PUGLIA

Bari
I.P.S.S.C.T.P. «R. Gorjux»

proposta d'iniziativa dei ragazzi



Valentina Ambruoso, Antonella Cantatore, Giuseppe Caponio, Andrea Pepe, Roberta Scattarelli:

«Sponsorizzazione di aree verdi da parte di privati (Istituti di credito, società commerciali e finanziarie)» (66)

RELAZIONE

La vivibilità delle grandi città ed aree metropolitane è legata a diversi fattori, fra questi la presenza di un «verde» attrezzato e fruibile per i cittadini.
Tuttavia in molti centri grandi e medi, in particolare nel Mezzogiorno, è più giusto parlare di assenza, piuttosto che di presenza di giardini, parchi e aree a verde con danni per tutti e soprattutto per i bambini e gli anziani, le generazioni più a rischio che ricercano e meritano maggiore tutela.
È questo il caso della nostra città, Bari, dove è davvero difficile trovare un giardino degno della sua funzione e dove il rapporto fra abitanti e aree a verde è fra i più bassi d'Italia, ma è anche purtroppo il caso di tante altre città.
Per cambiare questa situazione e invertire la tendenza non bastano le iniziative e i compiti delle autonomie locali, del comune in primo luogo.
Riteniamo opportuno non aspettare l'intervento centrale e favorire invece una molteplicità di iniziative «dal basso» che possano affiancarsi a quelle pubbliche.
Per questo proponiamo un intervento di privati, istituti di credito e società commerciali in primo luogo, che come già succede in alcune casi per la tutela e la valorizzazione delle opere d'arte, si assumano il compito di adottare un giardino o una strada o un campo periferico in abbandono trasformandolo in zona a verde.
Per favorire e incentivare questo intervento, che avrebbe tempi rapidi di attuazione davvero atipici rispetto a quelli degli enti pubblici, lo Stato dispone forme di detrazione fiscale dai modelli 730 delle società e delle imprese che possono documentare un'iniziativa in tal senso pari al 75 per cento dell'importo di spesa.
In conclusione, se il Parlamento e lo Stato ritengono opportuno finanziare con sgravi ed altre agevolazioni le imprese che si insediano in alcune aree del paese e producono nuova occupazione, proprio per il carattere sociale di tali iniziative imprenditoriali, riteniamo che altrettanto rilievo e centralità debba essere data alla tutela della vita e dell'ambiente anche per aspetti quantitativamente minori ma altrettanto importanti come il verde nelle città.

ARTICOLATO

Art. 1.

1. Nei centri urbani superiori ai 15 mila abitanti che abbiano un rapporto di metri quadrati di verde per cittadino inferiore alla media nazionale è possibile un intervento di messa a verde di aree, giardini, strade, parchi, spiazzi ad opera di società private, istituti di credito e finanziari, società commerciali.
2. Ogni intervento deve essere presentato preventivamente all'amministrazione locale che ha l'obbligo di esaminarne la praticabilità rispetto alla legislazione urbanistica e di esprimere una decisione entro e non oltre 30 giorni dalla presentazione del progetto. In caso di mancata risposta il progetto si intende approvato.
3. Le spese di preparazione del progetto e di messa in opera dello stesso sono a totale ed esclusivo carico della società proponente.
4. Le stesse spese, regolarmente documentate dall'apposita fatturazione, possono essere inserite nella dichiarazione dei redditi dell'impresa dell'anno successivo fino al 75 per cento del totale dell'importo nella voce oneri deducibili.
5. Il Governo si impegna a deliberare con decreto-legge la necessaria armonizzazione fra la legislazione corrente in campo urbanistico e questa proposta di legge.




Brindisi
Istituto magistrale «E. Palumbo»

proposta d'iniziativa dei ragazzi



Erica Brescia, Giovanna Buonasperanza, Valentina D'Agnano, Daniela Messito, Silvia Perrucci:

«Introduzione dell'insegnamento dell'educazione sessuale e della prevenzione delle malattie sessuali nelle scuole medie superiori» (67)

