprattutto extracomunitari. Sarà dunque sempre più rilevante il ruolo che in futuro avrà la scuola nel creare opportunità e occasioni di incontro, conoscenza ed integrazione tra ragazzi italiani e allievi provenienti da diversi paesi, allo scopo di sviluppare un'educazione all'integrazione culturale e sociale.
PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è lo studente Francesco De Marchi dell'istituto tecnico commerciale e per geometri «Atestino» di Este (Padova). Ne ha facoltà.
FRANCESCO DE MARCHI, (Istituto tecnico commerciale e per geometri «Atestino» di Este - Padova). Non è possibile un'integrazione autentica se l'immigrazione è limitata a persone isolate e non coinvolge, invece, anche le rispettive famiglie: questo comporterà la presenza di ragazzi provenienti da aree linguistiche e culturali diverse all'interno della stessa comunità scolastica.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Paola Calogiuri dell'istituto professionale per i servizi commerciali e turistici e della pubblicità «Antonietta De Pace» di Lecce. Ne ha facoltà.
PAOLA CALOGIURI, (Istituto professionale per i servizi commerciali e turistici e della pubblicità «Antonietta De Pace» di Lecce). Signor Presidente, onorevoli deputati, sono stata delegata a parlare in rappresentanza della classe II A dell'istituto professionale «Antonietta De Pace» di Lecce: rappresento pertanto la provincia di Lecce ed il Salento che, come è ben noto, sono candidati al premio Nobel per la pace, per le iniziative di solidarietà che si stanno mettendo in atto a favore di cittadini extracomunitari provenienti soprattutto dall'Albania. Nessuno meglio di noi, infatti, conosce il dramma che stanno vivendo queste popolazioni, che disperatamente ci chiedono aiuto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Yuri Brunetti, dell'Istituto di istruzione «Marie Curie» di Pergine Valsugana (Trento). Ne ha facoltà.
YURI BRUNETTI, (Istituto di istruzione «Marie Curie» di Pergine Valsugana - Trento). L'incontro e la convivenza fra persone di culture diverse è ormai una realtà che favorisce la costruzione di una società multietnica. Questa situazione può essere fonte di conflitti, ma soprattutto una risorsa che un atteggiamento aperto e democratico deve contribuire a sviluppare. È però innegabile che spesso, rapportandoci
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Eleonora Sali, del liceo scientifico tecnologico «Alfieri Maserati» di Voghera (Pavia). Ne ha facoltà.
ELEONORA SALI, (Liceo scientifico tecnologico «Alfieri Maserati» di Voghera - Pavia). Rappresento gli alunni della classe II S del liceo scientifico tecnologico «Alfieri Maserati» e parlo a favore di questa proposta di legge. Crediamo che applicare questa legge sia un primo passo per superare le barriere sociali oggi esistenti. È particolarmente importante soprattutto in questo periodo nel quale vediamo che stanno ricomparendo sentimenti nazionalistici che, purtroppo, possono sfociare in atti di violenza.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Peter Verri, dell'istituto tecnico commerciale statale per geometri «Z PETER VERRI, (Istituto tecnico commerciale statale per geometri «Z Signor Presidente, colleghi, vi saluto in nome delle scuole slovene di Trieste nella speranza che alla nostra minoranza vengano finalmente riconosciuti i diritti sanciti dall'articolo 6 della Costituzione. Secondo noi, la legge in questione è da attuare, in quanto la non conoscenza delle culture straniere porta a disprezzare gli altri popoli ed i loro appartenenti. Ne sono conseguenza stupidi casi di odio, discriminazione e intolleranza. Ogni cultura va conosciuta e rispettata poiché non esiste una cultura inferiore.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Lorenza Giorgetti dell'istituto professionale di Stato «Francesco Datini» di Prato. Ne ha facoltà.
LORENZA GIORGETTI, (Istituto professionale di Stato «Francesco Datini» di Prato). Onorevoli colleghi, il problema dell'integrazione delle varie culture in ambito scolastico ci trova particolarmente coinvolti, poiché la comunità cinese è assai numerosa a Prato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Luca Ruffini del liceo scientifico statale «Marie Curie» di Giulianova (Teramo). Ne ha facoltà.
