SARDEGNA
Cagliari
Liceo linguistico «A. Segni»
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Chiara Biggio, Andrea Candotti, Fabrizio Caschili, Valentina Caschili, Sara Pani:
«Misure a favore della mobilità dei cittadini residenti in Sardegna» (71)
RELAZIONE
Poiché si è rivelata di fondamentale importanza la questione dei trasporti nel quadro delle misure volte a ridurre i limiti da cui la Sardegna, a causa del suo isolamento, risulta condizionata.
Constatato che l'azione condotta dalla regione è risultata priva di incisività.
Si rende necessario che tale problema venga risollevato e riproposto con fermezza nei confronti dello Stato anche nella considerazione che analoghe iniziative sono state assunte dagli Stati membri dell'Unione europea (Francia e Spagna) i cui territori siano in tutto o in parte insulari.
Preso atto del fatto che per i passeggeri dei veicoli da e per la Sardegna, i prezzi del volo sono fissati per la linea Cagliari-Roma-Cagliari e Alghero-Roma-Alghero a lire 370 mila, per la linea Cagliari-Milano-Cagliari a lire 560 mila e per la linea Alghero-Milano-Alghero a lire 570 mila.
Si intende realizzare il principio della continuità territoriale attraverso uno sconto del 30 per cento per i cittadini residenti in Sardegna e per gli emigrati sardi sulle tariffe ordinarie delle rotte aeree Cagliari-Roma-Cagliari, Cagliari-Milano-Cagliari, Alghero-Roma-Alghero e Alghero-Milano-Alghero, le quali darebbero luogo alle seguenti tariffe:
Cagliari-Roma-Cagliari: lire 259 mila (133.76 euro);
Cagliari-Milano-Cagliari: lire 392 mila (202.45 euro);
Alghero-Roma-Alghero: lire 259 mila (133.76 euro);
Alghero-Milano-Alghero: lire 399 mila (206.06 euro).
Con la presente proposta di legge si intende risolvere il grave problema della continuità territoriale che impedisce ai residenti di spostarsi agevolmente rischiando addirittura di svuotare il significato stesso dell'essere cittadini italiani.
La proposta prevede il concorso dello Stato con la regione autonoma della Sardegna nella misura del 30 per cento rispetto alla tariffa aerea ordinaria per le tratte sopra citate, l'equiparazione delle tariffe marittime con quelle ferrovie nonché l'aumento della frequenza delle corse marittime giornaliere da e per la Sardegna.
ARTICOLATO
Art. 1.
1. Allo scopo di favorire la mobilità dei cittadini residenti in Sardegna e degli emigrati sardi da e per la Sardegna, si equiparano le tariffe marittime a quelle ferroviarie e lo Stato insieme con la regione autonoma della Sardegna concorrono in egual misura alle spese di viaggio aereo per il 30 per cento rispetto alle tariffe ordinarie nelle tratte Cagliari-Roma-Cagliari, Alghero-Roma-Alghero, Cagliari-Milano-Cagliari e Alghero-Milano-Alghero.
2. Ai fini di agevolare gli spostamenti da e per la Sardegna di cui all'articolo 1 della presente legge si intensifica la frequenza delle corse nelle tratte marittime del 100 per cento durante l'anno e del 200 per cento nei periodi festivi.
3. Il beneficio di cui alla presente legge può essere goduto da tutti i cittadini residenti in Sardegna e/o emigrati sardi. Pertanto, per poter usufruire dello sconto, gli interessati dovranno documentare la loro residenza in Sardegna o lo status di emigrati all'atto dell'acquisto del biglietto aereo.
Nuoro
Istituto magistrale «Sebastiano Satta»
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Angela Congiu, Patrizia Dalu, Noemi Dolfi, Mariana Ferrari, Laura Loche, Giovanna Magrini, Barbara Nereu:
«Istituzione di archivi storici a livello europeo, statale, regionale, decentrati in province» (72)
RELAZIONE
In Sardegna esistono pochissimi archivi storici: statali, regionali, provinciali, comunali e privati. In questo momento, da parte del Ministro della pubblica istruzione, si chiede un'attenzione particolare per lo studio della storia contemporanea, non abbiamo, però, docenti sufficienti per affrontare una vera ricerca storica obiettiva. Esempio: stiamo analizzando la provincia di Nuoro negli anni del fascismo (1926-1929) da un libro del professor P. Bellu che si è servito di documenti della prefettura. Sappiamo che questo è uno studio limitato. Abbiamo necessità di raccogliere ulteriori fonti provenienti da registri provinciali, comunali, della curia e documenti epistolari di varia provenienza, se vogliamo fare con serietà una ricerca storica. L'apertura di nuovi archivi presuppone una formazione specifica con diverse figure professionali e di conseguenza una risposta alla disoccupazione giovanile, che interessa diplomati e laureati. Occorre, pertanto, una legge in merito e noi, pur essendo estranei alla preparazione legislativa, ci sentiamo in dovere di porla all'attenzione degli esperti: il Parlamento, il Consiglio regionale, provinciale e comunale. Per la realizzazione di questa proposta di legge si richiede l'attenzione dei Ministri della pubblica istruzione, del tesoro e degli esteri, del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica.
ARTICOLATO
Art. 1.
1. La conoscenza di fatti storici accaduti in Europa, in Italia, in Sardegna, a Nuoro, a volte diventa necessaria per capire il nostro presente. La ricerca, graduando le difficoltà, deve partire dalle scuole.
