«Introduzione del corso di educazione stradale» (32)
RELAZIONE
Circa il 50 per cento degli incidenti su due ruote sono la causa di una disinformazione sulle regole della strada. A volte i ragazzi non sono a conoscenza dei segnali stradali e per questo li ignorano.
Per evitare tutto ciò la scuola deve educare maggiormente i ragazzi ad essere più responsabili nella guida dei loro ciclomotori e a fare un migliore «uso della strada», obbligando tutti coloro che hanno raggiunto il quattordicesimo anno di età alla frequenza di un corso di educazione stradale da svolgersi nelle ore pomeridiane durante il primo anno della scuola media superiore, essendo stato elevato l'obbligo scolastico al quindicesimo anno d'età.
Il corso tenuto da personale qualificato, quale agenti delle forze dell'ordine, della polizia stradale, dei vigili urbani, docenti di discipline giuridiche e deve tendere principalmente alla formazione di una reale «coscienza stradale» dei giovani ed in particolare al rilascio di un attestato di frequenza, obbligatorio per i minorenni che intendono mettersi alla guida di un ciclomotore.
Non è tollerabile, dunque, che i giovani motociclisti affrontino le insidie del traffico senza conoscere le regole fondamentali del traffico e le norme principali della circolazione, perché ciò li porta a sottovalutare i pericoli e li induce a commettere imprudenze che altrimenti potrebbero evitare.
Art. 1.
1. Chiunque ha raggiunto il quattordicesimo anno di età è obbligato a partecipare, durante il primo anno di scuola media superiore, al corso pomeridiano di «Educazione Stradale» della durata complessiva di trenta ore.
1. Il corso, aperto anche a ragazzi esterni alla scuola, verrà attivato presso ogni plesso di scuola media superiore e sarà tenuto da personale volontario qualificato addetto ai servizi di polizia stradale.
1. Non si possono condurre ciclomotori senza essere in possesso dell'attestato di regolare frequenza al corso e di superamento della prova finale.
1. L'attestato di partecipazione deve essere allegato ai documenti personali e a quelli del ciclomotore. L'organo di polizia che accerta la mancanza dell'attestato provvede al sequestro del motociclo.
Il motociclo verrà restituito all'avente diritto, ai genitori o a chi ne fa le veci solo previa presentazione dell'attestato richiesto.
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Natalina Agricola, Alessandra Aprile, Federico Criscuolo, Giovanna Lefino, Marco Valente:
«Introduzione della lingua latina nella scuola media inferiore» (33)
RELAZIONE
La presente proposta di legge viene presentata, da noi studenti del biennio delle scuole medie superiori, per un problema emerso attraverso un'indagine conoscitiva svolta nei licei del sud pontino: la conoscenza consapevole della lingua e cultura latina quale radice della nostra storia. Ci sembra un controsenso prolungare il periodo scolastico obbligatorio e nel comtempo abolire l'insegnamento del latino. Lo studio della lingua latina è fondamentale per una corretta articolazione della lingua italiana e per la conoscenza della civiltà che offre una sicura chiave di lettura e di interpretazione della civiltà da essa derivata. La diretta filiazione non è riscontrabile solo nei testi giuridici o storico-letterari, essa emerge anche dalla riflessione sui modi di esprimersi delle varie popolazioni italiane, dagli usi e costumi, dalle tradizioni, dalle vestigia romane ancora presenti in forme imponenti nel territorio dell'Italia e delle regioni che fecero parte dell'impero di Roma.
Art. 1.
1. A decorrere dall'anno scolastico 2000-2001 si ripristina l'insegnamento, anche facoltativo, della lingua latina nella scuola media inferiore.
1. L'insegnamento sarà articolato su un numero di cinque ore settimanali ripartite tra studio teorico, lettura delle fonti classiche e popolari e visita delle testimonianze architettoniche della civiltà.
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Roberto Donati, Alessandro Grillotti, Fabio Passacantando, Federico Picuti, Riccardo Zelli:
«Istituzione presso tutti gli ospedali di un reparto odontoiatrico» (34)
RELAZIONE
L'esigenza nasce dal fatto che presso l'ospedale della mia città e presso altri, che ora non vale la pena di ricordare, non è presente un reparto odontoiatrico né è garantita al pronto soccorso assistenza per problemi di natura odontoiatrica.
Mi chiedo se il principio fissato dall'articolo 32 della Costituzione che garantisce «La tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo ed assicura cure gratuite agli indigenti» sia effettivamente attuato o se l'inesistenza di tali presidi sia invece contrastante con esso. L'assenza di tali presidi sanitari esclude forse che i problemi relativi all'apparato dentario siano problemi di salute, oppure vuole accentuare la discriminazione tra classi sociali con condizioni economiche diverse?
Art. 1.