LUCA RUFFINI, (Liceo scientifico statale «Marie Curie» di Giulianova - Teramo). Noi crediamo, parafrasando una canzone, che esista al mondo solo una grande scuola, che va da Che Guevara e arriva fino a madre Teresa, passando per Malcom X, attraverso Gandhi e San Patrignano, e arriva ad un prete in periferia. Per questo motivo la nostra scuola è favorevole alla legge per l'integrazione degli immigrati.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Melania Fulceri dell'istituto magistrale statale «Eugenio Montale» di Pontedera (Pisa). Ne ha facoltà.
MELANIA FULCERI, (Istituto magistrale statale «Eugenio Montale» di Pontedera - Pisa). Mi rivolgo all'attenzione degli onorevoli deputati, degli studenti e degli insegnanti presenti in aula.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Juan Carlos Locatelli dell'istituto tecnico commerciale di Ceccano, sezione staccata di Ceprano (Frosinone). Ne ha facoltà.
JUAN CARLOS LOCATELLI, (Istituto tecnico commerciale di Ceccano, sezione staccata di Ceprano - Frosinone). Intervengo a favore della proposta di legge riguardante l'integrazione dello studente extracomunitario nelle nostre scuole.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Sveva Macrini del liceo scientifico «Duca degli Abruzzi» di Gorizia. Ne ha facoltà.
SVEVA MACRINI, (Liceo scientifico «Duca degli Abruzzi» di Gorizia). Cari amici, colleghi e onorevoli deputati, come rappresentante della classe I B del liceo scientifico «Duca degli Abruzzi» di Gorizia, esprimo il consenso personale e della classe sulla proposta di legge in votazione per i seguenti motivi: ai fini di una migliore e più rapida integrazione dello studente straniero nella classe, riteniamo fondamentale un reale aiuto linguistico, preferibilmente già a partire dal suo primo inserimento della scuola; consideriamo indispensabile, per favorire la reciproca conoscenza ed il vicendevole rispetto, ogni tipo di approfondimento, previsto con progetti specifici, delle rispettive culture, tradizioni ed esperienze personali e familiari.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Simone Lago dell'istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato di Napoli-Ponticelli. Ne ha facoltà.
SIMONE LAGO, (Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato di Napoli-Ponticelli). Signor Presidente, cari colleghi, esprimiamo il nostro vivo apprezzamento per la proposta di legge concernente norme per l'integrazione dello studente extracomunitario.
PRESIDENTE. Ricordo che bisogna abituarsi a rimanere entro i tempi stabiliti.
CLAUDIA CHIARELLO, (Istituto tecnico per attività sociali «Principessa Maria Pia» di Taranto). Parlo a nome dell'ITAS «Principessa Maria Pia» di Taranto.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Jessica Sergi dell'istituto tecnico commerciale per geometri «Giuseppe Di Vittorio» di Ladispoli (Roma). Ne ha facoltà.
JESSICA SERGI, (Istituto tecnico commerciale per geometri «Giuseppe Di Vittorio» di Ladispoli - Roma). Onorevole Presidente, colleghi studenti, ho chiesto la parola per esprimere il mio parere favorevole alla proposta di legge degli studenti di Riccione, relativa all'integrazione di studenti provenienti da altri paesi e, soprattutto, da paesi extracomunitari. È interessante rilevare che l'articolato prevede corsi di approfondimento dedicati allo studio delle altre culture di paesi che, inevitabilmente, potranno agevolare ed accelerare il processo di inserimento nella scuola.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Francesca Solano dell'istituto
FRANCESCA SOLANO, (Istituto professionale di Stato per i servizi commerciali, turistici e della pubblicità di Vibo Valentia). Onorevoli colleghi, la classe II A dell'istituto professionale di Stato di Vibo Valentia, ritenendo la presente proposta di legge finalizzata a risolvere un problema fortemente sentito dai cittadini stranieri residenti in Italia con figli frequentanti le scuole italiane, vota a favore.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Andrea Pepe dell'istituto professionale di Stato per i servizi commerciali, turistici e della pubblicità «Raffaele Gorjux» di Bari. Ne ha facoltà.