2. Ogni regione deve avere un archivio europeo, statale e regionale decentrati nelle diverse province per soddisfare le esigenze di ricerca, studio e conoscenza sul nostro passato storico.
3. Ogni provincia deve avere un archivio provinciale, ordinato e fruibile dal pubblico avere nelle ore pomeridiane. Qui saranno raccolti documenti inerenti alla storia della provincia con fonti scritte, reperti archeologici ed etnografici, documenti fotografici e filmati.
4. Ogni comune deve avere archivi comunali ordinati a disposizione della popolazione, anche nelle ore pomeridiane, per lo studio e la ricerca con personale qualificato.
5. Lo Stato, le regioni, i comuni possono stipulare accordi con archivi privati al fine di rendere accessibile al pubblico la ricerca storica.
Oristano
I.P.S.S.S. «G. Galilei»
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Eliana Lasi, Sara Mura, Manuela Pinna, Antonella Sigurani, Alessandra Zedda:
«Modifica dell'articolo 7, comma 1, della legge 9 dicembre 1977, n. 903, in materia di congedi straordinari per malattia del bambino» (73)
RELAZIONE
La legge 9 dicembre 1977, n. 903, che ha esteso anche ai padri, in alternativa alla madre, il diritto all'astensione dal lavoro in caso di malattia dei figli, sicuramente pone il nostro paese all'avanguardia in campo legislativo per quanto concerne la tutela della lavoratrice madre. Tuttavia vi è certamente la possibilità di migliorare tale normativa. La presente proposta di legge tende a colmare la lacuna derivante dalla mancata previsione che abbastanza frequentemente si verificano parti gemellari o addirittura plurigemellari. In tali casi, visto anche il diverso ruolo assunto dalla donna all'interno della famiglia e più in generale nella società, occorre fornire un ulteriore sostegno alla famiglia e ai genitori lavoratori affinché possano adempiere alla primaria funzione familiare senza peraltro che ciò comporti un pregiudizio per ciò che concerne l'aspetto lavorativo. Per tali motivi la proposta di legge vuole essere un ulteriore stimolo e sostegno alla famiglia e prevede la possibilità di usufruire dei benefici in materia di congedi straordinari per malattia del bambino per entrambi i genitori in caso di nascite gemellari o plurigemellari.
ARTICOLATO
Art. 1.
1. L'articolo 7 comma primo della legge 9 dicembre 1977, n. 903, è sostituito dal seguente:
Il diritto di assentarsi dal lavoro e il trattamento economico previsti rispettivamente dall'articolo 7 e dal secondo comma dell'articolo 15 della legge 30 dicembre 1971, n. 1204, sono riconosciuti anche al padre lavoratore, anche se adottivo, congiuntamente alla madre.
Qualora si verifichino parti gemellari o plurigemellari, ovvero quando i figli siano affidati al solo padre, in alternativa alla madre nell'ipotesi di parto singolo.
Sassari
Liceo scientifico «Lorenzo Mossa»
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Antonella Bo, Maria Luisa Maludrottu, Claudia Serreri, Valentina Scanu, Ilenia Varletta:
«Aree da designare a verde pubblico e misure a favore dei disoccupati» (74)
RELAZIONE
Onorevoli deputati, siamo qua per presentarvi la nostra proposta di legge, la quale vuole poter risolvere un problema assai diffuso, che riguarda la mancanza di spazi verdi nella città. Questa nostra proposta di legge non presenta strumenti innovativi, ma alcune forme di incentivo che possono anche dare un aiuto alla lotta contro la disoccupazione. Riteniamo valida la disciplina degli espropri nella sua parte tecnica. Il limite è a monte: trovare gli immobili da espropriare. Proponiamo quindi che le «proposte di esproprio» vengano fatte, sotto compenso, dai singoli cittadini.
I cittadini stessi devono farsi carico anche della progettazione. Innanzi tutto, ogni città, la cui popolazione supera i quarantamila abitanti, deve potenziare il verde pubblico.
La selezione dei progetti verrà effettuata da una commissione composta da due geometri e da un ingegnere scelti dal consiglio e l'assessore ai servizi pubblici.
Questa avrà il compito di reclutare il personale necessario all'esecuzione dell'opera, utilizzando le liste dei disoccupati disponibili all'ufficio di collocamento.
ARTICOLATO
Art. 1.
1. Entro la fine del secondo anno seguente a quello della promulgazione del testo deve avvenire la messa in opera dei progetti. Gli spazi destinati a verde pubblico devono essere in stato di abbandono o degrado, questi saranno acquistati o espropriati dal comune.
2. A finanziamento dei lavori va una percentuale sul fondo della «Bucalossi» decisa dal comune fra un minimo del 15 per cento e un massimo del 35 per cento.
3. I progetti possono essere presentati entro sei mesi prima della scadenza indicata sul punto 1. Il progetto deve contenere: a) destinazione attuale degli spazi; b) valore di mercato di ogni appezzamento; c) costi e tempi previsti per i lavori da effettuare.
4. Entro due mesi dopo la promulgazione di questo testo i comuni devono formare una commissione con i seguenti compiti: i) pubblicare il bando di concorso sui giornali locali e in apposita bacheca posta all'interno del municipio; ii) raccogliere ed esaminare le proposte.
5. La commissione sceglie i cinque progetti migliori li consegna al consiglio comunale per la decisione definitiva. I cinque progetti scelti avranno un compenso stabilito dal consiglio. Questa affiderà la custodia delle opere per pubblico appalto ad una cooperativa locale.