1. Premesso che l'articolo 117 della Costituzione affida la competenza normativa relativa all'assistenza sanitaria e ospedaliera alle regioni, purché le norme stesse non siano in contrasto con le leggi dello Stato e, quindi, con la Costituzione, con la presente legge quadro si obbligano le regioni ad assicurare, attraverso apposita normativa, l'assistenza sanitaria gratuita, almeno di pronto soccorso, presso tutte le strutture ospedaliere per le patologie relative all'apparato dentario, come assistenza sia per i degenti, sia per gli utenti esterni.
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Giuseppe Consentino, Silvia Lattanzi, Marco Piccolino, Gabriele Scorzini, Jessica Sergi:
«Misure a sostegno della lettura» (35)
RELAZIONE
L'Italia è oggi uno dei paesi dove si legge di meno; ciò è dovuto allo scarso interesse degli italiani per la lettura ma anche ai prezzi troppo elevati dei libri. Anche nella lettura dei quotidiani l'Italia non occupa uno dei primi posti: infatti, nel mondo, è stata collocata intorno al cinquantesimo posto e ciò è molto scoraggiante per uno dei primi sette paesi industrializzati a livello mondiale. Questi dati costituiscono un preoccupante segnale d'allarme per un paese che intende progredire con gli stessi ritmi degli altri paesi «forti». Ciò premesso bisogna incoraggiare l'abitudine alla lettura, in special modo negli adolescenti, poiché è proprio da giovanissimi che si acquisiscono passioni ed interessi duraturi.
A tal fine si auspica che il Parlamento intenda approvare una proposta di agevolazioni fiscali diretta a sostentere, almeno in parte, le spese delle famiglie per l'acquisto di libri non scolastici destinati ai minori di età.
Art. 1.
1. Il Ministero della pubblica istruzione e il ministro della cultura selezioneranno ogni anno una lista di cento titoli, tra i più significativi ed educativi, tenendo conto delle specifiche fasce d'età dei lettori (5-17 anni).
1. Ai genitori che acquisteranno i titoli compresi nella lista predisposta, lo Stato riconoscerà una deduzione fiscale; alle famiglie meno abbienti spetterà una ulteriore deduzione commisurata al reddito.
1. Le imprese editrici che aderiranno all'iniziativa si impegneranno, a fronte di maggiori ricavi, a ridurre il prezzo dei libri selezionati.
proposta d'iniziativa dei ragazzi
Alessia Mancini, Alessandra Pace, Nicola Meloni, Claudia Ravagioli, Claudio Sacconi:
«Abolizione dello sfruttamento del lavoro minorile» (36)
RELAZIONE
Sovente nei giornali si legge di numerosi casi di sfruttamento minorile che ci portano a pensare di come sia frequente, nella società moderna, questo problema in tutto il mondo, ma soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Oggi molti bambini dei paesi del terzo mondo vengono portati, clandestinamente, in paesi sviluppati e obbligati a lavorare per vivere.
Purtroppo i bambini impiegati nel lavoro vengono privati di molti diritti tra i quali: l'istruzione; l'educazione; eccetera, ma, cosa forse più importante, vengono privati della loro attività infantile (come giocare, svagarsi, eccetera) e nessuno e niente potrà mai restituirla.
Molto spesso i bambini sono spinti ad intraprendere questi lavori per le precarie condizioni economiche in cui versano a casa. Per questo le famiglie costringono i figli a lavorare.
La nostra Costituzione recita all'articolo 30, che: «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio (articolo n. 261 del codice civile)» e all'articolo 31, che: «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti con particolare riguardo alle famiglie numerose».
Di conseguenza i genitori non trovano giustificazione se costringono i loro figli ad eseguire lavori non leciti.
Il più delle volte i bambini sono utilizzati per attività illegali, come lo spaccio di sostanze stupefacenti o al servizio della prostituzione; senza considerare poi che se sono impiegati in lavori leciti, i bambini tolgono posti di lavoro agli adulti contribuendo, loro malgrado, ad incentivare un altro grande fatto, meglio conosciuto col nome di «disoccupazione». Ridimensionando il fenomeno si contribuirebbe anche ad uno scopo sociale, quale la regolarizzazione dei lavoratori occupati a posto dei bambini e al giusto pagamento dei contributi per l'assistenza e la previdenza.
Con questa proposta di legge si vuole porre la vostra attenzione sul problema per poter, poi, modificare le norme vigenti cercando così di eliminare tale questione che continua a persistere nonostante le numerosissime leggi che sono state emesse a favore del problema.
Art. 1.
1. Allo scopo di eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile, si obbliga alla formazione di un nucleo specializzato che avrà l'incarico di controllare le aziende, senza preavviso, durante l'orario di lavoro.
1. Questi nuclei specializzati svolgeranno il loro servizio in tutto il territorio ma soprattutto nelle zone considerate più a rischio per evitare sfruttamenti illeciti di minori.
1. Coloro che verranno sorpresi in atti di sfruttamento minorile non potranno esercitare attività economiche per un periodo minimo di tre anni.
1. Al fine di prevenire lo sfruttamento
minorile si attueranno delle manifestazioni e delle campagne pubblicitarie, con l'aiuto dei mass media che porteranno a conoscenza il fenomeno nonché la legge che né reprime la leicità.