ANDREA PEPE, (Istituto professionale di Stato per i servizi commerciali, turistici e della pubblicità «Raffaele Gorjux» di Bari). Signor Presidente, la proposta di legge recante norme per l'integrazione dello studente extracomunitario ha lo scopo di integrare e riformulare l'attuale normativa e presenta requisiti necessari affinché sia giudicata favorevolmente.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Valentina D'Agnano dell'istituto magistrale «Ettore Palumbo» di Brindisi. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'AGNANO, (Istituto magistrale «Ettore Palumbo» di Brindisi). Signor Presidente, vorrei esprimere il mio parere favorevole all'integrazione dello studente extracomunitario nella scuola italiana. La scuola è aperta a tutti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Marco Stigliano dell'istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato «Pitagora» di Policoro (Matera). Ne ha facoltà.
MARCO STIGLIANO, (Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato «Pitagora» di Policoro - Matera). Onorevoli deputati, colleghi, la classe II A elettronici dell'IPSIA «Pitagora» di Policoro esprime il suo voto favorevole alla proposta di legge in esame.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Natalina Agricola del liceo scientifico «Enrico Fermi» di Gaeta (Latina). Ne ha facoltà.
NATALINA AGRICOLA, (Liceo scientifico «Enrico Fermi» di Gaeta - Latina). Onorevoli colleghi, la differenza è un problema che coinvolge la nostra coscienza. Accettare il diverso è faticoso, difficile e mette in discussione la nostra identità, ma la complessità della nostra società impone di adottare un atteggiamento cooperativo al posto di uno conflittuale. Solo se si veicola la consapevolezza che ognuno di noi esiste perché esiste l'altro e che la diversità ed il pluralismo sono una ricchezza, si possono esprimere i valori del dialogo e la rimozione del pregiudizio e dello stereotipo di fronte al diverso.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Andrea Candotti del liceo linguistico «Antonio Segni» di Cagliari. Ne ha facoltà.
ANDREA CANDOTTI, (Liceo linguistico «Antonio Segni» di Cagliari). Vorremmo intervenire a favore della proposta di legge relativa all'integrazione nella scuola italiana dello studente extracomunitario perché riteniamo tratti un problema di estrema attualità.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Alexander Romagna del liceo classico di lingua tedesca «Beda Weber» di Merano (Bolzano). Ne ha facoltà.
ALEXANDER ROMAGNA, (Liceo classico di lingua tedesca «Beda Weber» di Merano - Bolzano). Onorevole signor Presidente e colleghi, provengo dall'Alto Adige-Sud Tirolo, una provincia caratterizzata dalla presenza di tre gruppi linguistici.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi che sono stati tutti a favore della proposta.
LUIGI BERLINGUER, Ministro della pubblica istruzione. Signor Presidente, il Governo intende sottolineare, prima ancora di compiere un esame di merito della proposta, il profondo valore politico e morale di questo dibattito, soprattutto per la registrazione di una convergenza finora espressa in maniera unanime su un argomento che, al contrario, divide spesso il nostro paese.
PRESIDENTE. Si è così concluso l'esame della proposta di legge.
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 510
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare la studentessa Angela Galli che, in qualità di relatore, illustrerà la proposta.
In questo contesto, la classe II E ha elaborato un progetto riflettendo sull'esperienza dei primi due anni di studio; infatti, di questa classe fanno parte due allievi provenienti da paesi extracomunitari. È stato così analizzato il problema dell'integrazione, partendo da un'analisi socio-economica, tramite letture di approfondimento, sui rapporti tra paesi industrializzati e paesi a basso grado di sviluppo. In seguito, sono stati esaminati gli aspetti giuridici dell'integrazione e dell'immigrazione, anche considerando che lo statuto degli studenti e delle studentesse, all'articolo 2, prevede che gli allievi stranieri abbiano diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità di appartenenza e che la scuola debba favorire iniziative volte all'accoglienza e alla tutela della loro lingua e della loro cultura e alla realizzazione di attività interculturali.
La proposta di legge, pertanto, vuole integrare l'attuale normativa, che già prevede iniziative in tal senso, e rafforzare il ruolo dell'istituzione scolastica, ai fini di una più compiuta integrazione tra culture diverse e non affidare solo a simili iniziative un compito così importante. Viene comunque lasciata alle singole istituzioni scolastiche la scelta delle modalità che meglio si adattano alla realtà specifica. Questo è il motivo per cui ogni scuola è autonoma nell'elaborazione di un progetto che possa favorire sia l'integrazione di allievi extracomunitari, sia la conoscenza, da parte degli studenti italiani, di culture diverse.