RELAZIONE

L'aumento delle malattie sessuali, alcune purtroppo mortali, nonché l'incremento delle gravidanze indesiderate, in particolare tra le cosiddette ragazze-madri di 15-16 anni d'età, evidenziano la necessità di diffondere, nell'ambito delle scuole medie superiori, la conoscenza dell'educazione sessuale e dei mezzi di prevenzione delle malattie sessuali.
La contraccezione, sia essa naturale che artificiale, è poco e male conosciuta nell'ambito di quella fascia di studenti che si pone tra i 14 e i 18 anni. Spesso le famiglie degli stessi, per incapacità a comunicare con i propri figli, non trasmettono loro quelle conoscenze ed esperienze di natura sessuale necessarie affinché gli stessi possano affrontare le prime esperienze in maniera cosciente e responsabile.
È sufficiente un solo rapporto sessuale «sbagliato», per rimanere incinta o per contrarre quella grave malattia mortale per la quale ancora oggi non è stato inventato un vaccino (AIDS).
La gravidanza indesiderata, inoltre, oltre al rischio di provocare problemi psicologici ed economici, alla ragazza madre o al ragazzo padre, nella maggior parte dei casi, costringe gli stessi a dover abbandonare gli studi per far fronte alle nuove necessità.
Appare quindi opportuno, per non dire necessario, far acquisire agli studenti delle scuole medie superiori, nell'ambito scolastico, quelle conoscenze in materia di educazione sessuale che difficilmente un altro nucleo sociale potrà correttamente fornire loro.

ARTICOLATO

Art. 1.

1. A decorrere dall'anno scolastico 1999/2000 è reso obbligatorio, in tutte le scuole medie superiori, l'insegnamento della materia di educazione sessuale e prevenzione delle malattie sessuali.

Art. 2.

1. L'orario settimanale complessivo di insegnamento nella scuola media superiore è elevato di un'ora per l'insegnamento obbligatorio della disciplina di cui all'articolo 1.

Art. 3.

1. I docenti della nuova disciplina, da reclutare mediante pubblici concorsi tra i laureati in medicina e biologia, potranno essere affiancati da esperti della materia, quali: andrologi, ginecologi, sessuologi.




Foggia
Istituto professionale di Stato «L. Einaudi»

proposta d'iniziativa dei ragazzi



Claudia Bernardi, Antonietta Gallo, Luciana Gioia, Donatella Minafra, Silvia Zancoli:

«Diritto dei giovani agli strumenti culturali e alla formazione permanente» (68)

RELAZIONE

In un mondo in continua evoluzione, oggi più che mai, i giovani sono obbligati a tenere il passo dei tempi che cambiano: ciò sia ai fini dell'inserimento nel mondo del lavoro, sia ai fini dell'aggiornamento culturale.
Per loro è importante, oltreché un solido bagaglio culturale, acquisire gli strumenti per una formazione permanente.
I giovani e le famiglie si trovano a dover far fronte a spese fino a qualche tempo fa ritenute voluttuarie, a necessità fino a ieri inesistenti.
La presente proposta di legge viene incontro a questi bisogni prevedendo la possibilità di una detrazione d'imposta per le spese sostenute per l'acquisto degli strumenti di aggiornamento (libri, riviste, computers, eccetera).
Compito essenziale della famiglia e della scuola resta oggi quello di fornire ai giovani una bussola per districarsi tra le tante proposte culturali e non; così che essi non abbiano a dire (come faceva esclamare G. Simenon al suo Commissario) «conosciamo tutto, ma ci sfugge l'essenziale».

ARTICOLATO

Art. 1.

1. La Repubblica italiana tutela e promuove il diritto dei giovani allo sviluppo culturale e alla formazione permanente.

Art. 2.

1. Possono usufruire dei vantaggi previsti dagli articoli seguenti i nuclei familiari con figli a carico di età compresa tra 12 e 25 anni o che frequentino scuole superiori di II grado e corsi universitari e affini, o che prestino servizio di leva militare e servizio civile. Il reddito globale ai fini IRPEF del nucleo non deve essere superiore a lire 70 milioni (36.151 euro) annui.

Art. 3.

1. I nuclei familiari di cui all'articolo 2 possono detrarre dalle imposte dovute in base alla dichiarazione annuale IRPEF la somma di lire 200 mila (104 euro) per ogni figlio per le spese sostenute per acquisto di libri, abbonamenti a riviste e quotidiani, visite a musei, zone archeologiche e parchi naturali, rappresentazioni teatrali e cinematografiche, utilizzo dei servizi Internet.
2. Possono, altresì, detrarre le spese sostenute per l'acquisto di computers e prodotti legati all'uso dell'informatica nella misura massima di lire un milione (517 euro) per ogni biennio.