Le iniziative più rilevanti che abbiamo pensato di introdurre nell'articolo 2 sono le seguenti: corsi di assistenza per studenti stranieri, soprattutto durante i primi due anni della scuola media superiore, per agevolare la conoscenza della lingua; corsi di approfondimento delle diverse culture, rivolti a tutti gli allievi della scuola media superiore, tenuti anche da insegnanti stranieri; progetti interculturali in ambito sia europeo sia extraeuropeo; proposte di gemellaggio. In questo caso, queste iniziative non dovranno essere considerate esclusive, dal momento che spetterà a ciascuna scuola individuare gli interventi più appropriati per favorire l'integrazione sociale e culturale.
La nostra proposta, oltre a dare attuazione all'articolo 9 della Costituzione, che stabilisce il compito per la Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura,
vuole rafforzare un progetto di integrazione europea che preveda la progressiva inclusione di nuovi Stati e nuovi popoli, prospettiva resa drammaticamente attuale dagli eventi che stanno accadendo nella vicina regione balcanica. Vogliamo infine ricordare che la nostra iniziativa trova ispirazione nell'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che attribuisce all'istruzione il compito di promuovere la comprensione, la tolleranza e l'amicizia tra tutte le nazioni, le etnie e le religioni, nonché di favorire il mantenimento della pace. Proprio la parola «pace» vorremmo fosse intesa nel senso più profondo: non solo la cessazione dei conflitti che in questo momento affliggono i popoli, ma un forte rispetto per le culture diverse dalla nostra, riconosciute e comprese nella loro particolarità ed originalità (Applausi).
La proposta suggerisce positivamente un cammino di reciproca conoscenza tra le diverse culture. Il nostro istituto è coinvolto in iniziative dirette a rinforzare gli strumenti di comunicazione linguistica ed a sviluppare modalità espressive ulteriori, per esempio tramite la realizzazione di un laboratorio teatrale. Crediamo che anche sul fronte delle modalità espressive, verbali o non verbali, quali la musica, il canto, la danza, il teatro, possa realizzarsi quella convergenza tra culture diverse che costituisce la finalità della proposta di legge (Applausi).
Per questo motivo, siamo fermamente convinti della proposta di legge, avanzata dagli allievi della scuola di Riccione, sull'integrazione degli alunni extracomunitari.
Inoltre, ci facciamo promotori affinché tutti i ragazzi ospiti del nostro paese possano frequentare, se lo desiderano, la scuola in Italia, prevedendo per costoro delle agevolazioni economiche e fiscali e per i loro genitori dei permessi di soggiorno utili per cercare lavoro per tutta la durata del periodo scolastico (Applausi).
con lo straniero, avvertiamo disagio; noi crediamo che ciò sia dovuto alla nostra ignoranza nei confronti di civiltà diverse. La difficoltà a capire e a conoscere ci spinge verso il pregiudizio e la chiusura preconcetta al confronto con il diverso.
È per questo motivo che noi studenti della classe I B (IGEA) dell'istituto di istruzione di «Marie Curie» di Pergine Valsugana riteniamo necessario favorire all'interno della scuola la conoscenza e l'incontro fra culture diverse. Ciò è utile anche per prevenire i potenziali conflitti generati dalle differenze. Solo se saremo dotati di nuovi strumenti e conoscenze per comprendere ed analizzare l'evoluzione della società, potremo costruire un mondo basato sulla tolleranza, sull'accoglienza e sull'uguaglianza, dove credo che ogni singola persona in possesso di nazionalità e lingua propria sarà rispettata ed accettata.
Ci esprimiamo a favore della proposta di legge presentata dagli alunni dell'istituto statale d'arte di Rimini (Applausi).
Molti comportamenti scorretti, infatti, scaturiscono da pregiudizi errati sulle persone extracomunitarie e, spesso, i pregiudizi derivano dalla mancanza di conoscenza delle culture diverse dalla nostra. Le differenze sociali sono una ricchezza che oggi non è molto sfruttata, nonostante possa indubbiamente migliorare ogni persona che ne usufruisce. Siamo d'accordo sul fatto che la scuola sia l'ambiente adatto per attuare un piano di integrazione, ma secondo noi esso sarebbe ancora più efficace se coinvolgesse tutti i cittadini che desiderino parteciparvi.
Comunque, siamo convinti che questa proposta, se verrà tramutata in legge, costituirà un passo avanti perché gli studenti, quindi i giovani, supereranno i propri pregiudizi e il futuro si prospetterà migliore (Applausi).
(Inizia il suo intervento in lingua slovena).
Ci esprimiamo, quindi, a favore della proposta; proponiamo, inoltre, un'estensione dell'articolo 1 da attuare nei territori ove vi sono scuole italiane e scuole di minoranze linguistiche, offrendo alle prime l'opportunità di conoscere la lingua e/o la cultura della minoranza secondo le modalità previste all'articolo 2 (Applausi).
Il primo impatto con ragazzi provenienti da culture così lontane dalla nostra non è mai facile: la lingua è il loro primo grande ostacolo. I ragazzi cinesi non trovano interlocutori nella scuola italiana, se non in casi rari. Spesso isolati nella struttura scolastica, tendono a socializzare tra loro e a creare una piccola comunità all'interno della comunità scuola. L'integrazione, anziché diventare una ricchezza reciproca per tutti noi, spesso si trasforma in una vera e propria ghettizzazione delle minoranze.
A fronte di tutto ciò, la nostra scuola, l'istituto «Datini», in piena autonomia, ha approvato e applicato da anni un progetto che rispecchia la proposta dei nostri compagni dell'istituto d'arte di Riccione. Tale esperienza ha dato risultati assai positivi.
Auspichiamo che, a breve termine, tutte le scuole italiane di qualsiasi ordine e grado si organizzino per accogliere gli studenti stranieri, nel rispetto delle loro origini, tradizioni e diverse culture.
Per tale motivo riteniamo che la proposta per l'integrazione dello studente extracomunitario sia degna di considerazione ed esprimiamo un parere favorevole alla sua approvazione. Grazie per l'attenzione (Applausi).
La scuola italiana può, infatti, sviluppare la didattica attraverso la conoscenza e la scoperta di culture millenarie ancora sconosciute, ma soprattutto potrà combattere gli oblii dell'altruismo e della comprensione.
Proponiamo di superare l'ambito europeo per gli scambi fra studenti, allargando i viaggi di studio ai paesi asiatici, africani e latino-americani.
Anche la nostra proposta di legge mette sullo stesso piano noi ed i ragazzi stranieri, considerandoli pienamente cittadini italiani. Ma una legge da sola non basta e già questa proposta contiene una parola che non condividiamo: la parola «extracomunitario», che richiama alla mente qualcosa di esterno alla società.
La nostra speranza è che in futuro distruggeremo molti confini, scoprendo tutti gli orizzonti e creando una sola cultura ed un solo popolo (Applausi).
Noi studenti del liceo linguistico «Eugenio Montale» di Pontedera e della provincia di Pisa abbiamo deciso di intervenire a favore della proposta di legge riguardante l'integrazione di alunni extracomunitari nelle scuole d'Italia, perché ciò ci riguarda in primo piano, non solo perché studiamo le lingue, ma anche perché nella nostra scuola affluisce un numero sempre maggiore di studenti stranieri.
Inoltre, il fatto di avere, all'interno della nostra classe, due ragazzi stranieri, provenienti dal Marocco e dalla Macedonia, ci ha spinto a promuovere questo progetto, che mira all'integrazione sociale
e culturale e che favorisce una maggiore conoscenza e tutela della loro lingua e della loro cultura, come previsto dagli articoli 1 e 2 della proposta di legge.
Riteniamo, pertanto, giusto che sia la scuola stessa a rafforzare il tentativo di inserimento, poiché essa è il nucleo della formazione dell'individuo. In particolar modo, consideriamo necessario attuare nella scuola, oltre ad un efficace insegnamento della lingua italiana, la realizzazione di progetti per la conoscenza dei più significativi aspetti culturali e sociali dei paesi stranieri. Ciò sarà possibile attraverso incontri diretti nella scuola con esperti o esponenti del mondo della cultura o dell'economia (Applausi).
L'evoluzione sociale e culturale del nostro paese e l'inserimento nella compagine nazionale di cittadini provenienti da altre culture e da altri ceppi razziali impone una lettura moderna ed evoluta dell'articolo 34 della Carta costituzionale, dovendosi ritenere che il principio secondo il quale la scuola è aperta a tutti non escluda dall'istruzione le etnie diverse da quella italiana.