Art. 4.

1. Le spese sostenute dovranno essere comprovate da scontrini fiscali, ricevute o altri documenti, recanti l'indicazione per esteso del prodotto acquistato o del servizio goduto.

Art. 5.

1. Le somme previste dall'articolo 3 sono raddoppiate per i giovani che superano esami o conseguono promozioni ad anni di studio successivi riportando voti uguali o superiori all'80 per cento della votazione massima prevista dalla legge.




Lecce
I.P.S.S.C.T.P. «A. De Pace»

proposta d'iniziativa dei ragazzi



Antonella Calcagnile, Paola Calogiuri, Roberta Campobasso, Alessandra Martina, Sandra Stefanizzi:

«Misure per favorire l'integrazione scolastica dei ragazzi extracomunitari» (69)

RELAZIONE

Con il presente disegno di legge, i ragazzi salentini del «De Pace» vogliono dimostrare, ancora una volta, quanto ospitale e tollerante sia la gente di questi luoghi. Infatti gli alunni hanno proposto un progetto di legge che consenta ad alcuni ragazzi extra-comunitari di frequentare la scuola in Italia. Tale possibilità darebbe un'opportunità unica non solo a questi ragazzi, che così potrebbero avere un titolo di studio ed un futuro in Italia, ma anche alle loro famiglie in quanto, grazie al presente disegno di legge, potrebbero ottenere un permesso di soggiorno nel nostro paese per cercare un lavoro che possa essere per loro dignitoso.
Questa legge, pertanto, qualora fosse approvata, potrebbe essere un notevole stimolo per questi ragazzi che, se meritevoli, potrebbero riscattare dal punto di vista sociale, non solo se stessi ma anche le loro famiglie.
Allo stesso modo questa legge potrebbe essere un'interessante opportunità anche per gli studenti italiani i quali potranno confrontare la loro cultura, il loro modo di pensare, le loro tradizioni con ragazzi provenienti da altre nazioni favorendo così il normale processo di integrazione e socializzazione. Naturalmente i ragazzi extra-comunitari che studieranno in Italia potranno farlo gratuitamente e saranno ospitati presso famiglie italiane che daranno la loro disponibilità o presso enti o istituti a carico, comunque, dello Stato italiano.

ARTICOLATO

Art. 1.

1. Si concede a 100 (cento) ragazzi extra-comunitari la possibilità di frequentare la scuola in Italia. I ragazzi interessati all'iniziativa saranno informati a cura dell'ambasciata o consolato italiano presso il paese di appartenenza.
2. Requisiti:

avere un'età inferiore a 18 anni;

avere una discreta conoscenza dell'italiano;

avere ultimato la scuola media con un profitto buono;

essere di condizioni economiche disagiate.

3. I ragazzi che saranno scelti in base ai requisiti di cui sopra, potranno frequentare una scuola media superiore italiana a loro scelta. Sono loro concesse:

esenzione dal pagamento delle tasse scolastiche;

fornitura di libri gratuita.

Per poter proseguire gli studi in Italia è obbligatorio ottenere la promozione alla fine dell'anno scolastico.
I ragazzi alloggeranno presso famiglie disponibili ad ospitarli e per tali famiglie saranno equiparati, ai fini fiscali, ai familiari a carico per tutta la durata del periodo scolastico del loro ospite.
In subordine i ragazzi saranno ospitati da istituti o enti a carico dello Stato italiano.
4. Alle famiglie (padre, madre, fratelli non sposati) dei ragazzi extra-comunitari che studieranno in Italia è concesso, per tutta la durata dell'anno scolastico, un permesso di soggiorno per cercare lavoro in Italia.
5. Le spese previste per l'anno scolastico 1999/2000 sono di lire 300 milioni (euro 154.937); per l'anno scolastico 2000/2001 di lire 600 milioni (euro 309.874); e per l'anno scolastico 2001/2002 di lire 800 milioni (euro 413.166).
Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.