Non possono avere rilievo per la garanzia all'istruzione i motivi e le ragioni, generalmente di carattere economico e politico, che hanno spinto i cittadini provenienti da paesi più poveri del nostro a fare ingresso in Italia.
Il fenomeno dell'immigrazione illegale riguarda sempre con maggior frequenza non solo singoli ed adulti, ma anche interi nuclei familiari, che comprendono necessariamente i ragazzi in età scolare ai quali bisogna garantire l'integrazione nella nostra civiltà, che consenta loro di non sentirsi diversi (Applausi).
Perché tutto ciò si possa effettivamente realizzare, riteniamo imprescindibile il supporto economico dello Stato e della Comunità europea.
A nome della classe di cui sono portavoce, vi ringrazio per l'attenzione concessami (Applausi).
Ogni diversità, secondo noi, va intesa come risorsa positiva per l'arricchimento culturale e umano della comunità in cui si manifesta e ciò soprattutto nell'ambito della scuola nella quale noi giovani possiamo,
senza pregiudizi e sovrastrutture mentali, accogliere coloro i quali rappresentano una finestra su mondi e culture nuovi. Certo, siamo consapevoli che è proprio questa novità che può spaventare e che davanti ad essa si può scegliere la facile via della chiusura da giustificare poi con mille false ragioni, ma è nostra convinzione che solo la conoscenza dell'altro può rivelarsi per noi un'occasione di crescita sociale e culturale.
Sosteniamo, con il nostro voto favorevole, la suddetta proposta, fiduciosi che anche attraverso questo strumento normativo nella scuola si segni ancor più marcatamente il sentiero dell'integrazione e dell'accoglienza dell'altro (Applausi).
È iscritta a parlare la studentessa Claudia Chiarello dell'istituto tecnico per attività sociali «Principessa Maria Pia» di Taranto. Ne ha facoltà.
Oggi viviamo in una società multirazziale: tante sono le etnie che popolano il nostro paese e le persone costrette ad emigrare in Italia per vari motivi. Se poi guardiamo al fenomeno bellico nella vicina Jugoslavia, cogliamo due aspetti fondamentali: da una parte, l'incapacità di convivenza tra diverse etnie e, dall'altra, i conseguenti ulteriori massicci flussi migratori.
In considerazione di ciò, noi ragazzi rappresentanti di una scuola pugliese, così vicini al conflitto e giornalmente coinvolti nell'accoglienza dei profughi, abbiamo sentito come nostra questa proposta di legge che affronta il problema dell'integrazione tra diverse culture nella scuola sicché ci sembrano ancora insufficienti la tutela delle minoranze, espressa nella nostra Costituzione, il rispetto ribadito nell'articolo 2 dello Statuto dello studente ed il pur fondamentale articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, approvata dall'ONU nel 1948, che espressamente recita: «L'istruzione deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia tra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace».
Ma fino a quando lo statuto dell'ONU rimarrà una carta di buoni propositi, se alle porte del terzo millennio l'idea di tolleranza - che poteva essere un traguardo agli inizi del nostro secolo, ma oggi è ormai acquisita e superata - va ancora realizzata e vanno ancora create ed attuate tutte quelle occasioni che favoriscano l'integrazione (Applausi)?
A Ladispoli, già prima della legge Martelli, risiedevano circa 5 mila stranieri su 25 mila abitanti, bisognosi di un adeguato inserimento sociale: è per questo che il nostro Istituto, già da tempo, porta avanti un progetto di educazione interculturale. Vi esorto, quindi, anche in nome dei principi di solidarietà che la scuola ci ha insegnato, ad esprimere il vostro parere favorevole (Applausi).
professionale di Stato per i servizi commerciali, turistici e della pubblicità di Vibo Valentia. Ne ha facoltà.
È indubbio che in Italia risiedono ormai molti stranieri che, pur volendosi integrare nella nostra società, desiderano anche mantenere vive, nei loro figli, la storia e la cultura dei paesi d'origine ed è giusto che tale servizio venga fornito dalla scuola pubblica (Applausi).
Negli ultimi anni il nostro paese ha visto un gran numero di extracomunitari che per motivi politici, etnici e sociali, approdano sulle nostre coste. Ne consegue che il numero di iscrizioni alla frequenza scolastica - e specificatamente, agli istituti medi-superiori - è in aumento: arriveremo alla formazione di classi di soli extracomunitari o a scuole separate? No, non siamo razzisti: tutti gli uomini sono uguali ed hanno diritto al rispetto reciproco. Tutti gli uomini hanno gli stessi diritti e doveri: lo dice la Costituzione italiana.
È necessario, allora, rafforzare il ruolo dell'istituzione scolastica ai fini di una più compiuta integrazione tra culture diverse con la proposta di legge in esame e altre più dettagliate. Vanno interpellati, quindi, anche gli altri paesi d'Europa che potrebbero avere lo stesso problema, così come recita l'antico proverbio: «l'unione fa la forza». Altrimenti, perché siamo entrati nell'Europa unita (Applausi)?.
Nell'articolo 34 della Costituzione viene sancito il diritto di tutti allo studio. Sempre più spesso accade che nelle nostre scuole vi siano ragazzi extracomunitari. Il loro sogno è quello di riuscire ad integrarsi in una società civile che, però, quasi sempre li respinge. Da parte di molti di noi esiste una certa riluttanza ad accettare gli extracomunitari, riluttanza che nasce dal timore che costoro - sentiti spesso come intrusi nel tessuto urbano - possano sottrarre beni e lavoro alla comunità; di conseguenza, può succedere che il timore porti ad atteggiamenti discriminatori.
La scuola può rappresentare un mezzo di comunicazione fra le varie culture, può aiutare questa gente a capire e a farsi capire, ad accettare e a farsi accettare. Sarebbe quindi opportuno favorirne la scolarizzazione e lottare contro l'analfabetismo e l'ignoranza che devono giustamente essere considerati sintomi di una comunità poco evoluta ed esposta a rischi di strumentalizzazione (Applausi).
Gli extracomunitari sono ormai presenti, numerosi, in tutte le scuole: uno di loro è qui con noi oggi. Vengono chiamati «marocchini», «vu' cumprà» e così via. Sono persone venute in Italia per i motivi più svariati, ma cosa sappiamo veramente di loro? La scuola deve essere il fulcro di incontro per la formazione e l'integrazione fra le diverse culture. È necessaria, nelle scuole, la creazione di corsi di lingue e cultura italiana per gli stranieri poiché conoscendo un paese nella sua storia e nelle sue tradizioni si impara a rispettarlo.
Lo stesso dicasi per noi italiani: bisogna conoscere e comprendere le culture e le religioni, nonché gli stili di vita degli stranieri nel nostro paese. Occorre un'educazione all'interculturalità, ovvero la necessità di uno sforzo culturale ed educativo, che investa la scuola e aiuti tutti noi a capire la ricchezza della convivenza tra culture diverse.
Finché l'uno non accetterà di conoscere veramente l'altro non sarà possibile liberarsi dalle idee precostituite. Solo la scuola può mettere in contatto le diverse culture e permettere di conoscere e frequentare gli altri, affinché si diventi più aperti al dialogo.
Davanti a noi c'è il dramma della ex Jugoslavia, coinvolta in una brutta guerra civile fra le varie etnie e con migliaia di profughi in fuga.
Concludo con un esempio. Se versiamo dello zucchero in una scodella piena di latte, quest'ultimo non fuoriesce dalla scodella, ma lo zucchero ne migliora di molto il sapore (Applausi).
La scuola deve collocarsi in questa nuova dimensione culturale affinché allarghi ed offra servizi rispondenti alle esigenze degli extracomunitari, individuando, a latere del corpo docente, figure professionali all'interno della scuola che possano garantire l'integrazione nel rispetto delle differenze sia per l'impatto che la presenza di alcuni extracomunitari potrebbero avere nei confronti della componente studentesca esistente, sia per i problemi di inserimento degli alunni extracomunitari. Infatti, è facile trovare il consenso teorico, ma è più difficile affrontare la quotidianità nella quale esplodono le contraddizioni e si manifestano le divergenze di opinione (Applausi).
Non possiamo negare l'esistenza di radicati pregiudizi razziali riacutizzatisi in seguito alla nuova affluenza di profughi verso il nostro paese, ma questi sentimenti di intolleranza non sono rivolti solo nei confronti degli immigrati provenienti da
situazioni degradate, ma anche nei confronti di qualsiasi individuo che abbia una cultura, una religione ed una tradizione diversa dalla nostra.