Taranto
Liceo scientifico biologico «Principessa Maria Pia»

proposta d'iniziativa dei ragazzi



Claudia Chiarello, Debora Ivagnes, Noemi La Sorsa, Fabiana Petruzzi, Arcangelo Venneri:

«Norme relative alla creazione di sezioni museali di tipo storico, artistico, archeologico nelle scuole» (70)

RELAZIONE

Questo anno scolastico ci vede impegnati in un progetto interdisciplinare sul tema della conoscenza e valorizzazione dei beni culturali della nostra città, Taranto, in quanto antica capitale della Magna Grecia; ciò ci ha consentito di soffermare la nostra attenzione su un aspetto, mai abbastanza considerato, relativo non solo alla conoscenza del nostro patrimonio artistico-culturale, ma anche al «rispetto» dovuto al bene culturale in quanto segno dell'uomo, rispetto che diventa «senso civico» a cui ogni cittadino deve essere educato, affinché possa definirsi un buon cittadino. Ebbene, proprio questo senso civico, la conoscenza, l'educazione al rispetto del bene culturale sono, spesso, ignorati.
Attraverso indagini da noi svolte abbiamo notato che l'attenzione delle famiglie e della scuola al problema della conoscenza e del rispetto del bene culturale è minima.
Se a ciò si aggiungono la scarsità di fondi destinati allo scopo, l'eseguità del numero degli addetti al settore, l'enorme quantità di reperti, spesso giacenti nei sotterranei o nei cortili dei musei, il quadro si completa.
Così ci siamo posti il problema della partecipazione di noi ragazzi di scuola superiore alla gestione di un parte del patrimonio culturale, quello, per esempio, non destinato all'esposizione perché artisticamente meno rilevante, anche se ugualmente denso di significato storico e culturale, che potrebbe essere esposto e custodito in quegli istituti scolastici che ne facessero richiesta.
Pertanto, anche nel quadro dell'autonomia scolastica, si potrebbe auspicare un più stretto collegamento tra le scuole e le sopraintendenze ai beni culturali da concretizzarsi tramite apposite convenzioni per effetto di progetti finalizzati alla salvaguardia e fruibilità dei beni di interesse storico-artistico. Potrebbero, ad esempio, essere organizzati nelle scuole corsi di «eccellenza» in cui fosse possibile apprendere le tecniche dell'inventariazione, catalogazione, manutenzione dei beni culturali.
È superfluo, a questo punto, evidenziare la valenza didattico-formativa di un'iniziativa del genere. Questa proposta, infatti, vuole essere il nostro auspicio per una scuola rinnovata, aperta e pronta a confrontarsi con le istituzioni territoriali (in particolare le sopraintendenze ai beni culturali), poiché avendo, scuole e soprintendenze, la stessa matrice culturale, sono geneticamente votate a perseguire gli stessi obiettivi.

ARTICOLATO

Art. 1.


(Finalità).


1. Con la presente legge si vuole contribuire alla conoscenza, salvaguardia, valorizzazione, fruizione del patrimonio culturale, attraverso il contatto diretto dei ragazzi con i reperti storico-artistici.

Art. 2.


(Creazione di micro-poli museali).

1. Entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge i provveditorati effettuano un monitoraggio delle scuole superiori interessate alla creazione al loro interno di sezioni museali.
2. Le scuole nell'ambito del P.E.I. (progetto educativo di istituto) e in collaborazione con gli organi territoriali a ciò preposti (sopraintendenze, assessorati ...), presentano progetti finalizzati alla salvaguardia e alla fruibilità dei beni di interesse culturale.
3. A seguito di ciò le competenti autorità (Ministero della pubblica istruzione, Ministero per i beni e le attività culturali, e dell'ambiente, provveditori e sopraintendenze ai beni culturali) emanano circolari attuative tendenti alla realizzazione di «micro-poli museali», in quelle scuole che aderiscono all'iniziativa, prevedendo:

a) interscambi di attività tra i diversi enti:

b) attuazione per studenti e docenti di corsi di alfabetizzazione alle tecniche principali di salvaguardia e manutenzione dei beni culturali.

Art. 3.

(Reperimento dei fondi).

1. Per l'attuazione dell'articolo 2 si prevede:

a) l'accesso ai fondi comunitari attraverso la presentazione di progetti finalizzati;

b) la previsione di 2 miliardi di spesa da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali, a partire dall'anno 2000;

c) la costituzione, in ogni scuola interessata all'iniziativa, di un fondo con relativa voce di bilancio d'istituto nel quale potranno affluire anche:

una parte delle tasse scolastiche degli alunni;

contributi di privati che volessero favorire l'iniziativa.