Per questo pensiamo che la soluzione al problema possa essere data dalla scuola, perché il ruolo della scuola di oggi non è più informativo ma formativo, nel senso che deve rendere concretamente fruibili, da parte degli alunni, i suoi contenuti culturali e scientifici attraverso la sensibilizzazione logica e critica.
Pensiamo che la legge proposta dai ragazzi di Rimini sia la possibile soluzione al problema, perché solo così si potrà creare il cittadino del futuro (Applausi).
Anche sul territorio sudtirolese la presenza di cittadini immigrati rappresenta già una componente stabile nel tessuto sociale ed economico.
L'Alto Adige si trova così ad arricchire la sua natura di per sé pluriculturale che lo contraddistingue con la presenza di queste nuove comunità. So, come sudtirolese, quanto sia importante insegnare ai giovani di ogni provenienza cultura, lingua, a crescere insieme, a riconoscersi su un terreno di parità, con scambio di valori, di modi di essere e di vita.
Crescere in una società multilinguista significa avere una mentalità più flessibile, tollerante: la capacità di riconoscere la diversità è una ricchezza e non una minaccia. Il ruolo della scuola diventa pertanto fondamentale nel promuovere l'incontro e lo scambio con l'altro.
È per questo motivo che mi sento di sostenere la proposta di legge dei ragazzi dell'Istituto statale d'arte di Rimini (Riccione), concernente le norme per l'integrazione dello studente extracomunitario. Ringrazio per l'attenzione (Applausi).
Chiedo se vi sia qualche studente che intenda intervenire per esprimere una posizione contraria.
Prendo atto che non ve ne sono.
Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.
Ha facoltà di parlare il ministro della pubblica istruzione, onorevole Luigi Berlinguer, per esprimere il parere sulla proposta.
Il Governo intende pertanto cogliere il messaggio molto profondo e molto alto da una pronuncia di questa natura; dal mondo giovanile ci viene un insegnamento, ci viene detto che nella società di oggi e di domani, che non è altro che una società multietnica e multiculturale, questo fenomeno è ricchezza che ci può far diventare sempre migliori.
Ed è importante non fermarsi ad una pura petizione di principio. La proposta che viene avanzata, infatti, non si ferma ad una testimonianza, ma dice come questa integrazione, questa convivenza attiva si debba strutturare anche e prima di tutto nel momento più bello della nostra società, che è la scuola, nel momento in cui si impara e si deve poter imparare le novità di una società in cui si arriva talvolta disperati ma conservando la propria cultura, la propria tradizione e non cancellandola dalla propria esistenza.
Ed è per questo che il Governo è favorevole. In una legge importante dello
Stato (quella sull'immigrazione) abbiamo già un articolo specifico in proposito, che ha rappresentato un risultato importante conseguito da questo Parlamento. Tuttavia, in questa proposta si vuole andare oltre e anche nel regolamento andiamo in questa direzione. Però la prevalenza dell'interesse delle norme esistenti riguarda soprattutto la scuola dell'obbligo dove è prevista anche per i bambini e i ragazzini cosiddetti extracomunitari (il termine è brutto ma ha una valenza soltanto tecnica, al riguardo) la frequenza obbligatoria.
Qui si parla di qualcosa di più: anche della scuola secondaria superiore. Il che è assolutamente giusto. È cioè giusto prevedere l'accoglienza, affermare i principi del diritto allo studio per chi da solo non ce la fa, prevedere che nella scuola dell'autonomia, nella progettazione in ogni scuola di interventi specifici e originali, l'accoglienza e la valorizzazione delle etnie siano portate ad un grado di realizzazione molto più qualificato rispetto al passato, con progetti specifici delle scuole.
Più in generale, è giusto che si prenda atto della necessità di insegnare l'italiano a coloro che non l'hanno come lingua propria e nazionale, nonché di inserire nelle attività - l'autonomia delle scuole lo consentirà sempre di più - il recupero di tradizioni e culture dei paesi di provenienza degli alunni.
In questo senso il Governo è assolutamente favorevole all'ispirazione della proposta di legge (Applausi).
Passiamo ora al voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 25, testé esaminata.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
«Norme per l'integrazione dello studente extracomunitario» (25):
Votanti 448
Astenuti 62
Maggioranza 225
Hanno votato sì 392
Hanno votato no 56
(È approvata - Applausi).